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    Nur Sultan, la “vecchia” Astana in un Kazakistan a tutto tennis (di Marco Mazzoni)

    Veduta di Nur Sultan, la “vecchia” Astana

    Il nuovo calendario ATP post-Covid ci ha regalato qualche bella sorpresa. Il torneo 250 in Sardegna è stato un bellissimo regalo per il nostro movimento, mai così forte e in ascesa. Sulla terra del Forte Village abbiamo vissuto una settimana assai intensa, grazie alle belle prestazioni di Musetti e soprattutto Cecchinato, ad un passo dalla vittoria finale.
    Scrutando il nuovo calendario, oltre alla conferma di molti indoor europei, è spuntato il 250 di Nur Sultan. Ok, bene per un nuovo torneo, ma in molti hanno pensato “dove diavolo si trova???”. Nur Sultan non è altro che il nuovo nome di Astana, avveniristica capitale del Kazakistan. Il cambio di nome è avvenuto lo scorso 23 marzo 2019, attraverso un decreto presidenziale in onore di Nursultan Ábishuly Nazarbaev, politico kazako che ha ricoperto il ruolo di leader e governante della nazione dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1990 fino al 2019. Il classico “uomo forte”, per molti una sorta di dittatore legalizzato da elezioni discutibili, come dimostra il fatto che dal 1991 è anche Presidente del Consiglio di Sicurezza del Kazakistan, un ruolo che manterrà a vita dopo aver lasciato la Presidenza a Qasym-Jomart Toqaev. Di fatto Nursultan resta il vero manovratore della politica nel paese, anche se da dietro le quinte.
    Il tennis nel grande paese asiatico si è sviluppato in modo impressionante, andando persino più veloce dello sviluppo economico e sociale della nazione. Attualmente nella classifica ATP troviamo due tennisti con passaporto kazako nella top100: Alexander Bublik (n.49, 23enne di discreto talento) e Mikhail Kukushkin (n.91, altra racchetta che può regalare spettacolo). Di passaporto, sì, perché in realtà entrambi sono russi trapiantati in Kazakistan con un cambio di nazionalità repentino. Tre invece le ragazze tre le top100 WTA: Elena Rybakina (21enne di ottimo livello, oggi al n.19), Yulia Putintseva (feroce lottatrice 25enne, attualmente al n.28) e Zarina Diyas, 27enne n.79 con un passato a ridosso delle top30. Zarina è la unica “vera” kazaka, nata ad Almaty e cresciuta in giro per il mondo e ad Astana, dove fu costruito un centro tecnico di allenamento straordinario qualche anno fa; Elena e Yulia sono invece moscovite, anche loro trapiantate in Kazakistan grazie a “buone opportunità” di crescita.
    Per scoprire qualcosa in più sul Kazakistan e sulla crescita vertiginosa del tennis nel paese dopo la sua indipendenza, riproponiamo parte di un articolo scritto nel settembre 2014, quando fu sorteggiato il tabellone 2015 di Coppa Davis. All’Italia toccò la trasferta ad Astana, una spedizione non fortunata visto che il nostro tram purtroppo perse la sfida 3-2.
    Da allora di cose ne sono cambiate, alcuni giocatori citati hanno smesso, altri giovani si stanno affacciando dalle retrovie, primi prodotti del nuovo settore tecnico; ma resta il racconto di come furono poste le basi del tennis kazako: fortissimi investimenti in strutture e allenatori, inclusa una sorta di “campagna acquisti” tra i giocatori ex-sovietici, ben felici di accettare un cambio di passaporto verso un paese emergente e ricchissimo. Ecco qua l’estratto.

