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    World Tennis League: I risultati della Seconda giornata. Novak Djokovic sconfitto da Alexander Zverev

    Novak Djokovic classe 1987, n.4 del mondo – Foto Sposito

    ESIBIZIONE World Tennis League (Emirati Arabi), cemento (al coperto)Falcons (Wrl) – Hawks (Wrl) 27:35
    18:00 Djokovic N. (Srb) – Zverev A. (Ger)Exhibit Exhibition World Tennis League Djokovic N.34 Zverev A.66 Vincitore: Zverev A. ServizioSvolgimentoSet 2Zverev A. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-304-5 → 4-6Djokovic N. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-5 → 4-5Zverev A. 15-0 15-15 30-15 40-153-4 → 3-5Djokovic N. 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4Zverev A. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-3 → 2-4Djokovic N. 15-0 15-15 15-30 15-402-2 → 2-3Zverev A. 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2Djokovic N. 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 2-1Zverev A. 0-15 15-15 15-30 15-400-1 → 1-1Djokovic N. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Zverev A. 15-0 30-0 40-03-5 → 3-6Djokovic N. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-403-4 → 3-5Zverev A. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-3 → 3-4Djokovic N. 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Zverev A. 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3Djokovic N. 15-40 30-402-1 → 2-2Zverev A. 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-0 → 2-1Djokovic N. 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 2-0Zverev A.15-30 30-30 30-400-0 → 1-0

    16:30 Sabalenka A. (Blr) – Rybakina E. (Kaz)Exhibit Exhibition World Tennis League Sabalenka A.616 Rybakina E.0610 Vincitore: Rybakina E. ServizioSvolgimentoSet 3Sabalenka A. 1-0 2-0 2-1 2-2 2-3 2-4 2-5 3-5 4-5 5-5 5-7 6-7 6-8 6-9ServizioSvolgimentoSet 2Rybakina E. 15-0 30-0 40-01-5 → 1-6Sabalenka A. 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-401-4 → 1-5Rybakina E. 0-15 15-15 30-15 40-15 30-30 40-301-3 → 1-4Sabalenka A. 0-15 0-30 15-30 15-401-2 → 1-3Rybakina E. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-1 → 1-2Sabalenka A. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-400-1 → 1-1Rybakina E.0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Sabalenka A. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-0 → 6-0Rybakina E. 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-404-0 → 5-0Sabalenka A. 15-0 15-15 30-15 40-153-0 → 4-0Rybakina E. 0-15 15-15 30-15 40-15 30-30 30-40 40-402-0 → 3-0Sabalenka A.1-0 → 2-0Rybakina E.0-0 → 1-0Sabalenka A.Rybakina E. 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-400-0 → 0-1

    15:00 Dimitrov G./Badosa P. – Thiem D./Kontaveit A.Exhibit Exhibition World Tennis League Dimitrov G. / Badosa P.5610 Thiem D / Pavlyuchenkova A734 Vincitore: Dimitrov G. / Badosa P. ServizioSvolgimentoSet 3Dimitrov G. / Badosa P. 1-0 2-0 3-0 4-0 5-0 5-1 5-2 6-2 7-2 7-3 7-4 8-4 9-4ServizioSvolgimentoSet 2Dimitrov G. / Badosa P. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-305-3 → 6-3Thiem D / Pavlyuchenkova A 15-0 15-15 30-15 40-155-2 → 5-3Dimitrov G. / Badosa P. 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-404-2 → 5-2Thiem D / Pavlyuchenkova A 15-0 30-0 40-04-1 → 4-2Dimitrov G. / Badosa P.0-30 15-30 30-30 40-303-1 → 4-1Thiem D / Pavlyuchenkova A 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-403-0 → 3-1Dimitrov G. / Badosa P. 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0Thiem D / Pavlyuchenkova A 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-401-0 → 2-0Dimitrov G. / Badosa P. 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Thiem D / Pavlyuchenkova A 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-405-6 → 5-7Dimitrov G. / Badosa P. 15-0 15-15 15-30 30-30 30-405-5 → 5-6Thiem D / Pavlyuchenkova A 0-15 15-15 15-30 15-404-5 → 5-5Dimitrov G. / Badosa P.30-0 40-15 40-304-4 → 4-5Thiem D / Pavlyuchenkova ADimitrov G. / Badosa P. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-404-4 → 5-4Thiem D / Pavlyuchenkova A 15-0 15-15 30-15 40-154-3 → 4-4Dimitrov G. / Badosa P. 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 4-3Thiem D / Pavlyuchenkova A 0-15 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3Dimitrov G. / Badosa P. 15-0 15-30 30-40 40-402-2 → 3-2Thiem D / Pavlyuchenkova A 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-1 → 2-2Dimitrov G. / Badosa P. 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 2-1Thiem D / Pavlyuchenkova A 15-0 15-15 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-401-0 → 1-1Dimitrov G. / Badosa P.0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Opelka si scaglia contro gli specialisti del doppio: “Sono gli atleti più strapagati al mondo”

    Reilly Opelka

    Ancora fermo ai box per recuperare dai postumi dell’operazione all’anca, Reilly Opelka è invece attivissimo sui social. E, come al solito, tagliente nei suoi commenti. Stavolta il gigante statunitense se l’è presa con gli specialisti del doppio, a suo dire “the most overpaid athletes in the world”, ossia gli sportivi più strapagati al mondo.
    Reilly ha risposto ad alcuni tweet sull’argomento, spiegando così il suo punto di vista sulla dibattuta materia del doppio. A suo dire, il doppio è ancora interessante quando a giocarlo sono i giocatori forti in singolare, mentre dei match tra gli specialisti che non frequentano il tour in singolare non importa niente al pubblico.
    Riportiamo il tweet di Opelka, insieme ad altre risposte sull’argomento. Come sempre, discretamente al veleno…

    Dubs players are the most overpaid athletes in the world https://t.co/DwRmjp2QVI
    — Reilly Opelka (@ReillyOpelka) December 19, 2022

    “Ci sono troppi $$ in palio nel doppio”
    “Non vendono un solo biglietto al di fuori del Regno Unito, a meno che i giocatori di singolare non giochino il doppio. Per esempio, a Indian Wells”
    Fanno notare a Reilly che c’è uno scarso marketing da parte dell’ATP e che il doppio è molto più divertente che guardare solo Ace esplosi da uno alto 7 piedi tutto il giorno… con il chiaro riferimento al suo stile di gioco. La risposta di Opelka è “D’accordo… ma per qualche ragione quando gioco contro Medvedev, Casper o Rafa, le persone sembrano guardare… i doppisti non hanno l’opportunità di giocare quelle partite”.
    “D’accordo, non tutti i giocatori di singolare vendono i biglietti. Ma non un solo giocatore di doppio vende biglietti. Strapagato è strapagato, difficile discutere con la matematica”.
    Fanno notare che a US Open i doppi con in campo la coppia Venus-Serena riempie l’Ashe. Ecco Reilly: “Esattamente! La gente guarda i migliori giocatori di singolare giocare in doppio! Ma non guardano i migliori giocatori di doppio giocare in doppio”.
    Ecco una soluzione per Opelka per ravvivare la specialità del doppio: “I migliori tennisti del mondo raramente giocano in doppio. Diminuire la dimensione del tabellone nei doppi sarebbe un buon punto di partenza. Dovrebbe esserci un aumento massiccio per incentivare i primi 30 giocatori del mondo a giocare il doppio ogni settimana”. LEGGI TUTTO

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    Ljubicic lavorerà per la federazione francese puntando allo sviluppo dei talenti nazionali

    Ivan Ljubicic

    Il tennis francese sta attraversando un complesso periodo di ricambio generazionale. Dopo i fasti dell’eccellente generazione dei vari Tsonga, Monfils, Gasquet, Simon e molti altri tennisti di qualità, le nuove leve stentano ad imporsi ed arrivare nei piani alti del ranking e nelle seconde settimane dei tornei dello Slam. Il “serbatoio” dell’ottimo sistema tecnico transalpino continua a produrre giovani interessanti, ma attualmente il miglior giocatore nel ranking ATP è al n.44, Arthur Rinderknech, buon tennista ma non esattamente il prospetto che può ambire a vincere i grandi tornei. Dietro di lui il “datato” Mannarino, quindi il talento alquanto instabile di Moutet, che con i suoi 23 anni è il più giovane top100 francese. Di giovani ne hanno (Van Assche, Fils per citarne due), ma ancora da costruire e verificare per l’altissimo livello.
    Per questo la FFT ha deciso di cercare un nuovo approccio: non solo tecnici e dirigenti nazionali, perlopiù ex giocatori di alto livello, dentro Ivan Ljubicic. Il 43enne croato è stato nominato, dal 15 gennaio 2023, direttore della Missione “Ambition 2024” con al centro le Olimpiadi di Parigi e lo sviluppo dei migliori talenti nazionali, sia uomini che donne. Nel suo nuovo compito affiancherà Nicolas Escudé, Paul-Henri Mathieu e Pauline Parmentier, responsabili dell’alto livello. Inizialmente studierà il momento e la formazione dei giovani giocatori francesi con un viaggio di tre mesi all’interno delle strutture sparse per il paese, per farsi un’idea più precisa della situazione e quindi implementare dei piani di lavoro.
    Così Gilles Moretton, presidente della FFT in un comunicato stampa: “L’approccio al tennis di Ljubicic, incentrato sulle prestazioni, in ogni momento e nei minimi dettagli, è guidato da questa cultura della vittoria che vogliamo instillare nelle nostre speranze francesi. Tutto questo senza mai voltare le spalle ai valori umani essenziali che la Federazione condivide”.
    Dopo aver accompagnato (con successo) gli ultimi anni della carriera di Roger Federer, Ljubicic a l’Equipe si è detto entusiasta di questa nuova avventura. “Sono molto felice di entrare a far parte della Federazione francese di tennis, una delle federazioni al mondo che dedica più risorse allo sviluppo del potenziale dei suoi giovani. La Francia ha un terreno fertile molto ricco e promettente, io metto la mia esperienza al servizio di questa nuova sfida con impegno totale e un forte desiderio di condividere i valori che forgiano i campioni”.
    Continua il croato: “Cercherò di far prendere coscienza ai giovani che possono farcela davvero, che possono essere ambiziosi, che possono avere obiettivi alti. Forse questa sensazione si è persa negli ultimi dieci o quindici anni in Francia. C’è un enorme potenziale nel paese. Quando vedo la classifica mondiale dei ragazzi francesi, non ci posso credere. Qualcosa non va. Non ho idea del perché, sarà mio compito analizzare e sviluppare alcune idee”.
    È una notizia di un certo interesse, vista la visione e qualità dimostrata da Ivan Ljubicic in ogni fase della sua lunga carriera tennistica, prima in campo e poi come coach e manager. Oltretutto dopo l’addio di Federer, il nome di “Ljubo” era stato accostato a diversi giovani di talento, come coach o “super coach” a fianco di un allenatore che segue un giocatore ogni giorno.
    I francesi, storicamente maestri nella formazione e crescita dei giovani, cercano così una visione diversa per dare una spinta ai vari talenti prodotti a livello giovanile, nella speranza di creare una nuova covata di tennisti e tenniste capace di ambire ai piani alti del ranking e ai grandi tornei. Nel maschile, l’ultimo vincitore di un torneo dello Slam resta Yannick Noah nel lontano Roland Garros 1983, poi sono giunti in finale Leconte, Pioline, Clement e Tsonga. Insieme a loro molti sono stati i tennisti transalpini a stazionare nella top10 e vincere importanti tornei, ma la situazione attuale è tutt’altro che rosea. Nel femminile le cose sono andate meglio negli ultimi anni: Marion Bartoli ha vinto Wimbledon nel 2013 e Amelie Mauresmo nel 2006 ha trionfato a Wimbledon e Australian Open, diventando anche la n.1 del ranking mondiale. Caroline Garcia ha disputato una seconda parte di 2022 stellare e si presenta come una delle candidate per i grandi tornei 2023.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’ascesa di Dino Prizmic e Jakub Mensik

    Dino Prizmic, dominatore a Monastir

    Segnatevi questi due nomi per i tornei ITF e Challenger di inizio 2023: Dino Prizmic e Jakub Mensik.
    Il primo, 17enne croato, è il tennista più “caldo” di questo finale di stagione 2022 nei tornei ITF, con una striscia aperta di 15 successi e 3 tornei vinti a Monastir in Tunisia (hard all’aperto). La sua serie positiva diventa 21-1 tornando allo scorso ottobre, con il successo anche all’M15 di Heraklion e con l’unica sconfitta arrivata per ritiro al secondo turno sempre in Grecia nella settimana seguente.
    Un risultato notevole, che lo pone tra i tennisti in attività più giovani ad aver vinto 4 tornei ITF. Proprio insieme a Mensik, anch’esso entrato da poco in questa speciale classifica. La riportiamo:
    Rafael Nadal (16 anni e 3 mesi)Duckhee Lee (16 anni e 10 mesi)Borna Coric (16 anni e 11 mesi)Nicholas Ionel (17 anni e 19 giorni)Jerry Shang (17 anni e 25 giorni)Andrey Rublev (17 anni e 2 mesi)Jakub Mensik (17 anni e 3 mesi)Dino Prizmic (17 anni e 4 mesi)
    Grazie a questi risultati, ha ottenuto il proprio best ranking al n.524, e potrebbe beneficiare della nuova regola ATP che “accelera” l’ingresso nei tabelloni grazie agli ottimi risultati ottenuti.
    Dino è dotato di un tennis ancora acerbo, vista la giovane età, ma di sicuro potenziale. Discreta la prima palla di servizio, soprattutto per velocità abbinata ad una certa rotazione di controllo; eccellente il tempo in risposta, soprattutto col rovescio. Proprio il suo rovescio è letale quando impatta in anticipo nella direzione cross; potente il diritto, ma forse quel momento un po’ ampio può diventare problematico quando non ha il tempo per completare lo swing ed entrare nella palla. È talmente giovane da poter lavorare con tranquillità ed affinare la sua tecnica di gioco.
    Nato a Spalato il 5 agosto del 2005, Prizmic vanta anche 5 titoli junior ITF, tra i quali spicca l’importante J1 a Vrsar conquistato quest’anno, e la semifinale a Roland Garros, battuto dal futuro vincitore Gabriel Debru. Lo scorso luglio ha debuttato sul tour maggiore all’ATP 250 di Umag grazie a una wild card, sconfitto all’esordio dallo spagnolo Zapata Miralles per ritiro del giovane croato (4-6 0-3 rit). Lo scorso aprile, aveva raggiunto la finale all’M15 di Dubrovnik.
    Su Dino ha puntato anche LJ Sports, società di management sportivo fondata da Ivan Ljubicic, che l’ha inserito nel 2020 nel proprio Group’s Future Champions program. Prizmic ha vinto il “Drazen Petrovic” award, riservato ai giovani atleti croati che hanno ottenuto ottimi risultati e dimostrano un grande talento verso la carriera professionistica.
    Oltre a Dino, assolutamente da seguire e altrettanto “caldo” anche il coetaneo Jakub Mensik: anche il 17enne di Prostejov (Rep. Ceca) infatti ha vinto 4 tornei nel 2022, precedendo Prizmic di solo un mese come precocità. Il giovanissimo ceco, allenato da Tomas Josefus, ha trionfato negli ultimi tre tornei ITF disputati: i due eventi da poco conclusi in Egitto a Sharm ElSheik (nel primo ha battuto Jacopo Berrettini in semifinale), e in precedenza l’M15 di Heraklion, con una striscia positiva di 15 match consecutivi. Il suo primo successo era arrivato lo scorso settembre all’M15 di Allershausen (Germania).
    Dotato di una tecnica piuttosto completa – classico prodotto di qualità della notevole scuola ceca – Jakub ha nel rovescio bimane lungo linea un colpo di grande valore, con il quale è capace di sorprendere gli avversari. Attualmente è al n.407 del ranking ATP. A livello junior, ha vinto 4 titoli tra 2020 e 2021.
    Mesnik era salito agli onori della cronaca lo scorso gennaio, quando perse contro Bruno Kuzuhara una drammatica finale junior degli Australian Open, durata 3 ore e 43 minuti, crollando a terra sfinito e in preda ai crampi dopo la durissima battaglia. LEGGI TUTTO

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    Le delusioni della stagione maschile 2022

    Daniil Medvedev, da n.2 a n.7 di fine anno

    Carlos Alcaraz, Rafael Nadal, Novak Djokovic. Questo il podio dei migliori giocatori del 2022. È indubbio che i tre grandi protagonisti della stagione appena andata in archivio sono il fenomenale nuovo n.1 al mondo, l’inossidabile campione maiorchino arrivato a 22 Slam e il serbo, che pur giocando “poco” per i noti problemi ha dominato Wimbledon e chiuso la stagione da vincitore alle Finals. Non è questo tuttavia l’approfondimento sui tre leader stagionali e su chi sia stato il migliore dei tre. Puntiamo invece la lente sulle delusioni del 2022, i giocatori che rispetto al proprio potenziale non hanno convinto, giocando al di sotto delle attese con poche vittorie, magari perdendo pure posizioni nel ranking ATP di fine anno rispetto allo scorso gennaio. Purtroppo anche nel 2022 ne troviamo diversi, e di importanti.

    Daniil Medvedev
    Può forse sembrare ingeneroso mettere in cima alla lista delle delusioni uno che ha toccato la prima posizione del ranking mondiale nella stagione, ma considerare positiva l’annata di Daniil Medvedev sarebbe un’offesa al suo talento e potenziale. Ha vinto due tornei, Vienna e Los Cabos, ma in questi eventi non ha affrontato nemmeno un top10. Qua casca l’asino… Il moscovita infatti quest’anno contro i migliori ha stentato assai. A parte l’Australian Open di gennaio, non ha più battuto uno tra i migliori 10 al mondo per il resto della stagione. Ha giocato un Roland Garros e soprattutto un US Open modesto, a chiusura di un’estate sul cemento nord americano mediocre, assai al di sotto delle aspettative. Ha delle scusanti: il problema alla schiena con la piccola operazione, e pure il non aver potuto giocare a Wimbledon per le note faccende belliche. Tuttavia la sensazione è che qualcosa in lui si sia rotto o almeno guastato con la terribile sconfitta agli Australian Open in finale, rimontato da Nadal. Daniil aveva la partita in pugno, saldamente al comando. È stato a una manciata di game dal secondo Slam in carriera. Per un suo momento di distrazione/follia nel terzo set ha avuto un calo, ha rimesso in corsa l’altro, e se lo trascini alla lotta feroce punto su punto, non lo batti più. Quel tarlo gli è rimasto, perché troppe volte in stagione, anche contro avversari assai meno quotati e attrezzati, nella lotta si è perso. Esempio lampante le sue ATP Finals: indoor il suo tennis fa faville, a Torino lo scorso novembre ha perso i suoi tre match, lotte, occasioni buttate. Poche volte è rimasto focalizzato sul proprio servizio, spesso è sembrato anche confuso su come giocare. Molti avversari hanno capito come giocargli contro, ma Daniil c’ha messo certamente del suo, non ottenendo assolutamente risultati in linea con il suo valore. Chiude il 2022 da n.7, l’aveva iniziato da n.2.

    Denis Shapovalov
    Niente di nuovo sul fronte canadese. E pensare che a Melbourne aveva illuso, con un torneo finalmente di una certa consistenza. Nessuna novità tecnica, fuochi d’artificio a go go, ma meno pallate sparacchiate via e una prima di servizio più continua. Aveva vinto battaglie nei primi turni e brillato contro Zverev negli ottavi, quindi ha ceduto contro Nadal in cinque tirati set nei quarti. Si ipotizzava un passo in avanti. Ennesima delusione. Shapo “Sciupovalov” ha ricominciato ad avvitarsi su stesso, perdendo alcune partite incredibili (vedi la semifinale a Dubai vs. Vesely, o contro Harris a Miami) e continuando a restare nel limbo del talento inespresso. Eccetto l’interessante parentesi di Roma (quarti di finale), dalla primavera all’estate ha inanellato una serie terribile di sconfitte, incluse quelle dolorose a Wimbledon (aveva fatto semifinale nel 2021) e al suo open del Canada, dove ha ceduto di schianto contro De Minaur. Dopo un match durissimo perso a New York contro Rublev (altro psicodramma, per entrambi), è volato in Asia dove ha ritrovato un barlume di efficacia, sprecando a Seoul la chance di vincere il secondo titolo in carriera, superato da un Nishioka che ha avuto solo il merito di tenerla in campo e lasciar sbagliare l’altro. A Vienna è tornato in finale, stavolta battuto da un discreto Medvedev. Shapovalov va per i 24 anni, ma di passi in avanti dal punto di vista mentale, della gestione dello stress nel match e della lucidità in campo non se ne vedono. I rivali corrono, il rischio è quello di restare solo il miglior highlights-maker del tour.

    Sebastian Korda
    Se non ci fosse stato il mese di ottobre, la sua stagione sarebbe stata davvero grigia e negativa. L’avevamo apprezzato alle NextGen Finals 2021 battagliare a viso aperto contro la “furia” Alcaraz, portando in campo un tennis di un’eleganza superiore. L’eleganza è rimasta, ma la consistenza? Il figlio di Petr promette molto, ma nel 2022 ha stentato terribilmente nel fare un salto di qualità, più agonistico che tecnico. Non gli manca molto, alla palla del “tu”, serve bene, forse la risposta è ancora non al livello del resto del suo bagaglio di gioco, ma è soprattutto nelle fasi caldi che “Sebi” è mancato. Ha perso troppe volte nel terzo set, troppi tiebreak, subendo più la personalità dei rivali che il loro gioco. Questo è un aspetto cruciale, che pone seri dubbi sulla sua futura evoluzione. Il lato agonistico non è per niente facile da allenare. Mentre “Shapo” scappa dalla lotta tirando a tutta e non pensando affatto, forse Korda pensa fin troppo ma diventa lento e attendista, e questo lo pone in condizione perdente contro avversari volitivi. È ancora giovane come tennis, quella 2022 è stata la sua prima vera annata completa sul tour, ma c’erano ben altre attese su di lui, come su Jenson Brooksy, altro statunitense che rientra a pieno tra le delusioni del 2022 con motivazioni piuttosto simili. Broosky si è scontrato contro avversari che non si sono fatti incantare dai suoi giochi di prestigio; Korda invece è mancato nell’imporre la sua personalità.

    Alsan Karatsev
    Il “ciclone” russo dopo un 2021 straordinario, soprattutto nella prima parte dell’anno, nel 2022 si è come eclissato, perdendo quella furia e intensità che l’avevano issato tra i migliori 15 al mondo. Ha toccato a febbraio il proprio best (14), forte di un successo a Sydney nella sua “amata” Australia, poi si è perso per strada, inanellando una quindicina di tornei di fila con sconfitte al primo o secondo turno. Tanti errori non forzati, servizio meno stabile, quel tennista che ti travolgeva con una velocità di piedi pazzesca e colpi a tratti straordinari è rimasto un ricordo. Ha chiuso l’anno con sole 17 vittorie e 29 sconfitte, al n.59. Se perderà i 250 punti di Sydney a inizio 2023 con un pessimo risultato uscirà addirittura dai 100. Possibile che la sua pazzesca annata 2021 resti quella della classica meteora. Peccato, perché di tennis ne ha mostrato, e anche parecchio.

    Cristian Garin
    Il 26enne cileno è stato uno dei “gamberi” del 2022: iniziato l’anno da n.17 (il suo best ranking) ha chiuso la stagione al n.85. È stato pure sfortunato, poiché il suo miglior torneo è stato Wimbledon (quarti, battuto da Kyrgios), quindi non ha ottenuto i punti conquistati sul campo per la nota questione legata ai tennisti russi e la ritorsione dell’ATP contro i Championships. Ha giocato non al meglio sull’amato rosso, alternando qualche buona prestazione e momenti di vuoto. Si era pure preso qualche settimana di pausa perché totalmente deluso dal proprio livello di gioco. Non è un campione, ma un tennista solido, uno che devi battere. Nel 2022 sembra aver perso la convinzione nei propri mezzi.

    Ugo Humbert
    9 vittorie e 21 sconfitte, passando dal n.35 di inizio stagione all’attuale n.86. Questo il magrissimo bottino del mancino di Metz, che nell’anno dei suoi 24 aspettavamo a ben altri risultati dopo la buona crescita mostrata nella scorsa stagione. Ha un tennis complicato, leggero, non può prescindere dal miglior servizio e da tanta fiducia per rischiare le sue giocate. Pare proprio averla persa per strada, vista la brutta serie di sconfitte nelle quali è incappato. Fino a Wimbledon non aveva mai vinto due partite di fila… Proprio sui prati più nobili si è preso almeno la soddisfazione di battere Ruud. È rimasta la sua unica gioia fino a settembre, quando ha vinto al Challenger di Rennes, dove tuttavia il miglior avversario sconfitto era il n,150 al mondo (l’olandese Brouwer). Davvero una miseria per un tennista estaticamente delizioso e con un certo talento.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    World Tennis League: I risultati della prima giornata. Auger Aliassime batte Nick Kyrgios

    Nick Kyrgios nella foto – Foto GETTY IMAGES

    La World Tennis League, un evento di esibizione misto che si svolge negli Emirati Arabi Uniti e che vede la partecipazione di un team di lusso, è iniziata questo lunedì.Il primo incontro ha visto il confronto tra Kites e gli Eagles, con la vittoria della prima squadra dopo i tre incontri disputati: uno misto, uno femminile e uno maschile.
    Il primo, misto, è andato meglio per le Aquile: Nick Kyrgios e Bianca Andreescu hanno battuto Holger Rune e Eugenie Bouchard per 6-2, 6-3, ma subito dopo Iga Swiatek ha risposto in modo netto per i Kites, sconfiggendo Caroline Garcia per 6-3, 6-4.
    Nell’ultimo duello della giornata, forse il più atteso, Felix Auger-Aliassime non ha dato molte chance a Nick Kyrgios (che era lontano dal suo livello migliore) e ha trionfato per 7-5, 6-3.La classifica della World Tennis League è fatta dalla somma dei game vinti, quindi il risultato finale è stato 35-27 per i Kites.
    Domani torna il tennis con il duello tra le altre due squadre della World Tennis League: i Falcons (formati da Novak Djokovic, Grigor Dimitrov, Aryna Sabalenka e Paula Badosa) e gli Hawks (formati da Alexander Zverev, Dominic Thiem, Elena Rybakina e Anett Kontaveit).

    ESIBIZIONE World Tennis League (Emirati Arabi), cemento (al coperto)Kites (Wrl) – Eagles (Wrl) 35:27
    Auger-Aliassime F. (Can) – Kyrgios N. (Aus)Exhibit Exhibition World Tennis League Auger-Aliassime F.76 Kyrgios N.53 Vincitore: Auger-Aliassime F. ServizioSvolgimentoSet 2Kyrgios N. 15-0 30-0 30-15 30-30 30-405-3 → 6-3Auger-Aliassime F. 15-0 30-0 40-04-3 → 5-3Kyrgios N. 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-2 → 4-3Auger-Aliassime F. 15-0 30-0 30-15 40-153-2 → 4-2Kyrgios N. 0-15 15-15 15-30 15-40 30-402-2 → 3-2Auger-Aliassime F. 0-15 15-0 15-15 15-30 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2Kyrgios N.30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Auger-Aliassime F. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-400-1 → 1-1Kyrgios N. 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Auger-Aliassime F. 15-0 15-15 30-15 40-156-5 → 7-5Kyrgios N. 0-15 15-15 15-30 15-40 30-405-5 → 6-5Auger-Aliassime F. 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5Kyrgios N. 15-0 15-15 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-404-4 → 4-5Auger-Aliassime F. 15-0 30-0 40-0 40-153-4 → 4-4Kyrgios N. 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 3-4Auger-Aliassime F. 0-15 15-0 15-15 40-152-3 → 3-3Kyrgios N. 15-0 0-15 0-30 15-30 0-40 15-401-3 → 2-3Auger-Aliassime F. 15-0 30-0 40-00-3 → 1-3Kyrgios N. 15-0 30-0 40-00-2 → 0-3Auger-Aliassime F. 30-15 30-30 40-30 40-400-1 → 0-2Kyrgios N. 0-30 0-40 0-150-0 → 0-1

    Swiatek I. (Pol) – Garcia C. (Fra)Exhibit Exhibition World Tennis League Swiatek I.66 Garcia C.34 Vincitore: Swiatek I. ServizioSvolgimentoSet 2Swiatek I. 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4Garcia C. 15-0 30-0 15-15 30-15 40-405-3 → 5-4Swiatek I. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-404-3 → 5-3Garcia C. 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3Swiatek I. 0-15 15-15 30-15 40-153-2 → 4-2Garcia C. 15-0 30-0 40-03-1 → 3-2Swiatek I. 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1Garcia C. 15-0 0-15 15-15 15-30 30-30 15-401-1 → 2-1Swiatek I. 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Garcia C. 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Swiatek I. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-305-3 → 6-3Garcia C. 15-0 15-15 15-30 30-30 30-404-3 → 5-3Swiatek I.3-3 → 4-3Garcia C. 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-403-2 → 3-3Swiatek I. 15-0 30-0 40-0 40-152-2 → 3-2Garcia C. 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2Swiatek I.15-15 30-15 15-30 15-402-0 → 2-1Garcia C. 15-0 15-15 15-30 15-401-0 → 2-0Swiatek I.15-0 15-15 15-0 30-0 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0

    Rune H./Bouchard E. – Kyrgios N./Andreescu B. World Tennis League Rune / Bouchard23 Krygios / Andreescu66ServizioSvolgimentoSet 2ServizioSvolgimentoSet 1 LEGGI TUTTO

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    Ruud: “Il mio obiettivo più grande è provare a vincere un Grand Slam”

    Casper Ruud nella foto – Foto Sposito – Fit

    Casper Ruud è stato uno dei protagonisti del torneo esibizione di Abu Dhabi e ha mostrato ancora una volta buoni segnali, dopo aver concluso al terzo posto – ha battuto Carlos Alcaraz nella lotta per l’ultimo posto del podio.
    Il norvegese ha parlato e ha spiegato quanto sia stato difficile per lui adattarsi a causa delle partite di esibizione che ha giocato con Rafa Nadal in Sud America.
    “Il campo è un po’ diverso e ho fatto fatica ad abituarmi. Nelle ultime settimane ho giocato soprattutto al coperto, in particolare in Sud America, dove ho disputato partite di esibizione contro Rafa su campi sotto il tetto. Mi ci è voluto un po’ di tempo per abituarmi a questo clima, ma mi sento sempre meglio”, ha ammesso il numero tre del mondo.
    E in una domanda ormai tradizionale, Ruud preferirebbe un Grande Slam o essere il numero uno del mondo? “Vorrei vincere un Grande Slam, il trofeo è qualcosa che si può sempre conservare. Il numero uno è qualcosa che si può avere temporaneamente, ma non per sempre. Per me e per molti altri giocatori, l’obiettivo più grande è cercare di vincere un Grande Slam”. LEGGI TUTTO

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    Le pagelle 2022 degli italiani: Jannik Sinner

    Jannik Sinner

    Tracciare un bilancio della stagione 2022 di Jannik Sinner è esercizio complicato. Tanti, persino troppi i fattori da considerare, tra infortuni ripetuti, cambi di rotta repentini, partite esaltanti e altre deludenti. Lui stesso in alcune recenti interviste considera la sua annata in modo ambivalente: da un lato la frustrazione per i troppi problemi fisici e la necessità di darsi del tempo per le importanti scelte tecniche fatte con il nuovo percorso avviato; dall’altro aver “tenuto” in classifica e aver migliorato il proprio andamento medio negli Slam e Masters 1000 in mezzo a una discreta “tempesta” non è qualcosa da buttare.
    I numeri come sempre non dicono tutto ma aiutano a capire i fenomeni. L’importante è analizzarli in profondità. Infatti se ci fermiamo ai dati principali del 2022 di Jannik, troveremo elementi negativi rispetto al 2021, annata di enorme crescita per l’altoatesino. Sinner nella stagione appena terminata ha vinto 1 torneo (il 250 di Umag) contro i 4 del 2021 (il 500 Washington, i 250 di Melbourne 1, Sofia, Anversa, segnò un record assoluto per un italiano sul tour Pro). Aveva chiuso il 2021 al n.10 del mondo dopo aver giocato un ottimo Master entrando al posto di Berrettini; il ranking di fine 2022 dice n.15, miglior italiano appena prima di Matteo ma con un -5 e il sorpasso da parte di altri emergenti (Rune, Auger-Aliassime, e pure Fritz).
    Altri numeri tuttavia sono in assoluta controtendenza e ci raccontano che nel 2022 Sinner, nonostante troppe difficoltà fisiche, ha avuto un rendimento migliore, o almeno più solido, nei grandi appuntamenti. Ha giocato complessivamente meno tornei (19, contro i 26 del 2021) chiudendo con 47 vittorie e 16 sconfitte, quindi una percentuale positiva del 74,6%; nella scorsa stagione era al 69% di vittorie. Inoltre ha migliorato nettamente il proprio percorso negli Slam e nei Masters 1000. Quest’anno ha raggiunto i quarti agli Australian Open (nel 2021 perse subito), confermato gli ottavi a Roland Garros, ha giocato i quarti a Wimbledon dove è stato due set avanti contro Djokovic (nel 2021 aveva perso all’esordio), ha disputato i quarti agli US Open (nel 2021 si fermò agli ottavi), e che quarti contro Alcaraz. Nei 1000 eccetto Miami, dove aveva disputato la sua prima finale di categoria, nel 2022 ha migliorato ovunque il proprio percorso. È però mancato l’acuto, come Miami 2021.
    Ultima categoria di numeri, quelle delle prestazioni tecniche, ossia il rendimento dei colpi. Cresciuto il numero degli Ace e dei doppi falli, con un’efficacia della battuta ancora lontano dall’essere ottimale; eccellente la risposta, dove è complessivamente l’ottavo al mondo nel 2022; straordinaria la resa di Jannik “under pressure”, ossia la somma dei numeri nelle fasi decisive (palle break trasformate e salvate, tiebreak vinti e set decisivi conquistati), è il secondo miglior tennista in stagione, nel 2021 era undicesimo. La conferma di quanto la testa di Sinner sia forte nei momenti delicati. La somma dei numeri, quindi, non è proprio da buttare e la possiamo sintetizzare in una parola: consolidamento
    Eppure… se dovessimo racchiudere l’intera stagione di Jannik in match, la scelta sarebbe facile e obbligata: US Open, quarti di finale vs. Alcaraz. Il match dell’anno a detta di tutti, una partita indimenticabile, tanto bella quanto crudele. Se l’azzurro avesse messo in campo quella prima di servizio esterna sul match point che tanti punti gli ha procurato nella partita, beh, sarebbe stata semifinale vs. Tiafoe, una partita tutt’altro che impossibile, con la prospettiva di ritrovarsi per il titolo Ruud, non Djokovic o Nadal. Una partita giocata in modo pazzesco, fatta e condotta da Jannik. Una partita che l’ha segnato terribilmente, tanto che la sua stagione si è di fatto chiusa lì. Non è riuscito a confermare il titolo a Sofia e giocare il suo miglior tennis in autunno, colpa dei “soliti” problemi fisici. Tuttavia, per capire cosa sia successo a Jannik nel 2022 è necessario riavvolgere il nastro della sua annata e tornare a Melbourne.
    Dopo la straordinaria presenza alle Finals di Torino, Sinner si è presentato nel 2022 con un programma ben definito: giocare tanto e vincere continuando il solido percorso di crescita pluriennale impostato con il coach di una vita, Riccardo Piatti. Si ostentava sicurezza, c’era la ferma convinzione che le meraviglie di fine 2021 potessero sbocciare in altre grandi vittorie nel 2022. Il servizio migliorato, un tennis di pressione sempre più stabile e solido, con l’arma “nuova” di quel diritto cross stretto improvviso che ha tagliato le gambe ai migliori rivali. In realtà, sotto um mare apparentemente calmo, forse covava una tempesta di cui non c’eravamo accorti.
    Sul centrale di Melbourne Sinner gioca una partita orrenda contro Tsitsipas nei quarti di finale. Stefanos vola, serve da Dio e chiude col diritto ogni palla. Jannik non la vede mai. Quella sconfitta è un detonatore. Sinner probabilmente stava riflettendo da tempo su cosa volesse essere “da grande”, forse non era del tutto convinto del piano impostato dal team Piatti, cercava qualcosa di diverso dal proprio gioco. Si becca il Covid e dalla sua Monte Carlo in febbraio fa sapere di aver interrotto il primo rapporto con Piatti. Boom. Si allena con Simone Vagnozzi, che diventa il suo allenatore, affiancato poi in estate da Darren Cahill, uno dei coach più stimati al mondo, che ha sposato con grande fiducia il “progetto” Sinner.
    Questa svolta è il vero fatto dell’annata di Jannik, una scelta così grossa che era scontato portasse mesi complicati, di assestamento, di novità. Di dubbi. Difficile giudicarla non conoscendo a fondo le motivazioni di questa rivoluzione. Di sicuro Sinner ha messo mano pesantemente al suo gioco, cercando un tennis meno ancorato dalla pressione “a-la-Djokovic” da fondo, spostando più in avanti il suo baricentro. Meno colpi prima di cercare l’affondo, meno tennis percentuale e più brillantezza. Solo il futuro ci dirà se questa sia stata la decisione giusta. È la sua carriera, la visione di se stesso e della sua vita. Evidentemente Jannik non era contento di quel che stava producendo, si è preso l’enorme rischio di cercare una via diversa. In alcune interviste aveva dichiarato di sognare un tennis più “divertente” e imprevedibile. Il futuro ci dirà se è stata la scelta giusta o meno, tutti ci auguriamo di sì. L’unica nota che mi permetto di scrivere, è che forse aspettare ancora un anno per “svoltare” sarebbe stata una scelta più prudente, per un fatto molto elementare: la seconda parte del 2021 aveva dimostrato che le novità e affinamenti introdotti con Piatti stavano funzionando benissimo (servizio, schemi nuovi, intensità). Dare a questo gioco ancora un anno per consolidarsi, e anche al fisico di formarsi di più, averebbe forse tutelato maggiormente il suo corpo dai troppi problemi sofferti, e avrebbe consolidato anche automatismi tecnici che nel corso del 2022 ha invece rivoltato. La sua incredibile elasticità innata e il suo senso geometrico per il campo erano esaltati dal “Sinner-a-la-Piatti”, era la scelta più efficiente per massimizzarne le abilità. Tutto è stato rimesso in discussione.
    Infatti molte sue sconfitte nel 2022 sono venute soprattutto per difficoltà fisiche, per scelte di gioco non efficaci (palle corte, discese a rete con tempo errato e posizione rivedibile, affondi affrettati e poca pazienza nel lavorare lo scambio col rovescio, poca efficacia al servizio con un movimento di nuovo cambiato) e per la mancanza di sicurezza nei “nuovi” automatismi. Vedremo che accadrà nel 2023. Lui nelle ultime interviste si è detto convinto di star lavorando molto bene sul proprio fisico. “Il gioco ce l’ho, la testa ce l’ho, ora devo mettere a punto la parte atletica per arrivare dove voglio”, questo il sunto del suo pensiero. Tutto giusto, anche se sul piano squisitamente tecnico del gioco, questa svolta ha portato finora più dubbi che certezze. Probabilmente in allenamento sente progressi importanti che necessitano solo di tempo per esplodere in colpi più incisivi e vincenti. Quando si mette mano pesantemente al gioco, serve tempo e pazienza. Un esempio: il Djokovic di fine 2009 e 2010, cambiò il diritto e il servizio, vivendo un’annata così così. Tutti sappiamo che è successo nel 2011…
    Come dicevamo all’inizio, il 2022 di Jannik ha visto troppe cose, troppi problemi fisici, troppa complessità per dargli risultati eccezionali, quelli che tutti noi sogniamo e gli auguriamo per il 2023. E poi, se mai a NY quel “maledetto” match point l’avesse chiuso, sarebbe stata prima semifinale Slam, forse prima finale, o addirittura primo Slam… e oggi staremmo stilando tutt’altro bilancio. Non dimentichiamoci mai che il tennis resta sempre uno sport di situazione, nel quale le sliding doors sono lì ad aspettarti ogni settimana. Auguriamo a Jannik di aver preso quella giusta, di lavorare in modo eccellente sul proprio corpo per giocare un 2023 sano e competitivo, facendo esplodere il suo talento fisico e tecnico in prestazioni da campione. Come a US Open. Come nei primi due set contro Djokovic a Wimbledon. Quello è il Sinner che ci esalta e ci piace.
    Voto al 2022 di Jannik Sinner: 6
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO