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    Swiatek annuncia il nuovo coach: Wim Fissette

    Iga Swiatek

    Iga Świątek ha svelato il suo nuovo coach: Wim Fissette. È un allenatore di grande esperienza, ha guidato tra le altre Kim Clijsters quando rientrò nel 2009 dopo la maternità, Sabine Lisiki, Victoria Azarenza, Simona Halep, Angelique Kerber e Naomi Osaka. Nel post social con quale la polacca annuncia l’ingaggio dell’allenatore belga, Iga conferma anche la propria presenza alle WTA Finals (vista la lunga assenza dai tornei, qualcuno metteva addirittura in dubbio la sua presenza a Riyadh).
    “Sto preparando le Finals ma come sapete la mia prospettiva è sempre di lungo termine” scrive Swiatek nel post. “Ho sempre pensato che la mia carriera sia una maratona, non uno sprint, e continuo a lavorare con quest’approccio. Sono molto emozionata per questo nuovo inizio con Wim, ha una grande attitudine, visione ed esperienza al massimo livello nel tennis. È sempre cruciale conoscersi il meglio possibile, siamo partiti molto bene e non vedo l’ora di tornare in torneo insieme a lui”.

    Some news ⤵️ pic.twitter.com/mqnctA4OJP
    — Iga Świątek (@iga_swiatek) October 17, 2024

    La n.1 del mondo aveva annunciato a sorpresa lo scorso 4 ottobre la separazione da  Tomasz Wiktorowski, coach che l’aveva seguita negli ultimi tre anni, ricchi di successi soprattutto sulla terra battuta. Chissà che insieme a Fissette la polacca non voglia provare a cambiare qualcosa nel suo tennis, in modo da diventare ancor più competitiva sui campi veloci.
    Iga è ferma dalla sconfitta patita da Pegula nei quarti di US Open. Parlando di “fatica”, la 23enne di Varsavia ha scelto di saltare totalmente la trasferta asiatica, una decisione significativa per lei ma anche per il tour WTA, essendo la polacca la n.1 del mondo e visto il peso specifico dei tornei in Cina a livello di contratti e prize money. Un’assenza che l’altro ha permesso ad Aryna Sabalenka di avvicinarsi pericolosamente in classifica: la bielorussa è dietro a Switaek di soli 69 punti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Stoccolma: Berrettini cede a Stricker. L’azzurro non sfrutta due set point nel tiebreak del primo parziale

    Matteo Berrettini (foto Getty Images)

    Non sfruttare le chance nel tennis si paga spesso a caro prezzo. Se aggiungiamo una prestazione in calo sia al servizio che nell’intensità della spinta, ecco spiegata la sconfitta – oggettivamente a sorpresa – patita da Matteo Berrettini per mano di Dominic Stricker nel secondo turno dell’ATP 250 di Stoccolma. Lo svizzero è stato protagonista di una buonissima partita, piuttosto efficace col servizio, forte di un diritto “pesante” davvero incisivo e bravissimo nell’annullare tutte le 5 palle break concesse nel match all’azzurro, concentrate in due game del secondo set, chance che potevano girare l’incontro a favore del nostro giocatore. Il rammarico per Matteo viene sia per queste occasioni non sfruttate che ancor più per i due set point non trasformati nel tiebreak del primo parziale, sul 6 punti 4, in particolare il secondo giocato al servizio (ma senza prima palla in campo). Proprio un calo nell’efficacia del servizio è costata la sconfitta al romano, non tanto in termini numerici complessivi quanto per non esser riuscito a piazzare un gran servizio o mettere una solida prima palla in gioco in alcuni momenti chiave, come l’unico break che è costato a Matteo la sconfitta sul 5-4 del secondo set. Occasioni e momenti girati male, ma non solo: anche a livello di spinta e qualità difensiva, Matteo è calato nel corso dell’incontro. Stricker è un tennista giovane e di ottima qualità, penalizzato da frequenti infortuni (nel 2024 ha giocato davvero poco), ma Berrettini nel primo set aveva dato l’impressione di poter controllare l’incontro e aver nella sue corde la zampata per scappare via. Non c’è riuscito, uscendo dal campo sconfitto.
    Dispiace commentare una sconfitta di Berrettini tutto sommato meritata, c’erano ben altre aspettative per questo torneo svedese dove, tra un campo davvero rapido e la sua condizione complessiva mostrata nelle ultime settimane, si pensava potesse esser da corsa anche per il titolo. È corretto tuttavia sottolineare la buona prestazione di Stricker, tennista di talento che ha trovato sul veloce indoor svedese le condizioni ideali per far esplodere la potenza dei suoi colpi e la sua bravura nell’uno – due. Ha sorpreso come sia riuscito a prendersi molti punti decisivi, la zona nella quale di solito è proprio Berrettini ad eccellere, sia per esperienza di alto livello che per la sua forte personalità. Invece stavolta è stato il giovane elvetico a trovare solidità e colpi vincenti in tutti i passaggi decisivi dell’incontro: la rimonta nel tiebreak del primo set, i game un po’ caotici all’avvio del secondo, dove ha lasciato per strada diversi errori ma mai nei punti chiave, e poi l’ultimissimo game, dove in risposta è stato perfetto nel mettere pressione a Berrettini che, senza l’aiuto del servizio, alla fine è capitolato.
    Berrettini aveva iniziato piuttosto bene la partita. Il servizio tutto sommato c’era, ancor più la botta col diritto, davvero pesante sia dal centro nella direzione incrociata, che il suo classico “inside out” da sinistra. Tuttavia Stricker è stato attento a non lasciare all’azzurro la sua piazzola di sparo preferita. Dominic ha sfruttato bene il suo gancio mancino, e anche col rovescio – colpo meno sicuro – ha spesso retto i tagli e cambi di ritmo del romano, riuscendo ad aggredire la palla bassa e pure volando a rete, dove ha trovato diversi punti importanti. Due sono i dati statistici di fine partita più favorevoli allo svizzero, che spiegano l’andamento del match: Stricker ha portato a casa il 61% dei punti con la seconda di servizio (contro il 45% di Berrettini), e ha vinto il 55% dei punti contro la seconda palla dell’azzurro, mentre Matteo ha strappato in risposta sulla seconda del rivale solo il 39%, e senza break. Alla fine la difesa del secondo servizio e un miglior rendimento in risposta hanno fatto la differenza, insieme a quella manciata di punti chiave meglio gestiti dello svizzero.
    L’azzurro è anche un po’ calato a livello di velocità in campo e intensità nella spinta dopo i primi game del secondo set, quelli nei quali non è riuscito a sfruttare le cinque palle break a favore. Non un crollo, assolutamente, ma qualche scambio gestito peggio, con colpi meno incisivi e un leggero attendismo che Stricker è stato bravo a capitalizzare a suo favore. È il primo k.o. subito dal romano contro un tennista di classifica inferiore da quello sofferto dall’amico Sonego a Stoccarda 2023. Peccato.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Berrettini scatta al servizio con bel ritmo, due Ace, una smorzata vincente e una bordata a chiudere col diritto, 1-0. Stricker commette un doppio fallo, ma il suo diritto mancino è una discreta gatta da pelare per Matteo, che è costretto a correre sugli angoli del rivale. 1 pari. Si scambia di più sui turni di battuta dello svizzero, ma il parziale scorre rapido seguendo i servizi. Ottimo il recupero in avanti e successiva chiusura che vale a Matteo il punto del 3-2, mostra la buonissima reattività e velocità in campo del nostro giocatore. Dominic è molto preciso col primo colpo dopo un buon servizio, attacca subito e concede pochissimo nei suoi game. Nel settimo game una buona risposta porta Stricker avanti 15-30, primo momento di difficoltà per Berrettini. Tira un Ace Matteo, poi sul 30 pari non entra la prima palla, Stricker aggredisce e sul net chiude con ottima mano, strappa la prima palla break del match. Il “Martello” entra in action, gran battuta sul diritto dello svizzero che non riesce a rimetterla in gioco. Poche prime nel game per Berrettini, ma lavora molto bene la palla col back, cambi di ritmo che provocano l’errore del rivale. Con un Ace, Matteo si porta 4-3. Nell’ottavo game arriva la prima gran difesa di Berrettini, bel passante dopo un paio di rincorse, gli vale il 30 pari, situazione inedita sul servizio dello svizzero. Con un doppio fallo (il secondo del game) si va ai vantaggi. Anche il diritto di Matteo esplode tutta la sua potenza, c’è lotta, ma alla fine lo svizzero riesce a chiudere il game, 4 pari. Solido con servizio e diritto, Berrettini gestisce i suoi game fino al 6-5; Stricker lo segue a ruota. Tiebreak Time. Dominic si prende un immediato mini-break con una risposta di rovescio carica e profonda, che sorprende Matteo. Lo svizzero regala il punto successivo, uno smash spedito in corridoio per troppa veemenza. Spettacolare il quinto punto, lo deve “vincere due volte” l’azzurro per l’ottima difesa dello svizzero, ma è attento Matteo sotto rete, 3-2. Ottima la “sassata” col diritto di Berrettini che spacca lo scambio successivo, attacca e chiude ancora sotto rete con mano delicata, si gira 4-2 Berrettini. Ancor più bello il lob in corsa di diritto, dopo un passante basso, grande tennis di Berrettini, 5-2 e servizio. Purtroppo Matteo cede due punti al servizio, prima un errore col diritto, poi un gran vincente di Stricker, 5-4. Con un pressing potente col diritto sul rovescio del rivale, Berrettini si prende il punto del 6-4, e due Set Point. Gran volée di Dominic sul primo, taglio magistrale, 6-5. Ora serve il romano. Non entra la prima palla, ed è sfortunato nello scambio, con un nastro che rallenta un drive del nostro e Stricker chiude col diritto lungo linea. 6 pari. Non va il servizio di Matteo, e in risposta Dominic aggredisce e “sfonda”. 7 punti a 6, c’è il set point per il rossocrociato. Lo gioca bene, servizio e ottima volée stoppata. Set Stricker, peccato per i due set point non sfruttati da Berrettini, soprattutto il secondo al servizio.
    Stricker regala un paio di punti nel primo game del secondo set, e Berrettini è bravo a prendersi la chance di break, prima del match, con un rovescio profondo. Dominic con coraggio trova un diritto lungo linea vincente. Non sfrutta nemmeno una seconda chance, potente l’attacco dello svizzero, e poi una terza (in rete il back di rovescio). Stricker si salva, 1-0. Meno brillante Berrettini, il servizio non porta punti gratis e pure un brutto errore col diritto ai vantaggi, gli costa una palla break. Niente prima palla “in”, per fortuna il diritto in spinta è efficace, sfonda col lungo linea e annulla la chance al rivale. Lo svizzero si guadagna una seconda opportunità con una risposta violenta di diritto, ma dal centro Matteo sfonda ancora col diritto. Anche Berrettini salva il game, 1 pari. Già 5 palle break in due soli game. Dopo un primo set dominato dal servizio, ora c’è bagarre quasi in ogni punto, si scambia molto (con diversi errori, a dire il vero). Sul 2 pari Stricker combina qualche disastro, un doppio fallo e poi una volée malamente in rete con l’ombelico sul nastro, ci sono due palle break per Matteo sul 15-40. Dominic si salva ancora (5 su 5), un diritto pesante e poi un bel servizio. Con un ottimo rovescio cross in anticipo, 3-2 Stricker. Non così brillante Matteo, ma resta in contatto col rivale, 4 pari. Sul 5-4, l’azzurro sotto rete sbaglia una volée alta di rovescio non impossibile, si ritrova sotto 15-30, a due punti dalla sconfitta. E niente prima palla in campo… ci prova lo svizzero, attacca con buon timing ma Matteo trova una pallata di rovescio lungo linea che Stricker non riesce a gestire. 30 pari. Niente prima palla, si nuovo, e stavolta Berrettini sbaglia malamente un rovescio di scambio. Match Point Stricker. Attacca di nuovo lo svizzero, con uno slice basso che manda in crisi il rovescio in recupero dell’italiano, che sbaglia. L’unico break del match arriva sul match point, e così Dominic chiude l’incontro 6-4. Non ha sfruttato le occasioni Matteo nel primo set, i due set point, poi è calato. Peccato, una sconfitta che non ci voleva.

    Matteo Berrettini vs Dominic Stricker ATP Stockholm Matteo Berrettini64 Dominic Stricker76 Vincitore: Stricker ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 30-30 30-404-5 → 4-6D. Stricker 0-15 30-15 40-15 ace4-4 → 4-5M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 30-30 40-303-4 → 4-4D. Stricker3-3 → 3-4M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-02-3 → 3-3D. Stricker 0-15 15-15 15-30 df 15-40 30-40 40-40 A-402-2 → 2-3M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 ace 40-151-2 → 2-2D. Stricker 0-15 df 15-15 15-30 df 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-401-1 → 1-2M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-400-1 → 1-1D. Stricker 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-1* 1-1* 1*-2 2*-2 ace 3-2* 4-2* 5*-2 5*-3 5-4* 6-4* 6*-5 6*-6 6-7*6-6 → 6-7D. Stricker 15-0 15-15 30-15 40-15 ace6-5 → 6-6M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-05-5 → 6-5D. Stricker 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-405-4 → 5-5M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-304-4 → 5-4D. Stricker 15-0 15-15 df 30-15 30-30 40-30 40-40 df A-40 40-40 A-404-3 → 4-4M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 A-40 ace3-3 → 4-3D. Stricker 15-0 30-0 40-0 40-153-2 → 3-3M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 df 40-152-2 → 3-2D. Stricker 15-0 30-0 40-0 ace2-1 → 2-2M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1D. Stricker 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace1-0 → 1-1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 ace 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    M. Berrettini 🇮🇹
    D. Stricker 🇨🇭

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    278
    292

    Ace
    8
    5

    Doppi falli
    1
    6

    Prima di servizio
    42/73 (58%)
    52/85 (61%)

    Punti vinti sulla prima
    34/42 (81%)
    37/52 (71%)

    Punti vinti sulla seconda
    14/31 (45%)
    20/33 (61%)

    Palle break salvate
    3/4 (75%)
    5/5 (100%)

    Giochi di servizio giocati
    11
    11

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    68
    108

    Punti vinti sulla prima di servizio
    15/52 (29%)
    8/42 (19%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    13/33 (39%)
    17/31 (55%)

    Palle break convertite
    0/5 (0%)
    1/4 (25%)

    Giochi di risposta giocati
    11
    11

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    12/19 (63%)
    15/23 (65%)

    Vincenti
    26
    28

    Errori non forzati
    35
    30

    Punti vinti al servizio
    48/73 (66%)
    57/85 (67%)

    Punti vinti in risposta
    28/85 (33%)
    25/73 (34%)

    Totale punti vinti
    76/158 (48%)
    82/158 (52%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    221km/h (137 mph)
    211km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    205km/h (127 mph)
    189km/h (117 mph)

    Velocità media seconda
    175km/h (108 mph)
    146km/h (91 mph) LEGGI TUTTO

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    NextGen ATP Finals 2024, un’edizione che si prospetta molto interessante

    Jakub Mensik (foto ATPsite)

    Da quando le NextGen ATP Finals hanno lasciato Milano, i nostri appassionati hanno posto in secondo (o terzo…) piano l’evento U21 che chiude l’annata tennistica, sbarcato in quel di Jeddah. Del resto, i nostri ex giovanissimi o molti di loro passati dal “master dei giovani” sono sbarcati con grande successo sul tour ATP e quindi di carne al fuoco ce n’è tanta, per la soddisfazione di tutti. Si è parlato molto del futuro della manifestazione nata per dare una bella vetrina ai prospetti più interessanti. Col ricambio generazionale avvenuto, in tanti ipotizzano che questa manifestazione non abbia più molto senso. Quando fu lanciata c’era davvero l’esigenza di un torneo del genere, chi vi scrive ne aveva parlato già in annate precedenti. Al vertice il dominio di “big 4” più qualche sparuto invitato (Wawrinka, a volte Del Potro, poco altro) era dispotico, ma ancor più cristallizzata era la fascia sottostante, con ottimo livello medio e grande difficoltà per i giovanissimi nell’inserirsi e duellare con i migliori. A volte dipende solo dalla contingenza, da generazioni con meno talento ad altri fattori, ma un sette-otto anni fa era assai complicato per un under 21 farsi notare dal grande pubblico. Per questo la vetrina NextGen è stata interessantissima, tanto che molti campioni dell’evento o giovani che hanno ben figurato sono oggi tra i migliori, da Sinner in giù. Oggettivamente l’edizione dello scorso anno delle NextGen non è stata memorabile, come anche l’ultima disputata a Milano. Generazioni, momenti, e via forti critiche alla manifestazione stessa. L’edizione che andrà in scena tra due mesi invece si prospetta molto, molto interessante se tutti i giovani che avranno il diritto di partecipare saranno al via. Andiamo a vedere. 
    Il primo della lista, per la Race to Jeddah di questa settimana, è l’affermato Arthur Fils, francese 20enne e già vincitore quest’anno di un ATP 500. Molto interessante la lista dei tennisti appena dietro nella Race, potrebbero dar vita ad un torneo niente male. Il secondo nella Race è Alex Michelsen, che molti ricorderanno come avversario di Sinner nell’estate USA e la scorsa settimana opposto a Djokovic a Shanghai. Lo statunitense ha potenza nei colpi e servizio per diventare un giocatore di alto livello, forse non uno di quelli che possono ambire a uno Slam – a meno che non migliori terribilmente nella fase motoria in difesa – ma certamente un ottimo giocatore. Il terzo nella Race è Juncheng “Jerry” Shang, classe 2005 e vincitore a Chengdu, vittoria storica perché primo cinese ad alzare un trofeo ATP in casa (battendo tra l’altro in finale Musetti). Di lui si parla da molto tempo: il cinese della Florida ha una capacità di copertura del campo formidabile, e colpi in anticipo davvero micidiali quando prende l’angolo e chiude il campo. È un tennista che può ambire certamente ai piani alti del ranking, e giocatore molto divertente da seguire visto il suo tennis offensivo e molto personale.
    Il quarto nella Race to Jeddah è Jacob Mensik, altro 2005 ma totalmente diverso dal coetaneo cinese. Fisico massiccio e potenza enorme, in campo esplode colpi puliti inculcati dall’eccellente scuola tecnica ceca. Sui campi in duro è già bello competitivo, l’attitudine è quella giusta. Gli manca solo esperienza e affinare la fase difensiva del gioco, ma il suo potenziale è molto alto. In lui il tennis ceco potrebbe aver trovato il degno erede di Berdych, e insieme a Machac e Lehecka già compone una squadra che in Davis Cup può rappresentare un bel problema per tutti. Quinto nel ranking stagionale “under” Luca Van Assche, francese di buone qualità ma un po’ arenatosi quest’anno dopo una scalata rapida nel 2023. Velocissimo in campo, gli manca forse il colpo definitivo ma è un tennista potenzialmente molto ostico nella lotta e ancor più sulla terra battuta, dove può far valere la sua ragnatela in costruzione. Seguono nella Race due giovanissimi: Learner Tien e Joao Fonseca.
    Il californiano, che compirà 19 anni in dicembre, è considerato il giocatore di punta formato dalla USTA. Ancora poco noto al grande pubblico, ha un tennis in piena evoluzione. Dopo buoni risultati a livello Futures, dallo scorso luglio è passato stabilmente ai Challenger e nel suo paese si è fatto valere vincendone tre, oltre ad altri buoni piazzamenti e i quarti di finale all’ATP di Winston-Salem (partendo dalle qualificazioni). Le NextGen sono esattamente la vetrina per scoprirlo e ammirare il suo talento.
    Assai più noto invece il settimo della Race “Under”, il brasiliano Joao Fonseca (classe 2006). Colpi puliti, grandi accelerazioni e il piglio di chi crede di poter arrivare in alto, il nativo di Rio de Janeiro ha pure un discreto fisico a sostenere il suo tennis propositivo, a volte ancora un po’ troppo difficile o perlomeno ambizioso. Lui è molto ambizioso, e in lui ha creduto niente meno che Roger Federer, mettendolo sotto contratto con il suo noto sponsor tecnico. Fonseca h mostrato il suo talento anche nel girone di Bologna in Davis Cup lo scorso mese, è certamente uno dei giovani con maggior potenziale della nuova generazione. L’ottavo giocatore potrebbe essere una wild card, attualmente nella Race il posto toccherebbe a Coleman Wong, ma assai vicini sono Vilius Gaubas, Enrique Rocha e Nishesh Basavareddy. Vedremo chi andrà a Jeddah per avere il quadro completo degli 8 partecipanti.
    Il torneo continuerà a svolgersi secondo le regole “NextGen”, che tanto hanno fatto fatto discutere ma che hanno dato la spinta ad introdurre piccole novità che oggi funzionano bene nei tornei ATP.  Guardando al lotto complessivo dei partecipanti e anche alla loro diversità, l’edizione 2024 del masters giovanile potrebbe essere estremamente interessante e ricca di qualità. Esattamente quel che serviva per rendere una spinta all’evento stesso. 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La favola di Jacob Fearnley: +1795 nel ranking dallo scorso settembre, è in top100

