consigliato per te

  • in

    Roland Garros: LIVE Quarti di Finale Italiani. LIVE Trevisan vs Swiatek e Sinner vs Nadal (LIVE)

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Roland Garros – Quarti di Finale
    Court Philippe-Chatrier – Ore: 11:004INC. Iga Swiatek vs Martina Trevisan
    Il match deve ancora iniziare
    Swiatek Iga – Trevisan Martina (1-1)54. Singles ranking 159.31. 5. 2001 Birthdate 3. 11. 1993176 cm Height 160 cm65 kg Weight –right Plays left
    In caso di vittoria sfiderà in semifinaleElina Svitolina vs Nadia Podoroska
    Il match deve ancora iniziare

    Svitolina Elina – Podoroska Nadia5. Singles ranking 131. Avatar12. 9. 1994 Birthdate 10. 2. 1997174 cm Height 170 cm60 kg Weight 60 kgright Plays right
    Court Philippe-Chatrier – Ore: 11:005INC. Jannik Sinner vs Rafael Nadal
    Il match deve ancora iniziare
    Sinner Jannik Nadal Rafael 0-075. Singles ranking 2. Avatar16. 8. 2001 Birthdate 3. 6. 1986188 cm Height 185 cm76 kg Weight 85 kgright Plays left2018 Turned pro 2001
    In caso di vittoria sfiderà in semifinaleDiego Schwartzman vs Dominic Thiem
    Il match deve ancora iniziare
    Schwartzman Diego – Thiem Dominic14. Singles ranking 3.16. 8. 1992 Birthdate 3. 9. 1993170 cm Height 185 cm64 kg Weight 79 kgright Plays right LEGGI TUTTO

  • in

    Martina Trevisan, storia di un talento a cui la vita era scivolata via (di Marco Mazzoni)

    Martina Trevisan, quarti di finale a Roland Garros 2020

    “C’era una volta…”, la classica frase di rito con cui iniziano le favole. Già, le favole… Sarà una definizione inflazionata, ma come altro si può definire quel che sta vivendo Martina Trevisan a Roland Garros? È una vera favola, quella di una ragazza di talento che si era persa per strada e si è ritrovata, una che è stata capace di rimettere insieme i pezzi della sua vita e tornare in gioco, riprendendosi con gli interessi le soddisfazioni di una carriera promettente appena sfiorata da junior. Quella di Martina è soprattutto una pagina umana importantissima per una ragazza ricchissima di vita a cui la vita era scivolata via, persa in un’adolescenza difficile che aveva trasformato un’atleta piena di talento in giovane una donna in lotta con se stessa.
    Sembra passato tanto tempo, visto che il prossimo 3 novembre compirà 27 anni. Ma lei, facendo uno sforzo enorme sul piano intimo, ne ha parlato diffusamente qualche tempo fa sul progetto editoriale “The Owl post”, con una lunga confessione intitolata “Metamorfosi”, dove tra crisalidi e farfalle si racconta, si mette a nudo con coraggio, mostrando i suoi incubi, la sua fragilità, ma anche la forza che le ha permesso di ritrovarsi e di tornare prima a giocare, quindi a vincere. In questo straordinario Roland Garros, Trevisan si appresta a giocare un quarto finale, impresa clamorosa per una che non aveva ancora vinto un solo match nel main draw di uno Slam.
    Eppure quando era teenager, gli Slam non solo li sognava, ma li stava preparando con una carriera giovanile estremamente promettente. Quel “dirittaccio” (per dirlo bonariamente alla toscana, lei capirà!) mancino, così veloce e imprevedibile, quegli angoli tanto stretti quanto vincenti, erano un incubo per rivali assai più potenti e sulla carta quotate.
    Chi meglio di lei può raccontare la propria storia. Ecco qua alcuni estratti delle parole di Martina, ripresi dalla sua lettera-confessione: “Con ogni probabilità sono entrata al circolo prima ancora di esserne cosciente, nel pancione di mamma, che lì faceva la maestra. La mia scalata però è stata rapida perché a 4 anni ero già la padrona indiscussa di tutto il Circolo Tennis Perignano. Gonnellina nera, canotta bianca, scarpe all’ultimo grido, giravo per i campi trascinandomi appresso una racchetta dalle corde multicolor che, pur essendo per bambini, era alta almeno quanto me. (…) Con il mio maestro, Matteo, avevamo fatto passi da gigante. Poco prima di compiere 15 anni calcavo già i campi più prestigiosi ed ero ben piazzata nel ranking ITF, che è l’anticamera del WTA, il palcoscenico dei grandi. Giocare a tennis mi divertiva. Fino a quando non mi sono divertita più”.
    Ecco che arriva il passaggio più duro, duro come un macigno. Martina cresce, e qualcosa dentro di lei si rompe, insieme alla sua famiglia. Spezza la sua ascesa sportiva, la sua voglia di vivere, la sua serenità. Tutto va in subbuglio. Anni difficilissimi…

    “Ero giovane e talentuosa. Che non sono ne meriti ne colpe. Ma ho iniziato a sentire, forte, la fretta attorno a me di coglierne tutti i frutti prima ancora che l’albero avesse il tempo di radicarsi per bene nel terreno. Prima che le mie radici e il mio tronco fossero forti abbastanza da resistere alle intemperie, che, crescendo, prima o poi, arrivano. (…) Dentro le mura di casa non si respirava un’aria serena ed io passavo molto tempo ad allenarmi. Anche quando avrei sicuramente avuto bisogno di fare altro. (…) Ero una quindicenne che voleva vivere come una quindicenne, recuperando, magari con gli interessi, tutto ciò che sentivo di aver perduto negli anni precedenti. Senza tante regole. Senza preoccuparmi di far tardi perché il giorno dopo avevo una partita. Senza il bisogno di nascondere i miei muscoli allenati dentro a maglie di taglie comode. Stavo cambiando e il mio fisico cambiava con me. Mi sentivo libera, e credevo di aver finalmente riacquistato il controllo della mia vita. Ora, con il senno di poi, che è anche un po’ quello del mai, so che quella che chiamavo libertà era una semplice fuga. Ma mentre hai il vento in faccia è difficile capire chi è che corre e chi è che scappa”.
    Tutto le scappa di mano, si ritrova da ragazzina focalizzata solo nel tennis, ad una vita lacerata sul piano personale e familiare, sino al dramma della anoressia: “I nuovi equilibri su cui poggiava la mia famiglia mi avevano destabilizzata. A papà era stata diagnosticata una malattia degenerativa e questo lo ha reso sempre meno presente nella mia crescita. Non è stato facile vedere mamma ricostruire la sua quotidianità con una nuova persona accanto, che aveva sempre fatto parte della mia vita, ma sotto un’altra luce. Ero arrabbiata con lei e non conoscevo altra arma per ferirla che non il suo amore per me. Combattevo contro tutto ciò che rappresentava il mio passato da atleta, sul quale tutti avevano riposto grandi speranze ed ambizioni, dimentichi della persona che dietro quell’atleta soffriva. Detestavo il mio corpo muscoloso e mi imponevo diete al limite della sopravvivenza pur di perdere peso. 30 grammi di cereali e un frutto la sera. Era quanto mi bastava per stare in piedi, e per far preoccupare mia madre, che correva a cogliere le pesche dagli alberi pur di vedermi mangiare qualcosa. Nella mia testa, come in un paradosso, avevo l’impressione che solo sparendo le persone sarebbero riuscite a vedermi davvero, ad interessarsi. Ad occuparsi di me. Per fortuna, giunta al punto di non ritorno, ho capito che non sarei potuta andare avanti così.
    Avevo perso ogni interesse, mi ero chiusa nel mio bozzolo; in uno stato di apatia in cui neppure mi riconoscevo più. Non ero nemmeno più la brutta copia di chi sono per davvero, e così ho chiesto aiuto. Dall’anoressia si può guarire”.
    Questa la frase più bella. Dalla anoressia si può guarire. Con fatica, sacrifici, un complesso e durissimo lavoro su se stessi. Ma si può guarire, e ritrovare quella via, quella voglia di vivere e di riprendersi tutto che ti conferisce una forza enorme, perché torni più forte di prima.
    La rinascita è la pagina più bella della giovane vita di Martina, come descrive nel suo racconto: “Sono stata rieducata a mangiare, a fare pace con le mie ferite. Ad apprezzare il mio nuovo corpo, a perdonare chi aveva sbagliato e a ritrovare il mio tempo per fare le cose. Quasi senza accorgermene mi sono ritrovata di nuovo con una racchetta mano. Prima per insegnare, così da avere una piccola indipendenza economica e condividere con altre persone la passione per il tennis. E poi, inevitabilmente, per gareggiare di nuovo. Quasi, e dico quasi, come se avessi voluto riprendere da dove avevo lasciato. (…) Quest’anno ho conquistato per la prima volta l’accesso al tabellone principale di un torneo del Grande Slam, in Australia. Ho lavorato molto e continuo a farlo per far sì che questo diventi il mio nuovo standard, il mio nuovo habitat”.
    L’accesso al main draw in Australia le sembrava un passo da gigante, una meta incredibile finalmente raggiunta. Ma se ci pensiamo bene, perché una ragazza con così tanto talento e con la forza di superare ostacoli così grandi, oggi dovrebbe porsi limiti? In campo sta dimostrando di potersela giocare con tutte, e in questa fase storica il tennis rosa di vertice è a dir poco “instabile”, grandi picchi di qualità e pause enormi, da parte di tutte le migliori. E sportivamente i suoi 27 anni sono solo una ventina… Interessanti le parole del suo coach Catarsi: ha rivelato che Martina si sente quotidianamente col bravissimo mental trainer Lorenzo Beltrame (che collabora con lo staff di Tirrenia), che la spinge ogni giorno durante il torneo a scrivere le proprie sensazioni; una sorta di diario che la libera di tensione e le conferisce consapevolezza, quella di chi si trova ancora in gara nel torneo perché se l’è meritato sul campo.
    Martina Trevisan sfida nei quarti Iga Swiatek, talentuosa polacca classe 2001. Sulla carta parte sfavorita, ma sarà una partita tutta da vedere, perché il talento ma soprattutto il carattere della toscana può permetterle di sognare, come quel “drittaccio” e quella “garra” che ci sta incantando match dopo match. Martina non deve smettere di sognare, e allo stesso tempo di sorridere, perché proprio il suo sorriso travolgente ha conquistato il mondo della racchetta. Siamo sicuri che Martina non tremerà all’ingresso sul Chatrier. Guarderà quella terra “amica” e sarà capace di sprintare e colpire, scatenando il meglio del suo talento, senza paura. Quando hai ripreso la tua vita per i capelli, non hai più paura di niente… La sua storia è la più bella del torneo, direi dell’anno 2020. In un’annata terribile in cui si parla quasi solo di Morte, il suo è un esempio di tanta tantissima Vita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO