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    Masters 1000 Montreal: Sinner comodo su Tabilo, stanotte nei quarti c’è Rublev

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Finalmente splende il sole su Montreal, ma a brillare ancor più è Jannik Sinner, sicuro, veloce, talmente superiore al rivale da permettersi il lusso di un primo set giocato praticamente senza prima palla sperimentando lancio di palla e rotazioni differenti, con pessimi risultati… Poco male, Jannik è nettamente superiore ad Alejandro Tabilo per intensità, spinta e qualità in risposta, tanto da vincere comodamente per 6-4 6-3 in 80 minuti di gioco, senza concedere una palla break e dando una sensazione di controllo totale. Come se fosse sempre lui a decidere quando accelerare e rischiare o quando restare lì in lotta nello scambio; quando prendersi il punto e scappare in vantaggio. Una partita nella quale Sinner ha dominato ogni fase di gioco. Poche prime palle (nei primi 3 turni era sotto al 30!?!), ma ha chiuso il set con 11 punti vinti su 12 prime in campo. Tabilo è un bel colpitore col diritto, può pizzicare la riga senza fartela vedere, ma appena si è entrati in scambio e Sinner l’ha bloccato sul rovescio o l’ha costretto a rincorrere, non c’è stata gara. Troppo pesante la palla dell’azzurro e intenso nel palleggio per la resistenza del cileno, apparso spesso in ritardo sulle traiettorie del nostro, o incerto sulla scelta di gioco. 17 vincenti e 23 errori per Sinner, ma i numeri in questa prestazione contano poco. L’importante è averla vinta facendo zero fatica visto che c’è il doppio impegno per recuperare la giornata di pioggia. Non prima dell’1 si torna on court, a sfidare Andrey Rublev per un posto in semifinale.
    Al termine del match Sinner ha spostato in positivo la percentuale di prime palle (52%), ma proprio sul servizio è continuato il suo lavoro, già iniziato nel match d’esordio contro Coric. Jannik sta cercando di alternare la direzione del lancio palla, con una traiettoria più arretrata per caricare un “Kick” più vigoroso e quindi potersi aprire maggiormente il campo. La traiettoria esterna, soprattutto la seconda con quell’effetto che fa saltare alla palla, la controlla già piuttosto bene, ma è evidente il suo tentativo di costruirsi una prima simile ancor più veloce e aggressiva, una soluzione che sul cemento può essere letale visto che disarma il ribattitore. Inoltre ha cercato spesso anche un lancio più avanzato, per una pallata al centro ancor più aggressiva, con una meccanica esecutiva rapidissima. Fin troppo… visto i cattivi risultati, ma del resto l’unica via è provarci, rischiare, e puoi farlo in match come quello odierno, nel quale ha margine sul rivale e puoi anche rischiare di giocare con numeri negativi alla battuta. Tabilo è buon giocatore, ma la sua risposta sul veloce non è esattamente un colpo costante o incisivo, quindi la scelta di rischiare un set così è corretta.
    Ogni volta che si è entrati nel ritmo, nello scambio a tutta, sia dritto per dritto che aprendo l’angolo, non c’è stata partita. Enorme la differenza di controllo di palla a quella grande velocità, e in particolare sul rovescio… Tabilo si è preso qualche gran punto accelerando a tutta col diritto, forte di quel movimento giocato quasi senza apertura che non leggi; ma appena c’è stato da spostarsi, rincorrere o soffrire, Sinner è stato troppo solido e concreto. Tanto che la sensazione netta sul 3 pari è stata “ora va a prendersi il break”. Così è stato: un paio di risposte ottime, a mettere pressione sul servizio di Alejandro, calato e quindi superato. Stesso film nel terzo game del secondo set. Sinner in controllo, ha gestito tutto, probabilmente non spendendo più del 50-60% della sua velocità massima. Non ce n’era bisogno, meglio preservare energie fisiche e mentali per stanotte.
    Contro Rublev parte favorito, ma il russo è sempre un tennista da prendere con grande rispetto. Semmai, consigliamo a Jannik di terminare qua gli esperimenti al servizio: la risposta di Andrey è tutt’altra cosa, e potrebbe metterlo in difficoltà. La difesa del titolo di Sinner a Montreal continua.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il primo confronto diretto tra Sinner e Tabilo inizia col cileno al servizio. Cerca di far gioco Alejandro, spinge tra vincenti ed errori, a 30 chiude il game con un diritto pesante. Anche il primo turno di Jannik si chiude a 30, con un vento piuttosto fastidioso da gestire per i due atleti. Sinner inizia il terzo game con il primo big-point dell’incontro, un passante di rovescio cross in corsa spettacolare, non era malvagio l’attacco col diritto mancino di Tabilo. Proprio il diritto, giocato con anticipo e accelerazione formidabile, porta al cileno punti pesanti, è una frustata difficile da leggere e controbattere anche per il n.1. Come nel match di esordio vs. Coric, Jannik cerca un approccio alla palla diverso dal solito: palla spesso più arretrata a caccia di un “kick” estremo, o lancio più avanzato per la massima potenza. La prima palla non va affatto (3 su 11 nei primi due turni), ma la seconda è molto precisa e disarma la risposta di Tabilo. Ok provare nuove soluzioni, ma la prima palla dell’azzurro è inesistente… lo aiuta la consistenza nello scambio, con la quale disarma il rivale. Il settimo game è il primo ad arrivare ai vantaggi. Si prende rischi Alejandro, troppi, e la risposta di Jannik inizia ad ingranare. Con una splendida cross Sinner si apre il campo, corre avanti e chiude in sicurezza. Palla break! Se la gioca male, un po’ statico con i piedi nel cercare la palla col rovescio, forse anche colpa del vento. L’azzurro è bravo a inchiodare il rivale a destra, e palla dopo palla sbaraglia la sua resistenza. Tabilo combina un disastro, cerca la palla corta col diritto ma rimbalza alta e Jannik chiude con il bicchiere di Martini in mano… BREAK Sinner, 4-3 e servizio. Il servizio continua a non prendere ritmo, ma il diritto del pusterese è una fucilata precisa, in un paio di scambi Tabilo nemmeno ci prova. 5-3 Sinner. Jannik chiude a zero il decimo game, ritrovando un paio di prime palle e il diritto, oggi impressionante. 6-4, Solo 46% di prime palle in campo, ma solo un punto perso. 10 vincenti e altrettanti errori, con 15 errori per il latinoamericano. Jannik in totale controllo, ha allungo quando ha deciso che era il momento, il fatidico settimo game.
    Secondo set, si parte sui game di battuta, con Jannik ancora in fase esperimento alla battuta, lancio molto diverso dal suo solito. Nel terzo game Tabilo inizia con un erroraccio, poi Sinner tira una risposta delle sue, ottima. 0-30. Il cileno non trova la prima palla, l’azzurro guadagna campo, si gira a sinistra e tira un inside out che bacia la riga. Perfetto. 0-40, tre palle break per l’italiano. Tabilo si consegna con un diritto giocato fuori equilibrio, pessimo. BREAK Sinner, 2-1 e servizio. Senza patemi Jannik consolida il vantaggio, dando la sensazione di totale controllo, 3-1. In risposta l’azzurro continua a spingere e Alejandro ha perso la sicurezza della fase iniziale dell’incontro. Salva una palla break il cileno (errore di diritto in scambio di Jannik) e resta a contatto sul 2-3. Si distrae un attimo l’azzurro nel sesto game, sbaglia malamente un diritto un po’ scarico con le gambe, 0-30. Ci prova il nativo di Toronto, lascia correre a tutta il diritto ma gli esce di poco. Poi un’ottima prima palla di Jannik, 30 pari. Bellissima la difesa di Sinner sull’ottimo schema offensivo di Tabilo, eccezionale il controllo del corpo su di un tocco di rovescio stretto che manda ko il rivale sul net. Si va ai vantaggi, Jannik tiene a distanza Tabilo con un diritto fulminante e poi un solido rovescio cross, carico di spin. 4-2. Il cileno ha enorme difficoltà a trovare la distanza corretta dalla palla sul rovescio, anche perché la pallata di Jannik è mediamente assai più pesante e profonda della media dei rivale. Senza alcun problema l’azzurro vola 5-3, a un passo dal successo. Il 27enne latino non molla, ma la sensazione dal campo è che quando Jannik gioca a tutta, non c’è gara, come la risposta incredibile sul 40-15, pallata impressionante. Ai vantaggi Sinner con un rovescio basso si prende il primo match point. Spinge Tabilo, Jannik prova un improbabile colpo frontale sotto le gambe, non va. Terribile l’errore di diritto di Alejandro, da metà campo finisce lungo e torna dietro a testa bassa. Secondo Match Point Sinner. Finisce qua: cerca un S&V impossibile, la risposta di Jannik è una sentenza. 6-3, tutto comodo e ben gestito. Non ha speso molto, è l’aspetto più importante visto che non prima dell’1 di notte si torna in campo, e contro Rublev ci vorrà più intensità e fatica.

    [1] Jannik Sinner vs [15] Alejandro Tabilo ATP Montreal Jannik Sinner [1]66 Alejandro Tabilo [15]43 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A5-3 → 6-3J. Sinner 15-0 ace 30-0 30-15 40-154-3 → 5-3A. Tabilo 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3J. Sinner 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-2 → 4-2A. Tabilo 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-1 → 3-2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1A. Tabilo 0-15 0-30 0-401-1 → 2-1J. Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1A. Tabilo 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 ace5-4 → 6-4A. Tabilo 15-0 30-0 30-15 40-155-3 → 5-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 ace4-3 → 5-3A. Tabilo 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A3-3 → 4-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-3 → 3-3A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 ace2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 df 15-15 ace 30-15 40-151-2 → 2-2A. Tabilo0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1A. Tabilo 0-15 40-15 40-300-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 Sinner
    🇨🇱 Tabilo

    Punteggio servizio
    306
    241

    Ace
    5
    2

    Doppi falli
    3
    1

    Percentuale prime di servizio
    52% (25/48)
    58% (39/67)

    Punti vinti con la prima
    92% (23/25)
    69% (27/39)

    Punti vinti con la seconda
    61% (14/23)
    43% (12/28)

    Palle break salvate
    0% (0/0)
    50% (3/6)

    Giochi di servizio giocati
    9
    10

    Punteggio risposta
    168
    47

    Punti vinti in risposta sulla prima
    31% (12/39)
    8% (2/25)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    57% (16/28)
    39% (9/23)

    Palle break convertite
    50% (3/6)
    0% (0/0)

    Giochi di risposta giocati
    10
    9

    Punti vinti a rete
    57% (8/14)
    65% (11/17)

    Vincenti
    16
    12

    Errori non forzati
    15
    18

    Punti vinti al servizio
    77% (37/48)
    58% (39/67)

    Punti vinti in risposta
    42% (28/67)
    23% (11/48)

    Punti totali vinti
    57% (65/115)
    43% (50/115)

    Velocità massima servizio
    217 km/h
    208 km/h

    Velocità media prima di servizio
    195 km/h
    184 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    153 km/h
    143 km/h LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “La collaborazione con mio padre come coach giunge al termine, preferisco resti solo mio papà. Ho mostrato in campo il peggior lato di me stesso”

    Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

    Tanto tuonò, che piovve… Dopo le durissime parole di ieri contro il padre, Stefanos Tsitsipas attraverso un lungo post social – scritto nella sua lingua – annuncia la decisione di interrompere immediatamente la collaborazione con papà Apostolos come suo coach, preferendo che il loro rapporto sia solo quella tra padre e figlio. Ha fatto anche un profondo mea culpa per il suo comportamento di ieri (e non solo) in campo. Riportiamo il messaggio integrale di Stefanos, che spiega la sua situazione attuale.
    “È con grande rammarico che vi comunico che è terminata la mia collaborazione con mio padre come allenatore. Preferisco mantenere mio padre nel suo ruolo di padre e solo di padre. La filosofia ci insegna che la saggezza nasce dalla comprensione dei limiti e il riconoscimento dei nostri. Nel mio caso, mi sono reso conto che sbagliavo a parlare a mio padre in quel modo. Il tennis non è solo una partita, un tiro o una prestazione di pochi secondi, è un lungo viaggio pieno di emozioni, pressioni e aspettative. In quel momento di frustrazione ci sono stati molti errori e cattive interpretazioni da parte del mio allenatore e di mio padre. Essendo introverso, tendo a reprimere le mie emozioni e ad accumularle fino a raggiungere un punto di esplosione. Quindi il fatto di aver reagito in questo modo mi ha scioccato”.

    Σας ενημερώνω με βαριά καρδιά ότι η συνεργασία μου με τον πατέρα μου ως προπονητής έχει φτάσει στο τέλος της. Προτιμώ να κρατήσω τον πατέρα μου στον ρόλο του ως πατέρας, και μόνο ως πατέρας.
    Η φιλοσοφία μας διδάσκει ότι η σοφία έρχεται μέσα από την κατανόηση των ορίων μας και…
    — Stefanos Tsitsipas (@steftsitsipas) August 9, 2024

    “Il mio comportamento in campo è stato inaccettabile e sono deluso di essere arrivato a un punto in cui ho mostrato un lato oscuro di me stesso. Quando non mi sento rispettato e mi sento giudicato o attaccato emotivamente tendo a perdere il controllo di ciò che esce dalla mia bocca, il che va contro i miei valori come essere umano. Ho perso il controllo e non riuscivo a vedere chiaramente davanti a me. Mio padre ha cercato negli ultimi anni di allenarmi, crescermi nel modo giusto e fornirmi conoscenza e saggezza, sia dentro che fuori dal campo. Vi ringrazio per questo, vi ringrazio per i sacrifici, il dolore e la sofferenza che avete sopportato per rendere questo sforzo un successo. D’ora in poi il suo ruolo resterà entro i confini del ruolo di padre e solo quello”.
    “Mio padre continuerà a viaggiare con me e sarà lì per sostenermi e fornirmi assistenza fuori dal campo come ho sempre desiderato. A lui ho affidato da molti anni l’incarico di allenatore e considero la nostra collaborazione un successo. Non so chi prenderà il suo posto e non sono ancora in grado di decidere. Quello che so è che è ora di lasciare che questo capitolo e questa fase si chiudano e provare a scriverne uno nuovo. Siamo entrambi d’accordo e speriamo di concentrarci prima sul nostro lato umano e poi sul resto. Accettare i miei errori e cercare di fare ammenda fa parte del mio percorso da atleta e vi assicuro che continuerò a lavorare duro per migliorarmi, sia dentro che fuori dal campo. Spero che questa esperienza sia una lezione per me e per tutti coloro che lottano per trovare il giusto equilibrio nella propria vita.” conclude Tsitsipas.
    Un mea culpa che gli fa onore umanamente e che chiude un periodo davvero complicato, come descritto dall’articolo pubblicato stamattina sulla faccenda. A questo punti non resta che aspettare la prossima mossa del greco, la scelta di nuovo coach. Non sarà una decisione comoda, ne va del resto della sua carriera in un momento tutt’altro che facile. Forse, il tempo porterà consiglio…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ranking: Alcaraz può tornare n.2 dopo Cincinnati, importante in ottica teste di serie a US Open. Ma occhio a Zverev

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    La decisione di Novak Djokovic di non partecipare al Masters 1000 di Cincinnati può avere importanti ripercussioni a livello di ranking ATP e teste di serie a US Open, al via il prossimo 26 agosto. Infatti il serbo, Oro olimpico a Parigi 2024, è campione in carica del secondo torneo mille in Nord America, quindi perderà i 1000 punti dello scorso anno, e non giocherà sicuramente alcun match ufficiale prima di sbarcare a New York (dove è campione in carica). Di questa situazione può approfittarne Carlos Alcaraz, attualmente n.3 del Ranking mondiale, e potenzialmente anche Sasha Zverev. 
    Djokovic infatti sicuramente passerà da 8.460 a 7.460 punti (- 1000), vista l’assenza a Cincinnati. Questa invece la situazione di Alcaraz: nel prossimo ranking post Montreal cederà 180 punti, quelli conquistati lo scorso anno a Toronto e che non difende vista la sua decisione di non giocare il Masters 1000 canadese questa settimana. Lo spagnolo pertanto avrà 7.950 punti in vista di Cincinnati, dove difenderà i 600 punti conquistati lo scorso anno (sconfitto in finale al termine di una tremenda battaglia di quasi 4 ore contro Djokovic).
    Il 21enne spagnolo quindi nel live ranking della prossima settimana partirà da 7.350 punti, e potrà superare matematicamente Djokovic al termine del torneo di Cincinnati raggiungendo almeno i quarti di finale dell’evento in Ohio, grazie ai 200 punti ottenuti con l’approdo tra i migliori 8 del torneo, che eleverebbero il suo totale a 7.550, novanta in più del serbo.
    Garantirsi la posizione di numero 2 al mondo dopo Cincinnati renderebbe automaticamente Alcaraz come testa di serie n.2 a US Open 2024, mentre Djokovic scivolerebbe come terzo nel seeding. Una situazione che interessa molto da vicino anche Jannik Sinner: infatti l’azzurro a Cincinnati non difende niente (10 punti, battuto all’esordio lo scorso anno) ed anche se il torneo per lui andasse male è certo di essere testa di serie n.1 a US Open, una posizione che ovviamente gli garantisce di non affrontare il n.2 del mondo prima della finale. Sarà interessante sapere se il tennista a capeggiare la parta bassa del draw newyorkese sarà Novak o Carlos. I due invece, a seconda come sarà il sorteggio di New York, potrebbero ritrovarsi contro in semifinale, con la testa di serie n.4 (attualmente Zverev) in quel caso come semifinalista potenziale a US Open contro Sinner. Ma attenzione: anche questo non è affatto certo. Zverev infatti non è così lontano da Djokovic e Alcaraz. La prossima settimana Alexander difende la semifinale 2023 a Cincinnati, ma se riuscisse ad ottenere eccellenti risultati tra Montreal e Cincinnati, potrebbe issarsi al n.3 o addirittura anche al n.2 del mondo prima del quarto Slam stagionale, cosa che comporterebbe scenari assai diversi.
    Ricapitolando: i motivi di interesse per i due 1000 nord americani sono molti, dalla forma di Sinner e la sua difesa del primo 1000 vinto in carriera alle dinamiche nel ranking ATP, che dopo la conclusione di Cincinnati potrebbe essere assai diverso da quello attuale e prospettare scenari inaspettati anche a New York.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Montreal: Darderi stoppato da Paul

    Luciano Darderi (foto Getty Images)

