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    Altri sei giocatori squalificati per la partecipazione all’AIBVC Cup di Bellaria

    Di Redazione
    Continua la pioggia di squalifiche per i beacher che hanno partecipato in settembre all’AIBVC Cup di Bellaria, torneo non autorizzato dalla Fipav. Dopo la prima tornata di sentenze, tra le quali anche quella ai danni dell’ex campionessa d’Italia Jessica Allegretti, il Tribunale Federale oggi ha sanzionato altri 6 tesserati, portando a 12 il totale degli atleti colpiti. Ma sono molti di più i giocatori che rischiano la squalifica, considerando anche che l’attività dell’AIBVC è proseguita con altri tornei dopo la tappa di apertura.
    Tutti gli atleti sono stati puniti con tre mesi di sospensione da ogni attività: si tratta di Sara Bonfatti, Matteo Bellomo, Roberto Nitoglia, Alessio Cerretini, Roberto Marrocco e Tommaso Galanti. Particolarmente interessanti gli ultimi due casi, in cui gli atleti hanno dichiarato di non aver appositamente rinnovato il tesseramento con le proprie società, scaduto il 31 agosto, per non incorrere in squalifiche. Il giudice ha però ritenuto che “in attesa del rinnovo, il tesserato rimanga associato alla Federazione, in attesa della conferma di essere inquadrato con il rinnovo per un nuovo sodalizio. In tale periodo, l’atleta deve pertanto attenersi a quanto previsto dai regolamenti ed è soggetto al potere disciplinare della Federazione“.
    (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Pioggia di squalifiche per l’AIBVC Cup: sanzionata anche Jessica Allegretti

    Foto Facebook Jessica Allegretti

    Di Redazione
    Un “regalo di Natale” non certo gradito, ma nemmeno inaspettato, per molti beacher italiani: il Tribunale Federale della Fipav ha sanzionato ieri con pesanti squalifiche diversi giocatori che hanno partecipato alla AIBVC Cup di Bellaria, il torneo organizzato il 5 e 6 settembre dalla neonata Associazione Italiana Beach Volley Club. Pochi giorni dopo lo svolgimento della manifestazione, la Federazione aveva preannunciato le sanzioni per i tesserati che vi avevano preso parte, e successivamente aveva diffidato l’associazione chiedendo l’interruzione immediata dell’attività (che invece è proseguita come da programma, aprendo la strada a ulteriori contenziosi).
    Tra i beacher sanzionati c’è anche un nome di prestigio come quello di Jessica Allegretti, campionessa d’Italia nel 2019 in coppia con Giulia Toti. La giocatrice romana è stata sospesa dall’attività per tre mesi come tutti gli altri tesserati coinvolti: Antonio Pecoraro, Massimiliano Mariani, Paolo Cantarella, Adriano Caccin e Stefano Arnaldi. Per tutti la motivazione è la stessa: “aver partecipato a un torneo non organizzato né autorizzato dalla Fipav“, violando così le norme dello Statuto federale e quelle del Manuale di Beach Volley.
    Particolarmente approfondita la motivazione della sentenza ai danni di Allegretti, che in risposta alle eccezioni poste dalla difesa della giocatrice argomenta tra l’altro: “Le Federazioni sportive non seguono un ‘mercato’ ove vigono i principi come quello della libera concorrenza. Chiunque può organizzare tornei di pallavolo senza dover nulla richiedere alla Federazione. Sono invece i tesserati che, scegliendo liberamente di effettuare la disciplina sportiva con la Fipav, ne accettano le norme e si impegnano a non esercitare la stessa attività con qualsiasi altro soggetto. È per questo motivo che, prima di effettuare la prestazione sportiva, debbono sincerarsi che il soggetto organizzatore sia autorizzato dalla Fipav“.
    (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    VolleyFriends si appella al principio dell’autonomia sportiva: “Lasciate decidere i genitori”

