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    La principessa saudita Reema risponde a Evert e Navratilova: “Osteggiano le WTA Finals da noi su stereotipi superati”

    Reema Bandar Al Saud (foto WEF24)

    Mentre la WTA “nicchia”, con le Finals di fine 2024 ancora senza una sede ufficiale, non si placa la polemica relativa alla possibilità – per molti osservatori assai concreta – che l’evento possa svolgersi già quest’anno in Arabia Saudita. Molte giocatrici hanno detto seccamente di non voler giocare in Arabia, viste le condizioni delle donne nel paese, e due icone del tennis rosa come Chris Evert e Martina Navratilova si sono spese in prima persona per sensibilizzare il mondo del tennis contro questa ipotesi. L’hanno fatto poche settimane fa in modo congiunto con un accorato e importante articolo pubblicato sul Washington Post, nel quale hanno dettagliato i molti temi sociali che ostano a questa possibilità, ritenuta un contro senso assoluto per i diritti delle donne. Non si è fatta attendere una risposta ufficiale a questa dura posizione: si è scomodata addirittura la Principessa saudita Reema Bandar Al Saud, attualmente ambasciatrice del suo paese alle nazioni unte, parlando di concetti errati, basati solo su stereotipi superati.
    Il gigante del medio oriente è sbarcato con forza nello sport, e da tempo ha messo gli occhi anche sul tennis, organizzando lo scorso anno per la prima volta un torneo ufficiale, le NextGen ATP Finals. Nonostante le dichiarazioni di facciata, gli spalti del torneo sono stati discretamente vuoti e l’interesse per l’evento, per prima volta spostato da Milano, assai minore rispetto al passato. Forse le Finals U21 hanno perso un po’ di smalto e appeal dopo l’effetto novità, anche per via di una formula che ormai è già vista, ma anche il cambio di sede non ha certamente giovato. I ricchissimi fondi sauditi tuttavia puntano assai più in alto, desiderando le ATP Finals una volta che sarà terminato il contratto con Torino, quindi un Masters 1000 magari di inizio stagione come tappa di avvicinamento all’Australia, ma anche le Finals femminili, evento che necessita di un grande rilancio dopo annate davvero disastrose tra Cancun e Fort Worth.
    L’ipotesi del tennis femminile di vertice in un paese nel quale le donne stentano nel godere di libertà e diritti basilari è considerato da molti un contro senso, e questo ha innescato una forte campagna contraria. In risposta a queste polemiche, la principessa Reema ha rilasciato una dichiarazione in cui difende i piani sul tennis femminile nel suo paese, implorando Evert e Navratilova di “chiarire le proprie posizioni”. Riportiamo la dichiarazione di Reema dal media The National.
    “Come donna che ha dedicato la sua vita alla causa delle donne, mi ha addolorato profondamente leggere un articolo sul Washington Post che si opponeva al fatto che l’Arabia Saudita possa ospitare finali della Women’s Tennis Association, basandosi su argomenti che sono stereotipi obsoleti e visioni occidentali della nostra cultura” scrive Reema.

    To those who seek to deny our women the same opportunities of others, what I hear clearly is that there is no seat for us at their table. But we welcome you at ours.
    A response to:https://t.co/8Bbvm4LHUG pic.twitter.com/JuIqMTTNht
    — Reema Bandar Al-Saud (@rbalsaud) January 30, 2024

    “Non riconoscere i grandi progressi che le donne hanno fatto in Arabia Saudita denigra il nostro straordinario viaggio. Come molte donne in tutto il mondo, abbiamo guardato alle leggende del tennis come pioniere e modelli di comportamento… barlumi di speranza che le donne possano davvero raggiungere tutto ciò. Ma queste campionesse hanno voltato le spalle proprio alle stesse donne che hanno ispirato e questo è deludente.”
    Nell’articolo “incriminato” di Evert e Navratilova, si scrive che le donne in Arabia Saudita “non sono viste come uguali, è un paese in cui il panorama attuale include una legge sulla tutela maschile che essenzialmente rende le donne proprietà degli uomini“. Questa la risposta della principessa Reema: “Su questo, lasciatemi semplicemente dire: chiarite i fatti. Ciò che viene spesso definito “tutela” non descrive più lo status delle donne saudite oggi. Le donne non hanno bisogno dell’approvazione di un tutore per viaggiare, lavorare o essere capofamiglia. Oggi, le donne saudite possiedono più di 300.000 imprese e circa il 25% delle start-up di piccole e medie dimensioni, il che è circa la stessa percentuale degli Stati Uniti. Le donne in Arabia Saudita ora godono della parità di retribuzione, aprendo la strada verso qualcosa che dovrebbe essere universale. Anche se c’è ancora del lavoro da fare, i recenti progressi a favore delle donne, l’impegno delle donne sul posto di lavoro e le opportunità sociali e culturali create per le donne sono davvero profondi e non dovrebbero essere trascurati”.
    Rivolgendo la sua attenzione allo sport femminile in Arabia Saudita, la principessa Reema ha dettagliato l’enorme crescita: “Oggi non abbiamo solo leghe e federazioni sportive femminili, ma abbiamo anche più di 330.000 atlete iscritte, di cui 14.000 giocano attivamente a tennis. Abbiamo migliaia di allenatrici, mentori, arbitri e medici sportivi donne. Le donne partecipano a competizioni sportive locali, regionali e internazionali. E vincono. Eppure è in questo momento in cui sentiamo voci provenienti da oltreoceano – anche da coloro che onoriamo e con cui accoglieremmo volentieri – che ci considerano tutte vittime e senza voce, i cui desideri dovrebbero essere relegati ad argomenti politici di tendenza in favore dell’esclusione. Ciò non solo mina il progresso delle donne nello sport, ma purtroppo mina anche il progresso delle donne nel loro insieme.”
    “A coloro che cercano di negare alle nostre donne le stesse opportunità di cui godono gli altri, dico che quello che sento forte e chiaro è che non c’è posto per noi alla loro tavola. Ma accoglierò voi alla mia perché il mio tavolo non è limitato da opinioni politiche, confini, razza o geografia. E spero che accettino il mio invito a sedersi al mio tavolo e incontrare le donne che forse non avevano intenzione di ispirare. In qualità di presidente del Comitato femminile olimpico e paralimpico saudita e membro della Commissione di genere, uguaglianza e inclusione del Comitato olimpico internazionale, ho la responsabilità di condividere la nostra storia con il mondo, non per ottenere l’approvazione, ma per un dialogo produttivo, per combattere per la nostra causa comune, non solo in Arabia Saudita, ma in altri luoghi dove le donne non si accontentano più di sedersi in disparte.”
    Questo il secco messaggio che la principessa saudita rivolge non solo a Martina e Chris, ma tutto il mondo della racchetta e non solo.
    La questione resta molto aperta, discretamente spinosa. Nonostante le parole di apertura della principessa, c’è scetticismo su quanto tutto ciò sia solo una “facciata” per avvicinarsi al mondo occidentale, o al contrario racconti davvero quel che accade quotidianamente nella vita delle donne nel paese arabo, con importanti passi in avanti. L’unica via per superare queste barriere culturali è la conoscenza: viaggiare, conoscere, capire e così valutare veramente quale sia la condizione di una donna “normale” in Arabia Saudita. Se le parole della principessa rispecchiano la realtà, portare nel paese esempi virtuosi di donne forti e vincenti grazie allo sport, libere di viaggiare e vivere la propria vita, potrebbe rappresentare un ulteriore stimolo al progresso sociale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    WTA Finals 2024 in Arabia? Pareri contrastanti tra Jabeur e Navratilova

    WTA Finals, la foto di rito dell’anno prossimo sarà in Arabia?

    31 milioni di dollari. A questa somma ingentissima secondo la BBC ammonta la perdita sofferta dalla WTA con le ultime due edizioni delle Finals femminili, due eventi organizzati tardi, male, che hanno scontentato tutti. Secondo varie indiscrezioni, questa situazione paradossale è venuta perché il tour rosa era pronto a far sbarcare l’evento in Arabia Saudita, ma alla fine sia nel 2022 che nel 2023 non si è arrivati alla fumata bianca per la forte resistenza di molte giocatrici e anche di alcuni partner, che non vorrebbero legare il proprio nome ad un paese nel quale i diritti civili per donne sono ancora terribilmente indietro rispetto al mondo occidentale.
    Intanto in Arabia Saudita si è da poco conclusa la prima edizione delle NextGen Finals, con un bilancio agrodolce. Discreti risultati sportivi, con match di un certo interesse, ma spalti vuoti e ritorno mediatico modesto. Certo, l’evento U21 ATP non è minimamente vicino alle vere Finals, ma se ricordiamo l’impatto del torneo (soprattutto le prime 4 edizioni) svolte a Milano, la differenza è lampante. Tuttavia nel mondo dello sport il peso del denaro è sempre più preponderante, quindi è molto probabile che alla fine i sauditi vincano le ultime resistenze e riescano a portare prima le Finals WTA, magari già dal 2024, quindi quelle ATP, dal 2028 o eventualmente al termine di un secondo quinquennio a Torino.

