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    ATP risponde a Wimbledon: “Decisione è ingiusta, ha il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco”

    La decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi (anche se attesa) ha provocato un discreto terremoto nel mondo del tennis. Ci sono molti pareri favorevoli, come quelli dei giocatori ed ex giocatori ucraini (Dolgopolov tra i primi a congratularsi), ma anche molti cauti o contrari.
    Veloce la reazione dell’ATP, che con un comunicato si dice fermamente contraria alla decisione dell’AELTC. In un comunicato pubblicato sul sito ufficiale, afferma che i tennisti russi e bielorussi potranno continuare a giocare i tornei del tour sotto bandiera neutrale, e che questa scelta di Londra, oltre ad essere ingiusta, può diventare un precedente pericoloso per il tennis, creando una discriminazione. Ecco il comunicato pubblicato sul sito ATP.
    “Condanniamo fermamente la riprovevole invasione dell’Ucraina da parte della Russia e siamo solidali con i milioni di persone innocenti colpite dalla guerra in corso.
    Il nostro sport è orgoglioso di operare secondo i principi fondamentali del merito e dell’equità, in cui i giocatori competono individualmente per guadagnarsi un posto nei tornei basati sulle classifiche ATP. Riteniamo che la decisione unilaterale odierna di Wimbledon e della LTA di escludere i giocatori di Russia e Bielorussia dai tornei britannici di quest’anno sull’erba sia ingiusta e abbia il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco. La discriminazione basata sulla nazionalità costituisce anche una violazione del nostro accordo con Wimbledon che afferma che l’ingresso dei giocatori si basa esclusivamente sulle classifiche ATP. Qualsiasi linea di condotta in risposta a questa decisione sarà ora valutata in consultazione con il nostro Consiglio e i consigli dei membri.
    È importante sottolineare che i giocatori provenienti da Russia e Bielorussia continueranno a essere autorizzati a competere agli eventi ATP sotto una bandiera neutrale, una posizione che è stata finora condivisa dal tennis professionistico. Parallelamente, continueremo il nostro sostegno umanitario congiunto all’Ucraina nell’ambito di Tennis Plays for Peace”.
    Un comunicato duro, inequivocabile, di condanna per la scelta britannica. La guerra in Ucraina rischia di creare una spaccatura anche nel mondo del tennis. Effetti collaterali di una situazione grave, che nessuno di noi si augurava di dover vivere e raccontare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Pam Shriver si confessa: “Quando avevo 17 anni ho avuto una relazione inappropriata con il mio coach 50enne”

    Pam Shriver and Don Candy arriving in Sydney in 1982 – CREDIT: FAIRFAX MEDIA ARCHIVE

    L’ex n.3 statunitense Pam Shriver ha deciso di raccontare una pagina dolorosa della propria vita, legata ai suoi primissimi anni sul tour WTA. L’ha fatto in esclusiva per il quotidiano britannico Telegraph con il collega Simon Briggs, una sofferta confessione per aiutare tutti i giovani sportivi che si ritrovano in un rapporto complicato con il proprio coach o membro del proprio staff, e non sanno come uscirne.
    “Quando la pandemia ha ridotto il mio programma di lavoro l’anno scorso, mi sono resa conto che non potevo più rimandare. Ho finalmente trovato il coraggio di consultare un terapista e di affrontare le mie esperienze di giovane tennista. Ora, un anno dopo, ho deciso di condividere pubblicamente la mia storia” inizia Pam. Il suo racconto è diviso in un riassunto della sua vicenda intima, e poi in una seconda parte (molto dettagliata) in entra in quegli anni per lei molto complicati, fortunati in campo ma difficili per il rapporto che si era venuto a creare con il suo allenatore, Don Candy, oltre 30 anni più grande di lei.
    “Il riassunto di questa storia è che ho avuto una relazione inappropriata e dannosa con il mio allenatore, molto più grande di me, iniziata quando avevo 17 anni ed è durata poco più di cinque anni. Di seguito ho esposto i dettagli del mio viaggio doloroso ed emotivo. Non è stato facile svelare quello che è successo, ma credo che questa sia una questione importante e che deve essere portata allo scoperto. La mia motivazione principale è far sapere alla gente che tutto quel che mi ha successo mi affligge ancora, molto. Credo che le relazioni di coaching che sorpassano il limite siano così comuni nello sport, in modo allarmate. La mia esperienza particolare, però, è nel tennis, dove ho assistito a dozzine di casi nei miei quattro decenni vissuti da giocatrice prima e commentrice poi. Ogni volta che sento parlare di un giocatore che sta uscendo con il proprio allenatore, o vedo un fisio maschio che lavora su un corpo femminile in palestra, il mio campanello d’allarme suona. Non sono solo le donne a soffrire di relazioni di coaching nocive, ma costituiscono la maggioranza. A volte sono ragazze giovani e uomini molto più grandi. A volte le età sono simili e si potrebbe obiettare che due adulti consenzienti hanno il diritto di fare ciò che vogliono. Ma mescolare la tua vita personale e professionale crea ogni sorta di tensione extra, specialmente nel mondo chiuso dello sport. Per qualsiasi giocatore o atleta che leggerà tutto questo, voglio sottolineare gli aspetti negativi del sorpassare i confini personali e professionali. La mia esperienza suggerisce che, quando separi queste due parti della tua vita, non è solo il tuo benessere emotivo a migliorare, ma anche le tue prestazioni in campo. Che dovrebbe essere un incentivo a rompere il ciclo”.
    Riportiamo alcuni estratti del racconto completo, in cui Pam descrive come si sia innamorata fin da piccola del suo coach e di come lui non abbia subito approfittato di lei, ma poi la situazione sia diventata una vera relazione clandestina che lui, l’adulto, non è riuscito a gestire. Shriver conobbe il suo futuro allenatore grazie a delle lezioni intraprese da piccola nel 1971, quando aveva solo 9 anni. L’americana iniziò ad allenarsi con il coach, crescendo velocemente di risultati.
    “Quando avevo intorno a 13 anni, Don mi disse che lui e sua moglie sarebbero tornati a casa ad Adelaide per qualche mese.  Tornai a casa e mi feci la doccia. E poi, con mia sorpresa, ho iniziato a singhiozzare. Non me ne rendevo conto in quel momento, ma stavo appena entrando nella pubertà e stavo iniziando ad innamorarmi di lui”. I due continuarono il loro percorso insieme, con la rapida ascesa di Pam nel tennis Pro.
    “Nel bel mezzo di un mio periodo non facile in torneo, Don e io ci siamo trovati seduti in un’auto a noleggio fuori da un’arena al coperto a Minneapolis. Avevo appena perso un’altra partita al primo turno e Don mi parlava di cose che avrei potuto fare diversamente: il solito tipo di conversazione allenatore-giocatore. Ho iniziato a singhiozzare. Ricordo molto chiaramente di aver detto: “C’è qualcos’altro qui”. Lui mi ha chiesto: “Cosa?”, e ho risposto: “Mi sto innamorando di te”. Avevo 17 anni, lui ne aveva 50. È qui che le cose avrebbero potuto e dovuto prendere una piega diversa. Se Don fosse stato meglio informato, avrebbe potuto essere più furbo riguardo alle potenziali complicazioni che derivano dall’allenare una ragazza adolescente. Chiaramente, non era un predatore. Quando ho parlato in quell”auto a noleggio, non sapeva cosa fare. Ma aveva questo grande talento per le mai, una finalista agli US Open di soli 16 anni (aveva giocato la finale nel 1978, ndr), e non voleva lasciarmi andare. Ho ancora sentimenti contrastanti su Don. Sì, io e lui siamo stati coinvolti in una relazione lunga e inappropriata. Stava tradendo sua moglie. Ma c’era molto in lui che era onesto e autentico. Lo amavo. Lui era l’adulto, avrebbe dovuto essere un adulto degno di fiducia. In un mondo diverso, avrebbe trovato un modo per mantenere le cose professionali. Solo dopo la terapia ho iniziato a sentirmi un po’ meno responsabile. Ora, finalmente, mi sono resa conto che quello che è successo è colpa di lui. La mia relazione con Don è stata un’esperienza traumatica per me. I postumi sono durati ben oltre il tempo trascorso insieme. La nostra relazione ha plasmato la mia intera esperienza di vita romantica. Ha complicato la mia capacità di formare relazioni normali e ha stabilito determinati schemi che si sarebbero ripetuti: la mia continua attrazione per gli uomini più anziani e le mie difficoltà nel capire come mantenere sani confini. I successivi cinque anni furono un periodo in cui tutto diventava sfocato, quando i confini venivano superati. Ero così giovane, non sapevo come chiedere aiuto. Non capivo in cosa mi stavo cacciando e non sono sicura che lo capisse nemmeno lui. La relazione iniziò a diventare fisica, intima. In realtà non abbiamo avuto rapporti fino a quando avevo 20 anni, due anni e mezzo dopo la nostra conversazione nell’auto a noleggio a Minneapolis. Ma abbiamo condiviso le stanze. Abbiamo fatto praticamente tutto quello che due persone attratte l’una dall’altra possono fare. Don non ha mai abusato sessualmente di me, ma c’è stato un abuso emotivo. Ho provato tante emozioni orrende e mi sono sentito così sola”.
    Una confessione dolorosa che, va avanti raccontando come poi il loro rapporto si interruppe e con altri coach non accadde poi niente dal punto di vista sentimentale. Chiusa quella pagina, Pam visse “i migliori anni della mia vita”, libera da quella relazione. Il suo racconto si chiude con un accusa al mondo dello sport, che porta a queste problematiche, una riflessione e una domanda: “Il nostro primo e più grande ostacolo è la cultura del silenzio. Se vogliamo proteggere gli atleti di domani, più persone devono parlare delle loro storie. Stiamo parlando di insidie che colpiscono molte, molte persone. L’intera questione deve uscire dai luoghi oscuri dello sport. Ma le autorità sono pronte ad ascoltare? In passato delle occasioni sono state perse. Nel 1993, il giornalista investigativo Michael Mewshaw scrisse un libro, Ladies of the Court, in cui suggeriva che il tennis ‘deve avvisare i giocatori sul potenziale abuso [e] avvertire gli allenatori che il comportamento di sfruttamento sarà penalizzato’. La sua ricompensa per aver tentato squarciare quel velo di omertà è stata vedere il suo libro bandito dai tornei. Spero che possiamo fare di meglio nel 2022″.
    Pam Shriver ha dimostrato un enorme coraggio nel mettersi a nudo, nel confessare un passato così difficile nella speranza di poter aiutare i giovani che rischiano (o vivono) situazioni simili.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sonego, l’importanza della fiducia

    Lorenzo Sonego

    Quanto conta la fiducia nel tennis? Si potrebbe azzardare un “tutto”, forse un tantino eccessivo ma non così lontano dalla realtà. La palla corre veloce, il livello è mediamente molto alto, si ambisce a salire verso posizioni che ti consentono di partecipare ad un ricco banchetto. La competizione è feroce, basta poco a farsi superare e restare indietro, invischiato in retrovie per nulla comode. La situazione è ancor più tesa se devi confermare grandi risultati della stagione precedente, magari ottenuti oltre le più rosee aspettative, con la pressione che fa salire a dismisura il barometro. Solo con grande fiducia nei propri mezzi riesci a reggere questa situazione, giocare un ottimo tennis, fare risultati e confermare punti e posizione. Non è un percorso facile, non è scontato farcela.
    Facile associare la parola fiducia ai giocatori più in forma del momento, capaci di grandi risultati; altrettanto additare la mancanza di fiducia come problema principale per coloro che invece stentano. Tra quest’ultimi possiamo inserire il nostro Lorenzo Sonego, che dopo un buon inizio di stagione da metà febbraio si è un po’ fermato, inclusa la brutta sconfitta in Davis in Slovacchia, che sicuramente ha pesato molto sul suo morale.
    Ieri ha vinto una discreta partita contro Elias Ymer a Barcellona (6-4 6-2), che lo porta ad una probabile sfida non facile contro Carreno Busta. La vittoria contro lo svedese è la foto esatta di come la fiducia sia fondamentale per il gioco di Lorenzo, e di quanto ultimamente gli sia mancata. Non sta attraversando un momento eccezionale nemmeno sul piano atletico, un piccolo appannamento che ci sta; ma è soprattutto il lato mentale quello che deve ritrovare, per tornare quel tennista formidabile capace di imprese eroiche, esaltanti.
    Sonego è un ragazzo fenomenale. Ha cavalcato con leggerezza il suo sogno, trasformandolo in realtà meravigliosa e facendone il suo punto di forza, quanto o più dei suoi colpi. Lottatore impavido, lucidissimo, è pronto a spremere ogni stilla di energia in campo, rincorrendo in difesa e scattando come una molla in attacco. Un cliente pericoloso per moltissimi ottimi giocatori, perché quando Lorenzo si esalta nella lotta e fa correre a tutta servizio e diritto, trova giocate che non ti aspetti. Coraggio leonino, visione, trascinatore di se stesso e delle folle. Rischia “Sonny”, o tutto o niente. “La fortuna aiuta gli audaci”. Va di petto contro i propri limiti, sapendo benissimo di poter cadere rovinosamente ma senza la paura di farsi male. Questo è il Sonego di Roma, che se la gioca quasi alla pari col Super-Djokovic in semifinale dopo averne fatti secchi diversi, tra cui Rublev. Il Sonego di tante vittorie conquistate con cuore e colpi.
    Ultimamente quei colpi, soprattutto servizio e diritto, sono stati meno incisivi. Tanti errori, con il braccio meno sciolto. Meno frustate a tutta per cercare il vincente o l’attacco verso la rete, ma palle più lavorate, meno incisive e profonde, preda di vari “martellatori”. Eccelle in difesa, ok, ma a furia di restarci… perdi. Prime palle meno sicure, e troppe seconde non così incisive. Quando hai un tennis a-la-Sonego, fatto di rischio, di sensazioni positive, di coraggio, aver la fiducia per provarci sempre è decisivo. Contro Ymer ieri ha spinto bene, poi qualche errore. Nel momento di chiudere il primo set, ecco la tensione. Colpi più corti, qualche errore. Quindi la liberazione, con una rincorsa splendida chiusa in avanzamento. Urla “Sonny”, scaccia le tensioni. E non si ferma più. Chiude il set, doppio break a suo favore nel secondo e stretta di mano, da vincitore.
    Lo svedese è un tennista alla portata dell’azzurro, ma anche in una “semplice” partita come questa, è stato evidente come il Sonego più libero e in fiducia sia tutt’altro giocatore rispetto a quello che si fa prendere da tensione e dubbi, diventando conservativo, deprimendo oltre misura il proprio potenziale. Questo vale per tutti, ma ancor più quando hai un tennis così sbilanciato verso il limite come quello del piemontese.
    È sempre un grande piacere ammirare una bella partita di Lorenzo, perché dentro ci ritrovi l’essenza di quel che rende bello il tennis. Rischia, vede angoli e ci prova; si difende su tutti gli attacchi, rincorrendo anche quel che sembra impossibile e spesso ci riesce pure. Sbaglia, ma non crolla, anzi ci prova ancor più forte e ancor più convinto. Due diritti d’attacco out? Il terzo sarà ancor più aggressivo se la tattica è quella giusta. Dobbiamo aver pazienza e fiducia in Sonego. Bastano poche belle partite per tornare a volareMarco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner, con la presenza di ieri sconfiggere Zverev non è impossibile

    Jannik Sinner, per la prima volta nei quarti al MCCC

    Dolce svegliarsi con le luci, colori e profumi della primavera che accompagnano il caffè mattutino. È ancor più dolce quando hai ancora in testa la prepotente prestazione di Jannik Sinner di ieri sul rosso di Monte Carlo. Jannik aveva iniziato tutt’altro che bene il torneo. Traballa, soffre, sbaglia, forza pallate fuori, non cambia ritmo, ha problemi fisici, addominali, vesciche, ha dubbi tecnici, non tira il lungo linea, fa pochi punti con la seconda… Quest’elenco di mezzi orrori tennistici, letti e strascicati ogni dove potrebbe continuare. Alcune critiche sono anche corrette, basate su sensazioni reali e numeri. Ma… Alla fine arriva al venerdì di uno dei tornei più prestigiosi e importanti dell’anno, e com’è – come non è, Jannik Sinner te lo ritrovi in campo come terzo match sul Court Rainier III. Quel campo ricco di storia che ieri si è esaltato, è diventato una bolgia – e non solo grazie a supporter italiani – sulle bordate di Sinner. Quell’avvio incerto è stato spazzato via da una reazione leonina all’inizio del secondo set. Sotto in un break, quelle due bordate improvvise, senza senso o al contrario pregne di mille significati, hanno spaccato il muro del rivale. Tutto crollato in pochi minuti per Rublev, mentre l’azzurro si è preso il campo, gli angoli, la riga di fondo. La testa di Andrey, e non l’ha mollato più, sino a quella risposta vincente di rovescio sul match point.
    Una grande vittoria, contro un grande avversario. Oggi siamo a quarti. Si avanza nel torneo, si alza l’asticella. Al di là della rete ci sarà Alexander Sasha Zverev. Quasi due metri di potenza e talento, discretamente incasinati in una personalità che definire conflittuale al limite dell’autodistruttivo è dir poco… Forse proprio in questo Sinner deve spingere per provare a vincere una partita molto difficile ma non impossibile. 
    Sinner intanto ha già battuto Zverev. Roland Garros 2020, proprio su terra. Era il loro primo incontro. Jan giocò quello Slam con le ali ai piedi, impressionando tutto il mondo del Grande tennis che ancora poco lo conosceva. Era fresco nell’autunno parigino, i campi non erano granché veloci, zuppi di umidità. La pressione continua e accelerazioni di Sinner scardinarono in 4 set la potenza del tedesco, che non capì molto di quella sconfitta dal punto di vista tattico. Non servì bene, subì per gran parte dell’incontro gli schemi ordinati dell’azzurro, uscendo sconfitto a sorpresa. Sinner era in grandissima forma, tanto che fece partita pari contro un immenso Nadal, fu l’avversario che più lo mise alle corde nel torneo, più di Djokovic sul piano del gioco puro.
    Sono passati due anni da allora. Zverev ha incrociato Jannik altre due volte, prendendosi due rivincite: in condizioni indoor a Colonia (Sasha vinse il torneo) e allo scorso US Open, nel periodo in cui il tedesco ha espresso il suo miglior tennis in carriera, forte dell’Oro olimpico appena vinto.
    Zverev quindi sarà favorito? Sì, ma una eventuale vittoria di Sinner non sarebbe necessariamente un’impresa. Jannik, lo Jannik visto ieri dal secondo set, ha tennis, fisico e testa per battagliare ad armi pari e sconfiggere anche un ottimo Zverev.
    Sottolineo il discorso mentale, della forza e presenza in campo. Ieri ha rimontato e superato il russo soprattutto grazie a quello, una consistenza, forza e fiducia che è esplosa consentendogli di rubare spazio al rivale, di tirare fiammate micidiali col diritto e inchiodare Andrey sul rovescio. Gli ha preso tutto: fiducia, metri di campo, angoli. Una forza brutale, come poche volte si era visto in carriera Pro-Sinner. Contro Zverev dovrà non solo a giocare bene, deve imporre la stessa tigna, quella forza di animo, di fisico e fiducia che rende il suo pressing in campo formidabile.
    Sasha ha un potenziale quasi sterminato. Se servirà come nei giorni migliori, sarà durissima per Jannik, come lo è per tutti. Il tedesco ha già vinto Masters 1000 sul rosso, ha battuto tutti i migliori. Potrebbe partire fortissimo con la battuta, disegnare il campo col rovescio, spingere forte col diritto. Potrebbe “spazzare” via Sinner con bordate potenti e precise, se il servizio lo sostiene. Ma… Sasha è un giocatore molto umorale, può incartarsi da solo quando perde fiducia o diventa nervoso, quando la prima palla non lo sostiene e il rivale lo costringe in difesa o non gli consente di macinare il suo gioco. In quel caso il servizio si inceppa, e la seconda palla è tutt’altro che ottima; perde campo e diventa difensivo. Si mette “a remare”, e cerca di ribaltare il momento difendendosi, giocando troppo dietro, commettendo errore col diritto. Le bordate di Jannik viste ieri, con quella aggressività e continuità (nonostante qualche errore che ci sta, visti i rischi presi) potrebbero esattamente provocare queste reazioni a catena che distruggono le certezze di Zverev e lo mandano in bambola. Sul rovescio può fare quasi partita pari (quello di Zverev è più potente), deve giocare assolutamente bene con i colpi di inizio gioco: prime sicure e risposte ficcanti, per mandare all’indietro Sasha. Deve soprattutto mettergli dubbi, far sentire la sua presenza in campo, che il rivale c’è, è forte e sicuro. Allora la partita potrebbe diventare molto, molto interessante per l’azzurro. Potrebbe diventare un’altra partita bellissima.
    Zverev viene da un periodo tutt’altro che buono. Nella doppietta USA di primavera è uscito malamente a Indian Wells all’esordio, e ha perso giocando piuttosto male contro Ruud a Miami. Era reduce dalla pagina nerissima di Acapulco. Non è in grande confidenza, ha gli occhi del mondo puntati contro, e non sono esattamente “occhio dolci”. Sinner può giocare una grande partita, e vincere. Il Sinner cresciuto così tanto nel torneo non deve temere niente, solo far scorrere il suo gioco, divertendosi ad esplorare il campo, provare nuove soluzioni, vivere intensamente queste partite. I limiti sono fatti per essere superati.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Monte Carlo: Granitico Sinner! Rimonta Rublev e vola ai quarti contro Zverev

    Jannik sul rosso di Monte Carlo

    Che grinta, che testa e che forza Jannik! Sinner rimonta un set di svantaggio ad Andrey Rublev, regalandosi i quarti di finale al Masters 1000 di Monte Carlo. L’azzurro vince 5-7 6-1 6-3 in poco meno di 2h e 30 di gioco, con una prestazione non perfetta dal punto di vista tecnico ma in grande crescendo, e soprattutto enorme per agonismo, capacità di reazione e presenza. Era partito male, contro un Rublev centrato e travolgente. Era riuscito a riacciuffare la parità sul 5 pari ma ha perso il primo set 7-5. Sotto subito di un break nel secondo, la partita pareva purtroppo indirizzata dalla parte del russo. Invece ha trovato una grandissima reazione, approfittando di un momento di distrazione di Rublev. Un contro break che ha invertito la partita a suo favore: Jannik è diventato via via sempre più sicuro, incisivo nello scambio, aggressivo. Ha “terrorizzato” il russo con risposte profonde, che l’hanno letteralmente mandato in tilt al servizio. Si è preso di forza il secondo set, e ha continuato a pressare anche nel terzo, con solo un momento di sbandamento (un contro break subito). Ma ormai aveva preso possesso dello scambio, con diritti sempre più profondi, bravissimo ad aprirsi il campo e chiudere di prepotenza. Qualche errore, per il grande ritmo imposto ed i rischi presi, ma ha vinto di prepotenza, di intensità, di presenza e cattiveria agonistica. Gran livello di agonismo, si è dimostrato più forte del rivale, come tennis e come testa.

    La cronaca della partita.
    Sinner scatta al servizio. Non c’è il vento terribile di ieri, ma qualche errore di troppo gli costa una palla break. Scambio di ritmo, sbaglia Jannik col diritto in rete. Con 4 punti di fila da 40-15, il russo opera un BREAK immediato. Sinner non trova il campo col diritto e in risposta, Rublev senza grandi meriti vince 8 punti di fila per il 2-0. Non ingrana l’azzurro, doppio fallo e poi una “stecca” che lo condanna allo 0-30 (e decimo punto perso di fila). Interrompe l’emorragia Sinner con un bel forcing, ma è costretto ad affrontare la palla del doppio break sul 30-40 per un altro errore di rovescio. Se la gioca bene, servizio esterno e diritto lungo linea da sinistra vincente. Jannik ha bisogno di tenere fermo sul rovescio Rublev per aprirsi il campo, partendo dalla prima di servizio. Un errore di Andrey consegna il primo game a Jannik. Il set avanza spedito sui turni di servizio, si ricava poco in risposta. Rublev pressa a tutta col diritto, Jannik cerca di inchiodarlo sul rovescio e muovere di più il gioco com improvvise accelerazioni sulla destra del russo, angolo che lascia più scoperto. Sul 3-2 30 pari, una risposta molto profonda di Jannik sorprende Rublev. 30-40 e prima palla break per l’azzurro, che però sbaglia la risposta cercando di essere aggressivo. Il martellamento di Andrey è asfissiante, 4-2 avanti. È cresciuto il servizio di Jannik, che segue con un primo colpo incisivo per non cadere nella morsa del gioco monocorde ma di grande intensità del russo, ma a volte la palla gli scappa via. Cerca la via della rete Rublev, ma non tiene un consistente passante di Sinner. L’azzurro ha iniziato a macinare un tennis discreto, sostenuto dalla prima di servizio, ma è necessario incidere in risposta per riaprire il set. Invece Rublev è una “macchina” nei suoi game, spinge in sicurezza e non rischia quasi niente. Jannik non trova la variazione necessaria ad incrinare lo scudo del rivale. Serve sul 5-4 Rublev. Sul 30-15 Sinner finalmente chiude il rivale nell’angolo sinistro col rovescio e lo infila col rovescio lungo linea. Un insolito errore del russo gli regala la palla break sul 30-40! Niente prima in campo, e… Doppio Fallo! BREAK Sinner, 5 pari, bravissimo Jannik a cogliere subito il minimo varco lasciato dal rivale, e mettergli pressione con quello splendido rovescione vincente. Un classico non forzato col diritto in scambio gli costa un pericoloso 15-30. Altro brutto errore col diritto, cercando di uscire dalla pressione di Andrey. 15-40, due chance per i nuovo allungo per il moscovita. Purtroppo la prima ha abbandonato Jan nel game… Annulla la prima PB con un bel pressing di rovescio; ancora la spinta a tutta sul rovescio salva Sinner. Rischia tanto l’azzurro, un errore col rovescio gli costa un’altra palla break. È costretto ad aggredire una palla corta e bassa a metà campo, ma il diritto muore in rete. Nuovo BREAK Rublev, torna avanti 6-5. Prova a “spaccare la palla” col diritto l’azzurro, e trova un altro bellissimo vincente col rovescio lungo linea. 30 pari da 30-0, stessa situazione vista sul 5-4. Attacca a tutta Jannik, ma che difesa di Rublev, alla fine è Sinner il primo a forzare out. Set Point Rublev. Spara in rete col diritto Andrey. C’è bagarre, sente la tensione il russo, che sbaglia anche sul secondo set point. Chiude al terzo Set Point, con un ritmo insostenibile col diritto. 56 minuti, sempre a rincorrere Jannik, peccato per aver perso il game sul 5 pari, una volta rimontato. 23 errori per Sinner, troppi rispetto ai 13 di Rublev, più costante e consistente per tutto il set.
    Secondo set, scatta Jan alla battuta, ma va subito in difficoltà. Pressa Andrey, e l’azzurro sbaglia. 0-30. Male, malissimo col rovescio da tre quarti campo, classico regalo che porta in dote 3 palle break a Rublev. Uff, sbaglia un rigore a porta vuota il russo sulla prima, graziato l’azzurro. Con una prima al T annulla la 2a; purtroppo il BREAK arriva sulla terza, vola largo un diritto di Jannik. Secondo break consecutivo subito, è evidente come cerchi di andare sovra ritmo per non cadere nella morsa del russo. Nel secondo gioco, sul 30 pari, Jannik si inventa una palla corta micidiale, imprendibile, che taglia le gambe al rivale dopo uno scambio di 26 colpi e gli vale una palla break. Tutto lo stadio lo sostiene. Eccolo! BREAK Sinner, a braccia alzate chiama il pubblico. Rublev invece si arrabbia col giudice di sedia per aver interrotto il suo ritmo al servizio avendo chiamato con la radio il trainer mentre serviva. Lo score che segna 1 pari. Si è innervosito malamente Andrey, mentre Sinner chiude il terzo game (e settimo punto di fila) con un rovescio meraviglioso. 2-1 Sinner. Arriva il trainer, lavora sull’alluce di Jannik una vescica sotto al callo, sanguina. Rublev ha perso la sicurezza nella spinta e il controllo dello scambio. Jannik spinge, comanda, si procura un’altra palla break sul 30-40. Andrey su butta avanti, ma non tocca bene di contro balzo e viene passato all’azzurro. BREAK Sinner, parziale micidiale che gli ha dato grande sicurezza nel suo pressing. Cerca e trova anche la smorzata, chiude l’angolo con grande facilità, mentre Rublev ora sbaglia. Tutto velocissimo per l’azzurro, vola 4-1 in scioltezza (nonostante un doppio fallo) e continua a pressare anche in risposta. Il russo è in confusione: ha perso riferimenti, concentrato e sfiduciato. Come un toro accecato dal rosso, sparacchia fuori pallate, o affossa in rete sulle risposte aggressive di Jannik. Bravo a sfondare col diritto l’azzurro, apre il campo e chiude. Strappa di nuovo il servizio al rivale con un passante di rovescio (male l’affondo di Andrey….) per il terzo BREAK del set, vola 5-1 e chiude 6-1 con un game perfetto, due Ace. Che svolta, Sinner sotto di un break infila 6 games di fila (parziale di 24 punti a 5 dopo il break). Incredibile, quanto conta la testa nel tennis… e quanto un momento può spaccare e invertire una partita che pareva già indirizzata.
    Terzo set, scatta il russo alla battuta. Sembra meno furioso rispetto alla bruttissima conclusione (per lui!) del secondo set. Si lotta, palla su palla e con grande ritmo. Travolgente Jannik col rovescio, chiude l’angolo con una velocità mostruosa, è palla break! Sbaglia in scambio col rovescio l’azzurro, un errore tatticamente grave. La prima del russo non va, la risposta di Jannik è profonda, ma si salva Andrey, 1-0. Bene con la prima l’azzurro e consistente col diritto, 1 pari. Terzo game, Rublev sbaglia di poco due diritti, 0-30, momento critico… arriva il doppio fallo sul 15-30, sente la pressione della risposta di Sinner che è diventata incisiva. 15-40, due palle break per Jan. Ottimo servizio da destra, e poi anche a sinistra, chiuso con un smash facile. Ma nello scambio sente la tensione, il rovescio del moscovita vola via. Terza palla break del game, e seconda palla… Rublev si butta avanti con poco, il rovescio dell’azzurro è consistente, la volée vola via. BREAK SINNER! 2-1 e servizio, ora è Jan controllare il gioco e mentalmente la partita, mentre la tensione divora letteralmente il russo, come dimostra la sua paura sulle seconde palle, tirate e velocità ridicole. Purtroppo il quarto game è complicato per Sinner, commette un paio di errori col diritto che lo condannano al 15-40. Si aggrappa al servizio e chiude sotto rete, cancellando la 1a chance; spedisce malamente in rete un rovescio in scambio. Sembrava in controllo, 3 errori gli costano il Contro Break, 2 pari, tutto da rifare. Rublev resta in grave difficoltà a difendersi sulla seconda di servizio, Sinner è molto aggressivo, piedi in campo. Le pressione gli fa commettere un doppio fallo sul 30 pari, e Jannik lo trafigge con un vincente di diritto, per l’ennesimo BREAK. 3-2 e servizio Sinner, di nuovo in vantaggio, ora è il momento di non sbandare più e chiudere la partita col servizio, con tennis solido, senza regali. Si inventa un’altra smorzata Jan, giocata benissimo dopo aver allontanato l’avversario. Esulta con il suo angolo dopo la giocata, e poi serve con consistenza e spara uno smash di diritto, imprendibile. Stavolta consolida il vantaggio, 4-2, a due games dai quarti di finale, con tutto il pubblico dalla sua parte. Il servizio di Rublev è totalmente andato, non solo la seconda è tremebonda, anche la prima è calata come percentuale. Sinner vuole chiuderla qua, impone un ritmo forsennato, ormai Andrey è chiuso in difesa. Un altro doppio fallo condanna Rublev ad una palla break che profuma di match point… Se la gioca con coraggio, prima esterna veloce e diritto incisivo. Si salva ancora il russo, resta in scia 3-4. Solid as Rock Jannik, gioca in modo autorevole l’ottavo game, 2 Ace e un gran diritto, per il 5-3. Vuole chiuderla qua Jan, scarica pallate violente e precise, Rublev è disarmato. Sul 15-40 ha due Match Point. Chiude subito, con una risposta di rovescio vincente SPAZIALE! Una vittoria in rimonta, difficile, strappata con le unghie. Una prestazione in crescendo, sia come tecnica ma soprattutto come forza mentale ed agonistica. Si è dimostrato più forte del rivale, nel senso pieno del termine. Bravo! Ora i quarti, contro Zverev.

    [5] Andrey Rublev vs [9] Jannik Sinner ATP Monte Carlo Andrey Rublev [5]713 Jannik Sinner [9]566 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 3A. Rublev 15-0 15-15 15-30 15-403-5 → 3-6J. Sinner 15-0 30-0 ace 30-15 40-15 ace3-4 → 3-5A. Rublev 15-0 30-0 30-15 df 30-30 40-40 A-40 40-40 40-A df 40-40 A-402-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4A. Rublev 15-0 15-15 df 15-30 30-30 30-40 df2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-401-2 → 2-2A. Rublev 0-15 0-30 15-30 15-40 df 30-40 40-40 40-A1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1A. Rublev 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 ace 30-0 ace 40-01-5 → 1-6A. Rublev 15-0 15-15 15-30 15-401-4 → 1-5J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 df1-3 → 1-4A. Rublev 0-15 0-30 15-30 30-30 30-401-2 → 1-3J. Sinner 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2A. Rublev 15-0 15-15 df 30-15 30-30 30-401-0 → 1-1J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-40 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Rublev 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-406-5 → 7-5J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A5-5 → 6-5A. Rublev 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 df5-4 → 5-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace5-3 → 5-4A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 5-3J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-404-2 → 4-3A. Rublev 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-403-2 → 4-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-153-1 → 3-2A. Rublev 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1J. Sinner 0-15 df 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-402-0 → 2-1A. Rublev 15-0 30-0 40-01-0 → 2-0J. Sinner 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-30 40-40 40-A0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Monte Carlo: Sinner supera Ruusuvuori in due set, match segnato da troppi errori

    Jannik in campo nel Principato

    Jannik Sinner fatica ma sconfigge Emil Ruusuvuori 7-5 6-3, guadagnandosi un posto agli ottavi di finale del Masters 1000 di Monte Carlo. Una partita segnata da troppi errori, non solo da parte di Jannik ma anche di Ruusuvuori, condizionata da forti folate di vento che hanno reso difficile trovare ritmo e precisione negli scambi.Alla fine ha prevalso la maggior classe e sostanza dell’azzurro, bravo ad alzare il livello nel finale del primo set e compiere l’allungo decisivo nel terzo game del secondo parziale. Jannik aspetta il vincente di Rublev vs. De Minaur.
    L’aspetto più positivo di questo match per Sinner è il risultato. Una vittoria che lo porta per la prima volta negli ottavi del prestigioso torneo del Principato. Anche l’aver giocato senza apparenti problemi fisici, dopo i fastidi ai muscoli addominali che avevano condizionato il suo esordio nel torneo. Purtroppo la prestazione di Jannik è stata modesta, contraddistinta da una caterva di errori, anche banali per un tennista con la sua mano e controllo. A sua parziale scusante (e di Ruusuvuori), le condizioni oggi a Monte Carlo, tutt’altro che facili. Folate di vento, tese e improvvise, rendevano difficile controllare la palla in sicurezza. Una situazione che l’azzurro soffrirà sempre per il suo modo di impattare la palla e di costruire lo scambio. Sinner infatti ama impatti puliti, netti sulla palla, non la lavora molto col polso, soprattutto col rovescio. Infatti proprio dal lato sinistro ha commesso tanti non forzati per lui davvero inusuali, non solo cercando velocità ma anche in normalissimi scambi in diagonale. Palle che di solito un Sinner “normale” impatta col pilota automatico e non sbaglia mai. Inoltre giocare con un vento del genere, rende difficile per l’azzurro imbastire quella progressione, quel ritmo forsennato che mette in difficoltà l’avversario. Accelera forte Jannik e prepara l’impatto in anticipo, quando la palla svaria l’errore è dietro l’angolo. Col diritto è riuscito a gestire meglio certe giocare, scavando di più la palla sotto, ma anche da destra gli errori sono stati tanti.
    Probabilmente per colpa del contesto difficile, Sinner ha giocato trattenuto, insicuro, non è riuscito a trovare la misura; almeno fino alla metà del secondo set, quando il vento è un minimo calato e il suo pressing è diventato, finalmente, più continuo e preciso. Per la gran parte dell’incontro, Jannik ha giocato un match molto conservativo, per scarsa fiducia e feeling con i propri colpi. Solo a sprazzi è riuscito a prendere in mano il ritmo degli scambi, imponendo la sua progressione e velocità, nettamente superiore a quella del rivale. Lì si è visto il gap netto con il finlandese, che ha un tennis discretamente simile a quello dell’azzurro ma meno efficace e preciso. Con meno errori, e qualche punto in più col servizio – nel secondo set è molto salito con la prima – avrebbe probabilmente vinto più facilmente, ma oggi è andata così. Il miglior Sinner si è visto negli ultimi games dell’incontro: più sciolto e sicuro al servizio, ha accelerato con sicurezza col diritto e trovato qualche bel rovescio.
    In una giornata complicata, l’importante è portare a casa la vittoria senza danni, senza infortuni, e meglio in due set per non accumulare fatica sulle gambe. Domani potrebbe esserci Rublev al di là della rete, servirà una prestazione sicuramente più solida e con meno errori.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita.
    Il match inizia con Ruusuvuori alla battuta. Quasi non si scambia, un Ace per Emil e via 1-0. Qualche errore col rovescio per Sinner, incluso un back sul 30 pari (scambio con qualche rimbalzo strano) che gli costa subito una palla break da difendere. Rischia il doppio fallo, ma è aggressivo, si apre il campo e chiude col diritto inside out. 1 pari. La giornata è segnata da un vento molto teso, con folate improvvise che rendono difficile controllare la palla. Non condizioni ideali per un “colpitore” come Jannik, che accelera prendendosi molti rischi e non lavora molto il colpo. Non riesce a far un punto in risposta l’azzurro, 2-1 Ruusuvuori, è più falloso Sinner in questi primi game, anche quando è al servizio. Funziona meglio il diritto di Jannik, con cui impatta la palla dall’alto e riesce a lavorarla maggiormente col polso. Con un back velenoso sul 30 pari, Emil pizzica fuori posizione l’azzurro e si procura la seconda palla break del match. Perfetto Sinner, Ace. Vola però il diritto nel punto successivo, ancora palla break. Comanda col diritto dal centro e cancella anche la terza chance al rivale. Alla fine il BREAK arriva, alla quarta PB, con un doppio fallo. 3-1 Ruusuvuori. Si becca pure un warning Jannik per aver calciato via la palla di rabbia. Finalmente Sinner vince un punto in risposta, grazie al doppio fallo di Emil. Altro doppio fallo, 15-30. Le condizioni di gioco sono molto complicate, non c’è un bel tennis, è solo un cercare di tenerla in campo. Un altro errore del finlandese, 15-40, due palle del contro break per Sinner. OK la seconda: con un gran diritto lungo linea l’azzurro strappa il BREAK, serve sul 2-3. Brutta giornata finora per l’azzurro col rovescio, da 40-0 si ritrova ai vantaggi. Il 16esimo errore dell’azzurro lo condanna ancora a palla break. E stavolta sbaglia Ruusuvuori. Salta in piedi il pubblico al primo grande winner di Jannik, un cross di diritto stretto favoloso, imprendibile. Salito il livello finalmente, scambi più veloci e spettacolari dopo un “festival di errori”. Ben 16 punti per arrivare a 3 pari. Un game sofferissimo che dà slancio a Sinner in risposta. Scarica diritti e rovesci violenti e precisi, Ruusuvuori non contiene la furia di Jannik, per lo 0-40. Salva la prima palla break Emil indovinando un rovescio vincente, ma niente può sul forcing brutale dell’azzurro sul 15-40. BREAK Sinner, bravo ad alzare il ritmo e la consistenza del suo pressing, sbaragliando il rivale. 4-3 Sinner, terzo gioco di fila (e due break). Quando il set pareva ben indirizzato, un paio di accelerazioni di Emil e un classico unforced di Jannik portano l’ottavo game 0-40. Vola via il diritto di “Jan”, brutto passaggio a vuoto dell’azzurro, siamo 4 pari. Sembra aver perso di nuovo la misura con i suoi drive Jannik, troppi errori per il 5-4 Ruusuvuori. Siamo 30 pari, il finnico a due punti dal set. Poco aiuto dal servizio per Sinner… ma esagera Ruusuvuori nella spinta. Con un Ace Jannik si porta 5 pari. Ora è Ruusuvuori a crollare al servizio. Sul 30 pari affossa maldestramente una seconda a metà rete, palla break Sinner! Si difende bene l’azzurro, Emil alla fine va fuori giri col diritto. Urla Jan, un BREAK che lo manda a servire sul 6-5. Male però Jannik, incassa un gran rovescio e poi manovra con una posizione troppo arretrata, per lo 0-30. Finalmente torna aggressivo, si prende di volo un bel 15, quindi trova un servizio esterno preciso. Una risposta lunga regala a Sinner il Set Point. Ancora col servizio esterno, strappa il punto decisivo. 7-5 Sinner, quanta fatica, in un’ora esatta di tennis tutt’altro che di qualità.
    Secondo set, inizia Ruusuvuori alla battuta. Buon game, 1-0 per lui. Solido anche Jannik nel suo primo game, il vento sembra calato, la palla fila più rapida e ci sono meno errori in costruzione da parte di entrambi. L’azzurro trova un ottimo cambio col lungo linea sul 30 pari, sbaglia Emil, concedendo la prima palla break del set. Sinner aggredisce una seconda palla corta, vola a rete ma l’attacco è corto e incassa il passante lungo linea. Un brutto errore col diritto costa a Ruusuvuori la 2a PB. Doppio fallo! Come nel primo set, lancio di palla basso, impatto orribile e palla a metà rete per il finlandese. BREAK Sinner, 2-1 e servizio. Non riesce a scappar via e spaccare la partita Jannik, sbaglia ancora e un doppio fallo lo condanna alla palla break. Si salva, ma segue un altro errore. Si aggrappa al servizio per cancellare la seconda chance del game. Con fatica e grazie al servizio, riesce finalmente a consolidare il vantaggio, portandosi 3-1, per la prima in fuga nel match. Forse il vantaggio ha liberato il braccio dell’altoatesino, che trova una spallata col diritto micidiale, bellissima. Ma fa tanta fatica a controllare la spinta con continuità, troppi errori oggi. Servizio e diritto, Sinner non sbanda e il match per la prima volta scorre sui turni di servizio. Il campo è diviso tra luci e ombre, è il momento più complicato della giornata per la visibilità, con Sinner che serve avanti 4-3. Aggressivo l’azzurro col diritto, e ora trova anche qualche punto col rovescio cross, soluzione che invece gli è costata tanti errori oggi. Ottimo game, chiuso con una palla corta perfetta, per il 5-3. Emil è forse scoraggiato, non è più riuscito ad incidere in risposta perché Jannik ha sbagliato di meno nell’ultima fase. Scaraventa un dirittaccio in rete, e quindi doppio fallo. 0-30, a due punti dal successo Sinner. Bell’affondo col rovescio di Sinner in risposta, 0-40 e Tre Match Point! Trasforma il terzo, out il rovescio di Emil. Game Set Match Sinner. Che fatica, una partita bruttina, ma alla fine è arrivato un successo che lo porta agli ottavi, suo miglior risultato nel torneo.

    [Q] Emil Ruusuvuori vs [9] Jannik Sinner ATP Monte Carlo Emil Ruusuvuori53 Jannik Sinner [9]76 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2E. Ruusuvuori 0-15 0-30 df 0-40 15-40 30-403-5 → 3-6J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-153-4 → 3-5E. Ruusuvuori2-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-302-3 → 2-4E. Ruusuvuori 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-3 → 2-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 df 40-40 40-A 40-40 A-401-2 → 1-3E. Ruusuvuori 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A df1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace1-0 → 1-1E. Ruusuvuori 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-6 → 5-7E. Ruusuvuori 15-0 15-15 15-30 df 30-30 30-40 df5-5 → 5-6J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace5-4 → 5-5E. Ruusuvuori 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-4 → 5-4J. Sinner 0-15 0-30 0-403-4 → 4-4E. Ruusuvuori 0-15 0-30 0-40 15-403-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-403-2 → 3-3E. Ruusuvuori 15-0 15-15 df 15-30 df 15-40 30-403-1 → 3-2J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 ace 40-A 40-40 40-A df2-1 → 3-1E. Ruusuvuori 15-0 30-0 40-0 ace1-1 → 2-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1E. Ruusuvuori 15-0 30-0 ace 40-00-0 → 1-0
    2 ACES 36 DOUBLE FAULTS 345/60 (75%) FIRST SERVE 41/76 (54%)29/45 (64%) 1ST SERVE POINTS WON 27/41 (66%)5/15 (33%) 2ND SERVE POINTS WON 17/35 (49%)5/10 (50%) BREAK POINTS SAVED 6/8 (75%)11 SERVICE GAMES PLAYED 1014/41 (34%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 16/45 (36%)18/35 (51%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 10/15 (67%)2/8 (25%) BREAK POINTS CONVERTED5/10 (50%)10 RETURN GAMES PLAYED 119 WINNERS 2327 UNFORCED ERRORS 3834/60 (57%) SERVICE POINTS WON 44/76 (58%)32/76 (42%) RETURN POINTS WON 26/60 (43%)66/136 (49%) TOTAL POINTS WON 70/136 (51%)205 km/h MAX SPEED 211 km/h188 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 189 km/h145 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 149 km/h LEGGI TUTTO

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    Davis: la fase finale 2022 sarà a Malaga

    Niente Abu Dhabi, ma Malaga. La International Tennis Federation e Kosmos Tennis hanno annunciato che la città spagnola ospiterà la fase finale (a eliminazione diretta) della Coppa Davis 2022. Si giocherà su un campo in cemento al coperto presso il Palacio de Deportes José María Martín Carpena il 21 -27 novembre.
    Malaga era stata selezionata come una delle quattro sedi per la fase a gironi dal 14-18 settembre, ma a questo punto sarà rimpiazzata da un’altra città, ancora da stabilire (il bando è aperto, con 13 possibili destinazioni al vaglio).
    Sorpresa per questa decisione, visto che sembrava scontato che le finali di Davis 2022 si spostassero negli Emirati o in un mercato emergente e ricco di risorse. Pare che la ITF e Kosmos siano rimaste colpite dall’offerta di Malaga anche per le finali, tanto da optare per l’”Upgrade” sia per quest’anno che per il 2023. Dopo Madrid, resta quindi in Spagna la fase decisiva della massima competizione a squadre maschile.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Nel terzo set ho finito le energie, non stavo più nello scambio”

    Novak Djokovic, sconfitto al rientro

    Novak Djokovic non ha nascosto la propria delusione per la sconfitta patita al rientro a Monte Carlo. Nella press conference post partita, il serbo ha ammesso di esser andato in crisi fisicamente, come il campo ha confermato senza ombra di dubbio.
    “Certo che sono deluso. A nessuno piace perdere” afferma Novak, “Siamo atleti professionisti, questo è ciò che facciamo. Andiamo in campo per gareggiare e provare a vincere uno contro l’altro. Non mi piaceva il modo in cui mi sentivo fisicamente nel terzo set. Ho finito il gas completamente. Non potevo davvero stare nello scambio con lui. Voglio dire, se non reggi gli scambi, senza sentire le gambe sulla terra battuta, è una missione impossibile. Non mi piace quel tipo di sensazione che ho provato nel terzo,  ne parlerò con la mia squadra, per trovare le ragioni per cui è successo, analizzeremo questo e spero che la prossima settimana le cose andranno meglio a Belgrado”.
    Chiedono a Djokovic sul pubblico, per il cronista ostile. Novak la vede diversamente: “Ho avuto una percezione completamente diversa. Non sentivo che fossero contro di me. In realtà, il pubblico è stato molto gentile ed è stata una buona accoglienza. Hanno fatto il tifo per entrambi i giocatori, alcuni buoni punti ci sono stati. Aveva un doppio break, stava giocando bene. Ho affrontato ambienti molto più ostili nella mia vita, nella mia carriera. Ringrazio il pubblico per essere rimasti tre ore”.
    Novak risponde su quanto abbia sofferto sul piano mentale: “Parlavo con me stesso? Non è la prima e non sarà l’ultima che lo faccio. È normale in una partita quando sei frustrato per certe cose. Hai reazioni diverse. In termini di comportamento, penso di aver fatto bene. Ho sempre creduto di poter rimontare e vincere la partita, e sono rimasto lì anche se molte cose erano contro di me per come mi sentivo in campo. Dal punto di vista del gioco, fisicamente ero solo lontano dal mio meglio. In questo tipo di condizioni e circostanze, devi davvero lavorare due volte di più di quanto faresti normalmente. E ancora, ho giocato contro uno specialista della terra battuta. Aveva già giocato qualche giorno fa e bene. Mi aspettavo che questa partita fosse davvero dura, una battaglia fisica, ed è quello che è stato. Sfortunatamente la mia settimana finisce qui. Devo cercare di essere ottimista e costruire il mio tennis fino al Roland Garros, dove voglio raggiungere il picco”.
    Un Djokovic deluso ma molto lucido. Certamente ha mostrato una condizione davvero modesta, in modo sorprendente. Si ipotizzava infatti che un bel lavoro svolto in queste settimane senza tornei lo avesse preparato a puntino, con un po’ di ruggine ma non così tante incertezze e con il crollo fisico avuto nel terzo set. Nonostante sia il tennista più forte dell’epoca attuale, l’aver giocato una manciata di partite dallo scorso novembre gli è costato carissimo. Novak è un grande talento, ma anche lui ha bisogno di ritmo, di quelle sensazioni che solo la partita ti può regalare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO