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    Sinner di fisico e di testa! Batte Draper al termine di una dura battaglia giocata in condizioni estreme, vola in finale a US Open

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    “Welcome to the jungle…”. La celeberrima canzone dei Guns ‘n’ Roses calza a pennello per dare un’immagine visiva alla prima semifinale di US Open, e non solo per il caos della città che non dorme mai… Degno di una giungla tropicale è il clima su Flushing Meadows (oltre l’80% di umidità), che rende per Jannik Sinner e Jack Draper una vera sofferenza giocare e lottare per oltre tre ore, sprintando a tutta e spingendo forte, con le scarpe del britannico che letteralmente perdono sudore e bagnano il campo, cosa mai vista. Alla fine la maggior durezza, esperienza a questo livello e qualità dell’azzurro prevalgono per 7-5 7-6(3) 6-2, un successo storico che porta il n.1 a giocarsi la prima finale a New York, dove attende il vincente del derby a stelle strisce tra Fritz e Tiafoe. Una partita non bella dal punto di vista estetico e del mero spettacolo, costellata da troppi errori e portata a casa da Jannik grazie alla sua abilità nel resistere a qualche momento no (come il contro break subito nel primo set, immediatamente dopo l’allungo), alle troppe palle break non sfruttate – in particolare nel secondo set – e soprattutto per la sua straordinaria bravura nel giocare meglio e con lucidità assoluta i punti più importanti. Fantastico il tiebreak del secondo set, dove è partito come un razzo; come ha comandato servendo sotto 6-5, e in precedenza anche nella chiusura del primo set, con Draper che serviva bene e reggeva al massimo delle sue possibilità. È stato un braccio di ferro, quasi un match di “pugilato con racchetta”, con due atleti stremati dall’umidità e fatica ma duri al tal punto da scambiarsi mazzate una dopo l’altra, pur barcollando.
    Nel terzo set Jack era distrutto, ha pure vomitato il campo nella fase finale del secondo set in un game assurdo, dove Jannik in una difesa estrema è caduto a terra sbattendo il polso sinistro. Per fortuna non è stato niente di grave, il medico ha controllato ma il match è proseguito senza evidenti menomazioni (la paura è stata tantissima!?!). Sinner la vince di fisico, più resistente del rivale. La vince di sofferenza e tenuta mentale, la stravince per lucidità nell’affrontare i momenti cruciali. Una vittoria per così dire “sporca”, non giocando affatto il suo miglior tennis, ma servendo piuttosto bene: ha chiuso col 66% di prime in campo, vincendo tre punti su quattro, e proprio il servizio l’ha aiutato in molti momenti decisivi. Meno bene col diritto Jannik, dove ha spesso costruito bene ma poi è mancato nell’affondo decisivo. Spesso si è anche fatto sorprendere dalla sbracciata a tutta del rivale, che ha potenza e mano per spaccare lo scambio da qualsiasi posizione, e che ha giocato anche piuttosto bene di volo.
    Draper non è arrivato in semifinale per caso, se l’è meritata sul campo con un tennis consistente, a tratti sprezzante per come si avventa sulla palla e la maltratta, con traiettorie imprendibili. Si è confermato un tennista di grande valore e potenziale, un po’ “rozzo” se vogliamo nel gesto ma potente, piuttosto completo e mai dono. Jannik nella prima parte del match ha forse peccato di impazienza, cercando di star dietro alle sfuriate di Draper invece di costruire e sfinire ai fianchi il rivale, palla dopo palla. Infatti quando nella parte finale del primo set si è messo a costruire e bloccare il rivale in scambi di ritmo e pressione, si è preso molti punti diretti sfruttando le aperture di campo e allo stesso tempo ha provocato molti errori del britannico, demolito da un ritmo e angoli irresistibili. Alla fine la combinazione servizio più diritto potente dal centro è quella che ha portato più punti all’azzurro. Altalenante invece è stato il rendimento della risposta: ne ha sbagliate diverse per lunghezza, come se volesse chiudere direttamente il punto, invece di affidarsi alla palla profonda ma sicura, per guadagnare campo. Probabilmente temeva il primo colpo dopo il servizio di Jack, che in effetti è stato spesso molto efficace.
    Tre ore di grande lotta, con un numero complessivo di punti che di solito si giocano in quattro set (a volte in cinque…). Sinner è certamente più abituato di Draper a battaglie del genere, ma almeno è piaciuta la resistenza fisica del nostro n.1, che ha terminato l’incontro sicuramente stanco ma visibilmente non così devastato come Jack, che a tratti nel terzo set pareva quasi sul punto di crollare a terra. Uno Slam è un torneo complesso, e forse quello di New York è fisicamente il più duro per queste condizioni mutevoli, a volte estreme, arrivando con già 8 mesi di tennis sulle gambe. Ritrovare Sinner in finale, dopo l’approccio al torneo difficilissimo per le “note” vicende, e dopo aver battuto il cliente più scomodo possibile nei quarti (Medvedev) è l’ennesimo segnale della forza e grandezza di Jannik, uno che non molla mai, che nelle giornate nelle quali non spacca la palla riesce comunque a trovare il modo per portarla a casa, che nei momenti più duri e di fatica resta solido e positivo. Un Campione vero.
    “È stata una partita difficile, siamo amici, ed è stata molto fisica. Ho cercato di restare lì, forte mentalmente nonostante tutte le difficoltà” afferma Jannik a caldo in campo. “Sono felicissimo di giocare la finale”. “Contro uno statunitense a US Open? Sarà una partita bella ma non facile. È la mia seconda Slam in stagione, è la dimostrazione che sto facendo un bel lavoro”.
    Adesso riposo, fisioterapia e testa alla finale, dove andrà in campo comunque da favorito. E speriamo col sorriso visto oggi prima della sfida con Draper. Serenità e consapevolezza, due armi importanti quanto il suo diritto assassino il rovescio preciso.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La prima semifinale di US Open 2024 scatta con Draper alla battuta. Subito aggressivo col diritto, ma la palla gli scappa via. Poi un doppio fallo, evidente la tensione nel braccio del britannico. Ha la chance Jannik per arrivare subito a palla break, comanda lo scambio ma l’accelerazione di diritto è deviata out dal nastro. Entra in azione il servizio di Jack, 4 punti di fila e 1-0. Nel primo turno di battuta Sinner spinge forte sul rovescio dell’avversario. Qualche imprecisione, ma con il primo Ace del match chiude a 30 il game (1-1). Entrambi colpiscono la palla davvero forte, rischia tanto Draper per non perdere campo, mentre Sinner – come in altri match del torneo – non è centratissimo col diritto nei primi game. Invece non male il servizio, 9 prime in campo su 11 punti per l’azzurro, dato per lui molto alto. Draper vince a zero il quinto game, bellissimo il suo impatto col diritto, un’accelerazione violentissima che controlla alla grande anche su palla piuttosto alta. Eccellente game anche per Jannik, servizio e diritto potente sul rovescio del rivale, pronto anche a correre in avanti. 3 pari. Nel settimo game Jack trova poche prime palle… Jannik risponde potente sulle seconde e si porta 15-30. Si cava dal buco Draper con un diritto fulminante, davvero notevole. Jack cerca un S&V troppo garibaldino, sulla posizione arretrata del nostro, e incassa la risposta-passante di rovescio. 30-40, prima palla break del match. E seconda palla… Esagera col diritto cross il britannico, spostato lateralmente da un rovescio cross davvero perfido di Sinner, palla un po’ alticcia e lenta, complessa da rigiocare. E sotto la pressione del momento… BREAK Sinner, 4-3 e servizio, bravo a capitalizzare il calo al servizio del rivale con grande attenzione. Anche Sinner all’improvviso smarrisce la prima palla, e stacca un diritto che gli costa lo 0-30. Vince il primo lungo scambio Draper, in rete il diritto di Sinner, e 0-40, suona l’allarme rosso subito dopo esser scappato avanti. La prima palla break è cancellata da un servizio al T; diritto pesantissimo dal centro per cancellare la seconda; il Contro BREAK arriva sul 30-40, in rete un’accelerazione di diritto di Jannik. 4 pari. Entrambi hanno pagato un brutto turno di servizio. Si accende la lotta, bravo l’azzurro a scaricare un gran contro piede e prendersi di forza il punto del 15-30. Clamorosa la risposta di Sinner e ancor più bello il diritto di Draper in corsa, sbracciata vincente da campione. Che punto! Con un ottimo servizio e volée il britannico si porta 5-4. Troppi errori di Sinner in questa fase, e la percentuale di prime palle è crollata sotto il 60% dall’82% del 2 pari. Serve più pazienza, scambiare con grande pressione sul rovescio di Jack, che regge di meno. Torna la prima palla e via, 40-15 con un diritto dal centro. Ma altri due diritti, il terzo del game, porta il game ai vantaggi. Quando scambia con calma, di ritmo e spostando il rivale, Sinner tende a prevalere. Ace, e 5 pari. Superato momento non facile, l’altro era a 2 punti dal set. Un doppio fallo costa a Draper il 30 pari, dopo che aveva perso un lungo scambio. Rimedia con l’Ace, ma eccellente il recupero di Jannik sulla smorza successiva, niente male peraltro. Di nuovo Sinner stazione molto dietro in risposta, corre a rete il brit ma subisce la pallata violentissima del nostro. Palla break! Ace di nuovo… freddissimo. Altro Ace… tre nel game, poi doppio fallo. Rischia tutto. Bravo Sinner a correre avanti e giocare una volée non perfetta ma profonda. Seconda palla break per l’italiano. Uff, esce di un niente la risposta aggressiva. Si gioca a un ritmo folle… alla fine Draper è il primo a sbagliare. Terza chance per Jannik. Doppio fallo! Crolla anche sotto la fatica, dopo 7 minuti super intensi. 6-5 e servizio Sinner. Inizia con un Ace esterno, non veloce ma piazzato alla perfezione. Durissimo anche il secondo punto, pressione clamorosa di Jannik che guadagna metri e forza l’errore di Jack. 30-0. 40-0, non regge Draper, tre set point. Servizio esterno e la risposta vola via. 7-5 Sinner, con sei punti di fila. Dopo i tanti errori e un po’ di fretta, l’italiano si è messo nel momento chiave a giocare con pazienza imponendo forza, ritmo, pressione, portando l’avversario in territori per lui sconosciuti a questa velocità, finendo per sbagliare troppo.
    Secondo set, inizia Draper alla battuta. Sinner trova un passante stretto sulla riga in gran corsa. Scoramento di Jack, col doppio fallo successivo e il peso del primo – duro – set perso nel torneo. 15-30. Grave l’errore col diritto di Jannik, era in controllo dello scambio e poteva portarlo a palla break. Terrificante il ritmo imposto da Sinner, palla dopo palla lo sfianca e ai vantaggi la palla break arriva. Se la gioca bene Jack, rischia e trova un angolo stretto ottimo, che coglie in contro piede l’azzurro. Rischia tanto Draper, del resto se crolla nel morsa del nostro è stritolato, così trova gran punti ma anche errori. Con un attacco esagerato sulla seconda, Draper è punito dal lob di Jannik, seconda PB. Stecca col diritto Sinner, forse messo fuori tempo dal nastro di Jack. Già 8 minuti, che lotta… 1-0 Draper, respira, e spinge duro in risposta. Si ritrova 0-30, Jannik è freddo, spara anche un Ace per il 30 pari, poi un altro. Si va ai vantaggi, e commette un doppio fallo che gli costa palla break. Esagera Jack, tira una pallata di diritto che atterra più larga del corridoio. Un miracolo il punto vinto da Sinner sul pari, da difesa ad attacco, con un controllo del polso in recupero misterioso… 1 pari. Solo 1h e 20, ma tennis intenso, e Draper ha poca forza per saltare alto sullo smash nel primo punto. Molto più agile Jan nell’arrampicarsi sulla palla e prendersi il 15-30. Tocca un gran volée, ma poi forza col diritto e concede palla break. Si salva con un bel S&V sulla seconda, stavolta lo stare molto dietro di Jannik non ha funzionato. Poi Sinner trova una risposta cross di rovescio incredibile, che impatto. Vince un gran game Jack, con un bel tocco di rete. 2-1. Dopo la lotta, segue un game a zero per Jan, 2 pari (con un diritto super). Anche il terzo turno di Draper va ai vantaggi, e Jack commette il secondo doppio fallo di fila (nono dell’incontro), gli costa la palla break. Non ne approfitta Sinner, sulla seconda rischia il cross di rovescio in risposta ma gli esce. 3-2. Segue altro turno a zero per l’italiano, 3 pari. Jack addirittura si cambia le scarpe, malvide di sudore, e si asciuga il campo per le chiazze lasciate dal britannico, grondante. Sul 30 pari si alza un improvviso coro “Sinner Sinner…”. Jannik non ne approfitta, sbagliando un tocco di rovescio rincorrendo una volée stoppata, poteva essere chance per l’allungo. Segue un errore simile, e 4-3 Draper. Difficile l’ottavo game per l’italiano: vince i punti col servizio, ma nello scambio commette errori o va sotto. Vantaggi. Rischia la risposta Jack, ma gli esce di poco (ottima la seconda palla di Jannik). Troppi errori di Sinner, non è un bel momento per lui. Addirittura vomita in campo Draper, totalmente spossato dall’umidità terribile su NYC. Finalmente Jannik ritrova un gran punto, una sbracciata di diritto a tutta delle sue, spacca la palla e fa il pugno, in un momento non facile. 4 pari, vince un turno duro. Sembra distrutto fisicamente il brit, si butta avanti e il S&V è di grande qualità. INCREIDIBILE! Sinner vince un punto dopo esser caduto a terra, ma… si tocca il polso, nella caduta ha messo male il polso. 5-4, arriva subito il fisioterapista per l’azzurro, chiede i 3 minuti. Enorme preoccupazione per il polso sinistro del n.1. Riprende con un gran servizio, poi un Ace. Il diritto corre, continua però a toccarsi il polso. 5 pari. Con servizio e diritto Sinner porta il set al tiebreak. Sinner si prende il primo punto in risposta con un cambio di ritmo mortale di rovescio e poi pallata di diritto. Ancora servizio e diritto, potente e preciso, qua nessuna pressione e ritmo ma massima velocità. 2-0. Altra prima palla, 3-0 Jannik. Il quarto punto invece è il classico pressing sinneriano, forza l’errore di Jack, stordito e sotto 0-4. Si butta a rete Draper, vince il primo punto. Si gira 5-1 (parziale di 9 punti a 2 e 11-4). Pesanti i colpi di Jannik, 6 punti 1 e 5 set point di fila. Annulla col servizio i primi due Jack, 6 punti a 3, ora però serve Sinner. Eccolo! Servizio a T, la risposta è out. 7 punti a 3. Set durissimo, con la caduta e il dolore al polso, e una fatica tremenda per la fatica e l’umidità. Jannik tante chance non sfruttata ma come ha alzato il livello nei momenti chiave, sotto 5-6 e poi il tiebreak, dove non ha sbagliato NIENTE.
    Dopo una sosta di 6 minuti, Sinner riparte alla battuta nel terzo set. Solido game, un doppio fallo ma anche un Ace e pochissima fatica, 1-0, può fare corsa di testa. Si getta acqua fredda in faccia Draper, come per scuotersi. Si affida a diritti a tutta, o tagli, come se non volesse assolutamente entrare nello scambio. Si ritrova sotto 15-30, regala la risposta Sinner (si poteva far meglio su questa seconda palla). Si prende la chance di break l’azzurro con un diritto fulminante, nemmeno ci prova Jack. Non la sfrutta Jannik, arriva bene sulla palla corta ma non copre bene sulla rete, in allungo il tocco non c’è. Jack è una smorfia continua, sembra sull’orlo del ko ma regge grazie al servizio, 1 pari. Sinner continua a spingere, Draper quasi solo servizio e volée, a scappare dal ritmo e pressione del rivale. Trova qualche colpo top, forte di un servizio che lo sostiene, ma appena si scambia ha perso efficacia. Fila via liscio l’italiano al servizio (3-2). Nel terzo turno del set, Jack scivola sotto 15-30 (anche grazie alla prima palla corte di Jannik). Con una spallata vince un bel punto il britannico, ma sul 30 pari gioca una seconda palla lenta che segue a rete con poca lucidità, e la risposta di Sinner è precisa. 30-40, palla break. E stavolta non entra la prima di servizio… Draper si butta ancora avanti, ma non chiude la volée di diritto, Jannik si avventa e trova un comodo passante di rovescio in allungo. BREAK, finalmente, mancava dal primo set. 4-2 e servizio Sinner, a due game dalla finale. Comodo il turno di battuta, 5-2 (parziale di 12 punti a 2). Un passo, solo un passo, per andare a giocarsi la coppa. Ormai Draper sta in campo per onor di firma, cede il secondo turno di battuta del set, chiude con un rovescio vincente da campione per 6-2. Che lotta… non bellissimo il gioco, ma vincere sporco è una qualità dei grandi. E Jannik è ormai un Grandissimo.

    J. Sinner vs J. Draper Slam Us Open J. Sinner [1]776 J. Draper [25]562 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3J. Draper 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A5-2 → 6-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace ace4-2 → 5-2J. Draper 15-0 15-15 15-30 df 30-30 30-403-2 → 4-2J. Sinner 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2J. Draper 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-1 → 2-2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1J. Draper 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak*- 1*-0 2*-0 3-0* 4-0* 4*-1 5*-1 6-1* 6-2* 6*-36-6 → 7-6J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-155-6 → 6-6J. Draper 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-305-5 → 5-6J. Sinner 15-0 30-0 ace 30-15 40-154-5 → 5-5J. Draper 15-0 15-15 30-15 40-15 40-304-4 → 4-5J. Sinner 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-403-4 → 4-4J. Draper 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace2-3 → 3-3J. Draper 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 df 40-A df 40-40 df A-402-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2J. Draper 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-401-1 → 1-2J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 ace 40-30 ace 40-40 40-A df 40-40 A-400-1 → 1-1J. Draper 15-0 15-15 15-30 df 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-06-5 → 7-5J. Draper 15-0 30-0 30-15 30-30 df 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 ace A-40 ace 40-40 ace df 40-A 40-40 ace df 40-A df5-5 → 6-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace4-5 → 5-5J. Draper 15-0 15-15 df 15-30 30-30 40-304-4 → 4-5J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-40 30-404-3 → 4-4J. Draper 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-3 → 4-3J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3J. Draper 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 2-2J. Draper 0-15 df 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-1 → 1-2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 ace0-1 → 1-1J. Draper 0-15 0-30 df 15-30 30-30 40-30 ace0-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 J. Sinner
    🇬🇧 J. Draper

    Ace
    11
    8

    Doppi falli
    2
    10

    Percentuale prime di servizio
    65% (62/96)
    49% (64/131)

    Punti vinti con la prima
    77% (48/62)
    67% (43/64)

    Punti vinti con la seconda
    74% (25/34)
    48% (32/67)

    Punti vinti a rete
    68% (17/25)
    65% (22/34)

    Palle break convertite
    36% (4/11)
    25% (1/4)

    Punti vinti in risposta
    43% (56/131)
    24% (23/96)

    Vincenti
    43
    29

    Errori non forzati
    34
    43

    Punti totali vinti
    129
    98

    Distanza coperta
    12910.7 ft
    13331.1 ft

    Distanza coperta per punto
    56.9 ft
    58.7 ft LEGGI TUTTO

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    Le venticinque semifinali Slam per il tennis azzurro al maschile, da De Morpurgo a Sinner

    Jannik Sinner, prima semifinale a US Open

    Da Wimbledon 2023 a US Open 2024 corrono circa 14 mesi. In quest’arco di tempo davvero ristretto Jannik Sinner ha completato un personale e prestigiosissimo en plein di semifinali nei tornei dello Slam. La sua quarta “semi” è in programma oggi a New York (ore 21) contro Jack Draper, in palio la finale nel quarto major in stagione. In caso di vittoria, per il pusterese sarebbe la seconda finale Slam in carriera e nell’anno, dopo quella vinta a Melbourne lo scorso gennaio. La semifinale raggiunta dal nostro n.1 è la terza a US Open per un tennista italiano e 25esima in assoluto al maschile per i nostri colori nei quattro tornei più importanti dell’annata tennistica. Il 2024 resterà negli annali come stagione migliore di sempre per i nostri tennisti: infatti Sinner ha giocato le semifinali in Australia, Roland Garros e US Open, e Musetti a Wimbledon più quella Olimpica, quindi di fatto una sorta di “Golden Slam” di semifinalisti.
    Nicola Pietrangeli detiene il record per il tennis italiano di semifinali Slam giocate: 5. Tutto lascia pensare che Jannik, arrivato a quota 4 a US Open 2024, spazzerà via anche questo primato del leggendario tennista romano, ma intanto ripercorriamo le 25 presenze di nostri giocatori tra i migliori quattro dei major. Si parte da molto lontano, i ruggenti anni ’30 sul rosso parigino.
    Il primissimo tennista azzurro a giocare una semifinale Slam è stato Uberto De Morpurgo a Parigi nel 1930: non ebbe fortuna, non riuscendo ad issarsi al match per il titolo, stoppato da uno dei leggendari “moschettieri” Henri Cochet (7-5 6-1 6-2 il punteggio della partita). Dopo solo due anni l’Italia torna protagonista a Roland Garros, con Giorgio de Stefani che si qualifica per la semifinale e la vince, regolando il ceco Roderich Menzel in quattro set (6-3 2-6 7-5 6-4 lo score). Purtroppo non riuscì a vincere la finale, stoppato da Cochet in quattro set (6-0 6-4 4-6 6-3). De Stefani ci riprova nel ’34, sua seconda semifinale a Roland Garros, ma stavolta è battuto da Gottfried Von Cramm al termine di una battaglia di cinque set (3-6 6-4 6-1 3-6 6-2).
    Arriva la seconda guerra mondiale, e dobbiamo aspettare gli anni ’50 per rivedere un tennista italiano tra i migliori quattro di uno Slam. Sarà ancora a Parigi, sulla nostra “amata” terra battuta, grazie alle imprese di Beppe Merlo prima e di Nicola Pietrangeli dopo. Merlo nel 1955 e 1956 gioca e perde per due anni di fila la semifinale a Bois de Boulogne: la prima contro Sven Davidson, sconfitta piuttosto netta in tre set (6-3 6-3 6-2), e la seconda contro uno dei più forti di sempre, l’australiano Lewis Hoad con il suo polso d’acciaio e forse il tennis più completo di sempre (6-4 7-5 6-4 lo score per il “canguro”).
    Passano tre anni e sale in cattedra il talento e tocco di palla fantastico di Nicola Pietrangeli, che finalmente porta un tennista italiano sul trono di un torneo dello Slam. “Nick” nell’arco di sei anni gioca le sue 5 semifinali Slam tra Parigi e Wimbledon. Con il suo tennis completo e ricco di variazioni, Pietrangeli nel 1959 raggiunge la prima “semi” a Parigi dove batte Neale Fraser, completando il suo torneo da sogno con la vittoria in finale contro il sudafricano Ian Vermaak (3-6 6-3 6-4 6-1 lo score). Nel 1960 arriva un anno d’oro per le racchette azzurre. Infatti a Roland Garros i semifinalisti italiani sono due, Pietrangeli e Orlando Sirola. Nicola batte Robert Haillet in semifinale e alza il suo secondo (e ultimo) trofeo Slam in carriera regolando in finale il cileno Luis Ayala in cinque set (3-6 6-3 6-4 4-6 6-3); proprio Ayala sconfisse Sirola in semifinale.
    Forse del suo miglior momento in carriera, Pietrangeli gioca un tennis fantastico anche sui prati di Wimbledon, dove sbarca tra i migliori quattro del torneo e costringe il più forti di tutti, Rod Laver, a dare il 101% per batterlo. Il mancino australiano si impone al termine di una battaglia epica, rimontando uno svantaggio di due set a uno all’italiano, per 4-6 6-3 8-10 6-2 6-4. Pietrangeli non riuscirà a tornare in semifinale ai Championships londinesi, ma sbarca per altre due volte in semifinale a Parigi. Nel 1961 batte lo svedese Jan Erik Lundquist in tre set, 6-4 6-4 6-4 il punteggio, ma non riesce a completare un tris di vittorie consecutive, stoppato in finale da Manuel “Manolo” Santana. Nicola tornerà in semifinale anche nel 1964, battendo di nuovo Lundquist (4-6 6-4 6-3 6-3), e sconfitto poi in finale di nuovo da Santana, 6-3 6-1 4-6 7-5 lo score, con l’amarezza per non aver sfruttato sei set point nel quarto set.
    Dopo l’era Pietrangeli, si passa all’era Open e alle imprese dei nuovi campioni azzurri: Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, che negli anni ’70 portano la prima storica Coppa Davis in Italia (1976) e riportano per cinque volte il tricolore in semifinale negli Slam. Panatta sbarca per la prima volta in carriera tra i migliori 4 di un Major a Roland Garros 1973, dove è fermato in tre set (6-4 6-3 6-2) dallo jugoslavo Niki Pilic. Passano due anni e Adriano ci riprova, sempre a Parigi, e stavolta cede alla ragnatela di Bjorn Borg in quattro set (6-4 1-6 7-5 6-4). Panatta nel 1976 vive il suo anno d’oro: stavolta a Parigi nessuno riesce a fermarlo. Nei quarti si prende la rivincita su di un fortissimo Borg (6-3 6-3 2-6 7-6), in semifinale supera Eddie Dibbs (6-3 6-1 7-5) e vince la finale, suo unico alloro Slam, contro Harold Solomon (6-1 6-4 4-6 7-6).
    Subito dopo Panatta, tocca a Corrado Barazzutti portare l’Italia per due volte in semifinale Slam. Nel 1977 è battuto da Jimmy Connors a Forest Hills sulla terra verde americana (7-5 6-3 7-5). Fu il primo italiano tra i migliori 4 nello Slam americano, e quel match è passato alla storia per l’incredibile scorrettezza subita dal friulano per colpa dell’allora n.1 Connors. Durante il settimo game del primo set, su una palla break a favore di Barazzutti, Connors giocò un rovescio incrociato con la palla chiamata in gioco dal giudice di linea. Barazzutti contestò la chiamata, indicando chiaramente il segno “out” della palla, ma Jimbo accorse nel punto incriminato e incredibilmente cancello col piede il segno, rendendo impossibile la verifica del giudice di sedia, Quest’episodio davvero grave risultò decisivo nell’innervosire l’azzurro, facendo girare l’incontro a favore di Connors. Nel 1978 Barazzutti arrivò in semifinale a Roland Garros, ma fa demolito dalla regolarità di Bjorn Borg (6-0 6-1 6-0 lo score).
    Terminata l’epopea dei campioni degli anni ’70, il tennis italiano vive annate grigie, pochissime soddisfazioni e le semifinali Slam restano un sogno proibito. È necessario attendere ben 40 anni, il 2018, per ritrovare un azzurro in semifinale a Parigi. L’impresa, davvero sorprendente, è di Marco Cecchinato che gioca il miglior torneo della vita, sbattendo fuori pure Novak Djokovic nel torneo e issandosi in “semi”, dove si arrende al gioco potente di Dominic Thiem, 7-5 7-6 6-1 il punteggio. È la prima fiammata del Rinascimento del tennis italiano. L’anno seguente (2019) esplode a New York Matteo Berrettini, che inizia sul cemento nord americano la sua straordinaria carriera di vertice che lo porta tra i top10, tre volte in semifinale in tre diversi Slam e addirittura in finale ai Championships, primo e unico italiano a riuscirci. A US Open 2019 è stoppato in “semi” dalla potenza e diritto mancino di Rafael Nadal (7-6 6-4 6-1). Nel 2021 il romano vola sui prati di Wimbledon, è quasi ingiocabile al servizio e in semifinale sconfigge Hubert Hurkacz (6-3 6-0 6-7 6-4), guadagnandosi la chance di vincere i Championship. In finale vince il primo set contro Djokovic, poi subisce la rimonta del campione serbo. Berrettini segna un’altra pagina storica per il tennis azzurro approdando per la prima volta nel  2022 in semifinale agli Australian Open, di nuovo stoppato da Nadal (6-3 6-2 3-6 6-3). È la terza e per ora ultima semifinale Slam del romano.
    Siamo arrivati all’attualità, a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Sinner cresce, migliora il suo gioco con un servizio più efficace e un diritto pesantissimo. Rimette a posto il fisico e inizia a volare sul tennis mondiale. A Wimbledon 2023 sbarca per la prima volta in semifinale in uno Slam. Perde da Djokovic in tre set (6-3 6-4 7-6) ma impara moltissimo. Lavora ancor più duramente in estate e autunno, e dall’ottobre 2023 si prende tutto, diventando quasi imbattibile sul cemento e fortissimo in ogni contesto. Vince l’Australian Open 2024, battendo Djokovic in semifinale (6-1 6-2 6-7 6-3) e quindi Daniil Medvedev in finale, rimontando due set al russo; a Roland Garros arriva con discreti problemi all’anca ma riesce comunque ad issarsi in semifinale, dove Carlos Alcaraz rimonta uno svantaggio di due set e a uno (2-6 6-3 3-6 6-4 6-3). A Wimbledon 2024 è Lorenzo Musetti a far sognare l’Italia, con una fantastica cavalcata che lo porta in semifinale, dove è battuto da Djokovic in (6-4 7-6 6-4), sua prima semifinale in un Major. Jannik invece nel torneo è stoppato nei quarti da Medvedev, ma si prende una sonora rivincita a US Open, ancora nei quarti. Un successo che gli apre le porte alla sua prima semifinale, quella di stasera contro Jack Draper. In questi anni d’oro, sognare le vittorie Slam non è più peccato.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    US Open 2024: Sinner arrembate, domina O’Connell e vola agli ottavi

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Arrembante. Non c’è parola migliore per descrivere la prestazione davvero convincente (e vincente) di Jannik Sinner nel terzo turno di US Open 2024. Il campione degli AO24 e n.1 del mondo ha sconfitto Christopher O’Connell con un eloquente 6-1 6-4 6-2 in meno di due ore di gioco totalmente dominate dall’azzurro, che rispetto ai suoi primi due match nel torneo è partito fortissimo e ha servito davvero bene, come dimostrano i 15 Ace e l’82% di punti vinti con la prima palla in campo. Ma non è stato solo servizio: Jannik ha dominato ogni fase di gioco, imponendo una velocità e anticipo tale da sbaragliare totalmente le velleità di un avversario incapace di trovare la chiave per restare aggrappato al nostro campione. Risposta poderosa, a mettere enorme pressione all’australiano; diritto a tratti fulminante, con pallate dal centro imprendibili e pochi errori rispetto alle prime due partite del torneo; dominante, anzi straripante sulla diagonale di rovescio, dove il “povero” Chris è stato soverchiato a tratti in modo brutale. Ritmo, qualità, intensità, pochi errori e scelte tattiche quasi sempre ottimali, una macchina perfetta di tennis, infernale, troppo per la resistenza di un O’Connell che ben presto ha capito che non era giornata e solo da metà secondo set è riuscito ad entrare in partita. Ma l’aspetto più intrigante della vittoria odierna di Sinner è stata un’attitudine offensiva inconsueta che l’ha portato a scegliere con continuità la via della rete, con risultati più che discreti.
    Chris non è esattamente il miglior passante del tour, ma la costruzione dell’attacco, abbinato ai tempi della discesa a rete assai corretti, hanno portato Jannik a vincere 18 punti a rete su 25 discese complessive. Non ha scelto la via del net solo su “comodi” 40-0, c’ha provato in più frangenti e i risultati sono stati incoraggianti. Buonissimi i tempi dell’attacco e varie le soluzioni provate, sia di tocco accarezzando la palla, che con tagli decisi a chiudere. È una nuova dimensione che può essere importantissima nell’evoluzione continua del tennis del nostro. Sinner sarà sempre un “martello” da fondo, capace di imporre un pressing micidiale con una velocità, potenza e anticipo senza pari, ma poter anche correre a rete a prendersi il punto può diventare scelta tattica importante per variare, per sorprendere l’avversario, e quando nel forcing commette troppi errori magari perché non sente la palla al meglio. Oggi la palla di O’Connell non gli ha mai dato fastidio, quindi era relativamente comodo attaccare la rete; ma ha convinto la continuità della scelta e la riuscita complessiva. Era la partita giusta per spingere su questi temi, tutto è andato per il meglio.
    O’Connell, sconsolato, ha più volte detto al suo angolo “non ho il tempo per far niente”, è così in effetti è stato. Nessuna palla break concessa da Jannik, davvero dominante nei suoi game. Il “canguro” è riuscito a fare un minimo di partita solo da metà secondo set, quando Jannik – forte di un vantaggio nettissimo – ha un minimo tirato il fiato, rispondendo con meno potenza e concedendo un minimo di tempo all’avversario. Lì è stato bravo a cambiare O’Connell: visto che non poteva fare assolutamente gara con il nostro per pressing e potenza, ha scelto di aprire l’angolo il prima possibile, per poi venire avanti o colpire un diritto in anticipo vincente. Massimo rischio, ma del resto… cos’altro fare con l’avversario più forte in tutto? È entrato in partita Chris, ma purtroppo per lui all’avvio del terzo set ha concesso un paio di errori banali. Mai farlo all’avvio di un set, e ancor più contro uno che risponde così bene come Jannik. Infatti l’azzurro ha trovato un paio di impatti in risposta imperiali, si è preso un altro break e addio. Le olive nel Martini, Game Over.
    Alla fine una partita condotta in modo totale, con ogni fase gioco che ha funzionato bene, nessun intoppo e pure un dispendio energetico relativamente basso, visti tanti punti diretti col servizio e pochi gli scambi mortali per durezza. O faceva presto il punto Jannik, o sbagliava Chris. In estrema sintesi, come dicono a NYC, “No Match”. Bene così. Agli ottavi Paul o Diallo.
    “Il servizio ha funzionato molto bene oggi, sapevo che dovevo giocare aggressivo e ci sono riuscito. Tabellone aperto? Cerco di pensare alla mia parte della rete, questo sport può essere imprevedibile. Ci sono state due grandi sorprese, vediamo cosa accadrà, sono felice di esser ancora qua in gioco e cercherà di dare il mio meglio match dopo match”, queste le parole a caldo dell’azzurro.
    Con un Sinner che pare così rapido negli spostamenti e oggi partito a razzo, con un servizio tanto performante, è davvero un bell’andare. Non traggano in inganno le premature sconfitte dei due grandi rivali, Carlos e Novak. Questo è ancora un torneo molto duro, già dal prossimo match di ottavi che molto probabilmente vedrà come avversario Tommy Paul, non un cliente comodo in casa, probabilmente nel pandemonio serale di un Ashe stracolmo. Servirà un Sinner così centrato e “cattivo”. Visto il cattivo gusto di una foto dello statunitense pochi giorni fa, ovviamente indirizzata a Jannik, potrebbe esserci anche il giusto pepe… Ma Jannik lo conosciamo, di solito lascia parlare la sua racchetta. E molto spesso, è rock ‘n’ roll… Anzi, Heavy Metal…!
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia al servizio, super aggressivo. Due volte a rete, un errore e una chiusura di qualità. Vince a 15 il gel e poi in risposta mette enorme pressione ad O’Connell, che non serve bene (un doppio fallo) e crolla sotto 0-40 con un’altra aggressione a rete perfetta del n.1. Una leggerezza di Jannik, poi Christopher attacca con coraggio, scrollandosi di dosso la tensione dell’avvio. Si salva l’aussie, ma ne concede una quarta di chance con una smorzata che non passa. È quella buona: l’azzurro costruisce la sua pressione col diritto, comanda e avanza, chiudendo in sicurezza di volo. Molto offensivo questo Sinner, che trova il BREAK e scappa avanti 3-0 con un buon turno di battuta, ancora venendo a rete appena possibile. Se nei primi due match Jannik era poco centrato e incerto all’avvio, beh, questo Sinner oggi SPACCA la palla. Tira forte, si difende benissimo anche contro le migliori accelerazioni di O’Connell, che apre il campo, tira a tutta e attacca la rete, ma viene passato inesorabilmente dal passante di rovescio dell’azzurro, oppure viene ricacciato indietro e alla fine sbaglia o apre il campo all’affondo del nostro. Sul 30 pari O’Connell cerca una difficilissima palla corta a metà campo, ma il tocco è troppo corto. 30-40, chance del doppio allungo. Commette un brutto doppio fallo in rete, sotto la pressione della risposta potente di Jannik. 4-0 col Doppio Break. Sconsolato l’australiano va a prendere l’asciugamano sotto il suo angolo e dice al suo coach “Non trovo un aggiustamento, non so cosa fare”. In effetti, Chris non sta giocando nemmeno male, spinge e attacca, ma ha cambio di ritmo e nemmeno un colpo terribilmente potente, così che il muro di Sinner per lui è come la Grande Muraglia. Invalicabile. In 21 minuti minuti lo score segna 5-0 Sinner. L’azzurro non concede la minima pausa, anche nel sesto game in risposta si difende con energia provando a chiuderla qua. O’Connell sul 30 pari trova un’accelerazione a tutto braccio che muore nell’angolino, e quasi Sinner la rimette, non ci riesce per poco. Per la prima volta Chris ha una palla per vincere un game. Eccolo, stavolta il back di diritto di Jannik non è preciso. Vince un game O’Connell, sorride amaro.. 5-1. Serve bene l’azzurro, quasi sempre sul rovescio di O’Connell, il lato dove risponde con meno precisione. 30-0. Cerca addirittura un S&V sulla seconda palla Jan, qua esagera e viene punito dal passante. Esperimenti, visto lo score largamente in sicurezza. Con un bella prima potente, 40-15 e due set point. Altra prima palla. 6-1. Dominio quasi imbarazzante. Pure l’80% di prime in campo per il n.1. Siamo al limite della perfezione, ma il tennis di Christopher è quasi ideale ad esaltare quello del nostro.
    Secondo set. O’Connell to serve. Purtroppo per lui non serve nemmeno bene, non riesce a fare punti diretti e la risposta di Jannik lo soverchia, troppo profonda e pesante. Sul 30 pari si affida per la prima volta allo slice, lento ma angolassimo, e trova un errore in risposta di Sinner. Se invece Jan risponde profondo e centrale, O’Connell non è abbastanza rapido nel girarsi e spingere, e va in crisi totale. Clamorosa la profondità della risposta ai vantaggi, Chris non ha il tempo di aprire, e stecca. Palla break Sinner. Si salva con un diritto finalmente efficace da tre quarti campo, una rarità. A fatica, vince il game, 1-0. Clamoroso lo scambio a metà del secondo game, una difesa estrema dell’azzurro che rimette tre smash (!) ma poi sbaglia l’accelerazione vincente, sfiatato. Vince ugualmente il game (1 pari) e riprende a pressare in risposta. O’Connell prova ad aprire al massimo l’angolo, per allargare il campo, ma esagera sul 15-30 pari e arrivano altre due palle break. Si butta a rete con coraggio, l’attacco in contro tempo di rovescio non è male, ma il passante di diritto in corsa di Sinner è una sentenza. BREAK Sinner, 2-1 avanti. Spara due Ace, uno potente, l’altro preciso, davvero in ritmo la battuta del n.1 stasera. Si concede tante discese a rete, alcune un po’ spericolate, ma col terzo Ace del game (nono totale) vola 3-1. Pur sotto nello score, è salito il livello di O’Connell: serve meglio e quindi la risposta di Sinner è meno devastante, e con il diritto riesce a far correre di più l’italiano. In risposta però l’australiano non è efficace, sulla prima palla ha perso finora solo tre punti e in generale comanda sempre, Chris può solo rincorrere. Già 11 Ace per Jannik, per 4-2. In questa fase c’è partita, l’australiano nei suoi game di servizio è più sicuro, aggredisce bene la risposta di Sinner e trova buoni tempi di gioco. Sinner di par suo sembra aver calato un filo l’intensità della spinta, probabilmente è entrato in modalità “gestione”, forte del break e del set vinto. Sul 4-3, Sinner commette due errori di diritto e si ritrova per la prima volta sotto in un suo game, 15-30. Jannik costruisce con estrema attenzione lo scambio successivo, guadagna campo colpo dopo colpo e forza l’errore del rivale. Poche prime nel game per l’azzurro, ma trova una palla corta ottima col diritto, troppo lontano O’Connell in difesa. Il game va ai vantaggi, ottimo il lob di Chris, miglior colpo del suo match finora. Chiude con un Ace il turno di battuta più complicato del match, 5-3. Sinner chiude per 6-4 il secondo parziale con un altro turno di battuta ottimo, irresistibile col diritto (favolosa l’accelerazione cross dal centro sul set point). Leggero calo nell’intensità e in risposta una volta avanti, ma in totale controllo e zero rischi.
    O’Connell inizia alla battuta nel terzo set. Commette un paio di errori gravi, mettendosi di fatto pressione da solo. Sul 15-30 si butta avanti con poco e il passante solido di Jannik è efficace, la volée vola via. 15-40, due immediate chance per scappare via per l’italiano. Ottimo il diritto di Chris sulla prima, da sinistra sbracciata perfetta; uff, fortunato Sinner sulla seconda chance… attacca l’azzurro ma la sua palla, deviata dal nastro, ha un rimbalzo un po’ fasullo e O’Connell manca la palla! BREAK Sinner, 1-0 e servizio, prontissimo a cogliere l’occasione con la scelta giusta. Continua a scendere tanto a rete Jannik, seguendo la sua spinta e forte di un servizio davvero performante. Trova l’Ace n.14 della partita (col  70% di prime “in”) e quindi sulla palla game cambia ritmo col diritto e ancora sul net, con un tocco corto perfetto, fintando anche la direzione. Segno questo di gran controllo del corpo e del tempo d’impatto. Tutto bello, 2-0 Sinner. Serve troppo bene l’italiano, non lascia il minimo pertugio al tentativo di O’Connell di riaprire il set e l’incontro. E molto interessante questa tattica arrembante, con moltissime discese a rete del nostro, chiuse quasi tutte con ottima mano e scelte di gioco corrette. 22 discese a rete e 16 punti, per il 3-1 Jannik. Come nel secondo set, una volta in vantaggio Sinner controlla, fa tutto bene senza esagerare, regalando al pubblico qualche perla come il rovescio lungo linea in allungo eccezionale nel sesto game, che provoca anche l’applauso dell’aussie, traiettoria da Playstation. In risposta sul 4-2, Jannik si porta avanti 0-3o con un buon attacco e chiusura di polso sotto rete. Con una risposta di rovescio bassa, precisa e veloce, Sinner punisce il S&V del rivale, 15-40 e due palle che sono quasi match point. Beh, LA RISPOSTA di diritto in tuffo, cross, di polso, mortale. Chris non ci prova nemmeno, va a sedersi a testa basta sotto 5-2. Chiude l’incontro con un altro game eccellente, dirompente. Davvero una chiusura di classe per una partita perfetta. Avanti tutta.

    J. Sinner vs C. O’Connell Slam Us Open J. Sinner [1]666 C. O’Connell142 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-155-2 → 6-2C. O’Connell 0-15 0-30 15-30 15-404-2 → 5-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-2 → 4-2C. O’Connell 15-0 30-0 ace 30-15 30-30 40-303-1 → 3-2J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-02-1 → 3-1C. O’Connell 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-0 → 2-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace1-0 → 2-0C. O’Connell 0-15 15-15 15-30 15-40 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace5-4 → 6-4C. O’Connell 15-0 30-0 30-15 df 40-15 40-305-3 → 5-4J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace4-3 → 5-3C. O’Connell 0-15 df 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 4-3J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 df ace3-2 → 4-2C. O’Connell 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 ace3-1 → 3-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 ace 40-0 40-15 ace2-1 → 3-1C. O’Connell 0-15 0-30 15-30 15-401-1 → 2-1J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1C. O’Connell 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-155-1 → 6-1C. O’Connell 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-0 → 5-1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 ace 40-15 df4-0 → 5-0C. O’Connell 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 30-40 df3-0 → 4-0J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-152-0 → 3-0C. O’Connell 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A1-0 → 2-0J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0

    Statistiche
    🇮🇹 J. Sinner
    🇦🇺 C. O’Connell

    Ace
    15
    5

    Doppi falli
    2
    4

    Percentuale prime di servizio
    65% (45/69)
    56% (45/80)

    Punti vinti con la prima
    82% (37/45)
    58% (26/45)

    Punti vinti con la seconda
    67% (16/24)
    43% (15/35)

    Punti vinti a rete
    72% (18/25)
    61% (14/23)

    Palle break convertite
    50% (5/10)
    0% (0/0)

    Punti vinti in risposta
    49% (39/80)
    23% (16/69)

    Vincenti
    46
    18

    Errori non forzati
    22
    24

    Punti totali vinti
    92
    57

    Distanza coperta
    8505.9 ft
    7816.8 ft

    Distanza coperta per punto
    57.1 ft
    52.5 ft LEGGI TUTTO

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    Hewitt: “Il tennis maschile australiano è in crescita, e abbiamo ancora margine per migliorare”

    Lleyton Hewitt

    10 australiani nella top100 ATP, non accadeva dal 1982. Ha di che essere soddisfatto il capitano di Davis dei “canguri”, Lleyton Hewitt, analizzando il buon momento complessivo del tennis nazionale. Oltre a Alex De Minuar, n.10 al mondo questa settimana e protagonista del miglior momento in carriera, il tennis down under può contare anche sul nuovo campione Masters 1000 Popyrin, finalmente esploso per il potenziale al quale era atteso in patria da tempo, ma anche la solidità di Jordan Thompson, e altri 7 tennisti piazzati dal n.65 al mondo di Hijikata al n.96 di Adam Walton. La qualità media degli australiani è confermata anche dal tabellone di US Open, dove sono ben 12 nel main draw, con il derby tra Purcell e Vekic. De Minaur purtroppo non arriva a Flushing Meadows nella miglior forma, ma “Demon” ha cuore e gambe per sorprendere sempre.
    “So che De Minuar sta lavorando molto bene per esser pronto per US Open, non sarà al 100% ma credo che possa essere competitivo” dichiara Hewitt da New York al media australiano 9 sport. “Ha disperatamente rincorso le Olimpiadi in singolare, ma non ce l’ha fatta. C’è stata sicuramente frustrazione nelle ultime quattro o cinque settimane. È un ragazzo che ha fretta, ha un’urgenza di fare bene visto il suo buonissimo anno, vuole che tutto accada ora. Penso che il suo stile di gioco si adatti davvero agli US Open. Incrociamo le dita affinché arrivi in buona forma. Se riuscirà a superare i suoi primi due turni sarà sicuramente pericoloso.”
    La novità dell’estate è certamente Popyrin, autore di una splendida corsa vincente a Montreal (dove ha sconfitto tre top10). Così Hewitt: “Era un po’ a corto di fiducia prima delle Olimpiadi. Abbiamo modificato un paio di cose nel suo gioco… e ha funzionato. Abbiamo visto davvero il suo miglior tennis da molto tempo a questa parte. Penso che la convinzione di poter competere testa a testa con alcuni dei migliori giocatori al Roland Garros per le Olimpiadi, giocando per il suo paese, gli abbia dato quella convinzione interiore che forse gli era sempre mancata”.
    “Il tennis maschile australiano è salute. Negli ultimi tre o quattro anni, abbiamo cercato di mettere in campo i ragazzi giusti nelle squadre di Coppa Davis che sono scese in campo e hanno dato il buon esempio, e questa è stata una delle ragioni principali della buona situazione attuale”, continua Hewitt. “Noi australiani siamo abituati a viaggiare molti mesi lontani da casa, ed è normale che quando siamo in trasferta facciamo gruppo tra di noi. Questo funziona, si sono tutti spinti a vicenda sul tour e molti stanno ottenendo i migliori piazzamenti in carriera, il che è fantastico, dato che ora abbiamo un top10 come Alex de Minaur. Abbiamo dei ragazzi da ammirare, hanno totale disciplina in allenamento, e vedendo i risultati di uno, gli altri traggono forza. Se lo stanno facendo loro, perché non posso andare là fuori e ottenere anche io questi risultati? Questo da grande spinta, e i risultati si vedono”.
    “Il tennis è uno sport individuale, ma in Australia abbiamo una cultura profonda nel gioco, e lo si vede in Coppa Davis, per noi è molto importante. C’è squadra, c’è amicizia, ci si allena insieme e ci si sostiene. Sono sicuro che molti di loro abbiano ancora tanto spazio per migliorare, il treno è appena partito, sono molto fiducioso” conclude Hewitt.
    Effettivamente era tempo che gli australiani non avevano un gruppo così numeroso e di buona qualità, ricordando sempre pure l’assenza di Kyrgios, il tennista oggettivamente più talentoso come tennis puro dell’ultima generazione, bloccato dagli infortuni dopo l’estate 2022, la miglior in carriera con la finale di Wimbledon e altri ottimi risultati. Non sappiamo se Nick ritornerà sul tour con continuità e ritroverà risultati, ma certamente a livello medio l’Australia ha ritrovato un team di alto livello.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La scomparsa di Peter Lundgren

    Peter Lundgren con Federer a Wimbledon 2003

    Arriva una brutta notizia dalla Svezia: è mancato a soli 59 anni Peter Lundgren, ex pro svedese noto soprattutto per aver guidato i primi anni di Roger Federer, portandolo a vincere il suo primo Slam a Wimbledon 2003. Lundgren era malato da tempo, soffriva di una seria forma di diabete che lo scorso anno l’aveva portato all’amputazione di un piede per complicazioni successive ad una frattura della caviglia e conseguente infezione.
    L’annuncio è arrivato via social, sulla pagina del padre, scritto dal figlio Lukas. “Riposa in pace Papà. Purtroppo ci hai lasciati troppo presto. Un allenatore, un giocatore, un amico e un padre. Un’ispirazione e aiuto per molti, sia dentro che fuori dal campo. L’impronta che hai dato e i ricordi resteranno sempre vivi”.
    Prima dell’incidente aveva provato a rientrare sul tour all’inizio del 2023, seguendo il giovane svizzero Dominic Stricker, altro cavallo di razza per qualità tecniche, entrato nella sua scuderia di qualità che vanta oltre a Federer anche grandi talenti come Wawrinka, Safin, Dimitrov e Baghdatis. A chi gli chiedeva come mai avesse scelto sempre cavalli di razza ma con un carattere un po’ particolare, rispondeva che “proprio in quello sta il divertimento…”
    Ragazzo arguto e divertente, era ben voluto da tutti, sia per le sue innegabili qualità di coach e visione di gioco (era stato n.25 al mondo come giocatore, membro dell’ondata vichinga degli anni 80-90) che per la sua simpatia e leggerezza fuori dal campo. Si narra che di fronte a una birra fosse in grado di intrattenere tutta la compagna per l’intera serata, tra storie e aneddoti curiosi. Leggendarie alcune sue battute, una su tutte: quando gli chiedevano come mai il giovane Roger fosse fin troppo restio a presentarsi a rete, viste le due doti innate di attaccante, rispondeva “Rog crede che il net sia infestato dagli squali”.
    Federer decise ben presto di staccarsi dalla federazione svizzera ed affidarsi al duo Peter Carter (decisivo per la formazione tecnica di Roger) e Lundgren. Proprio lo svedese rimase al timone della barca quando lo sfortunatissimo coach sudafricano morì tragicamente in un’incidente d’auto nel suo paese a soli 37 anni, durante la sua luna di miele. Federer fu devastato da quell’evento, e il supporto paterno e bonario di Lundgren fu decisivo a superare il momento difficile.
    Molti i messaggi di cordoglio già arrivati, tra questi quello di Karol Kucera, che scrive “Sei stato una persona magnifica, grande ispirazione. È stato un privilegio conoscerti, giocare con te e imparare molto. Riposa in pace amico mio”.
    Lundgren verrà sicuramente ricordato come buon tennista (3 tornei vinti e ottavi a Wimbledon), ottimo coach e persona di grandi qualità umane.
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    Il ritiro di Filip Krajinovic, geometria e leggerezza

    Filip Krajinovic

    In punta di piedi, senza fare rumore. Esattamente come Filip approcciava la palla con leggerezza, dando l’impressione di esser lento pur non essendolo affatto. Così Filip Krajinovic ha salutato il tour Pro nelle “quali” di US Open, perdendo il suo ultimo match contro Rodionov. Il 32enne di Sombor ha deciso di chiudere una carriera iniziata assai tardi a livello massimo e durata poi non così tanto, pure guastata dall’arrivo del Covid e un serio infortunio al polso, che l’ha fatto scivolare nelle retrovie facendogli perdere mordente e quella “fame” necessaria a rimettersi in pista in un mondo così duro a livello di competizione. È durato solo 71 minuti il suo ultimo ballo, Rodionov l’ha battuto 6-4 6-2. Sipario.
    “Ho lottato per l’ultimo anno e mezzo, pensando a cosa fare” racconta Krajinovic al sito ATP. “Non ero soddisfatto della mia forma. Non ero soddisfatto del mio corpo e non giocavo al livello che volevo. Sono calato molto. Ho deciso di dire basta dopo gli US Open. Inutile nasconderlo, ero davvero, davvero triste dopo la sconfitta. Sono riuscito a mala pena a giocare. Piangevo in campo perché per tutta la vita giochi e sei in competizione, quindi non è stato facile dire addio, ma allo stesso tempo sono felice di essermi liberato da quello che era diventato quasi un peso”.
    “Quando ti ritrovi a giocare piccoli tornei dopo anni al massimo livello, la motivazione non è la stessa. Semplicemente non mi sentivo bene, non ero contento e non avevo abbastanza fame. Se non sei al 100% con tutto quel che hai, non hai possibilità di tornare dove volevo essere. Sentivo che non mi divertivo e ho sentito che in questo modo diventava impossibile tornare dove volevo essere, sicuramente nella top 50”.
    Gli amici di sempre, i connazionali Troicki, Kecmanovic, Lajovic e altri erano lì con lui sul campo 4 di Flushing Meadows, per accompagnare il suo ultimo incontro. Filip è sempre stato un ragazzo gentile, garbato, uno che non urla mai e riflette. Una buona parola per tutti, mai fuori dagli schemi. Un comportamento impeccabile a livello umano che l’ha reso benvoluto e stimato dai colleghi.
    Tennis fluido ed elegante, molti l’hanno un po’ paragonato a una sorta di Kafelnikov dei nostri tempi, con quel passo felpato, la sensazione di non fare fatica nel colpire la palla e la pulizia all’impatto. Quando sbarcò da giovane all’Academy di Bollettieri, il grande Nick si spese in previsioni eccezionali per lui. Grande tennista, anzi, giocatore bello da vedere, ma forse meno efficace di altri per un spirito non così furente nella lotta e forse anche un fisico non così resistente, o chissà un po’ meno allenato di quel che avrebbe potuto. Tant’è che Filip è esploso molto tardi rispetto al suo potenziale, in quel di Paris-Bercy 2017 dove clamorosamente si issò in finale, in quello che resta il suo miglior torneo in carriera. Il mondo si accorse di questo ragazzo mite, che con la palla poteva centrare le riga o la classica monetina tanto era preciso nell’impatto.
    Da quel torneo mitico per lui, è iniziata la sua vera carriera, che l’ha portato a diventare n.26 al mondo nella primavera seguente, ma con frequenti fastidi fisici e il cruccio di non aver mai vinto un torneo. Questo il rammarico di Krajinovic, più che la tarda esplosione al massimo livello. “Sono molto orgoglioso della mia carriera”, commenta Krajinovic. “L’unica cosa per cui sono un po’ triste è non aver vinto un titolo ATP. Ho avuto cinque finali, cinque finali difficili. Questa è l’unica cosa che volevo ma per qualche motivo non è successo. Ma firmerei per ripetere tutto il resto perché penso di aver giocato come volevo. Ho avuto ottimi risultati e il mio massimo è stato toccare il n.26, cosa che apprezzo molto. Ho lasciato il campo felice, perché penso di aver fatto bene”.
    Quando Krajinovic aveva 14 anni, lasciò la Serbia per la Florida per allenarsi all’IMG Academy e inseguire il suo sogno di diventare un tennista professionista. I compagni di allenamento erano Kei Nishikori, Max Mirnyi e Radek Stepanek, avevano il livello che un giorno sperava di raggiungere. Quasi due decenni dopo, alla fine di una carriera più che discreta sul tour, si sta preparando a volare di nuovo a Bradenton per visitare il luogo in cui è iniziato il suo viaggio. Nostalgia o una porta sul proprio futuro? Non lo dice… “Non è stato facile. Sono arrivato negli Stati Uniti quando avevo 14 anni, da solo, senza nessuno. Sono andato a quell’Accademia e non sapevo niente. Non sapevo parlare inglese, quello è stato il mio più grande problema quando sono sbarcato lì. È stato difficile, ma allo stesso tempo è stato molto, molto bello, perché sapevo che era la mia opportunità per migliorare e allenarmi con quei ragazzi. È stato incredibile”.
    Resterà sempre il dubbio se abbia tratto o meno il massimo dal suo potenziale. Forse no. Alla fine il tennis è uno sport maledettamente complicato, dove per arrivare in alto e restarci serve una durezza di fisico e d’animo che appartiene a pochi. Forse non al “Kraji”, ma certamente con il suo tennis leggero e geometrico ha deliziato i palati di chi ama un gioco meno muscolare e, se vogliamo, più poetico. Buona vita, Filip!
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    US Open 2024: analisi del tabellone maschile. Percorso accidentato per Sinner, assai meno per Djokovic e Alcaraz

    US Open, Arthur Ashe Stadium

    Ingresso nel torneo discreto, poi la strada di Jannik Sinner a US Open si farà molto, molto accidentata. E il sorteggio per gli azzurri al quarto Slam stagionale è interessante, ma impegnativo con più di un’insidia.
    Partiamo dal nostro miglior giocatore, il n.1 del mondo e tra i favoriti a New York. In attesa di capire come reagirà in campo alla tempesta mediatica che sta attraversando per le “note” ragioni, Jannik esordirà contro McDonald, ovviamente favorito, poi potrebbe esserci un qualificato o la potenza del giovane yankee Michelsen. Magari Jarry o O’Connell al terzo turno, poi arriva… Tommy Paul, che dopo la foto postata sui social non sarà esattamente ben visto dalle nostre parti… Ruggine extra campo a parte, Paul sul cemento indoor è un tennista molto pericoloso, tra quel che poteva capitare agli ottavi era uno dei possibili avversari “da evitare”, visto che i tennisti di casa tendono ad esaltare di fronte al rumoroso pubblico dell’Ashe e diventare ancor più tosti. Nei quarti ipoteticamente ci sarà la rivincita con Medvedev (o Tsitsipas/Auger-Aliassime/Mensik). Daniil non sta attraversando un bel momento, ma US è il torneo a lui più caro, dove si è rivelato al mondo, l’unico Slam che ha vinto, dove ha fatto finale lo scorso anno. Quindi: era da evitare. E invece… eccolo. In semifinale non c’è Zverev ma Alcaraz. Idem come sopra. La dea bendata continua ad impedire una finale ipotetica tra Carlos e Jannik, che tutto il mondo della racchetta aspetta. Pazienza, prima o poi, accadrà. Ricapitolando: Sinner avrà un ingresso nel torneo discreto, poi c’è da pedalare di brutto se si vuol puntare alla coppa. Più dell’attenzione all’extra campo che sarà comunque pesante, il mio personale pensiero va all’anca. Sinner ha vinto a Cincy di testa e agonismo, non di atletismo e di tecnica. Quella è ferma da un po’, e non va bene. US è uno degli Slam più duri per le mutevoli condizioni, umidità, dure battaglie; solo un Sinner al 100% delle sue possibilità atletiche ce la può fare. La speranza è possa esserlo, ma solo strada facendo potremo saperlo. Ancor più di sempre, FORZA JANNIK, fai parlare la tua racchetta.
    Nella parte bassa del draw ci saranno Djokovic (2), Zverev (4), Ruud, Rune, Shelton e Berrettini, come possibile spauracchio per tutti. Matteo esordisce contro Ramos-Vinolas, poi potrebbe esserci Fritz, sfida molto difficile. Ma tra i forti, Fritz è forse il meno continuo e quello che risponde peggio, quindi la speranza è che Berrettini arrivi a NYC bello cattivo, spacchi la palla col servizio e diritto e possa puntare a sorprendere. Se passa l’esame-Fritz, vederlo nei quarti vs. Zverev potrebbe esser più di un sogno…
    Djokovic, come gli capita di frequente, ha pescato davvero bene. Non sappiamo in che condizione arriverà, quanto si è davvero allenato, ma i primi turni saranno sulla carta allenamenti agonistici, il suo torneo inizierà negli ottavi vs. Shelton, o Tiafoe. Difficile che i vari Rublev, Dimitrov e compagnia possano esser un ostacolo davvero tosto, lo immaginiamo già in “semi” vs. Zverev, e lì sarà partita vera. Il tedesco ha qualche insidia in più: Cerundolo, il servizio di Perricard, e soprattutto Rune, che pur nella bassa di questo 2024 resta un tosto agonista, e potrebbe riaccendersi all’improvviso e diventare dura.
    Non ci siamo dimenticati di Alcaraz, quello che molti vedono come il primo o secondo favorito, dietro a Djokovic (o Sinner). Ingresso nel torneo tranquillo per Carlos, poi al terzo turno potrebbe esserci Draper, tennista scomodo, in rampa di lancio. Servirà un bel livello. Poi forse Korda, tanta eleganza, ma… la sostanza? Ha anche la fortuna Alcaraz di affrontare potenzialmente nei quarti uno tra De Minaur, Hurkacz o Khachanov, tutti un po’ mal messi fisicamente. Diciamolo netto: Carlito ha pescato proprio bene, quanto Nole.
    Capitolo italiani: tantissimi! E questa è già l’ottima notizia. Alcuni non hanno pescato male, e si spera possano avanzare e divertire. Sonego è tra quelli che ha avuto meno fortuna: esordio con Paul, una testa di serie forte e che sa giocare al top su questi campi. Difficilissima. Molto meglio Cobolli, che contro Duckworth può far valere la sua maggior completezza di gioco ed energia. Se passa c’è forse Kotov (occhio al suo diritto killer, ma 3 su 5 fa fatica fisicamente) e poi eventualmente Medvedev. Sarebbe una gran partita, che speriamo di vedere.Fognini, bravo ad esser ancor lì in lotta, pesca maluccio con Machac. Il ceco è tennista solido, difficilmente regala, e farà correre tanto Fabio. Se il ligure riesce ad incasinare i ritmi, potrebbe esserci partita, ma Tomas è oggettivamente favorito. Arnaldi (n.30 del draw) è nell’ultimo slot della parte alta. Non facile: Svajda è tennista poco noto ma ottimo sul piano del gioco, poi Safiullin, uno che può giocare molto bene. Al terzo turno eventualmente Hurkacz, e lì è da vedere come starà fisicamente. Matteo ha insidie, ma potrebbe anche far saltare il banco se gioca al suo meglio, e magari sognare una bella sfida negli ottavi a De Minaur (in brutte condizioni) o Khachanov. Chissà..
    Parte bassa. Già detto di Berrettini, Musetti è nello slot appena sotto, da testa di serie n.18. Molto – o tutto – dipenderà da lui. La sensazione è che sul ritmo e rimbalzi alti del duro sarà ancora un po’ meno efficace rispetto all’erba o alla natia terra, ma speriamo di vedere lo spirito offensivo e l’aggressività degli ultimi tempi. Contro Opelka all’esordio dovrà avere enorme pazienza, e la sua risposta sarà un filo “sotto tiro”; se passa l’esame col bombardiere americano, potrebbe esser favorito nel secondo match, con prospettiva di sfidare Rune. Sarebbe un gran match, per mille motivi, e lì preparate i popcorn…
    Darderi, appena fuori dal seeding, pesca benino con Baez. Sarà una garra tutta latina, con corse assassine, sperando che Luciano stia bene e possa servire alla grande, per tener fermo la vivacità del rivale. Se vince, contro Griekspoor sarà match piuttosto complicato, anche se l’orange non gioca bene tutti i giorni (se lo facesse, sarebbe top15 fisso!). Resta Nardi, ultimo azzurro, esordio contro Bautista Agut. Lo spagnolo è un laureato su questi campi, ma oggettivamente in fase calante. Se Luca si accende e trova un gran match, al secondo turno potrebbe esserci Shelton, e magari il Centrale o Armstrong, un match da vivere.
    US Open è il quarto Slam dell’anno, e negli anni recenti quello che ha regalato più sorprese e lanciato nuovi campioni Slam. La speranza è che Sinner possa farcela, anche se è molto difficile viste le sue condizioni fisiche non al meglio. Che possa essere la volta buona per Zverev? Ha già fatto una finale qua, praticamente buttata via nel 2020… Buon US Open a tutti.
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    La classe e grinta di Sinner! Batte Zverev al termine di una dura lotta, è in finale al Masters 1000 di Cincinnati (vs. Tiafoe)

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Un pomeriggio diventato sera in quel di Cincinnati, tra pioggia e una battaglia feroce e a tratti bellissima, epica, conclusa con una splendida vittoria di Jannik Sinner su Alexander Zverev nella prima semifinale del Masters 1000 di Cincinnati. Un successo da campione, per colpi e cuore e testa, da n.1, posizione che l’azzurro con questa vittoria si è garantito anche dopo US Open, comunque vada nel quarto Slam stagione. Jannik batte per la seconda volta in carriera il tedesco con il punteggio di 7-6(9) 5-7 7-6(4), già lo score ben rappresenta quanto la partita sia stata intensa e combattuta. Sinner ha mostrato lampi della sua classe, quei colpi velocissimi e straordinari che fanno sobbalzare sulla sedia, ma anche un po’ di errori, un servizio non sempre al meglio e pure qualche fastidio fisico mostrato con momenti di zoppia e ansia per quest’anca che dalla scorsa primavera a volte lo tormenta. Ma la sua voglia di vincere e classe alla fine ha prevalso sulla strenua resistenza di uno Zverev indomito e fortissimo, che si conferma avversario assai ostico per l’azzurro. Tra servizio, un rovescio imprendibile e spirito combattivo, Sasha è avversario tosto e quest’anno assai continuo, come dimostra la regolarità della sua stagione. Sinner alla fine ha giocato meglio nei momenti importanti, la differenza del campione, quello che non vuole mai parte e alla fine vince. Jannik giocherà la sua quinta finale Masters 1000 in carriera (due vittorie e due sconfitte) contro Frances Tiafoe, che a sua volta ha regolato 7-6 al terzo set Holger Rune. Sarà una grande battaglia, contro un tennista “di casa”, e ricordando anche qualche ruggine passata tra l’altoatesino e lo statunitense (in particolare a Vienna qualche anno fa).
    “E’ stata una partita dura e davvero emozionante” afferma Sinner a caldo. “L’atmosfera è stata straordinaria. Le condizioni sono cambiate molto: abbiamo iniziato col sole e poi è arrivata la pioggia e praticamente abbiamo finito in una sessione serale. C’è stata tensione da parte di entrambi, sono felice di essere in finale. Ho avuto alti e bassi, è normale quando giochi più di tre ore. Zverev ha servito benissimo, sono orgoglioso di come ho giocato. A volte devi tirare fuori l’istinto e credo che oggi sia stata questa la mia forza. Questa vittoria significa molto per me adesso, per quello che ho passato recentemente. Sono consapevole di dover migliore fisicamente se voglio vincere Slam e i grandi tornei. Ho cercato nel match di stare lì mentalmente, sono davvero fiero di questo. Vedremo come andrà la finale”.
    Parte molto bene Sinner, non col servizio ma diritto e rovescio sono potenti e precisi, c’è energia e intensità. Bello carico anche in risposta, quando lo scambio parte impatta con anticipo e angolo. Favoloso il vincente di rovescio che gli vale il 30 pari. Prende rischi Jannik, comanda lui a costa di sbagliare. Zverev si affida alla battuta, indispensabile per tenere fermo l’azzurro. Si gioca bene, velocità e vincenti, gran livello e anche lotta. Sasha è bravo a giocare con profondità, e Jannik sbaglia un tocco nel terzo game che gli costa la prima palla break. Poco fortunato, un diritto s’impenna sul nastro e scappa lungo. 2-1 e servizio Zverev. Sinner mette grande pressione in risposta, si prende due splendidi punti (passante in corsa sul 30 pari) e strappa una chance del contro break, anche grazie a un doppio fallo. Il tedesco serve bene, pizzica il T. Grazie alla battuta (oltre l’80% di prime in campo) Zverev si porta 3-1, decisivo il rendimento del servizio, con Sinner invece sotto al 50%. È molto pericoloso Sasha quando può impattare il rovescio con equilibrio, trova precisione millimetrica; ma anche col diritto carica bei colpi, tanto che Sinner è costretto a chiedere tanto alla battuta per vincere il quinto game. Tennis rapido (3-2). Sinner prova a pungere in risposta (0-15 e poi 15-30), impatto potente e via a spingere, ma Zverev rimetto tutto a posto affidandosi alla battuta. Jannik non riesce a bloccare il rivale sulla destra, è troppo efficace in questa fase il rovescio del tedesco, perfetto in ogni direttrice. 4-2 Zverev. Sinner prova a cambiare i ritmi, angolo molto stretto e poi anche smorzata, ma sbaglia qualcosa. Pure Zverev sbaglia due colpi che sarebbero stati vincenti (3-4). Qualche movimento di stretching all’anca per Jannik, ma al momento si muove bene sul campo. Piccola chance per Sinner sul 15-30 (grazie a due errori del rivale), comanda dalla risposta ma incoccia due volte il nastro e la palla svaria via. Zverev si porta 5-3. Pur restando sotto al 50% di prime, Sinner resta a contatto, 4-5. Serve per il set il tedesco, ma inizia molto male: diritto out banale e poi doppio fallo. 0-30. Sinner però continua a martellare il rovescio di Zverev, che sul cross è fortissimo e ribalta a suo favore lo scambio (15-30). Finalmente il punto seguente è sull’altra diagonale, Jannik si apre il campo e chiude con una smorzata ottima, finta perfetta. 15-40, due chance per rientrare. Mamma mia che punto sulla seconda!?! La risposta di Jan diventa un lob, Zverev la valuta male e corre all’indietro, ed è bravo Sinner a chiudere la porta di volo. BREAK e 5 pari. Aiutino del tedesco, ma bene Jannik a farsi trovare pronto. Si va al tiebreak. Zverev strappa il primo punto in risposta, un po’ sorpreso da un diritto del rivale e in ritardo nell’impatto col rovescio. Zverev regala con un doppio fallo, 1 pari. Fantastico lo schema dell’azzurro sul 2 pari, comanda col diritto, poi smorzata e passante di rovescio. 3 punti a 2. Il gioco si interrompe per una nuvola fantozziana di passaggio… piove addirittura col sole, ma è un discreto scroscio e i due escono dal campo.
    Il gioco riprende dopo mezz’ora e la tensione è palpabile, seguono alcuni mini break e Sinner si ritrova servire sul 5 punti 6, ma annulla il set point con un buon smash. Quindi niente può sul primo proprio set point, perfetto al servizio Zverev. 7 pari. La lotta e bagarre continua, sul 9 pari Zverev sbaglia un rovescio e Sinner finalmente chiude il parziale 11 punti a 9 con un ottima discesa a rete. 70 minuti effettivi di grande tennis.
    Nel secondo set Zverev ha la chance per scappare avanti nel secondo game, ma sbaglia un rovescio (1 pari). La sensazione è che in questa fase il tedesco ne abbia di più, più incisivo e aggressivo, tanto che il break a suo favore arriva nel quarto game. Sinner inizia col doppio fallo (primo del match), quindi sbaglia malamente un diritto dal centro del campo. Male sul 15-30, regala una smorzata sbagliata. 15-40. Il break arriva con un errore di diritto al termine di lungo scambio, bene Zverev in difesa. Immediata e bellissima la reazione di Jannik: la risposta spacca la palla, vola 0-40 e si riprende immediatamente il game, 2-3. Il set scorre sui turni di battuta fino al game #12, dove il tedesco chiude il set a suo favore. Jannik è incerto con un diritto, errore che gli costa lo 0-30. Sasha spinge molto, il rovescio è una carabina e si prende tre set point sullo 0-40. Sinner col servizio salva il primo, ma uno smash in rete sul 15-40 lo condanna al terzo set.
    Il terzo set si gioca sulla tensione, ma anche di fisico, e scorre punto a punto. Nessuno dei due concede palla break, e solo due game vanno ai vantaggi, il terzo (per il 2-1 Zverev) e l’undicesimo (6-5 Zverev). Jannik è bravo a restare focalizzato e respingere i tentativi dell’avversario, molto cresciuto nel rendimento della risposta. Tanti scambi, anche duri, ma nessuno dei due cede. Dal 3 pari, anche per la fatica, dominano i colpi di inizio gioco, Zverev tira rovesci splendidi, ma Sinner non è da meno, regge e contro batte. Nel nono game la bagarre è totale fin dal primo punto, scambio feroce di 18 colpi, fatica ma nessuno dei due vuole perdere. Sinner qua vince il match: sotto la pressione massime di Zverev regge, ribatte, serve bene e si issa al tiebreak, senza concedere mai la chance all’avversario. Al “decider” Jannik mette in mostra tutta la sua classe. Spettacolare il diritto vincente sul secondo punto, vale all’azzurro l’1 pari. L’allungo del nostro arriva nel quarto punto, Zverev si butta ancora a rete ma stavolta non riesce a tenere in gioco la volée, 3-1 Sinner. Poi Jannik sbaglia un rovescio di scambio (3-2) ma poi serve benissimo e vince due punti rapidi che portano avanti 5-2. Zverev si aggrappa ai suoi punti forti, servizio potente e via botta di rovescio (3-5) ma nel nono punto ecco la zampata mortale di Jannik, una risposta di rovescio lungo linea delle sue, da campione. La palla pizzica la riga e ci sono 3 Match Point. Il diritto gli esce di poco sul primo, ma sul secondo martella col diritto e alla fine la resistenza di Zverev è piegata. Vince Sinner, che partita!
    Marco Mazzoni

    [1] Jannik Sinner vs [3] Alexander Zverev ATP Cincinnati Jannik Sinner [1]757 Alexander Zverev [3]676 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 2-1* 3-1* 3*-2 4*-2 5-2* 6*-36-6 → 7-6J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace5-6 → 6-6A. Zverev 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-405-5 → 5-6J. Sinner 0-15 15-15 ace 30-15 ace 40-154-5 → 5-5A. Zverev 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 ace4-4 → 4-5J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-03-4 → 4-4A. Zverev 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3A. Zverev 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2A. Zverev 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 ace1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-300-1 → 1-1A. Zverev 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-405-6 → 5-7A. Zverev 15-0 30-0 40-05-5 → 5-6J. Sinner 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 ace4-5 → 5-5A. Zverev 15-0 30-0 30-15 40-15 ace4-4 → 4-5J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-303-4 → 4-4A. Zverev 0-15 0-30 0-401-3 → 2-3J. Sinner 0-15 df 15-15 ace 15-30 15-401-2 → 1-3A. Zverev 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 A-40 ace1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 ace0-1 → 1-1A. Zverev 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-1* 1-1* df 1*-2 2*-2 3-2* 3-3* 4*-3 4*-4 5-4* 5-5* 5*-6 6*-6 7-6* 7-7* 7*-8 ace 8*-8 9-8* 9-9* 10*-96-6 → 7-6A. Zverev 15-0 30-0 ace 40-0 40-156-5 → 6-6J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-5 → 6-5A. Zverev 0-15 0-30 df 15-30 15-40 30-404-5 → 5-5J. Sinner 15-0 ace 30-0 30-15 40-153-5 → 4-5A. Zverev 0-15 df 15-15 15-30 30-30 40-303-4 → 3-5J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4A. Zverev 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 40-302-3 → 2-4J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-3 → 2-3A. Zverev 0-15 0-30 df 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-2 → 1-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A1-1 → 1-2A. Zverev 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0 LEGGI TUTTO