    Dalla terra rossa olimpica di Parigi al cemento in Canada c’è di mezzo molto più di un oceano da attraversare, con condizioni assai diverse ed attitudini da aggiustare, ma il risultato tra Luciano Darderi e Tommy Paul non cambia. I due si giocano il secondo match in pochi giorni ed è di nuovo il 27enne a stelle a strisce a prevalere in due set, 6-4 7-6(2) lo score dell’incontro di primo turno concluso al Masters 1000 di Montreal. Una discreta partita da parte di Luciano, che con la potenza del suo diritto e schemi tanto lineari quanto ben eseguiti conferma che il suo tennis può essere pericoloso anche sul veloce; ma è stata proprio la maggior velocità generale di Paul a prevalere, in particolare quella dei piedi nell’aggredire le traiettorie dell’italiano nato in Argentina e la rapidità nel portare colpi in anticipo con i quali ha tenuto spesso in mano il tempo di gioco. Tommy è stato più incisivo soprattutto in risposta, prendendosi un vantaggio sul campo che ha messo pressione all’azzurro e fruttato molti punti, tra errori provocati ed aperture dello spazio per attacchi, non sempre precisi ma alla lunga vincenti.
    Darderi ha un tennis se vogliamo prevedibile, servizio potente e via a spingere con tanto punch col diritto, soprattutto da sinistra, uno schema che può portare lauti dividendi anche sul cemento outdoor, dove la palla salta abbastanza; ma per lui è indispensabile controllare lo scambio, perché rispetto alla terra rossa ha meno tempo per spostarsi e difendere, e quindi controbattere. La sua minor reattività e velocità nello scappare dopo aver colpito, e una qualità in risposta oggi non ottimale, sono stati i punti deboli che ha pagato con la sconfitta. Paul ha commesso diversi errori in spinta, tra quel diritto un po’ “arrangione” e un evidente difficoltà generale nel gestire in una manciata di giorni la diversa superficie, palle condizioni generali (era a Parigi con Fritz in doppio nel weekend scorso!), ma alla fine ha servito un po’ meglio di Darderi e soprattutto ha risposto con più continuità, andando a prendersi così il centro del campo e il comando del ritmo di gioco.
    Luciano forse poteva provare a giocare un diritto anche meno rapido ma più carico di spin su quello del rivale, visto che Tommy da destra – soprattutto quando corre verso destra – può perdere il controllo con quell’apertura molto personale e non esattamente efficace, e questo lo costringe poi ad accelerare fin troppo nella fase dell’impatto per recuperare il tempo perso aprendo; Darderi al contrario ha provato dall’inizio alla fine ad imporre la sua potenza, un attitudine corretta ma che non sempre gli ha portato frutti. Nei game nei quali l’americano ha servito poche prime palle è stato spesso in difficoltà, e si salvato buttandosi a rete con coraggio appena possibile. Tattica “yankee”, da giocatore nato e cresciuto sul cemento, e che oggi ha funzionato visto che la copertura del campo di Luciano non sempre è stato ottimale.
    Darderi sta attraversando la miglior fase della sua carriera, una battuta d’arresto contro Paul in Nord America ci può stare. Ora testa a Cincinnati, dove potrà arrivare con più tempo per studiare campi, palle e condizioni. Ha la potenza e attitudine giusta per fare bene.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Darderi esordisce nel M1000 canadese al servizio, sfoggiando il “suo” tennis, servizio e diritto potente. Un doppio fallo, ma ai vantaggi muove lo score. Paul gioca su anticipo e velocità, ma sul 30 pari esagera nell’attacco, partendo da troppo lontano, è comodo il passante di rovescio di Luciano. Tommy salva la palla break comandando lo scambio dal centro del campo, 1 pari. Sul 2 pari è l’americano ad aver la chance per l’allungo, grazie ad un bel lob calibrato con precisione. Il BREAK purtroppo per Darderi arriva, la seconda palla incoccia il nastro e vola via out. 3-2 e servizio per il 27enne di Voorhees. Paul sale in cattedra: comanda il gioco con sicurezza, grande anticipo e sicurezza nella profondità, si porta 4-2 e poi incanta anche in risposta con un rovescio vincente tirato con un controllo del corpo da campione. Una bellezza. 15-30, Darderi è di nuovo in difficoltà al servizio e la sua prima palla non lo sostiene a dovere. Paul esagera, comanda ma commette due errori. Luciano resta in scia, 3-4, ma è l’americano a menare le danze, e italo-argentino non riesce ad incidere in risposta. Netta la statistica sul 5-3 Paul: nel 46% delle battute di Tommy, Luciano non ha rimesso la palla in gioco. Così è molto dura… Alza al massimo la velocità della spinta Darderi e vince il nono game, Paul serve per chiudere il set. Non trova la prima di servizio Tommy, e Luciano si fa trovare pronto: spinge in risposta (gran vincente col diritto nel primo punto) e l’americano sbaglia poi un colpo di scambio. 15-30. Ritrova la prima di servizio Paul, controlla il tempo di gioco buttandosi bene a rete. 40-30 e Set Point. Con una seconda di servizio con un “kick” estremo provoca l’errore in risposta dell’italiano. 6-4 Paul, 41 minuti di tennis classico da “duro”. Paul più consistente e veloce, in controllo del tempo forte di colpi d’inizio gioco più incisivi.
    Secondo set, Darderi to serve. Quando la prima palla lo sostiene ed ha il tempo per girarsi sul diritto da sinistra, trova la classica pallata imprendibile. Le cose cambiano quando Paul anticipa i colpi e sposta a correre l’italiano, assai meno preciso in questa situazione. Molto incisivo Luciano, si prende due punti a rete di prepotenza (e mostrando anche buona mano). 1-0. Arriva il miglior momento del match dal punto di vista tecnico, entrambi giocando a un bel livello, offensivi e rapidi, e si seguono i turni di battuta. Sul 2-1 Darderi, Paul si ritrova sotto 0-30 al servizio (errore di diritto e gran difesa dell’azzurro). Non va la prima di palla del nativo del New Jersey, Darderi ci prova con diritto a tutta sul 15-30, ma la palla gli esce di un niente. La palla break arriva lo stesso: sotto il forcing di Luciano, Paul si scompone e sbaglia un rovescio, 30-40. E ancora niente prima palla… Con coraggio Tommy aggredisce col diritto e si butta a rete, un po’ lento qua Darderi a correre a sinistra e il passante muore in rete. Poco preciso Paul col diritto in questo game, non trova il miglior timing e ne sbaglia un altro. Si scambia sulla seconda PB, nessuno dei due prende l’iniziativa ed è l’italiano il primo a sbagliare. Con grande fatica, Paul si porta 2 pari, peccato per le due chance non sfruttate. Il set torna in equilibrio e si seguono i servizi. In tutto il secondo parziale il diritto di Darderi è molto pesante e incisivo, ma il rendimento della battuta resta altalenante. Duro il settimo game, complicatosi per l’italiano da 40-0, ma senza concedere palle break lo porta a casa (4-3). Tutto per facile per Paul, che col settimo Ace del match si porta 4 pari. Il nono game è un “festival” degli errori… tanti, da entrambi, e ai vantaggi è Luciano a commettere quello più grave, un rovescio che gli costa la palla break, prima da difendere nel set. E in un momento critico… La prima palla non entra, ma spreca Paul col rovescio, dopo una risposta molto profonda. Sorride amaro, consapevole di aver perso l’attimo per volare verso il successo. 5-4 Darderi. Luciano è sotto attacco anche servendo sul 5 pari, esagera sulla spinta e la risposta di Paul sul 30 pari è ottima. 30-40, nuova palla break per l’americano. Si salva l’italiano con il suo schema principe, servizio esterno, due passi a sinistra e bordata inside out precisa. L’equilibrio non si spezza, tiebreak. Inizia bene Luciano, gran smorzata vincente, poi è lui a cedere il primo punto al servizio sotto un pressing molto ben costruito dallo statunitense, 3 punti a 2 e servizio Paul. È preciso il diritto inside out sul rovescio di Darderi, si gira 4-2 Paul. Ci prova Luciano col diritto, ma scappa di poco largo, 5-2. Il quinto doppio fallo di Luciano consegna ben 4 match point a Tommy. Basta i primo, spettacolare risposta di diritto cross che fulmina l’azzurro. Peccato per un tiebreak scivolato via troppo rapido, dopo un secondo set piuttosto equilibrato.

    1T Paul – Darderi (0-0)ATP Montreal Tommy Paul [10]67 Luciano Darderi46 Vincitore: Paul ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 2-1* ace 2-2* 3*-2 4*-2 5-2* 6-2*6-6 → 7-6T. Paul40-A 15-0 30-0 40-0 40-155-6 → 6-6L. Darderi30-40 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-405-5 → 5-6T. Paul 15-0 ace 30-0 30-15 df 30-30 40-304-5 → 5-5L. Darderi 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-404-4 → 4-5T. Paul 15-0 15-15 30-15 40-15 ace3-4 → 4-4L. Darderi 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-403-3 → 3-4T. Paul 15-0 30-0 30-15 df 40-152-3 → 3-3L. Darderi 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3T. Paul 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-401-2 → 2-2L. Darderi 0-15 15-15 30-15 30-30 df 40-301-1 → 1-2T. Paul 15-0 15-15 30-15 40-15 ace0-1 → 1-1L. Darderi 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1T. Paul 15-0 15-15 15-30 30-30 40-305-4 → 6-4L. Darderi 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-3 → 5-4T. Paul 15-0 30-0 40-0 ace4-3 → 5-3L. Darderi 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 4-3T. Paul 15-0 ace 30-0 30-15 40-153-2 → 4-2L. Darderi 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df2-2 → 3-2T. Paul 15-0 ace 30-0 ace 40-0 40-15 40-30 40-40 df A-401-2 → 2-2L. Darderi 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2T. Paul 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 ace0-1 → 1-1L. Darderi 0-15 15-15 30-15 40-15 ace 40-30 40-40 df A-400-0 → 0-1

    Statistiche
    🇺🇸 Paul
    🇮🇹 Darderi

    Punteggio servizio
    301
    267

    Ace
    9
    1

    Doppi falli
    3
    5

    Percentuale prime di servizio
    53% (39/73)
    53% (43/81)

    Punti vinti con la prima
    79% (31/39)
    70% (30/43)

    Punti vinti con la seconda
    65% (22/34)
    55% (21/38)

    Palle break salvate
    100% (3/3)
    67% (2/3)

    Giochi di servizio giocati
    11
    11

    Punteggio risposta
    117
    56

    Punti vinti in risposta sulla prima
    30% (13/43)
    21% (8/39)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    45% (17/38)
    35% (12/34)

    Palle break convertite
    33% (1/3)
    0% (0/3)

    Giochi di risposta giocati
    11
    11

    Punti vinti a rete
    69% (9/13)
    75% (9/12)

    Vincenti
    22
    17

    Errori non forzati
    23
    17

    Punti vinti al servizio
    73% (53/73)
    63% (51/81)

    Punti vinti in risposta
    37% (30/81)
    27% (20/73)

    Punti totali vinti
    54% (83/154)
    46% (71/154)

    Velocità massima servizio
    216 km/h
    216 km/h

    Velocità media prima di servizio
    188 km/h
    183 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    149 km/h
    153 km/h LEGGI TUTTO

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    Shapovalov: “L’ATP deve stabilire regole migliori per proteggere i giocatori dagli eccessi degli spettatori”

    Denis Shapovalov

    Denis Shapovalov ritiene che l’ATP debba fare di più per proteggere i giocatori contro gli eccessi degli spettatori nel corso degli incontri e in generale, visto quel che moltissimi tennisti subiscono via social. Il canadese ha scritto un accorato messaggio social dopo che l’ATP ha in parte accolto il suo ricorso alla squalifica subita a Washington, dove nella fasi conclusive del match di quarti contro Shelton si è rivolto in malo modo ad uno spettatore molesto, venendo cacciato dal campo per violazione del codice di condotta. Ieri l’ATP ha rivisto la sua posizione, restituendo a Denis punti conquistati e prize money, decurtato da una multa consistente. Così ha scritto Shapovalov sulla faccenda.
    “Cari tifosi, vorrei ringraziarvi per essere stati al mio fianco in questi ultimi giorni. Come potete immaginare, è stato un periodo estremamente stressante per me”, ha scritto Shapovalov sui social. “Continuo ad essere scioccato e deluso per la decisione di squalificarmi dalla partita contro Ben a Washington. Non è stato giusto nei miei confronti, nei suoi confronti o nei confronti di chiunque fosse lì a guardare l’incontro. Ovviamente ho immediatamente presentato ricorso all’ATP e sono contento e grato per la rapida decisione di restituirmi i punti e il prize money. Devo tuttavia affermare che non sono d’accordo con la pesante multa che mi è stata inflitta, che è più della metà del premio in denaro che ho guadagnato la scorsa settimana, e continuerò a combattere contro di essa”.
    “Lavoriamo tutti molto duramente: la nostra carriera è la nostra vita e non dovrebbe essere ostacolata da decisioni inutili e soggettive” continua Denis. “Spero anche che l’ATP possa stabilire regole migliori per proteggere i giocatori dagli eccessi dei tifosi. Vorrei anche cogliere l’occasione per ringraziare i giocatori che mi hanno apertamente difeso sulla stampa e sui social media. Per quanto difficili siano stati questi ultimi giorni, sono emozionato di essere tornato a Montreal di fronte ai tifosi canadesi. Spero di poter continuare sulla scia della buona settimana di Washington qua a casa”.

    pic.twitter.com/E5MX9IfGdq
    — Denis Shapovalov (@denis_shapo) August 6, 2024

    Già in passato Denis si era schierato apertamente in difesa dei tanti tennisti che continuamente subiscono minacce o abusi da parte di appassionati virulenti – perlopiù scommettitori – considerando questa situazione pesante e inaccettabile, tanto da averne parlato con Djokovic e il connazionale Pospisil in modo che il nuovo sindacato PTPA possa agire in modo concerto in supporto dei colleghi.
    Shapovalov è attualmente n.106 ATP, una classifica penalizzata dal lunghissimo stop subito nella seconda parte del 2023, quando si è fermato per problemi al ginocchio. Nel 2024 vanta un record negativo di 15 vittorie a fronte di 18 sconfitte, e il recente torneo di Washington (quello del fattaccio) è il suo migliore in stagione, l’unico nel quale è riuscito a vincere tre match di fila. Nel 1000 di casa a Montreal, dove è in tabellone grazie ad una wild card, è atteso oggi dall’esordio contro lo statunitense Nakashima (passato dalle qualificazioni). 1 vittoria a testa i precedenti, mai si sono affrontati sul cemento finora.
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    Medvedev parla da Montreal: “Il 2024 è un buon anno per me, ma è l’ora di vincere un titolo”

    Daniil Medvedev (foto Getty Images)

    Estate, cemento …quindi è l’ora di vincere. Così Daniil Medvedev parla da Montreal, sbarcato in Nord America dopo un torneo Olimpico tutto sommato deludente, ma sul quale non riponeva grandissime aspettative visto il campo in terra battuta che non ama affatto. Il moscovita ha tracciato con il sito ufficiale ATP un primo bilancio del suo 2024, 7 mesi nei quali è stato piuttosto consistente (35 vittorie e 11 sconfitte) raggiungendo una finale Slam a Melbourne e la semifinale a Wimbledon, ma quello zero alla casella titoli insieme a diverse sconfitte “dolorose” è un boccone amaro che vuol assolutamente mandar giù, sorseggiando un calice di champagne da un bel magnum ricevuto insieme al trofeo del vincitore. Daniil è esploso nel grandissimo tennis nell’estate 2019, dove impose il suo gioco unico, servizi imprendibili abbinati a grandi difese, diventando uno dei migliori tennisti al mondo sui campi in duro all’aperto. Proprio a NY ha vinto il suo unico Slam e generalmente nelle settimane tra agosto e settembre esprime sempre il proprio meglio. Normale che le sue aspettative per il Masters 1000 canadese e gli appuntamenti successivi siano molto alte.
    “Generalmente quando arrivo a questo punto, in Canada, tutto ciò che è successo prima non ha troppa importanza perché di solito inizia la parte migliore della mia stagione“, afferma Medvedev. “Alla fine sono abbastanza contento della mia annata. Ho avuto dei buoni risultati e delle buone strisce, alcune vittorie davvero importanti. Ciò di cui non sono contento è il non aver vinto ancora un titolo, ma sto giocando bene nei tornei più importanti e ho perso contro dei grandi avversari”.
    Già, le sconfitte… questo forse il punto dolente per il russo. Nel 2024 infatti Daniil ha perso da Sinner a Melbourne e Miami, da Alcaraz a Indian Wells e Wimbledon, vendicandosi su Jannik a Wimbledon, ma di top 10 battuti in stagione (oltre all’azzurro a Londra) solo Rune a Indian Wells, Zverev e Hurkacz a Melbourne ad inizio anno. Buono, ma il miglior Medvedev ci aveva abituato a più vittorie e titoli. Un livello di gioco piuttosto alto, ma forse non più abbastanza a riportarlo al vertice o molto vicino a Jannik, Carlos e Novak. Lo testimonia anche la posizione n.5 nel ranking, scavalcato da Zverev rispetto ad inizio stagione. E lo racconta soprattutto il campo, dove contro i migliori tre (e anche Zverev) si è avuta la sensazione di una certa fatica e difficoltà ad imporsi. Forse Daniil è arrivato ad un punto nel quale il suo “classico” gioco non basta più, gli altri sanno come affrontarlo e alla fine la sua tenace resistenza non basta. Lo dimostra forse anche il crescente nervosismo che da tempo lo accompagna in campo.
    Tornare a Montreal, dove è iniziata la sua scalata al grande tennis, potrebbe rendergli la spinta di cui ha bisogno. Quella cavalcata estiva 5 anni fa gli cambiò la vita: “Al cento per cento, perché prima sapevo di poter giocare bene, ma non avevo mai ottenuto grandi risultati e quello è stato il periodo in cui ho raggiunto la prima finale del Masters 1000, ho vinto quella successiva a Cincinnati e sono arrivato in finale agli US Open, il che è stato incredibile”, continua Medvedev. “Quello è stato il primo torneo, insieme a Washington, dove ho giocato davvero al mio meglio, in cui ho iniziato a capire ancora di più cosa dovevo fare in campo per battere i giocatori migliori”.
    Quest’anno Medvedev è terza testa di serie nel primo 1000 estivo, aspetta il vincente di Safiullin – Davidovich Fokina nel secondo turno. “Cercherò di arrivare fino alla fine dell’anno con il mio miglior tennis. Voglio vincere un grande titolo e ottenere più punti, è sempre importante. Più in alto arrivi alla fine, più si vede quanto è stata grandiosa la tua stagione. Sono abbastanza soddisfatto della stagione finora, ma voglio decisamente di più” conclude.
    Il russo dovrà difendere anche la pesante cambiale della finale 2023 agli US Open. Ma ascoltando le sue parole, non ha assolutamente in testa la difesa di quel che ha già ottenuto, ma un unico solo pensiero: vincere. Ce la farà? Montreal è il primo grande obiettivo. Sinner e Zverev, i primi due del seeding, sono avvisati.
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    Ivanisevic su Djokovic: “Non sarei sorpreso di vederlo a Los Angeles 2028. La chiave era innervosire Alcaraz. US Open? È il favorito”

    Goran invece a Novak ai tempi della loro collaborazione

    “Considerando quanto è ‘pazzo’, non mi sorprenderebbe vederlo anche a Los Angeles 2028″. Così Goran Ivanisevic, ex coach di Novak Djokovic, parla del campionissimo serbo in un’intervista rilasciata al collega Sasa Ozmo dopo la straordinaria vittoria dell’Oro alle Olimpiadi di Parigi 2024. Nole aveva affermato da mesi che l’Oro era il suo grande obiettivo, unico alloro mancante nel suo sterminato palmares. Missione compiuta, con un crescendo favoloso e una finale giocata da campione, durissimo e lucido nelle fasi decisive contro un Alcaraz tutt’altro che “docile”. Per Ivanisevic l’aver vinto tutto quello che è in palio nel tennis non placherà la fame di vittorie di Djokovic, tanto che ipotizza ancora 4 anni di grande tennis e successi, magari fino alle prossime Olimpiadi in California, dove Novak avrebbe ben 41 anni… Interessante anche la chiave di lettura del croato della finale Olimpica: portare Carlos ad innervosirsi.
    “È semplicemente incredibile, era scritto da qualche parte che doveva finire così”, afferma Ivanisevic a Tennis Majors. “Il suo primo trofeo di questa stagione: Oro olimpico! Questo scenario è il migliore, il più dolce. Ha avuto un grave infortunio, un intervento chirurgico, poi una brutta finale di Wimbledon, ma domenica abbiamo visto cosa possono farti fare la volontà e il desiderio. Quando Novak gioca come sa fare, è il migliore al mondo, nessuno può toccarlo“.
    I due erano insieme a Tokyo tre anni fa, dove Djokovic era in vantaggio di un set e un break contro Alexander Zverev in semifinale, ma non è riuscito a battere il tedesco e l’Oro è rimasto un sogno. Questa volta ci è riuscito, e anche di più. “Ne abbiamo parlato così tante volte, era uno dei miei più grandi desideri per lui, lo desiderava tanto ed è per questo che è stato così emozionante per tutti”, continua Goran.  “È affascinante vedere come ha giocato in finale per l’Oro rispetto a quella di Wimbledon. È stato incredibile quello che è riuscito a fare nella sua mente, Wimbledon è stato solo due o tre settimane fa. La volontà, il desiderio, la forza… Alcaraz ha 16 anni in meno, colpisce più forte ed è più veloce, ma Novak con la sua testa ha fatto sembrare che Carlos non fosse il più giovane, più veloce e quello che colpisce più forte“.
    “Solo un pazzo direbbe di lui che non ha più, che non ha più niente da dare. Quando Novak vuole davvero qualcosa, nessuno può batterlo, indipendentemente da chi si trovi dall’altra parte della rete. È stato incredibilmente intelligente, ha giocato in modo aggressivo e tirato ogni colpo con convinzione. Alcaraz colpisce duro, ma Novak ha colpito ancora più duro! Penso che questo abbia sorpreso Carlos e lo abbia reso un po’ nervoso. È più facile a dirsi che a farsi, ma questa è la chiave: portare Alcaraz ad innervosirsi e costringerlo a fare qualche errore. È quello che è successo nel tie break del secondo set: Alcaraz sapeva che sarebbe stato punito se avesse giocato più corto e ha fatto qualche errore. Non è facile fare quello che ha fatto Novak, ma ancora una volta, lo voleva così tanto da riuscirci“.
    “Novak è come se non avesse giocato la finale di Wimbledon, ma qui c’era eccome… Se fossero rimasti altre cinque ore su quel campo, il risultato sarebbe stato lo stesso. Novak stava volando, stava ballando. La gente si è dimenticata che questa era la sua prima finale olimpica, sentiva che era questa la chance, doveva cogliere quest’opportunità. Ora ce l’ha fatta, ma considerando quanto è pazzo, non mi sorprenderebbe vederlo anche a Los Angeles nel 2028”
    “Sono così contento che abbia finalmente vinto questo oro. Gli auguro adesso di vincere il 25° Slam, di battere il record assoluto, e poi potrà ritirarsi, anche se non si ritirerà mai… Penso che possa trovare la motivazione per farcela, l’oro lo solleverà di nuovo. Se gioca così, è l’uomo da battere agli US Open. A Wimbledon è stato un miracolo che abbia anche solo giocato, ed è arrivato in qualche modo anche in finale, ma non sappiamo mai se qualcosa di simile all’Australian Open di quest’anno potrà accadere. Contro Sinner non ha dato il suo meglio. Non abbiamo una sfera di cristallo, ma se è motivato come lo era a Parigi, sarà il favorito a New York” conclude Ivanisevic.
    Parole al miele per il suo ex pupillo, ancora una volta capace di superare infortuni, dolori e l’età che avanza, mostrando una forza mentale e lucidità superiore anche all’esuberanza e potenza di Alcaraz, che veniva da una serie pazzesca di vittorie (due Slam) e quindi in totale fiducia. Non resta che attendere US Open, dove oltre a Sinner e Alcaraz il “Djoker” sarà certamente uno dei favoriti. O forse, il vero grande favorito…
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    Djokovic Titanico! Vince l’Oro a Parigi 2024 battendo Alcaraz. Finale straordinaria

    Novak Djokovic, campione Olimpico a Parigi 2024

    Parigi, Bois de Boulogne. L’orologio ha da poco superato le 17, l’atmosfera è elettrica, si sta disputando la finale per l’Oro Olimpico del singolare maschile, una partita straordinaria per qualità di gioco e intensità. Il diritto di Novak Djokovic da sinistra è una pallata potente e precisa, vincente. Il Chatrier di Roland Garros esplode e l’arbitro urla “Game Set Match Djokovic!”. La finale di Parigi 2024 finisce così, con un punto esclamativo del più vincente dell’era moderna che si aggiudica con pieno merito l’unico grande alloro che mancava al suo sterminato palmares, la medaglia d’Oro Olimpica. La sua racchetta cade a terra, esulta verso il suo angolo scaricando la tensione, abbraccia il rivale e poi piange, a dirotto, come forse mai in carriera, in ginocchio sul rosso del Chatrier, letteralmente tremando di gioia. Forse nella sua mente è passato il film della sua intera vita… la racchetta imbracciata da piccolo sul campo in montagna, le bombe della guerra, le lezioni con la maestra Gencic, i primi allori, poi i record epocali e il chiodo fisso di questa medaglia, l’ultimo sogno di una carriera ineguagliabile. Djokovic ha superato il dolore, gli acciacchi dei suoi 37 anni, la tensione, un’operazione recentissima al ginocchio e soprattutto un rivale mai domo e fortissimo come Carlos Alcaraz in finale, vincendo due tiebreak giocati in modo stellare, perfetti, degni del titolo di tennista più vincente dell’era moderna della disciplina. È stata una finale straordinaria per tensione e qualità di gioco. Grazie anche a Carlos Alcaraz, uno spot bellissimo per il tennis e premio meritato alla carriera irreale e oggi PERFETTA nel serbo.
    La finale è stata un braccio di ferro mostruoso tra i due campioni, mai domi e così pugnaci da annullare tutte le palle break concesse. Tutte. E di occasioni ne hanno avute molte entrambi, ma ognuno di loro non ha mai mollato di un centimetro, pronto a dar fondo a ogni energia fisica e mentale per non cedere campo, non retrocedere la posizione, aggrappandosi ai punti forti del proprio repertorio. Alcaraz velocissimo e con mille frecce diverse, Djokovic pugnace, lucido e tatticamente ineccepibile, una Treccani della disciplina applicata alla lettera, praticamente in ogni maldetto 15 di questa partita. Scontato che in uno scontro titanico, così duro, alla fine fossero una manciata di punti a fare la differenza; e, vista l’assenza di break, che fossero i tiebreak a risultare decisivi. Così è stato ed è giusto affermare che oggi la medaglia d’Oro l’ha vinta il migliore, il più forte. Novak ha giocato due tiebreak pazzeschi, non una scelta sbagliata o un momento di titubanza.
    E stata una vittoria clamorosa perché nel match si è avuta la netta sensazione che Alcaraz ne avesse di più, di gambe, di soluzioni e di possibilità. Più vigore, più forza, più tutto, ma… non è mai riuscito a sfruttare le palle break (anche cinque in un unico game!) e questo l’ha pagato mentalmente, con una frustrazione l’ha portato a sbagliare quelle due palle nei “decider” e prendere quella manciata di decisioni errate che Novak è stato perfetto nel capitalizzare. Da Djokovic, da Djoker, dal più vincente del tennis moderno. Duro, durissimo, di testa e di fisico, ma che classe e che colpi. I due diritti vincenti in corsa sparati da Novak nel secondo tiebreak sono già entrati per la porta principale nella sua leggenda e in quella della disciplina, due mazzate di difficoltà irreali, che puoi riuscire a tirare e trasformare solo se hai una classe superiore e un cuore e una testa altrettanto superiori. Djokovic lo si può amare o odiare, ma è indubbio, palese e lampante che nessuno è come lui per combinazione di qualità tecniche, fisiche e mentali. E nessuno come lui riesce ad andare oltre alla fatica, ad un avversario formidabile e complessivamente forse oggi anche più bravo, ma incapace di sfruttare il momento e capitalizzare il vantaggio “ai punti” che nel tennis non serve a niente.

    Djokovic has won it all #Tennis pic.twitter.com/q6P6i9tdgd
    — Roland-Garros (@rolandgarros) August 4, 2024

    Il tennis è un meraviglioso sport di situazione, devi cogliere il momento con visione, gambe e braccio. Djokovic oggi è stato più forte, si merita questa bellissima medaglia d’Oro Olimpica e forse la “pace dei sensi”, avendo vinto davvero tutto quel che si può vincere nello sport che l’ha portato a diventare icona mondiale. Esempio di lavoro e perseveranza. Alcaraz ha pianto a dirotto… scontato dopo tanta tensione. Forse ha sbagliato a non forzare gli scambi sulla lunghezza, stancando maggiormente il rivale; forse ha rischiato troppo spesso la smorzata, dove ha ricavato poco; non ha fatto punti importanti col servizio, e contro Nole sono indispensabili. Difetti all’interno di un’ottima prestazione, ma Djokovic è stato più presente e continuo, ha assolutamente meritato. Forse al terzo set la maggior forza dello spagnolo poteva prevalere, ma Novak è stato perfetto nel chiudere prima.
    Questa finale resterà nella storia, è stata una partita molto bella che aiuterà non poco il tennis diventare sempre più sport “anche” Olimpico. È vero che noi abbiamo Wimbledon, gli altri Slam e la Davis; ma è esattamente grazie a partite leggendarie come questa che lo sport della racchetta sta facendo passi da gigante nella considerazione generale all’interno della 15ina a cinque cerchi. Grazie a Carlos e Novak per le emozioni.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic parte meglio di Alcaraz, gioca tatticamente alla perfezione cercando profondità e rubando tempo di gioco allo spagnolo, che incappa in qualche errore di troppo e concede una palla break nel suo primo turno di battuta. L’annulla con classe Carlos, finta uno dei suoi diritti fulminanti e quindi tocca una smorzata perfetta. 1 pari. Nel terzo gioco il serbo recupera un pericoloso 0-30, anche grazie ad errori di un Carlos un po’ impaziente nel cercare la bordata a chiudere. La situazione si ribalta sul 2-1: Novak anticipa e comanda, e con una risposta vincente clamorosa strappa altre tre palle break sullo 0-40. Impressionante come Alcaraz alza il livello, servizio e primo colpo di scambio in totale anticipo, di fatto ingiocabile. 2 pari. Durissimo il quinto game: Novak si incaponisce nella smorzata, sbagliando; concede tre palle break ma in qualche modo – soprattutto col servizio – le annulla, ma sembra molto vicino al suo limite. Dopo tanta lotta il set si blocca sui binari dei turni di servizio, fino al 4. Djokovic commette un doppio fallo, poi sul 30 pari dopo uno smash tremebondo un diritto s’impenna sul nastro e scappa via out. Palla break delicatissima per Carlos. Attacca con coraggio il serbo e copre la rete, salvandosi con classe sulle difese estreme del giovane rivale. La lotta è feroce, intensa come qualità dei colpi dei due. Numeri in accelerazione dell’iberico, prodezze sul net di Novak, costretto a buttarsi avanti a ripetizione. Grande spettacolo. Annulla ben 5 palle break Djokovic, per il 5-4. Sul 6-5 Alcaraz serve, ma è Djokovic a trovare due grandi punti. Sul 30 pari lo spagnolo sbaglia un tocco di volo un po’ goffo, è palla break e soprattutto set point Djokovic. Servizio e diritto cross vincente immediato, ottimo Alcaraz. Dopo oltre 84 minuti il set si decide al tiebreak. Livello di gioco altissimo, solo vincenti tra l’anticipo dello spagnolo e la sagacia del serbo. Sul 3 punti pari Novak trova un angolo impossibile con la risposta di diritto, forte anche un filo fortunata. Chirurgico il serbo, due ottimi servizi e 6-3. Chiude la porta di volo Novak sul primo, chiamato a rete da Carlos. 7 punti 3 Djokovic, grandissimo spettacolo, 95 tra i migliori in stagione.
    Lo spettacolo si mantiene molto alto anche nelle prime fasi del secondo set. Alcaraz si distrae servendo sull’1 pari, concede una palla break ma l’annulla con un diritto fulminante. Urla dopo aver chiuso il game con un bel servizio, 2-1. Impressionante la durezza mentale di Novak, sul 2 pari approfitta di ogni pertugio e si porta 15-30, ma altrettanto veemente e bellissima la reazione di Carlos. (3-2). Un po’ di nervosismo da parte di Alcaraz, che non riesce a scrollarsi di dosso la resistenza del campionissimo, che a sua volta colpisce molto pulito e offensivo. C’è sempre la sensazione che l’iberico abbia ancora un po di margine per crescere, mentre il serbo sia al massimo delle sue possibilità fisiche. Il livello di gioco tocca picchi epici sul 4 pari. Alcaraz spara pallate furibonde, Djokovic regge e ribatte con angoli e anticipo da campione. Carlos vince un game durissimo, sia sul piano mentale che fisico, per il 5-4. L’equilibrio non si spezza, nonostante i tentativi di entrambi i campioni di incidere in risposta (nessuna palla break convertita!). 6 pari, tiebreak. Fantastico il diritto vincente di Djokovic nel primo punto, intuisce la traiettoria, arriva prima e tira una pallata perfetta. Mini break immediato, con Carlos furibondo per aver lasciato spazio sulla sua destra. Segue una difesa incredibile del serbo, con un lob tanto disperato quanto profonda, e Alcaraz ci casca. Poco lucido lo spagnolo in molti punti decisivi dell’incontro, quelli che stanno facendo la differenza. Con un forcing muscolare terrificante Alcaraz si riprende il mini-break, 2-1. ANCORA! Altro diritto cross vincente di Novak a chiudere uno scambio durissimo, che cuore e durezza il serbo. 3-2 avanti Nole. Carlos sbaglia malamente un diritto sul 4-2, ora la rimonta è difficilissima, 5 punti a 2 avanti il serbo. Alcaraz ha perso focus, sbaglia anche col rovescio, 6 punti a 2 e 4 punti per Djokovic per vincere le Olimpiadi. Basta il primo, diritto vincente. BRAVO NOVAK! Ha vinto il più duro e tenace, al termine di una partita spettacolare.

    Djokovic N. (SRB ) – Alcaraz C. (ESP )ATP Paris Olympics Novak Djokovic [1]770 Carlos Alcaraz [2]660 Vincitore: Djokovic ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 1*-0 2*-0 2-1* 2-2* 3*-2 4*-2 5-2* 6-2*6-6 → 7-6Novak Djokovic 15-0 30-0 40-05-6 → 6-6Carlos Alcaraz 15-0 30-0 40-05-5 → 5-6Novak Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-304-5 → 5-5Carlos Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-404-4 → 4-5Novak Djokovic 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-403-4 → 4-4Carlos Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3Carlos Alcaraz 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-402-2 → 2-3Novak Djokovic 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2Carlos Alcaraz 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-1 → 1-2Novak Djokovic 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Carlos Alcaraz 15-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* 1*-2 2*-2 3-2* 3-3* 4*-3 5*-3 6-3*6-6 → 7-6Carlos Alcaraz 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-406-5 → 6-6Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-5 → 6-5Carlos Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-4 → 5-5Novak Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-404-4 → 5-4Carlos Alcaraz 15-0 30-0 40-04-3 → 4-4Novak Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 4-3Carlos Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-153-2 → 3-3Novak Djokovic 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-402-2 → 3-2Carlos Alcaraz 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-1 → 2-2Novak Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-1 → 2-1Carlos Alcaraz 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-401-0 → 1-1Novak Djokovic15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO