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    MotoGP, Marquez in pole in Portogallo: Bagnaia e Martin in prima fila

    PORTIMAO – Le qualifiche del GP del Portogallo, primo appuntamento stagionale del mondiale 2023 di MotoGP, hanno visto Marc Marquez conquistare la pole position. Lo spagnolo della Honda firma il nuovo record della pista in 1:37.226, dopo aver sfruttato al meglio il “traino” di Enea Bastianini. A completare la prima fila sono Francesco Bagnaia e Jorge Martin, mentre in seconda fila ecco Miguel Oliveira (passato per il Q1 come Marquez), Jack Miller (caduto a metà sessione e non più tornato in pista) e lo stesso Bastianini. I piloti torneranno in pista nel pomeriggio, con la prima Sprint stagionale.  LEGGI TUTTO

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    Bagnaia e un titolo da difendere: “Così voglio fare la storia”

    È entrato nella stessa frase di Giacomo Agostini, Valentino Rossi e Casey Stoner, il desiderio è fare altrettanto con Mick Doohan – ultimo campione della classe regina “indossando” il numero 1 – ma alla vigilia del Mondiale 2023 Pecco Bagnaia si accosta ad altri giganti dello sport. Come Christian Eriksen, Tiger Woods, Klay Thompson, Annemiek Van Vleuten e Jakob Ingebrigtsen. La nomination per i Laureus World Sports Awards – categoria “comeback of the year” (lett. ritorno dell’anno) – pone il campione in carica della MotoGP in quella che lui stesso definisce una «lista degna di un Oscar. Per me è un grande onore». Il concetto di ritorno è ampio, se è vero che passa dal dramma a lieto fine di Eriksen – tornato in campo dopo essere tornato a vivere – al calvario di Woods e di quel Thompson che Pecco, da grande appassionato di basket (NBA, ma ora è spesso a vedere la serie A a Pesaro), ha seguito da vicino. Il suo, di ritorno, il torinese l’ha compiuto nella classifica della MotoGP, lasciando gli inferi del -91 da Fabio Quartararo per laurearsi campione della classe regina con la Ducati. Un titolo che il 26enne difenderà da domani, con le prime prove libere del GP del Portogallo, il primo di una MotoGP carica di novità. Tra queste, però, non sembra esserci il trend in vetta alla classe regina, poiché Bagnaia e la Ducati arrivano al Mondiale dopo l’entusiasmante passo mostrato nei test, tale da terrorizzare la concorrenza. Nuova Ducati, nuovo numero, è anche un nuovo Pecco quello che si appresta a vivere il primo GP con la corona in testa? «Nella vita di tutti i giorni non è cambiato granché, faccio le stesse cose. A livello sportivo è cambiata la consapevolezza: sotto quell’aspetto, sì, lo scenario è differente». Attenzione a dire che nella vita di tutti i giorni non è cambiato granché, altrimenti la sua fidanzata si arrabbia… «Sì, è vero, pochi mesi fa io e Domizia abbiamo annunciato il matrimonio». Aveva lasciato la data in sospeso. «Ora ce l’abbiamo: luglio 2024». Scherzando, c’è il rischio che senza il numero 1 sul cupolino salti tutto? «No (sorride), però farò di tutto per avere quel numero anche nel 2024». Quanto cambia lo scenario ora che ha “scoperto” la strada che porta sul tetto della MotoGP? «Le cose sono differenti, in effetti, anche perché il titolo è arrivato dopo un campionato veramente tosto. Un anno fa, arrivammo al primo GP partendo da una situazione critica, eravamo preoccupati per le prestazioni della moto. E infatti impiegammo alcune gare per approdare alla situazione voluta. Oggi, la vigilia è all’opposto, non c’è paragone, e questo anche per merito della GP23, che si è subito mostrata perfetta per il mio stile di guida».
    La GP23 ha già superato la GP22 del titolo? «Per certi aspetti mi piace di più rispetto alla moto dello scorso anno. Ci sono tutti i presupposti per iniziare bene: a Portimão riesco a essere sempre veloce». Come dieci giorni fa nei test: alla concorrenza ha lanciato un messaggio forte. «Ho conosciuto la nuova versione della Ducati in Malesia, a inizio febbraio. Sulle prime non è stato tutto semplice, ma nel corso dei tre giorni di Sepang il miglioramento è stato enorme. Al punto che nei due giorni a Portimão ho potuto spingere dall’inizio alla fine, come accade raramente nei test. È stata una sessione perfetta e ora, con il grosso del lavoro già svolto, posso davvero concentrarmi sui dettagli per la gara. Anzi, le gare». La Sprint del sabato pomeriggio raddoppia le partenze e lo stress: qual è il suo giudizio? «La Sprint è il più grande cambiamento mai conosciuto nella mia esperienza nel Mondiale. Sono curioso di vedere come sarà, perché in gara non sempre puoi spingere dall’inizio alla fine, qui invece con pochi giri potresti farlo. Io di solito sono bravo in partenza e veloce nei primi giri…». Ventuno GP e 42 partenze stagionali: è troppo? «Anche qui, vorrei prima provare per giudicare. Penso sia complicato soprattutto a livello mentale, perché fisicamente siamo tutti preparati per uno sforzo del genere. Credo sarà difficile mantenere alta la concentrazione per così tanto tempo, soprattutto in una seconda parte di stagione che non concederà tempo per tirare il fiato».
    Si ricorda l’ultimo vincitore della classe regina con il numero 1? «In MotoGP si sono ripetuti solo Valentino e Marc Marquez, ma non hanno mai usato quel numero… Riflettendo direi Mick Doohan, giusto?».
    Esatto, nel 1998. Un lungo digiuno, però lei ha interrotto un sortilegio di 50 anni per un campione italiano su moto italiana. «Vincere è difficile, ripetersi lo è anche di più. Ma chi si ripete resta nella storia: più che un peso, il numero 1 è un grande stimolo». Quali consigli le ha dato il suo mentore Rossi? «Mi ha detto di rimanere tranquillo e continuare a fare ciò che ho fatto. Voglio concentrarmi su me stesso, e lavorare sulle lacune».
    In passato i giudizi via social le davano fastidio, ora come reagisce di fronte a chi dice che vince grazie alla Ducati? «Ho capito che non si può piacere a tutti. Valeva persino per Rossi e Marquez: qualcuno diceva che vincevano grazie alla Honda. Ci sarà sempre un 10% di detrattori, non puoi farci niente. Credo di aver imparato a dare il peso giusto: conta vincere, perché nella storia restano i titoli e, con tutto il rispetto, non i commenti». E poi le Ducati in griglia sono otto, con la condivisione della telemetria. «A volte è buono per me, in altri casi mi rende le cose più difficili. Magari il sabato sono più veloce degli altri, poi in gara mi ritrovo con più di un parimarca con un gran passo. Però certe volte ero io a essere in difficoltà, e sono stato aiutato dalla condivisione dei dati, che è una forza della Ducati. È una sfida in più per me, essere primo tra i ducatisti è già un obiettivo importante”. Quest’anno nel box c’è un compagno diverso, più arrembante, e connazionale… «Io ed Enea Bastianini ci sfidiamo dal 2006, è uno dei più grandi talenti contro cui ho corso, è stato velocissimo in ogni categoria. Ora siamo compagni di team, finora abbiamo collaborato bene, poi è chiaro che con l’inizio delle gare le cose possono un po’ cambiare, poiché entrambi vogliamo vincere. L’importante è che l’atmosfera nel box rimanga così: battagliare in pista con rispetto è possibile». Lei è ufficiale Ducati da due anni, per Bastianini è la prima esperienza: si sente in vantaggio a livello di esperienza? «Credo che Enea farà presto ad acquisire il metodo richiesto. Il salto dal team satellite a quello ufficiale lo senti, perché capisci che il tuo lavoro cambia le sorti di una moto, nel bene o nel male. Secondo me nei test ha lavorato bene, facendo ciò che doveva, e me l’aspetto subito davanti». Enea è il primo rivale nella corsa al titolo? «Indico anche Fabio Quartararo e Marc Marquez, è inevitabile. I test, magari, hanno esaltato la Ducati ma in inverno non sai mai cosa fanno gli altri, e poi anch’io l’anno scorso ero indietro all’inizio, poi sono diventato campione. Ma la lista dei piloti competitivi è lunga: i quattro portacolori Aprilia, Jorge Martin, la coppia Ducati-Mooney VR46». Oggi è in nomination per il miglior ritorno: a quando la nomination per il premio Laureus “assoluto”? “Devo vincere qualche altro campionato. Per ora, sono felice di essere nella lista dei nominati per quello che è un vero e proprio Oscar. È buono per me e per il motociclismo, che cerca audience ora che Rossi non corre più. Valentino si è aggiudicato il Laureus, ci provo anch’io: del resto l’ho già imitato vincendo la MotoGP…”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, statistiche GP Portogallo: testa a testa Bagnaia-Quartararo, Bastianini e il 2020

    ROMA – Il Gran Premio del Portogallo aprirà la nuova stagione di MotoGP, che per la prima volta dal 2007 (tranne che per il 2020) non inizia in Qatar. Ecco quindi le statistiche della gara di Portimao, tornata in calendario proprio nel 2020 per effetto degli stravolgimenti imposti dal Covid; tanto che nel 2021 si sono corse due gare, una a inizio stagione (Gran Premio del Portogallo) e una nel finale (Gran Premio delle Algarve). Dal sud del Portogallo riparte la caccia a Francesco Bagnaia, che già all’interno di Ducati si ritrova uno dei maggiori contendenti a scalzarlo dal trono, ovvero Enea Bastianini. Pecco, da canto suo, sa bene come comportarsi in Portogallo, avendo raccolto due podio nel 2021, con tanto di vittoria nel GP delle Algarve, mentre lo scorso anno, nel constesto del difficile avvio di stagione, arrivò appena un ottavo posto. Per quanto riguarda Bastianini, Enea non è ancora salito sul podio di Portimao in top class, chiudendo con un doppio nono posto nel 2021, e ritirandosi nel 2022, in seguito a una caduta. Ma il tracciato portoghese è comunque fonte di dolci ricordi per il numero 23, che con il quinto posto finale, nel 2020, sancì la vittoria del mondiale di Moto2, davanti a Luca Marini e Sam Lowes.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP Ducati, Agostini esalta Bagnaia: “Può aprire un ciclo”

    ROMA – “Bagnaia può aprire un ciclo. Ha già vinto il campionato del mondo, quest’anno parte favorito, è lui l’uomo da battere e la Ducati ha un grande vantaggio, quindi gli altri dovranno rincorrere”. Così Giacomo Agostini, ai microfoni di Italpress, presenta la nuova stagione di MotoGP, che scatterà nel weekend con il Gran Premio del Portogallo. Ducati ha già dato segnali di conferma molto importanti nei test prestagionali, e lo stesso Pecco sembra voler ricominciare da dove aveva lasciato. Ma Agostini spera che anche la concorrenza possa crescere: “Per il bene della MotoGP, spero, perché sarebbe un grande spettacolo per tutti gli appassionati delle due ruote, che arrivino anche la Yamaha con Quartararo e la Honda con Marquez per dare vita a un Mondiale combattuto”.  LEGGI TUTTO

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    Ducati, Dall’Igna: “Qui ho trovato giuste persone per sviluppare aerodinamica”

    ROMA – “Ho sempre pensato che l’aerodinamica non fosse abbastanza sviluppata nel motociclismo, ma la realtà è che non avevo mai avuto a disposizione gli specialisti giusti in questo campo per sviluppare il tema nel modo corretto. Li ho trovati in Ducati, e abbiamo lavorato insieme”. Così Luigi Dall’Igna, nell’intervista rilasciata a Speedweek per spiegare, in un certo senso, il segreto che ha portato Ducati sul tetto del mondo, scalzando il dominio di Honda e Yamaha, con la seconda che ha anche perso il team satellite. L’ingegnere vicentino è arrivato in Ducati nel 2014, e dal 2016 ha introdotto la prima novità degna di nota, ovvero le famose “ali”; tanto criticate all’inizio, ora non solo sono state “copiate”, ma ogni scuderia prova a metterci del suo per renderle più adatte alle proprie caratteristiche.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP Ducati, Miller: “Bagnaia è cambiato, lo vedo più sicuro”

    ROMA – “Quest’anno sembra più forte dello scorso anno, anche più di quanto lo era stato nel finale di stagione del 2021. Sembra un uomo diverso, è cambiato, è più in fiducia, ed è davvero impressionante!”. Così Jack Miller ha commentato la prestazione di Francesco Bagnaia ai test di MotoGP a Portimao, in cui il pilota della Ducati ha chiuso con il miglior tempo totale, nonché con il miglior tempo nelle prove di Sprint Race. Nelle parole riportate da Crash-net, l’australiano, ex compagno di squadra di Pecco e ora alla KTM, ha aggiunto: “A Portimao l’ho seguito per un po’ in prossimità dell’ultima curva, e ho notato che si fida molto della sua moto”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Alex Marquez colpito dalla Ducati: “Siamo avanti a tutti”

    “Motore super” Sono diverse le differenze che il più giovane dei fratelli Marquez ha notato tra il suo vecchio team, la Honda, e la Ducati, tra cui l’affidabilità, una caratteristica che apprezzerebbe molto anche suo fratello Marc. “La Honda è più aggressiva e, quando iniziavi a scivolare, non la capivi più di tanto. La Ducati […] LEGGI TUTTO

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    MotoGP Ducati, Alex Marquez: “Lotteremo per la top-5”

    ROMA – “Oggi penso che siamo nella posizione di lottare per le prime cinque posizioni, ed è una cosa bella. Non siamo pronti per il podio, perché ci sono piloti che hanno più ritmo. Ma non siamo male, siamo abbastanza pronti per cominciare la stagione”. Così Alex Marquez descrive le sensazioni provate con la sua Ducati del team Gresini dopo la fine dei test di Portimao, e quindi, di conseguenza, dopo la chiusura della fase di preseason di MotoGP. Lo spagnolo, che ha parlato ai microfoni di Sky Sport, ha poi proseguito spiegando anche “l’importanza” della caduta avuta: “Sono contento anche per la mia prima caduta con Ducati. Mi sentivo come se potessi fare di tutto, che venisse tutto facile, che potessi andare forte in staccata. Quello è stato un avviso, che mi ha detto ‘questo è il limite che non devi oltrepassare di tanto’. Sono stati due giorni positivi: sabato ci siamo concentrati più sul setup, domenica sul mio stile di guida”.  LEGGI TUTTO