    (settembre 2014)
    La trasferta in Kazakistan oltre all’aspetto sportivo è molto intrigante per il fattore ambientale. Sarà l’occasione per aprire una piccola finestra su di un mondo poco conosciuto, quello del paese asiatico e di Astana, un luogo che sfido chiunque a trovare sulla cartina geografica senza indugio, come faremmo per Londra, New York o Rio de Janeiro. Del resto di turismo italico o internazionale da quelle parti ce n’è ancora poco, riservato a veri avventurieri (magari tostissimi bikers alla ricerca delle “rotte della Seta” di Marco Polo) o lungimiranti imprenditori, anche se il paese sta cercando di aprirsi al mondo visto il suo enorme tasso di sviluppo economico ed i grandi investimenti in infrastrutture e visibilità.
    Chi ha avuto il coraggio di avventurarsi fin là è tornato con un carico di esperienze notevoli. La natura è estrema: si passa da una sterminata steppa arida a zone verdi e rigogliose, con splendide tracce della sua storia millenaria e delle tante influenze che hanno plasmato il paese – in primis quella islamica. La popolazione è varia come etnie, fiera delle proprie tradizioni e molto ospitale, pronta a vivere un futuro tecnologico in mezzo a sapori forti e tradizioni antichissime lasciate da arabi, ottomani, russi, mongoli e tanti altri ancora. Chi pensa ad Astana (la nuova capitale) e al paese come una landa desolata abitata da poveri allevatori ha un’immagine molto lontana dalla realtà attuale. Quella è una cartolina antica, delle immense lande semi desertiche che riempiono gli spazi sterminati (è la nona nazione più estesa al mondo, la più grande senza uno sbocco sul mare!) o del periodo post sovietico, che ha ingrigito tutto. Oggi il Kazakistan sta cambiando faccia velocemente, sfruttando gli enormi introiti delle sue immense ricchezze minerarie. Astana è un cantiere a cielo aperto, in cui svettano edifici avveniristici con uffici delle più importanti compagnie nazionali ed internazionali, inclusi shop all’ultima moda e ristoranti che si sono accaparrati (con lauti ingaggi) i migliori chef internazionali, per servire una cucina gourmet fusion soprattutto a ricchi uomini d’affari che spesso viaggiano da queste parti. Pure la night life pare sia molto vivace, animata da showgirls che niente hanno da invidiare a quelle delle principali mete turistiche mondiali. Si lavora a 360°, come ad esempio per trasformare il paese nel principale polo sciistico asiatico. I soldi per gli investimenti non mancano. Infatti in termini di risorse naturali il Kazakistan è il paese con la maggiore ricchezza pro capite al mondo, anche se come tutti i paesi in via sviluppo la distribuzione della ricchezza è totalmente diseguale, come la corruzione dilagante e un regionalismo profondamente radicato e che ostacola l’integrazione. Eppure la “vecchia” Europa ha capito immediatamente il ruolo strategico del paese per le sue ricchezze energetiche, tanto che i leader occidentali più volte hanno incontrato il discusso Presidente kazako Nazarbayev per implementare ed arricchire collaborazioni e investimenti. Il Kazakistan non nasconde l’ambizione di diventare paese leader nell’area, forte delle sue ricchezze e spregiudicato negli investimenti. Anche nello sport. Il nome Astana è notissimo agli appassionati del ciclismo grazie al Pro Team, squadra di cui ha fatto parte Alberto Contador, Aleksandr Vinokurov e il nostro Vincenzo Nibali, vincitore della Vuelta di Spagna 2010, del giro d’Italia 2013 e Tour de France quest’anno (2014).

    Il tennis è la punta di diamante dello sviluppo sportivo e dell’immagine internazionale del Kazakistan. Fino a pochi anni fa il nostro sport nel paese era praticamente sconosciuto. Di campi ce n’erano pochissimi, in terra ma… non la terra battuta a noi amica, bensì una strana sabbia biancastra che i venti spazzavano via inesorabilmente. Racchette e palle erano scarti dalla Russia o fondi di magazzino presi chissà dove. Il settore tecnico era inesistente, come la cultura del gioco e il livello internazionale. Fino all’esplosione massiccia grazie all’intervento di Bulat Utemuratov, un miliardario uomo d’affari kazako e consigliere del presidente Nursultan Nazarbayev. Utemuratov, ottavo nella lista degli uomini più ricchi del mondo nel 2009 per Forbes, è letteralmente malato di tennis, un po’ come lo fu Boris Yeltsin, decisivo all’enorme sviluppo del tennis in Russia nei ’90s. Utemuratov fu nominato a capo del tennis kazako, e liquidò le sue azioni dell’Atf, quinta banca del Paese, investendo pesantemente nel “progetto Davis”: entrare prima possibile nel World Group e quindi cercare di vincere la coppa, massimo in 10 anni. Come fare, partendo da zero? Semplice: si compra. Tutto. Tecnici, materiali, campi, persino giocatori perché di aspettare non aveva proprio voglia, come tutti i neo-ricchi russi, profeti del tutto e subito, del “tutto ha un costo, e noi paghiamo…”. Fu attuata una politica spregiudicata di nazionalizzazione di giocatori russi (e qualche ucraino) “disponibili”, grazie anche ad ottimi rapporti con la ferdetennis russa, che lussureggiando con tanti giocatori acconsentì volentieri a mollarne qualcuno – politica poco ben poco lungimirante…
    Il business plan fu ben congegnato. Primo passo: le strutture. Campi costruiti a iosa, ovunque, anche in zone remote che necessitavano con urgenza di strade o acquedotti. Oltre alla diffusione capillare per creare un paese “tennis oriented”, si sono costruiti alcuni centri tecnici e strutture d’eccellenza, per far fronte al clima estremo (freddissimo d’inverno e caldissimo d’estate) del paese, come l’incredibile Astana’s Daulet Tennis Complex. Costruite anche foresterie e alloggi, il paese è enorme e gli spostamenti non sono facili. Quindi si passò ai tecnici: furono ingaggiati moltissimi allenatori per costruire una base nel paese, inclusi alcuni tecnici di altissimo livello per i “neo Kazaki” in arrivo, per far credere loro nel progetto, che questo non era una capriccio di un annoiato uomo d’affari ma la volontà di creare un sistema tennis, di massimo livello e vincente. Tra i tecnici, uno dei più noti è stato Eric Van Harpen, ex coach di Arantxa Sanchez, Conchita Martinez ed Anna Kournikova, impegnato molte settimane all’anno con la federtennis kazaka. Un paio d’anni fa disse: “Senza Bulat, il Kazakistan non sarebbe sulla mappa del tennis! Vero che sono state investite somme enormi, impossibili per la maggior parte dei paesi, ma il progetto è serio, la passione enorme e c’è tanta voglia di fare bene”. Però quando si cerca di indagare di più sulla “campagna acquisti” giocatori, ossia coloro che hanno cambiato passaporto, tutti tendono a glissare. La faccenda non è chiarissima, anche se per uno nato in un paese ex URSS il cambio di nazionalità anche a livello legale è piuttosto semplice. Le voci in merito non sono tutte concordanti. Alcuni in Russia non l’hanno presa così bene, altri invece hanno quasi incoraggiato il sistema kazako, come il capitano di Davis russo Shamil Tarpischev che nel 2010 dichiarò alla tv: “Il sistema ha aiutato molti tennisti nati in Russia a crescere, grazie agli ingaggi da parte della federazione kazaka. Tutto il movimento ne beneficerà”. Sulla stessa lunghezza d’onda la campionessa di Roland Garros Anastasia Myskina: “Il denaro è un fattore decisivo nel tennis, inutile prendersi in giro. Un giocatore per crescere e poi mantenersi deve girare, avere un coach, un fisioterapista, uno staff, delle strutture in cui allenarsi. In Russia in questo momento la situazione è bloccata, molti tecnici sono andati via e non c’è più il fermento di qualche anno fa. Il Kazakistan è un paese amico, vicino, che ha investito tanto ed è giusto che abbia buoni giocatori, anche se nati in Russia”. Non solo uomini. Tante sono le ragazze russe diventate kazake, come Yaroslava Shvedova (passata all’onore della cronaca anche per il suo clamoroso “Golden set” rifilato alla nostra Errani a Wimbledon…) o la giovane promettente Yulia Putintseva. Proprio la moscovita Shvedova ha dichiarato tempo fa: “Non ero una top player per la federtennis russa, così mi ha dato via libera. Adesso non ho più pensieri sul lato economico e per le strutture dove allenarmi, e così sono totalmente libera e concentrata sul mio gioco”. Zero pensieri economici… ma quanto guadagnano questi nuovi kazaki per aver accettato il “disturbo” del cambio di nazionalità? Nessuno ha confermato, ma si parla di 1 milione di dollari all’anno, ottenendo una base di risultati minimi. I vari kazaki sono totalmente abbottonati sul tema, come Evgeney Korolev che intervistato qualche anno fa sul tema rispose seccamente “1 milione? Non lo posso dire… ma posso affermare che sono russo e sarò sempre russo. Questo è un business. Ho ricevuto un’ottima proposta dalla federazione kazaka e sono felice di rappresentarli. Stanno costruendo città, non solo campi da tennis, è gente ricca e ambiziosa, e si prendono cura di noi tennisti, si informano di cosa abbiamo bisogno e provvedono, tutte cose che in Russia non erano più possibili…”. Rincara la dosa la Karatantcheva, che nel 2012 disse: “Il centro di Astana sembra il paradiso. Van Harpen ha pazienza e conosce il gioco, qua sì che un tennista può crescere bene”. Però i metodi adottati dal sistema junior sono selettivi: “Ti danno tutto, supporto tecnico, strutture, ma devi migliorare e dare il massimo. Se in un anno o poco più non cresciti, sei out” dicono i tecnici, oggi presenti in tutte le aree del paese grazie a centri periferici che sono stati costruiti ovunque. Nota la storia di Golubev, che è cresciuto a Bra fin da giovane con l’ottimo coach Puci. Proprio il “kazako piemontese” è molto positivo sulla crescita del tennis nel suo nuovo paese: “Il processo di crescita del tennis in Kazakistan è cosa recente, ma ci sono tutte le condizioni perché abbia successo, ed in tempi piuttosto veloci. I migliori giovani sono spesso a contatto con noi, vedono come lavoriamo e quel che serve per emergere, e di sicuro faranno tesoro di tutte le risorse messe loro a disposizione per crescere. Il mio consiglio a loro è quello porsi alti obiettivi e non lasciare niente di intentato per raggiungerli”.
    L’enorme fermento tecnico pare stia riscuotendo successo nel paese. Da sport praticamente sconosciuto, oggi tutti seguono il tennis in tv, come dimostra il fatto che il Kazakistan sia il paese che negli ultimi anni ha avuto il maggior tasso di sviluppo al mondo nella diffusione di satelliti e tv via cavo, proprio per seguire i loro beniamini armati di racchetta. Del resto un cittadino medio negli ultimi 20 anni ha visto aumentare il proprio reddito pro capite del 1200%, incluse la possibilità di viaggiare al di fuori del paese per scoprire il mondo, anche grazie alla passione per il tennis. Non è un caso che le agenzie di viaggi offrono pacchetti per Londra, Parigi, New York ecc. proprio in occasione dei più grandi tornei, e sono i più richiesti in assoluto”.Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Quest’anno sono cresciuto affrontando la sofferenza, in campo e fuori”

    Stefanos Tsitsipas

    Stefanos Tsitsipas ha rilasciato interessanti dichiarazioni nella press conference introduttiva al torneo di Vienna, dove è la terza testa di serie e sfiderà al primo turno il tedesco Struff. Con un line-up davvero notevole, il torneo ATP 500 di questa settimana sarà una tappa di avvicinamento alle Finals molto probante per Stefanos, campione in carica al Masters di fine anno.
    “Sì, le Finals sono un grande obiettivo, ma adesso non ci sto pensando affatto. Sono del tutto focalizzato su questa settimana, quindi andrò a Bercy e anche lì voglio disputare un ottimo torneo. Sento che in questi tornei posso fare molto bene, portare in campo una versione migliore di Stefanos, sono davvero felice di essere qua adesso. Sono grato per la possibilità di poter giocare questi tornei importanti, nonostante la situazione che stiamo vivendo a livello mondiale”.

    Il greco ha spiegato il perché dell’avvio stentato alla ripresa in America, e poi l’ottimo tennis mostrato sulla terra in Europa, con la finale ad Amburgo e la semifinale a Roland Garros: “E’ stato un periodo in cui ho provato e testato nuove cose in campo, sia durante la US Open swing che a Roma. Quindi ho deciso di ritornare al mio vecchio gioco e mi sono subito sentito a mio agio, ho ritrovato la fiducia in campo e si sono visti i risultati”.
    Tsitsipas crede di esser cambiato in questo 2020 così complicato: “Affrontare il dolore in campo e fuori quest’anno mi ha fatto crescere. Ho imparato un secco di lezioni sul gioco e per la mia vita. Ho giocato diversi match dalla ripresa, ma non quanti speravo di poter disputare. Il Covid-19 ha reso tutto così difficile quest’anno, ma è bello ora essere qua”. LEGGI TUTTO

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    Liveblog: Sinner vs. Simon, quarti di finale ATP 250 Colonia2

    Jannik Sinner in campo a Colonia

    La partita punto per punto

    ATP Cologne 2

    Gilles Simon
    0
    3
    1

    Jannik Sinner•
    0
    6
    0

    Servizio
    Svolgimento
    Set 2

    G. Simon

    0-15
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30
    ace

    0-0 → 1-0

    Servizio
    Svolgimento
    Set 1

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    3-5 → 3-6

    G. Simon

    15-0
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30

    2-5 → 3-5

    J. Sinner

    15-0
    ace
    15-15
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    40-A
    40-40
    40-A
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40

    2-4 → 2-5

    G. Simon

    15-0
    15-15
    15-30
    30-30
    40-30
    40-40
    A-40

    1-4 → 2-4

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    40-0

    1-3 → 1-4

    G. Simon

    0-15
    15-15
    15-30
    15-40

    1-2 → 1-3

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    1-1 → 1-2

    G. Simon

    0-15
    0-30
    15-30
    15-40

    1-0 → 1-1

    J. Sinner

    15-0
    15-15
    15-30
    15-40

    0-0 → 1-0

    Jannik Sinner sfida Gilles Simon nel quarti dell’ATP 250 di Colonia 2. Una sfida inedita, nessun precedente tra i due giocatori.

    15:03 – Secondo set, Simon alla battuta. Cerca di sorprendere l’azzurro con qualche contro piede, ma Sinner è talmente veloce e coordinato negli spostamenti da non cadere nella “trappola”. Con un Ace ed una buona accelerazione col diritto, Gilles muove lo score, 1-0 avanti.

    14:56 – SET SINNER! 6-3 Jannik, grazie a tre prime praticamente non si è giocato nel nono gioco. Un set dominato dopo la falsa partenza iniziale. Sinner superiore in ogni settore del gioco.
    14:55 – Rovescio lungo linea spettacolare di Jannik! Arriva in corsa, dopo un paio di accelerazioni, e trova una “frenata” perfetta, si coordina e lascia partire un’accelerazione imprendibile che disegna la linea. Applausi!
    14:54 – La grafica tv conferma la sensazione di quanto siano più veloci di colpi di Sinner da fondo campo rispetto a quelli di Simon. Il nizzardo trova un paio di buone prime, resta in scia sotto 3-5. Jannik va a servire per chiudere il primo set.
    14:48 – TOCCO di CLASSE di Sinner! Dopo una progressione incredibile, corre sotto rete l’azzurro, e tocca col rovescio uno “strettino” che muore appena al di là della rete, imprendibile anche per due gambe super veloci come quelle di “Gillou”. Dopo aver salvato 4 palle break, Sinner si porta sul 5-2. Bravo a reggere mentalmente un game per niente facile.
    14:46 – Un insolito errore di rovescio in scambio costa la quarta palla break del game. Stavolta è bravo a correre in avanti seguendo un diritto inside out e provocare l’errore di Simon. E’ il game più lungo e combattuto del match

    14:44 – Cancella le due palle break con due punti perfetti. Bravissimo Jannik ad aprirsi il campo col diritto cross e quindi entrare a tutta col lungo linea nell’angolo scoperto. E’ bravissimo ad abbassarsi sulle ginocchia e trovare un impatto perfetto. Non così perfetto invece quando viene avanti, sia per il tempo della discesa a rete che la posizione. Un errore sotto rete gli costa la terza palla break… ma si salva con la prima di servizio.
    14:42 – 4-2, Sinner trova il primo Ace del match, il servizio continua ad essere il settore meno efficace nel suo tennis questa settimana. Arriva un punto ROCAMBOLESCO sul 15 pari: Jannik tira uno Smash ma… perde di mano la racchetta!!! La palla va in campo, ma, disarmato, non può rigiocare la palla (per regolamento, la palla può esser colpita valida solo con l’attrezzo!!). Segue un errore di diritto (forse distrazione), arrivano due palle break sul 15-40!
    14:37 – Simon non riesce a mettere in difficoltà Sinner nemmeno con il suo rovescio, un colpo molto preciso e con cui è bravo a cambiare ritmo. Gilles pare disarmato, e visto lo scarso rendimento con la prima di servizio, sulla seconda è subito in difficoltà nel contenere la spinta dell’azzurro. Prova a venire avanti il francese per uscire dalla “morsa” degli scambi in progressione dell’azzurro. Ma Sinner lo respinge e lo costringe a rincorrere. Si va ai vantaggi.
    14:31 – Sinner ha messo la quinta, la sua progressione è diventata ora incontenibile, strappa di nuovo il servizio a 15 al francese e consolida il vantaggio tenendo il servizio a zero. Il diritto è molto preciso, dal centro apre il campo e Simon crolla in difesa estrema. 4-1 Sinner, in controllo del primo set.
    14:25 – Spettacolare scambio di Sinner! Prima un’accelerazione violentissima col diritto cross, che sbatte Simon ben fuori dal campo, quindi una smorzata perfetta, imprendibile. Alternando questa potenza coi drive alle variazioni di tocco, il tennis di Jannik diventa davvero difficile da scardinare. Sinner avanti 2-1.
    14:22 – Jannik cerca il lungo linea nello scambio, portando fuori posizione Simon. Arrivano i primi errori del francese, 0-30 e quindi 15-40, bravo Sinner ad entrare col diritto in avanzamento su di una rimessa più corta di Gilles. Due palle per il contro break. Il pressing di Jannik è colpo dopo colpo sempre più lungo e potente, dopo un lungo scambio vola largo il rovescio di Simon. CONTRO BREAK, 1 pari.
    14:17 – Sinner al servizio. Come nel match di ieri, il servizio è un po’ “freddino”, la prima non entra. Jannik spinge, ma Gilles si appoggia molto bene sui colpi potenti e “puliti” dell’azzurro. Sinner sbaglia (incluso un attacco con chiuso con la smash), arrivano subito due palle break per il francese sul 15-40. Prende tempo Jannik, gli costa un time violation. Spinge tanto l’azzurro, ma l’esperto francese rimette tutto e trova grande lunghezza con i suoi colpi. Sbaglia un diritto Sinner, BREAK Simon, avanti 1-0.
    14:08 – Inizia il riscaldamento, Simon è reduce dal bel successo su Denis Shapovalov; Sinner ha sconfitto nettamente Herbert

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nadal in gara nel weekend in un torneo professionistico di golf

    Rafa Nadal, talento anche nel golf

    Il talento di uno sportivo lo dimostra anche il suo eclettismo. Rafa Nadal è un talento immenso, capace di eccellere anche in altre discipline. Che il super campione iberico fosse un grande appassionato di golf è noto, ma che avesse un livello così alto da permettergli di giocare un torneo professionistico lo sapevano in pochi. Rafa nel tempo ha accumulato un handicap di +0,3, di fatto lo stesso livello dei giocatori professionali (per chi non mastica di golf, in pratica l’handicap è un sistema che permette ai giocatori meno esperti di poter competere il più possibile ad “armi pari” con giocatori più bravi, utilizzando un sistema “a vantaggio”, detto handicap). Nadal giocando con golfisti pro non avrebbe dei colpi di vantaggio sul computo totale (par) visto il suo handicap quasi a zero.

    Il prossimo weekend Rafa scenderà in campo sui green delle Baleari non armato sulla sua fida racchetta ma con le mazze da golf, impegnato in un torneo di golf professionistico: Campeonato de Baleares de golf para profesionales. Nadal sarà uno dei 60 invitati (23 Pro e 37 amatori con handicap inferiore a 11,4) presso il Golf Maioris, dove verrà eletto il nuovo Campeón de Baleares de Profesionales.
    In torneo si disputerà dal 24 al 26 ottobre, assegnerà punti per il World Amateur Golf Ranking. Il programma stabilito dalla Federación Balear de golf prevede lo svolgimento con la modalità “stroke play scratch” individual, con percorsi di 18 buche al giorno. In gara i Pro iberici Toni Ferrer (campione 2015), Sebastián García (2016 y 2017) e Joan González-Camarero (2018), ed anche tre donne, tra cui la professionista Nuria Iturrioz.
    Rafa è un golfista non solo appassionato ma… assai metodico, proprio come nel tennis. In preparazione del Campeonato de Baleares, lo scorso weekend infatti ha giocato il V Test Circuit Hexagonal – Autovidal, che si è tenuto presso il T-Golf & Country Club, a Calvià, arrivando secondo.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP Colonia 2: Sinner supera in due set Herbert, nei quarti affronterà Shapovalov o Simon

    Jannik Sinner

    Jannik Sinner supera in due set (6-3 6-1) il francese Pierre-Hugues Herbert negli ottavi di finale dell’ATP 250 di Colonia 2, strappando un posto nei quarti dove sfiderà il vincente di Simon vs. Shapovalov. Una buona partita per l’azzurro, che ha mostrato un tennis più potente e continuo del francese. Faceva impressione la differenza del suono all’impatto tra la palla di Sinner e quella di Herbert, segno evidente della differenza di peso e di accelerazione tra i due, come se Jannik fosse “una band heavy metal” e Pierre-Hugues un “trio funky”… Ma proprio il tennis “funky” ed offensivo del francese ha messo in qualche difficoltà Sinner nel corso del primo set, sopratutto perché dopo esser scattato in vantaggio con un break, più volte si è fatto riprendere dal rivale. Forse un po’ distratto alla battuta, non ha trovato un ritmo costante ed è stato bravo lì Herbert ad entrare con la sua risposta, forse il colpo migliore del francese. Alla fine però Pierre-Hugues non ha servito bene ed ha pagato la netta differenza di consistenza e velocità nello scambio da dietro. Ha cercato di cambiare ritmo, di giocare palle senza peso, ed ha provocato qualche errore di Jannik; ma alla fine la “sostanza” e maggior cilindrata di Sinner hanno prevalso. Bene Jannik col rovescio, quando ha messo i piedi vicino alla riga ed ha preso il comando è stato nettamente superiore, mentre ha sbagliato qualche palla in spinta col diritto e soprattutto non ha servito in modo costante. Sinner ha sempre avuto il controllo del match, è stato praticamente in vantaggio, anche se ha ceduto alcuni games per cali di tensione. Una buona prova, contro un rivale che può metterti in difficoltà con le sue soluzioni varie ed offensive. Ecco la breve cronaca.
    Herbert inizia al servizio, ma non trova la prima. Sinner spinge sul 30 pari, con un gran rovescio lungo linea trova il 15 che gli vale un’immediata palla break. Comanda Jannik, spinge forte e provoca l’errore del francese. Break Sinner, avanti subito 1-0. Pierre-Hugues cerca di reggere da dietro, non dà ritmo al rivale tirando palle senza peso e risponde molto lungo (da ottimo doppista, il francese ha una buonissima risposta soprattutto di rovescio). La tattica funziona, strappa una chance del contro break. Il contro break arriva, Sinner spinge ma scaraventa in rete un diritto a tutta da metà campo. 1 pari. Herbert non prende ritmo al servizio, crolla 0-40 e cede di nuovo il gioco di battuta, avanti 2-1 Sinner. Avanti 3-2 e servizio, Jannik commette un doppio fallo che gli costa lo 0-30. Herbert fiuta la chance, è aggressivo e attacca la rete, ma Sinner è freddo nel contenere prima e trovare il passante in avanzamento poi. Gioca bene ora il francese, regge la spinta e cambia con la smorzata, chiamando avanti l’azzurro e passandolo. 15-40, due palle per il 3 pari. Trasforma la seconda, con ottima risposta ed un lob perfetto. Il match torna in equilibrio, 3 pari. Ottimo in risposta, continua a soffrire alla battuta Herbert, di nuovo costretto ad affrontare due palle break. Sbaglia un diritto a chiudere a campo aperto Pierre-Hugues, altro break per Sinner, 4-3 e servizio avanti l’azzurro. Stavolta Jannik trova un bel game al servizio, solido e senza errori, consolida il vantaggio salendo 5-3 e poi 0-30, a due punti dal set. Bravo e coraggioso Pierre-Hugues a tirar fuori le sue armi offensive. Per la prima volta sul servizio del francese si va ai vantaggi. Doppio fallo e set point Sinner, con Herbert che si imbufalisce esternando a tanti decibel la sua rabbia. Non trova nemmeno il lancio di palla, infastidito dai alcuni rumori nell’arena. Sinner non sfrutta l’occasione, in rete un rovescio di scambio, ma chiude alla seconda chance. 6-3 Jannik al secondo set point, l’azzurro punisce con un passante un’attacco un po’ “garibaldino” del francese. Un set meritato per Sinner, in cui ha mostrato un tennis più potente ma anche qualche calo di tensione.

    Secondo set, inizia l’azzurro alla battuta. 0-30, ma si salva con un paio di smorzate improvvise, perfette, ed un paio di accelerazioni ottime. 1-0 avanti. Sembra nervoso Herbert, ma le sue sortite offensive sono ficcanti e precise, soprattutto quando anticipa col rovescio e scende a rete in contro tempo, trovando un’ottima posizione. Uno scambio ad altissimo ritmo porta Sinner alla prima palla break del set. Scende a rete Pierre-Hugues, ma sbaglia il tocco. Break Sinner, avanti 2-0 e servizio, e quindi 3-0. Ora il pressing dal fondo dell’azzurro è davvero superiore alla capacità di resistere del rivale. Herbert torna alla battuta, ma la prima proprio non va. Jannik aggredisce alla risposta e l’ennesimo errore del francese gli costa un altro sanguinoso break. 4-0 Sinner, ben sette games di fila per lui. Herbert ha uno scatto d’orgoglio, spinge a tutta in risposta, mentre Jannik ha di nuovo staccato un attimo la spina. 15-40, due chance per il francese di restare nel set. Le cancella l’azzurro imponendo il suo ritmo nettamente superiore. 5-0 Sinner, ad un passo dalla vittoria. Chiude 6-1 in sicurezza, regalandosi l’accesso ai quarti.
    Sarebbe curioso se incontrasse Shapovalov: i due si sono allenati spesso insieme nella primavera del 2019, quando Jannik muoveva i primi passi sul tour, e Denis era rimasto impressionato dalla qualità del tennis dell’azzurro ma soprattutto dalla sua dedizione al lavoro ed attenzione al dettaglio.

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    Basilashvili sotto processo, l’accusa è violenza domestica

    Nikoloz Basilashvili a Tbilisi

    Nikoloz Basilashvili sta affrontando una delle partite più difficili della sua vita, forse la più impegnativa in assoluto. L’avversario non è Rafa Nadal sul centrale di Parigi, o Roger Federer sull’erba dei Championship, ma la giustizia del suo paese. Il georgiano, n.34 del ranking ATP, è sotto processo a Tbilisi con l’accusa di violenza domestica. I giudici sono chiamati a decidere – dopo l’udienza preliminare – se procedere contro Nikoloz per l’accusa di “violenza nei confronti di un familiare in presenza di un minore”.
    La faccenda contestata a Basilashvili risale allo scorso 21 maggio, quando fu arrestato con l’accusa di aggressione alla ex moglie Neli nella casa dei genitori di lui. Una violenza che si sarebbe consumata, come aggravante, sotto gli occhi del loro figlio Lukas di soli cinque anni. Il giocatore nega che i fatti siano andati così, ed è pronto dimostrare la propria innocenza di fronte alla corte. Totalmente opposta la versione della ex moglie, secondo la quale l’episodio incriminato fu solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, visto che aveva subito violenza da Nikoloz in almeno altre tre occasioni.
    A difendere gli interessi della signora la nota avvocatessa georgiana Ana Abashidze, vero “principe del foro” e paladina per la difesa dei diritti delle donne. Infatti la Georgia è un paese tristemente noto per gli episodi di sessismo e violenza domestica, tanto che le stime degli organi internazionali a tutela dei diritti delle donne indicano che quasi una donna su sette ha subito un qualche tipo di violenza, domestica o sul lavoro. Una percentuale enorme rispetto alle medie del mondo occidentale.

    Dopo l’arresto, Basilashvili fu rilasciato grazie ad una cauzione di circa 25mila euro. Da allora è in attesa di giudizio, e vista la portata dell’accusa, rischia fino a tre anni carcere.
    Dopo l’arresto, l’entourage di Nikoloz aveva rilasciato alla stampa nazionale un comunicato (lo riportiamo da Georgia Today) che recitava: “Questa non è la prima volta che Neli Dorokashvili, l’ex moglie di Nikoloz, ha cercato di fare danni morali, finanziari e/o di reputazione a Nikoloz e alla famiglia Basilashvili. Nikoloz Basilashvili e Neli Dorokashvili sono divorziati. Neli Dorokashvili era contro il divorzio, di conseguenza, il divorzio è stato raggiunto attraverso il tribunale ed è stato firmato un accordo transattivo per il divorzio. Successivamente, Nikoloz non ha avuto alcun contatto con la sua ex moglie, a parte la custodia del figlio. Dopo il divorzio, ancora una volta senza fondamento, Neli Dorokashvili ha citato in giudizio la madre di Nikoloz Basilashvili per abusi sui minori, giudicata non colpevole [la madre di Nikoloz]. (…) Sul caso dello scorso 21 maggio – Neli Dorokashvili ha invaso la proprietà dei genitori di Nikoloz Basilashvili senza il consenso dei proprietari. Era determinata a provocare un conflitto. Nonostante i suoi sforzi per farlo, non c’è stato alcun fatto o tentativo di abuso contro di lei. Fortunatamente, ci sono molte prove a sostegno di questa verità. Il processo giudiziario è in corso. Crediamo che Nikoloz dimostrerà legalmente la sua innocenza molto presto”.
    Il tennista è una delle personalità più in vista del suo paese, quasi un eroe nazionale, quindi il dibattito si è infiammato tra innocentisti e colpevolisti. La vicenda è cavalcata dal punto di vista mediatico dalle varie associazioni in difesa dei diritti delle donne e dei più deboli, tanto che alcuni dei loro esponenti hanno affermato senza mezzi termini che in caso di condanna di Basilashvili, qualora le accuse fossero confermate dal processo, questa sarebbe una sorta di pietra miliare per i diritti civili in Georgia, un ammonimento concreto a tutti i potenziali “violentatori” e primo esempio di giustizia sociale nel paese.
    Basilashvili ha vissuto un 2020 davvero negativo anche sul piano sportivo: 4 successi e ben 11 sconfitte, con l’ultima partita vinta su Berankis a Dubai lo scorso febbraio. Dalla ripartenza in agosto, 6 match e 6 sconfitte, altro segnale di una forma scadente e, probabilmente, di un forte disagio sul piano personale. Seguiremo gli sviluppi giudiziari della vicenda.

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    Open Court: Felix Auger-Aliassime, sbagliato considerarlo “un perdente” (di Marco Mazzoni)

    Felix Auger-Aliassime

    “È difficile da accettare, quindi non ho molto da dire a parte che sono deluso dal mio livello di oggi in generale. Ci riproverò”. Parole amare quelle di Felix Auger-Aliassime, dopo aver perso piuttosto nettamente la finale di Colonia la scorsa settimana, opposto a Sasha Zverev. Proprio il tedesco ha cercato di consolarlo: “Sei un giocatore incredibile. So che non significa molto in questo momento, ma sono sicuro che non solo vincerai un titolo, ma vincerai più titoli nella tua carriera, tornei più grandi di questo”.
    Parole sagge quelle del tedesco, anche se i numeri del giovane canadese iniziano a farsi pesanti: sei finali disputate, sei sconfitte. Tirando una facile conclusione, lo spettatore più superficiale potrebbe affermare che Auger-Aliassime è un “perdente”. Alt.
    Un’affermazione del genere non solo è sbagliata, ma assai ingenerosa. È indubbio che Felix abbia qualche problema di gestione della tensione al momento di affrontare una finale, lo dice lui stesso affermando che all’atto decisivo non riesce ad esprimere il suo miglior tennis. Ma i numeri vanno saputi leggere, e francobollarlo come un perdente sarebbe un errore.
    A soli 20 anni, il canadese ha toccato un best ranking di n.17 (attualmente è al n.22). Questa la lista delle sue finali disputate: anno, torneo, vincitore.
    2019
    Stoccarda – Berrettini
    Lione – Paire
    Rio de Janeiro – Djere
    2020
    Rotterdam – Monfils
    Marsiglia – Tsitsipas
    Colonia 1 – Zverev
    Match assolutamente non facili, in cui partiva quasi sempre sfavorito. Forse il suo più grande rimpianto è quello di Rio, sconfitto da Djere. Ma era la sua primissima finale ed il serbo quella settimana era in uno stato di forma clamoroso.
    Approfondendo l’analisi sempre coi numeri, se andiamo a vedere come erano messi a 20 anni e 2 due mesi i giocatori emergenti arrivati nei piani alti del ranking, il quadro diventa assai più chiaro.

    Tsitsipas era appena entrato nella top20, aveva disputato tre finali con il successo a Stoccolma e due sconfitte; Medvedeva 20 anni e due mesi era fuori dai primi 200 del ranking, con la prima finale disputata a quasi 21 anni (Chennai 2019); Sasha Zverev è stato assai precoce: all’età di Felix era appena entrato nella top10 dopo il successo al Masters 1000 di Roma e aveva già vinto 4 tornei; Rublev aveva chiuso la stagione al n.39, con una finale raggiunta e vinta ad Umag;Berrettini è esploso più tardi, a 20 anni ancora era assai indietro; il connazionale Shapovalov all’età di Felix stazionava nella top30, senza alcuna finale raggiunta (vincerà Stoccolma qualche mese dopo, suo unico successo in carriera);Khachanov era appena entrato nella top100, dopo qualche mese vincerà il suo primo torneo a Chengdu; Garin a 20 anni era ancora invischiato nelle retrovie; Coric era ad un passo dalla top50, con due finali disputate e perse; Ruud era appena fuori dalla top100, e Fritz dalla top50, con la finale di Memphis persa nel 2016; De Minaur era nella top30, con il titolo di Sydney e altre due finali perse.
    Fermandoci qua nell’analisi, risulta che all’età di Felix Auger-Aliassime la maggior parte dei suoi rivali era assai più indietro come risultati raggiunti. Pronti ad emergere, alcuni in rampa di lancio, ma solo Zverev e Tsitsipas hanno ottenuto risultati davvero migliori di quelli del canadese.
    Passando invece al campo, perché FAA non riesce a sbloccarsi in finale? I motivi sono molti, il tennis non è mai una scienza esatta. Detto della sua tensione, su cui deve assolutamente lavorare, è possibile che il giovane canadese abbia anche un tennis discretamente dispendioso. Spinge molto, scambia forse fin troppo, e questo gli costa preziose energie fisiche e mentali. I suoi colpi da fondo sono potenti e precisi, ma tende a giocarne qualcuno di troppo prima di tentare l’affondo. Un attendismo che non paga. Il suo tennis tattico, in progressione, richiede enorme applicazione e continuità, quella che forse ancora gli manca, e scambiando molto finisce per subire la contro mossa del rivale. Dovrebbe lavorare per ricavare più punti con la prima di servizio, ma anche esser più pungente in risposta. In questo piano di maggior aggressività, non sarebbe male nemmeno spostare il baricentro del suo gioco leggermente più avanti. Non sempre è pronto a correre a rete a raccogliere i frutti del suo pressing, una soluzione che gli consentirebbe di durare meno fatica, accorciare i tempi del match e della sua spinta. Ha buona mano, un ottimo fisico ed è assai elastico, quindi non gli manca niente per compiere questo passo. FAA è un grande talento, ha un tennis molto completo ed efficiente, sarei estremamente sorpreso se restasse un incompiuto, ancorato nel limbo tra i grandi e le promesse non mantenute.
    A soli 20 anni e due mesi, Felix Auger-Aliassime ancora non è riuscito a sbloccarsi in una finale. Sarà importante per lui lavorare su se stesso, sugli aspetti tecnici che abbiamo analizzato, e cercare di farlo abbastanza in fretta, per due motivi. La concorrenza nei piani alti si sta facendo molto agguerrita: molti coetanei stanno esplodendo, altri sono in arrivo (speriamo a brevissimo anche Jannik Sinner) e quando si resta un po’ dietro, poi non è facile recuperare. Inoltre accumulare troppe memorie negative potrebbe diventare un fardello complesso da gestire sul piano mentale, tonnellate di tensione sulle spalle che possono schiacciarti. Auger-Aliassime credo abbia troppo talento e mezzi per restare incastrato in questa morsa, il suo momento arriverà e credo che arriverà anche presto. Oggi il suo record nelle finali è 0-6, ma “ad averne” di perdenti così…
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    Gabriela Sabatini: “Vivere in pace con le proprie decisioni è il segreto per esser felici”

    L’ex campionessa argentina Gabriela Sabatini, amatissima in Italia grazie ai suoi quattro titoli agli Internazionali di Roma, ha rilasciato una bella intervista al magazine svizzero “Swiss Life”. Da tempo “Gaby” vive proprio in Svizzera, con frequenti viaggi a Miami e Buenos Aires, dove ha stabilito parte delle sue attività post-tennis (soprattutto la sua linea di […] LEGGI TUTTO