    Di Redazione
    Dopo la decisione della Fipav, per cui tutta l’attività della serie C e del settore giovanile è sospesa fino al 15 gennaio, sono numerose le richieste di revisione e i pareri contrari, avanzate dalle società e dai genitori – come nel caso della lettera scritta da Vanessa Piampiani, dirigente della Pallavolo Casciavola e mamma di un’atleta – nei confronti del Ministro Spadafora, del Coni e della Fipav stessa.
    Anche il VolleyFriends Roma si unisce a questo coro, attraverso il pensiero del dott. Camillo Lupoli, allenatore e psicologo dello sport:
    “Da mesi tutto il movimento sportivo dilettantistico ha affrontato l’emergenza Covid mettendosi profondamente in discussione sul piano organizzativo. Per rispettare le direttive imposte dai DPCM e dai preposti organi sanitari, sono state messe in campo grandi risorse economiche e umane. Ma il Covid sta cambiando profondamente le “regole del gioco”, anche per ciò che riguarda la pratica dell’attività sportiva e le modalità di stare in palestra. Basti pensare che da circa 8 mesi non si svolgono gare ufficiali”.
    Continua Lupoli: “Le motivazioni alla pratica sportiva sono meno legate a finalità agonistiche, e si stanno facendo largo bisogni che una volta consideravamo secondari (anche se non sono mai stati tali). Gioco, movimento, socializzazione, contato interpersonale, sono espressione delle nuove esigenze alle quali le società sportive (più di prima) devono rispondere. Bisogni che sono le fondamenta del sano sviluppo psicofisico dei nostri giovani. La palestra ancor più di prima, è l’espressione di uno spazio in cui le nuove generazioni stanno sperimentando e costruendo nuove forme di resilienza. Un luogo protetto, capace di coesistere col virus, che al tempo stesso permette di mantenere la continuità con le esperienze di relazione sociale pre-covid”.
    “Tutto questo non deve essere reso vano da una decisione inattesa ed inspiegabile che lascia spazio a tante interpretazioni, nessuna delle quali giustificabili. La chiusura dell’attività sportiva giovanile avrà gravi ripercussioni. Molti ragazzi abbandoneranno e le società sportive si troveranno nei prossimi anni a dover affrontare grandi problemi di programmazione per le annualità che in questo momento sono maggiormente colpite da questa emergenza. Sarà un danno grandissimo per l’intero movimento sportivo a tutti i livelli. Ma i risvolti che questa decisione può avere sullo sviluppo psichico, fisico ed evolutivo delle nostre giovani atlete è ancora più preoccupante”.
    Per tutto questo, ed altro ancora, Volley Friends Roma richiama all’obbligo, se pur nel rispetto delle regole emanate dal Governo, di insistere affinché la pratica sportiva possa continuare ad essere svolta. È da denunciare l’insensibilità delle istituzioni – dichiara la società – e bisogna invitare tutti ad alzare la voce, affinché diventi un coro di protesta. Non si può permettere a logiche che non appartengono ai genitori di avere il sopravvento sulla salute dei propri figli. Nessuno più di una società può conoscere la realtà genuina e responsabile dei contesti sportivi nei quali i giovani svolgono l’attività.
    “Che venga lasciata ai genitori la possibilità di compiere una scelta responsabile, perché uno Stato fondato sul Diritto è uno stato che si fida della responsabilità e del senso civico dei suoi cittadini. Chiediamo al CONI, nel rispetto dell’Art. 4 del suo statuto, di far valere e richiamarsi al “principio dell’autonomia sportiva”, assumendosi le responsabilità delle proprie decisioni”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La Fipav scrive al Governo: “Senza un chiarimento riprenderemo gli allenamenti”

    Di Redazione
    Continua la polemica – per il momento a senso unico – tra Federazione Italiana Pallavolo e Coni sulla sospensione degli allenamenti di tutte le categorie, escluse Serie A e B, in vigore dallo scorso 5 dicembre per decisione della stessa Fipav. Il presidente federale Bruno Cattaneo, che pochi giorni fa aveva scritto a Giovanni Malagò invitandolo a “vigilare” sull’applicazione delle norme, oggi indirizza una nuova missiva al numero uno del Coni e contemporaneamente si rivolge anche a Giuseppe Pierro, capo del Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio.
    “Abbiamo appreso attraverso il sito del CONI – scrive Cattaneo nella lettera al rappresentante del Governo – che (…) sono state pubblicate le indicazioni degli Enti di Promozione Sportiva, che con grande ‘disinvoltura’ hanno conferito tale titolo ad attività prettamente promozionali e amatoriali. Siamo, quindi, al paradosso più totale, in cui i campionati federali che assegnano i titoli di campione d’Italia, regionale e territoriale, assoluti e giovanili, si trovano oggi fermi per il grande senso di responsabilità – percepito talvolta come ‘tradimento’ dai propri movimenti di riferimento, di grandi Federazioni nazionali (…) mentre attività prettamente amatoriali e promozionali, di cui non si nega l’importanza da un punto di vista sociale, vengono inglobate in generici concetti di ‘agonismo’ e ‘carattere nazionale’, allegando calendari generici e non dettagliati, potendo di fatto svolgere tutte le attività, siano esse di allenamento o di gara“.
    “Tale situazione – aggiunge il presidente federale – non è più accettabile sia da un punto di vista del rischio per la salute pubblica, valore che l’ultimo DPCM sembrava voler preservare richiedendo a tutti un atto di responsabilità (…), sia dal punto di vista del danno per tutto il movimento pallavolistico, che chiede e a cui devo e dobbiamo, insieme al Consiglio Federale, dare delle spiegazioni“.
    A questa disamina, la lettera fa seguire un avvertimento: “Mi trovo costretto a comunicarle che, laddove non giunga in tempi brevi da questa mia nota una risposta di chiarimento volta a definire in modo dettagliato l’interpretazione da dare al DPCM 3 dicembre 2020 per la parte relativa alle ‘attività di preminente interesse nazionale’, con l’inizio della prossima settimana adegueremo anche la posizione della Federazione Italiana Pallavolo a quella degli altri enti, tornando a considerare anche le attività definite ‘di interesse nazionale’ dal nostro regolamento gare come ‘di preminente interesse nazionale’, con la conseguente possibilità di svolgimento degli allenamenti e la riprogrammazione dei calendari dei campionati“.
    Entrambe le lettere (il cui testo completo è consultabile online) si concludono con la conferma che “con il Consiglio Federale intendiamo attivare in tutte le sedi opportune azioni volte a difendere gli interessi delle società affiliate alla Fipav“.
    Da una parte, dunque, la Fipav chiede chiarimenti su un decreto che solo due giorni fa definiva “un chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione delle attività sportive“, e sul quale peraltro il Dipartimento dello Sport si era già espresso nelle proprie FAQ, specificando che “il testo del DPCM non presenta sostanziali differenze dal precedente, confermando quanto già definito” anche riguardo alle attività di interesse nazionale. Dall’altra, il presidente della Federazione prima dipinge uno scenario di rischio “non più accettabile” per la salute pubblica (riferendosi alle attività altrui) e poi, a distanza di appena poche righe, prefigura lui stesso la generale riapertura delle palestre utilizzandola come “arma” per sollecitare l’intervento di Governo e Coni: una presa di posizione che appare quantomeno singolare…
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Dall’apertura alla chiusura totale: l’universo parallelo della Fipav

    Di Redazione
    Adorata da scrittori di fantascienza e filosofi, la teoria degli universi paralleli non è ancora completamente dimostrata da un punto di vista scientifico, ma in alcuni casi sembra essere l’unica via per interpretare fenomeni altrimenti inspiegabili.
    Potrebbe essere il caso della lettera inviata oggi dal presidente della Fipav Bruno Cattaneo, che chiede al suo omologo del Coni, Giovanni Malagò, di far rispettare con rigidità l’ultimo DPCM che impone lo stop a tutte le attività sportive non considerate “di preminente interesse nazionale“: un decreto in seguito al quale la stessa Federazione Italiana Pallavolo ha disposto lo stop agli allenamenti di tutte le categorie con l’esclusione di Serie A e Serie B (decisione non del tutto condivisa nemmeno internamente, come dimostra ad esempio la dura presa di posizione del Comitato Regionale del Lazio).
    Nella sua missiva, Cattaneo denuncia quella che definisce “una situazione non più sostenibile (…) che vede da una parte un chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione delle attività sportiva, e dall’altra l’allegra corsa a dichiarare come di preminente interesse nazionale attività che sono e rimangono di carattere puramente promozionale“. Il presidente della Fipav rivendica quindi la decisione presa “con grande senso di responsabilità” dal suo Consiglio, che avrebbe “interpretato letteralmente quanto da voi richiesto, andando a restringere in modo sensibile tutta la nostra attività e dichiarando di preminente interesse nazionale i soli campionati di Serie A e B (…), attività che riguarda solo 400 delle nostre 4000 società“. Con grande “disappunto del movimento“, ovviamente.
    Il bersaglio di Cattaneo è presto chiaro: “Non posso accettare di vedere come da parte degli Enti di Promozione Sportiva si continui con grande disinvoltura a dichiarare come di preminente interesse nazionale tutta una serie di attività che non possono che avere un carattere promozionale, e comunque mai di primario interesse rispetto alle discipline sportive stesse“. Riferimento piuttosto trasparente a enti come, per esempio, l’UISP, che tramite i propri Comitati locali ha ribadito che le sue attività continueranno a svolgersi regolarmente poiché il nuovo DPCM “non presenta in materia di sport sostanziali differenze dal precedente“.
    E da qui deriva la preghiera a Malagò di “voler esercitare con grande attenzione e determinazione quella attività di vigilanza che il DPCM stesso assegna al Coni, evitando che questa situazione possa degenerare in una corsa all’ultimo tesseramento, creando ulteriori sofferenze a un sistema che è già messo duramente alla prova“.
    Tutto chiaro e, forse, anche coerente. Se non fosse che fino a 4 giorni fa la Federazione Italiana Pallavolo considerava “di interesse nazionale” quasi tutte le categorie, tra cui la Serie C e i campionati giovanili fino all’Under 13, facendosi forte di un Regolamento Gare da lei stessa promulgato, e permettendone di conseguenza l’attività. In questo modo fin da ottobre, in una situazione epidemiologica e sanitaria ben diversa da quella di oggi, migliaia di atleti su tutto il territorio nazionale – “zone rosse” comprese – avevano avuto, almeno in teoria, la possibilità di continuare ad allenarsi.
    All’epoca evidentemente la Fipav non aveva ritenuto di dover fare proprio “il chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione dell’attività sportiva” presente nel testo dei precedenti DPCM, che pure era identico a quello della norma attualmente in vigore, con la sola eccezione della parola “preminente“. Né aveva considerato la possibile contraddizione tra lo spirito di un provvedimento che invitava i cittadini a uscire di casa il meno possibile e la possibilità di recarsi tutti i giorni in palestra, anche in comuni differenti dal proprio. E allo stesso modo era sicuramente passato inosservato il dettaglio che bastasse tesserarsi alla Federazione per ottenere il via libera agli allenamenti di Beach Volley, dal momento che tutti i tesserati sono potenziali partecipanti ai campionati nazionali.
    L’intervento del Coni, con una circolare datata 4 dicembre che richiama la Delibera numero 371 del 17 novembre (quando la maggior parte delle attività della Fipav erano permesse), ha ribadito però il riconoscimento di “preminente interesse nazionale” alle sole manifestazioni calendarizzate entro il 31 gennaio (requisito di cui non possono avvalersi la Serie C e i campionati Under), e la Fipav è stata costretta a fare marcia indietro.
    A questo punto, forse, la Federazione dovrebbe spiegare dal suo punto di vista quale sia stato il cambiamento così radicale da giustificare una repentina inversione di tendenza rispetto alle proprie certezze del passato appena più recente. E, di conseguenza, una contestazione esplicita ad altri che, a torto o ragione, ora si avvalgono degli stessi principi. In altre parole, perché la stessa Fipav che fino a ieri riteneva possibile una larga apertura oggi, anziché ribadire e difendere il proprio punto di vista, si preoccupa che siano gli altri a chiudere?
    Forse c’è qualche passaggio che ci sfugge. O forse, come dicevamo all’inizio, tutto quanto abbiamo raccontato si è svolto in un universo parallelo, spiegazione che sarebbe decisamente più logica e razionale… LEGGI TUTTO

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    La strada per l’Oro: in un podcast il percorso azzurro verso i Mondiali 1990

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Di Redazione
    Il trentesimo anniversario della storica vittoria azzurra ai Mondiali 1990 è stato ormai celebrato in ogni modo possibile… o forse no: per completare il quadro mancava ancora il punto di vista di chi ha preparato il terreno per quel successo, indirizzando la nazionale lungo il percorso che ha portato dalla favola del “Gabbiano d’Argento” del 1978 fino alla Generazione di Fenomeni.
    A colmare la lacuna ci pensa “La strada per l’Oro“, podcast realizzato dalla Federazione Italiana Pallavolo che da domani, una volta alla settimana metterà a disposizione le testimonianze dei protagonisti del processo di selezione e formazione della nazionale maschile che a Rio de Janeiro conquistò la prima medaglia d’oro della storia della pallavolo italiana. Allenatori, dirigenti, membri dello staff racconteranno così i sogni, i sacrifici, i momenti che aprirono la strada a quel successo.
    La prima puntata, venerdì 4 dicembre, sarà dedicata a Carmelo Pittera, che racconterà il prologo del Gabbiano d’Argento e le sofferte scelte di cambiamento adottate all’indomani di quel secondo posto mondiale. Il promo del podcast è disponibile online.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Fipav, Cattaneo scrive a Spadafora su vincolo e lavoro sportivo

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Di Redazione
    A pochi giorni dall’approvazione dei cinque decreti che costituiscono la riforma dello sport, il presidente federale Bruno Cattaneo scrive nuovamente al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, offrendo la sua disponibilità per un confronto in particolare su due delle tematiche più “calde”: l’abolizione del vincolo sportivo e la nuova regolamentazione del lavoro sportivo.
    “L’abolizione del vincolo – scrive Cattaneo – metterebbe a rischio l’attività di migliaia di società, soprattutto quelle che fanno prevalentemente attività giovanile e che quotidianamente operano con impegno e passione sull’intero territorio nazionale. Il vincolo, infatti, rappresenta l’unica forma di tutela per il lavoro svolto dalle nostre affiliate, che abbiamo il dovere di proteggere e sostenere. (…) Le nostre migliaia di società, i nostri rappresentanti sul territorio ci chiedono a gran voce di portare alla Sua attenzione le grandi difficoltà che potrebbero incontrare nel caso in cui si andasse in questa direzione. Gli sport non professionistici come il nostro devono necessariamente far sì che una società che investe sui giovani possa avere delle garanzie e tutele, soprattutto in un momento storico come questo“.
    Anche sulla riforma del lavoro sportivo il numero uno della Federazione Italiana Pallavolo manifesta le sue perplessità: “Una scelta di questo tipo si tradurrebbe in un aggravio di tipo gestionale ed economico per le nostre società, che si troverebbero ad affrontare ulteriori problematiche rispetto a quelle che già hanno. Una tale decisione imporrebbe ai nostri tesserati di adottare delle strutture che non sarebbero in grado di sostenere, non certo per incapacità gestionale, ma perché prevederebbero dei costi assolutamente insostenibili per la quasi totalità di essi“.
    “Comprendo perfettamente – prosegue Cattaneo – e apprezzo molto lo sforzo che sta compiendo in questa fase (…), ma sarà d’accordo con me quando affermo che sarà necessario lavorare anche sui concetti di professionismo e dilettantismo. Da una parte, infatti, probabilmente – e uso un eufemismo – la legge 23 marzo 1981, n.91, è ormai obsoleta e inadeguata; dall’altra è ormai necessaria un’approfondita revisione del dilettantismo che comprenda anche l’emanazione di una legge a riguardo“.
    “Il mondo sportivo, così come la società civile nella quale viviamo – è la conclusione del presidente federale – è in continua evoluzione ed è nostro dovere fare di tutto per far sì che coloro che dedicano la loro vita a una qualsiasi disciplina possano farlo nel miglior modo possibile, contribuendo al progresso dell’intero sistema nazionale“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO