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    Sinner: “Il nostro obiettivo era di giocare meglio gli Slam. Adesso ogni torneo in cui partecipo si va a caccia”

    Jannik Sinner nella conferenza a Roma

    Jannik Sinner ha tenuto una conferenza stampa a Roma presso la nuova sede della Federazione, insieme al Presidente Angelo Binaghi che ha accolto il nuovo campione Slam. Queste le parole del Presidente, in apertura dell’evento (riportiamo dai siti FITP e Supertennis).
    “Intervengo come padrone di casa per darvi il benvenuto nella nostra nuova sede che ci permetterà, dopo tanti anni, di lavorare finalmente tutti insieme e meglio. L’abbiamo acquistata con i proventi della attività commerciale e la ristruttureremo, in particolare in questo grande giardino dove intendiamo coltivare vaste piantagioni di carote. A parte gli scherzi, finalmente oggi non risponderò ad alcuna delle vostre domande, so che mi perdonerete, qua c’è un unico grande protagonista, one man show, ed è la festa di Jannik Sinner”.
    “Voglio però dirvi due cose. Inanzitutto voglio ringraziare Jannik a nome di tutto il movimento, i dirigenti, i maestri, gli atleti e i praticanti, dal più piccolo al più grande, quello che lui ha fatto e soprattutto quello che lui dice ci rende orgogliosi. A me personalmente poi Jannik mi fa impazzire; quella ricerca quotidiana del lavoro come dottrina, la voglia continua di migliorarsi, anche dopo un risultato del genere, la ricerca di risultati sempre migliori è quello che nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di fare noi anche dopo le nostre vittorie, come l’upgrade degli Internazionali BNL d’Italia o la conquista delle Nitto ATP Finals avremo potuto fare passerella, starcene in tribuna a goderci il meritato successo e invece li abbiamo considerati come uno stimolo per lavorare di più e crescere ancora, nutrendoci di dati così come Jannik fa di risultati in campo”.

    Queste invece le parole più significative di Sinner nel corso della conferenza di oggi pomeriggio a Roma.
    “Sono contento di condividere queste emozioni con voi, però nell’altro senso non c’è solo questo torneo. Ci sono tanti tornei durante l’anno, ci sono tante possibilità di far bene ma anche di far male. Dobbiamo essere pronti, contenti di questa situazione, per me ma anche per il mio team.Si sente il calore della gente, che mi piace. Ma nell’altro senso sono un ragazzo semplice, normale”.
    “Mi piace la pressione, quindi ho scritto ieri al mio team ‘Ragazzi ci dobbiamo preparare perché dobbiamo lavorare!’ Questo è stato il mio messaggio, e quindi faremo ancora più lavoro di prima, ancora più concentrati e speriamo di far bene”.

    “I like the pressure. I wrote to my team yesterday, ‘guys we have to prepare because we have to work’.
    That was my message and so we will do even more work than before and be more focused.
    pic.twitter.com/lrk4mJ7qKh
    — Janniksin_Updates (@JannikSinner_Up) January 31, 2024

    Importante il passaggio dedicato al suo team, fulcro della sua crescita e straordinari risultati: “Sapevo che dovevo migliorare la parte fisica, ora sono soddisfatto ma ancora non abbiamo finito. Faremo tanto lavoro in palestra. posso fare tutto meglio: è stato molto importante lo step mentale, capire come affrontare certe partite. Nel team nessuno è invasivo. Simone è molto bravo tecnicamente e tatticamente, anche lui è stato giocatore, sa quali colpi funzionano e quali no. Lui e Darren sono bravi a capire cosa sia meglio per me. Darren si occupa più della gestione di certi momenti, ha vinto tanti Slam da coach.
    Si torna alla svolta del febbraio nel 2022, la separazione dal “papà sportivo” Riccardo Piatti e la costruzione di un nuovo team tutto suo. “Nella vita ci sono situazioni che vanno bene, altre che vanno male, altre che vanno bene però… Ho avuto questo però nella mia testa. Ho fatto una scelta che sembrava folle, ma mi butto nel fuoco. mi son detto che volevo conoscere un altro metodo di lavoro, non era detto che fosse giusta o sbagliata. Nelle scelte devo essere bravo a capire le persone del mio team, ma devo capire anche me stesso e quello che voglio. Quello che ho capito è che il mio team non deve essere il migliore di tutti ma devono essere persone che si capiscono, in cui ognuno fa il suo lavoro, e sono tutte persone brave, normali”.
    Jannik scioglie il “nodo Sanremo”, argomento sulla bocca di tutti in questi giorni: “Farò il tifo da casa! Dopo questi due giorni qui a Roma riprendo ad allenarmi, guardo già avanti. Quando dovrei andare lì sarò già a lavorare, quindi non andrò a Sanremo”.

    Sta per iniziare la conferenza stampa di Jannik #Sinner!
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    — SuperTennis TV (@SuperTennisTv) January 31, 2024

    Questi i suoi prossimi programmi: “Non abbiamo ancora parlato di questo. Il nostro obiettivo era di giocare meglio gli Slam. L’anno scorso ho fatto la semifinale a Wimbledon, però ce ne sono altri 3. Il primo quest’anno, meglio di così non poteva andare. Ma come ho detto prima, non finisce qui la stagione. Nella preparazione abbiamo lavorato tanto, però mancava la competizione. Quando sono arrivato a Melbourne ho iniziato subito con l’Australian Open, ero felice di essere lì e mi sentivo bene. Adesso ogni torneo in cui partecipo si va a caccia, poi vediamo cosa si può prendere. Ci saranno settimane buone, altre meno buone. Adesso ho maggior confidenza”.
    Altra risposta importante sulla residenza a Monaco, che cancella una volta per tutte le sterile polemiche che circolano sul questo tema: “Quando avevo 18 anni mi allenavo a Bordighera con il mio ex allenatore che aveva la residenza a Monaco, quindi ci sono andato anche io. La cosa bella di Monaco è che ci sono tanti giocatori con cui allenarsi, le strutture sono perfette. Lì mi sento a casa, sto bene lì, ho una vita normale. Posso andare al supermercato con zeri problemi, quindi sto bene lì”.
    Bella e toccante la risposta sul suo non essere andato immediatamente a casa a Sesto Pusteria. Poche parole che confermano la profondità di Jannik, la sua sensibilità: “Non voglio tornare a Sesto adesso perché è successo un brutto incidente con 3 morti, c’erano dei bambini, giovani. Il terzo figlio è in ospedale. Il papà è rimasto da solo e sta sostenendo suo figlio in ospedale. Quindi non mi sembra corretto tornare a Sesto, è un momento difficile. Non è assolutamente il caso di fare una festa lì, abbiamo fatto tutto qui dato che domani c’è anche l’evento al Quirinale”.
    È un momento molto positivo nella sua vita, ma Sinner resta sempre con i piedi per terra: “Non è che sta andando tutto dritto, comunque non ho paura di niente. Nella mia testa c’è sempre una partita di tennis, se un giorno un avversario gioca meglio di me e mi batte, gli do la mano e si riparte come prima. Ci saranno dei momenti difficili da gestire, ma non ho paura”.
    Olimpiadi 2024, per Sinner sarà l’esordio, e non vede l’ora: “Ho già detto alla fine della scorsa stagione che le Olimpiadi per me saranno un momento chiave, anche per la mia crescita. Sarà la prima volta che le giocherò pertanto sono contento. Ci saranno tutti gli atleti migliori al mondo, non vedo l’ora di conoscerli e prendere spunti da loro, possono aiutarmi. Sarà uno dei tornei più importanti dell’anno, perché non si gioca tutti gli anni. Speriamo che l’Italia possa portare a casa più medaglie possibili”.
    Due parole su Alex Vittur, il suo manager e uomo di fiducia: “È molto importante per me. Quando ho un problema vado da lui. Ora mi sta aiutando a fare anche altre cose. L’ho conosciuto quando avevo 13 anni, è la persona che mi capisce di più. Sa come sono, sa com’ero, tutti e due ci capiamo al volo quando ci sono da prendere certe decisioni. Lui conosceva Vagnozzi perché ci si allenava insieme ed era spesso in contatto con lui, per lui Simone era un ottimo allenatore. Devo ringraziare Alex per tante cose, mi sta aiutando moltissimo. Si parla poco di lui perché anche lui vuole che sia così”.
    Un pensiero anche per il primissimo maestro nella sua montagna, Heribert Mayr: “È una grande persona, Alex mi ha fatto vedere il suo messaggio, mi sono emozionato. Devo ringraziarlo perché è stato l’unico allenatore in Alto Adige oltre ad Andreas Schönegger”.
    L’importanza della sua vittoria per il movimento in Italia: “Il passo di portare più gente possibile a giocare a tennis è la cosa più importante che stiamo facendo. È sano come sport, c’è competizione ma non c’è contatto. Ti servono solo una racchetta e una pallina. Non ci dimentichiamo di Fognini che ha vinto Montecarlo, poi è arrivato Berrettini, ora ci sono io. Ma tutti stiamo contribuendo al futuro del tennis italiano, sperando che arrivino tanti giovani”.
    Belle parole anche per Matteo Berrettini, che ha dato il via insieme a Fognini alla rinascita ad altissimo livello del tennis italiano: “Ci siamo sentiti dopo la finale, mi ha scritto un bellissimo messaggio. Lui è un giocatore veramente forte, io spero di vederlo il prima possibile. Speriamo di rivederlo in forma, manca un po’ nel circuito. Mi ha fatto dei bellissimi complimenti, come me li ha fatti tutta la squadra della Davis. Abbiamo un ottimo doppio ormai con Bolelli e Vavassori. Matteo mi ha anche sempre aiutato, io gli sono grato. Se lui mi dovesse chiedere qualcosa, come è già successo qualche volta, io sarei disposto ad aiutarlo perché ci tengo molto a lui”.
    Torna anche sulla bella frase sui ragazzi e famiglie, e sulla sua famiglia, pronunciata dopo la vittoria a Melbourne: “Ci sono stati aspetti positivi e aspetti negativi. La cosa negativa è che ora ci sono tante persone fuori casa dei miei genitori, ed è un po’ casino! In questo ho fatto un casino, nell’altro senso ci sono sempre dei genitori che mettono pressione ai ragazzi. Delle volte funziona, delle volte no. Io ho fatto un discorso in generale, di lasciare libertà. A una certa età comunque non si ha la libertà di fare certe cose, io conosco solo la mia storia, che mi ha insegnato valori buoni. Ogni genitore è diverso, quindi non voglio infilarmi in certe situazioni”.
    Una giornata importante, istituzionale, per Sinner, che resterà a Roma anche per essere ricevuto dal Presidente Mattarella, dopo aver salutato la Presidente del Consiglio Meloni. Passaggi obbligati per Jannik, diventato anche nuovo “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport”, onorificenza ricevuta da Antonio Tajani. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari e della Cooperazione internazionale ha incontrato il 22enne altoatesino di Sesto Pusteria presso la Farnesina.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Effetto Sinner anche fuori dal tennis: per i bookie può fare il portabandiera a Parigi, spunta anche la quota di Sanremo e Oscar

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Giornali, tv e social: la faccia di Jannik Sinner è dappertutto. All’indomani del trionfo agli Australian Open, l’Italia celebra il suo uomo-copertina e prova a tenerselo stretto. L’ipotesi più calda è sempre legata al mondo sportivo e vede l’altoatesino come possibile portabandiera azzurro alle Olimpiadi di Parigi 2024, opzione che paga 5 volte la posta.
    Ma non c’è solo lo sport. Già durante il torneo di Melbourne girava voce di un’operazione condotta in prima persona da Amadeus per portare Jannik sul palco di Sanremo. Qua si va ben oltre l’ipotesi: la presenza di Sinner all’Ariston durante il Festival è vista a 2, riferisce Agipronews. Dalla canzone italiana al cinema, ecco che prende quota anche una comparsata di Sinner sul red carpet degli Oscar. Stavolta i bookmaker sono più scettici: una trasferta oltreoceano per la consegna dei premi si attesta a 15. LEGGI TUTTO

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    Sinner, una vittoria “rotonda”, da Campione completo

    Sinner con tutto il team a Melbourne (foto Getty Images)

    “A volte le parole non bastano.E allora servono i colori.E le forme.E le note.E le emozioni.”
    Prendo volentieri in prestito le belle parole di Alessandro Baricco per descrivere lo stato d’animo attuale di chi ha raccontato su Livetennis la straordinaria cavalcata di Jannik Sinner agli Australian Open 2024. Sono passati più di due giorni dall’incredibile successo dell’azzurro in finale su Medvedev, ma l’emozione è ancora forte, palpabile, intensa. Non ci si stanca mai di rivedere il match point, quel gioioso crollo a terra, occhi chiusi, ad assaporare un momento sognato da una vita. E noi con lui, a inveire contro il mondo intero in quei due maledetti set iniziali, con la speranza che quel contro break alla fine del secondo non fosse solo un “brodino”, ma la scossa. Così è stato, la rimonta è arrivata per la gioia sua e di tutti noi, e non è stata un miracolo. Tutt’altro.
    Oltre 48 ore di vento, sole e freddo invernale non hanno affatto sopito l’emozione per la vittoria ma consentono di tornare con maggior lucidità e profondità sullo straordinario Australian Open giocato da Jannik, per un’analisi più dettagliata di quel che ci ha raccontato il torneo, le sue meravigliose sette vittorie che l’hanno trasformato in Campione Slam, il tennis che ha giocato e ha stroncato la resistenza dei migliori avversari. Senza la pretesa di essere esaustivi, e con l’intenzione di tornare presto sul tema per analizzare altri aspetti visto che di materiale da trattare ce n’è proprio tanto, …ed è bellissimo farlo!

    Una vittoria “rotonda” perché completa
    Uno Slam non lo si vince per caso. Mai. Possono esserci casi fortunati, nel senso di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. In passato – qualche lustro addietro, a dire il vero – abbiamo raccontato di vincitori Slam bravi a giocare il miglior tennis della vita con un tabellone non impossibile, rivali fortissimi incappati in momenti no, qualche assenza. Dall’avvento dei Big Three, non è praticamente mai accaduto, visto che alla fine uno di loro in una finale Slam c’è praticamente sempre stato, salvo rarissime occasioni (es: US Open 2020, proprio per citare uno Slam “diverso” e tutto particolare). Jannik Sinner si è strameritato la vittoria a Melbourne perché ha giocato meglio di tutti e ha sconfitto avversari fortissimi. I migliori possiamo dire senza ombra di dubbio. Lasciamo perdere i primissimi match, ugualmente dominati in modo impressionante, ma dagli ottavi Jan ha trovato rivali veri. Verissimi. Khachanov è un tennista forte, con qualche limite, ma al quarto turno è uno che non vuoi proprio ritrovarti al di là dalla rete, perché lotta fino all’ultima palla e ha potenza ed esperienza nella battaglia, anche sulla lunga distanza. Sinner l’ha demolito ben bene. Nei quarti ha superato Rublev, n.5 del mondo, quindi per ranking il peggiore che potesse incontrare. Vero che il tennis del moscovita va quasi sempre a “sbattere” contro quello dell’azzurro, ma Andrey ha disputato una partita di grande spessore, e se mai avesse vinto quel tiebreak in cui era in netto vantaggio il match si sarebbe sicuramente incendiato ancor più e complicato. Jannik ha compiuto uno dei capolavori del torneo infilando un filotto di punti magistrali, che ha stroncato testa e gambe del rivale.
    La semifinale vs. Djokovic, beh, ca va sans dire… Sinner ha scalato l’Everest sportivo del momento, battere il più forte nel torneo dove il più forte non aveva mai perso in semifinale (o finale). E come l’ha fatto, stroncando la resistenza del n.1 a furia di pallate, di un’intensità di spinta brutale, con l’incredibile merito di aver retto l’impatto del primo set perso nel torneo con la grande occasione sprecata per chiuderla. Un momento cruciale, ha dimostrato la capacità di reazione, solidità mentale e forza tecnica di Jannik, pronto a cancellare con un clic la prima vera difficoltà del torneo, incurante di chi fosse l’avversario, pronto a ripartire ancor più forte e riprendersi il comando del match, vincendolo. La finale è stata un film da Oscar, troppe cose, troppe situazioni, una rimonta incredibile. Solo un certo Borg era riuscito a rimontare due set di svantaggio nella sua prima finale Slam e vincerla. Siamo al top del top. Sull’Olimpo dello sport.
    Questi descritti sono solo alcuni degli aspetti che, tirando le somme, portano alla conclusione che la vittoria di Sinner agli AO24 è stata totale. Completa. Sinner ha giocato meglio di tutti, e l’ha fatto per 7 partite, senza grandi sbavature. Sinner ha condotto il gioco, ha imposto il suo tennis ma è anche stato bravo a cambiare all’occorrenza. Sinner ha reagito nei momenti difficoltà, contro Djokovic in SF e nella F vs. Medvedev, superando una partenza difficile per la tensione all’atto conclusivo e una possibile rimonta del n.1 in semi. Jannik ha mostrato nel torneo una formidabile capacità tecnica, fisica, mentale. Non è mancato niente, ha messo in campo tutto quel che deve avere un grande Campione. Scacco Matto – > Slam.

    La sensazione di gestione, da Campione affermato
    Ripensandoci a freddo, la misura della straordinaria forza di Sinner, della sua qualità e livello di prestazione raggiunto, viene dal fatto che in tutto il torneo, inclusi i due match più duri contro Djokovic e Medvedev, mai ha dato la sensazione di essere al limite delle proprie possibilità, sull’orlo di spezzarsi, rompere l’incantesimo. Quando in finale è andato sotto di due set, Jannik non era praticamente entrato in moto… Lì ha pagato la tensione del momento, dell’evento. Era quasi scontato accadesse, anche se nel pre partita quasi tutti gli analisti affermavano che l’azzurro avrebbe vinto, addirittura tre set a zero… No, quello sarebbe stato quasi disumano, ma Jannik è tutto il contrario, è un fantastico esempio di normale umanità. È un bravissimo, straordinario, eccezionale atleta “normale”. Proprio la normalità è la sua straordinarietà. Ha dovuto lavorare tanto, in campo e su se stesso, per arrivare dove è adesso.
    Non ha avuto sconti. Ne ha masticata di polvere. Di delusioni. Ripensiamo al Match Point non sfruttato vs. Alcaraz a NY. Ripensiamo alle batoste contro Tsitsipas a Melbourne. Ripensiamo alla seconda sfida a Wimbledon vs. Djokovic, dove mai è stato davvero in corsa per vincere. Ripensiamo a quando si faceva male assai spesso e vincere più match 3 su 5 sembrava un traguardo impossibile. Non parliamo di lustri ma solo di mesi addietro. Sinner ha lavorato, bene e duramente. È cresciuto di fisico e di mentalità, trovando una sicurezza e consapevolezza che l’ha fatto esplodere al massimo livello lo scorso autunno. Lo Slam sembrava diventato possibile dopo le Finals e la Davis. Possibile, non scontato. Agli Australian Open è stato straordinario per come ha gestito tutto il torneo. Vincere di slancio tre match, durando pochissima fatica – al contrario di Medvedev, …vero Daniil? – è stato decisivo per farlo arrivare fresco e focalizzato alle partite decisive. Mentre molti, da Zverev a Djokovic, si sono “incasinati” in prestazioni così così, lasciando per strada energie fisiche e mentali, Sinner ha tarato i suoi forzi ma è riuscito a vincere agile, senza accumulare scorie nel braccio, nelle gambe e nella testa. Ha vinto, ha preso fiducia, si è sentito sempre più libero e sciolto. Lo si è visto nei quarti, e poi in semifinale, dove è partito con una veemenza e potenza strabiliante, tanto da annichilire il n.1 con un’intensità brutale. Irresistibile. Ma anche in quello sforzo contro Djokovic, pur conducendo, pur tirando a mille all’ora, mai ha dato la sensazione di essere sopra le sue capacità, al limite, ad un secondo dal crack. No. C’era la sensazione netta e palpabile di misura, di controllo, che tutto quello di magnifico che stava producendo punto dopo punto fosse assolutamente “normale”, in gestione, a grande velocità ma non oltre i suoi limiti.
    E in finale, i primi due set non era “fuori controllo”, proprio non c’era affatto. Teso, bloccato dall’emozione per la partita più importante della sua vita. C’ha messo un’ora e mezza a scuotersi, ma c’è riuscito e non per grazia divina, o per gentile concessione di un Medvedev fortissimo, deciso come mai a vincerlo ‘sto Slam dopo due finali perse. Sinner ha reagito dopo il secondo break nel secondo set. Lì, mentalmente ha sentito che peggio non poteva andare, e che non era il caso di rovinare un così grande torneo con una “derrota fatal”. No. Si è rifiutato di assecondare tristemente quel che era stato fino a quel momento, e di pura lucida rabbia agonistica ha finalmente tagliato le corde alle zavorre mentali che bloccavano braccio e gambe. Due pallate micidiali, contro break. Jannik Sinner s’è tolto la tuta ed è sceso davvero in campo. Da Jannik Sinner. Ha iniziato a muovere il rivale, ad esplodere il suo tennis, si è ripreso il tempo di gioco, il centro del campo, il comando delle operazioni. Rimonta, vittoria. L’ha fatto con classe, con misura, anche qua senza dare la sensazione di esser andato oltre i propri limiti. È stato straordinario a ritrovarsi dopo un’avvio difficile e quindi giocare un gran tennis, ma nemmeno il suo “migliore”. Non ha giocato sopra ritmo, al limite, l’ha solo ritrovato. Come hanno fatto alcuni grandi campioni in passato. Reazione – > vittoria. Anche per questo, la finale degli AO24 è stata un capolavoro, una sorta di Laurea, di Master, di quel che certifica uno status superiore, di Campione completo.

    Mentalità, quel che “assicura” future vittorie
    La parola “assicurare” per mille motivi entra malvolentieri nel mio vocabolario. E infatti non v’è alcuna certezza che questo Slam di Sinner “assicuri” altri prossimi successi nei Major o grandi tornei. Ma tirando le somme di tutto quello che ho descritto finora insieme alle sue frasi a caldo dopo la vittoria, abbiamo un quadro di eccellenza assoluta, che ci fa capire la mentalità vincente di questo ragazzo e che non corriamo affatto il rischio di aver già toccato l’apice, ma solo una base di partenza su cui costruire grattaceli verso l’infinito.
    “Ho chiuso gli occhi crollato a terra dopo il match point e non ho pensato al trofeo, alla vittoria, ma alla prestazione, che alla fine mi ero ripreso e ho giocato bene dopo una partenza difficile”. “Avere questo trofeo, è una sensazione incredibile. Mi sento grato di averlo qui. Ma so che devo lavorare ancora più duramente, perché gli avversari troveranno il modo di battermi e devo essere preparato. Vediamo cosa ci riserverà il futuro”. Consapevolezza sì, ma anche tanta voglia di crescere. Il primo pensiero non andato alla soddisfazione di avercela fatta, ma al suo tennis, all’aver toccato un gran livello e di poterlo ancora migliorare perché niente è scontato, gli avversari sono forti e d’ora in poi ancor più vogliosi di batterlo. Ha pensato al team che si è costruito, coeso, di qualità, pronto a sostenerlo in ogni momento della sua prestazione e allenamento. Un team decisivo al Sinner vincente di oggi, alla mentalità di chi ha lavorato tanto e bene per massimizzare un talento innato. Questa la Mentalità del Campione, colui che non si ferma mai, che non si accontenta, che vede le vittorie come opportunità di crescita personale per arrivare ancor più in alto. Parole che Jannik ripete da anni, anche quando non aveva raggiunto risultati straordinari. Team. Lavoro. Processo. Stare in una posizione per passare alla successiva. Queste sono parole che ripete da tempo, nelle quali crede, che animano la sua giornata. Sono le chiavi della mentalità vincente, dei Campioni che hanno segnato un’epoca nello sport.
    Jannik Sinner con questa vittoria a Melbourne ha scritto una pagina indelebile della storia del gioco e del tennis italiano. Ma c’è molto, molto di più. L’intero torneo e il suo successo in finale ha dimostrato che Sinner ha raggiunto una maturità fisica, tecnica, mentale da Campione completo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner oggi è stato a Palazzo Chigi invitato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Binaghi su Sanremo “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione”

    L’Italia sportiva è ancora inebriata dai recenti trionfi di Jannik Sinner, il cui ritorno in patria è stato accolto come quello di un eroe nazionale. Tuttavia, l’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) e Sport e Salute hanno presentato il “Rapporto Sport 2023”, il primo del suo genere, invitando a una riflessione più profonda sullo stato di salute del sistema sportivo italiano e sull’attività motoria nel Paese.Il rapporto, che comprende un’ampia analisi di dati, è stato presentato al Foro Italico di Roma. Nonostante l’attenzione fosse rivolta alle questioni strutturali e organizzative dello sport italiano, il discorso si è velocemente spostato sul fenomeno Sinner. Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, ha sottolineato l’importanza della vittoria di Sinner non solo in termini sportivi ma anche come simbolo di eccellenza e orgoglio nazionale.
    Accanto a lui, Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, ha espresso un pensiero sorprendente riguardo alla possibile partecipazione di Sinner al Festival di Sanremo: “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione. Perché tutti ci andrebbero, ma lui è diverso”, ha detto Binaghi, enfatizzando l’etica lavorativa e la singolarità del tennista, che lo rendono “un italiano atipico”, “un po’ migliore degli altri”. “Sarebbe certamente una grande promozione, ma io sarei deluso e meravigliato”, ha aggiunto Binaghi.
    Queste dichiarazioni hanno acceso un dibattito sul ruolo degli atleti nell’ambito della cultura popolare e sulle aspettative che la società ha nei loro confronti. Il successo di Sinner non solo ha elevato il livello del tennis italiano ma ha anche posto l’accento su come gli atleti possano influenzare, volontariamente o meno, altri settori al di fuori dello sport.
    Jannik Sinner e il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi sono stati ricevuti a Palazzo Chigi per una visita blindatissima. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato all’azzurro i complimenti a nome del Governo per il trionfo all’Australian Open, il primo Slam per un italiano in singolare maschile dal 1976. “Un’impresa degna di un vero campione” aveva scritto Meloni sul suo profilo Twitter dopo la finale vinta in rimonta, da sotto di due set, contro il moscovita Daniil Medvedev.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Da un’audacia sportiva a un riconoscimento del Papa, Jannik Sinner conquista “il mondo” e riceve l’elogio di Papa Francesco

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Il trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open non è solo una questione sportiva, ma si è trasformato in un evento di risonanza mondiale, tanto da attirare l’attenzione e i complimenti di Papa Francesco. La vittoria dello straordinario tennista italiano ha superato i confini del campo da tennis, toccando le corde dell’ispirazione e del riconoscimento a livello internazionale.Nell’ambito di un’udienza in Vaticano con una delegazione del Real Club de Tenis Barcelona, il Pontefice ha esaltato il successo di Sinner, sottolineando come il tennis non sia solo una competizione, ma anche un tramite per il dialogo interculturale e l’apprendimento delle lezioni di vita. Le parole del Papa, riportate da Vatican News, evidenziano il valore aggiunto che uno sport come il tennis può apportare nell’apertura verso il mondo esterno e nelle relazioni tra culture diverse.
    La stampa internazionale ha risposto con un coro unanime di ammirazione. “Grande, storico, epico” sono gli aggettivi utilizzati per descrivere il percorso di Sinner. Il quotidiano spagnolo Marca ha lodato la performance del tennista italiano paragonandola a quella di Rafael Nadal, sottolineando la sua incredibile rimonta in finale. Allo stesso modo, altri quotidiani come As, La Razon e El Mundo hanno riconosciuto la crescita di Sinner e la sua emergente rivalità con Carlos Alcaraz.
    Anche i media australiani, testimoni diretti della vittoria di Sinner, hanno celebrato il suo successo con titoli creativi e suggestivi. The Australian ha lodato le sue radici altoatesine, mentre The Age ha giocato sul suo cognome per parlare di “redenzione”. Herald Sun ha optato per un titolo accattivante, “Sin City”, in un rimando al celebre film.
    La portata del successo di Sinner si estende oltre i confini europei. Quotidiani di diverse nazioni, come il portoghese O Jogo, il francese Le Figaro, l’olandese Sportwereld e il britannico Daily Mail, hanno espresso la loro ammirazione, riconoscendo in Sinner un potenziale futuro leader del tennis mondiale.
    Il riconoscimento più significativo, tuttavia, arriva dalla sua terra natale, con il giornale locale Dolomiten che celebra la sua vittoria con un titolo giocoso: “Winner, winner: Jannik Sinner”. Questo trionfo non è solo un risultato sportivo, ma una testimonianza della capacità dello sport di unire culture, persone e, come sottolineato da Papa Francesco, di insegnare lezioni preziose per la vita.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tutto il meglio del Gioco

    Jannik Sinner e Novak Djokovic nella foto – Foto Getty Images

    Qual è il messaggio più alto che possiamo trarre dai recenti successi tennistici nostrani? Mentre dovunque dilaga la “sinnermania”, forse è il momento giusto per un richiamo a dare valore ai veri valori educativi e culturali dello sport: comprensione, accettazione delle diversità, spirito di amicizia, solidarietà e fair play.
    I giornalisti sportivi hanno la responsabilità di indicare ai lettori i valori dello sport, di non instillare odio trattando gli eventi sportivi come fossero battaglie militari e, parallelamente, di non presentare carneficine come fossero match sportivi, additando protagonisti per cui tifare, come troppo spesso accade nelle pagine dei quotidiani. Questa confusione non fa bene allo sport e lo snatura, spogliandolo di quello che meglio rappresenta. Mentre ci approssimiamo alle Olimpiadi di Parigi 2024, fa bene rileggere la Carta Olimpica che considera “lo sport al servizio dello sviluppo armonico dell’uomo, per favorire l’avvento di una società pacifica, impegnata a difendere la dignità umana” (principio fondamentale 3) e propone uno stile di vita basato sulla gioia dello sforzo, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto dei principi etici fondamentali universali (principio 2). Dall’Olimpismo moderno nasce il Movimento Olimpico che ha come scopo quello di “contribuire alla costruzione di un mondo migliore e più pacifico educando la gioventù per mezzo dello sport”(principio fondamentale n. 6).
    Per un ritorno ai veri valori olimpici basti prendere esempio da alcuni noti atleti, campioni del bellissimo gioco del tennis, che sono di ispirazione per un mondo migliore, non solo sportivo.
    -In primis il nostro Jannik Sinner, così solido ed equilibrato nella sua mente, umile e schivo come può esserlo un ragazzo cresciuto in un rifugio dolomitico chiamato Talschlusshütte, ovvero “capanna di fondovalle”, restio ad esporsi troppo al rumore della notorietà e che ha scelto un team che è una famiglia; con la sua tensione volta al miglioramento mentale oltre che fisico, che persegue in modo ossessivo. Un ventiduenne che nel discorso di premiazione agli AO rivolge il suo pensiero ai giovani, a cui augura di avere la libertà di scegliere senza pressioni;
    -Novak Djokovic, che alla fine di ogni partita, prima di tutto, con grande rispetto, riconosce il merito all’avversario sia nelle vittorie che nelle sconfitte, evidenziandone largamente gli aspetti positivi;
    -Daniil Medvedev, che non molla e dà tutto e di più, fino allo sfinimento, per potersi sentire orgoglioso di sé;
    -Victoria Azarenka, che recentemente non ha esitato ad esporsi per criticare l’introduzione di nuove insensate regole, anche rispetto ai comportamenti degli spettatori, che stanno cambiando il tennis;
    -Casper Ruud, sempre leale e corretto nel suo gioco, calmo, educato e signorile anche con gli avversari più “scomposti”;
    -Andrey Rublev, “l’adolescente” che si rammarica di non riuscire ancora a controllare le emozioni, nella speranza di “rendere il nostro mondo un po’ migliore” crea un suo marchio, Rublo, il cui ricavato è interamente destinato ai bambini bisognosi. Il ragazzo russo che gentilmente, con le sue mani, mette in salvo la temeraria cavalletta volata sul campo di Melbourne, è lo stesso che agli ATP Finals di Torino del 2022, mentre infuria la guerra russo-ucraina, scrive sulla telecamera il grido, già petrarchesco, “peace peace peace dimostrando che anche il tennis può farsi ambasciatore di pace nel mondo, perché solo la pace è il fine dell’umanità.
    Rattrista pertanto che il normale gesto sportivo di fair-play di una sedicenne tennista ucraina di stringere la mano all’atleta avversaria russa abbia scatenato una bufera di proteste in patria, con l’intervento del ministro dello Sport del governo di Kiev, al punto da indurre il padre della ragazza a fare pubblicamente ammenda e professione di patriottismo. Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi ci hanno sempre ripetuto che lo sport supera tutte le barriere e che non solo le Olimpiadi, ma ogni evento sportivo dove si confrontano atleti di diverse nazioni, può favorire l’apertura di nuove vie per la pace e l’unità tra popoli che vivono conflitti che hanno come causa, ma anche come conseguenza, la violazione dei diritti umani.
    Molti, soprattutto giovani, in questi giorni metteranno per la prima volta piede in un campo da tennis e proveranno sulla loro pelle quanto sia bello questo sport, molti scopriranno di avere una passione che forse li accompagnerà per tutta la vita: un “dritto al cuore”, partito dalla racchetta di Sinner, che speriamo faccia emergere la migliore versione di loro stessi. Per questo, sull’onda della rinnovata passione tennistica, dobbiamo aiutarli non solo investendo nella costruzione di nuovi impianti e in una -tante volte annunciata- copertura del Centrale del nostro Foro Italico, ma soprattutto favorendo con ogni mezzo lo sviluppo e la diffusione dei valori olimpici negli sport e nella società.
    Ce n’è tanto bisogno. Per volare alto anche noi, come Sinner!Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

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    Sinner, da Parigi al tetto del mondo: l’incredibile scommessa sul Triplete

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Jannik Sinner nel 2024 può prendersi tutto. Quando l’anno comincia con il primo Slam in carriera, l’ottimismo per i mesi a venire non può che schizzare alle stelle.
    Per questo tra gli appassionati impazza la scommessa sul “Triplete”, un termine preso in prestito dal calcio che ben si adatta agli obiettivi del fenomeno azzurro: il primo slam, la posizione numero uno del ranking e l’oro olimpico. Il trionfo agli Australian Open pagava 7 volte la posta a inizio torneo. Chi ci ha creduto fin da subito ha fatto centro. Da Melbourne, poi, Jannik torna con un bottino di punti che ci portano proprio al secondo punto: il primato entro il 31 dicembre prossimo, riferisce Agipronews, si gioca a 2.
    Non più un miraggio. Il terzo obiettivo in lista porta dritto a Parigi. No, non è il Roland Garros, ma l’oro olimpico che gli permetterebbe, a soli 23 anni, di vantare un palmares che una persona normale nemmeno in sette vite. La medaglia più ambita ai Giochi è per l’altoatesino un obiettivo concreto, in quota a 2,50. LEGGI TUTTO

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    Sinner non giocherà a Marsiglia. Il critico tweet degli organizzatori, e poi le scuse

    Sinner in azione a Melbourne (foto Getty Images)

    Era abbastanza prevedibile che, dopo lo straordinario successo agli Australian Open, Jannik Sinner avrebbe valutato attentamente se confermare o meno la propria presenza all’ATP 250 di Marsiglia, torneo indoor che scatterà all’inizio della prossima settimana e che l’azzurro aveva inserito nel suo programma 2024. È lo stesso torneo francese a sgombrare ogni dubbio: Jannik non giocherà. A vedere il tweet pubblicato dall’Open 13, in Francia sembrano non averla presa benissimo… “Sinner snobba l’Open 13 Provence 2024”, si legge infatti.

    SINNER 😵snobe l’Open 13 Provence 2024
    En négociation Zverev Réponse dans la journée pic.twitter.com/HpfGJ6MeA6 — Open 13 Provence (@Open13) January 29, 2024
      Dopo gli organizzatori hanno riveduto il tweet (cancellato il primo), cambiando la parola “snobba” con “forfait”.

    SINNER 😵forfait Open 13 Provence 2024
    En négociation Zverev Réponse dans la journée pic.twitter.com/lMdDfvfpof — Open 13 Provence (@Open13) January 29, 2024
      Nonostante il tempestivo intervento, ormai il tweet “incriminato” aveva fatto il giro del web e del mondo della racchetta. Un “autogol” che he provocato reazioni varie, spingendo il torneo francese a pubbliche scuse con un tweet successivo, che riportiamo qua sotto. “Abbiamo preso il titolo da un giornale… infatti alla stampa piace provocare reazioni. Accettate le nostre scuse, il torneo non è mai stato su questa linea editoriale”.  

    Nous avons repris le gros titre d’un journal … effectivement la presse aime provoquer des réactions. Chose réussite. Accepter nos excuses pour cela le tournoi n’a jamais été sur cette ligne éditoriale.
    — Open 13 Provence (@Open13) January 29, 2024
    Gli organizzatori stanno cercando di sostituire il nuovo campione Slam azzurro con Zverev, contano di sciogliere la questione già in giornata. Ricordiamo che lo scorso anno Sinner dopo l’Australian Open giocò a Montpellier, vincendo il torneo (vinse battendo Fucsovics, Sonego, Fils e in finale Cressy). A questo punto probabile che Jannik tornerà in campo all’ATP 500 di Rotterdam, dove lo scorso anno arrivò in finale, battuto da Daniil Medvedev in tre set. Mario Cecchi LEGGI TUTTO