    Il presidente della Saudi Arabian Tennis Association, Arij Almutabagani, ha commentato alla tv nazionale britannica: “Ci piacerebbe che l’evento NextGen durasse per molti anni, e siamo interessati alle Finals WTA”. Per quanto riguarda il tema dell’oppressione delle donne, Almutabagani ha sottolineato che il suo paese non è così lontano da quel che si assisteva in passato anche in Europa. “Siamo in quinta marcia al momento, in realtà tutto si sta muovendo molto rapidamente. Abbiamo solo bisogno del tempo per la transizione.”
    Queste parole non sono abbastanza per convincere Martina Navratilova sulla convenienza del far disputare dai sauditi le WTA Finals: “Ci sono ancora troppe leggi che dicono che le donne in Arabia Saudita non hanno gli stessi diritti degli uomini”, ha detto la 67enne. “Da quello che ho letto, le cose sono sicuramente migliorate, ma c’è ancora molta strada da fare. Mi piacerebbe vedere qualche cambiamento più significativo prima di dire che per noi donne va bene. Adesso dire di sì sarebbe come vendere la tua anima solo perché è finanziariamente attraente. No, non posso sostenerlo adesso“.
    La WTA al momento nicchia, non si esprime, ma nell’ambiente c’è la sensazione che il 2024 potrebbe essere l’anno dell’OK alle Finals a Jeddah. La discutibile conclusione dell’embargo ai tornei in Cina lo sta a dimostrare: prima Steve Simon e la WTA hanno tenuto una linea intransigente sul caso Peng, per quindi tirarsi indietro e riportare di nuovo il tour in Cina nonostante la situazione della ex tennista cinese non sia stato affatto chiarita. Il peso dei mancati introiti per l’assenza dei tornei nel gigante asiatico è stato più forte di ogni ideale, reale o presunto…
    È interessante e curiosa la posizione di Ons Jabeur, tennista appartenente al mondo arabo e sostenitrice dei diritti delle donne: “Credo nell’Arabia Saudita: sta facendo un ottimo lavoro dando alle donne più diritti”, ha detto la tunisina. “È ora di cambiare le cose. Ora o mai più. Spero che investano davvero nella WTA”. In pratica per Ons portare le Finals in Arabia sarebbe un segnale reale di apertura e voglia di cambiamento. Ma nel caso si arrivi all’accordo, le cose nel paese cambierebbero davvero? Quanto un evento sportivo così rilevante di uno sport individuale che è il manifesto della donna indipendente, che vive, gira il mondo e guadagna, potrebbe spingere i diritti civili?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il record di Novak Djokovic. Disastro meteo a Cancun e voglia di cambiamenti. Finale posticipata a lunedì. La rinascita di Dimitrov

    Iga Swiatek POL, 31.05.2001 – Foto Getty Images

    Il 2023 sta dimostrando di essere un anno di contraddizioni per il mondo del tennis. Da un lato, abbiamo il serbo Novak Djokovic che continua a cementare il suo status di leggenda, raggiungendo per la 14ª volta in carriera 50 vittorie in una sola stagione. Questo traguardo riflette la costanza di un atleta che non mostra segni di rallentamento, nonostante l’avanzare dell’età. Il 2015 rimane l’anno d’oro per Djokovic con 82 vittorie e solo 6 sconfitte, una testimonianza del suo dominio.
    D’altro canto, il palcoscenico delle WTA Finals 2023 a Cancún, in Messico, è stato teatro di caos meteorologico. La pioggia incessante ha interrotto il gioco, costringendo al rinvio di partite cruciali. La semifinale tra Aryna Sabalenka e Iga Swiatek è stata sospesa dopo appena tre giochi, e la finale di singolare è stata posticipata a lunedì. Anche un match di doppio del round-robin, quello tra Gauff e Pegula, è in sospeso. Questi rinvii hanno suscitato una valanga di critiche verso la direzione della WTA, con molti che puntano il dito contro il direttore Steve Simon per la scelta della sede in una zona soggetta a stagioni degli uragani. La leggenda del tennis Martina Navratilova è stata tra le voci più critiche, suggerendo che potrebbe essere tempo per un cambio di leadership alla WTA.
    Mentre il tennis femminile lotta contro le forze della natura, sul fronte maschile Grigor Dimitrov ha scritto una storia di rinascita. Dopo un periodo di forma incostante, il bulgaro ha raggiunto la finale dell’ATP Rolex Paris Masters 2023, una pietra miliare che riflette il suo rinnovato spirito combattivo e la fiducia nel suo gioco, come sottolineato dal suo allenatore Daniel Vallverdú.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Archeo Tennis: 22 marzo 1973, la prima sfida Evert vs. Navratilova

    Chris Evert e Martina Navratilova

    22 marzo 1973, una data fondamentale nella storia del tennis. Esattamente 50 anni fa in quel di Akron, Stati Uniti, andò in scena la prima sfida di quella che sarebbe diventata la più grande rivalità della storia della disciplina: Evert vs. Navratilova. Nessun altro duello nel tennis femminile (e non solo) vanta altrettanti episodi e di così grande importanza storica e tecnica. Martina e Chris infatti si sono affrontate per ben 80 volte, incluse 14 finali di tornei del Grande Slam.
    Il 22 marzo di 50 anni fa, davanti a poche centinaia di tifosi nella cittadina operaia dell’Ohio, per nulla conosciuta per il tennis, la 18enne Chris Evert sconfisse negli ottavi di finale la 16enne cecoslovacca Martina Navratilova col punteggio di 7-6 (5-4) 6-3. Fu il primo episodio di una rivalità leggendaria, che ha segnato il tennis femminile in modo indelebile.
    “Non è stato notato da nessuno tranne che dalle due giocatrici la partita del primo turno ad Akron, una vittoria per 7-6 (5-4) 6-3 di Evert su una paffuta ceca di nome Martina Navratilova”, scrisse il commentatore dell’epoca Bud Collins nella suo libro ‘La storia del tennis’, “Quell’incontro iniziale è stato solo il primo passo nella brillante rivalità che in 16 anni vide ben 80 partite”.
    Le due regine del tennis, tanto forti quanto diverse sul piano tecnico, stilistico e caratteriale, hanno dato vita a una rivalità intensa, ricchissima di episodi di grande livello, dominando il tennis femminile tra anni ’70 e ’80. Sembravano create apposta per distinguersi, in tutto e per tutto, e battagliare in campo dando vita a un contrasto di stile totale e quindi uno spettacolo sublime. Precisa e geometrica dalla riga di fondo Chris, funambolica e attaccante verso la rete Martina; più fredda e calcolatrice l’americana, esuberante ma fragile la ceca. Col rovescio Chris poteva colpire una monetina dall’altro lato del campo, tanto era pulita e sicura negli impatti; con le sue volée Martina riusciva a trovare angoli straordinari, frutto di un istinto ed equilibrio senza pari. Ogni loro match è stato un campionario quasi esaustivo di quello che due donne potevano inventare, con talento e tecnica, su di un campo da tennis. In un documentario di ESPN del 201o, chiamato “Unmatched”, le due ripercorrono alcuni passi della loro storia, che le ha viste grandi avversarie ma allo stesso anche amiche sincere.
    “Il mio sogno era quello di giocare sempre con i migliori, e ho avuto modo di affrontare te (Chris, ndr) al primo turno ad Akron”, ha detto Navratilova all’amica-rivale nel documentario. “È stato come un sogno diventato realtà perché ero riuscita a misurarmi con la prossima numero 1 al mondo. Il mio obiettivo per la partita era che tu ricordassi il mio nome”. Eccome se poi se l’è ricordato…
    “Mi sentivo nervosa all’inizio della partita perché avevo sentito parlare di te”, confessa Chris a Martina. “Avevo sentito che eri pericolosa, un po’ grezza ancora come stile ma con un grande gioco al volo, un tennis offensivo e versatile nonostante la giovane età. Sapevi come colpire ogni colpo. Ti sei mossa bene, ma non così bene come in seguito, perché pesavi almeno 20 chili in più!”.
    “Ero davvero ingrassata!” conferma Martina, “Quando sono arrivata negli Stati Uniti, sono ingrassata… tipo 20 libbre in due settimane! A causa di ciò, ero così stanca”.
    “Ricordo di essermi sentita davvero minacciata dal suo gioco, e pensai ‘Ragazza, se mai si rimetti in forma, sarai pericolosa, da non sottovalutare.’”
    Evert finì per vincere quel torneo a Akron, battendo Olga Morozova 6-4 6-4 in finale. Le due si ritrovano poi a St.Petersburg, su terra battuta americana, stavolta in semifinale. La spuntò ancora Evert, con lo score di 7-5 6-3. Chris vinse le loro prime cinque sfide; Martina strappò il primo successo contro la statunitense nel 1975, nei quarti di finale del torneo di Washington, al tiebreak decisivo. Quella vittoria per Navratilova fu un vero finale thrilling: il punteggio di 3-6 6-4 7-6 (5-4) fu deciso da un singolo punto, “sudden death” sul 4-4 del tiebreak, che risultò essere quindi un match point simultaneo per entrambe le giocatrici. In seguito il formato del tiebreak venne cambiato con la classica differenza di due punti per arrivare al successo.
    Nelle 80 partite della loro straordinaria rivalità, Navratilova guida con 43 vittorie contro le 37 di Evert. La vittoria più netta di Evert su Navratilova è stata un “doppio bagel”: 6-0 6-0 nella finale di Amelia Island, in Florida, nel 1981; quelle più secche di Navratilova su Evert sono state tre per 6-2 6-0: quello della finale dei Virginia Slims Championships del 1983, poi sempre nel 1983 a New York e la finale del torneo di Amelia Island del 1984.
    Considerando tutte le finali, Navratilova ha chiuso con un bilancio a suo favore di 36 a 25. Nei tornei dello Slam, sempre Navratilova conduce per 14-8, e nelle finali dei Major Martina ha vinto 10 sfide contro le 4 di Chris. Nelle finali di altri eventi non Slam, la rivalità si è chiusa in pareggio con 19 vittorie a testa. Passando alle sfide sulla varie superfici, Evert ha vinto 11 delle 14 partite giocate sulla terra battuta, ma altrove conduce Navratilova: 9-7 sul cemento, 10-5 su erba e 21-14 su tappeto indoor.
    50 anni fa, in una cittadina dell’Ohio, si scrisse la prima pagina di uno dei veri libri d’oro del tennis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Martina Navratilova critica duramente Djokovic: “Vuoi essere un leader? Dai il buon esempio per il bene comune”

    Martina Navratilova

    Martina Navratilova è da sempre paladina delle battaglie sociali, una donna che non ha paura di esporsi e dire la sua, anche con parole scomode. Per questo non si è tirata indietro nel commentare la brutta faccenda di Novak Djokovic in Australia. Parlando al programma Good Morning Britain, la super campionessa ceca ha criticato in modo netto il comportamento di Djokovic, che considera presuntuoso e l’esatto opposto rispetto a quello che dovrebbe tenere chi si considera un leader.
    “Vorrei solamente che Novak fosse vaccinato” dice Martina, “lo ammiro molto e l’ho difeso tante volte, ma non posso difendere la decisione di non essere vaccinato. Se rifiuti il ​​vaccino perché non lo conosci o non ci credi, tuttavia, devi fare un piccolo sacrificio per il benessere di tutti. Se vuoi essere un leader, devi essere un esempio, e quell’esempio si basa sul fare ciò che è bene per te, a vantaggio del bene comune. Tutto questo poteva essere evitato, ma ormai chissà come andrà a finire, tutta la faccenda è come impazzita”.
    “Si crede più forte del virus? Non credo sia quello, lui sembra indistruttibile, ha una forma atletica invidiabile, ma c’è gente che è morta pur essendo in ottima forma. Non direi che è arrogante, ma è un po’ presuntuoso di sicuro. Djokovic è sempre stato molto rigido riguardo alla sua dieta e il suo stile di vita, e lo ammiro perché so cosa serve per impegnarsi così tanto in questo senso. Ma in questo caso, non lo comprando. Io mentre stavo facendo la fila per farmi vaccinare, non vedevo l’ora che arrivasse il mio turno per farlo. Avrei più paura di ammalarmi per non essermi vaccinata che degli effetti collaterali. Il tennis resta uno sport egoistico sì, ma è molto importante essere consapevoli e avere considerazione per gli altri”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Molti giocatori criticano la debole presa di posizione dell’ATP sul caso Peng

    Peng nella telefonata al CIO

    “Debole”. “Inadeguato”. “Troppo poco”. Queste alcune delle reazioni di giocatori ed ex campioni al comunicato dell’ATP firmato dal Presidente Andrea Gaudenzi al merito alla delicata questione di Shuai Peng. Il mondo della racchetta si è stretto intorno alla forte giocatrice cinese, che dopo la sua esternazione contro uno dei personaggi politici più illustri del suo paese è prima scomparsa nel nulla, e poi riapparsa ma sotto un’evidente stato di coercizione. Mentre il boss della WTA ha preso la situazione di petto, cancellando ogni evento del tour femminile in Cina (con una perdita economica notevolissima), l’ATP sta tenendo una posizione molto più fumosa. Per questo tantissimi giocatori hanno tuonato contro Gaudenzi ed il suo comunicato, ritenuto debole e senza coraggio. Riportiamo una serie di Tweet di giocatori, per mostrare il loro disappunto sulla situazione. Tra i più duri, Andy Roddick che afferma “Ecco come dire un sacco di parole senza dire niente”.

    How to say a lot of words and say nothing https://t.co/EKXMTYgvZP
    — andyroddick (@andyroddick) December 2, 2021

    Are we to understand that the @ATP would have made the same statement had the player been a male? An atp tour pro?!? Somehow I think not.#embarassing https://t.co/eokSqwXQbu
    — Martina Navratilova (@Martina) December 2, 2021

    Im Sure The Statement 2day Would Have Been A Lot Different If #Kermode Was Still Around… #JusThinkinOutLoud
    — Dustin Brown (@DreddyTennis) December 2, 2021

    Forte il sarcasmo di Opelka, uno che non le manda mai a dire…

    POWERFUL https://t.co/bgWbYcG3ji
    — Reilly Opelka (@ReillyOpelka) December 2, 2021

    It’s important to understand that we as the players are completely handcuffed in our ability to act as a collective, and our leadership from the @atptour is complete dumpster https://t.co/TpX7cUwUNM
    — Tennys Sandgren (@TennysSandgren) December 2, 2021

    Anche il Capitano di Davis USA Mardy Fish si unisce al coro dello sdegno

    That’s a statement? https://t.co/mUwiQ1l1FV
    — Mardy Fish (@MardyFish) December 2, 2021

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Navratilova: “Korda vincerà uno Slam, è solo questione di tempo”

    Sebastian Korda durante l’ATP di Parma

    Sebastian Korda ha impressionato la scorsa primavera a Parma, nel nuovo ATP 250 organizzato in Emilia e vinto dal talento statunitense. Un bel tennis il suo, fluido, in anticipo, offensivo e ragionato. Sembra possedere tutto quel che serve per diventare un grande tennista, inclusa una splendida famiglia che lo sport lo conosce per davvero e lo sostiene a 360°.
    Lo scorso inverno, nella off-season, Korda ha passato diversi giorni a Las Vegas, allenandosi con la coppia più famosa del mondo del tennis, Agassi Graf. Steffi in quell’occasione si prodigò non solo con belle sessioni di allenamento ma anche in lunghe chiacchierate, dando importanti consigli al giovane figlio di Petr. Andre dichiarò di esser rimasto impressionato dalla qualità del gioco del ragazzo ma soprattutto dalla sua attenzione e cultura per il lavoro, pronto per imparare ogni minimo dettaglio.
    Adesso arriva l’investitura di Martina Navratilova, leggenda ceco-statunitense, che si è spesa in parole importanti su Sebastian. “È solo una questione di tempo, Sebi vincerà un titolo Major. Korda è un giocatore completo, è un ragazzo con la testa sulle spalle. La prima volta che l’ho visto giocare ho pensato ‘è già stato qui’, è come se sapesse già tutto. È giovane ma è consapevole. Inoltre è stato allenato così bene dai suoi genitori, è cresciuto benissimo. Possiede un grande gioco, una grande testa, ha davanti a sé una grande prospettiva”.
    Martina scommette anche sui tempi: “Quando vincerà lo Slam? Penso che non sarà l’anno prossimo, forse è ancora presto, direi che il 2023 sarà il suo anno, sarà pronto”.
    L’ultimo tennista statunitense a vincere uno Slam è stato Andy Roddick a US Open 2003. Che il tennis a stelle e strisce abbia ritrovato, finalmente, la stella nel maschile che manca da più lustri?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Navratilova: “I giovani emergenti non riescono a gestire la pressione come i big3”

    L’ex campionessa Martina Navratilova ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni a tennis.com in merito al gap che ancora separa, a suo dire, i “mitici” big3 dai giovani emergenti. Secondo Martina, tutto nasce dalla capacità nettamente superiore dei 20  volte Slam nella gestione della pressione e nella loro abilità di sfruttarla al meglio, canalizzandola in campo. “I […] LEGGI TUTTO