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    F1, Rosberg sulla Ferrari: “Contrariato dalla strategia su Sainz, ora Binotto cambi qualcosa”

    ROMA – Il muretto Ferrari torna sul banco degli imputati. In molti non hanno digerito la scelta di far fermare Carlos Sainz nelle battute finali del Gran Premio di Francia, dove lo spagnolo è stato penalizzato di 5 secondi. Anche Nico Rosberg, campione della Formula 1 nel 2016, ha commentato l’esito del weekend per la Rossa: “Mi sono veramente chiesto se quello che stavo ascoltando stesse succedendo veramente e scuotevo la testa di fronte alla strategia Ferrari – le sue parole a “Sky Sports UK” -. Mattia Binotto deve fare dei cambiamenti affinché questi errori di valutazione non avvengano più”.
    Il commento di Rosberg
    Alla fine lo spagnolo è arrivato quinto partendo 19esimo per la penalità riguardante la power unit, mettendo a segno una rimonta entusiasmante fino alla terza posizione. Poi gli strateghi della Rossa hanno optato per la sosta. “Mi ha sorpreso vedere che il muretto era intento a fare calcoli sulla sosta ai box di Sainz mentre questo era impegnato in una battaglia ruota a ruota”, dice Rosberg. Che poi conclude: “Sainz era terzo, richiamarlo ai box ha significato automaticamente non poter ambire oltre alla quinta posizione”. LEGGI TUTTO

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    Svolta Ferrari, cosa accadrà dopo l’incidente di Leclerc

    l Mondiale piloti è perso?
    Lo dice la logica. Sessantatré punti di ritardo a dieci gare dalla fine sono un abisso e per colmarli servirebbero un lavoro da Superman di Charles e la complicità di Verstappen, Red Bull e Honda con errori, pasticci, rotture, ritiri. Stiamo parlando di carenze che quest’anno non riguardano quel pilota e quel team, minimamente.
    Quindi Mattia Binotto è bugiardo? Perché è stato lui domenica a dire: «Al titolo crediamo ancora. Mancano dieci gare, puntiamo a vincerle tutte».
    Non è questione di sincerità: non avrebbe potuto dire altro, ché tenere viva la motivazione della squadra è suo compito. E poi il titolo era stato messo nel mirino per il 2023.
    In privato ha rimproverato Charles?
    No. La sua linea è sempre stata chiara: bisogna identificare e aggredire il problema, non un colpevole.
    Dunque la solita storia: la Ferrari uscirà sconfitta anche da questa stagione?
    Non è così. Le inattese, ottime prestazioni della F1-75 hanno fatto sì che si parlasse dei titoli, ma l’obiettivo dichiarato – tornare a lottare per il vertice della classifica – è stato centrato.
    Ha ragione Leclerc quando dice che se perderà il titolo per 32 punti o meno sarà stata colpa sua, visto che 7 li ha buttati a Imola e 25 a Le Castellet?
    No. Con il processo severo che si è intentato, Charles cerca dentro di sé la forza di trasformare l’errore in un momento di crescita. Se è per questo, ben più di 32 punti sono stati persi tra mancanza di affidabilità (solo i ritiri di Barcellona e Baku pesano per 50 punti) ed errori strategici.
    Si parla tanto di Mondiale, ma la Ferrari in realtà non lo merita?
    Fa benissimo a provarci perché la F1-75 è veloce, ma l’affidabilità non è ancora in sicurezza. Ogni sostituzione ormai comporterà penalità da pagare sulla griglia, mentre Red Bull-Honda è in perfetta tabella di marcia con i motori: il primo è durato per un terzo di stagione, il secondo lo stanno usando senza guai e insomma, tutto da loro funziona.
    Anche nelle strategie la Red Bull è superiore?
    Nettamente: la Ferrari ancora sbaglia come ha confermato il GP di Francia tra pit stop lento, unsafe release con conseguente penalità e chiamate radio intempestive, tutto a danno di Sainz. Per contro, Maranello è più efficiente nelle operazioni di pit stop.
    A questo punto, con Carlos a soli 26 punti da Leclerc, cosa cambia nei rapporti di forza?
    Nulla, stando alla dichiarazione di Binotto che bisogna ancora credere nel titolo piloti. Ma a Carlos verrà chiesto un sacrificio solo se sarà davvero indispensabile: non è un gregario e nessuno in Ferrari vuole trattarlo come tale.
    Lo spagnolo ha mostrato di non aver gradito l’ultima chiamata al cambio gomme: davvero la Ferrari ha perso il podio per eccesso di prudenza?
    Nessuno può dirlo con certezza, ma le gomme medie di Sainz non sarebbero durate 35 giri. Hanno retto tanto sulla macchina di Gasly, che però ha disputato un’altra gara, lenta e con un unico sorpasso (ad Albon).
    Ma Binotto favorisce Leclerc, o quanto meno intende farlo?
    No, Binotto cerca di estrarre il meglio da entrambi. Ma siamo certi che apprezzi più l’atteggiamento autocritico, costruttivo e di squadra di Charles, rispetto a quello di Carlos che è più latino, inquieto e permeato di egocentrismo. LEGGI TUTTO

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    F1: attenta Ferrari, la Mercedes torna a far paura

    TORINO – E se tra i due litiganti fosse terzo classicamente a godere? Mentre Mattia Binotto accarezza Charles Leclerc e la Ferrari («dobbiamo voltare pagina e andare in Ungheria per una doppietta») e punge la Red Bull («gestiamo meglio le gomme e abbiamo due grandi piloti, loro uno solo») e Max Verstappen continua a professare un atteggiamento di basso profilo («attenzione, la Ferrari è forte»), la vera forza emergete di questa torrida estate è la Mercedes.Il doppio podio in Francia, che riporta indietro le lancette del tempo al 2021 dell’ottavo titolo mondiale costruttori consecutivo conquistato dalle Frecce d’Argento, è solo la punta di una trend molto evidente. Nelle ultime cinque gare, quelle nelle quali la Ferrari non ha capitalizzato la superiorità tecnica per errori e rivalità dei piloti e problemi di affidabilità, la Mercedes ha conquistato 20 punti in più delle Rosse (136 a 116) e appena 25 in meno della Red Bull (161). Nelle stesso periodo Lewis Hamilton con 77 punti (con quattro podi consecutivi) è secondo solo a Verstappen (108) e George Russell (59) quarto dietro a Carlos Sainz (61), con Leclerc solo (55) quinto appena davanti a Sergio Perez (53). Ma il dato forse più significativo sono quei 10 secondi (appena) di distacco a fine GP di Francia tra Verstappen e Hamilton.«Di gara in gara stanno arrivando sempre più vicini, sempre più vicini» sottolinea infatti Christian Horner, il team principale della Red Bull preoccupata, come la Ferrari, più ancora che dalla Direttiva Tecnica 039 che da Spa, alla ripresa dopo la pausa estiva, metterà dei paletti più rigidi sulla questione anti-saltellamento e sulla flessibilità dei fondi (le armi vincenti delle due scuderie che si stanno giocando il Mondiale), dalle discussioni sulle modifiche 2023. Avvantaggerebbero la Mercedes, permettendole di recuperare il gap di un progetto nato male. O peggio rispetto ai rivali. Si parla addirittura di cause legali. Il vero segno di quanto a Maranello e a Milton Keynes temino il ritorno della Mercedes. Più in casa Ferrari. Perché se il Mondiale quest’anno sembra sempre più indirizzato verso la Red Bull (la verità è che nel Mondiale Costruttori la Mercedes è più vicina alla Ferrari di quanto questa non lo sia alla Red Bull: -74 e -82), perdere il vantaggio tecnico nell’era della “stabilità” in prospettiva sarebbe una tragedia ancora più dura da digerire. LEGGI TUTTO

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    F1, Horner: “Un peccato non vedere il resto della lotta tra Verstappen e Leclerc”

    ROMA – “Un’altra vittoria per Verstappen ma è frustrante non avere Perez sul podio. È stata una grande battaglia tra l’olandese e Leclerc. Ad essere onesti, all’inizio della gara pensavamo che il nostro obiettivo principale fosse quello del 2° posto. Sarebbe stato interessante vedere cosa sarebbe accaduto con Leclerc “. Così al termine del Gran Premio di Francia, Christian Horner, team principal della Red Bull, scuderia in testa a entrambe le classifiche della Formula 1 2022.
    L’elogio a Leclerc
    Il terzo ritiro stagionale di Charles Leclerc permette a Verstappen di allungare in classifica piloti. Tuttavia, il manager britannico afferma: “L’importante è che stia bene. Non so che cosa abbia contribuito all’incidente, ma posso solo dire che è un pilota molto forte. Lui e Max sono due ragazzi che stanno dando entrambi il massimo, tant’è che le loro auto sono al limite oggi. La sua sfortuna è la nostra fortuna oggi”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, ora gli “zero” pesano: il confronto con la Red Bull

    ROMA – La stagione di Formula 1 della Ferrari è stata caratterizzata dai problemi di affidabilità che hanno frenato il rendimento dei due piloti. Quando poi ci si mettono anche gli errori personali, come successo a Chalres Leclerc nel Gp di Francia, finito a muro mentre era leader della gara, ecco che il ritardo da Verstappen nella classifica piloti rischia di essere quasi irrecuperabile. Sulle 12 gare finora disputate, infatti, in 6 occasioni uno tra Charles Leclerc e Carlos Sainz si è dovuto ritirare o per errori tecnici o per problemi di affidabilità. Insomma, sin qui il 50% della gare ha visto almeno una Rossa chiudere a zero punti, mentre alla Red Bull è successo solo 4 volte in tutta la stagione, un dato che fa riflettere sull’affidabilità della Ferrari e giustifica il vantaggio sia nel mondiale piloti che in quello costruttori da parte della scuderia di Milton Keynes.Guarda la galleryLeclerc a muro nel GP di Francia: la Ferrari si dispera
    Ferrari, così non va
    La Red Bull, infatti, dopo essere partita con un doppio zero in Bahrain, ha sistemato i propri problemi di affidabilità con il campione del mondo in carica a ritirarsi anche in Australia, ma infilando poi un filotto che lo ha portato fino alla testa della classifica. Per la Ferrari, invece, i problemi iniziano proprio a Melbourne con Sainz a chiudere con uno zero in classifica, seguito da un altro ritiro dello spagnolo a Imola e da quello di Leclerc a Barcellona. A Baku, poi, addirittura entrambe le F1-75 non finiscono la gara, macchina in fiamme per Sainz in Austria e adesso le barriere impattate da Leclerc in Francia. Una marea di punti persi per la Ferrari, che poi non ha più visto Verstappen commettere errori, mentre Perez si è ritirato in Canada e in Austria. In sintesi, meglio portare la macchina al traguardo con costanza che mettere a segno singole vittorie. In questo la Red Bull fa scuola quest’anno, mentre la Ferrari dovrà assolutamente inverti la rotta per sperare di avere ancora qualche chance mondiale. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, quanto pesano i ritiri: il confronto con la Red Bull

    ROMA – La Ferrari, chiusa la dodicesima tappa del mondiale di Formula 1 2022 in Francia, si ritrova a fare i conti con i punti perduti. Il ritiro di Leclerc, finito a muro mentre era leader del Gran Premio al Paul Ricard, pesa in ottica classifica piloti costringendo il monegasco a una rimonta quasi impossibile su Max Verstappen. Sulle 12 gare finora disputate, infatti, in 6 occasioni uno tra Charles Leclerc e Carlos Sainz si è dovuto ritirare o per errori tecnici o per problemi di affidabilità. Insomma, sin qui una gara su due ha visto almeno una Rossa fare zero punti, mentre alla Red Bull è successo solo 4 volte in tutta la stagione, un dato che fa riflettere sull’affidabilità della Ferrari e giustifica il vantaggio sia nel mondiale piloti che in quello costruttori da parte della scuderia di Milton Keynes.Guarda la galleryLeclerc, il ritiro clamoroso nel GP di Francia: che errore per la Ferrari
    Tutti i ritiri sin qui
    La Red Bull, infatti, dopo essere partita con un doppio zero in Bahrain, ha sistemato i propri problemi di affidabilità con il campione del mondo in carica a ritirarsi anche in Australia, ma infilando poi un filotto che lo ha portato fino alla testa della classifica. Per la Ferrari, invece, i problemi iniziano proprio a Melbourne con Sainz a chiudere con uno zero in classifica, seguito da un altro ritiro dello spagnolo a Imola e da quello di Leclerc a Barcellona. A Baku, poi, addirittura entrambe le F1-75 non finiscono la gara, macchina in fiamme per Sainz in Austria e adesso le barriere impattate da Leclerc in Francia. Una marea di punti persi per la Ferrari, che poi non ha più visto Verstappen commettere errori, mentre Perez si è ritirato in Canada e in Austria. A pesare sulla classifica, quindi, sono soprattutto i ritiri confermando come i campionati si vincono portando a termine le gare e non arrivando davanti agli altri in qualche gara. LEGGI TUTTO

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    F1: Leclerc campione di onestà, ma così il Mondiale non si vince

    TORINO – La Ferrari ha scelto (giustamente, guardando la classifica, con un gap su Carlos Sainz destinato per altro ad ampliarsi) il suo numero 1, ma Charles Leclerc non è ancora un numero 1. Ovvero, il monegasco è un numero 1 assoluto nel non trovare scuse e ammettere i suoi errori, fin oltre quello che gli si potrebbe chiedere (Mattia Binotto infatti lo difende: «È un campione, non lo mettiamo di sicuro in discussione»). Come ieri, quando poco dopo aver finito al 18° giro la sua corsa verso la vittoria che l’avrebbe riavvicinato a Max Verstappen contro le carriere del Paul Richard, ha dichiarato senza tanti giri di parole: «Ho sbagliato, un errore inaccettabile per uno che vuole vincere il titolo. Ora dobbiamo solo continuare a provarci e fare i conti alla fine. Ma se alla fine perderò il Mondiale per 32 punti sarà solo colpa mia». Quelli persi tra a Imola e Le Castellet, i suoi due errori. Pesantissimi. Due “zeri”, che uniti ai problemi di affidabilità della Ferrari F1-75 dopo 12 GP lo vedono a -63 da Verstappen, che invece di errori non ne commette mai. E capitalizza al massimo i problemi altrui nonostante una Red Bull evidentemente inferiore alla Ferrari. E pure, se non nelle sue mani, alla Mercedes in grande crescita, come dimostra il doppio podio di Lewis Hamilton e George Russell, con duello finale su Sergio Perez.Verstappen più forte di Leclerc? Ora sì. Non è una sentenza assoluta, ma la conseguenza del fatto che, pur coetanei, Max ha una storia molto più lunga e significativa in Formula 1. Anche l’olandese s’è presentato nel Circus arrembante per reclamare un suo posto da leader, predestinato, re. Ed è cresciuto sbagliando, esagerando lottando come un leone contro il migliore di tutti: Lewis Hamilton. E l’hanno corso l’ha battuto. Acquisendo una consapevolezza e una serenità che ora pagano. Tutto quello che Charles non ha, perché è il primo anno che ha una macchina per vincere. Deve imparare anche lui a farlo. Lui e la squadra. Non a caso la lezione più grande gliela rifila in mondovisione Verstappen, nell’intervista post-vittoria in pista. «La lotta con Leclerc? Io penso a fare più punti possibili. A volte devi capire che non puoi attaccare sempre, ma devi aspettare».Max può farlo. E gara dopo gara può farlo ancora di più. Charles no. E deve avere la forza mentale per riuscire ad accettarlo. Nel frattempo domenica in Ungheria dovrà per forza vincere. E per riuscirci dovrà tornare a lottare anche con il compagno di squadra, quel Carlos Sainz che nonostante i problemi al pt stop, porta a casa un eccellente quinto post partendo 19°. Con due sorpassi da fenomeno: all’esterno su Russell, di cattiveria su Perez. Con grande coraggio e talento. E l’aiuto della macchina. Che in Ungheria potrà giocarsi il successo, non pagando più penalità per il cambio motore. E stare certi che a Budapest non aiuterà più Leclerc per la pole, dandogli la scia. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc: “Non posso fare questi errori, inaccettabile”

    LE CASTELLET – Charles Leclerc è molto deluso al termine del Gp di Francia, dodicesimo appuntamento del mondiale di Formula 1. Il pilota della Ferrari è infatti uscito di pista al 18esimo giro, andando a sbattere contro le barriere dopo aver perso il controllo della propria monoposto in curva 11. Ai microfoni di Sky Sport, Leclerc ha ammesso: “Io non posso fare questi errori. Da inizio anno sono a un livello molto alto, forse uno dei più alti della mia carriera, però se faccio questi errori non serve a niente essere ad alto livello: è inaccettabile. Se a fine anno perdiamo il campionato di 32 punti, che sono quelli che ho perso tra Imola e oggi, allora saprò da dove arriva questo svantaggio: arriva da me. Vediamo a fine anno, faremo i conti, ma non posso fare queste cose”.
    “L’urlo? Avrei preferito tenerlo per me”
    Nel team radio successivo all’incidente, Leclerc aveva paventato un possibile problema con l’acceleratore, che già aveva creato apprensione nel finale della scorsa gara, in Austria. A freddo, il ferrarista ritratta e spiega: “Non c’entra niente, anzi c’è stato un problema quando avevo già toccato il muro e la retromarcia non funzionava, quindi non potevo togliermi dal muro e andare indietro. La macchina non sembrava così tanto danneggiata, a parte l’ala davanti. Ma non vorrei spostare l’attenzione su quello. L’urlo in team radio? Non sapevo che la radio fosse accesa, avrei preferito tenerlo per me”.  LEGGI TUTTO