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    Toni Nadal: “Djokovic contro Alcaraz ha sbagliato tattica. Solo Sinner può battere Carlos sulla velocità”

    Toni Nadal

    Secondo lo “zio” più famoso del tennis, Toni Nadal, nella recente finale di Wimbledon Djokovic si è “suicidato” con una tattica errata che ha finito per esaltare le qualità di Alcaraz. A suo dire l’unico giocatore che può sfidare lo spagnolo sulla rapidità e velocità e sperare di vincere è Jannik Sinner. Questo il sunto del pensiero di Toni, tratto dal suo editoriale settimanale sul quotidiano iberico El Pais. Riportiamo il passaggio più saliente.
    “Posso immaginare i dubbi che Novak e tutta la sua squadra avranno avuto nell’avvicinarsi alla finale di Wimbledon” scrive Nadal. “La decisione non è stata facile. È la stessa che si presenta a molti giocatori e coach quando affrontano un avversario superiore. Come affrontiamo l’incontro? Lo affrontiamo con le nostre solite armi e il nostro stile o, al contrario, proviamo a neutralizzare il nostro rivale cercando altre soluzioni, allontanandoci dal nostro gioco e punti di forza abituali? Personalmente ho sempre scelto il primo. Djokovic ha optato per la seconda via. Sapendo che né le sue gambe né la precisione dei suoi colpi sono più quelli di una volta, e che nemmeno una partita lunga e fisica non gli sarebbe stata favorevole, ha provato una tattica che alla fine si è rivelata suicida. Voleva imporre ritmi alti, giocare aggressivo, accorciare gli scambi da fondo campo e alla minima occasione chiudere i punti in rete”.
    “Secondo me, l’unica opzione che aveva il serbo era provare a rallentare il gioco. Sperare che non sbagliare mai niente a quella velocità e confidare che Carlos non stesse vivendo la sua giornata migliore…”
    “Cercare di battere il giocatore di Murcia in velocità è praticamente impossibile oggigiorno. Solo Jannik Sinner può affrontare lo spagnolo ad armi pari con la massima velocità. E infatti la finale della scorsa domenica conferma che la vera rivalità nei prossimi tornei e, probabilmente, nei prossimi anni sarà tra questi due: l’italiano e il nostro grande campione spagnolo” conclude Nadal.
    Parole importanti, che sottendono un’ altra affermazione: Djokovic a suo dire, a meno di giornate storte di Alcaraz, non ha più gambe e rapidità per imporsi sul giovane rivale. Vedremo cosa accadrà alle Olimpiadi e ancora più sul cemento negli Stati Uniti, dove il duello tra i due, e Sinner, potrebbe vivere nuovi importanti episodi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Alcaraz vs Sinner: Essere n.1 o vincere più Slam?

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Nel panorama tennistico attuale, due giovani talenti stanno ridefinendo i parametri del successo: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. La loro ascesa pone un’interessante provocazione: è meglio essere il numero 1 del mondo o vincere più Slam nello stesso anno?A prima vista, il discorso potrebbe sembrare banale. Tuttavia, sondando l’opinione dei tifosi, emerge chiaramente quanto questa questione sia sentita e dibattuta.
    I sostenitori di Alcaraz sottolineano come i successi negli Slam siano ciò che resta nella storia. Le immagini del giovane spagnolo che alza i trofei di Wimbledon e Roland Garros sono destinate a diventare iconiche. Per questi tifosi, sono i momenti di gloria che contano, quelli che si ricordano anche decenni dopo.
    D’altra parte, i fan di Sinner argomentano che essere numero 1 del mondo è la prova definitiva della costanza e della versatilità di un giocatore. Raggiungere la vetta del ranking ATP richiede eccellenza su tutte le superfici e durante tutto l’arco dell’anno, non solo nei quattro tornei più prestigiosi dove Jannik ha peraltro vinto quest’anno il primo slam in carriera a Melbourne.
    Sui social media e nei forum dedicati al tennis, questi dibattiti infuriano quotidianamente. Ogni nuovo risultato di Alcaraz o Sinner riaccende la discussione, con tifosi pronti a difendere la superiorità del proprio beniamino.
    Ciò che rende questo dibattito così affascinante è che non esiste alla fine una vera risposta definitiva. È una questione di preferenze personali e di come si interpreta il concetto di “grandezza” nel tennis. Alcuni privilegiano i momenti di picco, altri la costanza nel lungo periodo.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Cosa resta di Wimbledon 2024

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Carlos Alcaraz si conferma campione a Wimbledon. E lo fa “in style”, battendo di nuovo Djokovic in finale. Se l’anno scorso quel successo fu sudato, epico e sorprendente, la finale maschile 2024 è stata a senso unico, e le proporzioni del successo avrebbero potuto essere ancor più nette se Alcaraz non avesse sprecato i match point servendo sul 5-4. Alla fine poco importa, il campo ha parlato chiaro: Carlos è stato dominante, nettamente superiore all’ex n.1, a secco di titoli scollinando metà stagione – non gli capitava dal 2005, quando era ai primi passi sul tour Pro… Riavvolgiamo rapidamente l’edizione dei Championships andata in archivio, sottolineando i fatti salienti, quelli che resteranno nella memoria degli appassionanti e hanno un peso significativo.

    Alcaraz si conferma il più forte …su erba. Stop. Mi fermo immediatamente qua, per non allargare troppo il tiro sul resto delle superfici e della stagione. Forte della bella vittoria a Parigi, Carlos ha iniziato la sua difesa del titolo senza convincere a pieno, ma dal suo team si ostentava serenità. “Sta bene, ci sono alti e bassi, ma caleranno partita dopo partita”. Aveva ragione JC Ferrero, ex n.1 ormai destinato a diventare più famoso come coach che come giocatore… “Carlito” è cresciuto match dopo match, anzi la scossa è arrivata con il complicato terzo turno vinto contro Tiafoe. Alcaraz ha rischiato seriamente il tracollo, sotto due set a uno e con tiebreak delicatissimo nel quarto contro l’americano. Ha superato quest’ostacolo alzando il livello, non tanto di gioco quanto nell’intensità e nella convinzione, nel focus. Gli alti e bassi restano nel tennis di Alcaraz, qualcosa concede, ma… alla fine riesce eccome a spiccare il volo, toccando punte di rendimento incredibili. La finale appena vinta contro Djokovic è quella più netta tra i suoi 4 Slam alzati, e contro l’avversario più tosto, anche se oggettivamente non al meglio. Carlos ha “scherzato” il rivale nei primi due set, mostrando un tennis troppo più veloce, completo, efficace. Non c’è stata una sola fase di gioco nel quale lo spagnolo non sia stato superiore, di gran lunga. E quando Carlos gioca così, volando sul campo, rubando tempo di gioco e creando traiettorie favolose, è quasi imprendibile perché sa fare tutto e lo fa con una rapidità che ti disarma. Djokovic non aveva granché da opporre, è stato quasi un miracolo per lui arrivare a giocarsi il titolo, e forse, oggettivamente, con un tabellone come ha avuto Sinner non ci sarebbe nemmeno arrivato; ma la sensazione dal campo è stata brutale: Novak non ha avuto una chance. Questo fa riflettere, sulla forza di Alcaraz e sul tempo che passa per il serbo… Per Novak i prossimi due mesi sono forse decisivi: lui ostenta voglia assoluta di continuare e la sua ripresa dopo l’operazione ha del miracoloso, ma se anche Parigi2024 e NY24 fossero negativi, troverà il prossimo anno, a 38 anni, la forza di ricominciare con lo stesso vigore?

    Musetti, ha trovato il suo “centro di gravità permanente”? Ce lo auguriamo. Ci sono segnali forti e concordanti, sia vedendolo giocare che ascoltandolo dopo le partite. Spesso parlando di vittorie e sconfitte appena vissute, Lorenzo si focalizzava su aspetti tecnici, sull’umore, sulla fiducia che andava e poi scompariva. Nelle ultime eccellenti settimane vissute sui prati dopo Parigi, Musetti ha dato una sensazione nettamente diversa, una maggior lucidità nell’analizzare cosa è andato e quel che ha funzionato, ha sottolineato a più riprese una nuova forza nel controllo delle emozioni e delle situazioni di gioco. E il gioco in partita è decollato: scelte mediamente più corrette, intensità crescente, focus nettamente superiore, e via dicendo. Si direbbe… maturato, o almeno con passi avanti molto importanti. Era stato “facile” profetizzare che su erba avrebbe giocato alla grande. Non c’è alcuna divinazione, solo un attenta osservazione del gioco. A Stoccarda è stato evidente come le necessità imposte dall’erba fossero un toccasana per lui, “costretto” a complicarsi di meno la vita scegliendo quale freccia estrarre dalla sua faretra e giocare più diretto, più secco e asciutto, con tempi di gioco più rapidi e propensione offensiva. Detto fatto. Il gioco di “Muso” è decollato, e insieme fiducia e mentalità. Si è arreso a Wimbledon in semifinale contro il miglior Djokovic della stagione, a testa altissima e sempre in partita. Adesso non resta che attendere il ritorno sulla terra battuta per verificare che non faccia come il gambero, ma resti offensivo, attento ad anticipare e non crollare all’indietro.

    Sinner fortissimo, con la condizione atletica/salute come ago della bilancia. Fin dal match point sfruttato da Alcaraz in finale vs. Djokovic, su tutti social, forum e quant’altro si è scatenata il dibattito sul tema Carlos – Jannik. Cosa sarebbe accaduto se i due si fossero affrontati in semifinale? Un Sinner “sano”, non quello sceso in campo contro Medvedev, se la sarebbe giocata o avrebbe fatto la stessa fine del serbo? Non rispondo, lascio che a parlare sia il campo alla prossima occasione, …magari anche nella finale di Wimbledon 2025, perché no. Non è affatto un sogno o ipotesi impossibile. Quel che ora preme sottolineare, è che il Sinner visto nel torneo prima del malanno – virus, era un OTTIMO Sinner. Berrettini nel 2°turno ha fatto un partitone, Sinner gli è stato superiore, come contro Shelton, a tratti schiantato. È sceso in campo nei quarti con l’energia di uno zombie e comunque ha portato Medvedev al quinto e ha avuto pure le chance per portarla a casa… Questo significa che Jannik ha il livello e si merita di essere il n.1 del mondo. Vista come funziona la classifica, negli ultimi 12 mesi è stato il migliore, in particolare dallo scorso ottobre. Sta agli altri far meglio, e provare il sorpasso. Jannik al 100% se la gioca con tutti, li batte praticamente tutti e non teme affatto Alcaraz, o Djokovic. Il problema è prevenire infortuni / malanni. A volte è solo sfortuna, e poco si può. Ma questa è diventata ormai la priorità: il vero nemico di Sinner, più degli stessi rivali, è il suo corpo, infortuni e acciacchi. È così un po’ per tutti, ma per Jannik in particolare, visto che il suo tennis è estremamente “energivoro”, e per esplodere quella prepotenza in spinta serve stare molto, molto bene. Questo può essere uno spunto per migliorare, parola che tanto è cara al nostro campione (e della quale ho parlato diffusamente in un capitolo dedicato nel libro appena uscito, “Una Straordinaria Normalità”): trovare il modo per fare un po’ meno fatica in certe partite e vincere i punti con minor sforzo, può essere qualcosa che non solo gli allunga la carriera – e non sarebbe poco – ma lo porta più vivace alle partite dove si decidono gli Slam.

    Delusione Rune, strada smarrita. Se mi si chiede chi è stato il giocatore più deludente di Wimbledon 2024, penso subito al danese. Holger ha un potenziale enorme, non si fa quel che ha combinato lui nel finale del 2022 a soli 19 anni se non ha qualcosa di speciale. Il Rune schiantato da Djokovic negli ottavi è l’ombra di quell’agonistica completo e “cattivissimo” dal punto di vista sportivo che tanto aveva impressionato. È stato portato a scuola dal campione serbo, e l’atteggiamento di Holger è stato pessimo, a tratti smarrito, altre irridente. Ma c’è ben poco da ridere, solo masticare amaro e provare a fermarsi e riflettere sul perché il diritto non fa più male e svaria da tutte le parti, col servizio a tratti scompare, il rovescio è facile da leggere e rimettere. Il caos che gli gira intorno da troppo tempo di sicuro non aiuta, sembra un tennista non solo sfiduciato ma anche spuntato. A chi gli chiede dei successi di Jannik e Carlos, lui dice di aspettare, che si sente pronto a lottare ad armi pari e “vedremo alla fine chi ne avrà di più”. In questo momento, ci crede solo lui. Ma quanto ci crede davvero o solo facciata? Al luglio 2024, i due rivali sono chilometri avanti, così lontani che di fatto non li vede più…

    Altre note sparse. Berrettini, mannaggia all’urna, poteva essere un fattore in qualsiasi altro settore del tabellone. Sfortuna, tonnellate, ne ha le tasche piene (…e noi in modo metaforico siamo con lui…), adesso è l’ora di insistere nella seconda parte del 2024 per ritrovare una posizione in classifica consona al suo valore. E sperare che a NY abbia un sorteggio più clemente. Fritz si conferma tennista molto forte, ma dietro ai migliori. Troppo poco sensibile e flessibile, quando trova un avversario bravo a cambiare le carte in tavola e portarlo a giocare su territori scivolosi, perde equilibrio e si smarrisce. Medvedev, contro un Sinner non al meglio, trova una bella vittoria contro uno dei top, mancava da un po’, ma poi contro Alcaraz si è avuta la sensazione che non ce la potesse fare. Probabilmente contro un Sinner al 100%, avrebbe incassato la sesta sconfitta di fila dal nostro Forse, il suo tennis così impregnato di fatica e tattica, contro la rapidità di Jannik e Carlos non più sufficiente. Avrà la forza per rilanciare, rinnovandosi? Rublev dovrebbe pensare seriamente a uno stop e recuperare un po’ di serenità, perché le sue sfuriate di rabbia autodistruttive iniziano ad essere pericolose… Un grande applauso a Fognini, che contro tutto e contro tutti ha disputato “da vecchio” uno dei migliori Wimbledon in carriera. I supporter italici hanno così tanti connazionali da seguire che il buon Fabio è quasi dimenticato. Male, malissimo, perché quel braccio è sempre uno dei più belli e divertenti. Finché ha voglia, teniamocelo stretto…
    P.S.: Jasmine Paolini IMMENSA. A lei, a breve, un’analisi dedicata. Di nuovo, tanti applausi Jas!

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Medvedev (prossimo avversario di Sinner): “Cercherò di sorprenderlo”

    Daniil Medvedev (foto Getty Images)

    Nei quarti di finale di Wimbledon andrà in scena una nuova sfida tra Sinner e Medvedev. Sarà il loro dodicesimo confronto diretto, gli head to head sono ancora a favore del moscovita con 6 vittorie e 5 sconfitte, ma la tendenza è nettamente a favore dell’italiano che dopo aver perso i primi sei match ha vinto gli ultimi cinque di fila, due disputati quest’anno tra Australian Open e Miami. L’ultimo incontro – disputato in Florida sul cemento – è stato vinto in maniera netta da Jannik, un 6-1 6-2 senza appello, con un dominio totale del gioco e una sensazione di superiorità totale. Per la prima volta i due si affronteranno su erba (nemmeno si sono affrontati su terra battuta); che la superficie possa scombinare le carte in tavola? Daniil ha sempre affermato di detestare il gioco sui prati, ma il suo tennis è migliorato col passare degli anni. Anche Sinner ha iniziato stentando su erba, poi ha capito come correre, le dinamiche e tempi di gioco, tanto che oggi il suo tennis sulla più antica delle superfici è molto efficace. Parlando alla stampa dopo la partita di ottavi di finale, vinta per lo sfortunatissimo ritiro di Dimitrov, Medvedev ha focalizzato l’attenzione sulle difficoltà del giocare contro Sinner.
    “Non abbiamo ancora parlato, ma ci siamo allenati con Jannik qui prima del torneo. È stato un set fantastico” afferma Daniil. “La cosa particolare è che ho perso cinque volte. Ma se ricordo bene, quattro di queste sfide sono state molto lottate. Sono stato sfortunato o no? Anche a Pechino ci sono stati due tiebreak, a Vienna è stata una partita davvero pazzesca e a Torino è stata una partita equilibrata. Poi a Miami lui ha vinto facilmente, ma non credo che fossi troppo lontano. Jannik ha fatto ottimo lavoro vincendo cinque volte di seguito. Ora giocheremo sull’erba sono sicuro che cercherò qualcosa di nuovo, spero di giocare bene. Il servizio è importante sull’erba, più servi bene, meglio ti senti in partita e sarà così sia per entrambi. Cercherò di sorprenderlo e di metterlo in difficoltà. Sono sicuro che lui farà lo stesso. Spero che sia una bella partita. Cercherò di dare il massimo per vincere.”
    Così Medvedev parla di come sia cambiato il gioco di Sinner dai loro primi incontri: “Gioca meglio e sbaglia di meno. Quando Jannik è arrivato sul circuito, tutti sono rimasti un po’ sorpresi, non per la potenza dei colpi, ma per quanto velocemente corre e per come colpisce bene da tutte le posizioni in campo. Ma sbagliava troppo e quindi ha perso tante partite. Appena ha smesso di commettere tanti errori spingendo, è migliorato, ora è molto difficile batterlo, non solo per questo e non solo per me. Ha grandi qualità. Di solito gioco al mio meglio contro il numero 1 del mondo. Vediamo se questo mi aiuta contro Jannik. Prima il suo servizio non era così buono. Senza dubbio è più difficile giocare contro di lui rispetto a prima. Inoltre, come ho detto, le nostre partite sono state molto combattute, ho avuto le mie occasioni, cercherò stavolta di sfruttarle meglio” conclude il russo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner fantastico per due set, poi lotta nel terzo e batte Shelton, è nei quarti a Wimbledon

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Due set capolavoro, dominati da campione con un tennis spettacolare, dirompente in ogni colpo e forte di una risposta clamorosa, poi il terzo set si è fatto molto complicato per Jannik Sinner contro Ben Shelton negli ottavi di finale di Wimbledon. L’azzurro è andato sotto di un break per un passaggio a vuoto col diritto, ha rimontato con classe e ha portato a casa il parziale e il match faticando al tiebreak, dove ha sprecato un vantaggio di 5 punti a 2 e annullando ben 4 set point (uno in risposta) allo statunitense. L’azzurro batte il potente mancino di Atlanta per 6-2 6-4 7-6(9) e vola nei quarti di finale dei Championships, dove attende Daniil Medvedev. Jannik ha dato una dimostrazione di forza brutale nel primo set, dove ha perso un solo punto alla battuta, quindi ha controllato bene il secondo parziale, forte di un break strappato in apertura e senza alcuna sbavatura. Shelton dopo l’avvio shock è cresciuto: ha trovato ritmo alla battuta e anche un po’ in risposta (anche per un leggero calo di Jannik per numero di prime palle in campo), sparacchiando di meno e correndo tanto. Si è “centrato”, e le sue pallate hanno iniziato a prendere le righe, non più i teloni, e questo ha portato a meno scambi. Forse anche per questo, insieme al primo calo di tensione, Sinner è incappato in un pessimo turno di battuta all’avvio del terzo set, dove con 4 errori col diritto – non aveva sbagliato praticamente nulla fino a quel momento – è stato costretto a rincorrere.
    Lì, ancora una volta, è venuta fuori la forza del Campione, quello che non molla nulla, è bravissimo a cancellare i momenti negativi e ritrovare con calma la retta via. È stato bravo a reggere, lasciar passare la sfuriata del rivale in piena esaltazione agonistica e prendersi immediatamente la prima chance per rientrare, arrivata nel settimo game, dove ha messo pressione al rivale dopo l’iniziale doppio fallo di Ben. Durissimo il tiebreak, dove Shelton era arrivato “meglio”, contro un Sinner invece più falloso e meno sicuro col diritto, colpo che oggi gli ha dato qualche patema dopo un’oretta di pallate imprendibili per consistenza e velocità. Alla fine, nel testa a testa furibondo del tiebreak, la maggior durezza nel gioco, completezza tecnica e forza mentale dell’italiano ha prevalso, e bene così perché in caso di quarto set la partita poteva diventare anche scomoda…
    Sinner è stato bravissimo a partire a mille all’ora, sia come colpi che per tempi di gioco. È stato indispensabile farlo per mettere subito in chiaro i rapporti di forza e mettere enorme pressione a Shelton, sia in termini di gioco che di punteggio. Ben infatti è il classico tennista che si può esaltare nella lotta, nei testa a testa, e diventare pericolosissimo perché nella sua racchetta l’equilibrio è poco, ma di potenza e di strafottenza ce n’è da vendere… Con una partenza razzo, e con una qualità in risposta quasi misteriosa (come ha agganciato, controllato e rimesso in gioco molte prime palle di Shelton ha dell’incredibile!), Jannik ha messo pressione fisica e mentale al rivale, l’ha depresso e depotenziato, mettendogli in faccia una forza che ha scardinato la sua arma principe, il servizio. Così Ben ha perso il filo del tennis, si è messo a sparacchiare senza senso, e pure il servizio ha perso efficacia. Non reggeva lo scambio, non faceva punto col servizio, nemmeno venendo a rete, e di errori del nostro neanche l’ombra. Bravissimo Sinner a cavalcare l’onda e scappare subito avanti nel secondo, forte di due set a zero la partita non era in ghiaccio ma assai ben indirizzata.
    Shelton tuttavia è stato molto bravo – anche grazie all’aiuto del padre, che è riuscito a calmarne l’istinto distruttivo – a salire da metà del secondo set, ha ritrovato buone sensazioni, prima col servizio, tornato insidiosissimo, quindi anche col diritto, a tratti imprendibile. Forse Sinner si è anche un filo preoccupato per una caduta e un fastidio al polso, o semplicemente ha un attimo tirato il fiato col fisico e testa dopo aver spinto come un forsennato. Ha perso precisione e feeling col diritto, ha iniziato a sbagliarne qualcuno già nella parte finale del secondo set, poi è crollato malamente all’avvio del terzo, con 4 errori davvero brutti, pagati a caro prezzo. Il metro del campione è stata la calma nell’aspettare il momento per alzare di nuovo il livello. Il segnale è stato il doppio fallo di Shelton nel primo punto sul 4-3: lì la morsa di Jannik è tornata mortale, si è ripreso il break e al fotofinish ha vinto.
    Una bella vittoria. Sinner è più forte complessivamente di Shelton, ha molto più tennis e testa, lucidità e continuità di gioco, ma resta un avversario scomodo se te lo trascini nella lotta, con quel servizio e potenza nei colpi. Jannik ha vinto con misura, un tennis più pratico nel terzo set, quello della rimonta e sorpasso. Il colpo migliore in tutto il suo incontro resta la risposta: come diavolo faccia a scattare nell’aria, domare la pallata di servizio di Shelton e, con l’equilibrio dei forti, rimetterla nell’angolo… Colpi al limite, ma se ci pensiamo poi non lo sono così tanto visto che ne ha trovati uno, poi due, poi… tanti! Sinner è un grande campione. Il suo Wimbledon continua. È di nuovo nei quarti. Pronto a dire la sua contro tutti. Avanti il prossimo.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il match inizia poco prima delle 17 sotto il tetto chiuso, visto il maltempo imperante su SW19, con Shelton alla battuta. Cerca e trova ogni angolo e rotazione col servizio, Ben muove lo score a 15. Ottimo il primo game di Sinner, in totale sicurezza lo vince a zero, 1 pari. Shelton si complica la vita con una smorzata pessima, gli costa il 15-30. Poi sul 30 pari clamorosa risposta di Jannik, una bordata di rovescio che costringe Ben a una volée difficile da domare, e non ce la fa. Palla break! Equilibrista Jannik! Trova in qualche modo una risposta di rovescio staccando la mano in allungo, la palla atterra nell’angolino e l’americano sbaglia. Anzi, NO! Il controllo elettronico vede che la palla di Ben ha toccato la riga. Stavolta servizio e diritto di Shelton sono efficaci. 2-1. Jannik si prende anche il quarto game a zero, sicurissimo con battuta e primo colpo successivo, molto aggressivo. Sul 2 pari ancora Ben opta, malamente, per una smorza bel letta e rigiocata da Jannik, 0-30. Molto bene Shelton poi sul 30 pari, vince il primo importante scambio da fondo campo reggendo col rovescio e accelerando lungo linea col diritto. Il BREAK per Sinner arriva: ai vantaggi Ben gioca con pochissima sensibilità il back di rovescio, poi sparacchia lungo col diritto, ma c’è una costante in questi errori: la PRESSIONE di Sinner dalla risposta, che neutralizza molte prime a tutta del nativo di Atlanta. 3-2 e servizio Jannik. Si interrompe a 10 la striscia di punti di fila vinti al servizio dall’azzurro. Ben ci mette un po’ del suo, esagera nella spinta cercando giocate percentualmente da bancarotta… 4-2 Sinner, tutto scorre come il ticchettio di un orologio svizzero nel gioco di JanTheFox. Non riesce a fare la differenza col servizio Ben, Jannik risponde tanto e benissimo, se non avesse regalato un tocco sotto rete sarebbe di nuovo avanti 0-40… La palla per il doppio break arriva ugualmente sul 30-40, eccellente la risposta di Jannik, l’ennesima. Con un altra risposta fantastica, rovescio cross in allungo e totale controllo, vola 5-2 col doppio break. Sinner si aggiudica il parziale 6-2 al primo set point. Ha perso 1 punto, UNO, alla battuta Jannik… Brutale.
    Secondo set, Shelton riparte alla battuta, ma… se non fa punto col servizio nello scambio son dolori. Risponde sempre Jannik, gli attacchi dell’americano fanno il solletico, sono neutralizzati come quando si schiaccia una zanzara con la racchettina elettrica… È subito sotto 15-40 Ben, Sinner gli tira “in faccia” una risposta a tutto braccio che rimbalza a due dita dalla riga di fondo. BREAK Sinner, 6 giochi di fila vinti. Si distrae un minimo Sinner, concede due errori, ma si riprende immediatamente col servizio, un Ace e via. 2-0 avanti. Finalmente torna a vincere un torno di servizio Shelton, chiedendo tutto e di più al servizio, ma che fatica… (1-2). Non solo potenza e impatti perentori, Sinner mette in mostra anche “mano” con un tocchetto sotto rete disinvolto e vincente nel primo punto del terzo game. È troppo rapido Jannik nel colpire col diritto o rovescio il primo colpo dopo la battuta, su risposte traballanti del rivale. Shelton ha la faccia chi di letteralmente non sa cosa fare per provare a fermare l’azzurro. 3-1. L’americano ingrana alla battuta, il parziale scorre via sui turni di battuta, con Jannik ancora solidissimo nei suoi. Sul 4-3, l’azzurro ha ceduto complessivamente nell’incontro solo 4 punti alla battuta… Jannik serve bene perché non cerca solo velocità, rischia la battuta anche contro il diritto di Ben, e la cosa funziona perché da sinistra gli apre totalmente l’angolo a destra dove entra benissimo col diritto cross e sbaraglia la resistenza del modesto rovescio di Shelton. 6-2 5-3 Sinner, in nemmeno un’ora di gioco. Complicato anche il nono game per l’americano, anche per colpa di un errore marchiano sotto rete, ma rimedia con il servizio, 4-5. Jannik serve per chiudere anche il secondo parziale. Sul 15-0 il pusterese commette il primo vero gratuito del match, ma poco male, si affida alla pressione nello scambio, poi una seconda palla così carica di spin ed esterna che manda sui teloni il rivale in risposta. 40-15, due Set Point. Spreca il primo, sparacchia con un po’ di fretta di rovescio (e si tocca il polso, era scivolato a terra in risposta nel nono game); OK il secondo, è lungo il rovescio in scambio di Ben. 6-4 Sinner. Totale controllo per l’azzurro, tutto bene, tutto rapido, nessuna sbavatura. Ogni colpo funziona. Shelton almeno è salito alla battuta, ma resta del tutto inefficace in risposta.
    Terzo set, Shelton to serve. Forse trova il miglior turno di battuta del suo match, non solo servizio ma anche un po’ di resistenza nello scambio senza sparacchiare via a tutta. 1-0 Shelton, e per la prima volta regge anche in risposta l’americano. Sinner si ritrova 30 pari, esagera col diritto per la terza volta nel game, 30-40 e prima palla break dell’incontro da salvare. Ancora il diritto tradisce Jannik, era in controllo dello scambio ma il cambio in lungo linea è in rete. All’improvviso, BREAK Shelton, primo passaggio a vuoto per l’italiano, ora costretto a rincorrere nel set sotto 0-2. Urla Ben dopo un bel punto vinto sul net e poi un diritto aggressivo. Si esalta lo statunitense, e così può diventare davvero pericoloso. Ancora col diritto Jannik sbaglia dopo un’ottima risposta. In modo totalmente inatteso, lo score segna 3-0 Shelton. L’italiano muove lo score, 1-3, con un delicato (e primo nel match) servizio e volée. La battuta di Ben diventa difficilissima da rispondere, tira addirittura una seconda palla a 133 miglia (!), bordata che lo porta 4-1. Servendo sul 4-2, Shelton inizia con un doppio fallo, poi sbaglia un diritto in scambio. 0-30. Bravissimo Sinner a rispondere in qualche modo, guadagnare il centro del campo e inchiodare il rivale nell’angolo sinistro, finito a furia di contro piedi. 0-40, tre palle per recuperare il break per Jannik. Gioca MALISSIMO Shelton la seconda, una smorzata che è un pallonetto e Sinner arriva e si prende il BREAK, 4-3. C’è un po’ di tensione in campo, anche l’azzurro è meno sciolto e commette il secondo errore del game, 30 pari. Nel momento del bisogno, il servizio c’è, due pallate e via. 4 pari. Ben ha trovato un bel focus, difende ogni palla con consistenza e non sparacchia più via come all’avvio del match, quando era travolto e non trovava la misura. Jannik deve lavorare di più e stare attento, visto lo score tirato del parziale. Poche prime in campo per Sinner sul 5-4, si affida alla sua consistenza nello scambio, dritto al centro per sbagliare di meno. Sul 40-30 trova una giocata clamorosa: sulla risposta nei piedi del rivale gioca un colpo sotto le gambe fronte rete e poi passante ottimo di diritto sull’attacco per nulla malvagio di Shelton. 5 pari. Continua a concedere qualcosa Sinner nello scambio, il diritto alterna vincenti ad errori, ancora 30 pari sul 6-5. Ancora lungo il diritto, un po’ statico coi piedi… c’è un Set Point Shelton! E la prima palla non va… Rischia una risposta di diritto Ben, la palla non supera la rete, qua è andata “bene”. ACE Sinner! Mancava da un po’ una prima palla decisiva. Altro gran servizio, Tiebreak! Attacca bene Ben sul secondo punto, ma la volée è lunga. Poi chiude con la smash Sinner, dopo uno schiaffo al volo di diritto non perfetto. 2 punti a 1 Jannik. UFF! Ben regala col diritto, su di una risposta alta e carica di Jannik che lo sorprende. 3-2 e servizio per l’azzurro. Servizio e diritto, 4-2. Altro servizio nell’angolino, perfetto, nemmeno velocissimo ma perfetto sul rovescio di Ben. 5 punti a 2. Shelton spara l’Ace #14, 3-5. Sinner comanda lo scambio ma sbaglia il 19esimo colpo, un rovescio veloce ma… si poteva far meglio. 5-4. Ora serve Jan. Chiamata OUT la palla diritto di Sinner, non chiama nemmeno la verifica, è 5 pari. GRANDE Vincente di Shelton col diritto, pallata improvvisa. Da 2-5, è 6-5 e serve, Set Point! Sbaglia Ben, sul ritmo di Jannik. 6 pari! Bel servizio esterno si Shelton, 7-6, altro SP, ma serve Sinner. Lo annulla l’azzurro, out il taglio di Shelton dopo una buona risposta. ACE! 8-7, ecco il Match Point Sinner! ACE Shelton! 8 pari. Ben guadagna il quarto SP con un diritto sicuro dopo la battuta; lo annulla col suo solito pressing. 9 pari. Buon servizio al colpo, 10-9 e seconda Palla Match Sinner… Doppio fallo!!!! Finisce così, annulla 4 SP e chiude 11 punti a 9. Bel terzo set, grande lotta e che crescita per Shelton. Sinner sbaglia qualcosa ma regge e la chiude in tre set. Si va nei quarti, ora ci sarà Medvedev.

    J. Sinner vs B. Shelton Slam Wimbledon J. Sinner [1]None667 B. Shelton [14]• None246 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3B. SheltonB. SheltonNone-None 1-0 1-1 1-2 2-2 2-3 2-4 2-5 3-5 ace 4-5 5-5 6-5 6-6 7-6 7-7 7-8 ace 8-8 ace 9-8 9-9 9-10 df6-6 → 7-6J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 ace5-6 → 6-6B. Shelton 15-0 30-0 40-0 ace 40-155-5 → 5-6J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-5 → 5-5B. Shelton 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-304-4 → 4-5J. Sinner 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-303-4 → 4-4B. Shelton 0-15 df 0-30 0-40 15-402-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-151-4 → 2-4B. Shelton 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 ace1-3 → 1-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-150-3 → 1-3B. Shelton 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace0-2 → 0-3J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-1 → 0-2B. Shelton 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-305-4 → 6-4B. Shelton 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 ace 40-30 ace5-3 → 5-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-3 → 5-3B. Shelton 15-0 30-0 ace 40-04-2 → 4-3J. Sinner 15-0 30-0 40-03-2 → 4-2B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-1 → 3-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-152-1 → 3-1B. Shelton 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 ace2-0 → 2-1J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace1-0 → 2-0B. Shelton 15-0 15-15 15-30 15-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-05-2 → 6-2B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 30-404-2 → 5-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-153-2 → 4-2B. Shelton 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A2-2 → 3-2J. Sinner 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-1 → 2-1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace0-1 → 1-1B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 ace ace0-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 Jannik Sinner
    🇺🇸 Ben Shelton

    Ace
    7
    15

    Doppi falli
    0
    4

    Percentuale prime di servizio
    70% (63/90)
    72% (69/96)

    Punti vinti con la prima
    76% (48/63)
    70% (48/69)

    Punti vinti con la seconda
    70% (19/27)
    41% (11/27)

    Punti vinti a rete
    69% (22/32)
    48% (13/27)

    Palle break convertite
    67% (4/6)
    50% (1/2)

    Punti vinti in risposta
    39% (37/96)
    26% (23/90)

    Vincenti
    28
    27

    Errori non forzati
    29
    37

    Punti totali vinti
    104
    82

    Distanza coperta
    2607.2 m
    2645.0 m

    Distanza coperta per punto
    14.0 m
    14.2 m LEGGI TUTTO

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    Sinner imprendibile! Domina Kecmanovic, è negli ottavi a Wimbledon

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Un rullo compressone. Un treno in corsa nipponico (anche per la velocità di crociera… e puntualità!). Un cometa che attraversa il cielo estivo di notte e lo illumina a giorno. Scegliete voi la metafora più calzante per descrivere Jannik Sinner nella serata di Wimbledon. L’italiano ha giocato una partita impressionante per qualità, velocità, efficacia. Troppo, davvero troppo per il “povero” Miomir Kecmanovic, demolito palla dopo palla da un Jannik al limite della perfezione, capace di produrre una prestazione di altissimo livello a tutto campo e con ogni colpo, una dimostrazione di forza impressionante. A tratti brutale. Il 6-1 6-4 6-2 conclusivo non è abbastanza per spiegare la superiorità clamorosa dell’italiano sul serbo, dominato fin dai primi punti e capace di resistere in modo discreto solo nel secondo set, quando ha servito piuttosto bene e si preso rischi enormi col diritto; ma sul 5-4, Miomir alla battuta è stato travolto dalla prepotenza di Jannik e la partita di fatto è finita lì. Sinner ha concesso l’unica palla break servendo per il match (annullata con un diritto cross pazzesco, in corsa, difficilissimo, roba da miglior Sampras!) e ha risolto ogni momento di relativa tensione (15-30, uno 0-30) affidandosi al servizio – stasera in grande spolvero – alla potenza del diritto, ad un ritmo forsennato con cambi di rovescio fantastici.
    Un tennis troppo bello e consistente per le armi del rivale: si ipotizzava infatti alla viglia che Kecmanovic potesse essere un tennista “ideale” a mettere in palla Jannik, e così è stato, ma non si poteva immaginare una partita controllata con tale veemenza e rapidissima. Un’ora e 36 minuti di bellezza tennistica, di consistenza abbinata a velocità. Sinner si è davvero divertito, lo si vedeva chiaramente in campo dopo i tanti vincenti, rilassato e sicuro. Stasera ha dato sfogo ai suoi istinti, ma giocando con la sua ormai consueta lucida visione. Si è preso la libertà di giocare a braccio sciolto, senza tensione e con qualità, provando anche soluzioni a tratti diverse, come un attacco col back di diritto che solo Roger e pochi altri hanno azzardato su Centre court trasformandolo in arma tattica sublime.
    Non c’era molto che Miomir potesse fare per arginare un Sinner così centrato e veloce. Alla fine il suo tennis è simile a quello dell’italiano, ma peggiore in tutto… E a livello di mobilità tra i due c’è un abisso. Infatti quando Jannik non ha fatto il punto diretto col servizio o col primo colpo dopo, si è affidato ad un pressing ad altissima velocità su angolo aperto che il serbo non è mai riuscito a ribaltare o anche solo contenere. Incredibile il 67% dei punti vinti da Sinner sulla propria seconda palla, con un buon bottino di 11 Ace, molti tirati in momenti importanti, con l’avversario “vicino” nel punteggio. Una vittoria splendida che lo porta agli ottavi, con grande livello e fiducia. E pure una partita rapidissima, senza alcun patema, quindi ideale per proseguire fresco e col vento in poppa il torneo. Al prossimo turno ci sarà un mancino, o il creativo-distruttivo Shapovalov o Shelton, sulla carta uno spauracchio ma non in grande condizione finora su erba. Vedremo.
    “Sono molto felice della mia performance oggi” dice Sinner a caldo in campo, “sono davvero soddisfatto per come sentivo la palla e per come ho colpito. È stata una giornata piena sul Centrale, bene che ho finito abbastanza in fretta…” “Wimbledon è straordinario, è bellissimo essere qua, è il miglior posto al mondo dove giocare a tennis, sono felice”. “Sto lavorando bene col mio team per essere in questa posizione, da n.1. Il mio tennis è migliorato, ma ci sono tante cose in cui crescere, facendo sacrifici”. “Ho imparato a fare amicizia con l’erba, ad essere gentile con lei… all’inizio facevo molta fatica, sto migliorando. Mi sento bene sul campo ora”.
    Tutto giusto Jannik. Hai stentato qualche tempo a strappare la prima vittoria sui prati, perché non capivi a pieno l’essenza del correre con forza ma anche delicatezza degli appoggi, a domare la palla che un po’ scivola, anche se non più come una volta. Per come si interpreta oggi il tennis sui prati, il suo tennis è eccezionale. La strada nel torneo continua, si entra nella seconda settimana, dove le sfide saranno ancor più dure. Sinner con la vittoria su Berrettini e poi quella di oggi ha mandato a tutta la concorrenza un messaggio forte e chiaro: ci sono.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia al servizio maltrattando la palla… Due accelerazioni micidiali, braccio già “caldissimo”… 1-0. Anche Kecmanovic prova a giocare a braccio sciolto e grandissima velocità, ma così facendo… manda “a nozze” Jannik, bravissimo ad entrare nella palla del rivale e tirar ancor più forte. Sul 30 pari Jannik tira una risposta a due dita dalla riga di fondo, Miomir non riesce a rimandare la palla, c’è subito chance di break. Eccolo! Rovescio lungo linea Eccezionale, una pallata improvvisa che lascia fermo il serbo, BREAk Sinner, 2-0 e servizio. Solo una manciata di punti, ma già la netta sensazione che per il “Kec” sarà piuttosto dura… Sinner trova un altro rovescio, stavolta cross, micidiale per potenza e precisione. 3-0 Sinner, 8 minuti di dominio TOTALE. Kecmanovic è in difficoltà a gestire le risposte profondissime dell’azzurro, e nello scambio è costretto ad andare a velocità superiori alla sua tenuta. Jannik martella come fabbro provetto, sul 30 pari si mangia il campo, avanza e provoca l’errore del rivale, che da 30-0 si ritrova sotto 30-40. Sinner di prende il secondo BREAK con un’altra risposta ottima, profonda. 4-0. Pazzesca la qualità anche del quinto game, solo vincenti, uno più prepotente dell’altro… 5-0 Sinner. MammaMiaSinner! 15 minuti!!! Kecmanovic vince finalmente un game in qualche modo, Sinner chiude 6-1 in 21 minuti. Che dire, …l’ha spazzato via. Dominio totale.
    Kecmanovic scatta al servizio nel secondo set. Visto che da fondo è stato annichilito, prova a venire a rete, a cambiare qualcosa. Vince un buon game, 1-0, per la prima volta avanti. Regala il primo punto Jannik nel secondo game, errore davvero inusuale visto l’avvio, ma rimedia immediatamente con grande velocità, 1 pari, e poi spinge tanto in risposta, salendo 0-30. Uff, gli esce di poco un diritto che l’avrebbe portato a 15-40, le gambe di Kecmanovic non riescono a stare dietro alla velocità di scambio dell’italiano. Non regge Miomir, è tutto troppo intenso e veloce. 30-40, ecco la palla break. Il serbo la cancella col miglior punto del match: ottimo servizio esterno e poi accelerazione lungo linea vincente che mette in mostra la sua facilità di esecuzione. 2-1 Kecmanovic. Interessante come Jannik abbia anche optato per la seconda volta con un back di rovescio più lento, guadagna l’angolo e poi spara a tutta col diritto. Fa tutto bene l’azzurro, è sciolto e focalizzato. Prova il S&V Jannik sul 40-0, che passante Kecmanovic, gran punto. Poco male, chiude il game al punto seguente, ancora a rete. 2 pari. Miomir ha preso coraggio, trova bene l’angolo col diritto dal centro, in questa fase c’è partita dopo il devastante primo set. C’è equilibrio, si avanza sui turni di battuta, serve anche meglio il serbo (vince il settimo game a zero). Per questo Sinner, se possibile, alza ancor più la posta in gioco, tirando un primo colpo dopo il servizio micidiale, velocità da autovelox… Con un Ace si porta 4 pari. Con un fantastico cambio in lungo linea di rovescio Sinner forza il nono game ai vantaggi (da 40-15). Jannik aggredisce la seconda palla con la rapidità di un rapace, scambia al centro e attacca, chiudendo perentorio di volo. Palla break! E non entra ancora la prima palla a Miomir… e lo paga a caro prezzo: altra risposta di rovescio, stavolta cross, di una velocità e angolo micidiali. BREAK Sinner, 5-4. Allungo da campione dell’azzurro, che tira la zampata al momento giusto e chiude con il servizio super efficace (ben tre Ace!), 6-4. Più equilibrio, è salito Kecmanovic, ma Jannik ha alzato il livello in risposta nel rush finale.
    Terzo set, Kecmanovic to serve. La musica non cambia, è la risposta di Sinner a salire subito in cattedra, prontissimo a mettere enorme pressione al rivale. 0-30. Impressionante la profondità del rovescio di Jannik, poi è pure fortunato col nastro, ma il passante lungo linea, giocando senza equilibrio, è fenomenale. 15-40, due palle break. Miomir tira a tutta col diritto sulla prima, e gli va bene; non può NIENTE sulla seconda, ritmo folle e accelerazione di rovescio lungo linea incredibile, BREAK Sinner, 1-0 e servizio. Dopo lo strappo di classe, ecco il primo momento no, doppio fallo e poi spara un diritto appena fuori. 0-30, situazione totalmente inedita per l’azzurro alla battuta. Si prende un rischio folle con la seconda palla, praticamente una prima palla (183 km/h ed esterna!), e poi una prima palla vincente. 2-0 Sinner, il calo di concentrazione è durato all’incirca 40 secondi… Servendo sul 2-1, forse fin troppo forte del dominio, si distrae un minimo Jannik, stecca clamorosamente uno smash, e poi esagera con l’angolo con un rovescio a campo aperto. 15-30. Poco male, servizio e diritto funzionano meglio dell’orologio del Centre court (…clamorosamente inceppato nel corso del primo set!!!). Per la prima volta un turno di battuta dell’italiano va ai vantaggi. Situazione scomoda? Naaaa… Due Ace, e via. 3-1. Jannik “ha fretta”: sul 30 pari in risposta tira una “manata” a tutto braccio irresistibile. Si prende una chance del doppio allungo. Va fuori giri Kecmanovic sulla velocità di scambio micidiale. BREAK Sinner, 4-1 pesante. Sinner serve per chiudere sul 5-2. Kecmanovic trova un vincente splendido sullo 0-15, gli vale lo 0-30 (seconda volta nel match). Jannik si affida al cambio col rovescio lungo linea, precisissimo stasera, poi arriva un doppio fallo, e c’è la palla break per il serbo! La prima del match. OHHHH! Come la salva Jannik!!! Era in netta difficoltà, ma correndo verso destra spara quella bordata cross “samprassiana” che ormai sta diventato anche “sinneriana”. 160 km/h con angolo eccezionale. Si salva di prepotenza, poi un taglio col diritto in back che scatena una risata di Vagnozzi e poi di Jannik. C’è il match point! Chiude subito in bellezzza. One Man Show, che Sinner stasera! Un vero n.1 !!!

    J. Sinner vs M. Kecmanovic Slam Wimbledon J. Sinner [1]666 M. Kecmanovic142ServizioSvolgimentoSet 3J. Sinner 0-15 15-15 ace 0-30 15-30 30-30 30-40 df 40-40 A-405-2 → 6-2M. Kecmanovic 0-15 30-15 40-155-1 → 5-2J. Sinner 15-0 ace 40-04-1 → 5-1M. Kecmanovic 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 30-403-1 → 4-1J. Sinner 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace2-1 → 3-1M. Kecmanovic 15-0 30-0 30-15 40-152-0 → 2-1J. Sinner 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-301-0 → 2-0M. Kecmanovic 0-15 0-30 15-30 15-40 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 ace 40-30 ace5-4 → 6-4M. Kecmanovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A4-4 → 5-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 ace3-4 → 4-4M. Kecmanovic 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3M. Kecmanovic 30-0 40-0 40-15 40-30 df 40-40 A-402-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-0 40-151-2 → 2-2M. Kecmanovic 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-1 → 1-2J. Sinner 0-15 15-15 40-150-1 → 1-1M. Kecmanovic 15-0 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-155-1 → 6-1M. Kecmanovic 15-0 30-0 40-05-0 → 5-1J. Sinner4-0 → 5-0M. Kecmanovic 15-0 30-0 30-15 30-30 30-403-0 → 4-0J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace2-0 → 3-0M. Kecmanovic 15-0 15-15 30-15 30-30 30-401-0 → 2-0J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0

    Statistiche
    🇮🇹 Jannik Sinner
    🇷🇸 Miomir Kecmanovic

    Ace
    11
    2

    Doppi falli
    2
    1

    Percentuale prime di servizio
    61% (42/69)
    63% (45/71)

    Punti vinti con la prima
    86% (36/42)
    73% (33/45)

    Punti vinti con la seconda
    67% (18/27)
    31% (8/26)

    Punti vinti a rete
    65% (13/20)
    67% (12/18)

    Palle break convertite
    71% (5/7)
    0% (0/1)

    Punti vinti in risposta
    42% (30/71)
    22% (15/69)

    Vincenti
    35
    16

    Errori non forzati
    15
    17

    Punti totali vinti
    84
    56

    Distanza coperta
    2224.3 m
    2221.9 m

    Distanza coperta per punto
    15.9 m
    15.9 m LEGGI TUTTO

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    I big si preparano a Wimbledon: Alcaraz, Swiatek e Sinner pronti alla sfida

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Alla vigilia di Wimbledon 2024, i principali protagonisti del tennis mondiale hanno condiviso le loro aspettative e sensazioni.
    Carlos Alcaraz, campione in carica, si dice pronto nonostante la sconfitta precoce al Queen’s: “Mi sento molto bene. Dopo Queen’s ho avuto molti giorni per adattare il mio gioco e migliorare. Credo di essere pronto per iniziare il torneo”. Lo spagnolo punta a un risultato storico: “Voglio scrivere il mio nome nella breve lista di vincitori del Roland Garros e Wimbledon nello stesso anno”.
    Iga Swiatek, numero uno del mondo, affronta Wimbledon senza tornei di preparazione sull’erba: “È un torneo molto complicato, non puoi costruire la tua forma per raggiungere il massimo livello qui. Devo concentrarmi sul processo di diventare una giocatrice migliore su questa superficie”. La polacca sottolinea l’importanza dell’adattamento mentale: “Vincerà la giocatrice che si adatterà meglio”.
    Jannik Sinner, testa di serie numero uno, si mostra fiducioso: “Sono molto felice di tornare qui, si avvicina un torneo molto speciale. L’anno scorso ho fatto le semifinali, quindi so di poter giocare un buon tennis su questa superficie”. L’italiano apprezza particolarmente i match al meglio dei cinque set: “Sono divertenti perché puoi cambiare la dinamica in più occasioni. Vedi più emozioni, anche problemi fisici”.
    Sulla sua preparazione per Wimbledon: “Dopo Parigi mi sono preso alcuni giorni liberi e poi sono tornato al lavoro. Non ci sono segreti. Mi sento fisicamente molto meglio rispetto all’inizio del Roland Garros, dove sono arrivato con dei dubbi. Abbiamo lavorato molto negli ultimi giorni. Sono pronto a competere.”
    Su ciò che ama di più del tennis: “Sono molto fortunato perché ho iniziato il tennis come un hobby e ora è diventato un lavoro. Nella mia mente rimane un hobby. Amo uscire in campo e semplicemente giocare. Credo che non ci siano aspetti negativi. So quanto ho sacrificato per essere nella posizione in cui mi trovo. È sempre un onore scendere in campo. Credo che questa sia una delle ragioni per cui amo il tennis, non do nulla per scontato.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La domenica prima di Wimbledon

    Silenzio. Wimbledon è la cattedrale del silenzio. Prima di un punto importante, prima dello scoccare di un servizio, prima di un’azione di gioco, veloce e vincente. 15mila cuori che attendono, insieme a un’universo di appassionati collegati da ogni dove. In nessun altro stadio al mondo si avverte quel silenzio così assordante, il rispetto quasi religioso per il gioco, unito alla gioia di esser lì, proprio dove il tennis è nato e diventato mito.
    Vivere Wimbledon e sostare sul Centre Court la domenica precedente l’inizio del torneo è un’esperienza ancor più rara. È rubare un briciolo di leggenda, in solitario, prima che i Doherty Gates si aprano e l’All England sia pacificamente invaso. Non ci sono parole che possano spiegare l’emozione che si prova entrando sul centrale vuoto e perdersi nella sua irregolare perfezione. Il verde dell’erba vergine abbaglia gli occhi. Quel manto è come una bellissima dea, ti cattura lo sguardo e ti rapisce, non puoi staccarti mentalmente e fisicamente. Cerchi di scrutare ogni dettaglio, ogni filo, accarezzando idealmente quella meraviglia e provando un brivido, quello dei pochi fortunati che davvero avranno il privilegio di poter entrare sul quel campo, per dimostrare la propria abilità.
    Ti fermi nel silenzio, da solo, sul Centre Court, godendo ogni attimo di quella beata solitudine. Non vorresti esser da nessun altra parte e con nessun altro. Un momento che devi assaporare per te stesso, perché nessuno te lo possa rubare. Hai aspettato per anni questo attimo, fin da ragazzo, quando una vetusta tv 14 pollici portava in casa le prime incerte immagini in bianco e nero dei Championships, con le velocissime falcate di Borg a rincorrere i tocchi d’autore di McEnroe; poi venne la potenza di Boris a far saltare il banco, le eleganti volee dell’angelo svedese, fino agli Ace di Pete e le pennellate di Roger. Leggende.
    Il tempo sembra non scorrere. Vivi quei momenti sospeso, con gli occhi che lavorano di fantasia insieme al cervello, immaginando i prossimi rimbalzi. Sembra di percepire quel suono ovattato che non ha eguali al mondo. La palla scivola via, carpita dalle corde di un giocatore che con la tutta la sua velocità la intercetta e la doma, trovando un angolo scoperto, un colpo vincente. Magari una volée.
    Che ne sarà di Wimbledon 2024? Chi alzerà il piatto al sabato e la coppa la domenica? Sarà di nuovo Alcaraz il campione, o il numero uno al mondo Sinner diventerà il primo italiano a trionfare ai Championship? Riuscirà il “Djoker” a stupire ancora una volta e rinascere, dopo una manciata di giorni dall’operazione al menisco? Oppure qualche outsider si farà largo, sbaragliando la concorrenza? Chissà. Tutti ovviamente speriamo nell’impresa di Jannik, mai un azzurro ha iniziato Wimbledon da testa di serie numero uno, sembra in forma e pronto a dare il suo meglio per arrivare sino in fondo, nonostante un tabellone a dir poco accidentato… Ma, pensiamoci bene…. Se ami davvero il Tennis, nella sua essenza, alla fine il vincitore è non la sola cosa che conta.
    Per chi vive e ha sempre vissuto Wimbledon come un dono, non importa “solo” chi vincerà il torneo. A chi come noi sosta idealmente da solo sul Centre Court la domenica prima dell’inizio, anche solo con l’anima ed il cuore essendo fisicamente lontano, interessa soprattutto la bellezza del gioco e la storia che si sta per scrivere e rinnovare. Chiudiamo gli occhi, aspettando le 14 del lunedì, con il campione in carica che entra in campo, ad aprire solennemente la nuova edizione del torneo. Immaginiamo una palla che flirta con la riga, un Ace al centro imprendibile. Ci scorre sulla schiena il brivido per un diritto vincente in avanzamento, bellissimo. L’emozione per una volée perfetta che muore appena al di là della rete, figlia di gesti bianchi, ci fa battere forte il cuore, come l’esaltazione per un passante disperato tirato in corsa, fuori dal campo, fuori dal mondo. Cerchiamo la bellezza del gesto, che nel bianco immacolato (o quasi) del rigido dress code dei Championships ci riappacifica con un’arte fin troppo piegata a logiche ormai estremizzate sul piano atletico e commerciale.
    Wimbledon resta l’essenza del gioco, e ogni anno rappresenta il ritorno a un passato che nessuno potrà rubarci e che ci manca. Il tennis è uno sport bellissimo, seppur evoluto in un modo che non tutti apprezzano; tocca andare avanti e rinnovare con canoni diversi una passione che continua a bruciare. Lunedì inizieranno i Championships, ma per noi è già iniziato, il giorno prima. Sostando con l’anima su quel campo. Da soli. Perché il nostro Wimbledon è dentro di noi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO