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    F1, Alonso: “Il Fernando 23enne? Lo batterei con una mano”

    ROMA – Fernando Alonso sfata il tabù dell’età in Formula 1, uno sport che non è paragonabile alla stragrande maggioranza. Per l’attuale pilota dell’Alpine, a suo dire, non sarebbe un problema sconfiggere il se stesso di 17 anni fa, quello che si sarebbe preparato a vincere due Mondiali con la Renault: “Ciò che sento dentro di me forse stupirà gli appassionati. Sembra che siamo confusi sull’età e sulle prestazioni che uno sportivo può ottenere. Questo non è il Tour De France, non sono i Giochi Olimpici, non è il calcio dove a 23 anni sei all’apice delle tue prestazioni. Se ora gareggiassi contro l’Alonso 23enne, lo batterei con una mano”, le sue parole. 
    Giovane non vuol dire più veloce
    Per Alonso quindi l’età non è così fondamentale nel circus. L’esperienza è un fattore fondamentale nella gestione di una gara, ma soprattutto di un intero campionato, dove i colpi di scena sono dietro l’angolo: “Questo discorso non vale solo per me, credo che tutti i piloti del paddock darebbero questa risposta. Non è che più sei giovane, più sei veloce. Non è così che funziona il cronometro nel motorsport“, conclude Alonso.  LEGGI TUTTO

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    F1, Newey (Red Bull): “Gli errori del 2020 ci hanno resi più forti”

    ROMA – Gli ingredienti per arrivare al successo possono essere molteplici e, a volte, la classica frase ‘sbagliando si impara’ non può che calzare alla perfezione. In un certo senso è il caso della Red Bull che ha fatto fronte ai problemi dello scorso anno per portare in pista una monoposto di altissimo livello nel 2021: “Quando siamo passati dalla RB15 del 2019 alla RB16 l’anno scorso, c’erano alcune cose sulla macchina che non comprendevamo appieno – spiega il numero uno della parte tecnica, Adrian Newey -. Anche con il programma della galleria del vento e tutti i nostri strumenti di simulazione ci sono ancora cose che possono farti inciampare. Ed è esattamente quello che è successo all’inizio del 2020. Ci è voluto un po’ di tempo per capire e superare questi problemi. Il vantaggio di ciò, come spesso accade, è che impari cose che altrimenti non avresti imparato. Ottieni di più dagli errori che dalle cose buone. Penso che questo ci abbia aiutato durante l’inverno con sviluppi che ci hanno portato dove siamo ora”.
    La consapevolezza in Bahrain
    In Bahrain, dopo i test e durante il weekend di gara inaugurale, è arrivata la conferma dei miglioramenti: “Uscendo dai test sentivamo di avere un pacchetto competitivo, ma non si sa mai veramente come sarà – prosegue -. Non sai quali modalità di motore stavano usando gli altri, quali carichi di carburante avevano e così via: affidarsi alla pre-season per capire dove sei veramente è come essere in un campo minato. Ci è voluto il Gran Premio del Bahrain per confermare che eravamo competitivi, anche se non l’abbiamo vinto”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Ricciardo: “Verstappen-Hamilton? Incidente di gara”

    ROMA – Daniel Ricciardo ha concluso la prima parte della sua stagione d’esordio con McLaren. Il pilota australiano, dopo undici Gp, è nono nella classifica piloti di Formula 1. In un’intervista a Motorsport.com, Ricciardo ha parlato delle sue sensazioni arrivati al giro di boa: “Il mio feeling con la monoposto? Semplicemente sento delle sensazioni diverse, in alcuni casi per me anche del tutto nuove, e sto davvero dando il massimo per cercare di sentirmi a mio agio in questa situazione inedita. Ma, soprattutto ad inizio anno, la mia reazione quando ho avvertito sensazioni nuove è stata quella di mettermi sulla difensiva, e questo non aiuta di certo la performance”. La situazione, però, è in miglioramento per Ricciardo, che sembra aver trovato maggiore confidenza rispetto all’inizio: “Va meglio, sto iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel, ma c’è ancora del lavoro da fare. Siamo riusciti a fare un buon passo avanti, sai, nello sport non sempre si è pazienti, vuoi tutto e lo vuoi oggi, si diventa avidi. Ma nel mio caso dovrò avere ancora un po’ di pazienza, so che ci sono ancora alcuni passaggi da completare, il weekend di Silverstone è stato uno di questi passi”.
    Sull’incidente di Silverstone
    Poi qualche parola sull’incidente di Silverstone che ha coinvolto Lewis Hamilton e Max Verstappen: “Di base è stato un incidente di gara. In quella situazione ho dato un po’ più di responsabilità a Lewis, perché ho visto che Max ha lasciato abbastanza spazio, quindi non credo che abbia fatto niente di male. Ma questo episodio si colloca in una stagione che li ha visti ai ferri corti già altre volte, e ho pensato che prima o poi un contatto più importante sarebbe arrivato, sono le corse, e quando ti confronti con dei margini così piccoli, non siamo robot e commettiamo errori, anche se nel caso di Silverstone è stato un incidente violento. Ma non voglio incolpare Lewis, sono le corse, è quei due stanno lottando per il campionato, ovvero il traguardo più grande che c’è in questo sport”. LEGGI TUTTO