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    Rune: “Non sarà facile, ma posso vincere gli Australian Open”

    Rune in allenamento ad Adelaide (foto Adelaide International)

    Holger Rune dopo un finale di stagione straordinario è uno dei giovani più attesi nei primi tornei “down under”. Il formidabile danese, classe 2003, ha parlato alla stampa prima dell’avvio del torneo di Adelaide, non nascondendo i propri obiettivi: vincere. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.
    “Mouratoglou? Mi accompagnerà sia qui che a Melbourne. Ci divertiamo molto insieme dentro e fuori dal campo, mi dà ottimi consigli a livello tennistico e mentale”.
    “Quando ottieni risultati ti guadagni il rispetto dell’intero tour, ma allo stesso tempo rendi gli avversari molto più motivati ​​a batterti e conoscerti meglio. Non ci penso molto, mi piace solo imparare e lavorare sodo per essere migliore ogni giorno. Tutte le partite sono difficili e voglio godermi la sfida che questa nuova stagione mi porta”.
    “L’Australian Open? Penso di poterlo vincere. So che sarà molto difficile perché ci sono tanti tennisti che ne hanno le capacità, ma affronterò ogni partita al 100%, con la volontà di mantenere sempre la massima concentrazione. Sarà molto importante per me superare le prime partite senza soffrire troppo, perché avendo ancora poca esperienza non sarebbe positivo dover stare troppe ore in campo e accumulare stanchezza fisica e mentale. Ci vuole un gran fisico per vincere un Grande Slam e anche se non ho ancora esperienza sui cinque set, ho il fuoco dentro necessario per vincere”. LEGGI TUTTO

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    Rune: “Odio il dibattito sul migliore di tutti i tempi”

    Holger Rune nella foto

    Uno dei nomi più promettenti della nuova generazione, il danese Holger Rune è uno dei tanti appassionati di tennis infastiditi dal dibattito su chi sia, in fin dei conti, il migliore in assoluto. In un’intervista rilasciata al sito britannico “Express Sport”, il numero 11 del mondo afferma addirittura di odiare questo dibattito e che le continue discussioni sull’argomento, soprattutto su Internet, non fanno altro che offuscare l’eredità di questi giocatori.
    “Sinceramente non penso a questo argomento. Odio il dibattito sul GOAT. Penso che tutti i tennisti in discussione siano straordinari, hanno raggiunto traguardi assolutamente storici. Ciò che hanno fatto spinge altri giovani a credere che sia possibile. I record sono lì per essere infranti e ti costringono a lavorare di più per infrangerli. Questo è positivo per il futuro del tennis e contribuisce ad aumentarne il livello”, ha commentato.
    Rune crede che sia lui che Carlos Alcaraz possano affrontare Novak e Rafa nel 2023 e giocarsi i titoli più importanti del circuito: “Sì, ci credo [che possa battere il serbo e lo spagnolo]. Sono felice che continuino a giocare, perché non c’è dubbio che abbiano stabilito uno standard molto alto”, ha sottolineato il campione del Masters 1000 di Parigi Bercy, dove ha sconfitto in finale proprio Djokovic. LEGGI TUTTO

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    Holger Rune premiato dall’ATP come “Newcomer of the year”

    Holger Rune

    È il 19enne danese Holger Rune il vincitore dell’ATP Award “Newcomer of the Year” 2022. Holger è stato protagonista di una stagione sensazionale, che lo ha visto vincere tre titoli ATP Tour (tra cui il Masters 1000 di Bercy battendo in finale Djokovic e nel percorso altri fortissimi avversari classificati nella top10), raggiungendo per la prima volta la Top 10 del ranking mondiale. Primi successi di una carriera che è facile prevedere radiosa e ricca di soddisfazioni.
    “Sono super felice di essere stato premiato con Newcomer of the Year, questo significa molto per me”, ha detto Rune al sito ufficiale ATP. “Ho lavorato molto duramente tutto l’anno per fare il meglio possibile, ed è davvero bello vedere che i miei colleghi hanno votato per me, quindi questo significa molto. Non vedo l’ora che arrivi il 2023 e, si spera, sarà un altro grande anno”.
    Iniziata la stagione 2022 appena fuori dalla top100, il suo anno è stato un crescendo continuo con un finale clamoroso. Rune ha vinto il suo primo titolo ATP Tour al BMW Open di Monaco a maggio, appena due giorni dopo aver compiuto 19 anni, prima di sconfiggere Stefanos Tsitsipas al Roland Garros raggiungendo il suo primo quarto di finale in un torneo del Grande Slam. Il danese in autunno è letteralmente esploso, alzando altri due titoli (Stoccolma e Bercy) e vincendo 19 delle sue ultime 21 partite dell’anno.
    Nella categoria ha superato gli altri giovani candidati Jack Draper, Jiri Lehecka, Ben Shelton e Chun-Hsin Tseng. Tutto lascia pensare che Rune nel 2023 sarà uno dei grandi protagonisti nei tornei maggiori. LEGGI TUTTO

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    Mouratoglou: “Avremo alcune stagioni interessanti, nessuno sarà in grado di dominare”

    Patrick Mouratoglou

    Patrick Mouratoglou, noto coach francese, ipotizza un futuro prossimo assai incerto nel tennis maschile di vertice, ricco di sorprese e grandi battaglie. A suo dire nemmeno il fenomenale Alcaraz ammirato quest’anno sarà in grado di dominare il tour, e dovrà vedersela sia con la generazione di Medvedev e i suoi coetanei, con i più giovani come Rune e Sinner, ma ancora con gli ultimi colpi in canna di Djokovic e Nadal.
    “Non credo che la generazione di Tsitsipas, Medvedev e gli altri ragazzi sarà completamente cancellata, non penso che la nuova generazione di Holger (Rune), Alcaraz e Sinner e così sarà l’unica a vincere i tornei dello Slam”, afferma il coach. “Penso che ci sarà una grande lotta tra due generazioni in futuro. Nessuna generazione – e ce ne sono state così tante – è mai riuscita a far fuori Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Nessuno. Sono i tre più grandi di tutti i tempi. Questo non si ripeterà a breve”.
    Continua il coach part-time di Tsitsipas e Rune: “Ora è un momento molto interessante perché nessuno è dominante. I grandi vecchi non stanno giocando così tanti tornei, c’è una nuova generazione già vincente (Medvedev, Rublev, Tsitsipas, Zverev, ecc) e c’è una seconda nuova generazione già pronta, quella di Holger, Carlos Alcaraz, Felix Auger-Aliassime, Jannik Sinner. Sono due generazioni diverse che giocheranno l’una contro l’altra per molti anni, proveranno a vincere i tornei dello Slam e questo rende il prossimo futuro ricco di aspettative e interessante. La nuova generazione è migliore di quella meno nuova? Non lo so, lo vedremo”.
    I migliori della generazione “di mezzo” quest’anno hanno fallito nel vincere tornei dello Slam. Ecco la spiegazione di Mouratoglou: “In parte sono stati sfortunati, dovevano ancora affrontare il grande Rafa e il grande Novak e hanno perso molto contro di loro, sconfitte che hanno danneggiato la loro fiducia. La generazione più giovane, Holger e Alcaraz, per il momento non ha dovuto affrontare questo, quindi hanno ancora la convinzione di poter fare qualsiasi cosa, questa per loro è una grande risorsa. Il prossimo anno dovranno sfidare anche i grandi vecchi, vedremo cosa succederà”. LEGGI TUTTO

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    Ranking ATP e giovani nati dal 2000: chi è cresciuto di più nella stagione 2022

    Lorenzo Musetti, uno dei nati dal 2000 più migliorato quest’anno

    Con la stagione ATP quasi conclusa (restano alcuni Challenger), è interessante analizzare la classifica dei giovani nati dal 2000 rispetto alla stessa settimana dello scorso anno, per valutare chi è salito maggiormente, chi non ha rispettato le attese di crescita e chi invece si è proprio fermato o quasi. Ecco la lista dei giovani nati nel nuovo millennio che hanno terminato la stagione in top100, con la differenza in classifica rispetto al 22 novembre 2021. Ovviamente guida questa graduatoria il fenomenale Carlos Alcaraz, che ha chiuso il 2022 da più giovane n.1 di sempre, con un eccellente +31 rispetto ad un anno fa.
    Carlos Alcaraz – 19 anni – n.1 (+31 posizioni)
    Felix Auger-Aliassime – 22 anni – n.6 (+5)
    Holger Rune – 19 anni – n.11 (+92)
    Jannik Sinner – 21 anni – n,15 (-5)
    Lorenzo Musetti – 20 anni – n.23 (+36)
    Sebastian Korda – 22 anni – n.34 (+7)
    Jack Draper – 20 anni – n.42 (+223)
    Sebastian Baez – 21 anni – n.43 (+54)
    Brandon Nakashima – 21 anni – n.47 (+21)
    Jenson Brooksby – 22 anni – n.48 (+8)
    Jiri Lehecka – 21 anni – n.81 (+60)
    Chun-Hisin Tseng – 21 anni – n.88 (+100)
    Ben Shelton – 20 anni – n.97 (+476)
    Questa la fascia dei top 100. Andando a vedere la fascia 100-200, troviamo i moltissimi azzurri che quest’anno sono cresciuti arrivando in posizioni importanti del ranking: Luca Nardi e Francesco Maestrelli (19 anni), Flavio Cobolli, Giulio Zeppieri e Luciano Darderi (20 anni), Francesco Passaro, Matteo Arnaldi e Mattia Bellucci (21 anni). Per questa fascia di ranking entro la top200, faremo un’analisi dettagliata tra una decina di giorni, alla conclusione della stagione Challenger 2022.
    Tornando ai dati degli attuali top100 nati dal 2000, oltre ad Alcaraz, impressionante è stata la crescita di Holger Rune, ad un passo dalla top10, ma anche i balzi notevolissimi di Jack Draper (finalmente in salute, ha mostrato tutto il proprio valore) e quello appena compiuto da Ben Shelton grazie ai tre Challenger vinti di fila che l’hanno portato tra i migliori cento al mondo con quasi 500 posizioni conquistate rispetto allo scorso anno. Bene anche l’argentino Baez, diventato tennista assai solido e capace di chiudere l’anno tra i migliori 50.
    Anche i numeri confermano l’ottima ascesa di Lorenzo Musetti: le 36 posizioni guadagnate sono frutto di notevoli miglioramenti compiuti a livello tecnico e agonistico, grazie ai quali ha ottenuto vittorie di prestigio (su tutte l’indimenticabile coppa ad Amburgo battendo Alcaraz in finale).
    Al di sotto delle aspettative le annate degli statunitensi Korda e Brooksby, sono cresciuti ma davvero di poco. Felix Auger-Aliassime ha dato struttura e solidità al suo tennis, infrangendo il tabù “finali”. Una crescita soprattutto mentale che l’ha portato a vincere 4 tornei ed entrare meritatamente nella top10. “Solo” cinque posizioni per lui, ma che posizioni… Gli scalini nel ranking non sono affatto tutti uguali.
    Purtroppo ha perso 5 posti Jannik Sinner. Tra tutti i giovani citati era quello più avanti in classifica, quindi salire era indubbiamente più complesso. Complessa è stata soprattutto la sua annata, per i tanti motivi che conosciamo, dai mille problemi fisici al cambio repentino di guida tecnica e fisica. A breve faremo un bilancio della sua stagione più dettagliato, come gli altri italiani.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ruud: “Rune è destinato a crescere ancora, diventerà uno dei migliori”

    Holger Rune, rivelazione di fine 2022

    Casper Ruud quest’anno è stato un dei giocatori più continui e positivi. Finalista a Roland Garros e US Open, ha toccato la posizione n.2 arrivando ad un passo dal diventare n.1 al mondo (vetta che avrebbe raggiunto vincendo la finale di New York contro Alcaraz). Si è meritato la qualificazione alle ATP Finals di Torino, e sarà proprio lui domani ad aprire il torneo in singolare, affrontando l’altra rivelazione di fine stagione, Felix Auger-Aliassime.
    Parlando alla stampa, Ruud si è soffermato sul giovane Holger Rune, che insieme a Felix ha animato le ultime settimane con una crescita impetuosa, che l’ha portato a vincere il Masters 1000 di Bercy con un filotto incredibile di campioni, sconfitti uno dopo l’altro. Chiude il 2022 nella top 10 il giovanissimo danese, che ha impressionato assai Ruud. Ecco il suo pensiero sul classe 2003, destinato a suo dire a diventare uno dei migliori nelle prossime stagioni.
    “Rune e Carlos hanno la stessa età. È fantastico avere questi due ragazzi che combattono per i titoli più importanti e li vincono. È davvero impressionante. Certo, è un po’ una sorpresa che Rune abbia fatto così bene. Ma sento che queste Finals saranno estremamente combattute, tutti possono battere tutti e questo rende il torneo davvero eccitante”.
    Continua Ruud: ““Il livello generale del tennis è cresciuto in tutti gli aspetti, più giocatori possono sfidare i migliori del mondo, il che è divertente, e questo porta a produrre risultati più sorprendenti qua e là”.
    “Nello sport oltre alla bravura serve sempre un pizzico di fortuna” continua Casper, “A Parigi Rune contro Wawrinka ha salvato un paio di match point e poi ha finito per vincere il torneo. Questo mostra quanto possono essere piccoli i margini nel nostro sport ed è per questo che lo adoriamo. Ecco perché amo giocare e guardare tante partite. Rune ora è tra i primi 10, quindi è un ottimo modo per finire l’anno. Lo vedremo sempre di più in futuro nei grandi tornei, è destinato ad essere uno dei migliori e molti anni”. LEGGI TUTTO

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    Rune: prima possibile, primo fra tutti

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Non sappiamo se Rune alla fine di questo Master 1000 Parigi-Bercy piangerà come nella finale ATP di Sofia vinta da Hüsler o se sventolerà il suo pugno contro l’avversario come fa, accanto al coach Patrick Mouratoglou, anche l’inseparabile mamma manager Aneke, verso cui va costantemente il suo sguardo in cerca di approvazione o per chiedere sostegno. A Parigi-Bercy, qualche giorno fa, lo svizzero Stan Wrawrinka, che è cresciuto in campagna in una fattoria, sperimentando la fatica e le difficoltà della vita, lo ha indirettamente ‘bollato’, quando, alla fine della partita, gli ha consigliato, sussurrandoglielo all’orecchio, di smettere di fare il bambino in campo.
    Ci ha pensato la mamma a difenderlo, confermando, con la sua tutela, l’acerbità dell’adolescente. È giovane, il diciannovenne danese Holger Rune, rispetto al trentacinquenne Novak Djokovic. Ma dal punto di vista atletico Nole non sembra accusare stress: dopo 36 minuti chiude a 6-3 il primo set.
    Dopo questo, tuttavia, nel secondo set Rune si riprende. Non ostenta più il piglio arrogante ed esultante a cui ci ha abituati. Tuttavia il linguaggio del corpo continua ad esprimere ruvidezza, anche dovuta all’età: la camminata dinoccolata, il modo di sollevare il pubblico saltellando e sbracciando. Pacato ed elegante Djokovic; pieno di tic nervosi, irrequieto il ragazzo, talvolta precipitoso, ma sicuramente preparatissimo, brillante e talentuoso. E come potrebbe non esserlo? Cresciuto a latte e tennis dalla madre che è stata anche sua allenatrice di tennis, a 12 anni Rune ha cominciato ad avere i primi riconoscimenti sportivi, bruciando sempre le tappe, scegliendo precocemente di misurarsi coi professionisti. Distintosi molto presto per un ego smisurato, una voglia di superare i suoi coetanei, di dominare, già a 16 è stato seguito da un mental coach con un’esperienza acquisita nelle Forze Speciali Danesi, che ha contribuito a rendere solida la sua forza mentale.
    Sul campo oggi non si affrontano solo Nole e Rune, ma il tennis alla vecchia maniera, descritto da David Foster Wallace come “esperienza religiosa” e l’evoluzione del tennis in potenza e muscoli, rappresentato dalla nuova generazione di talenti come Rune e Alcaraz. Noi della generazione più vicina a Djokovic seguiamo col fiato sospeso e il cuore in gola la partita, tremando nei momenti interminabili delle palle break, soprattutto nel terzo set. Ad un certo punto ci sembra addirittura che Nole, campione che non mollerebbe mai, voglia fare un regalo al ragazzo che per qualche verso gli ricorda se stesso da giovane. Forse per quell’affermazione che non sarà soddisfatto finché non diverrà il numero 1 del mondo. Non ci stupiremmo di vedere, un domani, Nole coach di Rune…
    Fatto sta che Rune, alla fine, rimonta e vince il plurititolato campione, correndo subito dal suo coach e dalla mamma, da abbracciare e da cui farsi lungamente abbracciare. Con questa vittoria Rune entra tra i primi 10 del mondo, come programmato, anzi anticipando forse i suoi stessi programmi. Ha dato davvero il massimo in pochissimo tempo, ha affrontato con fredda determinazione una straordinaria scalata del ranking. Continuerà a correre verso l’alto, a stupirci bruciando i suoi record.
    Però dovrà forse aspettare di crescere ancora un po’, il giovanissimo, prima di capire che il bello del tennis non è l’ossessione di completare la lista di vittorie, proclamando spavaldamente il proprio primato (gli dei puniscono la hybris).
    Il bello del tennis è sportività, eleganza, stile, grande rispetto dell’avversario, equilibrio, tensione verso la suprema Armonia. Lo sanno bene “Quelli che…”

    Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Parigi Bercy: Carlos Alcaraz si ritira. Rune in semifinale

    Carlos Alcaraz si ritira. Rune in semifinale

    Holger Rune, uno dei giocatori del momento, si è assicurato questo venerdì la qualificazione alla sua prima semifinale Masters 1000 – e quindi la più importante della sua carriera – raggiungendo i top 4 a Parigi con una vittoria sul suo amico e coetaneo dei tempi dell’U12 e U14, Carlos Alcaraz, numero uno del mondo.
    In un duello tra i due migliori “teenager” del mondo, nati a soli sei giorni di distanza l’uno dall’altro nel 2003 (hanno 19 anni), Rune, numero 18 ATP, ha sconfitto Alcaraz, leader mondiale, per 6-3, 6-6 (3-1) e ritiro, con lo spagnolo che a sorpresa si è ritirato nel bel mezzo del tie-break dopo essere stato assistito per un infortunio all’addome cinque minuti prima. A poco più di una settimana dalle ATP Finals, si accende un campanello d’allarme.Rune sfiderà ora il canadese Felix Auger-Aliassime, ottava testa di serie dell’ATP con cui ha perso la finale di Basilea domenica scorsa. LEGGI TUTTO