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    Gauff si separa da Brad Gilbert

    Coco Gauff insieme a Brad Gilbert

    Tempo di cambi di coach. Anche per la statunitense Coco Gauff, che attraverso due righe sui social ha annunciato di aver interrotto la sua collaborazione con Brad Gilbert. “Grazie Brad, abbiamo fatto una corsa incredibile insieme, ti auguro tutto il meglio per il tuo futuro” scrive la campionessa di US Open 2023, guidata al suo primo successo Slam proprio dallo storico coach di Andre Agassi (tra gli altri).

    Thank you @bgtennisnation ! We had an incredible run and I wish you all the best in the future! pic.twitter.com/5A2pzJjHUB
    — Coco Gauff (@CocoGauff) September 18, 2024

    Poco dopo è arrivata, sempre via social, la risposta di Gilbert: “Grazie a Coco e tutto il suo team per l’incredibile estate 2023 e 14 mesi di grandi lavoro. Coco, con i suoi 20 anni hai davanti un futuro incredibilmente luminoso, ti auguro tutto il successo possibile. Non vedo l’ora di affrontare una nuova avventura come coach”.

    Thanks 🙏 to @CocoGauff and the entire team for an absolutely amazing summer run in 2023 and for 14 months of incredible team effort. Coco, at just 20 years young, your future is incredibly bright, and I wish you nothing but continued success ahead. I’m excited for the next…
    — Brad Gilbert (@bgtennisnation) September 18, 2024

    I due quindi sembrano essersi lasciati in ottimi rapporti, e dalle parole di Gilbert sembra di capire che a breve annuncerà una nuova collaborazione. Tuttavia Brad è attivo con il network americano ESPN, un ruolo preminente che non intende lasciare e che potrebbe essere non così compatibile con l’allenare un big, uomo o donna.
    Vedremo quale sarà il nuovo allenatore di Gauff. Dopo l’esplosione nell’estate 2023, quando anche grazie al lavoro con Gilbert ha compiuto un salto di qualità a livello di gestione della partita, quest’anno l’americana ha avuto una stagione piuttosto buona ma un calo evidente dopo la terra battuta. A New York, dove difendeva il titolo, è stata estromessa negli ottavi da Navarro, e a Cincinnati addirittura al suo esordio da Putintseva. Anche Navarro l’aveva battuta a Wimbledon, sempre negli ottavi; meglio su terra battuta, dove ha raggiunto la semifinale a Roland Garros e Roma. La 20enne di Delrey Beach aveva iniziato la stagione molto bene, vincendo il primo torneo dell’anno a Auckland, e agli Australian Open fu stoppata in semifinale da Sabalenka. Chissà che la delusione per i risultati sul cemento in Nord America non l’abbia spinta a voltare pagina.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Conchita Martinez (direttrice delle finali di BJK Cup): “Stiamo andando verso un torneo combined con la Davis”

