consigliato per te

  • in

    La stampa serba azzarda: “Sinner sarà il nuovo Nadal per gli infortuni?”

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    In attesa di ritrovare in campo l’eroe nazionale e super campione Novak Djokovic, chiamato alla difesa del titolo 2023 a US Open dopo aver vinto l’agognato Oro olimpico a Parigi, uno dei principali media della Serbia concentra la propria attenzione su Jannik Sinner. E lo fa ponendosi un interrogativo che non piacerà ai fan del Belpaese o sostenitori globali dell’azzurro: che Jannik sia il nuovo Nadal? Ossia, tennista fortissimo ma costantemente penalizzato dagli infortuni? Questo il commento di Tanja Ćulafić su Sportal.rs.
    In effetti a leggere il titolo del contributo, c’è da sobbalzare sulla sedia… Accostare Sinner a Nadal è esercizio ardito, essendo i due totalmente agli antipodi per modo di giocare, tecnica esecutiva, condotta in campo, tattica e mille altri aspetti. Se li sovrapponi mentre giocano, le similitudini stanno a zero. Palla arrotata con rimbalzo altissimo per lo spagnolo; impatto che più piatto non si può per l’italiano con traiettorie che sfiorano la rete, e le divergenze tecniche continuerebbero all’infinito. I due campioni possono essere certamente accostati per la loro mentalità, con la parola “miglioramento” al centro del villaggio, lo stimolo che muove ogni loro singola sessione d’allenamento ed esperienze in partita. Ma l’editorialista serba invece concentra il suo articolo sul discorso infortuni. Due grandi giocatori, arrivati al n.1 del mondo, ma spesso vittime di problemi fisici.
    “Jannik Siner ha conquistato il primo posto nella classifica ATP e in qualche modo è riuscito a rimanerci fino ad ora, ma la domanda è cosa succederà dopo?” si legge nell’articolo “Sinner vinse l’Australian Open a inizio anno e sembrava fosse l’inizio della sua era, ma poi gli infortuni hanno preso il sopravvento. Ci sono stati dei brutti risultati, fino all’infortunio all’anca, e quando si pensava che avrebbe potuto ritrovare il ritmo e brillare alle Olimpiadi, ha rinunciato a causa della tonsillite. Altro stop per il fisico k.o. Abbiamo visto che le cose non sono andate bene per lui a Montreal, e ora a Cincinnati, dove è passato al terzo turno vincendo contro Alex Mikkelsen, afferma di non essere affatto al 100%. Dal modo in cui guarda in campo e da quello che dice, sembra essere preoccupato che il suo infortunio all’anca continui e non sia completamente guarito”.
    Un contributo che riportiamo, interessante per capire come è visto Sinner all’estero, in un paese dove il tennis è diventato grazie a Djokovic (e non solo) uno degli sport più seguiti e amati. Grandissimo rispetto e considerazione per Jannik, ma anche dubbi sulla tenuta in un mondo competitivo che stressa i fisici in modo totale, e che porta tutti i giocatori all’estremo con picchi di forma alternati a momenti “no”. Per questo aver il classico “fisico bestiale” o comunque meno avvezzo agli infortuni è un punto di forza clamoroso, come per esempio hanno dimostrato le carriere di Federer e Djokovic, due giocatori che poche volte hanno subito gravi infortuni, al contrario di Nadal.
    Una cosa è certa: Sinner “sano”, al 100% delle proprie potenzialità atletiche, ha dimostrato ampiamente di essere fortissimo e di poter mettere in fila ogni rivale, vincendo Davis, Slam, Masters 1000, su ogni superficie. Il suo tennis tuttavia, forse ancor più rispetto a quello di altri competitor, necessita di forza, di velocità e resistenza per generare quel pressing micidiale che stronca i rivali. È per così dire “energivoro”, pertanto non essere a posto fisicamente lo penalizza assai.
    Nessun tennista di massimo livello può esprimere il proprio miglior tennis senza essere a posto fisicamente; tuttavia ci sono giocatori più penalizzati di altri quando non sono al meglio. Se Sinner sia uno di questi o meno lo scopriremo strada facendo, nei prossimi mesi e anni. Nel tennis durissimo dei nostri tempi, resistere ai problemi e trovare un modo di preservarsi da fastidì e vincere anche se non al meglio è una chiave di volta per architetture senza tempo. In questo, possiamo dire “Djokovic docet”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Draper: “I campi di Cincinnati sono i più rapidi su cui abbia mai giocato”

    Draper parla dopo il successo

    Jack Draper è stato uno dei protagonisti nella giornata di giovedì a Cincinnati, con la rimonta e vittoria 7-5 al terzo contro Stefanos Tsitsipas. Avevamo parlato alla vigilia di impegno severo per il greco, alle prese con le difficoltà del cambio di rotta tecnico dopo la separazione con papà Apostolos come coach, ma è stato soprattutto la potenza, grinta e aggressività del britannico a costargli la sconfitta.
    Draper, 22 anni di Sutton, dopo stagioni travagliate per tanti infortuni che non gli permettevano di giocare con continuità, sta finalmente trovando la sua dimensione e i suoi risultati parlano per lui: vittoria a Stoccarda (vs. Berrettini in finale) del primo titolo in carriera e un gioco sempre più insidioso, anche se ancora non così continuo. A Cincinnati ha parlato a Tennis Channel dopo la vittoria su Tsitsipas, affermando che i campi in Ohio sono i più rapidi sui quali abbia mai giocato.
    “I campi di Cincinnati sono i più veloci su cui abbia mai giocato. Ho vinto la partita oggi per il modo in cui ho gareggiato, per la mia determinazione e voglia vincere” afferma Draper. “Sono riuscito a dimostrarlo nei momenti importanti. Tutti i giocatori sono abituati a giocare su campi abbastanza lenti, in tutto l’arco dell’anno ti rispondono arrivano palle che saltano più alte di te. Qua tutto è diverso e infatti si vedono errori inusuali rispetto agli altri tornei dell’annata. Non piace a tutti, per altri invece queste condizioni sono ideali. Non sarà il miglior tennis del mondo, ma alla fine riuscire a sfruttare le opportunità fa la differenza”.
    Una considerazione significativa, che conferma come mediamente nel corso dell’annata i giocatori siano abituati a condizioni molto più lente, che accrescono il numero degli scambi, della fisicità e della lotta. E forse, anche per questo, la fatica e gli infortuni vista l’usura continua.

    Jack storms back 😤@jackdraper0 rallies for a 3-6 6-4 7-5 victory over Tsitsipas at #CincyTennis pic.twitter.com/5AgNjY9emN
    — Tennis TV (@TennisTV) August 15, 2024

    Jack è particolarmente felice della vittoria su Tsitsipas poiché nelle ultime settimane, dal torneo Olimpico, non era affatto felice del suo livello di gioco. Sul rapido di Cincinnati, si sta ritrovando. “Dalla parentesi dei Giochi Olimpici non ho giocato il mio miglior tennis, ma ho cercato di trovare un modo per svoltare e oggi ho mostrato tutta la mia grinta e determinazione per andare avanti e risalire. Le cose vanno meglio, ogni giorno gioco e mi sento meglio. Mi sento molto bene fisicamente e non vedo l’ora di continuare in questo modo” conclude Draper.
    Agli ottavi il britannico attende il vincente del match tra Ruud e Auger-Aliassime, con la prospettiva in caso di vittoria di sfidare uno tra Rune e, molto probabilmente, Alcaraz. Sono queste le partite che servono a Draper per testare il suo livello e crescere ancora.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Tsitsipas: “Fare cambiamenti importanti porta insicurezza ma è necessario andare avanti e focalizzarsi su se stesso”

    Stefanos Tsitsipas (foto ATP site)

    Stefanos Tsitsipas ha voltato pagina abbandonando la sicurezza della guida paterna per iniziare un nuovo percorso da solo, affidandosi al capitano di Davis del suo paese Dimitris Chatzinikolaou, che lo accompagnerà fino a US Open. Al Masters 1000 di Cincinnati Stefanos ha debuttato con una buona vittoria contro un avversario pericoloso come il tedesco Struff, e dopo il match ha riflettuto con la stampa sulla sua situazione, le incertezze che portano i cambiamenti ma anche la necessità di andare avanti, pensando al proprio gioco e carriera.
    “Nel tennis scegliere di cambiare non è mai facile, sia che si parli di novità all’interno della squadra che in qualunque altro ambito. È sempre complicato, la novità ti porta a provare un po’ di insicurezza riguardo certe cose, ma in questo momento è importante andare avanti e trovare le giuste soluzioni. Penso anche che sia importante concentrarsi su te stesso, su cosa sei capace di fare come giocatore lasciando da parte il contorno, è meglio non perdere troppe energie pensando all’ambiente intorno a te. Le persone giuste si adattano e fanno sì che tutto funzioni per te e intorno a te. Quando trovi queste persone è un grande sollievo, riesci a comunicare bene e il tennis ne risente in positivo, crei le condizioni affinché il gioco migliori, e di pari passo anche il tuo stato mentale migliora”.
    Dopo diverso tempo, nelle parole di Tsitsipas torna come protagonista la parola migliorare. Nella caotica stagione 2023, fatta di continui cambi di rotta, il greco aveva affermato più volte di essere fiducioso e contento del suo tennis, che gli alti e bassi dipendevano da questioni fisiche o di fiducia, non tecniche o tattiche. Dopo la scelta di lasciare il padre come coach, la parola miglioramento è tornata al centro del suo pensiero.
    “Direi che ci sono molte cose che possono essere migliorate nel mio gioco” continua Stefanos. “Naturalmente sono felice di lavorare con il meglio che questo sport ha da offrire e di trovare modi di collaborare che possano mettere le persone attorno a me in grado di aiutare me e il mio tennis. Il mio desiderio è sfruttare al meglio la mia carriera, lavorare con le persone giuste che sanno come guidarmi e come aggiungere saggezza tennistica al mio gioco”. Comunicazione, focus e chiarezza sugli obiettivi, esattamente quello che aveva rimproverato al padre in quella “sfuriata” pubblica che poi ha portato all’indomani alla clamorosa separazione da papà Apostolos come coach.
    Tsitsipas non è entrato nel dettaglio di cosa pensa di cambiare nel suo tennis. Forse quel rovescio tanto elegante quanto poco incisivo? Una posizione in campo più aggressiva con una maggior ricerca della rete? Nei suoi momenti migliori la combinazione servizio e diritto è stata il suo schema principe, bordate potenti e precise con le quali comandava il gioco e otteneva punti importanti; ad oggi resta la base del suo gioco, ma non sempre funziona al meglio e i risultati sono altalenanti (come la posizione in classifica, attualmente n.11 al mondo dopo anni passati appena dietro i migliori).
    Oggi è atteso a Cincinnati da un secondo turno assai complicato contro il britannico Jack Draper, tennista potente e in grande ascesa. Sarà un buon test per verificare non tanto eventuali novità nel tennis del greco – serviranno settimane per intervenire in modo sostanziale – ma almeno una maggior serenità e attitudine positiva, altro aspetto assai lacunoso nelle ultime settimane.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Masters 1000 Cincinnati: Berrettini parte a razzo, poi subisce la rimonta di Rune

    Matteo Berrettini a Cincinnati

    Holger Rune era un primo turno difficilissimo come match d’esordio per Matteo Berrettini al Masters 1000 di Cincinnati, tornato sul cemento dopo molti mesi e arrivando dalla terra rossa europea (con due titoli di fila!), ma visto l’andamento e potenza dell’azzurro nel primo set c’avevamo creduto. Poi dal secondo parziale l’inerzia dell’incontro si è totalmente ribaltata: i tanti errori del danese sono scomparsi, mentre il romano – impeccabile nella prima mezz’ora – si è come imballato, ha perso ritmo e fiducia col diritto e il controllo dei tempi di gioco, crollando in tanti errori che gli sono costati il secondo set e un 3-0 “pesante” nel terzo (9 giochi a 1). Una striscia mortale, quasi inspiegabile visto l’eccellente livello della prima parte del match. Spalle al muro, Matteo ha ritrovato precisione e intensità ma è riuscito a recuperare un solo break per il 2-6 6-1 6-4 conclusivo a favore dell’ex n.4 del mondo, che continua la sua strada nel secondo 1000 estivo in Nord America.
    Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca perché Berrettini a livello di tennis non è affatto dispiaciuto, anche considerando il valore del rivale (testa di serie n.15 del torneo), ma quel buco nero a metà partita gli è costato carissimo. Sarà interessante ascoltare le sue parole a freddo, per capire se è stato un calo fisico che gli ha fatto perdere velocità nell’approccio alla palla e quindi precisione e fiducia nei colpi, in particolare col diritto, oppure se è stata l’impennata di qualità di Rune a cambiare le carte in tavola e fargli perdere i migliori riferimenti. Infatti è corretto sottolineare come dall’avvio del secondo set Holger ha cambiato passo. Ha cancellato quasi totalmente le incertezze, fretta ed errori (ben 13) del primo parziale, iniziando a tenere la palla in campo con buon ritmo e ampio margine. Ne aveva bisogno, perché a tratti nella prima fase del match pareva totalmente fuori posizione, non sentiva la palla e non trovava il campo. Quel primo turno di servizio più “cattivo”, rapido e sicuro, l’ha acceso. Anche in risposta il danese ha iniziato a spingere con più aggressività e profondità, e Berrettini si è come irrigidito. La prima palla non l’ha aiutato e ha subito un break immediato, ma è stato il diritto a crollare completamente. Sembrava aver perso la corretta distanza dalla palla e il tempo d’impatto, spesso troppo in pancia o troppo lontana. Per questo è venuto il sospetto di un calo fisico con i piedi incapaci di portarlo al punto ideale d’impatto. Holger poi è grande agonista, ha fiutato il momento e da campione se l’è preso. Tutto è andato troppo rapido e male per Matteo, c’ha messo troppo a ritrovare ritmo e fiducia, quando ormai era crollato sotto di due break nel terzo set. Recuperare un break non è stato abbastanza, ha lottato in risposta e ha ricominciato a tagliare molto col rovescio in back, prendendosi qualche bel punto, ma è bastato.
    Forse questa è stata la fase nella quale Matteo poteva provare a rallentare di più, tra back di rovescio ma anche smorzate, qualche palla molto carica e centrale col diritto, per spezzare il ritmo del rivale e spostarlo dal centro del campo, dove ha dominato. Non facile a farsi, quando servi pure peggio e l’altro ha due pistoni al posto delle gambe, rapidissimo a trovare il centro e da lì menare le danze. Di sicuro nella parte centrale dell’incontro Berrettini è stato scarico di braccio e di gambe, sfiduciato e poco intenso. Contro un lottatore micidiale come il danese non te lo puoi assolutamente permettere. Almeno è piaciuta la reazione a metà terzo set di Matteo: si come rimesso in moto, il diritto è tornato pesante e preciso, ha rincorso molte palle in scambio ma non è riuscito a rispondere abbastanza bene da aprirsi il campo e poter sfoderare il ritrovato feeling col diritto. Peccato, è una sconfitta tutto sommato meritata ma all’avvio e nella parte finale Berrettini c’era, ed era un buon Berrettini.
    Peccato perché questo 1000 di “Cincy” sarebbe stato utilissimo anche in ottica US Open. Un dato statistico curioso: Berrettini col primo set vinto oggi vs. Rune ha portato a 21 la sua striscia di set vinti di fila, un filotto record storico per il tennis azzurro (Sinner ne aveva infilati 20), peccato si sia interrotta e poi sia arrivata anche la sconfitta.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Rune inizia l’incontro al servizio, ma non è un buon avvio. Forza malamente un diritto, poi è sorpreso da un back di Berrettini lungo linea sul quale arriva male. 15-40, due palle break immediate per Matteo, che si prende il BREAK grazie a un brutto errore di rovescio di Holger, fermo coi piedi in spinta. Molto falloso Rune, sembra non sentire bene la palla tanto scappa dalle sue corde. Molto più preciso invece il diritto di Berrettini, eccellente il cross sul 30-15 dopo una solida prima palla in campo. Una risposta strappata in rete vale il 2-0 all’azzurro, calmo e pronto a sfruttare le indecisioni del rivale. Col primo Ace dell’incontro Holger vince il terzo game (1-2). Il romano gioca un tennis pratico, mette potenza ma non rischia traiettorie nei pressi delle righe, ci pensa il danese a sbagliare per primo. 3-1 Berrettini, 14 minuti di ottimo controllo e sostanza. Nel quinto game si inizia a vedere un buon Rune, più centrato nei suoi affondi e senza errori, per il 2-3. Matteo continua a martellare con cadenza musicale, mentre Rune sul 2-4 torna a sbagliare, con un doppio fallo che gli costa lo 0-30. Aggressivo l’azzurro con la risposta di rovescio, pigro nel cercare la palla Rune e sbaglia ancora, 0-40! Regge bene l’azzurro in difesa, e con un altro approccio alla palla pachidermico Holger stecca malamente un diritto che gli costa il DOPPIO BREAK! 5-2 e servizio Berrettini, che con un Ace vola 30-0 (e parziale di 10 punti a 1). Segue un altro “asso”, 40-0 e tre Set Point. Vola via il diritto di Rune, a chiudere un parziale per lui molto negativo. 6-2 per un Berrettini perfetto, 27 minuti senza una sbavatura, solido con servizio e diritto. 4 errori per il romano, 13 per il danese, davvero troppi.
    Secondo set, Rune to serve. Sbaglia malamente il primo colpo il danese, poi cambia ritmo con colpi più aggressivi e una posizione più avanzata nel campo. Si procura una prima palla break sul 30-40, Matteo serve bene e la cancella. Purtroppo il BREAK a favore di Holger è solo rimandato: il danese si prende una seconda chance (errore di diritto di Berrettini, un po’ di fretta qua) e la sfrutta con un altro diritto lungo di Matteo, un po’ sorpreso della risposta centrale e molto carica del rivale. Salito il livello di Rune, ma qualche errore di troppo per Berrettini. Holger vola avanti 3-0, finalmente più centrato col diritto e con molti meno errori. Cresce anche la percentuale di prime palle del danese, fa più fatica l’italiano a trovare impatti profondi e aggressivi in risposta. 4-1 Rune. Purtroppo il romano incappa in un turno di battuta difficilissimo, con Rune super aggressivo. 0-30 (ottima la risposta di Holger) e poi 0-40 dopo una breve sosta per un malore di uno spettatore, con un diritto mal centrato da Matteo. Si aggrappa al pezzo forte del suo repertorio, il servizio, e le cancella tutte. Poi ai vantaggi sbaglia un diritto d’attacco dal centro, la quarta PB gli è fatale, giocata con la seconda di battuta e forzata out ancora col diritto. Dopo un primo set col diritto chirurgico, nel secondo parziale Matteo ha perso precisione, giocato anche un po’ troppo frontale sulle traiettorie più profonde e continue del rivale. Rune chiude il set comodamente per 6-1. Totalmente ribaltata l’inerzia rispetto all’avvio del match, falloso Matteo, più incisivo e continuo Rune.
    Matteo inizia alla battuta il set decisivo. Sul 30-15 scaraventa a rete un diritto comodo da metà campo, errore grave che paga nello scambio successivo, dove esagera con la spinta ancora col diritto – troppa rotazione del busto – con la palla che atterra dopo il corridoio. Palla break Rune sul 30-40, e la prima di servizio non va… Doppio fallo, al centro, di almeno 30 cm. Solo errori per Berrettini a regalare un BREAK doloroso al rivale, che forte del vantaggio ora gioca sciolto, serve con precisione e vola avanti 2-0 in sicurezza. Tutto troppo rapido per Holger, 8 punti di fila per lui e Matteo ora costretto a una difficile rimonta. Sembra aver perso fiducia nel diritto Berrettini, cerca varie traiettorie, di coprirlo e poi spingere, ma non ritrova la sicurezza in spinta. Finalmente ne tira uno potente inside out dal centro sul 30 pari nel terzo game, non ne tirava uno vincente da un po’. Ai vantaggi è ancora un diritto aggressivo a tradire l’azzurro, gli costa una palla del doppio break. Niente, altro diritto scaraventato da rete, stavolta anche piantato con le gambe. Urla Rune sul BREAK che lo porta avanti 3-0 “pesante”, ormai in totale controllo della partita visto il crollo del romano, incappato in troppi errori gratuiti, quasi totalmente col diritto. Rune forse si distrae, doppio fallo e poi un rovescio di scambio in rete. Non una fase del match “esaltante”, dominano gli errori e incertezze. Con pazienza Matteo torna a costruire il punto rallentando la palla col back di rovescio e poi accelerando con buon controllo, 0-40! Ha tre possibilità di respirare. Bravo a correre avanti con controllo del corpo sulla smorzata non perfetta del danese e toccare vincente. BREAK Berrettini, 1-3. All’improvviso Matteo sembra sentire di nuovo la palla, controlla meglio lo scambio e cambia ritmo con una pallata vincente del livello di quelle ammirate nel primo set. Con una solida prima al centro, torna a vincere un turno di battuta Berrettini, 2-3. Si lotta nel sesto game: con coraggio Holger si butta a rete a sfidare il passante (o lob) del nostro, con buoni risultati, mentre Matteo taglia la palla col back per spezzare il ritmo del rivale. Una risposta centrata con poche corde dall’azzurro vale al danese il punto del 4-2. È tornato a buon livello Berrettini, con un game solido a zero resta in scia 3-4, il problema è trovare un turno di risposta super per riaprire l’incontro. Rune ha altri programmi, mette la prima palla e spinge dritto per dritto cercando velocità a basso rischio. 5-3 Rune. Matteo vince un altro turno di battuta a zero, 4-5, fa la “faccia cattiva” al suo angolo. Rune serve per chiudere. Non trema, servizio e diritto potente, entra in campo e chiude. Game Set Match Rune, si interrompe la splendida striscia di set vinti da Matteo. Peccato perché ha giocato una sola partita prima di US Open, era importante mettere un po’ di game e match nelle game sul “duro” prima del quarto Slam. Comunque ottima la reazione di Rune.

    [15] Holger Rune vs [WC] Matteo Berrettini ATP Cincinnati Holger Rune [15]266 Matteo Berrettini614 Vincitore: Rune ServizioSvolgimentoSet 3H. Rune 15-0 30-0 ace 30-15 40-155-4 → 6-4M. Berrettini 15-0 30-0 40-05-3 → 5-4H. Rune 15-0 30-0 30-15 40-154-3 → 5-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3H. Rune 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-2 → 4-2M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-153-1 → 3-2H. Rune 0-15 df 0-30 0-403-0 → 3-1M. Berrettini 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A2-0 → 3-0H. Rune1-0 → 2-0M. Berrettini15-40 15-0 30-0 30-15 df 30-30 30-40 df0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2H. RuneA-40 15-0 30-0 30-155-1 → 6-1M. Berrettini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 ace 40-A4-1 → 5-1H. Rune 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-403-1 → 4-1M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-0 → 3-1H. Rune 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 40-302-0 → 3-0M. Berrettini 15-0 15-15 df 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 40-A1-0 → 2-0H. Rune 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 ace2-5 → 2-6H. Rune 0-15 0-30 df 0-402-4 → 2-5M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 2-4H. Rune1-3 → 2-3M. Berrettini 15-0 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 1-3H. Rune 0-15 15-15 30-15 40-15 ace 40-300-2 → 1-2M. Berrettini 0-15 15-15 ace 30-15 40-15 40-300-1 → 0-2H. Rune 15-0 ace 15-15 15-30 15-400-0 → 0-1

    Statistiche
    🇩🇰 Rune
    🇮🇹 Berrettini

    Punteggio servizio
    263
    245

    Ace
    4
    7

    Doppi falli
    2
    3

    Percentuale prime di servizio
    62% (42/68)
    61% (44/72)

    Punti vinti con la prima
    62% (26/42)
    73% (32/44)

    Punti vinti con la seconda
    62% (16/26)
    43% (12/28)

    Palle break salvate
    0% (0/3)
    50% (4/8)

    Giochi di servizio giocati
    13
    12

    Punteggio risposta
    168
    200

    Punti vinti in risposta sulla prima
    27% (12/44)
    38% (16/42)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    57% (16/28)
    38% (10/26)

    Palle break convertite
    50% (4/8)
    100% (3/3)

    Giochi di risposta giocati
    12
    13

    Punti vinti a rete
    92% (11/12)
    70% (7/10)

    Vincenti
    20
    19

    Errori non forzati
    10
    18

    Punti vinti al servizio
    62% (42/68)
    61% (44/72)

    Punti vinti in risposta
    39% (28/72)
    38% (26/68)

    Punti totali vinti
    50% (70/140)
    50% (70/140)

    Velocità massima servizio
    218 km/h
    227 km/h

    Velocità media prima di servizio
    192 km/h
    208 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    158 km/h
    173 km/h LEGGI TUTTO

  • in

    Korda, quando la purezza di gioco (ancora) non basta

    Sebastian Korda (foto ATP site)

    Colpi di eleganza superiore, accelerazioni che lasciano senza fiato per pulizia d’impatto e precisione. Poi…, quando meno te l’aspetti… “clic”, interruttore si sposta sull’off. Capita che si spegne la luce, spesso in fasi calde degli incontri, e Sebastian Korda resta ancora un diamante tanto splendente quanto incompiuto. Il talentoso figlio d’arte del grande Petr ha vissuto forse le due migliori settimane in carriera, con la vittoria all’ATP 500 Washington e poi la cavalcata a Montreal, con la bellissima vittoria nei quarti contro uno Zverev tutt’altro che dimesso. Ma, arrivato ad un passo dallo sbarcare per la prima volta in finale in un 1000, forte di una forma tecnica eccezionale e grande fiducia, è incappato in una sconfitta “evitabile” contro Popyrin. Niente finale, niente avvicinamento concreto alla top10, dove per qualità di gioco potrebbe ampiamente starci. L’australiano ha giocato una bellissima partita, concreta e offensiva, ma la sensazione dal campo è stata che Sebastian abbia giocato con più qualità, che fosse più forte del rivale, ma.. alla fine ha perso.
    Korda ha sprecato per due volte un break di vantaggio nel primo set, gravissimo quello 6-5  restituito con un turno di battuta povero, difensivo, chiuso con un doppio fallo terribile alla seconda chance concessa al rivale. Ancor più grave come è entrato nel tiebreak, con il macigno dell’occasione sprecata che ha fatto diventare i suoi piedi due blocchi di cemento, e il braccio teso come una corda di violino. Alexei è andato a prendersi il primo punto con coraggio a rete (e un pizzico di buona sorte nella rocambolesca schermaglia) e poi ha continuato a spingere con precisione e coprire bene il campo, senza fare niente di incredibile, solo un tennis lineare, prevedibile ma ben eseguito. Per questo è stata troppo flebile la risposta agonistica dello statunitense, incapace di trovare una reazione veemente, di rabbia, e riportarsi avanti. Al contrario ha giocato sette punti uno più dimesso dell’altro, come il diritto malamente sparacchiato via e poi un back di rovescio pessimo, regali che hanno permesso a Popyrin di vincere il “decider” addirittura per 7 punti a 0. Per come era andato il parziale, ai punti l’aveva condotto Sebastian, più efficace in risposta e maggiormente in controllo dei tempi di gioco ma alla fine… gli è andata male. Molto male. Korda ha subito un break immediato all’avvio del secondo set, la sua partita di fatto è terminata lì. Enorme il gap di consistenza, intensità e “fuoco” rispetto all’australiano, bravo a continuare a spingere con il suo diritto pesante e servire bene. Un successo alla fine meritato per Popyrin, ma quanti rimpianti per Korda.
    Questa partita è lo specchio dei motivi che ancora impediscono a Sebastian di spiccare il volo e far fruttare un talento tecnico troppo importante per restare impantanato nelle posizioni di rincalzo. Non sono molti i tennisti capace di impattare la palla tanto bene quanto “Sebi”, e senza grandi difetti tecnici. Al servizio può prendere ritmo e sparare Ace, prime e seconde palle precise con ogni angolo e taglio; il diritto è un colpo assolutamente di livello, movimento composto e preciso, impatto in anticipo ben davanti al corpo e la palla gli esce dalle corde come telecomandata, spesso a flirtare con le righe, imprendibile. Il rovescio è di una bellezza disarmante, impatto sontuoso talmente corto che non riesci minimamente a capire dove tira. La super coppia Agassi – Graf l’ha spesso ospitato a casa loro a Las Vegas per delle sessioni di allenamento insieme, e più volte Andre ha raccontato di esser rimasto basito per la velocità dei colpi del figlio d’arte, e la sensazione di disarmo quando non capisci dove te la piazzerà. Korda è un tennista costruito benissimo fin da piccolo, ha un gioco naturale veramente bello, è forse il tennista più elegante su piazza. Ma… qualcosa manca. Eccome se manca.
    In carriera ha subito già alcuni stop importanti per infortunio, e la flessibilità delle gambe non esattamente quella di Sinner o dei migliori corridori del tour. È molto alto, e può apparire lento con le sue movenze; in realtà legge piuttosto bene il gioco e parte con il tempo giusto, pur restando assai più forte quando comanda rispetto a quando è costretto a difendere. La tecnica è sopraffina, la parte atletica è in miglioramento. Gli manca forse un po’ di gioco con spin di controllo quando di pura accelerazione non riesce a prendersi il punto, ci si può lavorare. Quel che ancora lo penalizza duramente è l’aspetto agonistico, un mix di carenza d’impeto e autostima. “Sebi” non sarà mai l’Alcaraz che sprizza energia da tutti i pori, ma in certe fasi dell’incontro, quelle più dure, è indispensabile che Korda tiri fuori altra energia, per il suo gioco ma anche per dare un messaggio all’avversario. Popyrin ieri notte, e tanti altri competitor, vengono messi sotto dai suoi colpi, mai dalla sua intensità ed agonismo. Se vuoi issarti nella top10 e restarci, battagliando ad armi pari non solo a furia di accelerazioni balisticamente sopraffine, serve altro piglio, una vivacità e pugnacità che oggi manca a Sebastian. Magari dentro la sente, ma fa ancora enorme fatica a tirarla fuori e portarla nei suoi colpi. Anzi, troppe volte tira i remi in barca per quei 10 minuti decisivi, finendo in balia delle ondate rivali.
    La sensazione è che giochi il primo punto del match come quello sul 5 pari 40 pari allo stesso modo, sia per energia che schemi, e nel tennis di vertice non funziona affatto così. Il tennis è un bellissimo e maledetto sport di situazione, spesso non vince quello con colpi migliori ma il giocatore più abile nel fare giocare male l’altro, portandolo in posizione scomoda o capace di alzare l’asticella oltre i suoi limiti, con qualche sorpresa. Korda sembra ancora fin troppo ancorato a un tennis raffinato, elegante e se vogliamo fuori dal tempo, ma poco flessibile e incapace di far un salto di qualità nei momenti cruciali. Ha bisogno di un lavoro importante nell’autostima, nella visione dei momenti, nella flessibilità di scelte e colpi. Solo riuscendo a gestire con più determinazione quest’impostori, solo aizzando i tizzoni del suo fuoco interiore potrà fare un salto di qualità importante. Navratilova poco più di un anno fa scrisse che Korda sarà il prossimo tennista statunitense a vincere uno Slam. Come tennis, è una previsione assolutamente condivisibile. Ma la mitica Martina sa benissimo che per alzare un Major non bastano colpi dal centro del campo mortali quanto una cartella dell’agenzia delle entrate… serve una mentalità e durezza che Korda fa fatica ad esplodere. Ci riuscirà?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Masters 1000 Montreal: Sinner comodo su Tabilo, stanotte nei quarti c’è Rublev

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Finalmente splende il sole su Montreal, ma a brillare ancor più è Jannik Sinner, sicuro, veloce, talmente superiore al rivale da permettersi il lusso di un primo set giocato praticamente senza prima palla sperimentando lancio di palla e rotazioni differenti, con pessimi risultati… Poco male, Jannik è nettamente superiore ad Alejandro Tabilo per intensità, spinta e qualità in risposta, tanto da vincere comodamente per 6-4 6-3 in 80 minuti di gioco, senza concedere una palla break e dando una sensazione di controllo totale. Come se fosse sempre lui a decidere quando accelerare e rischiare o quando restare lì in lotta nello scambio; quando prendersi il punto e scappare in vantaggio. Una partita nella quale Sinner ha dominato ogni fase di gioco. Poche prime palle (nei primi 3 turni era sotto al 30!?!), ma ha chiuso il set con 11 punti vinti su 12 prime in campo. Tabilo è un bel colpitore col diritto, può pizzicare la riga senza fartela vedere, ma appena si è entrati in scambio e Sinner l’ha bloccato sul rovescio o l’ha costretto a rincorrere, non c’è stata gara. Troppo pesante la palla dell’azzurro e intenso nel palleggio per la resistenza del cileno, apparso spesso in ritardo sulle traiettorie del nostro, o incerto sulla scelta di gioco. 17 vincenti e 23 errori per Sinner, ma i numeri in questa prestazione contano poco. L’importante è averla vinta facendo zero fatica visto che c’è il doppio impegno per recuperare la giornata di pioggia. Non prima dell’1 si torna on court, a sfidare Andrey Rublev per un posto in semifinale.
    Al termine del match Sinner ha spostato in positivo la percentuale di prime palle (52%), ma proprio sul servizio è continuato il suo lavoro, già iniziato nel match d’esordio contro Coric. Jannik sta cercando di alternare la direzione del lancio palla, con una traiettoria più arretrata per caricare un “Kick” più vigoroso e quindi potersi aprire maggiormente il campo. La traiettoria esterna, soprattutto la seconda con quell’effetto che fa saltare alla palla, la controlla già piuttosto bene, ma è evidente il suo tentativo di costruirsi una prima simile ancor più veloce e aggressiva, una soluzione che sul cemento può essere letale visto che disarma il ribattitore. Inoltre ha cercato spesso anche un lancio più avanzato, per una pallata al centro ancor più aggressiva, con una meccanica esecutiva rapidissima. Fin troppo… visto i cattivi risultati, ma del resto l’unica via è provarci, rischiare, e puoi farlo in match come quello odierno, nel quale ha margine sul rivale e puoi anche rischiare di giocare con numeri negativi alla battuta. Tabilo è buon giocatore, ma la sua risposta sul veloce non è esattamente un colpo costante o incisivo, quindi la scelta di rischiare un set così è corretta.
    Ogni volta che si è entrati nel ritmo, nello scambio a tutta, sia dritto per dritto che aprendo l’angolo, non c’è stata partita. Enorme la differenza di controllo di palla a quella grande velocità, e in particolare sul rovescio… Tabilo si è preso qualche gran punto accelerando a tutta col diritto, forte di quel movimento giocato quasi senza apertura che non leggi; ma appena c’è stato da spostarsi, rincorrere o soffrire, Sinner è stato troppo solido e concreto. Tanto che la sensazione netta sul 3 pari è stata “ora va a prendersi il break”. Così è stato: un paio di risposte ottime, a mettere pressione sul servizio di Alejandro, calato e quindi superato. Stesso film nel terzo game del secondo set. Sinner in controllo, ha gestito tutto, probabilmente non spendendo più del 50-60% della sua velocità massima. Non ce n’era bisogno, meglio preservare energie fisiche e mentali per stanotte.
    Contro Rublev parte favorito, ma il russo è sempre un tennista da prendere con grande rispetto. Semmai, consigliamo a Jannik di terminare qua gli esperimenti al servizio: la risposta di Andrey è tutt’altra cosa, e potrebbe metterlo in difficoltà. La difesa del titolo di Sinner a Montreal continua.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il primo confronto diretto tra Sinner e Tabilo inizia col cileno al servizio. Cerca di far gioco Alejandro, spinge tra vincenti ed errori, a 30 chiude il game con un diritto pesante. Anche il primo turno di Jannik si chiude a 30, con un vento piuttosto fastidioso da gestire per i due atleti. Sinner inizia il terzo game con il primo big-point dell’incontro, un passante di rovescio cross in corsa spettacolare, non era malvagio l’attacco col diritto mancino di Tabilo. Proprio il diritto, giocato con anticipo e accelerazione formidabile, porta al cileno punti pesanti, è una frustata difficile da leggere e controbattere anche per il n.1. Come nel match di esordio vs. Coric, Jannik cerca un approccio alla palla diverso dal solito: palla spesso più arretrata a caccia di un “kick” estremo, o lancio più avanzato per la massima potenza. La prima palla non va affatto (3 su 11 nei primi due turni), ma la seconda è molto precisa e disarma la risposta di Tabilo. Ok provare nuove soluzioni, ma la prima palla dell’azzurro è inesistente… lo aiuta la consistenza nello scambio, con la quale disarma il rivale. Il settimo game è il primo ad arrivare ai vantaggi. Si prende rischi Alejandro, troppi, e la risposta di Jannik inizia ad ingranare. Con una splendida cross Sinner si apre il campo, corre avanti e chiude in sicurezza. Palla break! Se la gioca male, un po’ statico con i piedi nel cercare la palla col rovescio, forse anche colpa del vento. L’azzurro è bravo a inchiodare il rivale a destra, e palla dopo palla sbaraglia la sua resistenza. Tabilo combina un disastro, cerca la palla corta col diritto ma rimbalza alta e Jannik chiude con il bicchiere di Martini in mano… BREAK Sinner, 4-3 e servizio. Il servizio continua a non prendere ritmo, ma il diritto del pusterese è una fucilata precisa, in un paio di scambi Tabilo nemmeno ci prova. 5-3 Sinner. Jannik chiude a zero il decimo game, ritrovando un paio di prime palle e il diritto, oggi impressionante. 6-4, Solo 46% di prime palle in campo, ma solo un punto perso. 10 vincenti e altrettanti errori, con 15 errori per il latinoamericano. Jannik in totale controllo, ha allungo quando ha deciso che era il momento, il fatidico settimo game.
    Secondo set, si parte sui game di battuta, con Jannik ancora in fase esperimento alla battuta, lancio molto diverso dal suo solito. Nel terzo game Tabilo inizia con un erroraccio, poi Sinner tira una risposta delle sue, ottima. 0-30. Il cileno non trova la prima palla, l’azzurro guadagna campo, si gira a sinistra e tira un inside out che bacia la riga. Perfetto. 0-40, tre palle break per l’italiano. Tabilo si consegna con un diritto giocato fuori equilibrio, pessimo. BREAK Sinner, 2-1 e servizio. Senza patemi Jannik consolida il vantaggio, dando la sensazione di totale controllo, 3-1. In risposta l’azzurro continua a spingere e Alejandro ha perso la sicurezza della fase iniziale dell’incontro. Salva una palla break il cileno (errore di diritto in scambio di Jannik) e resta a contatto sul 2-3. Si distrae un attimo l’azzurro nel sesto game, sbaglia malamente un diritto un po’ scarico con le gambe, 0-30. Ci prova il nativo di Toronto, lascia correre a tutta il diritto ma gli esce di poco. Poi un’ottima prima palla di Jannik, 30 pari. Bellissima la difesa di Sinner sull’ottimo schema offensivo di Tabilo, eccezionale il controllo del corpo su di un tocco di rovescio stretto che manda ko il rivale sul net. Si va ai vantaggi, Jannik tiene a distanza Tabilo con un diritto fulminante e poi un solido rovescio cross, carico di spin. 4-2. Il cileno ha enorme difficoltà a trovare la distanza corretta dalla palla sul rovescio, anche perché la pallata di Jannik è mediamente assai più pesante e profonda della media dei rivale. Senza alcun problema l’azzurro vola 5-3, a un passo dal successo. Il 27enne latino non molla, ma la sensazione dal campo è che quando Jannik gioca a tutta, non c’è gara, come la risposta incredibile sul 40-15, pallata impressionante. Ai vantaggi Sinner con un rovescio basso si prende il primo match point. Spinge Tabilo, Jannik prova un improbabile colpo frontale sotto le gambe, non va. Terribile l’errore di diritto di Alejandro, da metà campo finisce lungo e torna dietro a testa bassa. Secondo Match Point Sinner. Finisce qua: cerca un S&V impossibile, la risposta di Jannik è una sentenza. 6-3, tutto comodo e ben gestito. Non ha speso molto, è l’aspetto più importante visto che non prima dell’1 di notte si torna in campo, e contro Rublev ci vorrà più intensità e fatica.

    [1] Jannik Sinner vs [15] Alejandro Tabilo ATP Montreal Jannik Sinner [1]66 Alejandro Tabilo [15]43 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A5-3 → 6-3J. Sinner 15-0 ace 30-0 30-15 40-154-3 → 5-3A. Tabilo 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3J. Sinner 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-2 → 4-2A. Tabilo 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-1 → 3-2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1A. Tabilo 0-15 0-30 0-401-1 → 2-1J. Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1A. Tabilo 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 ace5-4 → 6-4A. Tabilo 15-0 30-0 30-15 40-155-3 → 5-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 ace4-3 → 5-3A. Tabilo 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A3-3 → 4-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-3 → 3-3A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 ace2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 df 15-15 ace 30-15 40-151-2 → 2-2A. Tabilo0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1A. Tabilo 0-15 40-15 40-300-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 Sinner
    🇨🇱 Tabilo

    Punteggio servizio
    306
    241

    Ace
    5
    2

    Doppi falli
    3
    1

    Percentuale prime di servizio
    52% (25/48)
    58% (39/67)

    Punti vinti con la prima
    92% (23/25)
    69% (27/39)

    Punti vinti con la seconda
    61% (14/23)
    43% (12/28)

    Palle break salvate
    0% (0/0)
    50% (3/6)

    Giochi di servizio giocati
    9
    10

    Punteggio risposta
    168
    47

    Punti vinti in risposta sulla prima
    31% (12/39)
    8% (2/25)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    57% (16/28)
    39% (9/23)

    Palle break convertite
    50% (3/6)
    0% (0/0)

    Giochi di risposta giocati
    10
    9

    Punti vinti a rete
    57% (8/14)
    65% (11/17)

    Vincenti
    16
    12

    Errori non forzati
    15
    18

    Punti vinti al servizio
    77% (37/48)
    58% (39/67)

    Punti vinti in risposta
    42% (28/67)
    23% (11/48)

    Punti totali vinti
    57% (65/115)
    43% (50/115)

    Velocità massima servizio
    217 km/h
    208 km/h

    Velocità media prima di servizio
    195 km/h
    184 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    153 km/h
    143 km/h LEGGI TUTTO

  • in

    Tsitsipas: “La collaborazione con mio padre come coach giunge al termine, preferisco resti solo mio papà. Ho mostrato in campo il peggior lato di me stesso”

    Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

    Tanto tuonò, che piovve… Dopo le durissime parole di ieri contro il padre, Stefanos Tsitsipas attraverso un lungo post social – scritto nella sua lingua – annuncia la decisione di interrompere immediatamente la collaborazione con papà Apostolos come suo coach, preferendo che il loro rapporto sia solo quella tra padre e figlio. Ha fatto anche un profondo mea culpa per il suo comportamento di ieri (e non solo) in campo. Riportiamo il messaggio integrale di Stefanos, che spiega la sua situazione attuale.
    “È con grande rammarico che vi comunico che è terminata la mia collaborazione con mio padre come allenatore. Preferisco mantenere mio padre nel suo ruolo di padre e solo di padre. La filosofia ci insegna che la saggezza nasce dalla comprensione dei limiti e il riconoscimento dei nostri. Nel mio caso, mi sono reso conto che sbagliavo a parlare a mio padre in quel modo. Il tennis non è solo una partita, un tiro o una prestazione di pochi secondi, è un lungo viaggio pieno di emozioni, pressioni e aspettative. In quel momento di frustrazione ci sono stati molti errori e cattive interpretazioni da parte del mio allenatore e di mio padre. Essendo introverso, tendo a reprimere le mie emozioni e ad accumularle fino a raggiungere un punto di esplosione. Quindi il fatto di aver reagito in questo modo mi ha scioccato”.

    Σας ενημερώνω με βαριά καρδιά ότι η συνεργασία μου με τον πατέρα μου ως προπονητής έχει φτάσει στο τέλος της. Προτιμώ να κρατήσω τον πατέρα μου στον ρόλο του ως πατέρας, και μόνο ως πατέρας.
    Η φιλοσοφία μας διδάσκει ότι η σοφία έρχεται μέσα από την κατανόηση των ορίων μας και…
    — Stefanos Tsitsipas (@steftsitsipas) August 9, 2024

    “Il mio comportamento in campo è stato inaccettabile e sono deluso di essere arrivato a un punto in cui ho mostrato un lato oscuro di me stesso. Quando non mi sento rispettato e mi sento giudicato o attaccato emotivamente tendo a perdere il controllo di ciò che esce dalla mia bocca, il che va contro i miei valori come essere umano. Ho perso il controllo e non riuscivo a vedere chiaramente davanti a me. Mio padre ha cercato negli ultimi anni di allenarmi, crescermi nel modo giusto e fornirmi conoscenza e saggezza, sia dentro che fuori dal campo. Vi ringrazio per questo, vi ringrazio per i sacrifici, il dolore e la sofferenza che avete sopportato per rendere questo sforzo un successo. D’ora in poi il suo ruolo resterà entro i confini del ruolo di padre e solo quello”.
    “Mio padre continuerà a viaggiare con me e sarà lì per sostenermi e fornirmi assistenza fuori dal campo come ho sempre desiderato. A lui ho affidato da molti anni l’incarico di allenatore e considero la nostra collaborazione un successo. Non so chi prenderà il suo posto e non sono ancora in grado di decidere. Quello che so è che è ora di lasciare che questo capitolo e questa fase si chiudano e provare a scriverne uno nuovo. Siamo entrambi d’accordo e speriamo di concentrarci prima sul nostro lato umano e poi sul resto. Accettare i miei errori e cercare di fare ammenda fa parte del mio percorso da atleta e vi assicuro che continuerò a lavorare duro per migliorarmi, sia dentro che fuori dal campo. Spero che questa esperienza sia una lezione per me e per tutti coloro che lottano per trovare il giusto equilibrio nella propria vita.” conclude Tsitsipas.
    Un mea culpa che gli fa onore umanamente e che chiude un periodo davvero complicato, come descritto dall’articolo pubblicato stamattina sulla faccenda. A questo punti non resta che aspettare la prossima mossa del greco, la scelta di nuovo coach. Non sarà una decisione comoda, ne va del resto della sua carriera in un momento tutt’altro che facile. Forse, il tempo porterà consiglio…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Ranking: Alcaraz può tornare n.2 dopo Cincinnati, importante in ottica teste di serie a US Open. Ma occhio a Zverev

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    La decisione di Novak Djokovic di non partecipare al Masters 1000 di Cincinnati può avere importanti ripercussioni a livello di ranking ATP e teste di serie a US Open, al via il prossimo 26 agosto. Infatti il serbo, Oro olimpico a Parigi 2024, è campione in carica del secondo torneo mille in Nord America, quindi perderà i 1000 punti dello scorso anno, e non giocherà sicuramente alcun match ufficiale prima di sbarcare a New York (dove è campione in carica). Di questa situazione può approfittarne Carlos Alcaraz, attualmente n.3 del Ranking mondiale, e potenzialmente anche Sasha Zverev. 
    Djokovic infatti sicuramente passerà da 8.460 a 7.460 punti (- 1000), vista l’assenza a Cincinnati. Questa invece la situazione di Alcaraz: nel prossimo ranking post Montreal cederà 180 punti, quelli conquistati lo scorso anno a Toronto e che non difende vista la sua decisione di non giocare il Masters 1000 canadese questa settimana. Lo spagnolo pertanto avrà 7.950 punti in vista di Cincinnati, dove difenderà i 600 punti conquistati lo scorso anno (sconfitto in finale al termine di una tremenda battaglia di quasi 4 ore contro Djokovic).
    Il 21enne spagnolo quindi nel live ranking della prossima settimana partirà da 7.350 punti, e potrà superare matematicamente Djokovic al termine del torneo di Cincinnati raggiungendo almeno i quarti di finale dell’evento in Ohio, grazie ai 200 punti ottenuti con l’approdo tra i migliori 8 del torneo, che eleverebbero il suo totale a 7.550, novanta in più del serbo.
    Garantirsi la posizione di numero 2 al mondo dopo Cincinnati renderebbe automaticamente Alcaraz come testa di serie n.2 a US Open 2024, mentre Djokovic scivolerebbe come terzo nel seeding. Una situazione che interessa molto da vicino anche Jannik Sinner: infatti l’azzurro a Cincinnati non difende niente (10 punti, battuto all’esordio lo scorso anno) ed anche se il torneo per lui andasse male è certo di essere testa di serie n.1 a US Open, una posizione che ovviamente gli garantisce di non affrontare il n.2 del mondo prima della finale. Sarà interessante sapere se il tennista a capeggiare la parta bassa del draw newyorkese sarà Novak o Carlos. I due invece, a seconda come sarà il sorteggio di New York, potrebbero ritrovarsi contro in semifinale, con la testa di serie n.4 (attualmente Zverev) in quel caso come semifinalista potenziale a US Open contro Sinner. Ma attenzione: anche questo non è affatto certo. Zverev infatti non è così lontano da Djokovic e Alcaraz. La prossima settimana Alexander difende la semifinale 2023 a Cincinnati, ma se riuscisse ad ottenere eccellenti risultati tra Montreal e Cincinnati, potrebbe issarsi al n.3 o addirittura anche al n.2 del mondo prima del quarto Slam stagionale, cosa che comporterebbe scenari assai diversi.
    Ricapitolando: i motivi di interesse per i due 1000 nord americani sono molti, dalla forma di Sinner e la sua difesa del primo 1000 vinto in carriera alle dinamiche nel ranking ATP, che dopo la conclusione di Cincinnati potrebbe essere assai diverso da quello attuale e prospettare scenari inaspettati anche a New York.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO