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    Del Potro: “Sarebbe bello ritornare a Baires e poi a Rio”

    Juan Martin Del Potro

    Dopo le voci trapelate mercoledì sera su di un possibile ritorno in campo nella mini stagione su terra in America Latina, Juan Martin Del Potro ha deciso di fare chiarezza attraverso un breve post sulla propria pagina Instagram. Lo sfortunato campione albiceleste ha confermato la voglia di tornare sul tour proprio in casa, ma ancora non ha certezze, perché nonostante i duri allenamenti la strada è ancora lunga. Ecco le parole di DelPo.
    “Continuo ad allenarmi con tutto quel che ho, ho giornate migliori di altre ma sempre con la speranza di tornare in campo all’inizio del prossimo anno. Sarebbe molto speciale tornare in torneo a Buenos Aires e poi giocare anche a Rio. Lavoro con entusiasmo e impegno come sapete affinché possiamo vederci qui. Nelle prossime settimane vi racconterò come procedono le cose. Grazie a tutti!!!”.

    L’ultimo match giocato da Juan Martin risale al torneo del Queen’s 2019. Opposto a Denis Shapovalov, il gigante di Tandil perse l’equilibrio sull’erba umida di Londra, scivolando pesantemente a terra. Il responso di quell’infortunio fu l’ennesima lesione al ginocchio, con una serie di operazioni ed una lunghissima riabilitazione, dato che l’articolazione aveva già sofferto altri problemi in passato.
    Durante la sua apparizione dall’ultimo US Open, il 33enne disse che il suo obiettivo, o meglio desiderio, era quello di tornare in campo all’inizio del 2022, ma non in Australia. “Non credo che tornare in campo in un torneo dove si gioca sui 5 set sia ideale, meglio un rientro più graduale. Abbiamo dei tornei in patria a febbraio, potrebbe essere una buona occasione per me, anche perché in Argentina non ho mai giocato se non in Coppa Davis”. Infatti è curioso sottolineare come Del Potro abbia giocato al torneo di ATP 250 di Buenos Aires solo nel lontanissimo 2006, quando non aveva ancora compiuto 18 anni, perdendo all’esordio contro Juan Carlos Ferrero, poi nessuna altra apparizione in carriera.
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    Corretja: “Nadal? Il punto di domanda sarà la mobilità in campo”

    Alex Corretja

    L’ex campione iberico Alex Corretja, oggi apprezzato commentatore per Eurosport, ha parlato delle aspettative su Rafa Nadal, al rientro nella esibizione di Abu Dhabi dopo il lungo stop necessario a rimettere in sesto il problema al piede che lo tormenta da molto tempo. Secondo il vincitore delle Finals ’98 (e due volte finalista a Roland Garros), Nadal non dovrebbe aver grandi problemi a ritrovare la massima efficacia dei suoi colpi, ma l’incognita sarà la sua mobilità in campo, aspetto a dir poco decisivo nel tennis di Rafa.
    “Quello che mi preoccupa di più del ritorno di Rafa è la sua mobilità, “afferma Corretja, “i colpi mi preoccupano meno, via via diverrà sempre più sciolto e quindi sicuro. È normale che ora sia un po’ meno sciolto, che col diritto non colpisca così perfettamente, che il servizio manchi di coordinazione, che il rovescio sia più corto… penso che tutto questo sia secondario. Quando Rafa si muove bene, è ben supportato quando colpisce il rovescio per fare il lungo linea o il cross e arriva bene per mettersi sulla destra e giocando in lungo linea, lì Rafa è quasi impossibile da battere. È quel mezzo secondo in più di cui hai bisogno oggi visto che tutti giocano così velocemente. Proprio sulla velocità sul campo si giocherà il suo ritorno al massimo livello”.
    Secondo Corretja, un Nadal sano resta l’uomo da battere anche alla prossima edizione di Roland Garros: “Rafa, se sta bene fisicamente, al Roland Garros è quasi imbattibile, sarà sempre l’avversario più difficile. È quello che si adatta meglio, quello con più esperienza e il più difficile da sconfiggere. Penso di avere abbastanza dita sulla mano per contare i suoi rivali. Sono due o tre al massimo. Rafa conosce tutte gli angoli di quel campo, tutte le condizioni. Lo dice la storia, dove lui ha riscritto la storia”.
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    Karatsev vince l’ATP Award di tennista più migliorato del 2021

    Aslan Karatsev, 28 anni

    Aslan Karatsev ha vinto il premio di Most Improved Player of the Year 2021. Il russo, talento molto promettente da giovane, ha vissuto anni grigi tra problemi fisici e la difficoltà di trovare la giusta direzione al suo tennis. Fino all’inizio del 2021, quando le sue bordate da fondo campo, potenti e precise, l’hanno issato tra i migliori del mondo. Una scalata che l’ha portato dal n.112 in classifica ad inizio stagione a toccare un best ranking di n.15 lo scorso novembre.
    Partendo dalle qualificazioni all’Australian Open (scattate con ranking al n.114), Aslan ha imperversato nel tabellone principale superando tennisti quotati come Diego Schwartzman, Felix Auger-Aliassime e Grigor Dimitrov, arrendendosi solo a sua maestà Novak Djokovic in semifinale. Proprio contro Djokovic a Belgrado il russo ha giocato una delle partite più belle dell’anno, battendo il n.1 ed arrendendosi in finale a Matteo Berrettini. Ha vinto i suoi primi due tornei ATP a Dubai e Mosca. In molte partite, soprattutto nella prima parte della stagione, il suo pressing è stato irresistibile, tanto da far pensare a molti “dove diavolo è stato questo finora?”. Oltre a Novak, in stagione ha sconfitto anche Medvedev a Roma, Sinner, Rublev ed Hurkacz tra i top players.
    Un grande riscatto per il 28enne, che pareva ormai perso per il tennis di vertice. “Sono davvero felice di ricevere questo premio, significa moltissimo per me, devo ringraziare tante persone che hanno creduto in me”, dichiara Karatsev ad ATPTour.com. “Tutto questo non  sta succedendo solo adesso dal niente, c’è molto lavoro che è stato fatto prima per arrivare fin qui. Nel tempo ho sofferto vari infortuni e tanti problemi, ma finalmente ho trovato continuità. Negli ultimi due anni e mezzo stiamo facendo un buon lavoro con il mio allenatore e adesso inizio a raccoglierne i frutti. È un lungo processo, nato dal duro lavoro di ogni giorno, non ci sono segreti. Devi essere lì ogni giorno e lavorare sodo. Allora ce la puoi fare”.

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    Zverev: “Il miglior coach avuto? Ferrer, oltre a mio padre. Lendl? Non andavamo d’accordo”

    Alexander Zverev

    Alexander Zverev ha chiuso il 2021 con il grande successo alle ATP Finals, dove ha sconfitto uno dopo l’altro Medvedev e Djokovic, i primi due nel ranking. Una vittoria che conferma la sua ottima seconda parte di stagione e lo candida a un ruolo di protagonista nel 2022. Sarà l’anno buono per il suo primo successo in uno Slam? Sasha ha parlato a Tennis Magazine tedesco, rilasciando interessanti dichiarazioni su più temi.
    Ha confermato di essere assolutamente tranquillo relativamente alle accuse di molestie ricevute dalla sua ex fidanzata, “La verità verrà fuori, io so come sono andate le cose”, preferendo parlare di tennis giocato. Nel 2021 crede di esser migliorato nell’efficacia del servizio. I numeri e le impressioni dal campo confermano il salto di qualità del tedesco con la prima e la seconda palla. Quando Zverev prende ritmo con la prima di servizio, diventa a tratti ingiocabile, tutto il suo tennis scorre più veloce e soprattutto offensivo. Con la seconda palla ancora rischia di stazionare in una posizione meno avanzata, scambiando troppo e rischiando di forzare qualche errore soprattutto col diritto, ma il suo tennis è diventato più rapido come tempi di gioco.
    Uno dei passaggi più interessanti dell’intervista è relativo ai molti coach avuti nella sua pur giovane carriera. Passandoli in rassegna, Zverev premia David Ferrer. I due hanno lavorato per un breve lasso di tempo, ma i consigli dell’ex top 10 iberico sono stati a suo dire fondamentali.
    “Con Juan Carlos Ferrero ho condiviso momenti importanti, ma oltre a mio padre che è stato sempre fondamentale credo che David Ferrer sia stato il miglior allenatore che ho avuto nella mia vita. Ma purtroppo lo scorso anno ci siamo dovuti fermare a causa della situazione Covid e non siamo riusciti a ripartire. È l’unico con cui direi ‘dai, riproviamoci’. È una persona speciale, mi ha lasciato molto”. Ferrer ha lavorato con Zverev da metà 2020 fino a gennaio 2021, periodo durante il quale il tedesco ha raggiunto la sua prima finale Slam agli US Open 2020, persa di un soffio contro Thiem, e soprattutto il suo gioco ha fatto uno scatto in avanti in termini di consistenza e aggressività.
    Pessimo invece il ricordo del periodo passato con Ivan Lendl, considerato da molti – Andy Murray in primis – un super coach, ma che invece con Zverev non ha legato. “Lendl era più interessato a parlare di golf e del suo cane che di tennis. Non ha funzionato bene, non è un segreto. Non è mai scattata una buona chimica tra di noi. Abbiamo visto le cose in modo diverso sul campo, durante gli allenamenti. Credo di capire il mio sport, ho una personalità. Non sono uno che dice sì e amen a tutto. Controbatto anche le opinioni molto spesso, chiedo sempre perché la vedi in quel modo e a volte dico, io la vedo diversamente. Non puoi unirti alla mia squadra e capovolgere la mia vita e la mia carriera solo perché hai un’opinione diversa dalla mia”.
    Sasha ha parlato anche del suo rapporto con Federer: “Abbiamo un rapporto eccellente adesso, le cose sono migliorate con la tournée fatta qualche anno fa, come nelle giornate passate in Messico con quel pubblico pazzesco… E anche in Laver Cup. Quando  ero affiliato al suo team 8 invece le cose non andavano così bene, ma non è colpa sua, semmai dei manager che curavano i miei interessi. Ora tutto è ottimo tra di noi”. Infatti Zverev, dopo alcuni anni in cui i suoi interessi erano curati dall’agenzia creata da Federer, ha interrotto i rapporti proseguendo la sua strada da solo.
    Nonostante la stima infinita per Federer che considera “quello che gioca a tennis meglio di tutti, probabilmente nella storia del gioco”, il tedesco non ha dubbi su chi sia il più forte complessivamente. “So che molti fan del tennis sono più per Roger o Rafa, ma non puoi discutere contro le statistiche. Novak ha vinto il maggior numero di Slam, con Roger e Rafa, ma è stato il numero uno al mondo per più settimane di chiunque altro e ha terminato la stagione da numero uno più di Sampras. Ha vinto il maggior numero di titoli Masters e molto di più. Non puoi sempre andare contro i numeri e dire che Roger o Rafa sono migliori perché siamo stati tutti loro fan fin dalla tenera età. Se vuoi esser obiettivo e guardare ai risultati, Djokovic è il migliore”.
    Proprio contro Djokovic il tedesco vanta un bilancio di 4 vittorie e 7 sconfitte, mentre contro Medvedev ha pareggiato i conti a 6 con la vittoria in finale a Torino. Vedremo cosa ci dirà il 2022, se sarà davvero l’anno della consacrazione di Zverev.
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    Mackenzie McDonald vince l’ATP Award di ritorno dell’anno 2021

    Mackenzie McDonald

    È l’americano Mackenzie McDonald il vincitore del premio di “ritorno dell’anno 2021“. Il 26enne statunitense è stato costretto ad un lungo stop dopo un intervento chirurgico al tendine del ginocchio destro a giugno 2019. Nel 2021 è tornato ad ottimo livello: iniziata la stagione al n. 194 del ranking, ha scalato la classifica fino a toccare il proprio best ranking di n. 54. I migliori risultati sono stati gli ottavi all’Australian Open, la vittoria al Challenger di Nur-Sultan e soprattutto la finale a Washington, dove ha lottato per tre ore prima di arrendersi a Jannik Sinner.
    “È estremamente gratificante, è un traguardo enorme. Alla fine dell’anno speravo di essere tra i nominati, ce l’ho fatta e quindi vincere il premio è davvero fantastico”, ha detto McDonald al ATPtour.com. “È stato un grande ritorno, ho messo tutto quello che avevo nel duro lavoro. Quando stavo attraversando il processo di riabilitazione ho fatto tutto il possibile per riprendermi.“Fare [il] lavoro extra e giocare un buon tennis quest’anno ha dato i suoi frutti”.
    “Sono rientrato e ho giocato un paio mesi l’anno scorso fino a poco prima di Indian Wells. Non ho davvero trovato il mio ritmo durante quel periodo e questo è stato scoraggiante”, continua McDonald. “Nel corso dello stop per la pandemia, ho avuto la possibilità di continuare ad allenarmi e lavorare sul mio fisico, ma anche sul mio gioco. Mi sentivo come se lo stessi ritrovando lentamente. Con il covid la rimonta è stata una vera sfida perché scalare la classifica era davvero difficile. Ero in una posizione così strana non avendo punti dal 2019, quindi onestamente è stata una salita durissima fino al rientro nella Top 100. Sono stato per un bel po’ bloccato intorno al n. 120, era frustrante non riuscire ad infrangere quella barriera. Nei momenti più difficili mi sono aggrappato al mio team, che è stato fondamentale. Ora sono davvero orgoglioso di avercela fatta”.
    Marco Mazzoni

    See you in 2022 👀#ATPAwards pic.twitter.com/KkVhNOtQsK
    — ATP Tour (@atptour) December 14, 2021 LEGGI TUTTO

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    Torna la Hopman cup, in Francia?

    Federer e Bencic, ultimi campioni della Hopman Cup nel 2019

    Il quotidiano francese Nice-Matin ha pubblicato un’indiscrezione a dir poco curiosa. Secondo il media della Costa Azzurra, proprio la bella città di Nizza potrebbe tornare ad ospitare la Hopman Cup, che con l’avvento nell’ATP Cup ad inizio stagione è stata di fatto cancellata.
    Per il quotidiano transalpino, la manifestazione potrebbe svolgersi dal 2023 nel Parco Imperiale di Nizza organizzata dalla società Tennium, che avrebbe presentato un progetto ben strutturato all’ITF (si parla di un budget di 5 milioni di dollari), tanto da aver ricevuto l’ok per un periodo di 5 anni. L’evento andrebbe a svolgersi su campi in terra battuta, ma non è ancora chiara la sua collocazione. Forse la settimana precedente a Roland Garros, come ideale preparazione allo Slam parigino? Inoltre non è trapelato se, vista la collocazione totalmente nuova, la manifestazione a squadre verrà lanciata con un nome differente o meno, e se possa essere inserita ufficialmente nei calendari ATP e WTA con punti in palio, o resterebbe una classica esibizione. Ricordiamo che Tennium ha tra i propri principali azionisti i francesi Richard Gasquet e Sebastien Grosjean, fattore che spiega l’idea di far rinascere il torneo in Francia.
    In attesa di una conferma ufficiale, un nuovo torneo in stile Hopman Cup sancirebbe il ritorno di un evento che coinvolge insieme uomini e donne, con il doppio misto che si rivelava spesso decisivo. L’ultima edizione del torneo dedicato all’indimenticabile coach australiano fu disputata nel 2019 e vinto dalla Svizzera di Federer e Bencic. La Hopman Cup nacque nel 1989, con il successo del team cecoslovacco formato da Mecir e Sukova. Gli Stati Uniti vinsero ben 6 edizioni, seguite da Spagna e Svizzera con 4 titoli.
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    Facundo Lugones ha vinto il premio di coach dell’anno

    Facundo Lugones con Cameron Norrie

    L’argentino Facundo Lugones ha vinto il premio di allenatore dell’anno agli ATP Awards 2021. I suoi colleghi hanno premiato il suo eccellente lavoro con Cameron Norrie, letteralmente esploso nel 2021. Il britannico ha vinto i suoi primi due titoli ATP, tra cui spicca il Masters 1000 di Indian Wells, arrivando sino alle Finals di Torino, dove è subentrato a Stefanos Tsitsipas. Norrie ha concluso il 2021 con un record di 52-25.
    “Sono incredibilmente felice” dichiara Lugones al sito ATP. “Non avrei mai pensato di poter vincere questo premio, è surreale. Ma questa è la bellezza dello sport, tutto può succedere. Voglio solo ringraziare il mio team, Julian [Romero] e Vasek [Jursik], che lavorano duramente durante tutto l’anno per preparare Cam, e anche Devin Bowen e James Trotman sin dal primo giorno, aiutando l’intera squadra. Soprattutto voglio ringraziare Cam per essere un animale e per aver superato tutte quelle partite difficili che hanno finito per farmi vincere il premio”.
    Il coach argentino ha ricordato il suo percorso, iniziato negli USA alla Texas Christian University, dove ha conosciuto Norrie nella squadra di tennis. Lugones era all’ultimo anno quando Norrie entrò come matricola.“Mi sono laureato in Economia e stavo cercando di lavorare nella finanza, in una banca o qualcosa del genere. Dato che ho trascorso un altro anno di scuola senza giocare, ho iniziato ad aiutare la squadra come allenatore volontario e mi è piaciuto molto e ho iniziato a lavorare in un club di tennis e ho comunque aiutato la squadra”, racconta Lugones. “Gli allenatori mi stavano davvero incoraggiando a provare e ho iniziato a divertirmi davvero e a migliorare. Ho pensato che forse avrei potuto fare carriera e poi Cam mi ha offerto di iniziare a viaggiare con lui. Ho visto che le cose potevano funzionare, e spinto da tutti alla fine ho deciso di intraprendere questa carriera”.
    “Ero soddisfatto della mia laurea in Economia e tutto il resto, ma non ho sentito una passione. Ho pensato che se fossi riuscito a diventare davvero bravo in questo, avrei potuto avere un lavoro che amo davvero. Si è trattato di ciò che mi piace di più: il tennis o la finanza? Alla fine si è trattato di ciò che mi piace di più ed è stato un gioco da ragazzi”.
    “Adesso voglio solo ringraziare tutti coloro che hanno votato per me e tutti gli allenatori che hanno sempre dato ottimi consigli o sono stati disposti a insegnarmi qualcosa”, conclude Lugones.
    Visti i risultati eccellenti di Norrie, il premio è certamente meritato. Tuttavia sottolineiamo ancora – come già scritto al momento dell’uscita delle candidature al primo di coach dell’anno per l’ATP – che stona assai la mancanza di Riccardo Piatti tra il novero dei candidati, vista l’ascesa prepotente di Jannik Sinner nel 2021, arrivato in top 10 e in campo anche alle Finals di Torino. Inserirlo tra i migliori era doveroso.
    Marco Mazzoni

    And the winner for Coach of the Year in the #ATPAwards is… pic.twitter.com/mCQAX06xWd
    — ATP Tour (@atptour) December 13, 2021 LEGGI TUTTO

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    Raducanu positva al Covid-19, salterà l’esibizione di Abu Dhabi

    Emma Raducanu

    Brutte notizie per la stella del tennis britannico Emma Raducanu. La 19enne campionessa di US Open è risultata positiva al Covid-19 e quindi non potrà scendere in campo all’esibizione di Abu Dhabi, il Mubadala World Tennis Championship, al via questa settimana. Lo comunica il torneo attraverso una serie di Tweet.
    “Emma si trova in isolamento seguendo i protocolli necessari sanitari. Le auguriamo un pronto recupero di poterla rivedere presto in campo”, si legge in una nota. “Stiamo cercando un soluzione con un’altra tennista di massimo livello per l’incontro previsto con Belinda Bencic, avrete notizie appena possibile”.
    Ecco le dichiarazioni di Raducanu: “Non vedevo l’ora di poter giocare di fronte al pubblico di Abu Dhabi, ma sfortunatamente sono risultata positiva ad un test Covid-19. Sono costretta a rimandare l’appuntamento nel prossimo futuro. Mi trovo in isolamento seguendo le regole del caso, spero di poter tornare presto in campo”. Il quotidiano britannico Daily Telegraph riporta di sintomi lievi accusati da Emma.

    Mubadala World Tennis Championship organisers regrettably confirm that @EmmaRaducanu has tested positive for COVID-19 and has withdrawn from this week’s Championship. (1/4)#MWTC pic.twitter.com/tNuF2Jb09V
    — Mubadala World Tennis Championship (@MubadalaWTC) December 13, 2021

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