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    Dimissioni di Binotto strada obbligata, ma ora alla Ferrari si apre un vuoto

    TORINO – Alla fine, l’unica possibilità rimasta erano le dimissioni. E Mattia Binotto le ha rassegnate. Ora sta trattando l’uscita dalla Ferrari ed è chiaro che l’annuncio dell’addio è solo una questione di tempo. Certo, in linea teorica esiste sempre l’opzione “dimissioni respinte”, ma non sembra essere questo il caso. I dirigenti della Ferrari – a cominciare dal presidente John Elkann – non sono soddisfatti dell’esito del Mondiale. Arrivare secondi non è l’obiettivo che la Scuderia possa avere, ma se si guarda al bilancio del 2022 appena concluso e lo si confronta con quello delle stagioni precedenti, ci sarebbero motivi di soddisfazione e anche di ottimismo. Ma tant’è, si è giunti a un punto da cui è difficile tornare indietro, perché la fiducia sembra essere definitivamente venuta a mancare. Binotto ha interpretato una certa distanza presidenziale, dopo la tempesta mediatica seguita al GP del Brasile, come un pesante segnale negativo. E non ha voluto attendere di essere logorato da settimane di voci, di illazioni, di ipotesi sul futuro suo e della sua squadra.

    Il primo esemplare della Ferrari 2023

    Viene da chiedersi se in questo momento, ovvero nelle settimane in cui si sta mettendo a punto il progetto 2023 e si va verso la realizzazione del primo esemplare della nuova monoposto, giorni di lavoro intenso e a volte frenetico, privarsi del responsabile principale sia una mossa giusta oppure avventata. Ma questo punto non sembra più essere un tema in discussione. Sullo sfondo, comunque, rimangono i problemi da risolvere (affidabilità e capacità di sviluppo lungo la stagione ) e quelli irrisolti (le gerarchie tra i due piloti, con Charles Leclerc che certamente non è soddisfatto e Carlos Sainz che coltiva ambizioni in grande). Trovare un equilibrio tra queste istanze non sarà un’impresa facile, né comporterà tempi brevi per chiunque sia chiamato al posto di Binotto. Non resta che attendere la stagione 2023: solo i risultati in pista daranno un giudizio inequivocabile sulle decisioni di queste ore.

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    F1, Ferrari: Leclerc e Sainz penultimi per giri percorsi in gara nel 2022

    ROMA – La stagione 2023 di Formula 1, per la Ferrari, ha lasciato l’amaro in bocca con Charles Leclerc e Carlos Sainz troppo spesso frenati da problemi alla monoposto. C’è un dato in particolare a spiegare la fragilità della vettura, ossia quello dei giri percorsi in gara con la Rossa: i due piloti Ferrari, infatti, hanno messo insieme appena 2222 giri, penultimi in questa speciale classifica davanti solo ad Alfa Romeo, ferma a 2196, e dietro anche all’altra scuderia motorizzata Ferrari, la Haas, a quota 2274.
    Ferrari troppo poco “affidabile”
    Anche se non tutti i ritiri affrontati dalla Ferrari quest’anno sono dipesi da guai di affidabilità – come nel doppio ritiro patito da Sainz tra Melbourne e Imola o di quello subito da Leclerc in Francia – l’esistenza di problema è innegabile. I forfait legati a problemi tecnici per il team di Maranello sono stati quattro – due a testa per i due piloti – e occorsi tutti nella prima metà dell’anno tra Spagna, Azerbaigian (doppio ritiro) e Austria. Un problema che la Rossa dovrà risolvere assolutamente in ottica 2023 per cercare di riportare a Maranello un mondiale che manca dal 2008.

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    F1, Ferrari e il problema che preoccupa Leclerc e Sainz

    ROMA – Il secondo posto nel mondiale di Formula 1 non può mitigare l’amarezza in casa Ferrari, con Charles Leclerc e Carlos Sainz troppo spesso frenati da problemi alla monoposto. C’è un dato in particolare a spiegare la fragilità della vettura, ossia quello dei giri percorsi in gara con la Rossa: i due piloti Ferrari, infatti, hanno messo insieme appena 2222 giri, penultimi in questa speciale classifica davanti solo ad Alfa Romeo, ferma a 2196, e dietro anche all’altra scuderia motorizzata Ferrari, la Haas, a quota 2274.
    Ferrari e i problemi di affidabilità della Rossa
    Anche se non tutti i ritiri affrontati dalla Ferrari quest’anno sono dipesi da guai di affidabilità – come nel doppio ritiro patito da Sainz tra Melbourne e Imola o di quello subito da Leclerc in Francia – l’esistenza di problema è innegabile. I forfait legati a problemi tecnici per il team di Maranello sono stati quattro – due a testa per i due piloti – e occorsi tutti nella prima metà dell’anno tra Spagna, Azerbaigian (doppio ritiro) e Austria. Un problema che la Rossa dovrà risolvere assolutamente in ottica 2023 quando sarà obbligatorio puntare al titolo battagliando ad armi pari con la Red Bull.

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    Le penalità: Gasly, Stroll, l’Alpine e un sistema da ritoccare

    TORINO – Perdere i punti sulla patente è una grande seccatura. Per i piloti di Formula 1, prendere penalità sulla Superlicenza è più o meno la stessa cosa. Quando si arriva a 12 punti scatta una gara di sospensione. Anni fa, quando venne introdotta la norma, saltare una gara pareva una pena enorme. Oggi, nell’era del covid (anni di pandemia e anni di post pandemia, poco importa) in tanti sono stati costretti a saltare una o più gare. Ovvio, nessuno è mai stato contento per questo, dal momento che nessun pilota suol cedere il volante, e qualche volta i sostituti hanno corso così bene (vedasi Russell l’anno scorso in Bahrain o Hulkenberg quest’anno al posto del contagiato Vettel) che ne hanno tratto vantaggio per la carriera. I punti di penalità hanno una durata annuale, calcolata sull’anno “mobile” (cioè da quando è stata presa la prima), e dunque passano da un Mondiale all’altro.
    La ripicca in Giappone
    Il pilota più a rischio penalità è attualmente il francese Pierre Gasly, che ha appena lasciato il pianeta Red Bull (sponda AlphaTauri) per passare all’Alpine. Ha già 10 punti e i primi verranno cancellati solo dopo 7 gare. Da qui a dire che Gasly dovrà correre alzando il piede dell’acceleratore ce ne passa, ovviamente. Ma certamente un condizionamento ce l’avrà, fino a quando non si sentirà libero di correre come sempre. Lui stesso, raccogliendo il consenso di altri colleghi, ha chiesto una revisione del sistema di attribuzione delle penalità, perché se si va a leggere il rapporto della Fia, si scopre che una volta è stato punito per superamento dei track limits (obiettivamente un peccato veniale che, secondo buon senso, dovrebbe essere azzerato a fine anno), un’altra per il controverso episodio accaduto In Giappone (nella sostanza aveva ragione lui, ha pure ricevuto un cartellone pubblicitario in faccia, le penalità sono sembrate una ripicca più che una punizione). Stroll e Albon sono altri piloti che hanno molte penalità, i ferraristi quasi nessuna (Leclerc 1 punto, Sainz 0). Ma certamente qualche aggiustamento al sistema sarà da apportare.
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    F1, test Abu Dhabi: dominio Ferrari, Sainz precede Leclerc e Shwartzman

    ABU DHABI – E’ di Carlos Sainz il miglior tempo nei test Formula 1 ad Abu Dhabi. Il pilota della Ferrari, sul circuito di Yas Marina, firma il crono di 1:25.245 e precede le altre due Rosse di Charles Leclerc e Robert Shwartzman, rispettivamente in seconda e terza posizione. Dietro alle tre vetture di Maranello c’è Pierre Gasly, che si mette davanti alla Red Bull del campione del mondo Max Verstappen, quinto. Seguono le due Williams di Alexander Albon e Logan Sargeant.
    Gli altri tempi
    Ottavo tempo per Nyck De Vries davanti a Lance Stroll, mentre a chiudere la top ten c’è la Red Bull di Liam Lawson. Fernando Alonso, alla prima prova in Aston Martin, è dodicesimo dietro a Jack Doohan. Indietro le Mercedes: Lewis Hamilton è diciassettesimo, Frederik Vesti è terzultimo davanti a George Russel, penultimo.
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    F1, Ferrari comanda i test di Abu Dhabi: la top 3 è tutta rossa

    ABU DHABI – Carlos Sainz comanda la giornata di test della Formula 1 ad Abu Dhabi. Il pilota della Ferrari, sul circuito di Yas Marina, firma il crono di 1:25.245 e precede le altre due Rosse di Charles Leclerc e Robert Shwartzman, rispettivamente in seconda e terza posizione. Dietro alle tre vetture di Maranello c’è Pierre Gasly, che si mette davanti alla Red Bull del campione del mondo Max Verstappen, quinto. Seguono le due Williams di Alexander Albon e Logan Sargeant.
    Gli altri piloti
    Ottavo tempo per Nyck De Vries davanti a Lance Stroll, mentre a chiudere la top ten c’è la Red Bull di Liam Lawson. Fernando Alonso, alla prima prova in Aston Martin, è dodicesimo dietro a Jack Doohan. Indietro le Mercedes: Lewis Hamilton è diciassettesimo, Frederik Vesti è terzultimo davanti a George Russel, penultimo.
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    F1, Leclerc spaventa la Ferrari: la frase sul futuro

    ROMA – Charles Leclerc ha tracciato un bilancio del Mondiale 2022 di Formula 1, che ha visto lui e la Ferrari chiudere al secondo posto nelle classifiche piloti e costruttori. Non è soddisfatto il monegasco, il quale però guarda anche i lati positivi: “Più delle mie nove pole e tre vittorie, del 2022 salvo il fatto che siamo tornati competitivi, dopo due stagioni frustranti e complicate da vivere. Emotivamente in questo finale di stagione ci sono stati molti alti e bassi. L’inizio è stato quasi perfetto, complicata la parte centrale con molti problemi di motore, penalità e problemi di strategia e alla fine eravamo un po’ sopra a Red Bull e Mercedes”. 
    Le gerarchie in Ferrari
    “Gli errori, quando si spinge al massimo possono succedere – ha aggiunto Leclerc -. Più che Imola, che è stata frustrante, più duro è stato quello al Gran Premio di Francia dove ho perso 25 punti, quando eravamo ancora in corsa per il titolo. Silverstone non è stato facile da vivere, ma il momento più doloroso l’ho vissuto a Montecarlo, abbiamo fatto le scelte sbagliate e perso”. In Ferrari non è mai stata decretata una vera gerarchia tra Charles e Carlos Sainz, a differenza di altri team rivali: “E’ qualcosa che personalmente non posso controllare – ha detto il monegasco -, quindi preferisco concentrarmi su quello che posso gestire e sulla mia guida. Sono cose che si affrontano internamente se ne sento il bisogno. Il mio lavoro è fare il meglio possibile e allora il team deve spingere nella mia direzione”. Ma in cosa serve un passo in avanti? “Ci sono tre cose – ha sentenziato Leclerc – da migliore veramente: affidabilità, gestione delle gomme e soprattutto comunicazione e strategia in gara che sono legate”.

    Sul futuro
    Il futuro a breve termine di Leclerc è senza dubbio legato alla Ferrari, con un contratto fino al 2024. Su quello più lontano, invece, non ci sono ancora certezze: “Il 2024 è lontano e mi resta un po’ di tempo con Ferrari. Questa scuderia è sempre stata il mio sogno. Il mio obiettivo per il momento è di vincere con la Ferrari, poi si vedrà. Sono contento qui e ho voglia di vincere con loro”.

    I rumors su Binotto
    C’è spazio anche per qualche parola sui rumors che vedrebbero Mattia Binotto via dal ruolo di team principal: “Per ora sono solo voci. Ce ne sono sempre in Formula 1 e ancora di più in Ferrari. Ho imparato a non pensarci e a non commentare, soprattutto in questo momento. Da fuori la gente non si rende conto delle poche informazioni che abbiamo a disposizione nelle monoposto – ha poi affermato Leclerc -. Non si può vincere un campionato dall’auto con il 5% delle informazioni che invece detengono in totalità gli addetti alla strategia. Mi servirebbero invece le informazioni del muretto. Il miglior approccio è essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda per prendere le decisioni giuste insieme. Non vuol dire necessariamente cambiare le persone, ma è qualcosa che riguarda il modo di funzionamento della comunicazione tra gli ingegneri, che deve essere più chiaro”. 

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    F1, Leclerc: “Ferrari, serve cambiare qualcosa. Futuro? Si vedrà”

    ROMA – Terminata la stagione di Formula 1, Charles Leclerc può tracciare un bilancio più preciso del Mondiale terminato al secondo posto in classifica piloti e dalla sua Ferrari nella medesima posizione del campionato costruttori. Non è soddisfatto il monegasco, il quale però guarda anche i lati positivi: “Più delle mie nove pole e tre vittorie, del 2022 salvo il fatto che siamo tornati competitivi, dopo due stagioni frustranti e complicate da vivere. Emotivamente in questo finale di stagione ci sono stati molti alti e bassi. L’inizio è stato quasi perfetto, complicata la parte centrale con molti problemi di motore, penalità e problemi di strategia e alla fine eravamo un po’ sopra a Red Bull e Mercedes”. 
    Le gerarchie
    “Gli errori, quando si spinge al massimo possono succedere – ha aggiunto Leclerc -. Più che Imola, che è stata frustrante, più duro è stato quello al Gran Premio di Francia dove ho perso 25 punti, quando eravamo ancora in corsa per il titolo. Silverstone non è stato facile da vivere, ma il momento più doloroso l’ho vissuto a Montecarlo, abbiamo fatto le scelte sbagliate e perso”. In Ferrari non è mai stata decretata una vera gerarchia tra Charles e Carlos Sainz, a differenza di altri team rivali: “E’ qualcosa che personalmente non posso controllare – ha detto il monegasco -, quindi preferisco concentrarmi su quello che posso gestire e sulla mia guida. Sono cose che si affrontano internamente se ne sento il bisogno. Il mio lavoro è fare il meglio possibile e allora il team deve spingere nella mia direzione”. Ma in cosa serve un passo in avanti? “Ci sono tre cose – ha sentenziato Leclerc – da migliore veramente: affidabilità, gestione delle gomme e soprattutto comunicazione e strategia in gara che sono legate”.

    Futuro incerto?
    Il futuro a breve termine di Leclerc è senza dubbio legato alla Ferrari, con un contratto fino al 2024. Su quello più lontano, invece, non ci sono ancora certezze: “Il 2024 è lontano e mi resta un po’ di tempo con Ferrari. Questa scuderia è sempre stata il mio sogno. Il mio obiettivo per il momento è di vincere con la Ferrari, poi si vedrà. Sono contento qui e ho voglia di vincere con loro”.

    Su Binotto
    C’è spazio anche per qualche parola sui rumors che vedrebbero Mattia Binotto via dal ruolo di team principal: “Per ora sono solo voci. Ce ne sono sempre in Formula 1 e ancora di più in Ferrari. Ho imparato a non pensarci e a non commentare, soprattutto in questo momento. Da fuori la gente non si rende conto delle poche informazioni che abbiamo a disposizione nelle monoposto – ha poi affermato Leclerc -. Non si può vincere un campionato dall’auto con il 5% delle informazioni che invece detengono in totalità gli addetti alla strategia. Mi servirebbero invece le informazioni del muretto. Il miglior approccio è essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda per prendere le decisioni giuste insieme. Non vuol dire necessariamente cambiare le persone, ma è qualcosa che riguarda il modo di funzionamento della comunicazione tra gli ingegneri, che deve essere più chiaro”. 

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