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    F1, Binotto: “La differenza con gli altri si sta assottigliando”

    ROMA – Mattia Binotto ha parlato dopo il Gran Premio del Brasile, gara valevole per la diciannovesima tappa del Mondiale 2021 di Formula 1. Il team principal della Ferrari, ai microfoni di Sky Sport, si è detto ottimista in vista della prossima stagione, evidenziando gli ottimi progressi della macchina negli ultimi mesi: “Il motore non è ancora a livello di Mercedes e Honda, anche se ha recuperato parte del gap. La differenza si sta assottigliando sempre di più. Sapere quanto stiamo spingendo mi fa ben sperare per un 2022 in cui potremo essere competitivi contro gli altri a tutti gli effetti. Ma lo sapremo solo l’anno prossimo”.
    Sulla lotta Hamilton-Verstappen
    “Il cambio di motore di Hamilton? Onestamente non penso che sia un tema di power unit – ha aggiunto Binotto -. Da una pista all’altra una vettura si può adattare meglio. In Messico Red Bull aveva un vantaggio, qui lo ha avuto la Mercedes. Lo si vede anche dalla prestazione di Bottas, che non ha cambiato motore. Oggi la differenza tra i due è piccola. Conterà molto come si adatteranno le vetture ai prossimi GP, di cui due sono incognita per tutti”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Binotto: “Nel 2022 saremo competitivi”

    ROMA – “Il motore non è ancora a livello di Mercedes e Honda, anche se ha recuperato parte del gap. La differenza si sta assottigliando sempre di più. Sapere quanto stiamo spingendo mi fa ben sperare per un 2022 in cui potremo essere competitivi contro gli altri a tutti gli effetti. Ma lo sapremo solo l’anno prossimo”. Queste le parole di Mattia Binotto dopo il Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il team principal della Ferrari, ai microfoni di Sky Sport, si è detto ottimista in vista della prossima stagione, evidenziando gli ottimi progressi della macchina negli ultimi mesi.
    Sul cambio motore di Hamilton
    “Il cambio di motore di Hamilton? Onestamente non penso che sia un tema di power unit – ha aggiunto Binotto -. Da una pista all’altra una vettura si può adattare meglio. In Messico Red Bull aveva un vantaggio, qui lo ha avuto la Mercedes. Lo si vede anche dalla prestazione di Bottas, che non ha cambiato motore. Oggi la differenza tra i due è piccola. Conterà molto come si adatteranno le vetture ai prossimi GP, di cui due sono incognita per tutti”. LEGGI TUTTO

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    F1, Horner: “Hamilton era 30 km/h più veloce di Verstappen”

    SAN PAOLO – “Con quel nuovo motore la velocità in rettilineo è piuttosto impressionante,e Max non poteva fare più di tanto per difendersi, non c’era partita. Lui ha resistito duramente, ma oggi non ha avuto alcuna possibilità”. Queste le parole di Christian Horner dopo il Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento stagionale della Formula 1. A Interlagos è arrivata una vittoria netta di Lewis Hamilton e della Mercedes, al termine di una rimonta incredibile merito anche di una macchina molto più veloce della Red Bull. Di questo ha parlato il team principal della scuderia di Milton Keynes, che ha evidenziato la potenza della monoposto rivale: “Ci fidiamo del lavoro e delle indagini della FIA, e non protesteremo per questa gara. Tuttavia, è importante capire da dove viene la velocità. Dispongono di un nuovo motore e di livelli di deportanza pari a quelli di Monaco. Quando ha superato Max era 30km/h più veloce. Quindi, c’è qualcosa che dobbiamo comunque capire”.
    Le parole di Marko
    Anche Helmut Marko, consigliere della Red Bull, ha parlato dopo la gara di Interlagos: “Non abbiamo visto un motore come quello della Mercedes negli ultimi anni, per quanto possa ricordare, la Mercedes ha fatto un capolavoro per mettere in pista un tale razzo in questa fase cruciale del Mondiale – ha detto ai microfoni di “ORF” -. Hamilton ha vinto sui rettilinei, mentre Max era in media di due o tre decimi più veloce nel settore centrale. Ha rischiato tutto, ha dovuto guidare al limite. Ovviamente questo ha influito anche sulle gomme. Ma era l’unico modo per non farsi prendere sui rettilinei. Se riusciranno a mantenere le prestazioni del motore fino all’ultima gara, non sarà una buona notizia per noi”. LEGGI TUTTO

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    F1, Mekies: “Gran lavoro di Sainz, la difesa su Perez è stata fantastica”

    SAN PAOLO – La Ferrari punta a lottare per la top-5 nel diciannovesimo appuntamento stagionale in Brasile. A far sorridere maggiormente la scuderia di Maranello è stato senza dubbio Carlos Sainz, che proprio a Interlagos conquistò il suo primo podio della carriera. Lo spagnolo si è messo terzo nella gara sprint: “Bilancio tutto sommato discreto di questa Sprint Qualifying, che ci vede conquistare un punto iridato utile a rafforzare il terzo posto – commenta Laurent Mekies -. Ottima la prova di Carlos, incisivo in attacco nel primo giro e fantastico in difesa nel lungo duello con Perez, durato praticamente 20 giri. Essersi tenuto dietro una Red Bull che aveva il vantaggio del DRS e di una mescola teoricamente più efficace sulla distanza è merito del gran lavoro fatto dal pilota e anche dei progressi fatti sulla vettura, in particolare da quando abbiamo introdotto il nuovo sistema ibrido”.
    Sulla gara sprint di Leclerc
    Il responsabile delle operazioni in pista della Ferrari si è poi soffermato sulla qualifica sprint di Leclerc (settimo): “Con Charles avevamo scelto di partire con le medie. È scattato anch’egli molto bene ma poi non si è trovato perfettamente a suo agio con la vettura e ha perduto una posizione rispetto a quella occupata in griglia (recuperata domani grazie alle penalizzazioni altrui). Sta a noi cercare adesso di migliorare la macchina per permettergli di esprimere tutto il suo potenziale. Ci attende una corsa molto impegnativa ma la base di partenza è solida, sia come livello di prestazione complessiva della squadra e dei piloti sia per le posizioni sulla griglia. Abbiamo un obiettivo ben chiaro per questo finale di stagione e daremo il massimo per ottenerlo”, conclude.  LEGGI TUTTO

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    F1, Mekies elogia Sainz: “Fantastica la difesa su Perez”

    SAN PAOLO – La Ferrari ci prova in Brasile e punta a lottare per la top-5 nel diciannovesimo appuntamento stagionale. A far sorridere maggiormente la scuderia di Maranello è stato senza dubbio Carlos Sainz, che proprio a Interlagos conquistò il suo primo podio della carriera. Lo spagnolo si è messo terzo nella gara sprint: “Bilancio tutto sommato discreto di questa Sprint Qualifying, che ci vede conquistare un punto iridato utile a rafforzare il terzo posto – commenta Laurent Mekies -. Ottima la prova di Carlos, incisivo in attacco nel primo giro e fantastico in difesa nel lungo duello con Perez, durato praticamente 20 giri. Essersi tenuto dietro una Red Bull che aveva il vantaggio del DRS e di una mescola teoricamente più efficace sulla distanza è merito del gran lavoro fatto dal pilota e anche dei progressi fatti sulla vettura, in particolare da quando abbiamo introdotto il nuovo sistema ibrido”.
    Mekies parla di Leclerc
    Il responsabile delle operazioni in pista della Ferrari si è poi soffermato sulla qualifica sprint di Leclerc (settimo): “Con Charles avevamo scelto di partire con le medie. È scattato anch’egli molto bene ma poi non si è trovato perfettamente a suo agio con la vettura e ha perduto una posizione rispetto a quella occupata in griglia (recuperata domani grazie alle penalizzazioni altrui). Sta a noi cercare adesso di migliorare la macchina per permettergli di esprimere tutto il suo potenziale. Ci attende una corsa molto impegnativa ma la base di partenza è solida, sia come livello di prestazione complessiva della squadra e dei piloti sia per le posizioni sulla griglia. Abbiamo un obiettivo ben chiaro per questo finale di stagione e daremo il massimo per ottenerlo”, conclude.  LEGGI TUTTO

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    Montezemolo: “Schumacher un vero uomo squadra. La Superlega? Si va in quella direzione”

    «Mi piace sempre guardare avanti…». L’uomo che s’è inventato un treno dal nulla e ne ha visti di pazzi sfrecciare, ama i grandi spazi e l’idea che la vita non si debba fermare più di tanto nelle stazioni polverose e anche un po’ spettrali dei ricordi, anche se lui ne ha una marea di cose da ricordare. Magnifiche e tristi, nella stessa enorme pentola. Nel suo ufficio romano, una strada esclusiva nel cuore dei Parioli, tiene alle spalle il poster a tutta parete del deserto dell’Arizona, da Paris Texas, il film di Wim Wenders. Una fonte d’ispirazione oltre che un toccasana per claustrofobici iperattivi della sua fatta. Manca solo la chitarra evocativa di Ry Cooder, ma il tema è quello. La fuga in avanti come conquista ma anche dissolvenza, esplorazione e perdizione. Viene al mondo, Luca di Montezemolo, quando gli italiani gemono per Fausto Coppi e le italiane sospirano sulle pagine di “Bolero”. Aristocratico d’estrazione e passionale di natura, l’enfant non sarà più così prodigioso, ma resta, a 74 anni, più che mai acceso dentro, più enfant che mai, grazie anche alla compagnia del suo migliore amico, Lupo, 11 anni, il più giovane dei cinque figli. Sfrenato almeno quanto il padre, anche se il piccolo, per ora, preferisce le quattro zampe dei cavalli alle quattro ruote dei bolidi. S i è svegliato di ottimo umore l’uomo che, giusto trent’anni fa, diventava il capo assoluto di una Ferrari ai minimi e rachitici storici della sua gloria. Ha voglia di svago, di parlare della Rossa, ma anche di pallone, di ciclismo, di donne, di tutto. Dei tanti fantasmi che sgomitano nella testa e nelle foto alle pareti del suo ufficio. L’Avvocato su tutti, di cui era il prediletto, Enzo Ferrari, Lauda, Schumacher. Struggente e celebre la foto di lui, Michael e Todt in parrucca rossa e sigari che festeggiano da fuori di testa la vittoria del 2000, e poi Cassius Clay, Ratzinger, Ciampi, Napolitano, John Kennedy, Gino Paoli, Lucio Dalla. R acconta Montezemolo. Gli occhi che si bagnano quando rievoca l’addio a Maranello davanti a tutta la sua gente. Scaramantico vero, ogni tanto gli scattano le corna, come il braccio meccanico del dottor Stranamore. Ci vediamo con il sole e ci salutiamo, due ore dopo, sotto un acquazzone tropicale. Nel frattempo, ha recitato a memoria la formazione del Bologna tricolore di Bernardini e cantato le canzoni di Gino Paoli. Piovono memorie sparse. L’unica volta che salì sul podio, quella volta a Shanghai, la prima in Cina, e si ritrovò sotto la doccia con Barrichello. Del presidente Ciampi al volante della Ferrari, tre all’ora, sotto gli occhi della moglie Franca, che quasi sviene dallo spavento. E quella volta che Schroeder, allora cancelliere, gli disse: « Strana questa Ferrari, vince con tecnologia italiana e umanità tedesca » .

    « Come dormo? Benissimo. Le dico di più, se dormo meno di sette ore sto male…Mi è capitato due o tre volte in cui sono stato le ore di notte a guardare il soffitto » .

    Parliamone.

    «Quando arrivai da presidente alla Ferrari, il 15 novembre del ‘91. Uno dei momenti più difficili della mia vita » .

    Ansia da prestazione?

    « Da liquidazione, più che altro. Non dico che arrivai al punto di pensare di dover fare il liquidatore della Ferrari, ma certo non immaginavo di trovare un’azienda in quelle condizioni. Il New York Times pubblicò un articolo sulla Ferrari entrata in cassa integrazione. L’ultimo mondiale vinto era del ’79 e non si vendevano le macchine. Le vetture di serie erano rimaste indietro a livello di innovazione » .

    Le altre notti insonni?

    « Quando mi fu chiesto di fare il presidente della Fiat. Il giorno prima ero stato eletto presidente della Confindustria. Altra situazione drammatica. Me la ricordo come fosse oggi. La Fiat era nelle mani delle banche. Prima la morte di Gianni poi, 16 mesi dopo, quella di Umberto. La famiglia Agnelli mi chiese in modo pressante di accettare: “Non puoi dirci di no” » .

    […]

    118 GP vinti, 14 titoli mondiali tra piloti e costruttori, cui aggiungere i 5 da direttore sportivo. 11 titoli consecutivi dal ’99 al 2004. I momenti difficili?

    « Tanti. Trovai un’azienda in cui, ogni due minuti, mi si diceva: “Se fai questo, Enzo Ferrari si rivolterà nella tomba”. Non era vero, lui guardava sempre avanti. Le difficoltà con gli amministratori delegati della Fiat. Ci tenevo a dare alla Ferrari un’autonomia. L’Avvocato mi sosteneva in questo » .

    Come si costruisce una squadra vincente di Formula Uno?

    « Un’ alchimia complicata. Molto più che costruire una squadra di calcio. Prendi la Roma in difficoltà di oggi, aggiungi un centrocampista forte, un centrale affidabile e risolvi. Prendi la Lazio. Inconcepibile tenere fuori un talento come Luis Alberto. Sarri trova il modo di farlo giocare e ritrova la squadra » .

    Sempre simpatizzante laziale?

    « L a prima partita della mia vita allo stadio fu un Lazio-Bologna all’Olimpico. Mi ci portò Steno con i due figli, Carlo ed Enrico Vanzina, miei amici. Aggiunga che alla scuola dove andavo, la Boccioni, erano tutti romanisti. Bastian contrario? Un po’ sì. Conobbi poi Ziaco, il medico della Lazio, quando mi feci male giocando a calcio. Tornai da lui quando Ronnie Peterson, a Zandvoort, uscendo dai box m’investì rompendomi spalla, gomito, tibia e perone. Conobbi Maestrelli, i figli, i giocatori di quella Lazio. Mi piaceva l’ambiente. Ma, tenga conto che oggi ho tutta la famiglia di romanisti, nipoti e figli, dal più grande che vive a Londra al più piccolo, Lupo di 11 anni »

    […]

    La scelta di Schumacher?

    « Lo feci contattare da Niki Lauda per il primo affondo. Arrivò da noi al momento giusto. Tre anni prima non avrebbe fatto la differenza, non avevamo la macchina né l’organizzazione ».

    Il rapporto con Michael?

    « Forte, ma meno stretto di quello con Niki. Veniva a casa mia d’estate con il figlioletto Miki, quello che ora fa il pilota, e lo copriva amorevolmente con la zanzariera. Era sempre avanti Michael. Fu lui a farmi scoprire Dubai venti anni fa. Faceva lì la preparazione d’inverno. Fuori dalle gare, Schumi non un uomo così forte, aveva bisogno di sostegno psicologico. L’incidente con Villeneuve lo fece soffrire molto. Lo rendeva unico la grandissima attenzione ai dettagli, come Niki Lauda. Era un vero uomo squadra. Vincesse o perdesse era sempre un “noi”, mai un “io”. Ricordo quando Massa ebbe quel bruttissimo incidente che per un millimetro non perse l’occhio. Noi ci trovammo in agosto senza piloti. Lo convocai d’urgenza » .

    […]

    La Juventus di Andrea Agnelli. Undici anni controversi.

    « Contano i risultati, c’è poco da dire o da contestare. Nove scudetti parlano chiaro. La Superlega? Un tema che prima o poi dovrà essere affrontato nelle forme giuste. Il trend va in quella direzione. Allora, furono decisamente sbagliati i modi e il timing » .

    I suoi calciatori mitici.

    « Maradona su tutti. Mi chiamava spesso per le Ferrari. Quella volta che a Torino gli facevano i cori: “Ciuccia la banana”. Disse all’Avvocato prima della partita: “Se non smettono, gli faccio due gol”. Ne fece uno. Quello su punizione. Un gol impossibile, contrario alla legge della fisica… Quand’ero bambino Omar Sivori. Come tifoso, Bulgarelli. Poi c’era questo ungherese, Detari, genio e sregolatezza, un Cassano ante litteram. E Platini. Intelligentissimo. Agnelli lo beccò nello spogliatoio che fumava di nascosto in un angolo. “Avvocato, l’importante è che non fumi Furino”. Era una primadonna, ma i compagni l’amavano tutti »

    Tutta l’intervista esclusiva sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio LEGGI TUTTO

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    F1, rimonta super di Hamilton: “Mi sono divertito tantissimo in pista”

    SAN PAOLO – Lewis Hamilton ha parlato dopo il quinto posto nella Sprint Race al Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota della Mercedes, partito dall’ultima posizione, si è reso autore di una grande rimonta, ma partirà decimo per via della penalità di cinque posizioni inflittagli per la sostituzione del motore endotermico. “Mi sono divertito tantissimo in pista, non potevo fare altro dall’ultimo posto – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. Non avevo idea di quale fosse il risultato possibile ma non volevo buttarmi giù, dovevo continuare a spingere”. 
    Verso domenica
    “Ho preso tanta energia dai fan, aver rimontato mi tiene in lotta per la gara – ha aggiunto Hamilton – Sarà dura ma sono contento del bilanciamento che abbiamo e del duro lavoro che tutti stanno continuando a fare”. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz: “Partenza grandiosa, ce n'era bisogno”

    SAN PAOLO – “La partenza è stata grandiosa. Ce n’era bisogno. Era una cosa che volevo migliorare e ci sono riuscito. Ho faticato molto con Checo e Max, ma sono riuscito a passare. Poi alla fine ho faticato molto a tenere dietro Checo, ma ci sono riuscito”. Queste le parole di Carlos Sainz dopo il terzo posto nella Sprint Race al Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota spagnolo della Ferrari si è detto molto soddisfatto del risultato, arrivato soprattutto grazie a una partenza perfetta.
    Verso la gara
    “Sono stato sempre al limite. In curva 1 eravamo sempre vicini ma sono riuscito a gestire – ha aggiunto Sainz, che poi ha parlato delle possibili condizioni nella gara di domenica pomeriggio -. Oggi fa fresco, ci sono state temperature più fredde in pista e questo ha aiutato a far rendere meglio le gomme morbide. Ma domani alle 14 sarà diverso”. LEGGI TUTTO