    Jacob Fearnley

    Partire un po’ più tardi, concentrandosi sullo studio, può essere una via altrettanto interessante per crescere come persona e anche come tennista, seguendo una strada un po’ diversa ma non per questo meno interessante. Tutto questo si addice allo scozzese Jacob Fearnley, autore di una scalata incredibile in classifica nell’ultimo anno. Il 23enne di Edimburgo lo scorso settembre era praticamente senza classifica ATP, una manciata di punti alla posizione n.1.893. Da lì in avanti, la sua scalata è stata inarrestabile, tanto da portarlo a fine settembre nella top100 ATP (n.98 come best ranking, questa settimana un posto indietro) e vincere il suo secondo match sul tour maggiore a Stoccolma, dove ha battuto Moutet per 6-2 7-6(5), regalandosi un bel secondo turno nell’evento svedese contro Griekspoor. Fearnley ha attiva un striscia di 13 vittorie consecutive: ha vinto infatti gli ultimi due Challenger disputati, quello di Rennes, dove ha sconfitto tra gli altri Mannarino, e poi quello di Orleans (dove ha lasciato un solo game a Gigante nei quarti di finale).
    Alla scorsa edizione di Wimbledon (entrato con una wild card) aveva vinto il primo match ufficiale nel tour maggiore, battendo lo spagnolo Moro Canas, prima di arrendersi a Djokovic, al quale tuttavia ha strappato un set. Era piaciuta l’attitudine positiva e velocità in campo dello scozzese, forte di una crescita impetuosa che l’aveva portato ad iniziare il 2024 già come n.646 e quindi scalare quindi oltre 500 posizioni nell’anno. Jacob tuttavia non è spuntato letteralmente “dal nulla”. Infatti ha studiato alla Texas Christian University, dove grazie ai suoi risultati è diventato per 4 volte All-American, nonostante vari infortuni subiti (tra gli altri vari strappi muscolari, una frattura da stress alle costole e pure lesione alla parte inferiore della schiena per una sofferenza ad un nervo). Lo scozzese ha tirato fuori la dura scorza da “Highlander” e ha superato ogni ostacolo, giocando con regolarità gli ultimi 12 mesi che l’hanno portato sino ai migliori cento al mondo, praticamente partendo da zero a livello di tornei Pro.
    Nel 2024 ha vinto 4 Challenger, 1 Futures oltre ad altri buoni risultati, che l’hanno portato anche all’attenzione dei media britannici, orfani di Andy Murray ma rinfrancati dalla ascesa di Draper. Murray, suo conterraneo, è ovviamente il suo idolo: “Andy è unico, non ci sarà mai un altro Murray. È un modello per tutti noi, incluso me ovviamente. Avere un giocatore come lui a cui ispirarsi da piccolo è stato molto prezioso. Sentire in lui quel legame scozzese lo rende ancora più speciale. Il tennis scozzese è fantastico. Hanno scelto nuovi allenatori che stanno davvero cercando di dare una spinta verso il tennis di alto livello, facendo crescere nuovi giocatori buoni per tutte le superfici. Il clima in Scozia è piuttosto rigido, per questo è necessario investire su più campi indoor se vogliamo produrre giocatori” conclude Jacob in una dichiarazione alla BBC.D
    Decisiva alla rapida ascesa di Fearnley l’aver potuto sfruttare la spinta dell’”accelerazione” dell’ATP. Il programma, in collaborazione tra l’ATP e l’Intercollegiate Tennis Association (ITA), offre ai giocatori classificati tra i primi 20 nella classifica finale singolare ITA e a coloro che hanno raggiunto i quarti di finale o meglio al campionato di tennis NCAA Division I, posti Accelerator negli eventi Challenger 50 e 75. Un sistema che diventa un vero “boost” per entrare rapidamente in tornei di maggior livello e far valere il proprio talento, Proprio come ha fatto lo scozzese. “Poter usufruire di questa opportunità, subito dopo aver lasciato il college, è davvero splendido” dichiara Jacob. “Ci sono così tanti incentivi e la differenza è enorme. Puoi entrare nel tabellone principale di grandi tornei, hai incentivi finanziari, tutto è più grande. Fissare obiettivi visto il supporto poteva essere una trappola perché, se non ce l’avessi fatta, avrei potuto percepire quest’anno come un fallimento quando in realtà è stato l’esatto contrario”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rune cambia ancora coach: torna Christensen. La turbolenta storia del danese con gli allenatori

    Holger Rune (foto Getty Images)

    Il tennis è uno sport complesso. Per eccellere è necessario riuscire a portare in campo una prestazione importante dal punto di vista tecnico, fisico, tattico e mentale. Solo con una certa continuità di lavoro è possibile raggiungere e mantenere un alto livello di gioco e appartenere all’élite della disciplina. Questo è il mantra dei più importanti allenatori al mondo, quelli che hanno portato giovani talenti a vincere i maggiori tornei. Un concetto che non sembra appartenere ad Holger Rune, da due anni protagonista di un tourbillon vorticoso di coach al suo angolo, un andirivieni che non sembra aver fine. Dopo la trasferta asiatica, nella quale è stato seguito da Benjamin Ebrahimzadeh con risultati altalenanti (semifinale a Tokyo), il giovane danese ha deciso di affidarsi nuovamente a Lars Christensen, colui che l’ha portato dall’infanzia al tennis Pro.
    Parlando al secondo canale tv danese, così Rune si è espresso: “Sono felice di lavorare di nuovo con Lars. Ci conosciamo da molti anni e abbiamo sviluppato insieme il nostro linguaggio tennistico. Durante il mese scorso, mi sono allenato un paio di volte con Lars quando ero in Danimarca e, tra le altre cose, ha avuto un effetto davvero positivo sul mio servizio”.
    Lars, ufficialmente allenatore della Tauson in questa stagione, si è detto felice di tornare a lavorare con Holger. “Lo conosco da quando era un ragazzino con grandi sogni. Non vedo l’ora di lavorare di nuovo con lui e di impegnarmi duramente per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che entrambi abbiamo per la sua carriera. Tutti conoscono l’enorme potenziale di Holger. La sua dedizione e passione sono qualcosa di assolutamente unico, è un privilegio tornare a lavorare con lui come suo allenatore”.
    Davvero incredibile la storia negli ultimi due anni di Rune con i suoi continui cambi di rotta tecnica. La ripercorriamo insieme.
    – Alla fine dell’estate 2022, Patrick Mouratoglou assume il ruolo di allenatore del Rune. È una scelta che porta successi immediati. Il carisma del coach francese ha l’effetto di una fionda sul tennis del teenager danese, che chiude l’anno con quattro finali e due titoli, culminati con la vittoria nel torneo Masters 1000 di Parigi, nel quale segna un record la per aver sconfitto uno dopo l’altro 5 top 10 (Hurkacz, Rublev, Alcaraz, Auger-Aliassime, Djokovic in finale). Sembra destinato a prendersi tutto, potente, aggressivo, con ampi margini di miglioramento. Invece, le cose andranno in modo diverso…
    – Nella prima parte del 2023 decide di alternare Christensen e Mouratoglou, per esempio a Wimbledon è con il suo storico coach, Mouratoglou lo segue agli US Open.
    – A fine agosto 2023, Rune esce mestamente da US Open e decide di interrompere la collaborazione con Mouratoglou. “Il francese non si dedica abbastanza al lavoro con me”, questa la spiegazione di Rune.
    – Settembre 2023 Holger afferma che Lars Christensen sarà ancora una volta il suo unico allenatore. Per poco..
    – Ottobre 2023, ecco la grande novità: Boris Becker. La leggenda tedesca entra a far parte della squadra, ancora con Christensen.
    – Novembre 2023, forse per divergenze con Becker o per aver un unico punto di riferimento, Christensen esce di scena.
    – Dicembre 2023, altra novità: a sorpresa lo staff del danese annuncia che l’ex allenatore di Roger Federer Severin Luthi entra nel team, come nuovo uomo a fianco di Becker.
    – Luthi dirige il lavoro come allenatore capo agli Australian Open nel gennaio 2024, ma alla fine del torneo la collaborazione si interrompe, dopo appena un mese.
    – La turbolenza continua: una settimana dopo, il 6 febbraio, anche Becker lascia il ruolo di allenatore di Rune con effetto immediato.
    – 21 febbraio 2024: Mouratoglou viene annunciato nuovamente come allenatore del Rune. Nello stesso comunicato si precisa che anche Kenneth Carlsen fa parte della squadra, con Mouratoglou al vertice della gerarchia.
    – Mouratoglou segue Holger per tutta la primavera, ma in estate è più spesso Carlsen nel box di Rune. Si avverte di nuovo tempesta, infatti…
    – Il 29 luglio Rune annuncia di aver posto fine alla collaborazione con Mouratoglou di comune accordo, e che d’ora in poi sarà Kenneth Carlsen ad accompagnarlo in tutti gli allenamenti e nei tornei.
    – Passano due mesi, e precisamente il 20 settembre Rune annuncia che Benjamin Ebrahimzadeh si unirà come allenatore ai prossimi tornei in Asia.
    – Solo poche settimane di lavoro con il coach tedesco: il 14 ottobre Rune dichiara alla tv nazionale che lavorerà di nuovo con Lars Christensen e che Kenneth Carlsen fa ancora parte della squadra.
    Tutte queste mossa all’ombra dell’onnipresente mamma Aneke, che ufficialmente si è fatta da parte da qualche mese per lasciare totale spazio di manovra agli allenatori, ma che presenzia ogni match ufficiale del figlio in tribuna, con sguardo assai vigile. Quale sarà la prossima mossa di Holger?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Justin Engel è il primo 2007 a vincere un match sull’ATP Tour

    Justin Engel, classe 2007

    Carta e penna (o, di questi tempi, tastiera…) per appuntarsi questo nome: Justin Engel. Il 17enne di Nürnberg (Germania) infatti ha debuttato sul tour ATP con una vittoria nel torneo 250 di Almaty (dove è entrato con una wild card), battendo Coleman Wong (n.133 ATP) per 7-5 6-4. È un successo significativo poiché Engel diventa il primo classe 2007 a vincere una partita ufficiale nel circuito maggiore. Justin è anche il vincitore più giovane dai tempi di Alcaraz (2020).
    Il giovanissimo tedesco, dotato in un tennis interessante e propositivo, ha iniziato il 2024 ai margini del ranking ATP, fuori dai primi 1000 posti, ma nel Live ranking attuale è già n.395. Una scalata importante, ottenuta grazie a buoni risultati: ha trionfato in 4 Futures e ha raggiunto di quarti di finale la scorsa settimana nel Challenger di Villena, dove ha sconfitto al secondo turno Luca Van Assche (n.121 al mondo).

    Debut Delight🔥
    17 year old Justin Engel wins on his ATP tour debut as he defeats Coleman Wong 7-5 6-4👐 pic.twitter.com/Y4zKTOKno0
    — Tennis TV (@TennisTV) October 14, 2024

    In Germania si è allenato con buoni giocatori come Struff e Marterer, e anche con l’ex pro Kohlschreiber che dall’alto della sua lunga esperienza ha fornito al giovanissimo connazionale preziosi consigli. Si allena presso la sua città e dichiara che il suo modello è Rafa Nadal. Non a caso il suo tennis è discretamente “arrotato”, ma anche aggressivo. Infatti nonostante la giovanissima età ha già un buon servizio, spinge col diritto con ottima sicurezza anche su palle piuttosto alte e col rovescio bimane è capace di cambiare ritmo trovando accelerazioni lungo linea definitive.
    Vedremo come proseguirà il suo torneo ad Almaty, al secondo turno lo aspetta una sfida molto impegnativa contro l’argentino Francisco Cerundolo. Interpellato qualche giorno fa dalla stampa tedesca, ha dichiarato di volersi concentrare sulla crescita nei tornei professionistici, magari disputando un paio di Slam junior l’anno prossimo.
    Questa la lista dei più giovani vincitori per classe d’età negli ultimi 20 anni, con due azzurri che hanno segnato il record di precocità nel 2001 e 2002, Sinner e Musetti:
    1995: Kyrgios1996: Garin1997: Zverev1998: Tiafoe1999: Shapovalov2000: Auger-Aliassime2001: Sinner2002: Musetti2003: Alcaraz2004: Sakellardis2005: Shang2006: Fonseca2007: Engel
    Un ragazzo ancora alle prime armi, ma assolutamente da seguire già dalle prossime settimane e ancor più nel 2025, dove dovrà farsi strada e soprattutto esperienza a livello Challenger, fondamentale apprendistato per ambire a sbarcare presto “nel piano di sopra”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kyrgios: “Voglio tornare e vincere uno Slam per zittire la gente”

    Nick Kyrgios

    Nick Kyrgios non ha alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo e dedicarsi completamente alla sua “nuova” carriera di commentatore nei grandi eventi, ponendosi un grande obiettivo: tornare e vincere uno Slam, per zittire tutti coloro che lo criticano. Così l’australiano si è espresso Code Sports, confermando la propria presenza al World Tennis League del prossimo dicembre ad Abu Dhabi, in preparazione dell’estate in Australia dove conta di tornare a giocare all’Australian Open e riprendere il filo interrotto dal grave problema al ginocchio che l’ha bloccato nell’autunno del 2022, nel momento più florido della sua travagliata carriera. Infatti Nick, dopo anni di alti e bassi con mille problemi in campo e fuori, nell’estate di due anni fa sfruttò a pieno il suo indubbio talento, arrivando in finale a Wimbledon e giocando per diverse settimane un tennis di alto livello, focalizzato e vincente. Il buon momento dell’ex numero 13 al mondo durò poco: vittima di seri problemi al ginocchio, al piede e al polso, si è fermato poco prima dell’Australian Open 2023, da allora giocando solo una partita sull’erba lo scorso anno a Stoccarda, battuto dal cinese Wu.
    “Torno perché c’è qualcosa che mi tiene attaccato al tennis”, ha dichiarato Kyrgios. “Ho battuto praticamente ogni tennista che mi è stato messo davanti, ho raggiunto la finale di uno Slam, ho vinto un titolo di doppio in uno Slam, ho vinto più titoli e ho fatto soldi. Ma penso che l’unico mio obiettivo sia vincere uno Slam. Sarà l’unica cosa che metterà a tacere le persone. Quella sarà la mia motivazione profonda.”
    Kyrgios, che ha lavorato come commentatore durante la sua assenza, ritiene che il tour sia “il più aperto che ci sia mai stato” visto il prossimo ritiro di Nadal, e quello già avvenuto di Federer. Inoltre ha respinto al mittente l’accusa di essere un bad boy: “Immagino di essere stato etichettato così solo perché ero un po’ fuori dalla cerchia di ciò che è un normale giocatore di tennis”, continua Nick, “Non credo di avere più questa percezione tra il pubblico australiano. Ma all’inizio della mia carriera, la gente pensava fossi una pessima persona, quasi un assassino”.
    L’australiano è tornato in prima pagina per la sua posizione durissima contro Jannik Sinner sul “caso Clostebol”, con tweet al veleno ed attirando su di se enormi attenzioni e altrettante critiche. Sarà molto curioso rivederlo in campo sul tour il prossimo anno, quando compirà in aprile 30 anni e con una carriera totalmente da ricostruire. Ci riuscirà? E come sarà accolto dal pubblico, dopo le sue recenti polemiche?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’incredibile record di Sinner contro Djokovic (e altre statistiche di Jannik dopo il successo a Shanghai)

    Jannik Sinner celebra il successo a Shanghai 2024

    Il mondo del tennis celebra l’ennesima bellissima vittoria di Jannik Sinner, dominante anche al Masters 1000 di Shanghai, suo settimo titolo nel 2024 e terzo nella categoria massima a livello ATP. Con il successo agli Australian Open e US Open e il netto dominio nella classifica ATP, che lo vedrà chiudere la stagione da n.1, nessuno mette in dubbio il suo ruolo di miglior tennista al mondo in questa fase storica. Bellissime le parole spese da Novak nel corso della premiazione a Shanghai, dove ha affermato si rivedersi in Sinner per molti aspetti. Un’investitura che vale quanto un grande torneo o l’ennesimo record. Proprio un nuovo record segnato da Sinner con il trionfo in Cina merita di essere sottolineato, e riguarda proprio le sfide contro il serbo, il giocatore più vincente dell’era moderna del gioco.
    Infatti Jannik ha sconfitto il 24 volte campione Slam nella finale di Shanghai senza concedere alcuna palla break al fortissimo avversario, dato straordinario vista la qualità in risposta – e valore generale – di Novak. Non è la prima volta che accade: Sinner infatti ha sconfitto Djokovic anche all’Australian Open 2024 (in un match 3 su 5) senza concedere alcuna palla break. È un record assoluto: il campione azzurro infatti è diventato il primo giocatore a non aver concesso nemmeno una palla break in due partite consecutive contro Novak Djokovic (fonte Opta). Un dato singolare ed eccezionale, che conferma quanto Jannik sia migliorato al servizio, nella gestione dei suoi turni di battuta e a livello di concentrazione. Può sembrare una cosa piccola, ma non lo è affatto. Djokovic in carriera ha giocato la bellezza di 1346 partite ufficiali a livello ATP. Nessuno era mai riuscito a lasciarlo a secco di chance di break in due head to head consecutivi. Incredibile.
    Oltre a questa curiosità, ci sono altre statistiche notevoli segnate da Sinner.
    – Jannik è il terzo giocatore a vincere Australian Open, US Open e 3 o più ATP Masters 1000 su campi in cemento in una singola stagione, dopo Roger Federer (2006) e Novak Djokovic (2011, 15). Sinner è il più giovane dei tre.
    – Dominante su hard court: Sinner è solo il quinto giocatore di età pari o inferiore a 23 anni nell’era Open a vincere 6 o più titoli ATP su campi in cemento in un anno solare, dopo Jimmy Connors (1973), Ivan Lendl (1981), Pete Sampras (1994) e Roger Federer (2004).
    – Con i suoi 23 anni e 58 giorni, Sinner è il giocatore più giovane ad aver vinto il Masters 1000 di Shanghai
    – È anche il più giovane ad aver vinto 3 titoli ATP Masters 1000 in un anno solare da Rafael Nadal nel 2009 (lo spagnolo ci riuscì a 22 anni e 334 giorni).
    Sinner spaziale, il libro dei suoi primati si aggiorna continuamente. È bellissimo vedere come Jannik stia, torneo dopo torneo, seguendo le orme di campioni epocali come Djokovic, Federer, Nadal, Sampras, Lendl… tennisti eccezionali che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del nostro sport. Bravissimo Jannik!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO