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    WTA Finals 2024: Zheng perfetta, Paolini s’inchina alla qualità della cinese

    Jasmine Paolini (foto WTA)

    Quando l’avversaria è troppo brava, domina il campo con tempi di gioco rapidissimi e un tennis completo a tutto campo, pure bello dal punto di vista stilistico, non resta che alzarsi in piedi e applaudire sportivamente. Tanta, troppa Qinwen Zheng per Jasmine Paolini nel match decisivo del Rond Robin alle WTA Finals di Riyadh, come dimostra l’eloquente 6-1 6-1 a favore della cinese e che le vale l’accesso alle semifinali, e allo stesso tempo conclude il torneo in singolare per la nostra giocatrice. Purtroppo Paolini è stata travolta da una Zheng nettamente superiore nei colpi d’inizio gioco, inarrestabile al servizio (12 Ace, ma tante prime palle che le hanno aperto il campo) e molto incisiva in risposta, anche agevolata da una giornata non positiva della lucchese con la battuta.
    Jasmine ama costruire, scambiare, aprirsi il campo e piazzare l’affondo vincente, oppure correre e ribaltare l’inerzia con angoli stretti e lungo linea, ma in entrambe le situazioni ha bisogno di tempo per farlo. Zheng è stata superiore perché quel tempo non gliel’ha mai lasciato, bravissima ad anticipare i colpi e spingere con palle varie per altezza e angolo. Qinwen ha una mano favolosa, è forse la tennista che “gioca meglio di tutte” per complesso di varietà di soluzioni, facilità di esecuzione e controllo del campo. Si esalta lasciando partire la pallata a tutta muovendosi sull’uno-due; riesce a controllare le palle cariche di spin e poi cambiare con accelerazioni in contro balzo; è rapida nell’entrare in campo, attaccare la rete e chiudere di volo con mano ottima. Un campionario esaustivo di come si controlla il gioco, partendo dall’anticipo e dalla qualità in servizio e risposta. Paolini doveva servire meglio e riuscire ad imporre la sua fisicità, non c’è riuscita fin dalle fasi iniziali del match, tanto che nel match alla fine non c’è quasi entrata… o meglio le è scivolato via troppo velocemente senza riuscire a trovare una contro mossa efficace, almeno per insinuare dubbi nelle certezze dell’avversaria.
    Forse l’aspetto “migliore” della sconfitta di Paolini è il suo viso imbronciato dopo la stretta di mano. Delusa, ma ancor più arrabbiata perché di sicuro non si aspettava di esser battuta così nettamente. Dentro di sé covava altra speranza e convinzione, poter finalmente superare una rivale contro la quale aveva perso i tre precedenti. Aveva certamente in testa ben altra partita, ma non è riuscita a metterla in pratica. Jasmine è parsa meno esplosiva rispetto ad altre giornate, e non dobbiamo dimenticarci che tra singolo e doppio quest’anno ha giocato una quantità di partite incredibili, quindi è possibile che la dinamite nelle gambe e nel braccio non fosse quella della scorsa estate. Forse proprio con più potenza, riuscendo ad entrare di più nella palla di Qinwen, avrebbe potuto impensierirla maggiormente. L’aspetto più negativo della prestazione di Jasmine è il servizio: ha iniziato il match con un prima palla veloce e vincente. È stata una rarità, invece ne aveva un disperato bisogno per prendersi punti facili e per poter comandare dal centro del campo. Al contrario è stata la risposta di Zheng a dominare, anche favorita da servizi non incisivi della nostra. Zheng resta una giocatrice creativa, una che ha braccio educato a far tutto; per irretirla è necessario farle sentire pressione, in modo che quel braccio s’inceppi o corra via meno fluido. Puoi farcela in due modi: tirando fortissimo o controllando il tempo di gioco. Paolini purtroppo non è riuscita a produrre nessuna delle due condotte, finendo così sballottata a difendere, sempre in affanno. Si è conquistata a fatica due palle break Jasmine, l’altra ha chiuso la porta col servizio. Game over.
    È un boccone amaro da mandar giù. Per sua fortuna può rifarsi già domani in doppio con Sara Errani. Resta una grande esperienza per lei quella delle Finals, premio meritatissimo dopo una stagione clamorosa, la migliore di sempre per una tennista italiana. Da quelle sensazioni positive dovrà ripartire nel 2025, ancor più convinta e sportivamente “cattiva”, ma sempre forte di quel sorriso che tutti adorano. Ha ancora importanti margini di crescita, per continuare a vincere migliorando.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Paolini inizia questa sorta di “quarto di finale” a Riyadh con un servizio vincente. La battuta sarà fondamentale per l’azzurra per tenere in mano l’iniziativa. Molto aggressiva Jasmine, comanda lei e a 15 vince il game. Più combattuto il primo turno di battuta di Zheng, propositiva ma più fallosa, 1 pari. Si gioca molto sulle diagonali, la prima delle due a trovare profondità tende a vincere il punto. Il terzo game si complica per Paolini: da 30-0 commette tre errori e affronta la prima palla break del match. Bravissima Zheng a trovare un diritto con un angolo molto stretto, Jan è sorpresa e sbaglia. BREAK, 2-1 avanti Qinwen. La cinese ribalta un 15-30 con colpi precisi e anche i primi due Ace del match, 3-1. Forte del vantaggio, Zheng gioca a braccio sciolto rischiando a tutta in risposta. Bellissimo l’attacco di Qinwen sul 30-15, con un attacco alla rete e volée stilisticamente impeccabile. Gran classe, anche nel punto successivo, brava a prendere il tempo di gioco, piedi in campo e via col vincente. 30-40, palla del doppio allungo. Jasmine prova il diritto in contro piede ma lo sbaglia di una spanna. Doppio BREAK Zheng, 4-1. Paolini non riesce ad incidere in risposta, ma in generale va sotto alla velocità d’esecuzione e varietà di schemi della rivale, che sul 5-1 continua a spingere in risposta a tutto braccio, e con che qualità… Paolini oppone la massima resistenza per restare aggrappata al set, ma serve troppo male, così che sulle seconde palle è subito spalle al muro. Ai vantaggi Zheng si prende un set point, ma Paolini lo annulla col servizio. La cinese non demorde, è troppo rapida ad anticipare e comandare, se ne prende un altro e stavolta con una grande risposta prende possesso dello scambio e forza l’errore dell’italiana. 6-1. 32 minuti di grande tennis per Zheng, oggettivamente superiore. Paolini ha servito male non è riuscita a costruire, finendo sotto sistematicamente alla maggior velocità e “mano” della rivale.
    Paolini cerca una reazione all’avvio del secondo, si butta anche avanti pur di non far comandare la rivale. Ma dopo un grande attacco vincente, Jasmine niente può contro un diritto vincente della cinese, pure carico di spin ma imprendibile. Si va ai vantaggi e Zheng sbaglia malamente un diritto da tre quarti campo, le costa una palla break, la prima nel match. Si affida al servizio Qinwen e la cancella. 1-0 Zheng. L’azzurra cerca di comandare lasciando correre il diritto, vince un buon turno di battuta a 15, ma sul 2-1 è di nuovo sotto assedio. Poche prime palle, e sulle seconde Zheng è troppo aggressiva, rapida e precisa. 0-30. Sbaglia un diritto inside out Jasmine, ha fretta perché altrimenti va sotto, ma giocare sull’uno due non è il suo tennis. 0-40, tre palle break delicatissime… Paolini annulla le prime due, ma sulla terza alza troppo la parabola e rallenta, Zheng gestisce bene lo spin ed è la toscana la prima a sbagliare. BREAK Zheng, 3-1. Qinwen serve pure bene, l’angolo esterno da destra è micidiale e così non va mai sotto nello score e può controllare, Jasmine è disarmata. 4-1 Zheng. Il volto di Paolini non cela la delusione del momento, non riesce a trovare la chiave per scardinare il tennis dell’avversaria, troppo brava. Jasmine cede un altro turno di servizio a 15, per il 5-1 Zheng. La cinese apre il settimo game con l’Ace poi concede qualcosa e concede una palla break sul 30-40. Niente, Qinwen si affida ancora al servizio, davvero continuo oggi, e la annulla. Chiude con tre servizi vincenti e l’Ace n.12, esterno, imprendibile. Una sconfitta netta, amara conclusione delle Finals per l’azzurra. Nerissima alla stretta di mano Jasmine, si aspettava certamente un altro match, anche se aveva sempre perso contro di lei.

    (4) Jasmine Paolini vs (7) Qinwen Zheng WTA Riyadh Jasmine Paolini [4]0110 Qinwen Zheng [7]• 0660 Vincitore: Zheng ServizioSvolgimentoSet 3Qinwen ZhengServizioSvolgimentoSet 2Qinwen Zheng 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-5 → 1-6Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 15-401-4 → 1-5Qinwen Zheng 0-15 15-15 30-15 40-151-3 → 1-4Jasmine Paolini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-401-2 → 1-3Qinwen Zheng 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1Qinwen Zheng 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A1-5 → 1-6Qinwen Zheng 15-0 30-0 40-01-4 → 1-5Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-3 → 1-4Qinwen Zheng 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 1-3Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-401-1 → 1-2Qinwen Zheng 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-401-0 → 1-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Djokovic, in Serbia ipotizzano un 2025 con solo 11 tornei

    Novak Djokovic

    La decisione di Novak Djokovic di non giocare le ATP Finals di Torino, anche se praticamente qualificato, ha fatto molto discutere in Serbia. Il campione di Belgrado ha raggiunto quello che aveva dichiarato essere il suo principale obiettivo del 2024: l’oro olimpico a Parigi. Ha comunicato di non poter giocare la prossima settimana per un “infortunio in corso” non meglio precisato, ma hanno fatto il giro del mondo le sue foto alle Maldive con la famiglia, ed è noto da mesi il suo impegno in Argentina (1° dicembre) per salutare l’amico Del Potro in una esibizione. Tutti fatti che da settimane avevano spinto i colleghi serbi ad affermare che Novak non sarebbe comunque arrivato alle Finals.
    A questo punto, è molto aperto il dibattito su cosa ne sarà di Djokovic il prossimo anno. Sarà il suo ultimo sul tour? E quanto giocherà? Visto che già nel 2024 Novak ha disputato meno tornei, sulla stampa nazionale si ipotizza quel che potrebbe essere il suo schedule del 2025. È ovviamente una ipotesi, ma vedendo la storia di Djokovic e dove di solito ha scelto di giocare, questo potrebbe essere il suo calendario della prossima stagione.
    Non avendo disputato un match ufficiale dalla sconfitta patita vs. Sinner a Shanghai, Djokovic potrebbe iniziare il 2025 con l’ATP di Brisbane, per arrivare agli Australian Open con una manciata di match nelle gambe. Quindi sicura la sua presenza a Melbourne, lo Slam più vittorioso nella sua carriera. Dopo la trasferta australiana, il serbo potrebbe ripresentarsi direttamente in California ad Indian Wells, il Masters 1000 più amato dai giocatori. Quindi niente presenza a Miami e via sulla terra battuta di casa, a Monte Carlo. Si ipotizza che quindi Novak potrebbe saltare Madrid e giocare invece a Roma, torneo che ama molto e che ha vinto in ben 6 edizioni (ultima nel 2022). Due tornei sul rosso prima di Roland Garros, e quindi diretto a Wimbledon, senza tornei su erba in preparazione, per quel che potrebbe essere il suo grande obiettivo stagionale. Dopo il più storico torneo dell’anno, Djokovic potrebbe ripresentarsi a Cincinnati per un Masters 1000 che ben conosce ed è ideale a preparare US Open. Concluso il torneo di New York, è da verificare che giocherà la Davis Cup, prima di Shanghai, torneo al quale è tornato quest’anno e che potrebbe scegliere di giocare anche nel 2025. Resta ovviamente un’incognita le ATP Finals, perché dovrebbe essersi qualificato con ottimi risultati stagionali, e magari – se volesse tornare a giocarle – potrebbe buttarsi nel rinnovato torneo di Parigi nella nuova sede per acciuffare i punti eventualmente mancanti. Facendo il conto, con Davis come grande incognita, sarebbero 11 tornei.
    Questo è quel che ipotizzano in Serbia per il 2025 di Djokovic. Secondo Goran Ivanisevic, uno che lo conosce molto bene avendo lavorato assieme con grandi risultati per anni, se Novak sarà motivato potrà ancora vincere e battagliare alla pari con Sinner e Alcaraz nella prossima stagione. Ma che motivazione avrà? Forse decisivi saranno i suoi risultati: se tornasse a vincere e battere i due giovani leader del tennis attuale potrebbe ritrovare vigore e voglia di spingere a tutta; in caso contrario chissà che, a 38 anni, non pensi seriamente al futuro…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ivanisevic (nuovo coach di Rybakina): “Elena può vincere altri Slam. Sinner o Alcaraz? Al loro meglio, Jannik è più forte”

    Goran Ivanisevic, ex coach di Djokovic

    Goran Ivanisevic è tornato a sorpresa in prima pagina nelle cronache tennistiche diventando il nuovo coach di Elena Rybakina. L’ha annunciato via social, con un post che ha colto in contro piede anche i giornalisti croati, che non si attendevano un rientro in pista dell’ex campione di Wimbledon così in fretta dopo la separazione da Djokovic, e ancor più a fianco di una ragazza, visto che mai finora si era spinto in quella direzione. Dopo l’addio al super campione di Belgrado, Ivanisevic infatti aveva parlato in modo franco, affermando che la lunga collaborazione con Novak era stata affascinante, vincente ma anche molto faticosa, visto quanto il suo assistito pretendeva in termini di attenzione e anche “scontro” mentale, uno stimolo decisivo ai successi ma allo stesso tempo logorante. Per questo la sua idea di prendersi una discreta pausa, rigenerante, in attesa del cavallo giusto per ripartire. L’ha individuato in Rybakina, ragazza di grande talento e potenziale ancora inespresso. Intervistato dal collega Ozmo (tennis majors), Ivanisevic ha parlato della sua nuova assistita, con la quale ha in programma una collaborazione di lungo termine, delle sue motivazioni ma anche del tennis maschile, spaziando tra il futuro di Djokovic al duello Sinner – Alcaraz. Questi alcuni dei passaggi più interessanti del pensiero del croato.

    “Dopo Novak, è davvero difficile allenare qualcuno, quindi avevo bisogno di qualcosa di completamente diverso” afferma Ivanisevic. “Quando sei l’allenatore del più grande giocatrice di tutti i tempi, hai solo bisogno di qualcosa di nuovo. Quindi la scelta era una giovane giocatrice o qualcosa di completamente diverso, e questo “completamente diverso” era il WTA Tour”.
    Ecco come si è arrivati alla collaborazione con Rybakina: “Ho avuto altre offerte, ma penso di aver scelto quella giusta per me, per lo stile di gioco e il potenziale di Elena, ma anche per la sua personalità. Elena è calma e non vedo l’ora di iniziare. Penso che sarà fantastico. Ancora non la conosco molto bene personalmente, ma il mio amico Zule è il suo preparatore atletico, abbiamo lavorato insieme con Tomas Berdych, e nel Tour si dice in genere che sia davvero una brava ragazza. Dal punto di vista del gioco, ha un servizio potente, è alta, tira forte e gioca in modo aggressivo, ha vinto Wimbledon proprio come me. Sento di poterle insegnare qualcosa. È già la numero 5 al mondo, ma penso che possa vincere altri Slam, questo è sicuro”.
    “Innanzitutto, dobbiamo conoscerci meglio. Non entrerò troppo nei dettagli, ma ha margini di miglioramento in ogni aspetto del gioco. Può ottenere risultati migliori. So che molte persone l’hanno trovato strano e che la gente è rimasta sorpresa dalla nostra collaborazione, ma non io: avevo bisogno di un’inversione a U dopo Novak. Ho vinto tutto con Novak, quindi non vedo l’ora di questa nuova sfida. Onestamente, durante il mio periodo nell’ATP Tour, non mi sono mai immaginato nel tour femminile, ma al momento non mi vedo nel tennis maschile“.
    Fanno notare a Goran come mai in passato abbia dedicato parole particolari al tennis femminile… “Mi è sempre piaciuto guardare anche le partite femminili. Le migliori quattro o cinque giocatrici sono lì da un po’, alcune giocatrici più giovani stanno emergendo, ma la top 10 è più o meno simile da tempo. Il tennis è tennis, maschile o femminile, diritto, rovescio, servizio… Alla fine penso che sia lo stesso, anche se tutti mi dicono che il WTA Tour è completamente diverso. Andrò a vedere la mia “vecchia banda”, dato che la maggior parte degli eventi si svolgono nelle stesse città per entrambi i Tour. Sono felice di iniziare qualcosa di nuovo, di vedere quanto è diverso. Ho bisogno di sperimentarlo in prima persona”.
    Immancabile la domanda su Djokovic, che a meno di una sua presenza – e vittoria – alle ATP Finals, chiuderà il 2024 senza titoli, eccetto l’oro Olimpico. “Non so se Novak è motivato e quanto, ma nel momento in cui decide di giocare, significa che lo vuole. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sono decisamente superiori a tutti gli altri, ma metto Novak nel gruppo con loro perché quando Novak vuole davvero competere è ancora il migliore al mondo, secondo me. Lo abbiamo visto alle Olimpiadi… se scende in campo in quel modo, allora può ancora vincere uno Slam. Inoltre, dipende dalla sua classifica e dal tabellone, quando deve affrontare Sinner o Alcaraz, molti fattori, ma Novak può farcela? Sì, può. Non puoi mai darlo per spacciato, io non lo farei mai”.
    Sinner o Alcaraz? “Sono giocatori diversi, ma quando sono entrambi al meglio, penso che Sinner sia migliore. È più costante per tutta la partita, mentre Alcaraz passa da colpi incredibili a qualche errore gratuito. Quest’anno, Carlos ha avuto qualche sconfitta che non so spiegare… Se togliamo Novak dall’equazione, domineranno, sono molto al di sopra di chiunque altro nel Tour”.
    Così Ivanisevic vede la nota questione Sinner-WADA: “Spero sinceramente che lo lascino in pace e che lo lascino giocare, il tennis ha bisogno di Sinner. Con (Marin) Cilic, ho avuto a che fare con la WADA e con gente del genere, un sacco di gente che non mi piaceva, che voleva solo distruggere la vita di qualcuno. Spero che l’esito sia positivo per Sinner“.
    Parole molto interessanti, che confermano quanto l’Ivanisevic “cavallo pazzo” sul tour Pro sia un lontanissimo ricordo. Non è un caso che Goran abbia dato un contributo molto importante nella seconda fase della carriera di Djokovic, migliorandone il servizio e l’attitudine offensiva. Vedremo il suo impatto sul tennis di Rybakina e sul tour WTA.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    WTA Finals 2024: Paolini una leonessa, ma vince Sabalenka (annullando due set point nel secondo parziale)

    Jasmine Paolini (foto WTA)

    Solo applausi per Jasmine Paolini. La nostra encomiabile tennista dimostra ancora una volta di non esser sbarcata alle WTA Finals per caso, forte di due finali Slam in stagione e soprattutto di un tennis davvero consistente, potente e una condotta di gara ineccepibile. Nel secondo incontro delle WTA Finals a Riyadh l’azzurra cede per 6-3 7-5 allo strapotere fisico della n.1 Aryna Sabalenka, ma Jasmine è stata bravissima nell’incassare un primo set nato malissimo (sotto 4-0), mettersi in moto nei colpi e nei piedi, avanzare la posizione in campo ed insinuare palla dopo palla dubbi alla n.1 del mondo, che è venuta a capo di un secondo set difficilissimo nel quale ha concesso pure due set point all’italiana sul 5-4. Purtroppo in quel momento, sulla seconda chance, Paolini ha provato a spingere col diritto ma la palla gli è uscita; è l’errore più grave di un match favoloso perché con quella traiettoria non avrebbe comunque fatto il punto. La delusione sul suo volto, ritratta in slow motion in mondo visione, è la foto del match, c’è tutta la tensione emotiva e la lucidità del momento, quello che ha fatto girare di nuovo la partita di nuovo nelle mani della bielorussa, poi brava a scrollarsi di dosso paure e tensione, mulinare colpi devastanti e prendersi i due game successivi e il successo.
    Paolini è stata fortissima nel reggere l’impatto dell’avversaria, la sua fisicità e potenza, restando in scia, giocando come un computer ogni momento, con i tempi e gli schemi giusti per metterle pressione e c’è riuscita alla grande. Purtroppo per lei quando Aryna è riuscita a giocare libera, i suoi fendenti sono quasi imprendibili, ma quanto ha sofferto nel secondo set la n.1 sotto il tennis davvero “smart” della toscana. Un solo appunto tecnico a Paolini: non ha servito bene, e questo era indispensabile per tenere ferma la rivale in risposta. Nonostante una giornata non al top al servizio ha comunque messo in grande difficoltà l’avversaria, punendo i suoi alti e bassi e facendole sbagliare colpi sotto pressione, e questo indica che razza di qualità complessiva e durezza ha raggiunto Jasmine, matura e consapevole della sua forza.
    Adesso Paolini si gioca l’accesso in semifinale in un match secco contro Zheng: giusto così, nessun retro pensiero da strane combinazioni del round robin, la migliore avanzerà, l’altra andrà a casa. Paolini avrà un’altra partita molto difficile perché la cinese è tennista di talento e con colpi adeguati a metterla in difficoltà, ma dalla sua Jasmine ha armi tecniche e fisiche per vincere continuare il sogno di arrivare tre le migliori quattro a Riyadh, purtroppo nel vuoto di un’arena davvero spoglia di quel calore e passione che una kermesse così importante meriterebbe.
    Jasmine ripenserà tanto a quel set point, ma dovrà soprattutto rileggere con grande serenità su quanto bene ha giocato contro Sabalenka. Dopo l’avvio shock, soverchiata dalla potenza dell’avversaria, il rischio di crollare malamente e fare una figuraccia era concreto, molte sarebbero uscite dal campo mentalmente di fronte alla “montagna” avversaria. Non Paolini, che è tosta dentro. Sa benissimo quali sono i suoi punti di forza, il saper aspettare in modo attivo, studiando l’avversaria e pronta a metterla in crisi alla prima incertezza. E Aryna di incertezze ne ha avute… Ha iniziato male il secondo set, forse distratta, forse ha perso un po’ i riferimenti quando Paolini ha iniziato a caricare di più la palla e non perdere campo all’indietro, a costo di sbagliare. Ha servito pure male Sabalenka e… boom! Jasmine è pronta a prendersi il break e vantaggio. Lì l’azzurra doveva servire meglio, così che è stata rimontata, ma un match femminile si sa, vive di momenti ed emozioni, e l’otto volante della bielorussa l’ha portata su e giù, a mille all’ora. Alla fine è una sconfitta, e una tennista competitiva e fortissima come Paolini non può e non deve essere contenta. Ma ha disputato una partita ottima contro la più forte su piazza, e da qua deve ripartire. C’è una semifinale da conquistare dopo domani. Forza Jas!
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La n.1 del mondo inizia l’incontro al servizio, e commette doppio fallo. Poi ingrana col diritto, e son dolori per Jasmine. 1-0 Sabalenka. Se Aryna, comanda può essere inarrestabile su questi campi. Anche Paolini commette un doppio fallo nel suo primo turno di servizio, le costa il 30 pari. È graziata l’azzurra nel punto successivo, a campo aperto Sabalenka spara lungo. Sembra indispensabile servire una prima solida, altrimenti la rivale spadroneggia dalla risposta. Sente questa pressione Paolini e commette un altro doppio fallo, che le costa palla break. Costruisce alla perfezione l’attacco Aryna, ma di volo tocca con sufficienza e sbaglia a campo aperto. Un po’ distratta Aryna in quest’avvio, ma strappa il BREAK alla seconda chance, brava a difendersi con un diritto cross di Jasmine che termina largo e lungo. 2-0. Troppo potente la 26enne bielorussa, dopo il servizio colpisce con potenza e l’azzurra non riesce a difendersi. 3-0 Sabalenka, netto il gap tra le due in quest’avvio. Nemmeno nel quarto game l’azzurra riesce a prendere il comando, il diritto di Aryna è una mazzata incontenibile, e lo tira con i piedi quasi sulla riga di fondo. Sul 30 pari forza l’errore di Jasmine, stavolta con un gran topspin di diritto, ecco un’altra palla break. La spreca affossando in rete la risposta, ma si prende il doppio Break subito dopo, stavolta con una smorzata che sorprende Paolini. 4-0. Troppo brava Aryna, riesce a trovare un vincente di diritto lungo linea in piena corsa, su di un cross tutt’altro che docile di Jasmine. Si distrae qua la bielorussa, commette due errori e scivola sotto 15-40. Sulla prima palla break tira un servizio imprendibile, ma sulla seconda Paolini è brava a saltare letteralmente col diritto sulla palla e tirare un lungo linea che la n.1 non contiene. BREAK Paolini, 1-4, contava finalmente entrare in partita, far sentire i suoi colpi. Paolini cerca di non perdere campo e spinge da vicino alla riga di fondo, è durissima contenere l’esuberanza della bielorussa, ma non c’è altra strada, ci prova e vince il primo turno di battuta, 2-4. Paolini vince un altro discreto turno di servizio, ma Sabalenka nei suoi game è in totale controllo, serve sul 5-3 e comanda col diritto, davvero profondo e pesante, e pure un Ace. La n.1 chiude il set 6-3 al primo set point con un diritto lungo linea potentissimo.
    Paolini inizia bene il secondo set al servizio, urla anche un sonoro “vamos” dopo aver strappato un punto col diritto, 1-0. Più fallosa Aryna, e anche meno prime palle in campo, mentre la lucchese tira un gran vincente di diritto. Sul 40 pari Jasmine è brava a tenere sulla diagonale di rovescio e Sabalenka sbaglia. Palla break Paolini. Doppio fallo! Passaggio a vuoto della n.1, 2-0 Paolini, brava restare con la testa nel match dopo l’avvio difficilissimo, e ora avanti. Aryna torna a spingere con prepotenza dalla risposta, si porta 15-40 ma spreca sulle due palle break, troppa foga. Il contro BREAK arriva alla terza chance, con una risposta di diritto micidiale (1-2). Ancora alti e bassi per la bielorussa, come una pessima volée spedita in corridoio, e Jasmine è lì, ma non riesce a prendersi una chance per un nuovo allungo, e 2 pari. Nel quinto game Aryna intuisce due prime palle dell’azzurra e spara due super risposte. È visibilmente stizzita la nostra campionessa, ma non mette di nuovo la prima in campo e nello scambio col rovescio Sabalenka trova un angolo perfetto. 15-40, due chance per scappare via per la n.1. Niente, il servizio di Jasmine non c’è, e con una risposta in chop, un taglio corto forse non volontario, Sabalenka vince il terzo game di fila, e secondo BREAK di fila, per il sorpasso (3-2). Scrollata di dosso la tensione dell’esser stata indietro nello score, ora Aryna è ingiocabile (clamoroso un diritto cross), e serve pure bene. 4-2. Sul 4-3 la n.1 ha un altro momento “no”, commette un brutto errore e poi un doppio fallo, 15-40. Termina il disastro affossando un diritto in rete, BREAK Paolini, brava a restare in scia e poi prendersi un gran punto in difesa con un diritto che fulmina l’attacco della rivale. Male Aryna, Bene Jasmine, che con la faccia” cattiva” vola avanti 5-4 capitalizzando le incertezze dell’avversaria. Jasmine SUPER sullo 0-15, consistente, alza la parabola e trova un bel diritto vincente che la manda a due punti dal set sullo 0-30. Aryna si aggrappa alla potenza, con poco rischio, ma sul 30 pari sbaglia di poco un diritto cross. 30-40, Set Point Paolini !!! Se lo gioca di forza col rovescio Sabalenka, e si salva. Incredibile il doppio fallo di un metro di Aryna, che consegna il secondo set point a Jasmine. Purtroppo esce un diritto della toscana, qua forse si poteva far meglio, come indica la delusione sul suo volto. Con tantissima fatica (e un gran rimpianto per Jas), lo score è 5 pari. E scampato il pericolo, Aryna è più leggera e torna a colpire con potenza devastante. Un diritto cross, poi un rovescio passante – fretta nell’attacco dell’azzurra. 0-30. Con diritto inside out dal centro la n.1 strappa due palle break sul 15-40. Purtroppo non entra la prima palla di Paolini, e pure doppio fallo. BREAK Sabalenka, 6-5, serve per il match. Jasmine si prende il primo punto, poi ingrana il servizio di Aryna e chiude di potenza. Che peccato, con il secondo set point dove si poteva far meglio, ma che partita, che grinta e tenuta Paolini! Si gioca tutto al terzo match.

    (1) Aryna Sabalenka vs (4) Jasmine Paolini WTA Riyadh Aryna Sabalenka [1]0670 Jasmine Paolini [4]0350 Vincitore: Sabalenka ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-156-5 → 7-5Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 15-405-5 → 6-5Aryna Sabalenka 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-404-5 → 5-5Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-0 40-154-4 → 4-5Aryna Sabalenka 0-15 0-30 15-30 15-404-3 → 4-4Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-154-2 → 4-3Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-0 40-153-2 → 4-2Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 15-402-2 → 3-2Aryna Sabalenka 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-401-2 → 2-2Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A0-2 → 1-2Aryna Sabalenka 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A0-1 → 0-2Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 6-3Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-15 40-305-2 → 5-3Aryna Sabalenka 15-0 30-0 30-15 40-154-2 → 5-2Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-1 → 4-2Aryna Sabalenka 0-15 15-15 15-30 15-40 30-404-0 → 4-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A3-0 → 4-0Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A1-0 → 2-0Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Courier critica aspramente Rune: “Non ho capito cosa volesse fare contro Zverev, gioca in modo immaturo”

    Holger Rune (foto Patrick Boren)

    Jim Courier critica senza mezzi termini la condotta di gara mostrata da Holger Rune nella semifinale di Parigi Bercy (persa contro Zverev), ultimo match in un grande torneo della sua stagione e cartina di tornasole di una stagione molto deludente. Era un match fondamentale per la stagione del danese: in caso di vittoria sarebbe stato probabilmente favorito per il titolo domani (vs. Humbert o Khachanov) e questo gli avrebbe consentito di restare in corsa per un posto alle ATP Finals. Al contrario Rune ha giocato un primo set molto modesto, ed eccetto la reazione sul 5-4 del secondo set è stato quasi sempre in balia del tennis solido del tedesco. Un tennis che “Big Jim”, stimato analista di Tennis Channel, ha stigmatizzato nei commenti post partita.
    “Davvero non ho idea di quel che Rune ha cercato di fare” commenta Courier. “Ha giocato la partita solo con l’istinto, come fanno i jazzisti che improvvisano sul momento, ma senza ritmo e senza armonia. Sul tour stanno accadendo cose molto importanti (si riferisce al duo Sinner- Alcaraz, ndr), mentre lui gioca colpi a casaccio e questa non può essere la ricetta per il successo nel lungo termine, puoi giocare una partita così, sull’istinto, ma lui ormai lo fa sempre. Affronta il gioco in modo molto immaturo”.
    “Se vuole stare al passo con i ragazzi più consistenti, deve trovare qualcosa su cui fare affidamento piuttosto di giocare in modo causale e stare a vedere che cosa succede. Ha bisogno di un senso di ordine e struttura che non possiede” conclude Jim.
    Critica severa ma allo stesso tempo foto piuttosto fedele del 2024 del danese, annata convulsa segnata da troppi cambi di direzione tecnica e confusione che certamente ha penalizzato i suoi risultati. La semifinale di Parigi Bercy è uno dei suoi migliori piazzamenti in stagione, ma non sufficiente a rendere positivo il bilancio finale. Rune è n.11 nella classifica Live, senza alcun torneo vinto dopo esser partito da n.8 e con ben altre aspettative. Tutti lo aspettavano come possibile “terzo incomodo” tra Alcaraz e Sinner; i due rivali si sono spartiti gli Slam e i grandi tornei, mentre Holger è rimasto al palo, vittima di trambusti e conflitti continui.
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    Ivanisevic nuovo coach di Rybakina

    Goran Ivanisevic, classe ’71

    Arriva a sorpresa l’annuncio del nuovo coach di Elena Rybakina: Goran Ivanisevic. Il croato, a lungo allenatore di Novak Djokovic, l’ha annunciato con un breve post social che riportiamo. “Sono emozionato di tornare sul tour, stavolta quello femminile. Sono felice di entrare nel team di Elena Rybakina”.

    Rybakina sta per tornare sul circuito “all’ultimo tuffo”, le WTA Finals, dopo una lunga assenza iniziata col forfait a US Open, poco prima di scendere in campo per il suo match di secondo turno. “Problemi alla schiena” la motivazione ufficiale, ma si è parlato moltissimo nelle scorse settimane delle condizioni della ex campionessa di Wimbledon, ancor più dopo le rivelazioni della giornalista russa Tartakova che ha parlato senza mezzi termini di “esaurimento nervoso” causato dallo stress accumulato con il suo ex coach, il discusso Stefano Vukov.
    Rybakina è certamente una delle tenniste più in vista del tour WTA, vedremo se l’esperienza di Goran riuscirà a farla ripartire con forza e risultati nel 2025. Per il croato si era parlato anche di altre possibilità, visti i vari tennisti di alto livello ancora senza una guida “forte” al proprio angolo, da Rune a Tsitsipas. Ivanisevic invece riparte dal tour WTA, per lui una novità.
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    Bopanna, 44 anni e non sentirli: “Non vedo perché dovrei smettere”

    Rohan Bopanna

    L’età a volte è solo un numero. Lo dimostra l’indiano Rohan Bopanna che tra pochi giorni sarà ancora una dei protagonisti alle ATP Finals in doppio (insieme all’australiano Ebden) alla veneranda età di 44 anni. Atleta naturale, il doppio si addice alla perfezione al suo tocco di palla, visione di gioco e servizio, tanto da esser diventato n.1 della specialità non a venti anni ma solo lo scorso gennaio, premio meritatissimo ad una carriera assai longeva, a suo modo unica. Gran sorriso, tanto impegno per i giovani del suo paese anche se mai sbandierato, l’indiano ha rilasciato una bella intervista al collega Varela di Clay, della quale riportiamo alcuni passaggi significativi per conoscere questo colto signore della racchetta, che non alcuna voglia di lasciare l’attività Pro.
    “Sono felicissimo del mio presente. Sono diventato n.1 quest’anno, vado in giro sul tour con mia moglie e mia figlia (di 5 anni, ndr), e sono sicurissimo che oggi, a 44 anni, batterei la versione di me stesso a 22”, afferma Rohan. “Sono il CEO della mia azienda, mi alleno, gioco, viaggio, non potrei essere più felice e non vorrei essere da nessun’altra parte”.
    “Il giorno della partita sono completamente pronto a giocare, non vedo l’ora. Mi piace scendere in campo, competere. Non è più una questione di soldi, è solo una questione di sensazioni, di gioia. Fai così tanti sacrifici quando sei giovane e nel tennis hai una carriera breve rispetto a lavori che puoi fare anche per 40 anni, quindi visto che gioco ancora al top, mi diverto il più possibile. Finché vinco tornei, i grandi titoli, non vedo il motivo per farmi da parte. Penso che sia una cosa meravigliosa e ispiro molte persone a casa, specialmente nella mia accademia. Quando torno e parlo con i bambini, sono così felici. È bello vedere che possono guardarmi giocare in TV e che posso condividere le mie esperienze con loro. Abbiamo appena avviato un fantastico programma in India per bambini in difficoltà”.
    Con la sua fama ed esperienza, Bopanna spera di poter avviare al tennis Pro un gruppo di ragazzi disagiati che ha portato nella sua Academy e che segue personalmente: “Abbiamo scelto 25 bambini su un gruppo 300 dal nord-est dell’India, a 3000 chilometri da Bangalore. 16 ragazze e 9 ragazzi. Stiamo fornendo loro vitto, alloggio, istruzione e lezioni di tennis. Tutto! Non avevano mai visto un campo da tennis o tenuto in mano una racchetta prima. Sto restituendo un po’ di ciò che il tennis mi ha dato. È stato davvero bello e una gioia vederli felici di giocare”.
    44 anni non sono pochi, ma lui non ci pensa: “Non penso mai all’età, perché quando scendo in campo siamo tutti lì solo per giocare a tennis nello stesso torneo. Se gli altri sono più vecchi o più giovani di me, non fa differenza. Siamo entrambi lì per vincere la partita. Non importa quanti anni hai. Giocare per sempre? Beh… non posso dire per quanto giocherò ancora, ma finché mi diverto con la competizione e i viaggi perché no? E la mia famiglia è qui che mi segue nei grandi tornei. Non avrei mai pensato che mia figlia mi avrebbe visto giocare dal vivo. Se mi fossi fermato a 35 anni, questo non sarebbe successo. Lei avrebbe detto, oh, mio ​​padre giocava a tennis. Oggi può dire che suo padre è un tennista”.

    Nel 2019 c’è stato un momento nel quale ha pensato, per l’unica volta al ritiro: “Fu nel 2019 perché non avevo più cartilagini nelle ginocchia. Avevo molto dolore! Volevo smettere alla fine di quell’anno. Durante la pandemia, in realtà, ho scoperto l’Iyengar Yoga. E questo ha cambiato tutto il mio percorso. Prendevo quasi due, tre antidolorifici al giorno perché le mie ginocchia mi torturavano. Non potendo giocare a tennis a causa dei lockdown, ho iniziato a fare queste sessioni di yoga quattro volte a settimana, sessioni da 90 minuti. E ha davvero rafforzato molti dei miei muscoli e tutto il resto. E sono passato da due, tre antidolorifici al giorno a nessun antidolorifico. Dal dolore a nessun dolore. Giocare col dolore è dura, diventa qualcosa da gestire ogni singolo giorno. Non vuoi svegliarti e avere dolore… Invece grazie all’Iyengar Yoga e l’aiuto di un bravo fisioterapista sono riuscito a fare un importante rafforzamento. È stato incredibile”.
    Fanno notare a Bopanna che l’India non più nel calendario ATP. “È triste, perché sono cresciuto guardando i migliori giocatori venire in India. Mi dispiace che abbiamo perso quell’ATP 250. In un modo o nell’altro, è un’opportunità per i giovani di guardare giocatori locali e internazionali. Guardare qualsiasi sport dal vivo, penso sia vera ispirazione. Ci sono così tante persone che sfortunatamente non possono viaggiare. Spero che torni presto, ma non so quanto tempo ci vorrà prima che torni di nuovo un torneo”.
    “Se potessi cambiare una cosa nel tennis, direi senza dubbio di tornare al normale terzo set per i doppi. Niente super tiebreak! Penso che sia più divertente, come nei Grand Slam”.
    “Cosa amo e odio dell’India? Amo di sicuro l’ospitalità, quando qualcuno arriva nel mio Paese non può dimenticare come è accolto, la nostra cultura si basa sull’accoglienza. Odio il traffico, ci sono troppe auto da tutte le parti, passi sempre ore e ore in fila, questo è terribile!”.
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    Mouratoglou esalta Draper: “È un top10”. Come è cambiato il tennis del britannico

    Jack Draper (foto Patrick Boren)

    Jack Draper è uno dei tennisti più “caldi” dalla seconda parte del 2024 e secondo il noto coach Patrick Mouratoglou vale già la top 10. Il britannico in effetti se guardiamo il live ranking ATP del 31 ottobre è molto vicino ai migliori dieci al mondo: con i suoi 2825 punti vede all’orizzonte Grigor Dimitrov, decimo con 3240. Se il 22enne di Sutton riuscisse nell’impresa di vincere il Masters 1000 di Parigi Bercy arriverebbe a 3725 punti, con la top10 di fine anno assicurata e pure una chance (che se remota) di qualificarsi per le ATP Finals. Lasciando da parte le varie possibilità legate a come si concluderà il torneo parigino, è indubbio che Draper dalla scorsa estate abbia cambiato passo. Finalmente a posto fisicamente, ha potuto allenarsi con continuità ed affinare il suo tennis in partita, diventando un avversario potente, completo e terribilmente scomodo per ogni avversario. Dotato di colpi penetranti e aggressivi, col plus delle traiettorie mancine che sfrutta in modo sapiente, Jack lo scorso giugno ha vinto a Stoccarda (battendo in finale Berrettini), quindi negli USA ha fatto i quarti a Cincinnati e soprattutto è arrivato in semifinale a US Open, stoppato solo da un immenso Jannik Sinner. Costretto al ritiro a Tokyo nei quarti, si è rifatto a Vienna, dove ha vinto il primo torneo 500 (superando Musetti in semifinale). Un’impennata di qualità e di risultati che secondo Mouratoglou lo rendono già un tennista competitivo al massimo livello.
    “È un grande giocatore, ho potuto vederlo dal vivo in diverse occasioni e ho notato quanto sia migliorato negli ultimi mesi” commenta il coach francese, attualmente al fianco di Naomi Osaka dopo un travagliato periodo nel box di Holger Rune. “Ritengo che ora sia molto più maturo in termini di tennis, di strategia, per come riesce ad esaltare il suo stile di gioco. Tutto sembra molto più consistente. E quando lo vedi vincere a Vienna, non pensi che abbia fatto qualcosa di straordinario, c’è riuscito perché quello è il suo livello. È migliorato molto quest’anno”.
    Per Mouratoglou il punto di domanda non è relativo al suo tennis, ma al suo fisico, che in passato l’ha bloccato a più riprese: “Penso che la grande sfida per lui ora sia quella di non infortunarsi perché si è infortunato troppo per essere così giovane. Se riesce a non infortunarsi, allora credo che sia sicuramente un giocatore da top 10, ci arriverà molto presto. È un tennista con colpi spettacolari e potenzialmente non ha limiti”.
    Draper ha giocato più di 60 partite nel 2024, un numero ragguardevole per un giovane che nelle stagioni precedenti era solito fermarsi più di una volta per problemi fisici. Una continuità di gioco che gli ha permesso di migliorare ogni fase del suo tennis. Per Mouratoglou, dove il britannico è nettamente migliorato è sul lato del rovescio e nelle scelte di gioco.
    “Penso che il suo rovescio sia molto migliorato”, afferma Mouratoglou. “In passato il suo rovescio non faceva molto male all’avversario. L’ho visto giocare a Vienna e ho notato come ora riesca a prendere la palla con maggior anticipo, colpendola in pieno ed esce dalle corde molto veloce. Quindi può fare molto male agli avversari con il suo rovescio, un colpo piuttosto piatto. E penso che abbia un piano di gioco chiaro, cosa che prima non era così ovvia e lo portava a cattive scelte ed errori. È molto solido e disciplinato in quello che fa. Credo che questi siano i due miglioramenti principali fatti quest’anno”.
    Un’analisi pianamente condivisibile. Draper è sempre stato uno capace di “spaccare” la palla con potenza e aggredire il campo, ma commetteva molti errori e il suo tennis era spesso disordinato. Inoltre era vittima di troppi alti e bassi, sia per una scadente condizione fisica che per lacune di tenuta mentale. Dopo la semifinale e a US Open Jack ha parlato in modo franco, ammettendo che in passato non sempre si era allenato con la dovuta forza e perseveranza poiché il cadere continuamente in infortuni lo faceva dubitare della sua tenuta e questo non lo lasciava libero di spingere al massimo. L’aver sistemato – si spera per sempre – le questioni fisiche con un cambio a 360° della preparazione e dell’approccio alla professione gli ha permesso per la prima volta in carriera di allenarsi con la dovuta continuità. Questo è stato il punto di svolta, gli ha svelato nuovi orizzonti: finalmente ha capito come funziona il suo corpo, fino dove lo possa spingere, alzando così a dismisura la qualità e quantità del lavoro in campo.
    Un’intensità mai raggiunta prima che gli ha aperto nuove possibilità in partita. Non più pallate sparate a casaccio, ma un tennis aggressivo e consistente, ricco di variazioni e colpi vincenti, il tutto sostenuto da quella fiducia in se stesso che latitava. Quando prende ritmo con la prima palla e spinge con sicurezza sulla risposta dell’avversario diventa pericolosissimo perché può cercare ogni angolo, ed è un fulmine nel correre avanti dopo essersi aperto il campo. Ha buona mano, ha potenza, non ha una vera lacuna importante dal punto di vista tecnico. Draper ha scoperto di aver un enorme potenziale e i risultati parlano chiaro. Servizio super, risposta aggressiva, può prendersi il punto con una bordata da fondo campo come attaccare la rete con ottimo timing e chiudere la porta di volo con tocchi secchi e definitivi. Jack probabilmente non riuscirà a sbarcare a Torino alle ATP Finals, ma nel 2025 sarà certamente uno dei protagonisti nei grandi appuntamenti.
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