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    Dalla Serbia: Novak Djokovic aveva avuto la febbre la notte prima delle semifinale contro Jannik Sinner a Melbourne

    Novak Djokovic e Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    La recente partita tra Jannik Sinner e Novak Djokovic agli Australian Open è stata definita da molti come una “finale anticipata”, un incontro che ha tenuto gli appassionati di tennis con il fiato sospeso. Sebbene Sinner abbia affrontato una finale complicata contro Medvedev, la sua prestazione contro Djokovic è stata indiscutibilmente eccezionale.
    Novak Djokovic, noto per la sua resistenza e prestazioni costanti, è sembrato insolitamente sotto tono nei primi due set contro Sinner. Solo a distanza di giorni, grazie alle rivelazioni di Luka Nikolic in un popolare podcast serbo, è stato reso noto che Djokovic ha dovuto combattere contro la febbre la notte prima della semifinale. Questa condizione, paragonabile a quella che aveva afflitto Alexander Zverev, ha chiaramente influenzato la sua performance.Nonostante le sue condizioni fisiche, Djokovic ha scelto di non cercare scuse per la sua performance. Ha evitato di rendere pubblica la sua condizione per non apparire come se stesse cercando alibi. Questa scelta ha dimostrato un’incredibile forza di carattere. In effetti, durante il match, Djokovic è apparso spaesato in alcuni momenti.
    Nonostante la sconfitta, Djokovic ha mantenuto un comportamento impeccabile. Ha espresso il suo stupore per la propria prestazione, riconoscendo allo stesso tempo il talento e l’abilità di Sinner. In seguito, è stato proprio Djokovic a congratularsi per primo con Sinner per la sua vittoria agli Australian Open, inviandogli un caloroso messaggio in italiano.
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    Clement: “Oggi i primi 4 al mondo sono molto distanti dagli altri. La visione che abbiamo di Djokovic è messa in discussione”

    Jannik Sinner a Melbourne (foto Getty Images)

    Arnaud Clement è stato buon profeta. L’ex finalista (2001) degli Australian Open prima dell’avvio del torneo sulle colonne de L’Equipe aveva scommesso su Jannik Sinner come vincitore del primo Slam della stagione. Troppo dominante e intenso il tennis mostrato dall’azzurro nel finale del 2023, e la serie di top player battuti confermava quanto Jannik fosse pronto ad alzare la coppa di un Major. Così è stato, con una cavalcata spettacolare, una nuova vittoria contro Djokovic e una finale epica, rimontando due set a Medvedev.
    Il quotidiano sportivo parigino è tornato a parlare con Clement, per analizzare la vittoria di Sinner e la situazione del tennis maschile in questo momento. Per l’ex top10 francese, i primi quattro in classifica – Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner – hanno scavato un solco importante, profondo, con tutti gli avversari, tanto che a suo dire sarà quasi impossibile che uno dei giocatori appena dietro riesca a vincere un major quest’anno e in futuro chissà. Riportiamo alcuni passaggi dell’interessante pensiero di Clement.
    “Il successo di Jannik Sinner agli Australian Open non mi ha sorpreso. Mi sono detto che se c’era qualcuno capace di creare una piccola sorpresa quello era lui” afferma Arnaud. “Dato il suo livello nel 2023 e visti i suoi progressi, abbiamo constatato che non era più nella stessa categoria di prima, era arrivato al top. A fine anno è entrato chiaramente nel clan dei quattro top, con Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev. Quando ho visto i suoi risultati di fine stagione, il suo successo in Coppa Davis, le sue due vittorie su Djokovic, ho pensato: è “on fire!”, che livello!”.
    “C’è una top 4 ben definita ed è ben al di sopra rispetto al resto degli altri giocatori al mondo. Questo ha senso quando si vedono i progressi e il tennis praticato da loro, molto superiore a quello degli altri. Prenderò ad esempio quello di Andrey Rublev, che è 5° al mondo. Sappiamo quanto sia forte da fondo campo, ma il suo tennis non ha subito alcuna evoluzione. Ha ancora gli stessi difetti: il servizio, il fatto che non arriva quasi mai a rete, dove può essere goffo… Niente a che vedere con Sinner”.
    Questi per Clement i punti di forza di Sinner: “Come colpisce la palla da entrambi lati. Di fronte a lui non puoi scegliere se giocare di diritto o di rovescio. Ad una certa velocità vieni distrutto. Per battere i migliori devi essere completo, lui lo è molto più di prima. Un anno fa era evidente che poteva progredire anche sulla seconda di servizio, ce l’ha fatta. Ha modificato questo movimento, è più compatto. Poi il fisico, prima poteva pagare fisicamente nelle partite difficili. Oggi regge e con intensità. Abbiamo anche visto, soprattutto al Masters, che riesce a venire di più a rete. Non metto più Stefanos Tsitsipas, Alexander Zverev o Rublev nella sua stessa categoria. Questi ragazzi, non li vedo ancora in grado di sollevare un trofeo del Grande Slam”.
    Secondo il francese, il dominio totale di Djokovic è ormai a rischio vista l’ascesa di Alcaraz prima e di Sinner oggi: “Avere un Sinner così forte è un punto di svolta. Ci siamo sempre chiesti chi potesse battere Djokovic sul cemento e sull’erba. Ecco Sinner, un giocatore lo ha appena battuto tre volte sul cemento. La visione che abbiamo di Djokovic è un po’ messa in discussione. Per la prima volta, a Melbourne, ci siamo detti che dimostrava la sua età.  È chiaro che adesso ci sono due o tre ragazzi che possono sgambettarlo nei tornei del Grande Slam, perché sono capaci di tenergli testa nei momenti importanti. Ovviamente Djokovic è capace di rimettere le cose a posto. Ma se scattiamo una foto di fine 2023-inizio 2024, Sinner lo ha battuto in partite che contano davvero, sia in Coppa Davis che a Melbourne. Ora che lo ha battuto in un match da cinque set, sa di poterlo fare ancora”.
    Per Clement, Medvedev è più di un quarto incomodo… “Attenzione, non dobbiamo dimenticare Medvedev! Non ne parliamo oggi perché ha perso la finale, ma è ancora lì. Un anno fa abbiamo focalizzato solo la rivalità Djokovic-Alcaraz. Non è più così. La cosa bella è che c’è anche una rivalità Alcaraz-Sinner, e lo sarà per molto tempo! È fantastico, ci aspettano sfide spettacolari” conclude Arnaud.
    Sono considerazioni molto interessanti, che commentiamo volentieri. In effetti, se ci mettiamo nei panni di un rivale di Sinner, dell’ultimo Sinner, …dove lo attacchi? Sul rovescio è fortissimo, ma ormai anche sul diritto non perde più il controllo come in passato e può fulminarti con un’accelerazione cross ancor più stretta e veloce, o uno di quei cambi in lungo linea che hanno tramortito sia Djokovic che Medvedev (vedi l’indimenticabile match point a Melbourne in finale, solo citarne uno ormai iconico). Inoltre il fatto che che Sinner negli ultimi mesi ha battuto tutti i più forti, cedendo solo nella finale di Torino, è la conferma che nelle grandi occasioni l’azzurro è diventato un leader. Quello da battere. “Djokovic può rimettere le cose a posto”, afferma Clement, ed è quello che tutti si aspettano. Come “Nole” ha rilanciato con ancor più cattiveria agonistica la scorsa estate dopo la sconfitta a Wimbledon, tutto lascia pensare che già nel prossimo Sunshine Double il serbo arriverà con la voglia matta di riaffermare il suo ruolo di leader. La sensazione è che ne vedremo delle belle…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner: Dal trionfo in Australia al Colosseo, il Campione che incanta Roma

    Jannik Sinner – Foto Sposito/FITP.

    Jannik Sinner, la stella del tennis italiano, dopo il trionfale successo agli Australian Open, ha continuato a far parlare di sé durante il suo tour a Roma. Il campione altoatesino, atterrato ieri da Melbourne, ha intrapreso una giornata ricca di impegni, culminando in uno shooting fotografico esclusivo all’interno del Colosseo.
    Un Giorno Tra Conferenze e Shooting FotograficiDopo una conferenza stampa ricca di domande e riflessioni presso la sede della Federtennis, dove Sinner ha anche declinato l’invito a partecipare a Sanremo 2024, il campione ha raggiunto l’iconico anfiteatro romano. Qui, il nativo di San Candido si è concesso una serie di scatti memorabili con il trofeo dell’Australian Open.

    Incontri Istituzionali di PrestigioIl soggiorno di Sinner nella Città Eterna non si è limitato solo a impegni mediatici. Ieri, il tennista ha avuto l’onore di incontrare il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e giovedì 1 febbraio sarà ricevuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme alla squadra azzurra vincitrice della Coppa Davis.

    Emozioni al ColosseoL’emozione di Sinner era palpabile mentre, accompagnato da Daniela Santanché, Ministra del turismo, e Gennaro Sangiuliano, Ministro della cultura, faceva il suo ingresso nel Colosseo. Per lui, che ha confessato di entrare per la prima volta nell’arena, è stata un’occasione unica per condividere il suo trionfo con il patrimonio culturale italiano. Le foto del “nuovo gladiatore italiano” con il suo trofeo sono già diventate virali, diffondendo l’immagine di un atleta che non solo brilla nei campi da tennis, ma che sa anche incantare con la sua presenza nel cuore storico di Roma.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Sinner: “Il nostro obiettivo era di giocare meglio gli Slam. Adesso ogni torneo in cui partecipo si va a caccia”

    Jannik Sinner nella conferenza a Roma

    Jannik Sinner ha tenuto una conferenza stampa a Roma presso la nuova sede della Federazione, insieme al Presidente Angelo Binaghi che ha accolto il nuovo campione Slam. Queste le parole del Presidente, in apertura dell’evento (riportiamo dai siti FITP e Supertennis).
    “Intervengo come padrone di casa per darvi il benvenuto nella nostra nuova sede che ci permetterà, dopo tanti anni, di lavorare finalmente tutti insieme e meglio. L’abbiamo acquistata con i proventi della attività commerciale e la ristruttureremo, in particolare in questo grande giardino dove intendiamo coltivare vaste piantagioni di carote. A parte gli scherzi, finalmente oggi non risponderò ad alcuna delle vostre domande, so che mi perdonerete, qua c’è un unico grande protagonista, one man show, ed è la festa di Jannik Sinner”.
    “Voglio però dirvi due cose. Inanzitutto voglio ringraziare Jannik a nome di tutto il movimento, i dirigenti, i maestri, gli atleti e i praticanti, dal più piccolo al più grande, quello che lui ha fatto e soprattutto quello che lui dice ci rende orgogliosi. A me personalmente poi Jannik mi fa impazzire; quella ricerca quotidiana del lavoro come dottrina, la voglia continua di migliorarsi, anche dopo un risultato del genere, la ricerca di risultati sempre migliori è quello che nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di fare noi anche dopo le nostre vittorie, come l’upgrade degli Internazionali BNL d’Italia o la conquista delle Nitto ATP Finals avremo potuto fare passerella, starcene in tribuna a goderci il meritato successo e invece li abbiamo considerati come uno stimolo per lavorare di più e crescere ancora, nutrendoci di dati così come Jannik fa di risultati in campo”.

    Queste invece le parole più significative di Sinner nel corso della conferenza di oggi pomeriggio a Roma.
    “Sono contento di condividere queste emozioni con voi, però nell’altro senso non c’è solo questo torneo. Ci sono tanti tornei durante l’anno, ci sono tante possibilità di far bene ma anche di far male. Dobbiamo essere pronti, contenti di questa situazione, per me ma anche per il mio team.Si sente il calore della gente, che mi piace. Ma nell’altro senso sono un ragazzo semplice, normale”.
    “Mi piace la pressione, quindi ho scritto ieri al mio team ‘Ragazzi ci dobbiamo preparare perché dobbiamo lavorare!’ Questo è stato il mio messaggio, e quindi faremo ancora più lavoro di prima, ancora più concentrati e speriamo di far bene”.

    “I like the pressure. I wrote to my team yesterday, ‘guys we have to prepare because we have to work’.
    That was my message and so we will do even more work than before and be more focused.
    pic.twitter.com/lrk4mJ7qKh
    — Janniksin_Updates (@JannikSinner_Up) January 31, 2024

    Importante il passaggio dedicato al suo team, fulcro della sua crescita e straordinari risultati: “Sapevo che dovevo migliorare la parte fisica, ora sono soddisfatto ma ancora non abbiamo finito. Faremo tanto lavoro in palestra. posso fare tutto meglio: è stato molto importante lo step mentale, capire come affrontare certe partite. Nel team nessuno è invasivo. Simone è molto bravo tecnicamente e tatticamente, anche lui è stato giocatore, sa quali colpi funzionano e quali no. Lui e Darren sono bravi a capire cosa sia meglio per me. Darren si occupa più della gestione di certi momenti, ha vinto tanti Slam da coach.
    Si torna alla svolta del febbraio nel 2022, la separazione dal “papà sportivo” Riccardo Piatti e la costruzione di un nuovo team tutto suo. “Nella vita ci sono situazioni che vanno bene, altre che vanno male, altre che vanno bene però… Ho avuto questo però nella mia testa. Ho fatto una scelta che sembrava folle, ma mi butto nel fuoco. mi son detto che volevo conoscere un altro metodo di lavoro, non era detto che fosse giusta o sbagliata. Nelle scelte devo essere bravo a capire le persone del mio team, ma devo capire anche me stesso e quello che voglio. Quello che ho capito è che il mio team non deve essere il migliore di tutti ma devono essere persone che si capiscono, in cui ognuno fa il suo lavoro, e sono tutte persone brave, normali”.
    Jannik scioglie il “nodo Sanremo”, argomento sulla bocca di tutti in questi giorni: “Farò il tifo da casa! Dopo questi due giorni qui a Roma riprendo ad allenarmi, guardo già avanti. Quando dovrei andare lì sarò già a lavorare, quindi non andrò a Sanremo”.

    Sta per iniziare la conferenza stampa di Jannik #Sinner!
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    — SuperTennis TV (@SuperTennisTv) January 31, 2024

    Questi i suoi prossimi programmi: “Non abbiamo ancora parlato di questo. Il nostro obiettivo era di giocare meglio gli Slam. L’anno scorso ho fatto la semifinale a Wimbledon, però ce ne sono altri 3. Il primo quest’anno, meglio di così non poteva andare. Ma come ho detto prima, non finisce qui la stagione. Nella preparazione abbiamo lavorato tanto, però mancava la competizione. Quando sono arrivato a Melbourne ho iniziato subito con l’Australian Open, ero felice di essere lì e mi sentivo bene. Adesso ogni torneo in cui partecipo si va a caccia, poi vediamo cosa si può prendere. Ci saranno settimane buone, altre meno buone. Adesso ho maggior confidenza”.
    Altra risposta importante sulla residenza a Monaco, che cancella una volta per tutte le sterile polemiche che circolano sul questo tema: “Quando avevo 18 anni mi allenavo a Bordighera con il mio ex allenatore che aveva la residenza a Monaco, quindi ci sono andato anche io. La cosa bella di Monaco è che ci sono tanti giocatori con cui allenarsi, le strutture sono perfette. Lì mi sento a casa, sto bene lì, ho una vita normale. Posso andare al supermercato con zeri problemi, quindi sto bene lì”.
    Bella e toccante la risposta sul suo non essere andato immediatamente a casa a Sesto Pusteria. Poche parole che confermano la profondità di Jannik, la sua sensibilità: “Non voglio tornare a Sesto adesso perché è successo un brutto incidente con 3 morti, c’erano dei bambini, giovani. Il terzo figlio è in ospedale. Il papà è rimasto da solo e sta sostenendo suo figlio in ospedale. Quindi non mi sembra corretto tornare a Sesto, è un momento difficile. Non è assolutamente il caso di fare una festa lì, abbiamo fatto tutto qui dato che domani c’è anche l’evento al Quirinale”.
    È un momento molto positivo nella sua vita, ma Sinner resta sempre con i piedi per terra: “Non è che sta andando tutto dritto, comunque non ho paura di niente. Nella mia testa c’è sempre una partita di tennis, se un giorno un avversario gioca meglio di me e mi batte, gli do la mano e si riparte come prima. Ci saranno dei momenti difficili da gestire, ma non ho paura”.
    Olimpiadi 2024, per Sinner sarà l’esordio, e non vede l’ora: “Ho già detto alla fine della scorsa stagione che le Olimpiadi per me saranno un momento chiave, anche per la mia crescita. Sarà la prima volta che le giocherò pertanto sono contento. Ci saranno tutti gli atleti migliori al mondo, non vedo l’ora di conoscerli e prendere spunti da loro, possono aiutarmi. Sarà uno dei tornei più importanti dell’anno, perché non si gioca tutti gli anni. Speriamo che l’Italia possa portare a casa più medaglie possibili”.
    Due parole su Alex Vittur, il suo manager e uomo di fiducia: “È molto importante per me. Quando ho un problema vado da lui. Ora mi sta aiutando a fare anche altre cose. L’ho conosciuto quando avevo 13 anni, è la persona che mi capisce di più. Sa come sono, sa com’ero, tutti e due ci capiamo al volo quando ci sono da prendere certe decisioni. Lui conosceva Vagnozzi perché ci si allenava insieme ed era spesso in contatto con lui, per lui Simone era un ottimo allenatore. Devo ringraziare Alex per tante cose, mi sta aiutando moltissimo. Si parla poco di lui perché anche lui vuole che sia così”.
    Un pensiero anche per il primissimo maestro nella sua montagna, Heribert Mayr: “È una grande persona, Alex mi ha fatto vedere il suo messaggio, mi sono emozionato. Devo ringraziarlo perché è stato l’unico allenatore in Alto Adige oltre ad Andreas Schönegger”.
    L’importanza della sua vittoria per il movimento in Italia: “Il passo di portare più gente possibile a giocare a tennis è la cosa più importante che stiamo facendo. È sano come sport, c’è competizione ma non c’è contatto. Ti servono solo una racchetta e una pallina. Non ci dimentichiamo di Fognini che ha vinto Montecarlo, poi è arrivato Berrettini, ora ci sono io. Ma tutti stiamo contribuendo al futuro del tennis italiano, sperando che arrivino tanti giovani”.
    Belle parole anche per Matteo Berrettini, che ha dato il via insieme a Fognini alla rinascita ad altissimo livello del tennis italiano: “Ci siamo sentiti dopo la finale, mi ha scritto un bellissimo messaggio. Lui è un giocatore veramente forte, io spero di vederlo il prima possibile. Speriamo di rivederlo in forma, manca un po’ nel circuito. Mi ha fatto dei bellissimi complimenti, come me li ha fatti tutta la squadra della Davis. Abbiamo un ottimo doppio ormai con Bolelli e Vavassori. Matteo mi ha anche sempre aiutato, io gli sono grato. Se lui mi dovesse chiedere qualcosa, come è già successo qualche volta, io sarei disposto ad aiutarlo perché ci tengo molto a lui”.
    Torna anche sulla bella frase sui ragazzi e famiglie, e sulla sua famiglia, pronunciata dopo la vittoria a Melbourne: “Ci sono stati aspetti positivi e aspetti negativi. La cosa negativa è che ora ci sono tante persone fuori casa dei miei genitori, ed è un po’ casino! In questo ho fatto un casino, nell’altro senso ci sono sempre dei genitori che mettono pressione ai ragazzi. Delle volte funziona, delle volte no. Io ho fatto un discorso in generale, di lasciare libertà. A una certa età comunque non si ha la libertà di fare certe cose, io conosco solo la mia storia, che mi ha insegnato valori buoni. Ogni genitore è diverso, quindi non voglio infilarmi in certe situazioni”.
    Una giornata importante, istituzionale, per Sinner, che resterà a Roma anche per essere ricevuto dal Presidente Mattarella, dopo aver salutato la Presidente del Consiglio Meloni. Passaggi obbligati per Jannik, diventato anche nuovo “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport”, onorificenza ricevuta da Antonio Tajani. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari e della Cooperazione internazionale ha incontrato il 22enne altoatesino di Sesto Pusteria presso la Farnesina.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Effetto Sinner anche fuori dal tennis: per i bookie può fare il portabandiera a Parigi, spunta anche la quota di Sanremo e Oscar

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Giornali, tv e social: la faccia di Jannik Sinner è dappertutto. All’indomani del trionfo agli Australian Open, l’Italia celebra il suo uomo-copertina e prova a tenerselo stretto. L’ipotesi più calda è sempre legata al mondo sportivo e vede l’altoatesino come possibile portabandiera azzurro alle Olimpiadi di Parigi 2024, opzione che paga 5 volte la posta.
    Ma non c’è solo lo sport. Già durante il torneo di Melbourne girava voce di un’operazione condotta in prima persona da Amadeus per portare Jannik sul palco di Sanremo. Qua si va ben oltre l’ipotesi: la presenza di Sinner all’Ariston durante il Festival è vista a 2, riferisce Agipronews. Dalla canzone italiana al cinema, ecco che prende quota anche una comparsata di Sinner sul red carpet degli Oscar. Stavolta i bookmaker sono più scettici: una trasferta oltreoceano per la consegna dei premi si attesta a 15. LEGGI TUTTO

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    Sinner, una vittoria “rotonda”, da Campione completo

    Sinner con tutto il team a Melbourne (foto Getty Images)

    “A volte le parole non bastano.E allora servono i colori.E le forme.E le note.E le emozioni.”
    Prendo volentieri in prestito le belle parole di Alessandro Baricco per descrivere lo stato d’animo attuale di chi ha raccontato su Livetennis la straordinaria cavalcata di Jannik Sinner agli Australian Open 2024. Sono passati più di due giorni dall’incredibile successo dell’azzurro in finale su Medvedev, ma l’emozione è ancora forte, palpabile, intensa. Non ci si stanca mai di rivedere il match point, quel gioioso crollo a terra, occhi chiusi, ad assaporare un momento sognato da una vita. E noi con lui, a inveire contro il mondo intero in quei due maledetti set iniziali, con la speranza che quel contro break alla fine del secondo non fosse solo un “brodino”, ma la scossa. Così è stato, la rimonta è arrivata per la gioia sua e di tutti noi, e non è stata un miracolo. Tutt’altro.
    Oltre 48 ore di vento, sole e freddo invernale non hanno affatto sopito l’emozione per la vittoria ma consentono di tornare con maggior lucidità e profondità sullo straordinario Australian Open giocato da Jannik, per un’analisi più dettagliata di quel che ci ha raccontato il torneo, le sue meravigliose sette vittorie che l’hanno trasformato in Campione Slam, il tennis che ha giocato e ha stroncato la resistenza dei migliori avversari. Senza la pretesa di essere esaustivi, e con l’intenzione di tornare presto sul tema per analizzare altri aspetti visto che di materiale da trattare ce n’è proprio tanto, …ed è bellissimo farlo!

    Una vittoria “rotonda” perché completa
    Uno Slam non lo si vince per caso. Mai. Possono esserci casi fortunati, nel senso di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. In passato – qualche lustro addietro, a dire il vero – abbiamo raccontato di vincitori Slam bravi a giocare il miglior tennis della vita con un tabellone non impossibile, rivali fortissimi incappati in momenti no, qualche assenza. Dall’avvento dei Big Three, non è praticamente mai accaduto, visto che alla fine uno di loro in una finale Slam c’è praticamente sempre stato, salvo rarissime occasioni (es: US Open 2020, proprio per citare uno Slam “diverso” e tutto particolare). Jannik Sinner si è strameritato la vittoria a Melbourne perché ha giocato meglio di tutti e ha sconfitto avversari fortissimi. I migliori possiamo dire senza ombra di dubbio. Lasciamo perdere i primissimi match, ugualmente dominati in modo impressionante, ma dagli ottavi Jan ha trovato rivali veri. Verissimi. Khachanov è un tennista forte, con qualche limite, ma al quarto turno è uno che non vuoi proprio ritrovarti al di là dalla rete, perché lotta fino all’ultima palla e ha potenza ed esperienza nella battaglia, anche sulla lunga distanza. Sinner l’ha demolito ben bene. Nei quarti ha superato Rublev, n.5 del mondo, quindi per ranking il peggiore che potesse incontrare. Vero che il tennis del moscovita va quasi sempre a “sbattere” contro quello dell’azzurro, ma Andrey ha disputato una partita di grande spessore, e se mai avesse vinto quel tiebreak in cui era in netto vantaggio il match si sarebbe sicuramente incendiato ancor più e complicato. Jannik ha compiuto uno dei capolavori del torneo infilando un filotto di punti magistrali, che ha stroncato testa e gambe del rivale.
    La semifinale vs. Djokovic, beh, ca va sans dire… Sinner ha scalato l’Everest sportivo del momento, battere il più forte nel torneo dove il più forte non aveva mai perso in semifinale (o finale). E come l’ha fatto, stroncando la resistenza del n.1 a furia di pallate, di un’intensità di spinta brutale, con l’incredibile merito di aver retto l’impatto del primo set perso nel torneo con la grande occasione sprecata per chiuderla. Un momento cruciale, ha dimostrato la capacità di reazione, solidità mentale e forza tecnica di Jannik, pronto a cancellare con un clic la prima vera difficoltà del torneo, incurante di chi fosse l’avversario, pronto a ripartire ancor più forte e riprendersi il comando del match, vincendolo. La finale è stata un film da Oscar, troppe cose, troppe situazioni, una rimonta incredibile. Solo un certo Borg era riuscito a rimontare due set di svantaggio nella sua prima finale Slam e vincerla. Siamo al top del top. Sull’Olimpo dello sport.
    Questi descritti sono solo alcuni degli aspetti che, tirando le somme, portano alla conclusione che la vittoria di Sinner agli AO24 è stata totale. Completa. Sinner ha giocato meglio di tutti, e l’ha fatto per 7 partite, senza grandi sbavature. Sinner ha condotto il gioco, ha imposto il suo tennis ma è anche stato bravo a cambiare all’occorrenza. Sinner ha reagito nei momenti difficoltà, contro Djokovic in SF e nella F vs. Medvedev, superando una partenza difficile per la tensione all’atto conclusivo e una possibile rimonta del n.1 in semi. Jannik ha mostrato nel torneo una formidabile capacità tecnica, fisica, mentale. Non è mancato niente, ha messo in campo tutto quel che deve avere un grande Campione. Scacco Matto – > Slam.

    La sensazione di gestione, da Campione affermato
    Ripensandoci a freddo, la misura della straordinaria forza di Sinner, della sua qualità e livello di prestazione raggiunto, viene dal fatto che in tutto il torneo, inclusi i due match più duri contro Djokovic e Medvedev, mai ha dato la sensazione di essere al limite delle proprie possibilità, sull’orlo di spezzarsi, rompere l’incantesimo. Quando in finale è andato sotto di due set, Jannik non era praticamente entrato in moto… Lì ha pagato la tensione del momento, dell’evento. Era quasi scontato accadesse, anche se nel pre partita quasi tutti gli analisti affermavano che l’azzurro avrebbe vinto, addirittura tre set a zero… No, quello sarebbe stato quasi disumano, ma Jannik è tutto il contrario, è un fantastico esempio di normale umanità. È un bravissimo, straordinario, eccezionale atleta “normale”. Proprio la normalità è la sua straordinarietà. Ha dovuto lavorare tanto, in campo e su se stesso, per arrivare dove è adesso.
    Non ha avuto sconti. Ne ha masticata di polvere. Di delusioni. Ripensiamo al Match Point non sfruttato vs. Alcaraz a NY. Ripensiamo alle batoste contro Tsitsipas a Melbourne. Ripensiamo alla seconda sfida a Wimbledon vs. Djokovic, dove mai è stato davvero in corsa per vincere. Ripensiamo a quando si faceva male assai spesso e vincere più match 3 su 5 sembrava un traguardo impossibile. Non parliamo di lustri ma solo di mesi addietro. Sinner ha lavorato, bene e duramente. È cresciuto di fisico e di mentalità, trovando una sicurezza e consapevolezza che l’ha fatto esplodere al massimo livello lo scorso autunno. Lo Slam sembrava diventato possibile dopo le Finals e la Davis. Possibile, non scontato. Agli Australian Open è stato straordinario per come ha gestito tutto il torneo. Vincere di slancio tre match, durando pochissima fatica – al contrario di Medvedev, …vero Daniil? – è stato decisivo per farlo arrivare fresco e focalizzato alle partite decisive. Mentre molti, da Zverev a Djokovic, si sono “incasinati” in prestazioni così così, lasciando per strada energie fisiche e mentali, Sinner ha tarato i suoi forzi ma è riuscito a vincere agile, senza accumulare scorie nel braccio, nelle gambe e nella testa. Ha vinto, ha preso fiducia, si è sentito sempre più libero e sciolto. Lo si è visto nei quarti, e poi in semifinale, dove è partito con una veemenza e potenza strabiliante, tanto da annichilire il n.1 con un’intensità brutale. Irresistibile. Ma anche in quello sforzo contro Djokovic, pur conducendo, pur tirando a mille all’ora, mai ha dato la sensazione di essere sopra le sue capacità, al limite, ad un secondo dal crack. No. C’era la sensazione netta e palpabile di misura, di controllo, che tutto quello di magnifico che stava producendo punto dopo punto fosse assolutamente “normale”, in gestione, a grande velocità ma non oltre i suoi limiti.
    E in finale, i primi due set non era “fuori controllo”, proprio non c’era affatto. Teso, bloccato dall’emozione per la partita più importante della sua vita. C’ha messo un’ora e mezza a scuotersi, ma c’è riuscito e non per grazia divina, o per gentile concessione di un Medvedev fortissimo, deciso come mai a vincerlo ‘sto Slam dopo due finali perse. Sinner ha reagito dopo il secondo break nel secondo set. Lì, mentalmente ha sentito che peggio non poteva andare, e che non era il caso di rovinare un così grande torneo con una “derrota fatal”. No. Si è rifiutato di assecondare tristemente quel che era stato fino a quel momento, e di pura lucida rabbia agonistica ha finalmente tagliato le corde alle zavorre mentali che bloccavano braccio e gambe. Due pallate micidiali, contro break. Jannik Sinner s’è tolto la tuta ed è sceso davvero in campo. Da Jannik Sinner. Ha iniziato a muovere il rivale, ad esplodere il suo tennis, si è ripreso il tempo di gioco, il centro del campo, il comando delle operazioni. Rimonta, vittoria. L’ha fatto con classe, con misura, anche qua senza dare la sensazione di esser andato oltre i propri limiti. È stato straordinario a ritrovarsi dopo un’avvio difficile e quindi giocare un gran tennis, ma nemmeno il suo “migliore”. Non ha giocato sopra ritmo, al limite, l’ha solo ritrovato. Come hanno fatto alcuni grandi campioni in passato. Reazione – > vittoria. Anche per questo, la finale degli AO24 è stata un capolavoro, una sorta di Laurea, di Master, di quel che certifica uno status superiore, di Campione completo.

    Mentalità, quel che “assicura” future vittorie
    La parola “assicurare” per mille motivi entra malvolentieri nel mio vocabolario. E infatti non v’è alcuna certezza che questo Slam di Sinner “assicuri” altri prossimi successi nei Major o grandi tornei. Ma tirando le somme di tutto quello che ho descritto finora insieme alle sue frasi a caldo dopo la vittoria, abbiamo un quadro di eccellenza assoluta, che ci fa capire la mentalità vincente di questo ragazzo e che non corriamo affatto il rischio di aver già toccato l’apice, ma solo una base di partenza su cui costruire grattaceli verso l’infinito.
    “Ho chiuso gli occhi crollato a terra dopo il match point e non ho pensato al trofeo, alla vittoria, ma alla prestazione, che alla fine mi ero ripreso e ho giocato bene dopo una partenza difficile”. “Avere questo trofeo, è una sensazione incredibile. Mi sento grato di averlo qui. Ma so che devo lavorare ancora più duramente, perché gli avversari troveranno il modo di battermi e devo essere preparato. Vediamo cosa ci riserverà il futuro”. Consapevolezza sì, ma anche tanta voglia di crescere. Il primo pensiero non andato alla soddisfazione di avercela fatta, ma al suo tennis, all’aver toccato un gran livello e di poterlo ancora migliorare perché niente è scontato, gli avversari sono forti e d’ora in poi ancor più vogliosi di batterlo. Ha pensato al team che si è costruito, coeso, di qualità, pronto a sostenerlo in ogni momento della sua prestazione e allenamento. Un team decisivo al Sinner vincente di oggi, alla mentalità di chi ha lavorato tanto e bene per massimizzare un talento innato. Questa la Mentalità del Campione, colui che non si ferma mai, che non si accontenta, che vede le vittorie come opportunità di crescita personale per arrivare ancor più in alto. Parole che Jannik ripete da anni, anche quando non aveva raggiunto risultati straordinari. Team. Lavoro. Processo. Stare in una posizione per passare alla successiva. Queste sono parole che ripete da tempo, nelle quali crede, che animano la sua giornata. Sono le chiavi della mentalità vincente, dei Campioni che hanno segnato un’epoca nello sport.
    Jannik Sinner con questa vittoria a Melbourne ha scritto una pagina indelebile della storia del gioco e del tennis italiano. Ma c’è molto, molto di più. L’intero torneo e il suo successo in finale ha dimostrato che Sinner ha raggiunto una maturità fisica, tecnica, mentale da Campione completo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner oggi è stato a Palazzo Chigi invitato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Binaghi su Sanremo “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione”

    L’Italia sportiva è ancora inebriata dai recenti trionfi di Jannik Sinner, il cui ritorno in patria è stato accolto come quello di un eroe nazionale. Tuttavia, l’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) e Sport e Salute hanno presentato il “Rapporto Sport 2023”, il primo del suo genere, invitando a una riflessione più profonda sullo stato di salute del sistema sportivo italiano e sull’attività motoria nel Paese.Il rapporto, che comprende un’ampia analisi di dati, è stato presentato al Foro Italico di Roma. Nonostante l’attenzione fosse rivolta alle questioni strutturali e organizzative dello sport italiano, il discorso si è velocemente spostato sul fenomeno Sinner. Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, ha sottolineato l’importanza della vittoria di Sinner non solo in termini sportivi ma anche come simbolo di eccellenza e orgoglio nazionale.
    Accanto a lui, Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, ha espresso un pensiero sorprendente riguardo alla possibile partecipazione di Sinner al Festival di Sanremo: “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione. Perché tutti ci andrebbero, ma lui è diverso”, ha detto Binaghi, enfatizzando l’etica lavorativa e la singolarità del tennista, che lo rendono “un italiano atipico”, “un po’ migliore degli altri”. “Sarebbe certamente una grande promozione, ma io sarei deluso e meravigliato”, ha aggiunto Binaghi.
    Queste dichiarazioni hanno acceso un dibattito sul ruolo degli atleti nell’ambito della cultura popolare e sulle aspettative che la società ha nei loro confronti. Il successo di Sinner non solo ha elevato il livello del tennis italiano ma ha anche posto l’accento su come gli atleti possano influenzare, volontariamente o meno, altri settori al di fuori dello sport.
    Jannik Sinner e il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi sono stati ricevuti a Palazzo Chigi per una visita blindatissima. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato all’azzurro i complimenti a nome del Governo per il trionfo all’Australian Open, il primo Slam per un italiano in singolare maschile dal 1976. “Un’impresa degna di un vero campione” aveva scritto Meloni sul suo profilo Twitter dopo la finale vinta in rimonta, da sotto di due set, contro il moscovita Daniil Medvedev.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Da un’audacia sportiva a un riconoscimento del Papa, Jannik Sinner conquista “il mondo” e riceve l’elogio di Papa Francesco

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Il trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open non è solo una questione sportiva, ma si è trasformato in un evento di risonanza mondiale, tanto da attirare l’attenzione e i complimenti di Papa Francesco. La vittoria dello straordinario tennista italiano ha superato i confini del campo da tennis, toccando le corde dell’ispirazione e del riconoscimento a livello internazionale.Nell’ambito di un’udienza in Vaticano con una delegazione del Real Club de Tenis Barcelona, il Pontefice ha esaltato il successo di Sinner, sottolineando come il tennis non sia solo una competizione, ma anche un tramite per il dialogo interculturale e l’apprendimento delle lezioni di vita. Le parole del Papa, riportate da Vatican News, evidenziano il valore aggiunto che uno sport come il tennis può apportare nell’apertura verso il mondo esterno e nelle relazioni tra culture diverse.
    La stampa internazionale ha risposto con un coro unanime di ammirazione. “Grande, storico, epico” sono gli aggettivi utilizzati per descrivere il percorso di Sinner. Il quotidiano spagnolo Marca ha lodato la performance del tennista italiano paragonandola a quella di Rafael Nadal, sottolineando la sua incredibile rimonta in finale. Allo stesso modo, altri quotidiani come As, La Razon e El Mundo hanno riconosciuto la crescita di Sinner e la sua emergente rivalità con Carlos Alcaraz.
    Anche i media australiani, testimoni diretti della vittoria di Sinner, hanno celebrato il suo successo con titoli creativi e suggestivi. The Australian ha lodato le sue radici altoatesine, mentre The Age ha giocato sul suo cognome per parlare di “redenzione”. Herald Sun ha optato per un titolo accattivante, “Sin City”, in un rimando al celebre film.
    La portata del successo di Sinner si estende oltre i confini europei. Quotidiani di diverse nazioni, come il portoghese O Jogo, il francese Le Figaro, l’olandese Sportwereld e il britannico Daily Mail, hanno espresso la loro ammirazione, riconoscendo in Sinner un potenziale futuro leader del tennis mondiale.
    Il riconoscimento più significativo, tuttavia, arriva dalla sua terra natale, con il giornale locale Dolomiten che celebra la sua vittoria con un titolo giocoso: “Winner, winner: Jannik Sinner”. Questo trionfo non è solo un risultato sportivo, ma una testimonianza della capacità dello sport di unire culture, persone e, come sottolineato da Papa Francesco, di insegnare lezioni preziose per la vita.Marco Rossi LEGGI TUTTO