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    Fabio Fognini: “mi sto avvicinando sempre di più alla fine della mia carriera”

    Fabio Fognini nella foto – Foto Antonio Fraioli

    Fabio Fognini, che questa settimana è in gara nel torneo ATP 500 di Amburgo, ha vissuto una stagione completamente da dimenticare, con molti più bassi che alti. Fuori dalla top 50 ATP all’età di 35 anni, l’ex top 10 mondiale ammette di vivere il momento peggiore della sua carriera.
    “Dopo la pandemia di coronavirus e tutti i problemi fisici che ho avuto, questo è stato il periodo più difficile della mia carriera sportiva. La fase peggiore della mia carriera. Dopo tutti i trionfi, le partite brutte e belle e i tornei vinti, posso dire che mi sto avvicinando sempre di più alla fine della mia carriera. Deciderò quando sarà il momento di lasciare tutto e continuare la mia vita con la mia famiglia lontano dai campi. So che sarà un momento molto difficile, ma vedremo quando accadrà”, ha confessato in una dichiarazione durante la conferenza stampa del torneo di Amburgo.
    Vincendo il suo incontro di primo turno ad Amburgo, Fabio ha raggiunto la 400ª vittoria in singolare nel circuito maschile e ammette di non aver mai pensato di raggiungere un tale record. “Ho 35 anni e, ripensandoci, devo dire che non pensavo di poter raggiungere questo numero. È un grande risultato per me. Sono molto contento di ciò che ho ottenuto e spero di ottenere ancora qualcosa di più”. LEGGI TUTTO

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    Arriva la petizione per poter far giocare a Novak Djokovic lo Us Open

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo

    A Novak Djokovic, il giocatore con il maggior numero di finali degli US Open nell’Era Open, è stato impedito per ora di entrare negli Stati Uniti e di partecipare all’ultimo Grande Slam della stagione. Il 35enne serbo non è vaccinato e, anche se gli US Open non richiedono ai propri giocatori di essere vaccinati, il Paese però non consente l’ingresso ai cittadini stranieri che non hanno una vaccinazione completa, il che ha già impedito al campione di 21 Majors di giocare i Masters 1000 di quest’anno a Indian Wells e Miami.Questo mercoledì, i (molti) fan del serbo hanno preso l’iniziativa di lanciare una petizione – già vicina alle 24.000 firme al momento in cui scriviamo – per chiedere al governo degli Stati Uniti di permettere a uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi di entrare nel Paese per poter gareggiare.
    QUI LA PETIZIONE
    In un momento in cui permangono i dubbi sulla partecipazione di Novak Djokovic agli US Open, la federazione tennistica statunitense (USTA) ha chiarito questo mercoledì le regole in termini di vaccinazioni. E il messaggio è chiaro:
    “L’USTA non obbliga nessun giocatore a vaccinarsi, ma rispetta le regole del governo degli Stati Uniti, che non permette l’ingresso nel Paese di nessun cittadino straniero che non abbia una vaccinazione completa. Secondo il regolamento del Grand Slam, tutti i giocatori entrano automaticamente nei tornei dello Slam in base alla loro classifica 42 giorni prima del torneo”, si legge nel comunicato dell’USTA. LEGGI TUTTO

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    Da Palermo: Sara Errani “Il futuro? Ancora mi vedo con la racchetta, non la mollo, ma prima o poi mi ci dovrò vedere senza”

    Sara Errani nella foto

    Due vittorie (nel 2008 e nel 2012) e due finali (perse nei derby con Flavia Pennetta nel 2009 e con Roberta Vinci nel 2013), ma soprattutto il traguardo delle 13 partecipazioni ai Palermo Ladies Open. Sara Errani è di casa al Country Time Club: la conoscono tutti e la salutano tutti, lei ricambia dispensando sorrisi ed autografi. “Più di Palermo credo di aver giocato solo a Parigi – ha detto la Errani – qui per me è una seconda casa. Ringrazio Oliviero (Palma, direttore del torneo, ndr) per avermi concesso una wild card”.
    Una wild card nel rispetto di un legame che ha origini lontane, ma assegnata anche per la “nuova vita” tennistica di Sara tornata al successo una settimana fa in Francia dove ha vinto il WTA 125 di Contrexeville. “Le ultime settimane sono andate bene – ha ammesso la 35enne di Massa Lombarda – sono contenta di come sto giocando e sono contenta di aver ritrovato buone sensazioni in campo. Ho una grande passione per il tennis. Per ora ho voglia e sono carica, spero di continuare così. Obiettivo? Non mi sono mai posta grandi obiettivi, ho cercato di dare il meglio giorno dopo giorno. Adesso penso a tornare nelle prime 100, ma non deve essere un’ossessione. Avere un obiettivo può aiutare, ma non deve essere l’unico. Bisogna gestire le cose, allenarsi e fare bene. Tornare nelle prime 100 è qualcosa che ho in testa”.
    La finale nel WTA 125 di Gaiba a giugno sull’erba ed il successo in Francia della settimana scorsa hanno consentito alla Errani di posizionarsi al n. 127 della classifica mondiale. Per trasformare il piazzamento una tappa di passaggio verso l’obiettivo stagionale delle top 100, dovrà fare bene anche a Palermo, ad iniziare dal derby di primo turno con Elisabetta Cocciaretto. “Coccia è fortissima, sta giocando molto bene e sta recuperando negli ultimi mesi dopo l’infortunio. Sarà un match complicato. Tutte le italiane siamo lì vicine in tabellone. Ai nostri tempi ci siamo motivate a vicenda, tra di loro deve accadere lo stesso. Si possono aiutare: i risultati di Martina (Trevisan, ndr) possono essere da stimolo per Jasmine (Paolini, ndr) e Lucia (Bronzetti, ndr). La favorita a Palermo? Può vincere chiunque, nel tennis femminile non si può sapere”.
    Errani torna a puntare in alto, ma con un approccio al tennis diverso rispetto al passato. “Da piccola pensavo solo al tennis – ha raccontato la tennista azzurra – le mie giornate dipendevano solo dal tennis ed era una folle ossessione, avrei fatto di tutto per vincere una partita. Adesso è diverso, non ho solo il tennis in testa. Crescendo ci sono delle priorità, sotto questo aspetto sono cambiata. La voglia di lottare in campo, però, è rimasta la stessa. Il futuro? Ancora mi vedo con la racchetta, non la mollo, ma prima o poi mi ci dovrò vedere senza. Il padel? Mi piace tanto, ci gioco tantissimo, chissà”. LEGGI TUTTO

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    Si ritira Tobias Kamke

    Tobias Kamke nella foto

    Tobias Kamke appenderà la racchetta al chiodo dopo l’ATP 500 di Amburgo, dove ha ricevuto una wild card per partecipare al torneo di doppio. Il 36enne tedesco ha vinto otto titoli Challenger in carriera, l’ultimo nel 2016 contro Aslan Karatsev.
    Nel gennaio 2011 Tobias si è classificato al 64° posto del ranking, la sua posizione più alta in classifica. Kamke si è qualificato per quattro main draw del Grande Slam: uno a Wimbledon, dove ha raggiunto il terzo turno, due al Roland Garros e un altro agli US Open. La prossima settimana avrà quindi l’opportunità di dare l’addio al circuito professionistico nel suo paese d’origine. LEGGI TUTTO

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    Sono ben 14 i giocatori top 50 senza ad aver vinto ancora un titolo ATP

    Botic Van de Zandschulp nella foto

    Con più di metà della stagione completata, c’è ancora tanta storia che può essere scritta in quel che resta. Diversi giocatori possono ancora vincere il loro primo titolo ATP in carriera, per esempio. E la verità è che ci sono molti nomi che non vedono l’ora di entrare nella lista dei vincitori e che hanno già carriere ben costruite.
    Guardando la classifica, ci sono 14 membri della top 50 che non hanno ancora vinto un titolo al massimo livello. Botic van de Zandschulp è il più alto in classifica (24°), ritiratosi dall’unica finale che ha giocato, quella di Monaco. Filip Krajinovic ha accumulato cinque finali perdendo sempre, una delle quali al Queen’s Club.
    Inoltre anche Jenson Brooksby, Alejandro Davidovich Fokina, Oscar Otte, Francisco Cerundolo, Maxime Cressy, Emil Ruusuvuori, Alex Molcan, Tallon Griekspoor, Benjamin Bonzi, Mackenzie McDonald e Brandon Nakashima completano il “gruppo” dei tennisti a caccia del primo successo in carriera nel circuito maggiore. LEGGI TUTTO

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    Maria Sharapova è diventata madre

    Maria Sharapova nella foto

    Maria Sharapova è stata numero uno del mondo e ha realizzato il Grande Slam ma in anni diversi, ma sta vivendo un momento che certamente supera tutti questi risultati. L’ex numero uno del mondo ha annunciato la nascita del suo primo figlio con una foto emozionante e un messaggio speciale su Instagram.
    “Il regalo più bello, impegnativo e gratificante che la nostra famiglia potesse chiedere”, ha condiviso la tennista in una foto in cui appare accanto al compagno Alexander Gilkes, con entrambi in braccio il piccolo Theodore nato lo scorso 01 Luglio. Auguri Maria! LEGGI TUTTO

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    Il Roland Garros si trasforma per il torneo di padel e i giocatori esultano: “Che sogno!”

    Il torneo del Roland Garros si è concluso poco più di un mese fa, ma il più grande impianto su terra battuta del mondo ha nuovamente aperto le sue porte ma questa volta al padel. La prima edizione del Greenweez Paris Premier Padel Major si svolge in questa sede ed è un’ulteriore prova dell’impressionante crescita di questo sport in tutto il mondo.
    “Qualche tempo fa ho dovuto spiegare cosa fosse il padel e ora mi trovo a giocare in palcoscenici come questo”, ha dichiarato lo spagnolo Paquito Navarro, una delle figure principali di questo sport. LEGGI TUTTO

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    Boris Becker è accusato di aver avuto un trattamento privilegiato in carcere

    Boris Becker nella foto

    Condannato a due anni e mezzo di carcere, che dovrà scontare per un anno e mezzo per poter ottenere la libertà condizionata, Boris Becker è stato accusato di aver ricevuto un lavoro privilegiato in prigione.
    Secondo il quotidiano “The Sun”, a Becker è stato affidato il compito di insegnare scienze dello sport, un lavoro ritenuto comodo, che ha indispettito il resto dei detenuti e le loro famiglie per il trattamento privilegiato che il tedesco avrebbe ricevuto.
    Una fonte del carcere ha spiegato al giornale britannico che di solito si devono scontare anni prima di ottenere un lavoro come assistente, perché è considerato un privilegio. Ma Becker ha ricevuto l’incarico poche settimane dopo la condanna.
    I parenti dei detenuti hanno scritto delle lettere alle autorità denunciando questa situazione di privilegio: “In carcere, Boris Becker non fa esattamente la vita di lusso a cui era abituato, ma ha più della maggior parte dei detenuti”, sostengono. LEGGI TUTTO