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    Un minuto di silenzio su tutti i campi in memoria di Mahjabin Hakimi

    Di Redazione La Federazione Italiana Pallavolo, con il parere favorevole del presidente del CONI Giovanni Malagò e del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, ha disposto che in tutte le gare dei campionati nazionali di ogni ordine e grado e in quelle dei campionati di serie e di categoria regionali e territoriali di sabato 23 e domenica 24 ottobre venga osservato un minuto di silenzio in memoria della giovane pallavolista afghana Mahjabin Hakimi, che secondo le notizie apparse sui media indiani è stata assassinata e decapitata su ordine del regime dei Talebani. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Lega e Federazione: lutto e solidarietà per l’uccisione della pallavolista afghana

    Di Redazione Grande sconcerto e indignazione in tutto il mondo della pallavolo per la notizia della barbara uccisione della pallavolista Mahjabin Hakimi (o Mahjubin secondo altre fonti), giocatrice della nazionale Juniores dell’Afghanistan, che sarebbe stata decapitata da esponenti del regime dei Talebani come “tremenda” punizione per l’aver svolto un’attività sportiva considerata proibita per le atlete donne. Sulla tragedia ha preso posizione con un comunicato la Lega Pallavolo Serie A Femminile: “Una notizia orrenda, un episodio che ferisce e sconcerta. Come tante ragazze della sua età, Mahjabin giocava a pallavolo e sognava di diventare una campionessa. (…) A differenza di alcune sue compagne, non era riuscita nei mesi scorsi a lasciare l’Afghanistan e mettersi in salvo. Sì, perché a Kabul, dopo la caduta del vecchio governo, giocare a pallavolo, partecipare a competizioni internazionali, finire in televisione, è considerato un crimine da punire con l’omicidio. Il mondo della pallavolo piange Mahjabin e tutte le vittime di un genocidio che deve essere fermato“. La Lega femminile annuncia anche “un’iniziativa per denunciare quanto sta accadendo in Afghanistan e per esprimere la più sincera solidarietà alle vittime del regime talebano. Perché lo sport sia ovunque veicolo di emancipazione, di crescita personale e sociale. E non di morte“. Anche la Federazione Italiana Pallavolo si è espressa in una nota: “Sembra impossibile che nel 2021 qualcuno venga ucciso soltanto perché giochi a pallavolo o, ancora peggio, perché voglia inseguire i propri sogni. Invece è un’orrenda realtà. Tutta la grande comunità del volley oggi è in lutto. Mahjabin, dovunque tu sia, ci piace pensarti con un pallone in mano, finalmente libera di poter giocare a pallavolo“. Sotto la guida del presidente Andrea Burlandi, la Fipav Lazio ha, inoltre, deliberato di rispettare un minuto di silenzio nella prossima giornata di gare. Tra i primi a esporsi sull’argomento c’è stato l’ex CT della nazionale Mauro Berruto, che poche settimane fa era riuscito a portare in Italia un’altra ex giocatrice della nazionale afghana: “Guardatela come se fosse vostra figlia – ha scritto Berruto accanto a una foto della pallavolista uccisa – Mahjabin è stata decapitata, perché Hazara e perché giocava a pallavolo senza hijab. Questo è oggi l’Afghanistan. Abbiamo lasciato lì persone che sono cadaveri ambulanti. Fermiamo questo genocidio con i corridoi umanitari o ne saremo responsabili“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Afghanistan, la giovane pallavolista Mahjabin Hakimi uccisa dai Talebani

    Di Redazione Una brutta notizia sconvolge il mondo della pallavolo. Dopo le dichiarazioni di Zahra Fayazi, ex giocatrice e poi allenatrice in Afghanistan, sull’incubo che le sue atlete stavano vivendo dopo la presa al potere dei Talebani, si apprende oggi dai media indiani che la giovane pallavolista Mahjabin Hakimi è stata uccisa dalla fazione del nuovo governo. Come riporta il The Times of India, a denunciarlo è stata Suraya Afzali, pseudonimo di una allenatrice della nazionale afghana. Mahjabin sarebbe stata, secondo le ricostruzioni del giornale e le dichiarazioni di Afzali, decapitata per mano dei Talebani i primi giorni di ottobre. La notizia, però, non sarebbe trapelata in quanto la famiglia della vittima sarebbe stata minacciata di non farne parola. Secondo quanto dichiarato dalle atlete della nazionale, Mahjabin sarebbe la seconda pallavolista vittima dei Talebani: una prima ragazza sarebbe stata uccisa, a fine agosto, a colpi di pistola. Prima della caduta del vecchio governo, si apprende dal rapporto, Hakimi giocava, oltre che nella nazionale giovanile, anche nella squadra locale di Kabul, ora centro del potere talebano. La notizia della tragica morte di Mahjabin rafforza il timore e la paura delle altre atlete afghane che, da circa metà agosto scorso, vivono in un regime di paura e terrore: “Tutti sono stati costretti a fuggire e vivere in luoghi sconosciuti. Gli sforzi per ottenere il sostegno di organizzazioni straniere e paesi per lasciare l’Afghanistan finora non hanno avuto successo” conclude l’allenatrice. LEGGI TUTTO