    Conchita Martinez

    Le finali di Billie Jean King Cup, la “Davis al femminile”, sono state spostate di sede da Siviglia a Malaga, dal 13 al 20 novembre, quindi con inizio appena prima della Final 8 di Davis Cup, dove l’Italia difenderà il titolo dello scorso anno, e paio di giorni di sovrapposizione, visto l’evento maschile scatterà il 19. Uno spostamento dovuto a problemi organizzativi nell’arena di Siviglia che era stata scelta per ospitare l’evento, ma che in un certo senso lancia una sempre maggior integrazione del tennis femminile con quello maschile. Ne ha parlato anche Conchita Martinez, ex campionessa di Wimbledon e poi coach di Garbine Muguruza, e oggi direttrice della fase finale di BJK Cup. Per Conchita il processo di unione dei due tour, maschile e femminile, sarà sempre più stretto e potrebbe coinvolgere anche le due manifestazioni per nazioni a squadre.
    “C’è stato un problema perché lo stadio di Siviglia (La Cartuja) non sarebbe stato disponibile come l’anno scorso e alla fine si è deciso, anche da parte del governo andaluso, di cambiare la sede a Malaga” racconta Martinez al quotidiano iberico AS. “Sono più che abituati a ospitare tornei di questo tipo lì perché hanno le finali di Coppa Davis. Quindi penso che sarà un passo positivo”.
    Conchita rivela che questa concomitanza di sede non è totalmente casuale: “Stiamo andando nella direzione di svolgere un torneo combinato con la Davis Cup. Il tennis stesso sta andando in quella direzione, sempre più tornei sono combined WTA e ATP“.
    Nell’impianto di Martín Carpena ci saranno due giornate con una sovrapposizione tra BJK Cupe e Davis Cup, il 19 e il 20 novembre. Martinez rassicura sulla logistica, non dovrebbero esserci problemi: “Per la Billie Jean King Cup non cambierà nulla rispetto allo scorso anno a Siviglia. Installeremo lo stesso campo che era a La Cartuja, che può contenere 4.000 persone e nella quale si giocherà l’intera competizione della BJKC. Ci saranno cinque campi di allenamento perché, poiché si sovrappongono a Davis, ne serviranno altri, ma la competizione stessa si giocherà interamente su quel campo con spazio per 4.000 persone”.
    Chiedono a Martinez per il 2025, quando la Davis potrebbe spostarsi altrove, si parla con insistenza della Cina. La spagnola qua resta abbottonata: “Non posso dare molte informazioni a riguardo. So che c’è la possibilità di prorogare l’accordo con Malaga per un altro anno, ma per ora non è affatto chiaro. Al momento mi concentro su quest’anno, ci godremo questo splendido evento. Avere la Billie Jean King Cup e la Coppa Davis lì a Malaga sta creando un precedente, dobbiamo approfittarne e divertirci” conclude Conchita.
    Parole di un certo interesse quelle di Conchita, poiché si parla molto in questi giorni delle possibili – quasi certe – novità della Davis Cup, ma di una possibile integrazione come combined con la Billie Jean King Cup ancora non ne sapevamo niente. È presto per dare giudizi, in attesa di notizie più certe. Aver nella stessa sede un torneo dopo l’altro potrebbe essere anche interessante a livello di risparmio di costi, di promozione e di gestione; mixare nelle stesse giornate le partite a squadre maschili e femminili sembra oggettivamente complesso, visto che già la sola gestione dei match maschili è complessa di suo. 
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Hangzhou: brutta sconfitta di Nardi contro Marozsan

    Luca Nardi

    Prestazione scadente e pesante sconfitta per Luca Nardi nel primo turo dell’ATP 250 di Hangzhou. Il pesarese è battuto per 6-0 6-2 da Fabian Marozan in soli 70 minuti, totalmente dominati dal magiaro, più rapido, intenso e preciso dell’azzurro. Si può dire che non c’è stata partita. Purtroppo Luca è entrato in campo molto male, scarico di energia, lento nell’attivarsi con i piedi nella ricerca della palla, poco intenso nella spinta e ancor meno preciso. In questo quadro a tinte fosche, pure il servizio l’ha affossato con numeri davvero pessimi: 8 doppi falli e solo il 45% di punti vinti con la prima palla in campo. Dopo aver perso 8 game di fila, Nardi ha finalmente iniziato a centrarsi nei colpi ed attivarsi sul campo. Ha interrotto l’emorragia strappando un break al rivale e iniziando a tenere nello scambio, con qualche cambio di ritmo interessante. Purtroppo quando si sperava in una possibile inversione di rotta, Luca è di nuovo incappato in un turno di battuta negativo servendo sotto 3 giochi a 2, con un paio di scelte di gioco errate che hanno mandato di nuovo avanti Marozsan 4-2, chiudendo di fatto l’incontro.
    Non c’è niente da salvare per Nardi. È partito male e non è riuscito a trovare una reazione, sia tecnica che emotiva. Marozsan alla fine ha solo giocato una partita ordinata, attento a tenere la palla in gioco con buon ritmo, approfittando dei tanti errori e poca energia dell’azzurro.

    Marozsan with a plan 🗺️
    Fabian Marozsan gets past Nardi 6-0 6-2 to become the first man ever to win at the #HangzhouOpen 💪 pic.twitter.com/vYDKefmqFv
    — Tennis TV (@TennisTV) September 18, 2024

    Nardi inizia il match con un’energia decisamente inferiore a quella di Marozsan. Il pesarese è più falloso sotto le accelerazioni profonde del magiaro. Luca concede tre palle break (non consecutive) nel suo primo turno di servizio, e la terza gli è fatale, con un brutto doppio fallo (la palla si incassa a mezza rete). Marozsan è sotto al 50% di prime palle, Nardi ne approfitta con un paio di risposte efficaci e si porta 30-40, ma Marozsan è rapido nel correre a rete e chiudere la porta di volo, annullando la palla del contro break. 12 minuti e 3-0 per l’ungherese. Luca scuote la testa dopo aver commesso un altro doppio fallo sul 30 pari, errore che gli costa un’altra palla break da difendere. Poco reattivo con i piedi, subisce le pallate profonde del rivale, che provocano prima una “stecca” del marchigiano, con la palla che resta in campo, poi l’errore nel colpo successivo. 4-0 Marozsan, padrone del campo e dei tempi di gioco contro un Nardi in grossa difficoltà ad attivarsi ed entrare in partita. Fabian trova un Ace e chiude il quinto game con un rovescio profondo che manda in tilt il diritto dell’italiano. 5-0, 19 minuti. Terribile questo dato: 0 vincenti e 14 errori. Nardi trova finalmente un’accelerazione di diritto lungo linea di qualità, primo bel punto della sua partita, ma il game si complica tra il quarto doppio fallo e altri errori. Appena Marozsan trova ritmo e profondità, Nardi non regge. Un rovescio lungo ai vantaggi costa all’italiano il set point da difendere. Lo annulla con un diritto vincente, il primo della sua partita. Il set “horror” di Nardi si chiude con un 6-0, col quinto doppio fallo. 2 vincenti e 23 errori.
    All’avvio del secondo set purtroppo la musica non cambia per il pesarese. Stecca un altro diritto nel suo primo turno di servizio, poi un doppio fallo, sembra non sentire affatto la palla oggi, come sul diritto successivo inside out che gli scappa di mezzo metro. Marozsan si prende il quarto break di fila e 2-0 alla seconda palla break, imponendo un gran ritmo che alla fine stronca la resistenza dell’azzurro. Nardi nel terzo game inizia a tenere di più la palla in campo, e finalmente il magiaro sbaglia un paio di colpi. C’è una palla break per Nardi, si butta a rete con buon timing ma Fabian trova un lob di diritto ottimo. Si partita si è un minimo accesa, scambi più lunghi e un Nardi più consistente nello scambio, che vince il primo game del match, un break strappato vincendo una schermaglia sotto rete alla seconda chance. 2-1. Luca rimonta da 0-30 e con un tennis finalmente più rapido e aggressivo impatta lo score sul 2 pari. Non il miglior Nardi, ma almeno adesso porta in campo energia, spinge e scatta con buona rapidità. Il servizio però continua a penalizzarlo, il settimo doppio fallo lo condanna allo 0-30 nel sesto game. Marozsan tocca una bella smorzata che gli vale 0-40. Pure Luca trova una palla corta precisa e annulla la prima chance, ma rovina tutto con l’ottavo doppio fallo, 4-2 Marozsan. Purtroppo la ripresa di Nardi è durata l’arco di pochi minuti. Il magiaro si porta 5-2 e e 0-30 in risposta, a due punti dalla vittoria. Il match point arriva con un tentativo di smorzata di Luca che quasi non arriva nemmeno a rete, 30-40. Marozsan chiude subito, con un rovescio profondo che Nardi non contiene. 6-2. Una sconfitta brutta, nettissima.
    Marco Mazzoni

    Nardi – Marozsan ATP Hangzhou Luca Nardi02 Fabian Marozsan [7]66 Vincitore: Marozsan ServizioSvolgimentoSet 2L. Nardi 0-15 0-30 15-30 30-30 30-402-5 → 2-6F. Marozsan 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5L. Nardi 0-15 0-30 df 0-40 15-40 df2-3 → 2-4F. Marozsan 30-0 30-15 40-15 ace2-2 → 2-3L. Nardi 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2F. Marozsan 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A0-2 → 1-2L. Nardi 0-15 0-30 df 15-30 15-40 30-400-1 → 0-2F. Marozsan 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 df A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A df0-5 → 0-6F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 ace0-4 → 0-5L. Nardi 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 df0-3 → 0-4F. Marozsan 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-400-2 → 0-3L. Nardi 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A df 40-40 40-A df0-1 → 0-2F. Marozsan0-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 Nardi
    🇭🇺 Marozsan

    Punteggio servizio
    153
    285

    Ace
    0
    2

    Doppi falli
    8
    0

    Percentuale prime di servizio
    67% (38/57)
    58% (25/43)

    Punti vinti con la prima
    45% (17/38)
    68% (17/25)

    Punti vinti con la seconda
    32% (6/19)
    72% (13/18)

    Palle break salvate
    50% (6/12)
    67% (2/3)

    Giochi di servizio giocati
    7
    7

    Punteggio risposta
    107
    259

    Punti vinti in risposta sulla prima
    32% (8/25)
    55% (21/38)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    28% (5/18)
    68% (13/19)

    Palle break convertite
    33% (1/3)
    50% (6/12)

    Giochi di risposta giocati
    7
    7

    Punti vinti a rete
    60% (3/5)
    50% (3/6)

    Vincenti
    9
    9

    Errori non forzati
    44
    19

    Punti vinti al servizio
    40% (23/57)
    70% (30/43)

    Punti vinti in risposta
    30% (13/43)
    60% (34/57)

    Punti totali vinti
    36% (36/100)
    64% (64/100)

    Velocità massima servizio
    198 km/h
    202 km/h

    Velocità media prima di servizio
    184 km/h
    190 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    142 km/h
    156 km/h LEGGI TUTTO

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    Dubrov (coach Sabalenka): “Aryna ha ancora enormi margini di miglioramento”

    Dubrov con Sabalenka

    Due Slam e la sensazione di esser totalmente ingiocabile in molte partite, eppure per il suo coach ha ancora un enorme potenziale inespresso e il più bello deve ancora venire. Il 2024 di Aryna Sabalenka sta per terminare come la sua miglior stagione in carriera, ma Anton Dubrov, che allena la bielorussa del 2020, è sicuro che quest’annata abbia costruito le basi per successi ancor più importanti e duraturi. Ne ha parlato in un’intervista al media The National, nel quale si è soffermato in particolare sul recente titolo a US Open, un vero capolavoro per il coach.
    “Vincere US Open significa molto perché abbiamo già attraversato momenti piuttosto difficili, soprattutto a luglio quando si è infortunata prima di Wimbledon. Ed è stato il periodo in cui avevamo qualche dubbio su cosa avremmo fatto dopo, perché avevamo anche da superare mentalmente la sconfitta dell’anno scorso e altre sconfitte dure nel torneo”.
    Aryna aveva una sorta di conto aperto con il torneo di New York. Potenzialmente campo rapido e rimbalzo alto erano le condizioni a lei più favorevoli per esplodere la sua enorme potenza, ma ancora non era riuscita a trionfare. Dopo aver perso nelle semifinali a US Open nel 2021 e nel 2022, Sabalenka è uscita sconfitta nella finale del 2023 contro beniamina di casa Coco Gauff, brava a ribaltare un svantaggio, ma con la bielorussa a un certo punto incapace di trovare una reazione credibile. Quest’anno si è ritrovata in finale Pegula, altra tennista statunitense, quindi una situazione non molto diversa. Di fronte a uno stadio pieno di celebrità che per lo più tifavano contro di lei, Sabalenka non ha vacillato come aveva fatto un anno prima. È stata brava a “bloccare il rumore e a giocare un tennis grandioso in alcuni grandi momenti”, parola di Jessica dopo la sconfitta.
    “Aryna è stata grandiosa. Ha rispettato il piano, si è fidata del processo, si è fidata delle cose di cui parlavamo ogni giorno ed è stata abbastanza coraggiosa da farle quando era sotto una pressione enorme”, continua Dubrov. “Giocare di nuovo una finale contro un’americana agli US Open è davvero dura, c’è sempre una pressione così grande in questo stadio. È orgogliosa di se stessa, e tutta la squadra è davvero orgogliosa di lei”.
    Finire l’anno da n.1 non è impossibile, ma per il coach gli obiettivi sono in realtà altri: “L’obiettivo è innanzitutto essere in forma e in salute, perché ci vorrà un po’ di tempo per riprendersi. L’obiettivo principale per noi questa stagione è concludere in bellezza. In questo momento, direi che possiamo parlare del primo posto, è certamente una cosa possibile e obiettivo davvero fantastico. Ma come ho detto, la corsa vincente a New York ha richiesto così tanta energia ed emozioni che dobbiamo vedere cosa ne sarà delle prossime settimane. Prima di tutto dobbiamo anche imparare come possiamo recuperare il più velocemente possibile e stabilire quegli obiettivi”.
    Obiettivo di medio periodo migliorare ancora: “Dove migliorare? Può ancora migliore in tutto! A partire dal movimento sul campo, anche nella parte mentale ci sono cose che può migliorare. E la parte tecnica, dove non ci si ferma mai, c’è sempre spazio per migliorare. E come puoi vedere da tutti i campioni, dalle loro carriere, dal modo in cui erano sempre al top, se guardi come erano a 18 anni e come erano a 35, sono come due persone completamente diverse, quindi c’è sempre qualcosa da migliorare” conclude Dubrov.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Feliciano Lopez (direttore delle Finali di Davis Cup): “Troppi cambiamenti confondono gli appassionati, ma gli incontri casa/trasferta sono l’essenza della competizione”

    Feliciano Lopez

    Feliciano Lopez lo scorso anno ha appeso la racchetta al chiodo e si è dedicato completamente all’organizzazione di eventi tennisti di massimo livello. Dopo esser stato direttore del Masters 1000 di Madrid, è passato alle finali di Davis Cup, esperienza che ripoterà anche quest’anno dopo esser stato al timone del girone di Valencia. Conosce come pochi l’evento, sia per averlo giocato – e vinto – da tennista, che con una certa esperienza a livello di gestione. Per questo l’intervista che ha rilasciato al quotidiano AS sul presente e futuro della Coppa Davis è molto interessante. Parlando col collega Jaime Davila si è praticamente lasciato scappare che di sicuro dal 2025 torneranno almeno in parte gli incontri col formato storico casa/trasferta, che tanto mancano agli appassionati e che, a suo dire, restano l’essenza della competizione. Tuttavia altre modifiche sono sul tavolo, e alcune decisioni verranno prese in questi giorni e comunicate a breve. L’ITF ha ripreso in mano la gestione della Davis Cup in fretta e furia, dopo il clamoroso divorzio con pesanti code legali con la società Kosmos di Pique, quindi fu annunciato per l’anno 2024 non c’erano i tempi tecnici per effettuare cambiamenti. La situazione invece è in piena evoluzione per il prossimo futuro, già dall’edizione 2025, che probabilmente vedrà ancora la final 8 ma forse non a Malaga, si parla di Valencia, della Cina o di un’altra sede in Europa. Per Lopez la Davis meriterebbe più spazio, ma visto quando è affollato il calendario è utopia pensare che si possa trovare una data perfetta, che spinga tutti i migliori a giocare. Riportiamo alcuni passaggi dell’interessante intervista di Lopez.
    “Il bilancio dell’attuale Davis è positivo, ma in futuro si potranno cambiare varie cose, format, dove si giocherà… un po’ cercando di stabilire qualcosa che rimanga nel tempo” afferma Lopez. “Dopo tutto il tempo con l’antico formato, e dopo tutti i cambiamenti recenti, ora stiamo lavorando su questo, per rendere la competizione un progetto duraturo, in modo che la gente capisca com’è veramente il format e soprattutto che non ci sono tanti cambiamenti ulteriori, perché i cambiamenti alla fine disorientano e confondono le persone dall’evento. Stiamo cercando di stabilire un formato che duri nel tempo. La gente è contenta delle finali in sede unica e vedremo le partite in casa e in trasferta (playoff in casa e fuori casa) se si può aggiungere qualcos’altro l’anno prossimo, ci stiamo lavorando. Stiamo esaminando diverse opzioni per vedere quale è la migliore.
    In passato Feliciano ha affermato che non esiste un formato perfetto. Ci si sta avvicinando? “Vediamo… i cambiamenti sono stati molto drastici e poi ce ne sono stati anche tanti. Non solo c’è stato un grande cambiamento quando Kosmos ha iniziato nel 2019, ma ci sono stati diversi cambiamenti in seguito. Ciò genera molta incertezza nelle persone. Alla fine si possono apprezzare i cambiamenti, ma devono avere un po’ di senso e devono essere supportati da qualcosa che funziona. Se ci sono così tanti cambiamenti, alla fine le persone si confondono. Da fan, adoravo il vecchio formato; per me l’essenza della competizione era giocare in casa con la propria gente, scegliere il tipo di superficie e tutto il resto. Per me era bellissimo. Capisco che, nel calendario attuale, giocare quattro turni di qualificazione in questo modo fosse impossibile. Quindi ora siamo in quel processo. Personalmente mi piacciono le finali. Penso che stiano guadagnando importanza, sono le otto migliori nazioni che giocano in pochi giorni in una città. Mi piace, e l’anno prossimo stiamo valutando di aggiungere un po’ più di partite in casa e in trasferta, il vecchio formato, giocando un po’ di più con il vecchio formato fino a raggiungere le finali. Ci sono ancora tante cose nell’aria ed è una delle possibilità che stiamo valutando, ma nulla è ancora deciso”.
    A Valencia si spinge proprio perché la Finale 8 si svolga qui, alla Roig Arena, dal 2025. “Il processo è ancora aperto, ci sono diverse città che si sono candidate” continua Lopez. “Valencia è una di queste e penso che le cose stiano andando bene, c’è molto interesse. Sono venuto alla presentazione della fase a gironi e il sindaco lo ha detto pubblicamente. Anche la Roig Arena sembra essere all’altezza del compito. Ovviamente ci sono tantissime cose da chiudere, sicuramente avranno chiuso concorsi o concerti…. L’ideale sarebbe che prima di Malaga venga annunciata la città che ospiterà le Finali dal 2025”.
    Si parla con insistenza della Cina come candidato preferito dell’ITF, questa la voce che le nostre fonti hanno raccolto. Lopez su questo resta possibilista: “Cina sì, Arabia Saudita, per quanto ne so, no. La Cina infatti ha mostrato un forte interesse, infatti la fase a gironi si è giocata in Cina (a Zhuhai) e penso che siano interessati anche ad ospitare le Finali. L’Arabia Saudita è molto interessata a continuare a collaborare con l’ATP e la WTA. Quest’anno giocheranno lì le WTA Finals, anche la questione del decimo Masters 1.000 è nell’aria e credo che alla fine sarà qualcosa che riusciranno a raggiungere, le NextGen Finals sono ancora lì”.
    La fase a gironi si è svolta anche quest’anno subito dopo US Open. Una settimana a dir poco infelice… Lopez la pensa così: “È difficile, storicamente la Coppa Davis è sempre stata uno sforzo in più che i giocatori devono fare per rappresentare il proprio Paese. La Coppa Davis non cade quasi mai in un periodo dell’anno in cui tutti vogliono giocare. La Davis dovrà essere aggiunta in base al calendario esistente. Questa fase a gironi si gioca dopo gli US Open e abbiamo avuto assenze significative, come il campione degli US Open, Jannik Sinner, abbiamo avuto alcune sconfitte anche da parte degli americani, l’anno scorso qui abbiamo perso Carlos… Ma non possiamo cercare una data nel calendario che porti tutti i migliori a giocare con certezza perché non accadrà. Non succedeva prima con il vecchio formato, quando ho iniziato a giocare, né succederà in futuro. I tornei di tennis ne sono consapevoli, tieni presente che il calendario è quello che è e che i giocatori a volte danno la priorità e decidono di giocare qua o là in base a ciò che ritengono andrà meglio per loro. E così continuerà ad essere nel mondo del tennis, sia in Coppa Davis che in circuito. Ci sono degli obblighi che devi rispettare, ma anche noi a Madrid abbiamo avuto anni in cui non abbiamo avuto Djokovic, non abbiamo avuto Sinner… potrei dirti mille nomi. E questo fa parte della vita del tennis. Trovo difficile trovare una data su cui tutti siano d’accordo”.
    È un intervista molto significativa, che lancia quelle che dovrebbero essere le novità per il 2025, un primo ritorno alle sfide casa-trasferta quasi sicuramente al posto della fasi a gironi di settembre, davvero mal collocata in calendario. Tuttavia Lopez sembra “tombale” nell’affermare che la cara vecchia Davis continuerà a dover rincorrere il calendario e i miseri spazi possibili, senza la possibilità di tornare davvero centrale nella stagione. Parole che confermano come in realtà l’interesse di ATP e giocatori sia sul tour stagionale, e che l’idea di rilanciare per davvero la competizione a squadra sia assai marginale.
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    Swiatek, 121 settimane da n.1 WTA. Eguaglia Barty come settima di sempre

    Iga Świątek

    È davvero un bel momento per il tennis polacco. Ieri notte Magdalena Frech ha trionfato al WTA 500 di Guadalajara, primo titolo in carriera per la 26enne che le vale un bel +11 nel ranking, attestandosi al n.32. È la quarta tennista del suo paese a vincere un torneo sul tour maggiore, dopo Agnieszka Radwanska, Madga Linette e ovviamente Iga Swiatek, la più titolata con ben 5 Slam in singolare. Inoltre nel 2024 sono ben 11 le finali raggiunte da tennisti polacchi: 5 Iga Światek, 2 per Magda Linette, Magdalena Fręch e Hubert Hurkacz.

    The fourth Polish woman to win a singles title this century:
    🇵🇱 Agnieszka Radwanska🇵🇱 Magda Linette🇵🇱 Iga Swiatek🇵🇱 Magdalena Frech pic.twitter.com/Oqh62IqJIJ
    — wta (@WTA) September 16, 2024

    Ma è una settimana importante per la più forte tennista polacca di sempre, Iga Swiatek. Infatti la 23enne di Varsavia si conferma sul trono del tennis femminile per la 46esima settimana consecutiva (dal 6 novembre 2023, quando sorpassò Aryna Sabalenka). Sommando questo alle 75 settimane già passate da n.1 (dal 4 aprile 2022 al al 10 settembre 2023), Swiatek arriva questo lunedì alla ragguardevole cifra di 121 settimane da n.1. Eguaglia l’australiana Ashe Barty, a cui subentrò nell’aprile di due anni fa.
    Con 121 settimane da n.1, Swiatek diventa la settima tennista con più presenze da leader in classifica, proprio insieme all’australiana, che sorpasserà sicuramente lunedì prossimo passando a 122.
    Questa la lista delle 10 tenniste con più settimane da n.1 WTA (ovviamente da quando il ranking è calcolato al computer)
    1 – Steffi Graf – 377 settimane
    2 – Martina Navratilova – 331
    3 – Serena Williams – 319
    4 – Chris Evert – 260
    5 – Martina Hingis – 209
    6 – Monica Seles – 178
    7 – Iga Świątek / Ash Barty 121
    9 – Justine Henin  117
    10 – Lindsay Davenport – 98
    Sono 29 in totale le giocatrici ad esser arrivate in cima al ranking WTA, dalle 2 settimane trascorse sul trono di Evonne Goolagong alle 377 della tedesca, un record il suo davvero difficile da superare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner ufficializza preparatore atletico e fisioterapista: sono Panichi e Badio (ex di Djokovic)

    Sinner insieme a Panichi e Badio

    Sono Marco Panichi e Ulises Badio i due nuovi membri tecnici, preparatore atletico e fisioterapista, di Jannik Sinner. L’ha ufficializzato il n.1 del mondo con una foto postata su Instagram in quel di Monte Carlo, dove Sinner oggi riprende la preparazione in vista dell’autunno. “Benvenuti nella squadra, Marco e Ulises” scrive Jannik.

    In pratica Sinner si affida all’ex “team Djokovic”. La notizia di Panichi era ormai di dominio pubblico, novità invece per quanto riguarda il ruolo, cruciale, del “fisio”, visti i grandi stress a cui i fisici dei tennisti sono sottoposti tra allenamenti e tornei, e anche una discreta fragilità di Jannik, almeno nei primi anni di vita sul tour quando il suo corpo era ancora in piena fase di maturazione e crescita organica.
    Badio, nato in Argentina il 3 marzo 1973, ha passato molti anni insieme a Djokovic, fornendo un’assistenza H24 e a 360° al più vincente dell’era moderna. Chiniesilogo e Fisioterapista, Badio ha sempre lavorato con il serbo seguendo un approccio olistico: attenzione massima al corpo in modo che possa lavorare in stretta armonia e sintonia con la mente. Focus importante sull’alimentazione, idratazione, al rilassamento muscolare e mentale prima e dopo ogni seduta, con lavori molto simili allo yoga e terapie orientali, che per Badio sono un toccasana per far lavorare la “macchina-corpo” con la massima scioltezza e naturalezza, in modo da prevenire altri infortuni.
    Per presentare meglio Badio, ripropongo una parte di un’interessante intervista (datata 2021) nel quale il fisioterapista racconta il suo lavoro con Djokovic, la loro giornata e l’attenzione quasi maniacale al dettaglio. In quella stagione, lo ricordiamo, Djokovic è arrivato a tre set dal completare un incredibile Grande Slam annuale.
    “La responsabilità con un tennista come Djokovic è del 200%, perché quando tocchi un atleta del genere, di così alto livello, in qualsiasi momento puoi essere a un secondo dal fargli male” raccontava Badio. “Devi conoscere la sua anatomia e la tua professione, così come lui conosce il suo corpo. Era importante avere una vasta esperienza nel campo professionale e, inoltre, essere un po’ più a un livello alternativo e olistico. Ho studiato medicina cinese per molti anni. Questa mia esperienza in altri campi gli è stata di aiuto”.
    “Seguiamo un approccio olistico. Uniamo tutto in qualcosa di molto globale, corpo e mente, con un senso spirituale, non tanto di religione, visto che ne abbiamo una diversa. Questo ci rende due persone molto spirituali che meditano e con uno spazio per imparare. Restiamo da soli per molto tempo e creiamo una connessione senza parole. In effetti, lavoro molto in silenzio con lui”.
    Come lavorava con Novak? “Inizia il giorno prima di un torneo o di una partita. Devo sapere come dormirà, tutte le cose di cui ha bisogno, preparare i suoi drink con gli elettroliti, cosa dovrebbe prendere la sera prima, la sua dieta… devo avere tutto questo controllo e quando arriva il giorno della partita gli chiedo come sta. È un lavoro di 24 ore con lui. Non posso passare quattro ore a curarlo e poi non andare a vederlo prima di giocare. Devo seguirlo in ogni momento, anche quando è seduto, per vedere qual è la sua postura, o per sapere quanta acqua ha bevuto o quanto ha mangiato, o se ha parlato a lungo con una persona al telefono, perché ogni minimo dettaglio può alterarlo in una partita. Quella è la parte esterna. Quando lo curo fisicamente, arriva la parte in cui devo lavorare a livello manuale con la terapia in modo che sia in condizioni ottimali. È una macchina, una Ferrari, come la chiamo io, e va sempre regolata al millimetro”.
    Dopo l’addio al duo Ferrara – Naldi, che avevano accompagnato la crescita sportiva di Jannik verso eccezionali traguardi, si è affidato a due professionisti di grande esperienza. Una scelta di altissimo profilo, per continuare a migliorare – mantra di Sinner – e continuare a vincere. La prima uscita è prevista all’ATP 500 di Pechino, dove l’azzurro è campione in carica. Arriverà un “autunno caldo”, con molti punti da difendere. Sinner si farà trovare pronto. Buon lavoro a tutto il team.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Draper: “Quelli della mia generazione non dureranno molto, colpa del calendario”

    Jack Draper (foto Getty Images)

    Dure quanto i suoi colpi le parole di Jack Draper, pronunciate nel corso della settimana di Davis Cup. Il talentoso britannico, semifinalista a sorpresa alla recente edizione di US Open, spara a zero sul calendario ATP, considerandolo una “pazzia” e peggiorato per l’avvento dei nuovi Masters 1000 obbligatori su 12 giorni, tanto da arrivare ad affermare che i tennisti della sua generazione difficilmente avranno una carriera longeva per la difficoltà di gestire energie, fisico e allenamenti per colpa dei troppi impegni. Tornato in campo a Manchester in Davis Cup, e battuto dall’argentino Cerundolo, Draper ha rilasciato dichiarazioni al veleno sull’annata tennistica.
    “Non c’è dubbio che si tratti di un adattamento troppo rapido, penso che molti giocatori al mio posto non sarebbero venuti questa settimana”, ha affermato Draper, con già 49 partite nelle gambe quest’anno.
    “È un calendario difficile da gestire sul piano mentale”, continua Draper, “secondo me sarà molto difficile per i giocatori della mia generazione avere una carriera longeva. È una follia. Se guardi quanti tornei ho giocato quest’anno, credo che per la prima volta siano 25, 26. Questo è un aspetto positivo di per sé: è il mio primo vero anno nel tour. È davvero dura, ma la mia squadra vuole il meglio per me, facciamo del meglio affinché non subisca infortuni, che mi prenda cura del mio corpo e della mia mente”.
    Ecco il passaggio nel quale Draper critica aspramente il tour, com’è strutturato oggi: “Da Miami non ho avuto più tempo per far niente. Siamo andati direttamente sulla terra rossa, poi sull’erba, quindi via alle Olimpiadi, poi direttamente a Montreal, Cincinnati, qua una settimana di allenamento finalmente… poi US Open. Ora sono qui, ma domani già c’è l’Asia, e arriva la stagione indoor. Guardo il programma, e so che i giocatori lo fanno da anni, ma il modo in cui l’ATP ha cambiato imponendo i Masters 1000 su due settimane ha peggiorato la situazione, non ci dà più tempo. Non c’è letteralmente nessuna pausa, e non è per solo per staccare la spina ma anche per lavorare sul gioco e rimettere a posto il fisico. È davvero impegnativo mentalmente e fisicamente.”
    Draper dovrebbe tornare in campo il 26 settembre a Pechino il prossimo 26 settembre, per l’ATP 500 che vedrà al via molti big, tra cui il campione in carriera e n.1 Jannik Sinner.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO