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    ATP 500 Vienna: ottimo esordio di Cobolli. Lucido e potente, supera Davidovich Fokina

    Flavio Cobolli (foto Getty Images)

    Veloce, potente, sempre propositivo e soprattutto molto più lucido nella gestione delle emozioni e nella selezione di colpi nei momenti importanti del match. Qualità che hanno consentito ad un ottimo Flavio Cobolli di battere lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina all’esordio nell’ATP 500 di Vienna. Il romano vince per 7-6(1) 6-3, confermando di essere non solo un grande agonista, ma anche di aver sviluppato in questo suo splendido 2024 una serie di colpi davvero efficaci, che grazie alla sua attitudine e aggressività trasforma in oro luccicante. Il romano infatti è stato bravo ad arginare la potenza dello spagnolo nel primo set, annullando le uniche palla break nel sesto game, e quindi salire in cattedra nel tiebreak, dove Davidivoch ha palesato la sua minor solidità affrettando alcuni colpi che sono risultati decisivi. Fokina ha sì regalato un paio di punti a Cobolli, ma splendido come l’azzurro è andato a prendersi gli altri, con due colpi vincenti stupefacenti per potenza e precisione. Il secondo set non è mai stato in discussione, anche grazie ad una prestazione eccellente al servizio del nostro giocatore.
    Il tennis di Cobolli nel 2024 è cresciuto in modo esponenziale: dalla lotta e ottima copertura del campo, ha migliorato tutti i colpi, servizio, risposta, diritto e rovescio, strutturando un tennis sempre più rapido, potente e aggressivo. Da grande lottatore e contrattaccante si è sempre più trasformato in tennista che si prende il campo con la sua velocità di piedi e chiude i punti di prepotenza, spingendo a tutto braccio da ogni posizione. Per buona parte del match si è giocato un po’ a specchio, con scambi rapidissimi a chi accelerava per primo; ma enorme è stata la differenza tra i due per bontà delle scelte di gioco e dei tempi dell’attacco, una visione del campo e delle opportunità totalmente a favore del nostro tennista. Anche in risposta Flavio è stato superiore, e straordinario il dato di trasformazione delle seconde di servizio: 16 su 21, un 76% che ha fatto la differenza. Cobolli al secondo turno aspetta il vincente di Struff vs. De Minaur, sarà una partita totalmente diversa, chiunque dei due la vinca.
    L’incontro inizia con un tennis estremamente rapido, scambi brevi che si risolvono in massimo quattro colpi, non c’è tattica o costruzione. È il territorio di Davidovich, formidabile colpitore che non ama pensare troppo. Cobolli lo segue, giocando a sua volta con massima aggressività. Dominano i servizi, fino al sesto game. Sul 3-2 Davidovich-Fokina, Cobolli al servizio commette un paio di errori e si ritrova sotto 30-40. Annulla con coraggio la palla break attaccando bene col diritto e chiudendo di forza di volo. Lo spagnolo non molla la presa, anticipa in risposta e trova profondità, pallata che gli vale una seconda palla break. Rischia Alejandro col diritto, la palla atterra di poco in corridoio. Annulla pure una terza chance Flavio, velocissimo a spingere col diritto. Di prepotenza Cobolli impatta lo score 3 pari. Lo spagnolo veleggia sicuro nei suoi turni, eccellente l’ottavo game dell’azzurro, chiuso con un’accelerazione favolosa per potenza e precisione. L’equilibrio non si spezza, il primo set si decide al tiebreak. Lo spagnolo paga spesso la tensione dei momenti “caldi”, e infatti regala il primo punto con un rovescio cross impattato con troppo impeto. Cobolli invece è molto solido, due ottimi punti al servizio e 3 punti a 0. Esagera di nuovo Davidovich sul 3-1, un serve and volley estremo con un tocco di volo che finisce in corridoio. Scarsa lucidità e Flavio ne approfitta, buon servizio e si gira 5-1. Fantastico diritto cross di Cobolli, fulmina il rivale e gli vale 5 set point sul 6-1. Chiude subito Cobolli, rischia la risposta vincente lungo linea di rovescio, pallata imprendibile. 7-1, che tiebreak per l’azzurro. Ben 13 vincenti per Flavio, molti di pregevole fattura.
    Il romano inizia con totale serenità anche il secondo set, mentre le scelte di ADF sono spesso rivedibili, tutto istinto ma poca logica nel rischio. Lo spagnolo nel quarto game si ritrova sotto 15-30 e poi 30-40, grazie a uno scambio gestito ottimamente da Cobolli, bravo a trovare un diritto cross che sorprende il rivale. Lo spagnolo carica il diritto inside out e annulla la prima palla break concessa nel match (2 pari). Cobolli non rischia niente nei suoi game, mentre Davidovich continua a sbandare ed avanzare sul filo del rasoio con troppi errori. Sul 3-2 15-30, Flavio è bravissimo a cambiare ritmo con un diritto lungo linea, pallata profonda che sorprende il rivale e gli vale altre due palle break sul 15-40. Attacca la rete Alejandro, il passante di rovescio lungo linea di Flavio esce di una spanna. Esagera invece sulla seconda chance l’azzurro, la risposta di diritto vola via bella lunga. La lotta continua feroce nel game, i due non si risparmiano accelerazioni a tutta, e risponde molto bene Cobolli da destra. Si procura altre tre palle break l’azzurro, ma non riesce a sfruttarla. Finalmente il break arriva alla sesta chance, con un’altra risposta splendida, un diritto a tutta che lascia immobile ADF. Cobolli avanti 4-2, con pieno merito, e poi 5-2 con un altro ottimo game di battuta. Flavio serve per il match sul 5-3. Sbaglia un rovescio continuando a martellare la palla, gli costa un insidioso 30 pari, ma risolve con una prima palla potente, e quindi chiude l’incontro al primo match point con un attacco preciso. Grande intensità e gestione, con la solita energia e velocità in campo. Il suo torneo a Vienna, continua.
    Marco Mazzoni

    Flavio Cobolli vs Alejandro Davidovich Fokina ATP Vienna Flavio Cobolli76 Alejandro Davidovich Fokina63 Vincitore: Cobolli ServizioSvolgimentoSet 2F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 40-305-3 → 6-3A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-155-2 → 5-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-154-2 → 5-2A. Davidovich Fokina 0-15 df 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A3-2 → 4-2F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 3-2A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-1 → 2-2F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-1 → 2-1A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 ace 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 1*-0 2*-0 3-0* 3-1* 4*-1 5*-1 6-1*6-6 → 7-6F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-155-6 → 6-6A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-155-5 → 5-6F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-15 40-304-5 → 5-5A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-4 → 4-5F. Cobolli 15-0 30-0 40-03-4 → 4-4A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 30-30 df 40-30 40-40 A-403-3 → 3-4F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-402-3 → 3-3A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3F. Cobolli 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace1-2 → 2-2A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 df A-40 40-40 A-401-1 → 1-2F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-300-1 → 1-1A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1

    Statistica
    Cobolli 🇮🇹
    Davidovich Fokina 🇪🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    320
    274

    Ace
    5
    0

    Doppi falli
    0
    3

    Prima di servizio
    49/70 (70%)
    52/75 (69%)

    Punti vinti sulla prima
    35/49 (71%)
    38/52 (73%)

    Punti vinti sulla seconda
    16/21 (76%)
    10/23 (43%)

    Palle break salvate
    3/3 (100%)
    6/7 (86%)

    Giochi di servizio giocati
    11
    10

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    108
    52

    Punti vinti sulla prima di servizio
    14/52 (27%)
    14/49 (29%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    13/23 (57%)
    5/21 (24%)

    Palle break convertite
    1/7 (14%)
    0/3 (0%)

    Giochi di risposta giocati
    10
    11

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    6/8 (75%)
    7/10 (70%)

    Vincenti
    20
    5

    Errori non forzati
    42
    30

    Punti vinti al servizio
    51/70 (73%)
    48/75 (64%)

    Punti vinti in risposta
    27/75 (36%)
    19/70 (27%)

    Totale punti vinti
    78/145 (54%)
    67/145 (46%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    208km/h (129 mph)
    213km/h (132 mph)

    Velocità media prima
    192km/h (119 mph)
    192km/h (119 mph)

    Velocità media seconda
    160km/h (99 mph)
    170km/h (105 mph) LEGGI TUTTO

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    Thiem: “Ho già dei piani per il futuro dopo il tennis. Vincere uno Slam non ti rende felice per sempre”

    Dominic Thiem

    Dominic Thiem sta per appendere la racchetta al chiodo. Il viennese ha annunciato da tempo che l’ATP 500 di Vienna sarà il suo ultimo torneo, evento da lui scelto per salutare il mondo del tennis e il pubblico nella sua città natale al termine di una splendida carriera, interrotta troppo presto per il problema al polso mai davvero superato, occorso pochi mesi dopo aver vinto il suo unico Slam a US Open nel 2020, quindi nel momento migliore della sua vita sportiva. Non sapremo mai come sarebbe andata se non si fosse infortunato, e se poco prima del “crack” all’articolazione non avesse vissuto una sorta di crollo emotivo, arrivato questo appena dopo la vittoria a New York, alloro che ha rincorso per tutta la sua vita e che, oggi, guarda con un disincanto sorprendente. “Domi” è stato un tennista muscolare, mai domo e capace di regalare agli appassionati splendide battaglie contro i migliori, a volte riuscendo a batterli. Prima del suo torneo di addio, Thiem ha rilasciato una lunga intervista a Tennis Major, nel quale ha spaziato su molti temi, del passato, del suo presente ma anche del suo futuro. Dominic infatti ha già piuttosto chiaro quel che sarà il suo domani, da ex giocatore: concentrarsi sull’insegnamento ai giovani presso la sua Academy, ma anche un investimento imprenditoriale nel quale crede molto.
    “Sto cercando di vivere queste mie ultime giornate da Pro come ho sempre fatto, come un ‘normale giorno in ufficio’, ma questo periodo ammetto che è stato davvero emozionante” racconta Thiem. “Dieci giorni fa c’erano i premi dell’atleta austriaco dell’anno. Ho ricevuto un premio speciale, è stato fantastico. Il premio prende il nome da Niki Lauda, ​​il pilota di Formula Uno austriaco. E negli ultimi giorni sono stato impegnato in mille eventi. Quindi sono stati momenti emozionanti, e mi hanno fatto vedere con chiarezza che si sta avvicinando la fine della mia carriera. Ma oggi è stato normale, con un buon allenamento al mattino”.
    “Sono una persona che programma il futuro, e già da tempo ho chiaro cosa farò dopo il ritiro. Da quando ho preso la decisione di ritirarmi dopo il torneo di Vienna, abbiamo già avviato due progetti principali. Uno è Thiem Energy, elettricità pulita dal sole, un progetto che credo sia per il bene comune nel quale ho investito e credo molto. Tutti possono unirsi in Austria, forse un (giorno) a livello internazionale. Ed è un sacco di lavoro da fare, in realtà. Sono sicuro che questo sia il nostro futuro e mi impegnerò in prima persona per far importanti passi in avanti in questa direzione. In secondo luogo, c’è anche la nostra accademia di tennis. Penso che potrò prendermi qualche settimana di pausa per smaltire un po’ di tristezza e la distanza dal tennis. Ma poi voglio davvero aiutare i giovani giocatori a crescere e a fare il passo da junior a giocatore professionista. Voglio restituire qualcosa al tennis, perché il tennis mi ha dato così tanto. In una giornata fredda, piovosa e nebbiosa mi prenderò anche del tempo per sedermi da solo e riflettere sulla mia carriera perché sono successe così tante cose, ho vissuto così tante belle esperienze. Tutto sta andando molto velocemente. Anche, ad esempio, quando mi sono infortunato, l’obiettivo era di riprendermi e tornare il più velocemente possibile. Quindi non c’è mai stato tempo per riflettere davvero o elaborare tutte le emozioni. Quindi di sicuro voglio fare anche questo. A me piace riflettere”.
    Solo giovani o anche esperienze con qualche promessa da seguire sul tour? “In futuro non lo so, ma al momento non voglio o non ho intenzione di tornare come allenatore sul tour. Sono un po’ stanco di viaggiare, soprattutto quando c’è da andare davvero lontano. E oggi ci sono allenatori di tennis molto migliori di me, da quel punto di vista ho tanto da imparare. Ma di sicuro invece di aver vissuto esperienze importanti che possono essere molto utili per i giovani, in particolare nell’età compresa tra i 15 e i 20, quando succedono tante cose e devi fare quel passo. Non sono cresciuto così velocemente come, ad esempio, Carlos Alcaraz o molti altri giovani giocatori. Ci è voluto un po’. Ho dovuto soffrire molto anch’io. Ho in programma di fare di più in questo senso. Voglio aiutare i giocatori austriaci o anche di altri paesi, l’accademia è internazionale. Quindi, sì, non importa da dove provengono i giocatori. Io ci sarò per loro”.
    Molto curiosa la risposta di Dominic alla domanda se l’aver vinto uno Slam ha cambiato la sua vita. “Onestamente, penso che all’epoca dover vincere uno Slam fosse…. come dire, la prendessi troppo sul serio per la mia carriera e per la mia vita. Pensavo addirittura che mi avrebbe reso felice per sempre e che avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Ma, ovviamente, oggi posso dire non è affatto così. È un’illusione. Fondamentalmente, dopo aver vinto US Open non è cambiato nulla. E penso che tra 20 anni, spero che se saremo ancora qui, a nessuno interesserà davvero se io sono stato o meno un campione di Slam. Conta la persona che sei. Allora, non la pensavo così. Pensavo davvero: “OK, se non vincerò uno Slam nella mia carriera, la mia carriera non sarà stata eccezionale e avrò sempre dei rimpianti”. Non era una situazione facile. Certo, è molto bello avere il titolo, avere il trofeo a casa, qualcosa per cui sono entrato per così dire nella storia ma… alla fine è comunque solo un trofeo e non dovrebbe fare una grande differenza nella vita. Ecco come la vedo ora”.
    Una risposta davvero non banale in un mondo sempre più competitivo e nel quale aver vinto uno Slam è considerato da tutti un passaggio obbligato, la differenza tra i veri campioni o meno. Thiem è forse diverso. Nonostante sia stato un grandissimo fighter, guarda anche oltre al puro fatto agonistico. E forse anche per questo è stato un tennista daverro amato e persona molto, molto stimata.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP Finals 2024: in palio l’assegno più ricco di sempre in un torneo ufficiale

    Le ATP Finals a Torino

    Cifre da capogiro. Jannik Sinner battendo in finale Carlos Alcaraz all’esibizione di Riyadh si è portato a casa l’incredibile prize money di 6 milioni di dollari, il più ricco mai assegnato per un evento tennistico. Ma non è finita qua. Il n.1 del mondo infatti tra poche settimane sarà in gara alle ATP Finals di Torino, e anche il vincitore della quarta edizione del “Masters” in Italia potrà staccare un assegno ricchissimo, potenzialmente il più cospicuo in un torneo ufficiale della stagione agonistica. Infatti è stato comunicato il prize money del massimo evento ATP e se il vincitore delle Finals riuscirà a fare percorso netto, vincendo i suoi tre match di Round Robin, riceverà un assegno di 4.881.100 dollari, leggermente ritoccato al rialzo rispetto ai 4.801.500 dell’edizione 2023 (che però restò tale, visto che Djokovic, vincitore dell’evento, perse da Sinner l’incontro nel girone). È il premio in denaro più ricco dell’anno, visto che US Open lo scorso settembre ha assegnato a Sinner e Sabalenka (i due campioni) 3.600.000 dollari. Wimbledon ha pagato poco meno di 3,5 milioni di dollari a Carlos Alcaraz e Barbora Krejcikova, Roland Garros ha assegnato ad Alcaraz e Iga Swiatek 2,6 milioni di dollari ciascuno, mentre Sinner e Sabalenka hanno guadagnato 2,1 milioni di dollari per le loro vittorie all’Australian Open dello scorso gennaio.
    Gli otto giocatori in campo alle ATP Finals di quest’anno a Torino riceveranno ciascuno una quota di partecipazione di 331.000 dollari se gareggeranno in tutte e tre le partite del round robin, mentre i due alternate riceveranno 155.000 dollari. Per ogni match vinto nei gironi saranno assegnati 396.500 dollari; il finalista guadagnerà 1.123.400 $, mentre l’assegno per il vincitore è di 2.237.200 dollari. Tuttavia, se facciamo la somma delle varie componenti ecco come si arriva al super-assegno: quota di partecipazione (331.000), tre vittorie nel girone (1.189.500), semifinale (1.123.400), e la finale ($ 2.237.200). La somma è 4.881.100 dollari.

    Prize Money complessivo, ATP Finals 2024
    Alternate – $ 155.000Quota di partecipazione con tre match giocati nel girone – $ 331.000Vittoria di un incontro di round-robin – $ 396.500Vittoria in semifinale – $ 1.123.400Vittoria in finale – $ 2.237.200

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Pat Cash: “Alcaraz al suo top è il miglior giocatore che abbia mai visto sull’erba”

    Chi ha qualche anno di tennis sulle spalle ricorderà certamente Pat Cash, attaccante purissimo dotato di una delle migliori volée di diritto nella storia moderna della disciplina. Armato della sua immancabile fascetta a scacchi, l’australiano ha segnato gli ’80s col il suo serve and volley di grande forza fisica e qualità, un gioco che lo portò vincere l’edizione 1987 di Wimbledon, impedendo all’allora n.1 Ivan Lendl di alzare il trofeo più ambito. Appesa la racchetta al chiodo dopo mille infortuni, Pat ogni tanto si fa vedere ai grandi appuntamenti e spesso viene interpellato per un suo parere sull’attualità tennistica. Pochi conoscono il tennis su erba meglio di lui, per questo fa un certo scalpore la sua dichiarazione rilasciata a Sky Sport UK: “Alcaraz non ha un punto debole. Penso che sia uno dei migliori… anzi è il miglior giocatore che abbia mai visto sull’erba quando è al suo meglio”.
    Un’affermazione singolare se pensiamo agli otto titoli a Wimbledon di Roger Federer, alle prodezze di Pete Sampras o quelle degli eterni duellanti Becker – Edberg, ancor più indietro al talento smisurato di John McEnroe. La carriera di Alcaraz è assai giovane, ma attualmente il suo record sui prati è piuttosto impressionante: 24 vittorie a fronte di sole 3 sconfitte, con tre annate “piene” sul tour e due titoli a Wimbledon. Una percentuale di successi dell’89% per il giovane spagnolo, contro l’86,9% di Roger Federer (192 vittorie e 29 sconfitte sui prati) l’85,8 di John McEnroe (121–20) e l’85,7 di Novak Djokovic (120-20).
    Così Cash argomenta la sua tesi sul predominio di Alcaraz in versione “erbivora”: “Carlos è un ragazzo ancora assai giovane, ha preso il meglio di Rafa, il meglio di Federer ed è stato in grado di adattarlo al tennis su erba. Senza questi grandi giocatori, non avrebbe avuto tutto questo, lo ammette lui stesso. Ha detto chiaramente che senza Rafa ‘Non sarei dove sono’, ma ha semplicemente preso il meglio di tutto e in qualche modo all’età di 21 anni ha messo tutto insieme. Non ho mai visto niente del genere”.
    “Vedremo come andrà avanti nella sua carriera, ovviamente non ha ancora la longevità e l’esperienza degli altri campioni, ma ha sicuramente le caratteristiche per diventare uno dei più grandi di sempre come Federer, Nadal, Djokovic se continuerà con la qualità che lo contraddistingue”. conclude l’australiano.
    Un parere quello di Cash forse un filo ardito, vista la breve carriera di Alcaraz, ma è sicuro che il potenziale dello spagnolo sui prati sia sterminato. Con il classico serve and volley relegato nei libri di storia, sull’erba dei nostri tempi si gioca un tennis rapido, fatto di scambi brevi, variazioni e il controllo dei tempi di gioco per l’attacco. Decisiva la risposta, il saper correre avanti e non lasciare spazio al rivale, proprio le caratteristiche dello spagnolo. Tuttavia issarlo già a migliore di sempre è davvero un po’ prematuro. Mai come in questo caso, “ai posteri l’ardua sentenza….”
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Ruud: “Si parla tanto dell’Arabia Saudita, ma ci sono altri paesi assai controversi nei quali andiamo a giocare, come la Cina”

    Casper Ruud

    Difficilmente Casper Ruud perde il proprio aplomb o si lascia andare a dure dichiarazioni, ma quando si tratta di mettere i “puntini sulle i”, il norvegese risponde sempre “presente”. L’ex n.2 del mondo, oggi impegnato in un bel match di quarti di finale a Stoccolma vs. Griekspoor, ha rilasciato una breve ma significativa dichiarazione in merito alla tanto chiacchierata esibizione a Riyadh, il “Six Kings Slam”, che sabato vedrà in finale un interessante sfida tra Alcaraz e Sinner. Per Ruud l’Arabia Saudita è certamente un paese controverso, in evoluzione ma ancora assai indietro per quanto riguarda i diritti civili. Tuttavia ritiene ipocrita puntare la lente solo su questa situazione quando il tour Pro si ferma a giocare in altri paesi altrettanto complessi e problematici in materia di temi sociali, come ad esempio la Cina.
    “Non ho ricevuto un’offerta dal “Six Kings Slam”, ma in passato ne ho avute e ho scelto di non andarci”, afferma Ruud in una conferenza stampa in Svezia. “È ovviamente un paese controverso, per molte cose. Ma ci sono anche altri paesi altrettanto controversi in cui andiamo a giocare. Per esempio, si può discutere senz’ombra di dubbio della Cina, della situazione dei diritti umani in Cina. Eppure ci andiamo ogni anno e non mi sembra se ne parli allo stesso modo. Si è parlato molto di Peng Shuai e di cosa le è successo, e questo solo per dire che se vuoi indicare l’Arabia Saudita come un paese controverso, dovremmo anche menzionare altri paesi di cui non stiamo parlando”.
    Sempre all’interno della stessa conferenza stampa allo Stockholm Open, Casper Ruud prova a dare credito al principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman e alla sua volontà di portare il paese in avanti anche a livello sociale.
    “So che quello che dirò sarà probabilmente descritto come sports-washing”, continua Ruud. “ma mi sembra che il loro nuovo leader, Salman se non sbaglio, voglia fare qualcosa, soprattutto molte cose nello sport, che abbia davvero la volontà di cambiare il paese. Forse renderlo un po’ più occidentalizzato. Nel bene o nel male, gli atleti che ci vanno potrebbero portare a un cambiamento. So che potrei sembrare molto ingenuo dicendo questo perché la gente dirà: ‘Questo è solo sports-washing, nascondere quello che sta realmente succedendo’. Ma se non iniziano da nessuna parte, sono sicuro che ci sarà mai un cambiamento”.
    Tra poche settimane la stagione femminile terminerà nel grande paese arabo con le WTA Finals. La questione del maggior evento WTA organizzato proprio in un paese nel quale i diritti delle donne sono ancora fortemente in discussione è stato un tema terribilmente caldo nell’ultimo anno, con l’ex campionessa Martina Navratilova paladina del “no” a questa scelta. Altre giocatrici si sono dichiarate più favorevoli alla novità, dando credito al desiderio dell’Arabia Saudita di fare concreti passi avanti a livello non solo sportivo ma anche sociale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Swiatek annuncia il nuovo coach: Wim Fissette

    Iga Swiatek

    Iga Świątek ha svelato il suo nuovo coach: Wim Fissette. È un allenatore di grande esperienza, ha guidato tra le altre Kim Clijsters quando rientrò nel 2009 dopo la maternità, Sabine Lisiki, Victoria Azarenza, Simona Halep, Angelique Kerber e Naomi Osaka. Nel post social con quale la polacca annuncia l’ingaggio dell’allenatore belga, Iga conferma anche la propria presenza alle WTA Finals (vista la lunga assenza dai tornei, qualcuno metteva addirittura in dubbio la sua presenza a Riyadh).
    “Sto preparando le Finals ma come sapete la mia prospettiva è sempre di lungo termine” scrive Swiatek nel post. “Ho sempre pensato che la mia carriera sia una maratona, non uno sprint, e continuo a lavorare con quest’approccio. Sono molto emozionata per questo nuovo inizio con Wim, ha una grande attitudine, visione ed esperienza al massimo livello nel tennis. È sempre cruciale conoscersi il meglio possibile, siamo partiti molto bene e non vedo l’ora di tornare in torneo insieme a lui”.

    Some news ⤵️ pic.twitter.com/mqnctA4OJP
    — Iga Świątek (@iga_swiatek) October 17, 2024

    La n.1 del mondo aveva annunciato a sorpresa lo scorso 4 ottobre la separazione da  Tomasz Wiktorowski, coach che l’aveva seguita negli ultimi tre anni, ricchi di successi soprattutto sulla terra battuta. Chissà che insieme a Fissette la polacca non voglia provare a cambiare qualcosa nel suo tennis, in modo da diventare ancor più competitiva sui campi veloci.
    Iga è ferma dalla sconfitta patita da Pegula nei quarti di US Open. Parlando di “fatica”, la 23enne di Varsavia ha scelto di saltare totalmente la trasferta asiatica, una decisione significativa per lei ma anche per il tour WTA, essendo la polacca la n.1 del mondo e visto il peso specifico dei tornei in Cina a livello di contratti e prize money. Un’assenza che l’altro ha permesso ad Aryna Sabalenka di avvicinarsi pericolosamente in classifica: la bielorussa è dietro a Switaek di soli 69 punti.
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    ATP 250 Stoccolma: Berrettini cede a Stricker. L’azzurro non sfrutta due set point nel tiebreak del primo parziale

    Matteo Berrettini (foto Getty Images)

    Non sfruttare le chance nel tennis si paga spesso a caro prezzo. Se aggiungiamo una prestazione in calo sia al servizio che nell’intensità della spinta, ecco spiegata la sconfitta – oggettivamente a sorpresa – patita da Matteo Berrettini per mano di Dominic Stricker nel secondo turno dell’ATP 250 di Stoccolma. Lo svizzero è stato protagonista di una buonissima partita, piuttosto efficace col servizio, forte di un diritto “pesante” davvero incisivo e bravissimo nell’annullare tutte le 5 palle break concesse nel match all’azzurro, concentrate in due game del secondo set, chance che potevano girare l’incontro a favore del nostro giocatore. Il rammarico per Matteo viene sia per queste occasioni non sfruttate che ancor più per i due set point non trasformati nel tiebreak del primo parziale, sul 6 punti 4, in particolare il secondo giocato al servizio (ma senza prima palla in campo). Proprio un calo nell’efficacia del servizio è costata la sconfitta al romano, non tanto in termini numerici complessivi quanto per non esser riuscito a piazzare un gran servizio o mettere una solida prima palla in gioco in alcuni momenti chiave, come l’unico break che è costato a Matteo la sconfitta sul 5-4 del secondo set. Occasioni e momenti girati male, ma non solo: anche a livello di spinta e qualità difensiva, Matteo è calato nel corso dell’incontro. Stricker è un tennista giovane e di ottima qualità, penalizzato da frequenti infortuni (nel 2024 ha giocato davvero poco), ma Berrettini nel primo set aveva dato l’impressione di poter controllare l’incontro e aver nella sue corde la zampata per scappare via. Non c’è riuscito, uscendo dal campo sconfitto.
    Dispiace commentare una sconfitta di Berrettini tutto sommato meritata, c’erano ben altre aspettative per questo torneo svedese dove, tra un campo davvero rapido e la sua condizione complessiva mostrata nelle ultime settimane, si pensava potesse esser da corsa anche per il titolo. È corretto tuttavia sottolineare la buona prestazione di Stricker, tennista di talento che ha trovato sul veloce indoor svedese le condizioni ideali per far esplodere la potenza dei suoi colpi e la sua bravura nell’uno – due. Ha sorpreso come sia riuscito a prendersi molti punti decisivi, la zona nella quale di solito è proprio Berrettini ad eccellere, sia per esperienza di alto livello che per la sua forte personalità. Invece stavolta è stato il giovane elvetico a trovare solidità e colpi vincenti in tutti i passaggi decisivi dell’incontro: la rimonta nel tiebreak del primo set, i game un po’ caotici all’avvio del secondo, dove ha lasciato per strada diversi errori ma mai nei punti chiave, e poi l’ultimissimo game, dove in risposta è stato perfetto nel mettere pressione a Berrettini che, senza l’aiuto del servizio, alla fine è capitolato.
    Berrettini aveva iniziato piuttosto bene la partita. Il servizio tutto sommato c’era, ancor più la botta col diritto, davvero pesante sia dal centro nella direzione incrociata, che il suo classico “inside out” da sinistra. Tuttavia Stricker è stato attento a non lasciare all’azzurro la sua piazzola di sparo preferita. Dominic ha sfruttato bene il suo gancio mancino, e anche col rovescio – colpo meno sicuro – ha spesso retto i tagli e cambi di ritmo del romano, riuscendo ad aggredire la palla bassa e pure volando a rete, dove ha trovato diversi punti importanti. Due sono i dati statistici di fine partita più favorevoli allo svizzero, che spiegano l’andamento del match: Stricker ha portato a casa il 61% dei punti con la seconda di servizio (contro il 45% di Berrettini), e ha vinto il 55% dei punti contro la seconda palla dell’azzurro, mentre Matteo ha strappato in risposta sulla seconda del rivale solo il 39%, e senza break. Alla fine la difesa del secondo servizio e un miglior rendimento in risposta hanno fatto la differenza, insieme a quella manciata di punti chiave meglio gestiti dello svizzero.
    L’azzurro è anche un po’ calato a livello di velocità in campo e intensità nella spinta dopo i primi game del secondo set, quelli nei quali non è riuscito a sfruttare le cinque palle break a favore. Non un crollo, assolutamente, ma qualche scambio gestito peggio, con colpi meno incisivi e un leggero attendismo che Stricker è stato bravo a capitalizzare a suo favore. È il primo k.o. subito dal romano contro un tennista di classifica inferiore da quello sofferto dall’amico Sonego a Stoccarda 2023. Peccato.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Berrettini scatta al servizio con bel ritmo, due Ace, una smorzata vincente e una bordata a chiudere col diritto, 1-0. Stricker commette un doppio fallo, ma il suo diritto mancino è una discreta gatta da pelare per Matteo, che è costretto a correre sugli angoli del rivale. 1 pari. Si scambia di più sui turni di battuta dello svizzero, ma il parziale scorre rapido seguendo i servizi. Ottimo il recupero in avanti e successiva chiusura che vale a Matteo il punto del 3-2, mostra la buonissima reattività e velocità in campo del nostro giocatore. Dominic è molto preciso col primo colpo dopo un buon servizio, attacca subito e concede pochissimo nei suoi game. Nel settimo game una buona risposta porta Stricker avanti 15-30, primo momento di difficoltà per Berrettini. Tira un Ace Matteo, poi sul 30 pari non entra la prima palla, Stricker aggredisce e sul net chiude con ottima mano, strappa la prima palla break del match. Il “Martello” entra in action, gran battuta sul diritto dello svizzero che non riesce a rimetterla in gioco. Poche prime nel game per Berrettini, ma lavora molto bene la palla col back, cambi di ritmo che provocano l’errore del rivale. Con un Ace, Matteo si porta 4-3. Nell’ottavo game arriva la prima gran difesa di Berrettini, bel passante dopo un paio di rincorse, gli vale il 30 pari, situazione inedita sul servizio dello svizzero. Con un doppio fallo (il secondo del game) si va ai vantaggi. Anche il diritto di Matteo esplode tutta la sua potenza, c’è lotta, ma alla fine lo svizzero riesce a chiudere il game, 4 pari. Solido con servizio e diritto, Berrettini gestisce i suoi game fino al 6-5; Stricker lo segue a ruota. Tiebreak Time. Dominic si prende un immediato mini-break con una risposta di rovescio carica e profonda, che sorprende Matteo. Lo svizzero regala il punto successivo, uno smash spedito in corridoio per troppa veemenza. Spettacolare il quinto punto, lo deve “vincere due volte” l’azzurro per l’ottima difesa dello svizzero, ma è attento Matteo sotto rete, 3-2. Ottima la “sassata” col diritto di Berrettini che spacca lo scambio successivo, attacca e chiude ancora sotto rete con mano delicata, si gira 4-2 Berrettini. Ancor più bello il lob in corsa di diritto, dopo un passante basso, grande tennis di Berrettini, 5-2 e servizio. Purtroppo Matteo cede due punti al servizio, prima un errore col diritto, poi un gran vincente di Stricker, 5-4. Con un pressing potente col diritto sul rovescio del rivale, Berrettini si prende il punto del 6-4, e due Set Point. Gran volée di Dominic sul primo, taglio magistrale, 6-5. Ora serve il romano. Non entra la prima palla, ed è sfortunato nello scambio, con un nastro che rallenta un drive del nostro e Stricker chiude col diritto lungo linea. 6 pari. Non va il servizio di Matteo, e in risposta Dominic aggredisce e “sfonda”. 7 punti a 6, c’è il set point per il rossocrociato. Lo gioca bene, servizio e ottima volée stoppata. Set Stricker, peccato per i due set point non sfruttati da Berrettini, soprattutto il secondo al servizio.
    Stricker regala un paio di punti nel primo game del secondo set, e Berrettini è bravo a prendersi la chance di break, prima del match, con un rovescio profondo. Dominic con coraggio trova un diritto lungo linea vincente. Non sfrutta nemmeno una seconda chance, potente l’attacco dello svizzero, e poi una terza (in rete il back di rovescio). Stricker si salva, 1-0. Meno brillante Berrettini, il servizio non porta punti gratis e pure un brutto errore col diritto ai vantaggi, gli costa una palla break. Niente prima palla “in”, per fortuna il diritto in spinta è efficace, sfonda col lungo linea e annulla la chance al rivale. Lo svizzero si guadagna una seconda opportunità con una risposta violenta di diritto, ma dal centro Matteo sfonda ancora col diritto. Anche Berrettini salva il game, 1 pari. Già 5 palle break in due soli game. Dopo un primo set dominato dal servizio, ora c’è bagarre quasi in ogni punto, si scambia molto (con diversi errori, a dire il vero). Sul 2 pari Stricker combina qualche disastro, un doppio fallo e poi una volée malamente in rete con l’ombelico sul nastro, ci sono due palle break per Matteo sul 15-40. Dominic si salva ancora (5 su 5), un diritto pesante e poi un bel servizio. Con un ottimo rovescio cross in anticipo, 3-2 Stricker. Non così brillante Matteo, ma resta in contatto col rivale, 4 pari. Sul 5-4, l’azzurro sotto rete sbaglia una volée alta di rovescio non impossibile, si ritrova sotto 15-30, a due punti dalla sconfitta. E niente prima palla in campo… ci prova lo svizzero, attacca con buon timing ma Matteo trova una pallata di rovescio lungo linea che Stricker non riesce a gestire. 30 pari. Niente prima palla, si nuovo, e stavolta Berrettini sbaglia malamente un rovescio di scambio. Match Point Stricker. Attacca di nuovo lo svizzero, con uno slice basso che manda in crisi il rovescio in recupero dell’italiano, che sbaglia. L’unico break del match arriva sul match point, e così Dominic chiude l’incontro 6-4. Non ha sfruttato le occasioni Matteo nel primo set, i due set point, poi è calato. Peccato, una sconfitta che non ci voleva.

    Matteo Berrettini vs Dominic Stricker ATP Stockholm Matteo Berrettini64 Dominic Stricker76 Vincitore: Stricker ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 30-30 30-404-5 → 4-6D. Stricker 0-15 30-15 40-15 ace4-4 → 4-5M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 30-30 40-303-4 → 4-4D. Stricker3-3 → 3-4M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-02-3 → 3-3D. Stricker 0-15 15-15 15-30 df 15-40 30-40 40-40 A-402-2 → 2-3M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 ace 40-151-2 → 2-2D. Stricker 0-15 df 15-15 15-30 df 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-401-1 → 1-2M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-400-1 → 1-1D. Stricker 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-1* 1-1* 1*-2 2*-2 ace 3-2* 4-2* 5*-2 5*-3 5-4* 6-4* 6*-5 6*-6 6-7*6-6 → 6-7D. Stricker 15-0 15-15 30-15 40-15 ace6-5 → 6-6M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-05-5 → 6-5D. Stricker 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-405-4 → 5-5M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-304-4 → 5-4D. Stricker 15-0 15-15 df 30-15 30-30 40-30 40-40 df A-40 40-40 A-404-3 → 4-4M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 A-40 ace3-3 → 4-3D. Stricker 15-0 30-0 40-0 40-153-2 → 3-3M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 df 40-152-2 → 3-2D. Stricker 15-0 30-0 40-0 ace2-1 → 2-2M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1D. Stricker 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace1-0 → 1-1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 ace 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    M. Berrettini 🇮🇹
    D. Stricker 🇨🇭

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    278
    292

    Ace
    8
    5

    Doppi falli
    1
    6

    Prima di servizio
    42/73 (58%)
    52/85 (61%)

    Punti vinti sulla prima
    34/42 (81%)
    37/52 (71%)

    Punti vinti sulla seconda
    14/31 (45%)
    20/33 (61%)

    Palle break salvate
    3/4 (75%)
    5/5 (100%)

    Giochi di servizio giocati
    11
    11

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    68
    108

    Punti vinti sulla prima di servizio
    15/52 (29%)
    8/42 (19%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    13/33 (39%)
    17/31 (55%)

    Palle break convertite
    0/5 (0%)
    1/4 (25%)

    Giochi di risposta giocati
    11
    11

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    12/19 (63%)
    15/23 (65%)

    Vincenti
    26
    28

    Errori non forzati
    35
    30

    Punti vinti al servizio
    48/73 (66%)
    57/85 (67%)

    Punti vinti in risposta
    28/85 (33%)
    25/73 (34%)

    Totale punti vinti
    76/158 (48%)
    82/158 (52%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    221km/h (137 mph)
    211km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    205km/h (127 mph)
    189km/h (117 mph)

    Velocità media seconda
    175km/h (108 mph)
    146km/h (91 mph) LEGGI TUTTO

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    NextGen ATP Finals 2024, un’edizione che si prospetta molto interessante

    Jakub Mensik (foto ATPsite)

    Da quando le NextGen ATP Finals hanno lasciato Milano, i nostri appassionati hanno posto in secondo (o terzo…) piano l’evento U21 che chiude l’annata tennistica, sbarcato in quel di Jeddah. Del resto, i nostri ex giovanissimi o molti di loro passati dal “master dei giovani” sono sbarcati con grande successo sul tour ATP e quindi di carne al fuoco ce n’è tanta, per la soddisfazione di tutti. Si è parlato molto del futuro della manifestazione nata per dare una bella vetrina ai prospetti più interessanti. Col ricambio generazionale avvenuto, in tanti ipotizzano che questa manifestazione non abbia più molto senso. Quando fu lanciata c’era davvero l’esigenza di un torneo del genere, chi vi scrive ne aveva parlato già in annate precedenti. Al vertice il dominio di “big 4” più qualche sparuto invitato (Wawrinka, a volte Del Potro, poco altro) era dispotico, ma ancor più cristallizzata era la fascia sottostante, con ottimo livello medio e grande difficoltà per i giovanissimi nell’inserirsi e duellare con i migliori. A volte dipende solo dalla contingenza, da generazioni con meno talento ad altri fattori, ma un sette-otto anni fa era assai complicato per un under 21 farsi notare dal grande pubblico. Per questo la vetrina NextGen è stata interessantissima, tanto che molti campioni dell’evento o giovani che hanno ben figurato sono oggi tra i migliori, da Sinner in giù. Oggettivamente l’edizione dello scorso anno delle NextGen non è stata memorabile, come anche l’ultima disputata a Milano. Generazioni, momenti, e via forti critiche alla manifestazione stessa. L’edizione che andrà in scena tra due mesi invece si prospetta molto, molto interessante se tutti i giovani che avranno il diritto di partecipare saranno al via. Andiamo a vedere. 
    Il primo della lista, per la Race to Jeddah di questa settimana, è l’affermato Arthur Fils, francese 20enne e già vincitore quest’anno di un ATP 500. Molto interessante la lista dei tennisti appena dietro nella Race, potrebbero dar vita ad un torneo niente male. Il secondo nella Race è Alex Michelsen, che molti ricorderanno come avversario di Sinner nell’estate USA e la scorsa settimana opposto a Djokovic a Shanghai. Lo statunitense ha potenza nei colpi e servizio per diventare un giocatore di alto livello, forse non uno di quelli che possono ambire a uno Slam – a meno che non migliori terribilmente nella fase motoria in difesa – ma certamente un ottimo giocatore. Il terzo nella Race è Juncheng “Jerry” Shang, classe 2005 e vincitore a Chengdu, vittoria storica perché primo cinese ad alzare un trofeo ATP in casa (battendo tra l’altro in finale Musetti). Di lui si parla da molto tempo: il cinese della Florida ha una capacità di copertura del campo formidabile, e colpi in anticipo davvero micidiali quando prende l’angolo e chiude il campo. È un tennista che può ambire certamente ai piani alti del ranking, e giocatore molto divertente da seguire visto il suo tennis offensivo e molto personale.
    Il quarto nella Race to Jeddah è Jacob Mensik, altro 2005 ma totalmente diverso dal coetaneo cinese. Fisico massiccio e potenza enorme, in campo esplode colpi puliti inculcati dall’eccellente scuola tecnica ceca. Sui campi in duro è già bello competitivo, l’attitudine è quella giusta. Gli manca solo esperienza e affinare la fase difensiva del gioco, ma il suo potenziale è molto alto. In lui il tennis ceco potrebbe aver trovato il degno erede di Berdych, e insieme a Machac e Lehecka già compone una squadra che in Davis Cup può rappresentare un bel problema per tutti. Quinto nel ranking stagionale “under” Luca Van Assche, francese di buone qualità ma un po’ arenatosi quest’anno dopo una scalata rapida nel 2023. Velocissimo in campo, gli manca forse il colpo definitivo ma è un tennista potenzialmente molto ostico nella lotta e ancor più sulla terra battuta, dove può far valere la sua ragnatela in costruzione. Seguono nella Race due giovanissimi: Learner Tien e Joao Fonseca.
    Il californiano, che compirà 19 anni in dicembre, è considerato il giocatore di punta formato dalla USTA. Ancora poco noto al grande pubblico, ha un tennis in piena evoluzione. Dopo buoni risultati a livello Futures, dallo scorso luglio è passato stabilmente ai Challenger e nel suo paese si è fatto valere vincendone tre, oltre ad altri buoni piazzamenti e i quarti di finale all’ATP di Winston-Salem (partendo dalle qualificazioni). Le NextGen sono esattamente la vetrina per scoprirlo e ammirare il suo talento.
    Assai più noto invece il settimo della Race “Under”, il brasiliano Joao Fonseca (classe 2006). Colpi puliti, grandi accelerazioni e il piglio di chi crede di poter arrivare in alto, il nativo di Rio de Janeiro ha pure un discreto fisico a sostenere il suo tennis propositivo, a volte ancora un po’ troppo difficile o perlomeno ambizioso. Lui è molto ambizioso, e in lui ha creduto niente meno che Roger Federer, mettendolo sotto contratto con il suo noto sponsor tecnico. Fonseca h mostrato il suo talento anche nel girone di Bologna in Davis Cup lo scorso mese, è certamente uno dei giovani con maggior potenziale della nuova generazione. L’ottavo giocatore potrebbe essere una wild card, attualmente nella Race il posto toccherebbe a Coleman Wong, ma assai vicini sono Vilius Gaubas, Enrique Rocha e Nishesh Basavareddy. Vedremo chi andrà a Jeddah per avere il quadro completo degli 8 partecipanti.
    Il torneo continuerà a svolgersi secondo le regole “NextGen”, che tanto hanno fatto fatto discutere ma che hanno dato la spinta ad introdurre piccole novità che oggi funzionano bene nei tornei ATP.  Guardando al lotto complessivo dei partecipanti e anche alla loro diversità, l’edizione 2024 del masters giovanile potrebbe essere estremamente interessante e ricca di qualità. Esattamente quel che serviva per rendere una spinta all’evento stesso. 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO