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    Us Open: Nuno Borges che ha sconfitto il nostro Francesco Maestrelli al turno decisivo: “E’ stata una partita molto nervosa, Molti alti e bassi. Abbiamo interrotto la partita tre o quattro volte e si sono dovuti fare tutti i preparativi per l’ingresso in campo”

    Nuno Borges nella foto

    Nuno Borges si è qualificato questo venerdì per il main draw degli US Open, al suo primo tentativo, e alla fine della partita era naturalmente molto felice dopo aver battuto il nostro Francesco Maestrelli. Il 25enne di Madeira ha ricordato il nervosismo di una partita che si è conclusa sette ore dopo l’inizio, a causa delle numerose interruzioni dovute alla pioggia caduta abbondantemente durante la giornata decisiva delle qualificazioni.
    “E’ stata una partita molto nervosa, Molti alti e bassi. Abbiamo interrotto la partita tre o quattro volte e si sono dovuti fare tutti i preparativi per l’ingresso in campo, tutto il riscaldamento e abbiamo anche mangiato qualcosa dopo tutte queste ore di interruzione per pioggia. Alla fine per me è stata davvero una “grande partita” che ricorderò per sempre e sono davvero felice di essere riuscito a qualificarmi per il main draw. Nel terzo set quando era sotto per 3 a 5 non mi sono demoralizzato e sono riuscito a controbrekkarlo. Nel tiebreak decisivo sul 4 a 7 non mi sono perso d’animo ho combattuto ancora e ho rimontato Maestrelli vincendo la partita. Non ho sempre giocato bene, ma ho tenuto duro e sono rimasto positivo nei momenti difficili. Quando era importante ho dato il meglio di me stesso. Sono davvero felice”, ha confessato il lusitano al termine della partita.
    Borges affronterà al primo turno il giovane americano Ben Shelton, 19 anni. Sarà il primo incontro tra i due, che non si sono mai incontrate al College. LEGGI TUTTO

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    Kim Clijsters è il nuovo volto di Warner Bros. Discovery per l’ultimo Slam dell’anno, da New York con Barbara Schett, Mats Wilander, John McEnroe e Alex Corretja.

    Kim Clijsters, nuovo volto di Warner Bros. Discovery Sports per lo US Open

    Tre volte vincitrice dello US Open nel 2005, 2009 e 2010, Kim Clijsters entra a far parte della squadra Warner Bros. Discovery Sports in collegamento da Flushing Meadows con Barbara Schett, Mats Wilander, Alex Corretja e John McEnroe.Su discovery+ 250 ore di tennis LIVE da New York: ogni punto di ogni match anche on demand.
    Su Eurosport 1 ed Eurosport 2, che trasmettono lo US Open dal 1989, le migliori partite internazionali e italiane in diretta da lunedì 29 agosto alle 17:00 (ora italiana) con la finalista 2015 Roberta Vinci al commento insieme a una storica squadra di telecronisti – fra cui Barbara Rossi, Jacopo Lo Monaco e Federico Ferrero – e protagonista con Lo Monaco e Simone Eterno di Tennis 360 (Facebook Live e sul sito di Eurosport Italia) per l’analisi di tutti i temi del giorno dai campi di Flushing Meadows.
    Una nuova edizione di Ruud Talk offrirà il punto di vista del finalista del Roland Garros Casper Ruud da dietro le quinte dello US Open, mentre Players’ Voice – la prima rubrica scritta dai migliori del mondo – avrà per protagonista il campione in carica Daniil Medvedev. E sarà Kim Clijsters a ripercorrere i momenti migliori della sua carriera in una puntata speciale di Legends’ Voice.
    Un nuovo format lanciato in occasione dello US Open permetterà inoltre agli spettatori di conoscere i luoghi, le luci e i suoni della città icona del mondo attraverso le produzioni Warner Bros. mentre i giocatori si sbilanceranno in A Grand (Slam) Appetite, rivelando i loro piatti preferiti e le loro spesso insolite abitudini culinarie.
    Quest’anno il Roland Garros è stato visto su discovery+ da un numero di persone quattro volte superiore rispetto al 2021. Più in generale, la trasmissione in diretta dell’Australian Open e del Roland Garros ha contribuito all’aumento dell’audience televisiva del 10% nella prima metà del 2022. LEGGI TUTTO

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    Rafael Nadal sull’assenza di Novak Djokovic dagli Us Open: “il fatto che uno dei migliori della storia non sia qui è una grande perdita”

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Rafael Nadal si è fermato in sala stampa degli US Open per ammettere che il Grande Slam statunitense senza Novak Djokovic, uno dei suoi più grandi rivali e detentore di 21 titoli del Grande Slam (Rafa ne ha uno in più in una lotta accesa), non è lo stesso, anche se parte dal presupposto che il tennis è più grande di ogni singolo giocatore.
    Assenza di Novak Djokovic“Sapevamo da tempo che Novak non sarebbe stato in grado di giocare se le cose non fossero cambiate. Dal mio punto di vista, è triste che Novak non sia qui. È un peccato che i migliori non possano giocare un torneo a causa di infortuni o altri motivi. In questo caso, il fatto che uno dei migliori della storia non sia qui è una grande perdita. È difficile per tutti, per il torneo, per i tifosi e per noi, perché vogliamo la migliore vetrina possibile per questo sport. D’altra parte, come ho detto altre volte, lo sport però è molto più grande di un singolo giocatore. Ho anche io perso molti tornei. Non vengo qui per esempio da due anni. Il torneo continua. Il mondo continua a girare. Il mondo continuerà dopo di me, Novak o Roger. Ogni anno ci sarà un campione diverso. A livello personale però, mi dispiace che non possa essere qui”.
    Come ti senti fisicamente?“È stato difficile affrontarlo questo problema della lesione addominale, soprattutto perché è molto pericoloso. Quando si ha una lesione di questo tipo, si corre il rischio di peggiorarla a causa del servizio. Bisogna ritrovare la flessibilità e all’inizio non è facile. C’è il rischio di riaprire la frattura perché l’area non è più flessibile come prima. A Cincinnati ero un po’ più rilassato, anche in allenamento. Ho cercato di fare del mio meglio contro Coric senza forzare troppo il servizio, ma ho lottato fino alla fine. Qui, sto facendo del mio meglio per essere pronto. Spero di essere competitivo”.Sono felice di essere tornato. Non venivo qui dal 2019 e questo è uno dei luoghi più importanti della mia carriera. È una grande emozione poter lottare di nuovo per questo titolo”. LEGGI TUTTO

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    US Open, non solo i premi più alti del Grande Slam: storia di vittorie oltre il cemento e battaglie culturali

    US Open, non solo i premi più alti del Grande Slam: storia di vittorie oltre il cemento e battaglie culturali

    Dalla prima edizione ufficialmente andata in scena nel 1881 a quella che ci apprestiamo a vivere da lunedì 29 agosto a domenica 11 settembre, gli US Open sono una delle kermesse sportive più attese dell’anno, con una storia ricca di eventi significativi, anche dal punto di vista culturale, che vanno oltre i campi in cemento di Flushing Meadows. Non tutti sanno, ad esempio, che questo torneo del Grande Slam nasce come U.S. National Championships con l’istituzione della U.S. National Lawn Tennis Association (diventata poi United States Tennis Association), assumendo la denominazione di US Open solo nel 1968 a seguito dell’apertura a tutti i professionisti e amatori provenienti da tutto il mondo.
    Fonte: Unsplash
    Dai trionfi di Ashe e Wade a quelli di Medvedev e Raducanu
    Per quasi tre quarti di secolo le gare individuali dello U.S. National Championships si sono svolte in luoghi separati, fino al 1968, quando tutti e cinque i tornei sono stati riuniti in un unico evento centralizzato, andato in scena presso il West Side Tennis Club di Forest Hills, nel Queens. Come anticipavamo, è stato l’anno in cui l’evento ha assunto il nuovo nome ed è stata anche la prima edizione in cui professionisti e dilettanti hanno potuto competere insieme. Arthur Ashe e Virginia Wade sono stati così i primi a entrare nell’albo d’oro della competizione. Quest’anno a difendere il titolo sono Daniil Medvedev e Emma Raducanu, anche se stando alle attuali quotazioni delle scommesse sul tennis sia il campione russo, sia la campionessa inglese partono in seconda fila rispetto ad altri avversari più accreditati. Il bis sembrerebbe molto più semplice per il moscovita, dietro solo a Novak Djokovic, mentre la tennista britannica viene data addirittura all’ottavo posto in lavagna, lontanissima dalla polacca Iga Swiatek strafavorita.
    Fonte: Unsplash
    Dal 1978 a Flushing Meadows. Nel 2021 i premi più alti
    Nel 1978 il torneo si è trasferito nella sua sede permanente di Flushing Meadows a New York, presso il National Tennis Center della US Tennis Association, nel 2006 ribattezzato Billie Jean King National Tennis Center. Essendo il quarto e ultimo torneo del Grande Slam, tradizionalmente si svolge in un periodo di due settimane che vanno da fine agosto a inizio settembre, con l’unica eccezione avvenuta nel 2020 quando l’Open di Francia è stato posticipato a settembre-autunno e il Torneo di Wimbledon è stato cancellato. Lo US Open è anche noto per offrire i premi in denaro più alti fra tutti i tornei di tennis. Nell’edizione del 2021, ad esempio, i prize money hanno visto addirittura un aumento del 22% totale degli esborsi rispetto all’anno precedente, con i vincitori che si sono aggiudicati un premio finale da 2.500.000 dollari a testa.
    Fonte: Unsplash
    La battaglia per le donne di King e le conquiste di Gibson
    La storia degli US Open ha segnato anche profondi cambiamenti culturali. Nel 1973, grazie agli sforzi pionieristici di Billie Jean King e al suo lavoro in aiuto della formazione della Women’s Tennis Association, il torneo americano è stato il primo evento del Grande Slam ad assegnare alle donne premi dello stesso valore dei concorrenti maschili. Poco più di vent’anni prima, nel 1950, Althea Gibson era stata la prima afroamericana a competere per gli (allora) U.S. National Championships, divenendo un anno dopo la prima atleta di colore a giocare a Wimbledon e in seguito la prima giocatrice di colore a vincere l’Open di Francia, Wimbledon e lo stesso torneo US, con un totale di 11 titoli del Glande Slam conquistati in carriera. In onore di Althea Gibson, agli US Open 2019 una statua con le sue sembianze è stata svelata dai dirigenti della competizione fuori dall’Arthur Ashe Stadium. LEGGI TUTTO

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    Chi sono i 10 tennisti più pagati al mondo? Federer continua a dominare, anche senza giocare

    Roger Federer nella foto – Foto Getty Images

    Roger Federer non gioca da oltre un anno e non vince titoli importanti da diversi anni, ma rimane il tennista più pagato al mondo con un ampio margine. Con contratti pubblicitari annuali che si aggirano intorno ai 90 milioni, Federer guadagna (ben) di più di Rafael Nadal e Novak Djokovic messi insieme, e gli altri due membri dei Big Three non sono nemmeno sul podio dei tennisti meglio pagati. Gli altri due posti sono occupati da donne: Naomi Osaka e Serena Williams. In evidenza l’ingresso di Emma Raducanu e Carlos Alcaraz, due giovani stelle del circuito, e si mantengono in top 10 anche Kei Nishikori e Venus Williams.
    I 10 TENNISTI PIÙ PAGATI NEGLI ULTIMI 12 MESI1 – Roger Federer, 90 milioni (0 in campo/90 fuori)2 – Naomi Osaka, 56,2 milioni (1,2 in campo/55 fuori)3 – Serena Williams, 35,1 milioni (0,1 in campo/35 fuori)4 – Rafael Nadal, 31,4 milioni (6,4 in campo/25 fuori)5 – Novak Djokovic, 27,1 milioni (7,1 in campo/20 fuori)6 – Emma Raducanu, 21,1 milioni (3,1 in campo/18 fuori)7 – Daniil Medvedev, 19,3 milioni (7,3 in campo/12 fuori)8 – Kei Nishikori, 13,2 milioni (0,2 in campo/13 fuori)9- Venus Williams, 12,0 milioni (0,03 in campo/12 fuori)10 – Carlos Alcaraz, 10,9 milioni (5,9 in campo/5 fuori) LEGGI TUTTO

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    Djokovic ignorato nel manifesto di presentazione degli US Open

    La foto di presentazione degli Us Open

    Novak Djokovic spera di poter giocare gli US Open fino alla fine. Il serbo è ancora in attesa di un allentamento delle restrizioni all’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini stranieri non vaccinati, il che spiega il motivo per cui rimane nell’entry list per il Grande Slam di New York.
    Tuttavia, gli stessi social network degli US Open hanno condiviso il poster di presentazione del torneo, il cui tabellone principale inizierà lunedì, con un possibile messaggio subliminale. “È il momento. Le stelle del tennis sono pronte a rispondere alla chiamata degli US Open”, si legge nella didascalia della foto.
    Ora, la stessa foto presenta Carlos Alcaraz, Rafael Nadal, Nick Kyrgios, Daniil Medvedev, Emma Raducanu, Serena Williams, Iga Swiatek e Naomi Osaka. Nessuno spazio per Nole, quindi, cosa che ha immediatamente motivato molte domande da parte degli appassionati nella stessa pubblicazione. LEGGI TUTTO

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    Ciao Simone!

    Simone De Luigi nella foto

    La Federazione Sammarinese Tennis, sconvolta ed incredula per il tragico avvenimento di questa notte, partecipa con profondo dolore al dramma della famiglia di Simone De Luigi.
    La giovane promessa del tennis biancazzurro, 18 anni compiuti meno di tre settimane fa, aveva fatto parte della Nazionale sammarinese in due edizioni di Coppa Davis, tra cui quella di quattro settimane fa a Baku, in Azerbaijan.Un ragazzo solare ed educato, capace di entrare nel cuore delle persone. Un allievo ed un amico che mancherà tremendamente a tutti.
    Tutto il movimento tennistico biancazzurro, a cominciare dai membri del Consiglio Federale, dai Maestri della Scuola Federale e dai compagni di squadra, si stringe attorno alla famiglia in questo drammatico momento.Condoglianza alla famiglia anche da parte di tutta Live Tennis. LEGGI TUTTO

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    Coric in finale Masters 1000 da n.152, se vince batte il record di tennista con ranking più basso

    Borna Coric

    Borna Coric torna di prepotenza nel grande tennis con una settimana magica a Cincinnati, sbarcando in finale in un torneo Masters 1000 dopo alcuni anni di assenza. L’ultima finale Masters 1000 giocata dal croato risale a Shanghai 2018. Il croato ha sofferto di gravi problemi fisici, soprattutto una operazione alla spalla, che l’ha costretto a ripartire dal basso dopo una lunga e difficile riabilitazione.
    Dopo un’annata vissuta perlopiù nei tornei Challenger (anche in Italia), Borna si gioca la coppa del prestigioso torneo di “Cincy” contro Stefanos Tsitsipas. Parte ovviamente sfavorito, ma potrebbe far segnare un record storico come tennista con ranking più basso a vincere un torneo di questa categoria.
    Intanto è il secondo di sempre (dal 1990, da quando esiste la categoria di tornei Masters Series e poi 1000) con classifica più bassa ad arrivare alla finale. Ecco i cinque tennisti con il ranking peggiori arrivati in finale:
    Andrei Pavel n.191 ATP – Paris Bercy 2003
    Borna Coric n.152 ATP – Cincinnati 2022
    Harel Levy n.144 ATP – Toronto 2000
    Roberto Carretero n.143 ATP – Amburgo 1996
    Alberto Mancini n.105 ATP – Roma 1991

    Carretero finì per vincere quell’edizione di Amburgo. In caso di successo stasera, Coric batterebbe quel record. LEGGI TUTTO