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    Il record di Zverev nei Masters 1000, importante ma…

    Alexander Zverev (foto Getty Images)

    Alexander Zverev a Roma 2024 ha ritrovato il successo in uno dei tornei maggiori dopo il gravissimo infortunio patito a Roland Garros 2022, la rottura di ben sette tendini della caviglia. C’ha messo mesi a rientrare e buona parte del 2023 a ritrovare un’ottima forma. Sul rosso del Foro Italico  quest’anno il tedesco è stato il più forte, alzando il 22esimo trofeo in carriera e secondo agli Internazionali dopo quello vinto nel 2017 a soli 20 anni.
    Per Zverev il titolo romano è il sesto Masters 1000 in carriera (da quando esiste la categoria, 1990). Questo successo gli vale un primato eccellente ma… non totalmente invidiabile. Infatti Sasha diventa il tennista aver vinto più tornei Masters 1000 senza aver ancora vinto uno Slam. In questa speciale classifica con 6 M1000 supera Marcelo Rios (5), Andrei Medvedev (4), Thomas Enqvist, Stefanos Tsitsipas e Nikolay Davydenko a quota 3.

    📊 Les joueurs qui ont remporté le plus de titres en Masters 1000 sans avoir remporté de Grand Chelem :🇩🇪 Alexander Zverev – 6 titres ⬆️🇨🇱 Marcelo Rios – 5 titres🇺🇦 Andrei Medvedev – 4 titres🇸🇪 Thomas Enqvist – 3 titres🇷🇺 Nikolay Davydenko – 3 titres🇬🇷 Stefanos Tsitsipas -… https://t.co/Vb7WGVRudB
    — Jeu, Set et Maths (@JeuSetMaths) May 19, 2024

    Questa la lista dei Masters 1000 vinti dal tedesco in carriera:
    Roma (2017)
    Open del Canada (2017)
    Madrid (2018)
    Madrid (2021)
    Cincinnati (2021)
    Roma (2024)
    A questi trofei vanno aggiunte anche due edizioni delle ATP Finals, 2018 (Londra) e 2021 (Torino). Tuttavia manca ancora lo Slam. Una sola finale disputata da Zverev, US Open 2020, rimontato clamorosamente da Thiem dopo esser stato avanti due set a zero. Per uno Zverev recuperato fisicamente, sarà il 2024 l’anno buono per alzare il primo Major e… togliersi da questa lista di prestigio ma un po’ scomoda?
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    Rafael, l’uomo che ha sollevato il mondo

    Nadal sulla passerella degli Internazionali a Roma

    Un uomo che ha segnato in modo indelebile il tennis degli ultimi venti anni, attorniato da una marea umana di persone e un’ondata irrefrenabile di affetto, mentre saluta dopo la sconfitta. Un fiume di gente lo circonda a perdita d’occhio, lo abbraccia e idealmente lo eleva sino all’infinito. La potenza di questa immagine di Nadal sulla passerella del torneo dopo la batosta rimediata contro Hurkacz, forse ultimo Tango al Foro Italico, resterà negli annali non solo del torneo di Roma e sarà inevitabilmente la foto degli IBI24, nemmeno quelle del vincitore con la coppa in mano potranno superarla. È la storia di un torneo martoriato da mille disavventure e sfortune, quella di un probabile addio. È la vita.

    La forza di uomo che è andato oltre ogni limite umanamente comprensibile per arrivare a dominare il tennis sul rosso stride con quella di un tennista duramente battuto in campo da un ottimo giocatore, Hubi Hurkacz, ma non esattamente il più temibile su questi campi. Le parole secche, precise, scandite con dolore una dopo l’altra da Rafa nella confermata stampa post partita sono il segno della fine di un sogno, quello di tornare a sentirsi di nuovo un giocatore forte, uno che può vincere ancora, che può rinascere per la ennesima volta. No, stavolta non è così.
    Non sto così male, ma il mio tennis è stato questo. Devo accettarlo. Parole sue, istantanee brutali della presa di coscienza che stavolta sembra davvero finita, lo spazio per sognare non c’è. Due anni di assenza e il nuovo infortunio su di un fisico già segnato a mille ferite pesano troppo, quanto quelle gambe che cercando disperatamente trazione sul campo per sostenere la fruttata del braccio, ma non ce la fanno più come un tempo. Hurkacz ha tutto il tempo di cui abbisogna per spostare e tirare i suoi colpi veloci. Rafa non lo sa, o forse non lo vuole accettare, ma in questi due anni di assenza il tennis è andato avanti, anche senza lui, e va ancor più veloce. I suoi fendenti arrotati ma non così velenosi sono nulla per arginare la potenza di un giocatore forte e in salute. Questo Nadal, oggi, non è competitivo.
    Lui lo sa, benissimo. Lo accetta? Forse ancora no, ma ce la farà. Ha un’intelligenza troppo raffinata per non riuscirci. La voglia, il desiderio di ritornare ad essere quella visione di se stesso che non fermava davanti a niente, abbattendo ostacoli impossibili, cova in lui, è la sua forza e gli ha permesso di battere tutti i migliori e superarsi in anni di lavoro così duri che nemmeno nei Gulag sarebbero tollerati… Nadal è stato forza, potenza, resistenza, capacità di superare e superarsi con una durezza mai vista prima. È stato, non lo è più. La battuta d’arresto vs. Hubi è stato uno schiaffo morale fortissimo alle ultime ambizioni. Lui aveva parlato di voler salutare il suo mondo a modo suo. Vedendolo in campo la sensazione è stata altra. Lui, sotto sotto, ci credeva ancora. Credeva che la sua forza d’animo potesse continuare a sollevarlo dalle secche e riportarlo tra i grandi. È sempre stata la sua grandezza questa, gli ha permesso di arrivare lassù in cima. “Giochi ogni colpo peggio di Federer, ma se ci metti più grinta e intensità lo possiamo battere” ammoniva Zio Rafa nei primi anni. Così è stato.
    Giocherai ancora una partita Rafael, o forse dieci, prima di appendere la racchetta al chiodo. Ma mi piace pensare che quell’emozione vissuta coi miei occhi, brividi veri vedendo dalla passerella quella marea di gente ad abbracciarti, tutta per te, resterà la ultima del Nadal giocatore. L’ uomo che ha sollevato il mondo del tennis di peso portandolo di pura prepotenza su vette mai toccate prima. Buona vita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’incredibile serie di infortuni sofferti da Alcaraz

    Carlos in allenamento, con il braccio infortunato

    Fortissimo, ma fragile. Che il percorso di Carlos Alcaraz nel tennis di vertice potesse rivelarsi ricco di ostacoli l’avevamo intuito già dai suoi primi anni di battaglie sui campi dei più importanti tornei. Un giocatore entusiasmante per qualità dei colpi, tutto e subito, tutto o niente. Un gioco senza mezzi termini, di un anticipo e aggressività senza pari, e per questo estremo e sorretto da equilibri precari. Difficile durare quando porti in campo la sua incredibile e perversa combinazione di talento e velocità di gioco, fatta da strappi di tale intensità da metterlo a serio rischio di problemi muscolari.
    Ormai tutti i big – ma potremo estendere facilmente ai giocatori inclusi tra i primi 50-70 del mondo – producono un tennis molto vicino ai propri limiti, l’infortunio diventa conseguenza naturale. La sequela di infortuni dei migliori del ranking nelle ultime settimane è inquietante e rende sia la prossima edizione degli Internazionali d’Italia che Roland Garros piuttosto incerti e imprevedibili. Tuttavia la serie di infortuni patiti da Carlos Alcaraz negli ultimi anni è impressionante. Si è infortunato in quasi tutte le parti del corpo, per sua fortuna non problemi gravissimi ma ugualmente invalidanti tanto da forzarlo a saltare vari tornei. Proponiamo una lista dei principali infortuni sofferti dal più giovane n.1 della storia dal 2021, suo primo vero anno di attività al massimo livello. Una vera e propria lista degli orrori…
    – US Open 2021: si ritira a metà del secondo set nei quarti di finale (vs. Auger-Aliassime) per un problema ai muscoli addominali, uno stiramento.
    – ATP 500 Vienna 2021: cede in due set vs. Zverev in semifinale, dopo la partita dichiara non esser sceso in campo al meglio ancora per un risentimento muscolare
    – Masters 1000 Bercy 2022: si ritira nei quarti di finale vs. Rune sul 6 pari del secondo set (dopo aver perso il primo) per un problema muscolare all’addome
    – ATP Finals 2022: non gioca per l’infortunio subito a Parigi, riceve il premio di n.1 di fine anno senza giocare.
    – Australian Open 2023: non vola a Melbourne, si infortuna ad un muscolo della gamba in uno degli ultimi allenamenti presso l’accademia di Ferrero (per il tentativo disperato di recuperare una banale smorzata del suo sparring)
    – ATP 500 Rio 2023: perde in finale contro Norrie, ma gioca buon parte dell’incontro con uno stiramento di primo grado al tendine del ginocchio
    – ATP 500 Acapulco 2023: salta il torneo messicano per i postumi del problema sofferto a Rio
    – Masters 1000 Monte Carlo 2023: non gioca nel Principato, per lui stavolta dolore alla schiena e alla mano
    – Roland Garros 2023: perde una dura semifinale vs. Djokovic, nel corso dell’incontro è preda di vistosi crampi alle gambe, ma riesce a concludere il match
    – ATP 500 di Basilea 2023: non gioca per problemi lombari e a un piede; torna in campo poco dopo a Bercy ma in pessima condizione, battuto subito da Safiullin
    – ATP 500 Rio 2024: qua è sfortunato, si gira una caviglia bloccata sulla terra rossa dopo solo due game nel match d’esordio contro Monteiro
    – Masters 1000 Monte Carlo, 500 Barcelona: non gioca per un problema muscolare all’avambraccio destro, si allena con una protezione ma decide di non scendere in campo nei due tornei. Gioca a Madrid, ancora fasciato, cede nei quarti contro Rublev e all’indomani dichiara l’edema muscolare che lo costringe a un nuovo stop, salta il 1000 di Roma.

    Un elenco che lascia molte perplessità sul futuro e carriera dell’iberico. Fragilità strutturale? Un tennis troppo esplosivo ed estremo, inadatto per il suo fisico – o per qualsiasi fisico? Dispiace veramente vedere un talento così scintillante preda di continui problemi fisici. Non possiamo che augurargli un grande in bocca al lupo, ma anche consigliare un ripensamento. Qualcosa, evidentemente, non funziona. Lo stesso consigliamo anche a chi governa il tour: quanto è attraente un circuito nel quale i migliori protagonisti sono così frequentemente assenti/scassati/stressati/in cattive condizioni?
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    Sinner: oggi visita e risonanza magnetica a Monte Carlo

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    C’è apprensione per le condizioni fisiche di Jannik Sinner. L’azzurro, n.2 del mondo, già dal torneo di Monte Carlo ha avvertito un problema all’anca, non così grave ma persistente e fastidioso. Dopo l’uscita di scena in semifinale nel principato, Jannik è arrivato a Madrid e nel corso del suo match di terzo turno contro Kotov ha palesato il problema, dicendo al suo angolo “Mi fa male, che devo fare?”. Ha stretto i denti Sinner, e dopo il trattamento del suo fisioterapista Giacomo Naldi è sceso di nuovo in campo contro Karen Khachanov, disputando una buona partita e vincendo in tre set. In campo contro il russo è sembrato piuttosto libero nei movimenti, ma purtroppo lo sforzo dell’incontro – molto tirato sul lato atletico per la potenza dei colpi e la durezza degli scambi – certamente non ha aiutato lo stato dell’anca, tanto da portarlo alla decisione di ieri di ritirarsi dal torneo di Madrid, senza così giocare il suo match di quarti di finale contro Auger-Aliassime. Un ritiro precauzionale per non aggravare la situazione.
    “La mia anca mi ha dato fastidio questa settimana e sta lentamente diventando più dolorosa. Seguendo il consiglio dei medici abbiamo deciso che era meglio non giocare oltre e peggiorare la situazione”. Così Jannik Sinner sui social ha spiegato la decisione di ritirarsi. “Farò altri esami e seguirò i consigli degli specialisti sul recupero”.
    Secondo quanto riporta Sky Sport, Sinner oggi a Monte Carlo vedrà il suo specialista di fiducia e si sottoporrà anche a una risonanza magnetica all’anca dolorante, per valutare nel dettaglio la situazione dell’articolazione ed escludere altri eventuali problemi più seri. Al momento non trapela nient’altro, si attende l’esito del controllo strumentale, dopo di che verrà fatta una valutazione del caso.
    Anche la partecipazione agli Internazionali d’Italia a questo punto è in dubbio. Il torneo inizia il 7 maggio, ma Jannik è sicuro di non scendere in campo prima del 10. Saranno sufficienti 8 giorni di fisioterapia e riposo per esser a posto e giocare al Foro Italico, a meno di un mese dall’inizio di Roland Garros? Attendiamo notizie dalla visita, è il primo passo che potrà chiarire la situazione attuale, sperando che lo sforzo di Madrid non abbia complicato il quadro.
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    Alcaraz dopo la sconfitta a Madrid: “Mi sono svegliato la mattina con dolori da tutte le parti”

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Sarà ricordato come “il primo maggio nefasto” quello 2024 al Madrid Open, con la sconfitta del favorito locale Carlos Alcaraz e il ritiro del n.1 del seeding Jannik Sinner, ad impoverire un torneo già orfano di Djokovic e Nadal. In attesa di conoscere l’esito degli accertamenti all’anca a cui si sottoporrà l’italiano, prende la parola il campione di Murcia, molto deluso per la sconfitta ma consapevole fin dalla vigilia che la partita vs. Rublev per lui sarebbe stata molto, molto dura. Infatti continua non esser sicuro del suo braccio – infortunato poco prima di Monte Carlo – e le poche partite disputate insieme a un’influenza l’hanno portato a uno stato di forma mediocre, come ha raccontato alla stampa.
    “Fa male perdere, fa male avere opportunità e non trarne vantaggio” racconta Alcaraz. “Non mi sento molto bene, sono raffreddato. E’ stata una giornata difficile per me dopo la partita di ieri, era da un po’ che non giocavo una partita del genere e mi sono svegliato con dolori su tutto il corpo. L’avambraccio stava così così, e tutto ciò mi ha un po’ messo a dura prova. Non voglio togliere nulla alla partita di Rublev, ma per me è stata una partita difficile”.
    Per Carlos ecco cosa è mancato nel suo match contro Rublev: “Mentalmente sono stato un po’ più debole rispetto ad altri momenti. Mi sono lamentato di più, mi fa molto male avere delle chance e non approfittarne, soprattutto se è per colpa di miei errori. Se l’altro giocatore gioca un buon punto, lo applaudo e passo al successivo; ma se sbaglio, sento la frustrazione. Uno come Rublev ti dà poche opportunità e se commetti errori ti fa male. Avrei dovuto essere più duro mentalmente, e forse questo mi ha messo a dura prova.”
    Sconfitta imprevista, ma Alcaraz resta positivo per come è andato il torneo: “È stata una settimana molto positiva, un giorno prima dell’inizio del torneo non sapevo se avrei potuto giocare e sono arrivato ​​ai quarti di finale. Diverse partite ad un buon livello, quindi è stato positivo. Una volta che scendo in campo non mi piace perdere, non importa se non ho le migliori sensazioni. Ma, nel complesso, è stata una buona settimana. Sono arrivato senza aver toccato la racchetta per dei giorni, ho giocato e sono arrivato nei quarti e perdendo contro Rublev in tre set, è una settimana positiva” conclude Carlos.
    A questo punto non resta che attendere lo sbarco dello spagnolo al Foro Italico per vedere in che condizioni affronterà il torneo italiano, l’ultimo in preparazione di Roland Garros. Con anche Jannik Sinner in condizioni precarie, e con Novak Djokovic fermo da tempo, chissà che gli IBI24 non si rivelino un torneo aperto e possibili sorprese. La certezza è una sola: molti dei big sono in cattive condizioni, in un momento nevralgico della stagione. È una situazione sulla quale è necessario, forse, riflettere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner c’è! Batte Khachanov al termine di una dura battaglia, mostrando una buona condizione. È nei quarti al 1000 di Madrid

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Gioca? Non gioca? Jannik Sinner risponde “presente”, forte e chiaro, più duro di ogni fastidio o incertezza, dimostrando in campo che razza di lottatore sia. Nessun calcolo futuro, qua c’è da giocare e da vincere. Oggi e subito. Dopo un sostanzioso allenamento all’ora di pranzo per testare l’anca dolente, l’azzurro decide di scendere in campo contro Karen Khachanov, lotta e vince una tirata partita in tre set negli ottavi di finale del Masters 1000 di Madrid, 5-7 6-3 6-3 lo score conclusivo sulla Arantxa Sanchez Arena. È stata una bella partita, 2 ore 9 minuti molto intensi sul piano fisico e agonistico, gran livello di gioco da parte di entrambi con un tennis potente in totale spinta e molti punti spettacolari, i più belli vinti da Jannik con alcune accelerazioni di diritto micidiali che hanno letteralmente fatto esplodere la palla e il pubblico sugli spalti. C’erano forti dubbi sulla condizione di Sinner, anche sull’opportunità di affrontare un tipo tosto come Khachanov, uno che non si batte da solo ed è pronto a lunghe battaglie. Jannik non s’è tirato indietro: ha sofferto nella prima fase della partita contro un tennis davvero consistente e continuo del russo, mostrando ancora qualche incertezza nello scivolare e rincorrere verso destra, ma con l’attitudine di chi gioca per vincere, non tanto per provarci. Ha perso il primo set al rush finale, per poche prime di servizio e un paio di errori, ma quando si ipotizzava un’uscita rapida dalla partita Sinner ha rilanciato. E come l’ha fatto…
    È andato a prendersi un break immediato sfruttando un brutto turno di servizio di Khachanov, ha alzato la qualità del servizio e dei colpi da fondo, chiudendo un ottimo set. La vittoria l’ha conquistata nel terzo parziale: Karen è tornato quello dell’avvio, ha alzato la potenza della risposta e del diritto, strappando due palle break nei primi due turni di battuta dell’azzurro. Sinner è stato freddo, potente e preciso, si è salvato alzando il livello e quindi nel quinto gioco è andato a prendersi un break clamoroso, di prepotenza e classe, con un paio di zampate da fuoriclasse che hanno spaccato la partita a suo favore. Via via sempre più sciolto e sicuro, ha chiuso in bellezza, con un crescendo impetuoso. Bellissima e importante vittoria: è la conferma che Sinner sembra stare bene, la conferma della testa e della durezza del campione che non molla mai e gioca sempre per vincere, anche stringendo i denti e rimontando un avversario assai tosto. Nei quarti attende Felix Auger-Aliassime
    Sinner ha chiuso la partita in crescendo e numeri al servizio complessivamente buoni: 69% di prime in campo, vincendo l’80% dei punti. Ma più di ogni dato statistico oggi ha convinto la sua straordinaria attitudine, quella propria dei grandi campioni. Khachanov ha disputato una grande partita, avrebbe perso con pochi oggi con quella potenza in spinta e una tenuta ad altissimo livello davvero formidabile. Ha interpretato bene la partita il russo: non lasciare tempo a Sinner per comandare lo scambio, pena finire a rincorrere. L’ha fatto spingendo come un forsennato, dritto per dritto, andando a pungere sulla destra Jannik, dove tutti sapevano del problema e della titubanza nell’allungarsi al massimo in recupero. Infatti nel primo set – via via che la partita procedeva poi di meno – l’azzurro è stato assai cauto nel rincorrere fino alla morte a destra, finendo più volte infilato. Ha giocato piuttosto bene fin dall’avvio Sinner, ma non è riuscito nel primo set ad entrare in risposta, tanto da non aver strappato nemmeno una palla break a favore, anche per ampi meriti di un Khachanov a tratti intrattabile con la prima palla. Il campione è venuto fuori all’avvio del secondo parziale: nessuna intenzione di tirare i remi in barca, curare il fastidio pensando a Roma e Parigi, qua c’è una partita da vincere in un grande torneo. Ha trovato profondità in risposta nel primo minimo passaggio a vuoto di Karen e si è preso un break di forza, difeso con turni di battuta perfetti. E poi il capolavoro nell’avvio del terzo parziale, con le palle break salvate contro un rivale furibondo e via, la zampata vincente che spacca la partita.
    Sinner è stato bravo a non esagerare nei momenti in cui Khachanov era più in controllo, e quindi sparare a tutta alzando il livello appena l’altro ha rallentato. Ha fatto la differenza trovando maggior profondità in risposta, inchiodando il russo sul diritto con alcuni contro piedi perfetti e dei cambi in lungo linea di rovescio micidiali. Alla fine il match è girato dalla parte di Sinner in due-tre fasi cruciali, dove ha giocato meglio i punti importanti, andandoseli a prendere, da vero fuoriclasse. Duro di testa, resistente nonostante una condizione fisica tutt’altro che al meglio; duro nei colpi, a tratti di una potenza devastante. Ha retto in difesa senza esagerare, ha rischiato alcune smorzate trovandone almeno una cinquina perfetta in momenti decisivi. Qualità, resistenza e voglia di vincere. Un mix perfetto che porta Jannik ai quarti di finale a Madrid. I dubbi sono fugati: Jannik c’è. Forte e chiaro.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    L’ottavo di finale inizia con Sinner alla battuta. Nel primo scambio Jannik pare discretamente sciolto nei movimenti spinge da un lato all’altro e attacca la rete, senza indecisioni. A 15, nonostante un doppio fallo, vince un bel game d’apertura. Risponde anche con grande aggressività, entrando con decisione nei servizi di Khachanov, 0-30. Karen capisce che non può attendere, pena finire subito sotto, per questo chiede il massimo a servizio e diritto, rimonta con quattro punti di fila, 1 pari. Ne vince ben 7 di punti consecutivi il russo, con una mazzata di diritto terrificante per lo 0-40, Jannik concede tre palle break. Perfetto al servizio l’azzurro, un Ace e due prime molto cariche di spin, poi sul 40 pari trova un’accelerazione cross di diritto irreale, degna del miglior Sampras, che punto! 5 punti uno meglio dell’altro, 2-1 Sinner. L’azzurro accelera al massimo i tempi di gioco, spinge fortissimo con il primo colpo dopo il servizio e costo di sbagliare, evidente come cerchi di evitare i lunghi scambi. Khachanov è preciso col diritto, un colpo che negli anni ha migliorato molto, lo aggredisce meno “sotto”, entrando dritto nella palla. Il set segue i turni di servizio, piuttosto spedito, rari i lunghi scambi. Karen veleggia sull’80% di prime in campo, un bell’andare. Jannik cerca con frequenza la smorzata col diritto dopo il servizio, funziona perché il russo risponde spesso bloccato e resta un bel metro dietro la riga di fondo, preso così in contro tempo dal tocco del nostro. Sul 4-3 Sinner cambia marcia: spinge dalla risposta come un forsennato e sorprende Khachanov con la smorzata e poi passantino stretto, quindi trova un rovescio incrociato sulla riga, altra velocità di palla e anticipo. 0-30. Potente la risposta di Karen, servizio vincente poi diritto violento. Bel livello tecnico in questa fase, si gioca un tennis di qualità, incluso un rovescio lungo linea dell’azzurro perfetto. Khachanov regge, 4 pari. Sul 5 pari Sinner è in difficoltà: rovescio in rete, poi commette un doppio fallo e sul 30 pari sbaglia la direzione dell’attacco col diritto, finisce fuori posizione e sbaglia, palla break da difendere. Attacca col rovescio lungo linea, poi perde di vista la palla per un cattivo rimbalzo, ne scaturisce un tocco pessimo… Karen non si fa pregare e chiude. BREAK Khachanov, serve avanti 6-5. Anche nel match odierno il recupero in scivolata sulla destra di Jannik non è dei migliori, il russo lo sa lì va a pungere col diritto. 40-0, tre Set Point. Basta il primo, bordata esterna di servizio. 7-5 Khachanov, un set tutto sommato meritato, nessuna sbavatura dal n.17 al mondo, 70% di prime in campo e grande solidità (nessuna palla break concessa).
    Sinner inizia il secondo set al servizio. Vince un buon game, nonostante un doppio fallo, bene la spinta col diritto. Nel secondo game Khachanov sbaglia due diritti fila, situazione inedita dopo un set quasi perfetto, 0-30. Non fortunato Jannik con un nastro maledetto che stoppa un’accelerazione molto probabilmente vincente… si rifà nel punto seguente, imponendo un gran ritmo e forzando l’errore in corsa del russo. 15-40, ecco le prime palle break del match per Sinner. Niente, passaggio a vuoto di Khachanov, un rovescio malamente in rete gli costa il BREAK per Sinner, 2-0 e poi 3-0 avanti con un turno di servizio di grande sostanza, e anche rapido. Ha perso sicurezza nella spinta col diritto il russo, battibecca col suo angolo dopo averne sbagliato un altro nel quarto game, poi un altro ancora. Jannik non ne approfitta, sbaglia un diritto non difficile cercando di mettere pressione. 3-1. Avanza con un altro turno di battuta speculare al precedente Sinner, servizio potente, primo colpo a tutta col diritto tendenzialmente sul diritto di Karen in modo da coglierlo in contro piede, 4-1. Si avanza senza scossoni fino al 5-3, l’azzurro serve per chiudere. Nessun sbandamento, servizi precisi e via, 6-3. Bravo Jannik a capitalizzare il passaggio a vuoto del rivale, quindi servire come un treno (solo 5 punti al servizio nel parziale) e spingere con precisione col diritto. Si va al terzo.
    Parte bene Khachanov, molto deciso con i fondamentali, può fare corsa di testa. Non buono invece l’avvio per Jannik, latita la prima di servizio e due errori col diritto (uno gratuito), si ritrova sotto 30-40, con una palla break da annullare. Ace! La risolve da campione. 1 pari. Khachanov ha ritrovato l’efficacia di inizio partita, quasi ingiocabile nei suoi turni di battuta. La partita torna uno scontro frontale a chi trova per primo profondità e potenza nello scambio, e la prima di servizio dell’azzurro va e viene. Sul 30 pari Sinner rischia una palla corta su di uno scambio complicato, non va. Di nuovo palla break…Servizio e diritto vincente, con urlaccio a seguito, bravo Jannik a sottolineare il momento, a dir poco critico. Ancor più bello il cross stretto complicatissimo nel punto seguente, un tocco di diritto micidiale. 2 pari, a fatica Sinner regge, trovando grandi giocate. Quinto game, Sinner alza il volume in risposta. Ne impatta un paio ottime, e sul 30 pari trova un cambio di rovescio lungo linea, pur in salto, magistrale. Palla break!!! Fantastico! Come l’ha giocata… risposta affondo, retrocede ma tira smash e poi vincente col diritto. Domina lo scambio, scappa avanti con un BREAK conquistato di forza, con un’impennata micidiale. 3-2 e servizio Sinner. Prova il tutto x tutto Karen, lascia correre a tutto il braccio dalla risposta, attacca testa bassa, ma Jannik c’è, governa bene gli angoli in difesa e trova una prima palla perfetta sul 30-15, poi un ACE. 4-2 Sinner, break consolidato, allungo felino per velocità, da tigre per potenza. Sinner è perfetto alla battuta, sicuro e fluido. Khachanov sul 5-3 stecca un diritto per un cattivo rimbalzo, poi ai vantaggi subisce un rovescio lungo linea perfetto dopo una risposta nei piedi. Match Point Sinner! Smorzata e passante lungo linea. Perfetto nei punti decisivi. Game Set Match, grande Sinner, per come ha lottato, alzato il livello e rimontato un avversario di grande spessore e livello. Fantastico Jannik, è andato a prendersi il match con forza e qualità, la durezza del campione!

    [1] Jannik Sinner vs [16] Karen KhachanovATP Madrid Jannik Sinner [1]566 Karen Khachanov [16]733 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 3K. Khachanov 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A5-3 → 6-3J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-04-3 → 5-3K. Khachanov 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace4-2 → 4-3J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace3-2 → 4-2K. Khachanov 0-15 15-15 30-15 30-30 30-402-2 → 3-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-2 → 2-2K. Khachanov 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 ace A-400-1 → 1-1K. Khachanov 15-0 ace 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 40-05-3 → 6-3K. Khachanov 15-0 15-15 30-15 40-155-2 → 5-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-154-2 → 5-2K. Khachanov 15-0 30-0 ace 40-04-1 → 4-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-153-1 → 4-1K. Khachanov 15-0 15-15 30-15 30-30 40-303-0 → 3-1J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-152-0 → 3-0K. Khachanov 0-15 0-30 15-30 15-401-0 → 2-0J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 40-15 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1K. Khachanov 15-0 30-0 40-05-6 → 5-7J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 df 30-405-5 → 5-6K. Khachanov 15-0 15-15 30-15 ace 40-155-4 → 5-5J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-154-4 → 5-4K. Khachanov 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-30 40-40 A-40 ace4-3 → 4-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 ace3-3 → 4-3K. Khachanov 15-0 30-0 40-0 40-15 ace3-2 → 3-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 3-2K. Khachanov 15-0 15-15 30-15 40-152-1 → 2-2J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 ace 40-40 A-401-1 → 2-1K. Khachanov 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-0 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 40-150-0 → 1-0

    🇮🇹 Jannik Sinner vs 🇷🇺 Karen Khachanov**SERVICE STATS**
    | Statistica | 🇮🇹 Sinner | 🇷🇺 Khachanov ||——————————|—————–|—————–|| Serve Rating | **297** | 284 || Aces | 5 | **8** || Double Faults | 3 | **0** || First Serve % | 69% (59/85) | 69% (58/84) || 1st Serve Points Won % | **80% (47/59)** | 67% (39/58) || 2nd Serve Points Won % | 54% (14/26) | **65% (17/26)** || Break Points Saved % | **83% (5/6)** | 0% (0/3) || Service Games Played | 15 | 15 |
    **RETURN STATS**
    | Statistica | 🇮🇹 Sinner | 🇷🇺 Khachanov ||——————————|—————–|—————–|| Return Rating | **187** | 90 || 1st Serve Return Points Won %| **33% (19/58)** | 20% (12/59) || 2nd Serve Return Points Won %| 35% (9/26) | **46% (12/26)** || Break Points Converted % | **100% (3/3)** | 17% (1/6) || Return Games Played | 15 | 15 |
    **ADDITIONAL STATS**
    | Statistica | 🇮🇹 Sinner | 🇷🇺 Khachanov ||——————————|—————–|—————–|| Net Points Won % | 67% (12/18) | **78% (7/9)** || Winners | **27** | 21 || Unforced Errors | 22 | **13** || Service Points Won % | **72% (61/85)** | 67% (56/84) || Return Points Won % | **33% (28/84)** | 28% (24/85) || Total Points Won % | **53% (89/169)**| 47% (80/169) |
    **SERVICE SPEED**
    | Statistica | 🇮🇹 Sinner | 🇷🇺 Khachanov ||——————————|—————–|—————–|| Max Speed | **217km/h (134mph)** | 211km/h (131mph) || 1st Serve Average Speed | **201km/h (124mph)** | 197km/h (122mph) || 2nd Serve Average Speed | **163km/h (101mph)** | 156km/h (96mph) |
    Le statistiche mostrano una prestazione leggermente superiore di Sinner rispetto a Khachanov. L’italiano ha servito meglio, vincendo una percentuale più alta di punti sulla prima di servizio (80% vs 67%) e salvando una percentuale maggiore di palle break (83% vs 0%), nonostante abbia commesso più doppi falli (3 vs 0). In risposta, Sinner è stato più efficace, vincendo il 33% dei punti totali, in particolare sulla prima di servizio di Khachanov (33%), e convertendo tutte le palle break avute a disposizione (3/3). Sinner ha anche messo a segno più vincenti (27 vs 21), pur commettendo più errori non forzati (22 vs 13). Nel complesso, Sinner si è aggiudicato il 53% dei punti totali contro il 47% di Khachanov. LEGGI TUTTO

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    Altmaier: “L’ATP deve rendersi conto che i Challenger sono un bel prodotto. Ormai stiamo più in palestra che in campo”

    Daniel Altmaier (foto ATP Monaco)

    Daniel Altmaier è convinto che moltissimi Challenger siano ormai ad un livello e spettacolo pressoché uguale a vari tornei ATP 250, e questo dovrebbe spingere proprio l’ATP a valorizzarli maggiormente creando così maggior valore sia per i giocatori che per i tornei stessi. Inoltre riflette su come la parte fisica sia diventata talmente preponderante da forzare i giocatori a passare più tempo allenando il fisico rispetto al gioco. Il classe ’98 di Kempen ha espresso questi e altri concetti molto interessanti in un’intervista rilasciata a Fernando Murciego di Puntodebreak a latere del 1000 di Madrid, della quale riportiamo i passaggi più interessanti.
    “La differenza tra un top25 rispetto a un top50 è solo nella consistenza. I giocatori che stazionano tra i primi 30 sono più consistenti di quelli tra i primi 50, ma questa differenza è dovuta solo a un paio di tornei in più che riescono a giocare al massimo livello durante l’anno. Nel 2023 ho ottenuto buoni risultati in 7-8 tornei, la differenza rispetto i primi 10 è che loro fanno lo stesso ma in 13-14 tornei. Devi seguire questi passi se vuoi arrivare in alto, il tennis in teoria è così facile ma diventa molto difficile raggiungere quel livello di consistenza”.
    “Madrid mi piace. La prima volta che sono stato qui è stato in vacanza con la mia ragazza, da quel momento ho un ricordo molto bello di questa città, dei giorni trascorsi qui. L’anno scorso ho giocato il torneo per la prima volta e penso che quei ricordi mi abbiano aiutato, anche se mi piacciono molto le condizioni del campo. Tutto mi sembra più familiare, incontro molte più persone, ho buoni amici messicani qui a Madrid. Il tempo trascorso divertendomi fuori dal campo mi aiuta a sentirmi meglio quando gioco”.
    Ecco l’interessante considerazione sui Challenger: “La differenza tra Challenger e ATP per livello di gioco è minima. Lo vediamo, ad esempio, in alcuni giovani che iniziano l’anno gareggiando nei Challenger e, improvvisamente, in un brevissimo lasso di tempo, appaiono nella top50. Diaz Acosta? Darderi? Ce ne sono diversi che sono già molto coinvolti perché hanno un livello altissimo. Tutto è cambiato, il fisico conta più del tennis. Ormai tutti passiamo più tempo in palestra che sul campo da tennis, i ragazzi sono preparati a giocare ogni settimana e a farlo a grande livello. Il risultato di tutto questo processo è un aumento di livello medio, lo vedi da come i migliori nei Challenger non facciano fatica negli ATP, anzi. Proprio per questo i Challenger meritano un’altra attenzione. Sul circuito in ogni settimana c’è una storia diversa, ma è difficile da scoprire per il pubblico quando i Challenger si giocano nelle piccole città. Penso che dovremmo avere accesso anche a queste informazioni per sapere cosa succede in quei posti. È un peccato, l’ATP dovrebbe rendersi conto che anche i Challenger sono un bel prodotto, anche se adesso stanno migliorando molto con la questione social. Sento che stiamo migliorando sempre di più, è vero che questo circuito ha molto più potenziale di quello che arriva alla gente“.
    Una riflessione adeguata e coerente. Negli ultimi anni sono molti i tennisti che dopo aver brillato per una stagione (o anche solo metà) nei Challenger sono sbarcati con successo a livello ATP, prendendosi grandi soddisfazioni. Possiamo citare gli argentini Baez ed Etcheverry, come Marozsan, Tabilo o Kotov. Tra le moltissime strade della possibile rivoluzione del calendario e stagione ATP, anche una miglior distribuzione e valorizzazione delle categorie Challenger e 250 sarebbe auspicabile, mentre il focus sembra centrato quasi esclusivamente sui “famosi” 10 grandi eventi da affiancare agli Slam….
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jabeur accusa: “A Madrid e Roma le donne sono trattate in modo diverso rispetto agli uomini”

    Ons Jabeur (Foto WTA Madrid)

    Dopo aver demolito Ostapenko con un netto 6-0 6-4 al WTA 1000 di Madrid, Ons Jabeur si è presentata alla stampa bella “carica”, accusando senza mezzi termini l’organizzazione dei tornei di Madrid e Roma (ma quelli di tutta Europa in generale) di riservare un trattamento diverso alla giocatrici rispetto ai giocatori. Una disparità nelle scelte di gioco, spazi di allenamento e visibilità in tv e generale, a suo dire ormai insopportabile.
    “Come donna sono molto orgogliosa di far parte di uno sport come il tennis” afferma la tunisina. “Credo però che abbiamo ancora molta strada da fare, soprattutto qui a Madrid e a Roma, in Europa in generale. Sento che devono rispettare molto di più le donne, devono rispettare il modo in cui giochiamo. Ci sono cose che sentiamo qui, molte cose soprattutto in allenamento, dove guardiamo come vengono trattati gli uomini e le donne, e il trattamento è completamente diverso. Forse la gente fuori non se ne rende conto. Sono una di quelle persone che alza la voce. Mi piace molto guardare il tennis femminile, gli sport femminili in generale. Penso che meritiamo di meglio, e non lo dico senza fare alcuno sforzo, penso che sia normale chiedere che riceviamo ciò che meritiamo”.
    Dopo questa sparata dritta al cuore dei due maggiori WTA 1000 sul rosso in Europa, Ons continua la sua riflessione su sport & donna, anche relativamente all’impatto sui media: “Penso che il tennis femminile sia arrivato molto lontano. Sono grata a Billie Jean King e alle altre donne che hanno combattuto duramente, Serena, Maria, tutte loro. Hanno rappresentato lo sport in modo fantastico. Penso che ci siano molte tenniste che dovrebbero essere consapevoli di ciò che sta accadendo. Ci sono momenti in cui le persone giudicano il tennis femminile senza nemmeno guardare una partita. Questo mi dà molto fastidio. Ho la sensazione che a volte siamo come… programmati. Dici: ‘Dai, andiamo a guardare il calcio.’ Che tipo di calcio? Calcio maschile? Calcio femminile? Anche io sono cresciuta guardando la TV, guardando il calcio e vedi Ronaldo. Non hai la possibilità di guardare molto lo sport femminile in generale. Penso che le cose stiano cambiando, ma siamo nel 2024, abbiamo bisogno di qualcosa di più. Voglio guardare la televisione e non guardare “Coppa del mondo di calcio femminile”. Posso poi intitolare gli altri “Mondiali di calcio maschile”? Sono i piccoli dettagli che fanno la differenza. A me, per esempio, piacerebbe arrivare in albergo, qui in Spagna, accendere la televisione e vedere che trasmettono una partita di tennis femminile. Non ho ancora visto una sola partita femminile da quando sono arrivata. Tutto quello che mostrano è maschile e capisco che ci siano tanti spagnoli che giocano, ma è così difficile chiedere una partita sola? È molto frustrante vedere tutto questo. Come puoi ispirare le ragazze se non mostri una sola partita femminile? È chiaro il loro pensiero, il tennis maschile è migliore” conclude Jabeur.
    Parole davvero dure, senza mezzi termini, dritte al punto. Dopo aver difeso a spada tratta la scelta della WTA di portare le Finals in Arabia Saudita, ora Ons attacca il sistema intero, spingendo con forza l’immagine del tennis femminile. Critiche che di sicuro non passeranno inosservate.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO