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    Sinner sarà regolarmente al via al Masters 1000 canadese

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Jannik Sinner disputerà regolarmente l’Open del Canada. Fonti vicine all’entourage dell’azzurro confermano che Jannik è in partenza per Montreal, dove quest’anno si disputerà il primo 1000 nordamericano, vinto dall’altoatesino nel 2023 a Toronto (fu il suo primo titolo nella categoria). Dopo la forte tonsillite che gli ha impedito di prendere parte alle Olimpiadi di Parigi, c’era un minimo di apprensione negli appassionati, con la prima importante “cambiale” in scadenza, anche in ottica della difesa del primato nel ranking ATP. Le condizioni di Jannik sembrano in netto miglioramento e quindi giocherà il primo grande appuntamento sul cemento in Nord America.
    Un altro indizio concordante sulla presenza di Jannik in Canada viene dal suo coach, Darren Cahill, che ha postato sul proprio profilo Instagram una storia che lo ritrae in attesa di prendere un volo “Air Canada”. Sinner disputerà quindi a Montreal il suo primo torneo Masters 1000 da numero uno del mondo. Lo scorso anno in finale sconfisse Alex De Minaur, regalandosi così la coppa più importante in carriera. Poi seguì il suo autunno magico, la Davis a Malaga e gli Australian Open. Come già comunicato, assente invece Novak Djokovic, mentre niente al momento è stato comunicato da Carlos Alcaraz, che risulta così regolarmente iscritto al torneo.
    Mario Cecchi  LEGGI TUTTO

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    Malagò e la telefonata di Sinner: ‘Ho provato in tutti i modi ad esserci’”

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    Mentre il tennis olimpico prende il via a Parigi, l’assenza più pesante è quella di Jannik Sinner, costretto al forfait da una tonsillite che ha riacceso i riflettori sulla gestione della sua salute e della sua carriera.Il numero uno italiano, attualmente in convalescenza a Montecarlo, ha voluto rassicurare personalmente Giovanni Malagò, presidente del CONI, sulla sua volontà di partecipare ai Giochi: “Ho provato in tutti i modi ad esserci perché ci tenevo”, il senso della telefonata che ha addolcito la delusione del dirigente.
    La decisione di rinunciare alle Olimpiadi non è stata presa a cuor leggero. Con la febbre a 38 martedì, Sinner e il suo team hanno valutato attentamente i rischi anche di esporre l’anca destra, già provata dall’infortunio di Madrid, allo stress della terra rossa. Una superficie particolarmente logorante per un giocatore con un dritto “open stance” come il suo.Questa scelta riflette un approccio sempre più cauto nella gestione della carriera del 22enne altoatesino. Un corpo ancora in crescita e la volontà di investire anche sulla vita privata stanno plasmando le decisioni del team Sinner.“L’ultima parola è sempre del giocatore”, sottolineano fonti vicine al campione.
    Guardando al futuro, il team di Sinner dovrà affrontare alcune questioni cruciali. Innanzitutto, capire l’origine dei due virus che lo hanno colpito in due mesi il calo di pressione a Londra e l’attuale tonsillite. Sarà fondamentale rinforzare le difese immunitarie del giocatore e evitare, forse, alcune leggerezze commesse in passato.Il calendario incombe, con impegni cruciali per difendere la sua posizione nel ranking. Montreal dal 6 agosto, Cincinnati e gli US Open saranno tappe fondamentali. Senza dimenticare la Davis a Bologna e lo swing asiatico, prima di un autunno europeo che si preannuncia intenso.
    Questa fase di assestamento, con le sue lezioni incorporate, è un passaggio necessario nella crescita di un campione. Per Sinner, l’obiettivo è chiaro: tornare in campo più forte e consapevole, pronto a difendere la sua posizione nell’elite del tennis mondiale. Il tempo e la prudenza sono dalla sua parte.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024, Björkman: “Giusto che Sinner si fermi: il fisico può cedere, a me è capitato. Musetti e Paolini da medaglia”

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    “E’ un peccato che Sinner non sarà alle Olimpiadi, visto il modo in cui ha giocato quest’anno e i risultati eccellenti che ha ottenuto”. A commentare il forfait del tennista azzurro, fermato da una tonsillite, è Jonas Björkman, ex numero 4 del mondo e vincitore di tre Coppe Davis con la Svezia. Björkman è a Cagliari, dove sta guidando la squadra maschile svedese ai FIP European Padel Championships. “Penso che ci tenesse ad andare, avrebbe avuto ottime possibilità per una medaglia.
    E’ stato sfortunato, ma a volte non ci si può fare nulla: spingere troppo può essere controproducente, il fisico può cedere si rischia qualcosa di più serio. Bisogna essere attenti anche a questo. A me è successo alle Olimpiadi di Atene, quando ero già lì, ho provato a giocare con un problema muscolare agli addominali perché non c’erano sostituti, ma alla fine non ho retto. Da questo punto di vista è meglio che sia successo prima, perché c’è Vavassori che potrà sostituirlo ed è un bene”. Gli occhi sono ora puntati su Lorenzo Musetti, su cui Björkman spende belle parole: “Sta vivendo una stagione fenomenale. E’ ancora molto giovane ma ha già imparato come giocare bene sull’erba e può migliorare ancora. Penso che abbia la possibilità di salire sul podio”. Per il gradino più alto, secondo lo svedese, sarà una lotta tra Alcaraz e Djokovic, con lo spagnolo favorito: “E’ sicuramente lui, soprattutto dopo le vittore negli ultimi due Slam. Nole arriva dall’operazione a ginocchio e credo che a Wimbledon sapesse di non essere al 100%. Speriamo che tra due-tre settimane sia in condizioni migliori”. Per il torneo femminile pochi dubbi: “Iga Swiatek non può che essere favorita, soprattutto dopo la vittoria al Roland Garros e per la sua forza sulla terra. Ma mi piace moltissimo anche Jasmine Paolini: è diversa dalle altre ragazze, gioca con tanta passione ed energia positiva, un po’ come cercavo di fare io. Con un po’ di fortuna può puntare alla medaglia”. LEGGI TUTTO

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    Sinner si ritira dalle Olimpiadi, CONI colto di sorpresa (oggi il sorteggio dei tabelloni alle ore 11)

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    Il ritiro di Jannik Sinner dai Giochi Olimpici di Parigi 2024 ha colto di sorpresa non solo i tifosi, ma anche il CONI e la Federazione Italiana Tennis. La decisione, annunciata nel pomeriggio di ieri, ha gettato un’ombra sulle ambizioni del tennis italiano alle Olimpiadi.
    “Sono estremamente triste e deluso,” ha dichiarato Sinner sui social media. “Partecipare ai Giochi Olimpici era uno degli obiettivi principali per questa stagione.” Il numero uno italiano ha spiegato di aver consultato i suoi medici martedì, sperando in un miglioramento delle sue condizioni, ma alla fine ha dovuto arrendersi all’evidenza.
    La notizia ha colto di sorpresa anche il CONI, che fino a pochi minuti prima dell’annuncio ufficiale non era a conoscenza della decisione. Questo ha creato un momento di tensione all’interno di Casa Italia, con le comunicazioni con l’entourage di Sinner che si erano quasi interrotte nelle 36 ore precedenti come riporta il quotidiano La Repubblica.
    L’assenza di Sinner cambia radicalmente le prospettive per il tennis maschile italiano alle Olimpiadi. Le speranze ora si concentrano su Lorenzo Musetti, fresco di semifinale a Wimbledon e attualmente in buona forma a Umago. In doppio, al fianco di Musetti ci sarà Luciano Darderi, mentre in singolare il posto di Sinner è stato preso da Andrea Vavassori.
    Nonostante le speranze di alcuni tifosi, Matteo Berrettini, nonostante la sua attuale ottima forma, non potrà sostituire Sinner a causa dei regolamenti olimpici.Questo ritiro rappresenta un duro colpo per le ambizioni del tennis italiano alle Olimpiadi, ma offre anche un’opportunità agli altri giocatori di mettersi in luce sul palcoscenico olimpico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    CLAMOROSO a Parigi: Sinner dà forfait! L’Italia perde la sua stella. Al suo posto Andrea Vavassori

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    Il tennis italiano subisce un duro colpo a pochi giorni dall’inizio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Jannik Sinner, una delle più grandi speranze azzurre per una medaglia, ha annunciato il suo forfait a causa di problemi di salute.
    “Sono amareggiato di informarvi che purtroppo non potrò partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi,” ha dichiarato Sinner in un comunicato che ha lasciato attoniti tifosi e addetti ai lavori.Il campione altoatesino ha spiegato le circostanze che lo hanno portato a questa difficile decisione: “Dopo una buona settimana di allenamento sulla terra ho cominciato a non sentirmi bene. Ho trascorso un paio di giorni a riposo ed in visita il medico ha riscontrato una tonsillite e mi ha fortemente sconsigliato di giocare.”
    La delusione di Sinner è palpabile nelle sue parole. Le Olimpiadi rappresentavano infatti uno degli obiettivi principali della sua stagione: “Perdermi i Giochi è una grandissima delusione visto che era uno dei miei obiettivi principali per questa stagione. Non vedevo l’ora di avere l’onore di rappresentare il mio paese in questo evento importantissimo.”Nonostante la sua assenza, Sinner non ha mancato di esprimere il suo sostegno alla squadra italiana: “Un grande in bocca al lupo a tutti gli atleti italiani che supporterò da casa. Forza Italia.”Questo forfait rappresenta un duro colpo per le ambizioni dell’Italia nel tennis olimpico. Sinner, fresco di successi importanti nel circuito ATP e attuale n.1 del mondo, era considerato una delle carte più importanti per puntare al podio, sia nel singolare che nel doppio.
    La Federazione Italiana Tennis dovrà ora riorganizzare la squadra, cercando di colmare il vuoto lasciato da Sinner. RIl regolamento prevede che, in questa fase, un eventuale forfait venga ripianato con l’ingresso di un giocatore già presente nel tabellone di doppio. A subentrare è dunque Andrea Vavassori,Per Sinner, l’attenzione si sposterà ora sul recupero e sulla preparazione per i prossimi impegni del circuito, con la speranza di tornare presto in campo più forte di prima.
    Queste le parole complete di Sinner: “Sono amareggiato di informarvi che purtroppo non potrò partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi.Dopo una buona settimana di allenamento sulla terra ho cominciato a non sentirmi bene. Ho trascorso un paio di giorni a riposo ed in visita il medico ha riscontrato una tonsillite e mi ha fortemente sconsigliato di giocare.Perdermi i Giochi è una grandissima delusione visto che era uno dei miei obiettievi principali per questa stagione. Non vedevo l’ora di avere l’onore di rappresentare il mio paese in questo evento importantissimo.Un grande in bocca al lupo a tutti gli atleti italiani che supporterò da casa.Forza Italia”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Djokovic contro Alcaraz ha sbagliato tattica. Solo Sinner può battere Carlos sulla velocità”

    Toni Nadal

    Secondo lo “zio” più famoso del tennis, Toni Nadal, nella recente finale di Wimbledon Djokovic si è “suicidato” con una tattica errata che ha finito per esaltare le qualità di Alcaraz. A suo dire l’unico giocatore che può sfidare lo spagnolo sulla rapidità e velocità e sperare di vincere è Jannik Sinner. Questo il sunto del pensiero di Toni, tratto dal suo editoriale settimanale sul quotidiano iberico El Pais. Riportiamo il passaggio più saliente.
    “Posso immaginare i dubbi che Novak e tutta la sua squadra avranno avuto nell’avvicinarsi alla finale di Wimbledon” scrive Nadal. “La decisione non è stata facile. È la stessa che si presenta a molti giocatori e coach quando affrontano un avversario superiore. Come affrontiamo l’incontro? Lo affrontiamo con le nostre solite armi e il nostro stile o, al contrario, proviamo a neutralizzare il nostro rivale cercando altre soluzioni, allontanandoci dal nostro gioco e punti di forza abituali? Personalmente ho sempre scelto il primo. Djokovic ha optato per la seconda via. Sapendo che né le sue gambe né la precisione dei suoi colpi sono più quelli di una volta, e che nemmeno una partita lunga e fisica non gli sarebbe stata favorevole, ha provato una tattica che alla fine si è rivelata suicida. Voleva imporre ritmi alti, giocare aggressivo, accorciare gli scambi da fondo campo e alla minima occasione chiudere i punti in rete”.
    “Secondo me, l’unica opzione che aveva il serbo era provare a rallentare il gioco. Sperare che non sbagliare mai niente a quella velocità e confidare che Carlos non stesse vivendo la sua giornata migliore…”
    “Cercare di battere il giocatore di Murcia in velocità è praticamente impossibile oggigiorno. Solo Jannik Sinner può affrontare lo spagnolo ad armi pari con la massima velocità. E infatti la finale della scorsa domenica conferma che la vera rivalità nei prossimi tornei e, probabilmente, nei prossimi anni sarà tra questi due: l’italiano e il nostro grande campione spagnolo” conclude Nadal.
    Parole importanti, che sottendono un’ altra affermazione: Djokovic a suo dire, a meno di giornate storte di Alcaraz, non ha più gambe e rapidità per imporsi sul giovane rivale. Vedremo cosa accadrà alle Olimpiadi e ancora più sul cemento negli Stati Uniti, dove il duello tra i due, e Sinner, potrebbe vivere nuovi importanti episodi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Alcaraz vs Sinner: Essere n.1 o vincere più Slam?

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Nel panorama tennistico attuale, due giovani talenti stanno ridefinendo i parametri del successo: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. La loro ascesa pone un’interessante provocazione: è meglio essere il numero 1 del mondo o vincere più Slam nello stesso anno?A prima vista, il discorso potrebbe sembrare banale. Tuttavia, sondando l’opinione dei tifosi, emerge chiaramente quanto questa questione sia sentita e dibattuta.
    I sostenitori di Alcaraz sottolineano come i successi negli Slam siano ciò che resta nella storia. Le immagini del giovane spagnolo che alza i trofei di Wimbledon e Roland Garros sono destinate a diventare iconiche. Per questi tifosi, sono i momenti di gloria che contano, quelli che si ricordano anche decenni dopo.
    D’altra parte, i fan di Sinner argomentano che essere numero 1 del mondo è la prova definitiva della costanza e della versatilità di un giocatore. Raggiungere la vetta del ranking ATP richiede eccellenza su tutte le superfici e durante tutto l’arco dell’anno, non solo nei quattro tornei più prestigiosi dove Jannik ha peraltro vinto quest’anno il primo slam in carriera a Melbourne.
    Sui social media e nei forum dedicati al tennis, questi dibattiti infuriano quotidianamente. Ogni nuovo risultato di Alcaraz o Sinner riaccende la discussione, con tifosi pronti a difendere la superiorità del proprio beniamino.
    Ciò che rende questo dibattito così affascinante è che non esiste alla fine una vera risposta definitiva. È una questione di preferenze personali e di come si interpreta il concetto di “grandezza” nel tennis. Alcuni privilegiano i momenti di picco, altri la costanza nel lungo periodo.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Cosa resta di Wimbledon 2024

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Carlos Alcaraz si conferma campione a Wimbledon. E lo fa “in style”, battendo di nuovo Djokovic in finale. Se l’anno scorso quel successo fu sudato, epico e sorprendente, la finale maschile 2024 è stata a senso unico, e le proporzioni del successo avrebbero potuto essere ancor più nette se Alcaraz non avesse sprecato i match point servendo sul 5-4. Alla fine poco importa, il campo ha parlato chiaro: Carlos è stato dominante, nettamente superiore all’ex n.1, a secco di titoli scollinando metà stagione – non gli capitava dal 2005, quando era ai primi passi sul tour Pro… Riavvolgiamo rapidamente l’edizione dei Championships andata in archivio, sottolineando i fatti salienti, quelli che resteranno nella memoria degli appassionanti e hanno un peso significativo.

    Alcaraz si conferma il più forte …su erba. Stop. Mi fermo immediatamente qua, per non allargare troppo il tiro sul resto delle superfici e della stagione. Forte della bella vittoria a Parigi, Carlos ha iniziato la sua difesa del titolo senza convincere a pieno, ma dal suo team si ostentava serenità. “Sta bene, ci sono alti e bassi, ma caleranno partita dopo partita”. Aveva ragione JC Ferrero, ex n.1 ormai destinato a diventare più famoso come coach che come giocatore… “Carlito” è cresciuto match dopo match, anzi la scossa è arrivata con il complicato terzo turno vinto contro Tiafoe. Alcaraz ha rischiato seriamente il tracollo, sotto due set a uno e con tiebreak delicatissimo nel quarto contro l’americano. Ha superato quest’ostacolo alzando il livello, non tanto di gioco quanto nell’intensità e nella convinzione, nel focus. Gli alti e bassi restano nel tennis di Alcaraz, qualcosa concede, ma… alla fine riesce eccome a spiccare il volo, toccando punte di rendimento incredibili. La finale appena vinta contro Djokovic è quella più netta tra i suoi 4 Slam alzati, e contro l’avversario più tosto, anche se oggettivamente non al meglio. Carlos ha “scherzato” il rivale nei primi due set, mostrando un tennis troppo più veloce, completo, efficace. Non c’è stata una sola fase di gioco nel quale lo spagnolo non sia stato superiore, di gran lunga. E quando Carlos gioca così, volando sul campo, rubando tempo di gioco e creando traiettorie favolose, è quasi imprendibile perché sa fare tutto e lo fa con una rapidità che ti disarma. Djokovic non aveva granché da opporre, è stato quasi un miracolo per lui arrivare a giocarsi il titolo, e forse, oggettivamente, con un tabellone come ha avuto Sinner non ci sarebbe nemmeno arrivato; ma la sensazione dal campo è stata brutale: Novak non ha avuto una chance. Questo fa riflettere, sulla forza di Alcaraz e sul tempo che passa per il serbo… Per Novak i prossimi due mesi sono forse decisivi: lui ostenta voglia assoluta di continuare e la sua ripresa dopo l’operazione ha del miracoloso, ma se anche Parigi2024 e NY24 fossero negativi, troverà il prossimo anno, a 38 anni, la forza di ricominciare con lo stesso vigore?

    Musetti, ha trovato il suo “centro di gravità permanente”? Ce lo auguriamo. Ci sono segnali forti e concordanti, sia vedendolo giocare che ascoltandolo dopo le partite. Spesso parlando di vittorie e sconfitte appena vissute, Lorenzo si focalizzava su aspetti tecnici, sull’umore, sulla fiducia che andava e poi scompariva. Nelle ultime eccellenti settimane vissute sui prati dopo Parigi, Musetti ha dato una sensazione nettamente diversa, una maggior lucidità nell’analizzare cosa è andato e quel che ha funzionato, ha sottolineato a più riprese una nuova forza nel controllo delle emozioni e delle situazioni di gioco. E il gioco in partita è decollato: scelte mediamente più corrette, intensità crescente, focus nettamente superiore, e via dicendo. Si direbbe… maturato, o almeno con passi avanti molto importanti. Era stato “facile” profetizzare che su erba avrebbe giocato alla grande. Non c’è alcuna divinazione, solo un attenta osservazione del gioco. A Stoccarda è stato evidente come le necessità imposte dall’erba fossero un toccasana per lui, “costretto” a complicarsi di meno la vita scegliendo quale freccia estrarre dalla sua faretra e giocare più diretto, più secco e asciutto, con tempi di gioco più rapidi e propensione offensiva. Detto fatto. Il gioco di “Muso” è decollato, e insieme fiducia e mentalità. Si è arreso a Wimbledon in semifinale contro il miglior Djokovic della stagione, a testa altissima e sempre in partita. Adesso non resta che attendere il ritorno sulla terra battuta per verificare che non faccia come il gambero, ma resti offensivo, attento ad anticipare e non crollare all’indietro.

    Sinner fortissimo, con la condizione atletica/salute come ago della bilancia. Fin dal match point sfruttato da Alcaraz in finale vs. Djokovic, su tutti social, forum e quant’altro si è scatenata il dibattito sul tema Carlos – Jannik. Cosa sarebbe accaduto se i due si fossero affrontati in semifinale? Un Sinner “sano”, non quello sceso in campo contro Medvedev, se la sarebbe giocata o avrebbe fatto la stessa fine del serbo? Non rispondo, lascio che a parlare sia il campo alla prossima occasione, …magari anche nella finale di Wimbledon 2025, perché no. Non è affatto un sogno o ipotesi impossibile. Quel che ora preme sottolineare, è che il Sinner visto nel torneo prima del malanno – virus, era un OTTIMO Sinner. Berrettini nel 2°turno ha fatto un partitone, Sinner gli è stato superiore, come contro Shelton, a tratti schiantato. È sceso in campo nei quarti con l’energia di uno zombie e comunque ha portato Medvedev al quinto e ha avuto pure le chance per portarla a casa… Questo significa che Jannik ha il livello e si merita di essere il n.1 del mondo. Vista come funziona la classifica, negli ultimi 12 mesi è stato il migliore, in particolare dallo scorso ottobre. Sta agli altri far meglio, e provare il sorpasso. Jannik al 100% se la gioca con tutti, li batte praticamente tutti e non teme affatto Alcaraz, o Djokovic. Il problema è prevenire infortuni / malanni. A volte è solo sfortuna, e poco si può. Ma questa è diventata ormai la priorità: il vero nemico di Sinner, più degli stessi rivali, è il suo corpo, infortuni e acciacchi. È così un po’ per tutti, ma per Jannik in particolare, visto che il suo tennis è estremamente “energivoro”, e per esplodere quella prepotenza in spinta serve stare molto, molto bene. Questo può essere uno spunto per migliorare, parola che tanto è cara al nostro campione (e della quale ho parlato diffusamente in un capitolo dedicato nel libro appena uscito, “Una Straordinaria Normalità”): trovare il modo per fare un po’ meno fatica in certe partite e vincere i punti con minor sforzo, può essere qualcosa che non solo gli allunga la carriera – e non sarebbe poco – ma lo porta più vivace alle partite dove si decidono gli Slam.

    Delusione Rune, strada smarrita. Se mi si chiede chi è stato il giocatore più deludente di Wimbledon 2024, penso subito al danese. Holger ha un potenziale enorme, non si fa quel che ha combinato lui nel finale del 2022 a soli 19 anni se non ha qualcosa di speciale. Il Rune schiantato da Djokovic negli ottavi è l’ombra di quell’agonistica completo e “cattivissimo” dal punto di vista sportivo che tanto aveva impressionato. È stato portato a scuola dal campione serbo, e l’atteggiamento di Holger è stato pessimo, a tratti smarrito, altre irridente. Ma c’è ben poco da ridere, solo masticare amaro e provare a fermarsi e riflettere sul perché il diritto non fa più male e svaria da tutte le parti, col servizio a tratti scompare, il rovescio è facile da leggere e rimettere. Il caos che gli gira intorno da troppo tempo di sicuro non aiuta, sembra un tennista non solo sfiduciato ma anche spuntato. A chi gli chiede dei successi di Jannik e Carlos, lui dice di aspettare, che si sente pronto a lottare ad armi pari e “vedremo alla fine chi ne avrà di più”. In questo momento, ci crede solo lui. Ma quanto ci crede davvero o solo facciata? Al luglio 2024, i due rivali sono chilometri avanti, così lontani che di fatto non li vede più…

    Altre note sparse. Berrettini, mannaggia all’urna, poteva essere un fattore in qualsiasi altro settore del tabellone. Sfortuna, tonnellate, ne ha le tasche piene (…e noi in modo metaforico siamo con lui…), adesso è l’ora di insistere nella seconda parte del 2024 per ritrovare una posizione in classifica consona al suo valore. E sperare che a NY abbia un sorteggio più clemente. Fritz si conferma tennista molto forte, ma dietro ai migliori. Troppo poco sensibile e flessibile, quando trova un avversario bravo a cambiare le carte in tavola e portarlo a giocare su territori scivolosi, perde equilibrio e si smarrisce. Medvedev, contro un Sinner non al meglio, trova una bella vittoria contro uno dei top, mancava da un po’, ma poi contro Alcaraz si è avuta la sensazione che non ce la potesse fare. Probabilmente contro un Sinner al 100%, avrebbe incassato la sesta sconfitta di fila dal nostro Forse, il suo tennis così impregnato di fatica e tattica, contro la rapidità di Jannik e Carlos non più sufficiente. Avrà la forza per rilanciare, rinnovandosi? Rublev dovrebbe pensare seriamente a uno stop e recuperare un po’ di serenità, perché le sue sfuriate di rabbia autodistruttive iniziano ad essere pericolose… Un grande applauso a Fognini, che contro tutto e contro tutti ha disputato “da vecchio” uno dei migliori Wimbledon in carriera. I supporter italici hanno così tanti connazionali da seguire che il buon Fabio è quasi dimenticato. Male, malissimo, perché quel braccio è sempre uno dei più belli e divertenti. Finché ha voglia, teniamocelo stretto…
    P.S.: Jasmine Paolini IMMENSA. A lei, a breve, un’analisi dedicata. Di nuovo, tanti applausi Jas!

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO