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    Italiani a Parigi 2024: 10 in totale tra uomini e donne

    Sinner tornerà in maglia azzurra a fine luglio

    Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Luciano Darderi, Andrea Vavassori, Simone Bolelli, Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto, Lucia Bronzetti, Sara Errani. Questi i 10 tennisti che rappresenteranno l’Italia ai prossimi giochi Olimpici di Parigi 2024, in scena sulla terra battuta di Roland Garros. L’annuncio viene dalla Federtennis.
    – Nel singolare maschile, avremo quattro giocatori: Sinner, Musetti, Arnaldi e Darderi.
    – Nel doppio maschile, due coppie: Sinner – Musetti e Bolelli – Vavassori
    – Nel singolare femminile, giocheranno con la maglia azzurra Paolini, Cocciaretto e Bronzetti
    – Nel doppio femminile, Errani – Paolini e Cocciaretto – Bronzetti.
    Pertanto Sinner e Musetti tra gli uomini, Paolini, Cocciaretto e Bronzetti tra le ragazze giocheranno sia nel torneo di singolare che di doppio.
    Sarà l’esordio nel torneo Olimpico per Sinner, Arnaldi e Darderi; Musetti invece ha già preso parte del torneo di Tokyo 2021, uscendo al primo turno sia in singolare che in doppio. Sarà invece la seconda presenza per Bolelli, insieme all’esordiente Vavassori. Per la veterana Sara Errani quella di Parigi sarà la quinta presenza ai Giochi, in coppia con Paolini (alla sua seconda partecipazione alla rassegna a cinque cerchi). Esordio invece per altre due italiani, Cocciaretto e Bronzetti.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Lorenzo Musetti supera un ostico esordio a Stoccarda: battuto Mpetshi Perricard in due tie-break

    Lorenzo Musetti nella foto

    Lorenzo Musetti ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per superare il primo turno dell’ATP 250 di Stoccarda, in Germania. Il tennista toscano, quinta testa di serie del torneo, ha avuto la meglio sul qualificato francese Giovanni Mpetshi Perricard con il punteggio di 7-6(9), 7-6(9) dopo oltre due ore di una vera e propria battaglia di nervi.L’incontro è stato caratterizzato da un grande equilibrio, con entrambi i giocatori che hanno fatto valere la potenza dei propri servizi. Mpetshi Perricard, in particolare, ha dimostrato di essere un avversario temibile sull’erba, grazie ai suoi servizi ad oltre 230 km/h, alla buona dimestichezza a rete e alla grande potenza dei suoi colpi.
    Nel primo set, dopo una fase iniziale dominata dai servizi, Musetti si è fatto pericoloso in risposta sul 5-5, ma Perricard ha annullato tre palle break nell’undicesimo gioco, trascinando il parziale al tie-break. Qui, dopo una lunga battaglia punto a punto, è stato un doppio fallo del francese a consegnare il set a Musetti per 11-9.Il copione non è cambiato nel secondo set, con Musetti più propositivo in risposta ma incapace di concretizzare le occasioni. Sul 5-4 in favore dell’azzurro, Perricard ha annullato ben quattro match point, due dei quali con altrettanti ace, portando ancora una volta il set al tie-break. Nuovamente, il tie-break è stato un’altalena di emozioni, con Musetti che ha sprecato un minibreak di vantaggio e ha annullato un pericoloso set point. Alla fine, dopo aver fallito un match point sul 9-8, il toscano ha chiuso con un ace liberatorio sul 10-9.
    Al secondo turno, Lorenzo Musetti se la vedrà con il padrone di casa Dominik Koepfer, in un match che si preannuncia altrettanto impegnativo. Tuttavia, il tennista azzurro può trarre grande fiducia da questa vittoria sofferta, che dimostra la sua capacità, in questo caso, di rimanere aggrappato alla partita anche nei momenti di maggiore difficoltà. L’erba di Stoccarda potrebbe riservare ancora delle soddisfazioni al talento toscano.
    ATP Stuttgart Lorenzo Musetti [5]77 Giovanni Mpetshi Perricard66 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 1-0* ace 1-1* ace 2*-1 3*-1 4-1* 4-2* 4*-3 5*-3 5-4* 5-5* 5*-6 6*-6 7-6* 7-7* 8*-7 8*-8 9-8* 9-9* 10*-96-6 → 7-6G. Mpetshi Perricard 0-15 30-15 30-30 40-30 ace6-5 → 6-6L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 40-305-5 → 6-5G. Mpetshi Perricard 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-405-4 → 5-5L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-4 → 5-4G. Mpetshi Perricard 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 ace 40-40 A-404-3 → 4-4L. Musetti 15-0 30-0 40-03-3 → 4-3G. Mpetshi Perricard 15-0 ace 15-15 df 30-15 ace3-2 → 3-3L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-152-2 → 3-2G. Mpetshi Perricard 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 ace A-402-1 → 2-2L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-1 → 2-1G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 ace 40-01-0 → 1-1L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 2-1* 2-2* 2*-3 3*-3 4-3* 5-3* 5*-4 5*-5 6-5* 6-6* 6*-7 7*-7 8-7* 8-8* 8*-9 9*-9 10-9* df6-6 → 7-6L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-405-6 → 6-6G. Mpetshi Perricard 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 ace 40-40 A-40 40-40 40-A df 40-40 ace A-405-5 → 5-6L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-5 → 5-5G. Mpetshi Perricard 0-15 df 15-15 30-15 ace 40-15 ace4-4 → 4-5L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace3-4 → 4-4G. Mpetshi Perricard 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-3 → 3-4L. Musetti 0-15 df 15-15 15-30 df 30-30 40-30 ace2-3 → 3-3G. Mpetshi Perricard 0-15 df 0-30 15-30 30-30 ace 40-302-2 → 2-3L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 df A-401-2 → 2-2G. Mpetshi Perricard 15-0 ace 30-0 40-01-1 → 1-2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-1 → 1-1G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 Lorenzo Musetti
    🇫🇷 Giovanni Mpetshi Perricard

    Punteggio servizio
    312
    307

    Ace
    4
    21

    Doppi falli
    3
    5

    Percentuale prime di servizio
    73% (68/93)
    72% (77/107)

    Punti vinti con la prima
    78% (53/68)
    77% (59/77)

    Punti vinti con la seconda
    60% (15/25)
    50% (15/30)

    Palle break salvate
    0% (0/0)
    100% (8/8)

    Giochi di servizio giocati
    12
    12

    Punteggio risposta
    73
    62

    Punti vinti in risposta sulla prima
    23% (18/77)
    22% (15/68)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    50% (15/30)
    40% (10/25)

    Palle break convertite
    0% (0/8)
    0% (0/0)

    Giochi di risposta giocati
    12
    12

    Punti vinti a rete
    52% (16/31)
    53% (25/47)

    Vincenti
    24
    44

    Errori non forzati
    13
    25

    Punti vinti al servizio
    73% (68/93)
    69% (74/107)

    Punti vinti in risposta
    31% (33/107)
    27% (25/93)

    Punti totali vinti
    51% (101/200)
    50% (99/200)

    Velocità massima servizio
    214 km/h
    239 km/h

    Velocità media prima di servizio
    188 km/h
    222 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    147 km/h
    208 km/h

    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Halle e Queen’s: La situazione aggiornata Md e Qualificazioni

    Si chiude, almeno per ora ed in attesa dell’appendice olimpica, la stagione su terra.Una stagione molto impegnativa dal punto di vista fisico che ha certificato come la grande sfida dei prossimi anni sarà quella tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (senza escludere la possibilità di inserimenti di altri tennisti).Per quanto riguarda il nostro Jannik la stagione sul rosso lascia in dote rimpianti e spunti di riflessione, ma anche convinzione e soddisfazione.Jannik chiude la parentesi rossa senza titoli ma con un bilancio di 11 vittorie e 2 sconfitte e la certificazione del trono di numero 1 del mondo.Entrambe le sconfitte potevano avere un finale diverso (da qui i rimpianti) ed entrambe affondano le radici in problemi fisici emergenti (Montecarlo) o che hanno influenzato la preparazione atletica (RG).Da qui la consapevolezza di poter essere dominante anche sul rosso e gli spunti di riflessione per gestire in futuro questa parte di stagione in un modo che sia fisicamente sostenibile.Adesso si apre una nuova parentesi verde, tanto breve quanto affascinante.Una parentesi che odora di rugiada, di estate e di storia.In vista di Wimbledon mi sembra certo che, a prescindere da un recupero lampo di Djokovic, JS e CA saranno le prime 2 TDS e quindi un nuovo capitolo del loro scontro potrà verificarsi solo nell’atto conclusivo del torneo più prestigioso del mondo.In attesa di vedere se sarà effettivamente così (i bookmakers mi sembrano piuttosto convinti di questo epilogo) proviamo a capire cosa può cambiare con l’erba sotto i piedi.1) Movimento. Innanzitutto il modo di muoversi in campo è diverso e adattarsi in questo può fare la differenza. L’anno scorso Alcaraz ha dimostrato di essere in grado di domare alla perfezione i movimenti sulla superficie, forte anche di un baricentro più basso, di un fisico più muscolare e di uno straordinario equilibrio. Jannik da questo punto di vista sembra indietro ma sappiamo che lui è in continuo miglioramento e potrebbe stupirci. Se riuscisse a colmare questo gap secondo me diventerebbe favorito con margine.2) Colpi di inizio gioco. Servizio e risposta sull’erba diventano molto più importanti. Qui Jannik è avanti ma deve dimostrarlo sul campo e farlo con continuità e anche nei punti importanti, soprattutto al servizio.3) Timing / anticipo. Riuscire a colpire la palla con una frazione di secondo di anticipo rubando il tempo all’avversario su erba può fare la differenza (Agassi docet). Anche su questo aspetto Jannik può e deve fare la differenza da fondocampo.4) Variazioni, gioco a rete e istinto. Su questo terreno CA non ha rivali anche se JS ha fatto passi da giganti. Su queste cose però Sinner pagherà sempre dazio rispetto ad Alcaraz e dovrà fare in modo che gli stessi non siano decisivi, facendo valere la superiorità nei colpi di inizio gioco e nel forcing da fondocampo.5) Fisicità / atletismo / fondo. Cito questi elementi per dire che, seppur rilevanti, dovrebbero esserlo di meno rispetto al RG. Gli scambi su erba sono più corti e molti game vanno via in un amen seguendo i turni di battuta. Il dispendio fisico rispetto allo Slam parigino dovrebbe quindi essere molto minore e inoltre JS e CA dovrebbero arrivare a Wimbledon più preparati atleticamente. Un loro eventuale match anche se dovesse arrivare al quinto set potrebbe quindi non essere deciso solo dall’aspetto atletico e questo è un vantaggio per JS.6) Aspetto mentale. Infine, ma non per ultimo, bisognerà valutare l’aspetto mentale e motivazionale. Entrambi arrivano da grandi traguardi, CA con il trionfo al RG e JS con la storica conquista del n.1. L’anno scorso Alcaraz ha avuto una flessione dopo il successo a Wimbledon mentre Sinner ha metabolizzato la sbornia del primo Slam da alieno quale è… Inoltre credo che JS avrà tanta fame e voglia di rivincita nei confronti del murciano e quindi anche questo aspetto potrebbe pendere dalla parte del nostro. D’altro canto se si dovesse arrivare al quinto set i precedenti dello US Open e del RG potrebbero avere il loro peso.Insomma una sfida quanto mai aperta e che, non dimentichiamolo, dovrà essere conquistata sul campo da entrambi vincendo i precedenti 6 match necessari per accedere alla finale dei sogni. LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Stoccarda: Il Tabellone Principale. Al via tre azzurri. Matteo Berrettini dalla parte di Shelton

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    ATP 250 Stoccarda – Tabellone Principale – erba(1) Zverev, Alexander vs ByeEubanks, Christopher vs Nakashima, Brandon Rinderknech, Arthur vs Michelsen, Alex Cobolli, Flavio vs (7) Struff, Jan-Lennard
    (4) Tiafoe, Frances vs Bye(WC) Squire, Henri vs Hanfmann, Yannick Giron, Marcos vs Murray, Andy Ofner, Sebastian vs (6) Draper, Jack
    (5) Musetti, Lorenzo vs QualifierKoepfer, Dominik vs Zhang, Zhizhen (WC) Medjedovic, Hamad vs Marozsan, Fabian Bye vs (3) Bublik, Alexander
    (8) Safiullin, Roman vs (PR) Berrettini, Matteo Qualifier vs (WC) Shapovalov, Denis Qualifier vs QualifierBye vs (2) Shelton, Ben LEGGI TUTTO

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    Roland Garros, Sinner in partenza per la Francia: in quota l’azzurro sfida Alcaraz e Djokovic per il secondo slam del 2024

    Jannik Sinner nella foto

    Jannik Sinner, dopo il forfait agli Internazionali d’Italia, è in partenza verso Parigi dovrà proverà a scendere in campo a caccia del secondo Slam del 2024. L’azzurro cerca il primo Roland Garros della sua carriera, un’eventualità offerta a 4,50 dagli esperti, quota che sale a 5,40 su altri book, al terzo posto in lavagna dietro al favorito Carlos Alcaraz, proposto tra 2,70 e 2,75, e al numero uno del mondo, Novak Djokovic, fissato a 3,70.
    Salgono invece a quota 8 Stefanos Tsitsipas e Alexander Zverev, fresco del titolo romano, seguiti da Casper Ruud a 10 e dal recordman Rafael Nadal, a caccia del quindicesimo acuto al Roland Garros, dato a 11 volte la posta. Difficile invece l’impresa per gli altri italiani in tabellone: paga 51 la prima volta di Lorenzo Musetti, con il rientrante Matteo Berrettini fissato a quota 81, mentre si sale in tripla cifra per Lorenzo Sonego, a 101, e la coppia Matteo Arnaldi e Fabio Fognini, visti campioni a Parigi a 151. LEGGI TUTTO

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    Passaro, un giocatore ritrovato

    Francesco Passaro a Torino (foto Francesco Panunzio – Piemonte Challenger)

    Francesco Passaro ha vinto il Challenger 175 Piemonte Open disputatosi sui campi del Circolo della Stampa Sporting. Passaro ha battuto in due set – 6-3 7-5 – Lorenzo Musetti, chiudendo la contesa al terzo match point.Questa la fredda e stringatissima cronaca, ma c’è molto più da dire. Per sua stessa ammissione, quello che Passaro ha realizzato nelle due ultime settimane ha dell’incredibile pensando a tutto ciò che Francesco ha dovuto patire nell’ultimo anno. Tredici mesi fa era a ridosso dei primi 100 e nell’arco di poco, a causa di continui problemi alle caviglie, è rotolato alla poco invidiabile 240° posizione mondiale, da cui il tennis che conta si vede da tutt’altra prospettiva, col ritorno a masticar gramo, in un girone dal quale è difficile venire su. Invece col lavoro e con la ricerca di quella convinzione che da qualche parte doveva pur continuare a esserci, il giocatore perugino ha ripreso a macinare, sino a Roma dove c’è stata la svolta.L’avevamo lasciato a Cagliari sconfitto al secondo turno da de Jong, per ritrovarlo a lottare a Roma e partendo dalle qualificazioni. La fiducia deve averla trovata scoprendo che il fisico teneva anche dopo aver giocato match ravvicinati e durissimi. Dal primo turno di quali, sino alla sconfitta di misura patita con Borges, non c’è stato un solo match romano – a parte quello iniziale – chiuso se non dopo una lotta pazzesca e sempre sul filo di lana. Con questo viatico Francesco s’è presentato a Torino e fiducia e convinzione sono cresciute ancor di più, palla dopo palla, incontro dopo incontro. Grazie a una wild card non è passato dalle qualificazioni, s’è incartato giusto un filo contro Galan al primo turno, poi ha messo in fila Ruusuvuori e Nakashima, prima di schiantare Sonego.
    In finale ha messo di nuovo in mostra tutto il suo migliorato arsenale, fatto d’un tennis assai aggressivo che si basa tantissimo sui colpi d’inizio gioco, per prendere subito il comando delle operazioni. Le percentuali, i numeri della finale non dicono tutta la verità, perché fin da subito Musetti è stato costretto a contravvenire a quanto ci aveva dichiarato. Ci aveva detto d’essere conscio del dover cercare di giocare un tennis meno passivo, del sapere di dover evitare di perdere campo, ma il gioco di Francesco Passaro gli ha permesso poco. D’accordo, le preparazioni di Lori sono assai ampie, necessitano di un tempo e uno spazio maggiore, però giocare costantemente lontanissimo dalla riga di fondo mai gli ha concesso di prendere il tempo all’avversario e di riuscire a fare ciò che Barazzutti invocava dall’angolo: “ Non far scendere la palla… Cerca di entrare sulla seconda…”
    “Muso” smadonnava, rimbeccava dicendo che l’altro giocava “a rischio 1.000”, totalmente a caso e che gli andava sempre bene. Entrare sulla seconda? Troppo difficile. Almeno nel primo set è stato così. Break nel secondo gioco e Passaro avanti 3 a 0 a suon di dritti devastanti, poi 4 a 1 senza che Musetti riuscisse a trovare una sola contromossa. Il 6-3 che sanciva la fine della prima partita era la più logica delle conseguenze. Il secondo set vedeva Musetti cambiare qualcosa nel gioco: provava a giocare traiettorie più alte, ubbidiva alla richiesta di Barazzutti e provava “ a star lì”, tenendo maggiormente la diagonale di rovescio. In breve il giocatore di Carrara andava avanti per 2 a 0 e sembrava che il match potesse cambiare, invece…
    Passaro era anche certamente fortunato in alcune circostanze, sbagliava sì un po’ di più ma continuava a martellare. Musetti dialogava costantemente col suo angolo e ribadiva che “ non è giornata.. ma come fa giocando, sempre a caso, a mettermi la palla sempre sulla riga!”E proprio una palla così, un recupero pazzesco di Passaro, pizzicante la riga di fondo, regalava al perugino il contro break. Musetti scagliava una palla tipo “home run”, oltre lo stadio, oltre la cinta del circolo e si beccava il primo warning. L’incontro procedeva senza strappi sino sul cinque pari. Musetti continuava a lamentarsi, Passaro continuava a picchiare ma si era quasi certi che l’esito si sarebbe definito al tie break. Invece no. All’undicesimo gioco tutto sembrava facile per Lorenzo, ma un punto cavallerescamente concesso all’avversario, unito a un doppio fallo materializzavano dapprima una pericolosa palla break e poi erano il preludio della fine.Un paio di palle dopo Passaro conquistava il break decisivo in modo rocambolesco e Musetti raggiungeva sconsolato la panchina e poi provava, riuscendoci, a distruggere a più riprese la racchetta, sbattendola più volte a terra. Una nuova sanzione era così in arrivo, tanto che il il gioco successivo iniziava sul 15/0 per il penalty point rifilato all’azzurro. Passaro serviva bene e si portava sul 40-15 con due match point a disposizione, ma non li sfruttava. Anzi, era Musetti poco dopo ad avere un palla break che l’avrebbe rimesso in carreggiata. Lory si posizionava lontanissimo per preparare la risposta e Passaro, all’improvviso, gli serviva “ da sotto”: back molle molle di un sorpresissimo “ Muso” e palla in rete. Regola non scritta del tennis dice che non si fa, ma per Passaro il fine giustificava ampiamente il mezzo, visto che bisognava portare a casa la vittoria. Due palle dopo, l’epilogo, al terzo match point e Francesco a lasciar cadere la racchetta a terra e chiudere in lacrime.
    Dopo la finale di Cagliari persa, ecco per Musetti un altro pomeriggio amaro, ma il Passaro di oggi è parso per lunghi tratti ingiocabile. Sì, gli sarà pure girato tutto benissimo, avrà anche giocato “ a caso” in qualche circostanza, ma è sempre stato… un caso bellissimo.Ora Francesco Passaro rivede finalmente la luce. Erano mesi che non giocava dieci giorni di fila senza avere dolore; erano mesi che non riusciva a giocare dieci partite tirate una appresso all’altra. Ora la 240° posizione nel ranking ATP per fortuna è solo un brutto ricordo. In dieci giorni ha scavallato circa 110 posti e può tornare ad ambire ad avvicinare i Top 100. Questa sera volerà a Parigi per firmare per giocare le qualificazioni al Roland Garros: è fuori di 4, la speranza di farcela a entrare c’è, però è difficile ma poco importa: Francesco Passaro è un giocatore ritrovato e questa è la sola cosa che conta.
    Da Torino, Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    Challenger di Torino, un poker azzurro

    Luciano Darderi

    Qualcuno, un po’ in là con gli anni ma con la memoria ancora buona, guardando lo stato d’avanzamento lavori del Challenger 175 di Torino, ha commentato: “Oh, sembra d’essere tornati ai tempi belli degli “Assoluti”. Ma ti ricordi come giocavano i nostri?”.In effetti gli unici, grandi protagonisti del torneo giocato sui campi del Circolo della Stampa Sporting, oltre alla pioggia che ha imperversato tutta la settimana e che a un certo punto ha fatto temere il peggio, sono stati alcuni giocatori italiani.D’accordo, speravamo che qualcuno dei nostri fosse protagonista al Foro Italico, nell’edizione 2024 degli Internazionali d’Italia, però alla fin fine il Challenger torinese, complici alcune fuoriuscite anzitempo, ha messo in campo un seeding da far invidia a un “250” e se i nostri sono stati tra i principali attori è davvero un bene.Intanto c’è da dire che nessuno è salito a Torino con l’idea di “fare cassa”: quante volte abbiamo visto giocatori di prima fascia concedersi a palcoscenici minori e sciogliersi dopo pallide esibizioni?
    Qui non è successo. Musetti l’ha dichiarato subito che dopo la sfortunata parentesi romana, martoriata da un virus, aveva bisogno di giocare e vincere match. Anche brutti e sporchi, per poter ritrovare fiducia e convinzione. E ha cercato di non lasciare niente per strada.Accompagnato da Corrado Barazzutti, “Muso” è sembrato meno tormentato rispetto a quanto non sia apparso negli ultimi tempi: più sereno. Consapevole di ciò che occorra fare per ritrovare il tennis che gli ha concesso di salire a numero 15 del ranking ATP giusto un anno fa. Sa che giocando sul rosso deve smettere di perdere campo, di allontanarsi troppo dalla riga di fondo, in quella zona che gli consente un comfort maggiore nel trovare la palla sulla diagonale di rovescio – vista l’ampia apertura – ma che lo induce a giocare in modo eccessivamente passivo, cosa che non può e non deve essere nella sua natura.Nonostante Barazzutti fosse impegnato a cercare di far proseliti nella sua avventura da candidato presidenziale alla prossime elezioni FITP, s’è visto come ci si sia applicati nella rimodulazione di alcuni particolari legati al servizio e al dritto di Lorenzo. Dove alcune migliorie potranno portare Musetti è presto per dirlo e, come “Muso” ha detto in conferenza stampa, se in questo momento si vuole attuare un paragone tra lui e Sinner si è completamente fuori strada. Siamo su piani diversi, su strade per ora non percorribili. Tutto ciò che è successo a “Muso” in questo ultimo anno ha complicato prospettive e ingigantito problemi e ansie: per ritrovare il miglior Lorenzo ci vogliono calma, pazienza, lavoro e poi ancora lavoro. Il fatto che Musetti ne sia ora assolutamente consapevole e non vada alla ricerca del tempo perduto è la migliore delle notizie.
    Chi invece si sta avvitando su se stesso e fa fatica a uscire dal vortice in cui s’è cacciato è Lorenzo Sonego. “Sonny” giocava sui campi di casa, davanti al suo pubblico, dopo la separazione dal suo storico coach Gipo Arbino. Il rapporto con Gipo è davvero un rapporto padre-figlio, e anche nella migliore delle storie, anche se alla base c’è un indiscusso amore, viene un momento nella vita in cui i figli crescono e…vogliono “uccidere” il padre. “Sonny” è diventato grande, si trova nella terza fase della sua carriera, quella che prelude alla china discendente, normale che abbia cominciato a smaniare, ad avere dubbi dopo diciotto anni di rapporto con Arbino. Troppo presto per dire se sia un bene o un male ciò che sta ora facendo con Colangelo, però non si può fare a meno di sottolineare come Lory appaia ora meno sereno, che sia tornato a colpire di rovescio “old style” rimarcando l’errore che commetteva e commette col braccio sinistro, prova ne sia che chiamato a scambiare sulla diagonale di sinistra, tranne rare occasioni e soluzioni in back, raramente passa la metà campo. Difficile giocare così.Dopo aver ceduto inspiegabilmente un set a Federico Coria, un Coria che è lontano parente di suo fratello e tira veramente piano, nei quarti per Sonny con JJ Wolf è stato tutto facile, perché l’americano giocava “al contrario” sfidando Sonego sul dritto. In più l’americano è scoppiato dopo quattro games, ha pagato le fatiche fatte con Luca Nardi – un Nardi che si è letteralmente mangiato la partita…- e tutto è filato via, liscio come l’olio. Altra musica, tutta un’altra musica in semifinale contro Francesco Passaro, che l’ha schiantato.
    Confortato dal terzo turno raggiunto a Roma, in totale fiducia, Passaro ancora una volta ha reso palpabile il mistero di come uno che giochi così, nel giro di un anno o poco più, sia passato dall’essere 108 al mondo a ritrovarsi alla 240° posizione mondiale. Mistero tanto non è perché il perugino è stato massacrato da problemi alle caviglie che gli hanno impedito di esprimersi come sa. Però faceva davvero male vederlo oltre i 200. Francesco tira davvero forte e ha fondamentali di tutto rispetto. Per buona aggiunta ha pure una “garra”, una voglia di lottare con pochi eguali. Sempre molto ordinato nelle scelte, quando riesce a istradare il macth su frequenze che gli aggradano, diventa uno che fai fatica a togliertelo di torno. Se ne sono accorti giocatori che proprio sprovveduti non sono, come Galan, Ruusuvuori, reduce da una incredibile battaglia con Seyboth Wild, e poi Nakashima, che non è che sulla terra giochi poi così male. Passaro, prima di demolire in semifinale Sonego, ha dimostrato come le sue quotazioni siano in costante rialzo e come gli vada ancora stretto il rientro tra i primi 150: il Francesco attuale vale molto molto di più.
    Chi a Torino ha davvero impressionato, tanto da diventare subito il beniamino del pubblico, è Luciano Dàrderi. L’italo-argentino, dal titolo di Cordoba in poi, non smette di stupire. È incredibile constatare quanti progressi “Luly” abbia fatto. Il rovescio bimane è diventato un’altra cosa e non fa più fatica a sostenere gli scambi da quella parte, anzi riesce pure a trovare traiettorie efficaci. Il back ha rotazione persino eccessiva, ma la velocità con la quale va sulla palla fa sì che la giocata sia tutt’altro che banale e di pura opposizione. Maschera benissimo la smorzata, che predilige giocare lungolinea, anche se il back spin esasperato a volte fa alzare troppo la parabola della giocata rendendola più leggibile, però è innegabile che il drop shot sia una delle giocate che predilige. Nonostante Luciano ami giocare di forza, e lo si evince da come gioca il dritto, accelerando deciso giusto poco prima dell’impatto, chiudendo stretto e basso, Dàrderi deve avere una gran mano se gioca con una tensione di soli 18 kg, usando un ibrido composto da un’ Alu Power 125 per le corde verticali e una Polytour Yonex per quelle orizzontali.“Luly” serve bene, fisicamente è forte e reattivo, difficile dire dove potrebbe arrivare, ma un posto attorno ai primi 40 del ranking li vale tutti già ora. Si professa italiano, ma è intimamente argentino dentro. Ha totale fiducia in quello che fa, e pur se manifesta ancora qualche lampo di immaturità è uno con cui non è facile fare i conti. Non era certo il miglior Arnaldi quello che Luciano ha incrociato nei quarti; Matteo è sembrato a tratti svogliato e non proprio a fuoco, ma quando la partita entra “in lotta” di cosa sia capace Dàrderi lo si capisce immediatamente: riesce a dare anche quello che non ha. Questa forse è la sua qualità migliore.
    Da Torino, Elis Calegari LEGGI TUTTO