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    Final 8 di Coppa Davis: L’Italia affronterà l’Olanda il 23 novembre

    Coppa Davis, prima edizione 1900

    È stato comunicata la programmazione dei quarti di finale delle Final 8 di Coppa Davis, atto conclusivo della manifestazione tennistica nazionale a squadre di scena a Malaga il prossimo novembre. L’Italia sfida l’Olanda giovedì 23 novembre, con inizio alle ore 10. Nel pomeriggio (non prima delle 16) l’altro quarto di finale tra Gran Bretagna e Serbia che decreterà l’eventuale avversaria degli azzurri in caso di passaggio del turno.
    Le Final 8 inizieranno il 21 novembre (ore 16) con la sfida tra i campioni in carica del Canada e la sorpresa Finlandia. Il 22 novembre (ore 16) in campo Australia vs. Repubblica Ceca. Venerdì 24 si disputerà la prima semifinale, tra le vincenti delle prime due sfide, mentre l’Italia in caso di vittoria sugli “Orange” giocherà sabato 25 novembre. Domenica 26 l’atto conclusivo, con l’assegnazione della mitica “insalatiera”.

    Get the calendar out 📆✍️
    Here’s the #DavisCup Final 8 schedule!
    More info 👉 https://t.co/5Ez1jB9Rwp pic.twitter.com/PcyldQDAUP
    — Davis Cup (@DavisCup) September 22, 2023

    L’Italia non ha mai perso in Davis contro l’Olanda, 7-0 i precedenti. Tutti i match si svolgeranno presso il Palacio de Deportes José María Martín Carpena di Malaga. LEGGI TUTTO

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    Von Armin (candidato alla Presidenza dell’ITF): “C’è bisogno di un cambiamento. Il tennis deve ancora svilupparsi in molti angoli del globo”

    David Haggerty e Dietloff Von Arnim

    Domenica prossima si svolgeranno a Cancun (Messico) le elezioni per il rinnovo della carica di Presidente dell’ITF. L’attuale Presidente David Haggerty è candidato per quello che sarebbe il suo terzo mandato, ma dopo otto anni di governo sul tennis internazionale e con la scottante questione della Davis Cup (e anche della BJK Cup, seppur con minore risonanza mediatica) una sua rielezione è a serio rischio. Dietro scalpita Dietloff von Arnim, capo del tennis tedesco e fiero oppositore fin dalla prima ora dello sciagurato progetto messo in opera da Kosmos e ITF per il rinnovo della più antica competizione nazionale a squadre. Von Armin ha concesso a Sebastian Varela per Clay una lunga e interessante intervista nella quale parla della sua candidatura, dei problemi che a suo dire affliggono il tennis attuale e su dove pensa di intervenire in caso di una sua elezione al vertice dell’ITF. Uno dei punti cardini della sua visione è la necessità di sviluppare la disciplina in tante aree del mondo nelle quali il tennis è ancora ai margini e invece potrebbe avere un grande potenziale sociale e sportivo. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero del candidato tedesco.
    “Sfavorito? Va bene così visto che vado contro il presidente che governa già da otto anni. Abbiamo parlato con molte federazioni e quello che abbiamo sentito è che c’è bisogno di cambiamento. Un cambio di leadership. Quando ho iniziato la mia campagna, ho detto che l’ITF può fare di meglio. Questo è il desiderio di molti leader di diverse federazioni in tutto il mondo. Quindi sono abbastanza ottimista riguardo a quel che potrebbe accadere a Cancun. Le nazioni non vogliono aspettare altri quattro anni per un cambiamento. Saremo più trasparenti, più democratici. Sosterremo maggiormente i paesi e le federazioni regionali”.
    Von Arnim crede che tre mandati siano troppi: “Le persone durante la mia campagna mi hanno chiesto direttamente ‘Dietloff, un mandato forse non è sufficiente per realizzare le tue idee. Ti candideresti per un secondo?’ Ebbene, se fossi eletto, proverei a realizzarle, ma credo che basterebbero due mandati. Ciò che non sei riuscito ad ottenere in otto anni, non lo otterrai nel terzo mandato. Dovremmo chiedere alle federazioni in modo molto democratico se possiamo cambiare la costituzione per limitare al massimo una rielezione”.
    Ecco cosa pensa il tedesco sui risultati dei due mandati di Haggerty: “Penso che la situazione attuale dei tornei ITF sia buona. È stabile per i seniores e con i giocatori emergenti, quindi è una cosa positiva, ma possiamo fare meglio. Ad esempio, alcuni Challenger non fanno più parte dell’ATP, quindi man mano che l’ITF li sta conquistando, dobbiamo lavorare con le federazioni nazionali e regionali per sfruttare al massimo questa opportunità. In cosa ha fallito Haggerty? Gli eventi a squadre, Coppa Davis e Billie Jean King Cup… tutti diranno che abbiamo commesso un errore nel concludere l’accordo con Kosmos. Alla fine, si è svolta una votazione per accettare la partnership e il consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato hanno deciso di appoggiarli. Persone esperte dicevano che non avrebbe funzionato, che sarebbe crollato tutto. Non sappiamo esattamente dove siano finiti i soldi, non riceviamo queste informazioni, il che non è un buon segno. Sappiamo che c’è una causa da parte di Kosmos e c’è una causa da parte di ITF contro di loro. Qual è la situazione esatta? Abbiamo una garanzia? Spero che tutti avremo presto queste informazioni. L’ITF ha perso il controllo sia della Coppa Davis che della Billie Jean King Cup”.
    L’ITF ha venduto gran parte della competizione femminile: “Sì, abbiamo venduto il 49% della Coppa BJK. Il flusso di cassa in arrivo aiuterà l’ITF, ma alla fine è come un prestito e deve essere rimborsato. Questo sarà abbastanza difficile. Per la Coppa Davis dobbiamo riconsiderare attentamente ciò che faremo. L’ITF ha promesso che le finali si terranno solo due anni a Málaga. Ci sono cose che dobbiamo accettare e che devono essere fatte meglio”.
    Von Arnim predica la necessità di maggiore trasparenza: “Con la situazione della Coppa Davis, per esempio, non abbiamo avuto alcuna trasparenza. E quando è arrivato il nuovo accordo con la BJK Cup abbiamo posto domande a cui si sono rifiutati di rispondere. È importante dare e spiegare tutte le informazioni ai nostri membri”.
    La Davis tornerà nella varie nazioni? È uno dei temi più scottanti: “La Coppa Davis ha ancora i confronti in casa, è per le 16 nazioni finaliste che le cose cambiano. Non dimentichiamolo: ci sono molti paesi che non hanno eventi ATP o WTA. La Repubblica Ceca, ad esempio, non ha un evento ATP. L’unica volta in cui il pubblico guarda i propri giocatori a casa è in occasione della Coppa Davis. E questo va cambiato. Alla fine, il successo per una federazione non è avere un giocatore che vince uno Slam. È avere più giocatori, più bambini in campo. Più il tennis si allarga, maggiore sarà il nostro successo in tutto il mondo. Come arrivarci? Dobbiamo sostenere le federazioni con consigli e competenze. Dobbiamo andare in ogni angolo del globo. Non è che dobbiamo preoccuparci solo delle nazioni leader che hanno un torneo dello Slam, lì la disciplina è forte e radicata. Molto più importante è andare in Africa, Asia, America Centrale, Sud America… dove il tennis può davvero svilupparsi e avere molto più successo. Un esempio? Il Pakistan ha una popolazione di 230 milioni di abitanti, ma non dispone di un solo campo da tennis coperto. E c’è una stagione piovosa! Nessuno finora ha visitato il Pakistan per dare un’occhiata, parlare con loro e discutere cosa possiamo fare. Dobbiamo vederlo con i nostri occhi, acquisire quell’esperienza, quindi possiamo applicare lì modelli di lavoro. A volte può essere utile dare loro soldi, a volte competenze. Perché non sempre devi portare il pesce alla gente. Puoi avere più successo se insegni loro a pescare”.
    Vedremo se Haggerty rilascerà a sua volta qualche intervista o meno entro i prossimi giorni. L’appuntamento di Cancun è importante, e in ballo non c’è solo il futuro della Coppa Davis. Tante sono le questioni sul tavolo, con l’ATP in grande fermento da molti punti di vista, tanto che i rapporti tra ITF e ATP sono decisivi alla stabilità e crescita dello sport. Il prossimo Presidente dell’ATP avrà un mandato di una certa importanza.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Coppa Davis, l’Italia aspetta Sinner e punta al trofeo: in quota è sfida alla Serbia di Djokovic

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    L’Italia ha ottenuto la qualificazione alle Finals di Coppa Davis, in programma a Malaga a fine novembre, nonostante la sconfitta contro il Canada nella prima sfida del girone a Bologna, dove gli Azzurri erano orfani del numero uno Jannik Sinner. Proprio contro i nordamericani si fermò il sogno azzurro lo scorso anno, in semifinale.
    Secondo gli esperti quella dell’Italia potrebbe diventare una Coppa Davis indimenticabile e addirittura valere un secondo storico titolo a 47 anni dall’unica vittoria della nostra nazionale. C’è da battere la concorrenza della Serbia di Novak Djokovic, possibile avversaria in semifinale e in cima alla lavagna dei bookmaker, proiettata verso il secondo titolo della sua storia in quota a 3,50.
    L’Italia, unica nazione ad avere tre giocatori under-25 tra i primi 50 al mondo (Sinner, Musetti, Arnaldi), vede il trionfo nella coppa del mondo del tennis a 4. L’esordio ai quarti sarà contro l’Olanda, contro cui i precedenti sorridono agli Azzurri: 7-1 i confronti contro una nazionale affrontata l’ultima volta nel 2010. Tra le altre pretendenti si fa strada l’Australia, finalista lo scorso anno e offerta tra 5 e 6, stessa quota della Gran Bretagna. Un secondo successo consecutivo del Canada, invece, oscilla tra 6 e 7,50. LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: Italia pesca l’Olanda nella Final 8 di Malaga

    Il team azzurro di Coppa Davis a Bologna

    Italia vs. Olanda. Questo l’esito del sorteggio effettuato stamattina a Londra per la Final 8 di Coppa Davis, che si svolgerà al Palacio de Deportes José María Martín Carpena di Malaga, dal 21 al 26 novembre. In caso di vittoria il team azzurro capitanato da Filippo Volandri in semifinale troverà la vincente della sfida tra Serbia e Gran Bretagna.
    Dall’altra parte del draw, i campioni in carica del Canada hanno pescato la Finlandia, vera sorpresa della fase a gironi (decisiva per l’eliminazione degli Stati Uniti), e l’Australia affronterà la Repubblica Ceca, che nei tre incontri della fase a gironi ha vinto ogni match.
    Il Quarto completo dei Quarti di FinaleCanada VS FinlandiaRepubblica Ceca VS Australia
    ITALIA VS OlandaSerbia VS Gran Bretagna

    8 teams. 1 goal 🏆
    The Final 8 in November should be fun!#DavisCup #DavisCupFinals pic.twitter.com/tyAY19CDG2
    — Davis Cup (@DavisCup) September 19, 2023

    La storia dei confronti diretti tra azzurri e “Orange” è nettamente a nostro favore: 7 incontri in Davis, altrettante vittorie (la prima targata 1926, l’ultima nel 2010, 4-1 fuori casa nel Gruppo I). Tallon Griekspoor e Botic Van de Zandschulp sono le punte di diamante del tennis olandese, con l’aggiunta – fondamentale in Davis con questo formato – dell’ottima coppia di doppio formata da Wesley Koolhof e Jean-Julien Rojer, oltre a Matwe Middlekoop, altro doppista di grande valore.
    Filippo Volandri, Capitano della Nazionale Italiana di Coppa Davis“Siamo orgogliosi di aver centrato anche quest’anno la qualificazione alle Final 8 di Malaga. La nostra corsa verso il titolo partirà dall’Olanda che benissimo ha fatto nella fase a gironi, vincendo il suo gruppo con merito: sono una squadra molto compatta, con un grandissimo doppio e si adattano molto bene alle superfici rapide, come quella viste nei giorni di Davis. Per quel che ci riguarda, a Bologna abbiamo dimostrato di avere una squadra estremamente competitiva e combattiva. Soprattutto nei momenti più difficili, i ragazzi hanno dato tutto. Siamo stati in grado sul campo – con orgoglio, determinazione e tanta qualità – di ribaltare le prospettive. Ora arriva il difficile ma anche il più bello. A prescindere da chi ci sarà a Malaga, sono certo che la squadra darà un’ulteriore dimostrazione di compattezza. Ci faremo trovare pronti e come sempre daremo il massimo, con l’obiettivo di riportare in Italia un trofeo che manca ormai da troppo tempo”. LEGGI TUTTO

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    L’affascinante sede della Davis in Grecia, guastata della brutta prestazione di Tsitsipas

    Stefanos nello stadio Panathinaiko

    Splendide le immagini arrivate da Atene, in occasione della sfida di Coppa Davis di World Group I. L’incontro tra i padroni di casa ellenici e la Slovacchia si è disputato all’interno dell’iconico Stadio Panathinaiko, reso celebre (e molto caro) per lo sport italiano grazie all’arrivo vincente di Stefano Baldini nella Maratona dei giochi Olimpici del 2004.
    Il Panathinaiko, noto anche come Kallimarmaro, è una bellissima e antica struttura costruita interamente con marmo pentelico (proveniente dal monte omonimo). Nell’antichità ospitò i Giochi panatenaici, in onore della dea Atena, protettrice della capitale greca. Inizialmente lo stadio aveva i posti a sedere in legno, venne poi rinnovato con il marmo del monte Pentelico nel 329 a.C. e quindi notevolmente ampliato, arrivando a contenere ben 50 000 posti. Rimasto sepolto per diversi secoli, venne riscoperto nel 1870 e restaurato inizialmente per i Giochi olimpici di Zappas, primo tentativo di rinascita delle antiche Olimpiadi svolto nel 1870 e nel 1875. Quando fu decisa l’organizzazione dei nuovi giochi Olimpici, lo stadio venne nuovamente ristrutturato e preparato per il 1895. L’arena era stata costruita molto tempo prima che le dimensioni delle strutture sportive di atletica leggera fossero state standardizzate, da qua la caratteristica forma della pista che segue l’antica traccia e non l’anello omologato successivamente, e che non consente pertanto il suo utilizzo per le gare moderne di atletica. Infatti nel 2004 oltre all’arrivo della Maratona, lì si sono svolte le gare di tiro con l’arco.

    Proprio all’interno di quest’affascinante struttura il team ellenico di Davis ha affrontato lo scorso weekend quello della Slovacchia, con un bel campo preparato per l’occasione, ma la delusione degli appassionati locali purtroppo il momento “no” di Stefanos Tsitsipas è continuato anche con la maglia della sua nazionale. Infatti Stefanos ha portato a casa con tantissima fatica il secondo match della sfida contro Lukas Klein, grazie al ritiro di quest’ultimo quando lo score era sul 4-0 per Stefanos, ma il greco era stato a 3 punti della sconfitta nel secondo set. Peggio ancora la prestazione nella giornata decisiva, quando Tsitsipas ha ceduto in tre set ad Alex Molcan, condannando così la Grecia alla sconfitta, visto che gli slovacchi avevano vinto nettamente secondo singolare e poi anche il doppio sconfiggendo la coppia dei fratelli Tsitsipas. 3-1 per la Slovacchia il risultato finale.
    In patria hanno apprezzato l’impegno del proprio miglior tennista, ma le sue prestazioni sono lontane anni luce rispetto a quelle ammirate ad inizio stagione, quando raggiunse la finale degli Australian Open. Una crisi profonda, condita da troppi cambiamenti di coach con l’andirivieni di Mark Philippoussis e del padre, per una situazione negativa che si trascina ormai da parecchio tempo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Hewitt tuona contro i vertici dell’ITF in difesa della Davis: “Dobbiamo sbarazzarci di chi comanda”

    Lleyton Hewitt in Davis a Manchester

    “Ho detto da sempre che le due cose più belle della Coppa Davis erano i set al meglio dei cinque e il formato casa e trasferta, perché era l’apice del nostro sport. Tutto questo non c’è più, è ridicolo. Dobbiamo sbarazzarci di chi comanda”. Così ha tuonato alla stampa a Manchester Lleyton Hewitt, capitano del team australiano di Davis ed ex n.1 del mondo, da sempre paladino – fin da quando era giocatore – della più antica competizione nazionale sportiva a squadre, nata nel 1900.
    Fin dall’approvazione della tanto contestata riforma della Davis targata Kosmos-ITF, Hewitt è diventato uno dei più duri oppositori della nuova formula, tanto che subito dopo aver passato la fase a gironi in Inghilterra lo scorso weekend Lleyton è tornato con veemenza a sostenere la necessità di cancellare prima possibile lo status quo, che ritene “ridicolo”, per riavere i pilastri di un torneo a suo dire unico e amatissimo dal pubblico.
    “Giocare davanti a 500 o 1000 persone è inaccettabile, non è la stessa cosa del passato. Ma come ho sempre detto alla mia squadra, l’orgoglio che viene nel vestire la maglia “green and gold” resta immutato, quindi per noi, qualunque sia il formato, resta immutato l’impegno di andare comunque là fuori e lasciare in campo tutto quello che abbiamo per il nostro paese” continua Hewitt. “Ma sono d’accordo che questo formato sia buono? No, neanche per un minuto. Dobbiamo sbarazzarci delle persone che oggi sono al vertice… abbiamo visto cosa è successo. Questo disastro doveva durare 25 anni e si è trasformato in un disastro di quattro anni. Sono già troppi. È inaccettabile. Finché non verranno apportate modifiche, affronteremo esattamente le stesse cose ogni anno, ma non resteremo certo qua fermi ad aspettare”.
    Hewitt dichiara battaglia, ma molto dipenderà dalle elezioni del nuovo Presidente dell’ITF che si svolgeranno il prossimo 24 settembre a Cancun (Messico). Oltre all’attuale presidente Haggerty, che ha deciso di ricandidarsi, il suo principale rivale sarà Dietloff Von Armin, della federazione tedesca. Proprio il nodo-Davis potrebbe essere decisivo: l’attuale presidente ha scommesso sulla riforma della Davis come principale obiettivo del suo mandato, e tutti abbiamo visto com’è andata a finire; il tedesco al contrario si è sempre detto assai perplesso su questo tipo di rinnovamento.
    Haggerty nei giorni scorsi ha confermato che a suo dire il cambiamento è stato positivo da molti punti di vista e quindi la sua idea è di proseguire su questa strada. Pure l’attuale direttore dell’evento, Feliciano Lopez, he confermato che una novità così grossa necessita di anni per esser digerita ed assorbita da giocatori e pubblico. In realtà, proprio la scarsissima affluenza del pubblico negli incontri della fase a gironi nei quali non è presente la nazione ospitante è uno dei più visibili problemi di questa formula. Ma non è l’unico. Uno dei capisaldi della riforma doveva essere la maggior presenza dei big, attirati da match meno duri (due su tre). Lo scorso weekend nella fase a gironi l’unico top10 a giocare è stato Djokovic, una toccata e fuga di una sola partita.
    Dall’altro lato Von Armin ha criticato la situazione attuale della Davis e promesso cambiamenti, ma non ha pubblicamente proposto niente in particolare. Ci saranno sicuramente altri aspetti che peseranno tanto a livello elettorale – ITF gestisce tutto il tennis di base, giovanile, i Future e tanto altro ancora – e sicure “convenienze politiche” che potrebbero spostare voti decisivi da una delle due parti, ma è certo che la questione Davis è sul tavolo e avrà un peso non indifferente. Vedremo anche quanto peseranno le parole di Hewitt e altri duri oppositori della “nuova” Davis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Woodforde: “Assegnare punti ATP in Davis è un’opzione per il futuro”

    Mark Woodforde (foto Getty Images)

    Mark Woodforde, storico tennista australiano e formidabile doppista in coppia con Todd Woodbridge, è stato intervistato da Alessandro Mastroluca per SuperTennis in quel di Bologna in merito all’attualità della Coppa Davis e al suo futuro. Oggi il 57enne nativo di Adelaide è presidente del Davis Cup Committee e membro del Consiglio direttivo dell’ITF, un ruolo quindi un certo peso nell’ambito della politica tennistica. Secondo l’australiano, il fascino della Coppa Davis è ancora assai vivo, ma i tempi sono cambiati con tantissimi tornei ATP in calendario. L’idea di assegnare punti per il ranking individuale con le presenze in nazionale è un’ipotesi sul tavolo, da non scartare nel prossimo futuro. Riportiamo alcuni estratti dell’interessante intervista.
    “Quando giocavo io, il tennis non aveva così tanti tornei in calendario come adesso. Penso che il rapporto con la nazionale e la Davis sia cambiato, perché il tennis si è evoluto. L’ATP Tour prospera, ci sono tanti tornei a vari livelli. Ci sono giocatori per i quali giocare per la loro nazione non è una priorità perché il circuito sta facendo tanto anche in termini di prize money. E consideriamo che la Coppa Davis non coinvolge soltanto le squadre presenti nella fase a gironi, ma oltre 150 nazioni. Quella di non venire a giocare la Coppa Davis è una decisione personale. Noi abbiamo un canale di comunicazione con i giocatori, ma siamo un’organizzazione di nazioni. Cerchiamo di raccogliere tutte le informazioni e i feedback, dobbiamo considerare anche il calendario e la presenza di altre competizioni a squadre che mettono in palio prize money alti. La Coppa Davis è sempre stata la competizione più grande, più prestigiosa nel nostro sport. Oggi, però, per i giocatori ci sono molte più opzioni”.
    “Per arrivare a questo formato, c’era stata un’ampia consultazione con i giocatori. Poi quando si è andati al voto, quasi il 75% delle nazioni si è espresso a favore del nuovo format. Tutti erano consapevoli che eliminare il modello precedente, in cui per ogni partita di ogni turno una squadra giocava in casa, e passare a questa versione simile a un Mondiale del tennis, avrebbe portato a giornate più difficili quando la nazione ospitante non fosse stata in campo. Ma anche nei tornei del circuito ATP ci sono giornate con meno pubblico, spesso le prime, in cui i tifosi non riempiono lo stadio. Abbiamo discusso la questione nel Committee, nel board dell’ITF, all’epoca con Kosmos. Quel che è certo è che nel vecchio format la Coppa Davis stava morendo. C’erano nazioni che non volevano organizzare i tie, anche nelle categorie più alte della manifestazione, perché economicamente non sarebbero rientrate dei costi. Stiamo comunque raccogliendo feedback in tutte le città sedi dei gironi per capire come migliorare. La Coppa Davis resta un valore, e secondo me non celebriamo abbastanza i giorni di successo, come quelli in cui abbiamo riempito gli stadi a Bologna o a Manchester questa settimana”.
    “La partnership con l’ATP è iniziata quando c’era ancora Kosmos e va avanti. Per noi è importante lavorare con il massimo della coesione. L’ITF è una delle sette organizzazioni che governano il tennis, per noi è importante avere questo rapporto con ATP per il futuro di questa competizione. Né l’ITF né il Davis Cup Committee hanno scelto la settimana in cui giocare la fase a gironi, ad esempio. Riuscire a lavorare insieme con ATP permetterà non sono di ragionare insieme del calendario, ma anche di darci aiuto reciproco nel promuovere gli Slam, i Masters 1000 e la Coppa Davis, uno dei pilastri del nostro sport”.
    “Punti ATP con i match in Davis? Abbiamo discusso questa opzione, ed è ancora sul tavolo. C’è un’altra competizione a squadre a inizio stagione, la United Cup, che li assegna. Come ho detto, i giocatori oggi hanno tante opzioni. La Coppa Davis si gioca dopo gli slam, noi speriamo che i giocatori si impegnino a disputarla, perché far parte della Coppa Davis rimane un grande onore, ma non possiamo poggiare soltanto su questo concetto. Assegnare punti rimane un’opzione, ne abbiamo parlato e vale la pena continuare a farlo con ATP”. LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: Le dichiarazione degli azzurri dopo la conquista dei quarti di finale. Domani il sorteggio

    Il capitano Filippo Volandri festeggia con Matteo Arnaldi (foto Sposito)

    Concludendo una settimana di passione e impegno, la squadra italiana ha raggiunto il suo obiettivo: le Finals della Davis Cup a Malaga. Non è stato un percorso facile; ha richiesto sudore, determinazione e grinta. Ma forse è proprio questo che rende la vittoria ancora più dolce.
    “La parola che meglio descrive questa settimana è ‘strepitosa’”, ha affermato Filippo Volandri, al termine di una delle giornate più intense. “Molti ci avevano già dato per sconfitti, ma questo straordinario gruppo ha mostrato la sua capacità di reagire. Questo successo è il risultato dell’impegno collettivo. Prenderemo del tempo per riflettere su questa settimana, ma l’obiettivo di Malaga è stato raggiunto.”Nei quarti di finale a Malaga, l’Italia sfiderà l’Olanda, che ha dominato il Gruppo D a Spalato, oppure la Gran Bretagna, vincitrice del Gruppo B alla Manchester Arena. I sorteggi si terranno domani.
    Ma qual è il segreto dietro questa risalita incredibile? “Abbiamo avuto molti dialoghi”, ha evidenziato il capitano della squadra azzurra. “Ci siamo fidati l’uno dell’altro, condividendo i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni. Questa sconfitta ci ha uniti ancora di più in uno sport che è fondamentalmente individuale.” Anche coloro che non hanno giocato in campo hanno dimostrato il loro sostegno. Jannik Sinner ha inviato messaggi di incoraggiamento ogni giorno, e Matteo Berrettini, nonostante fosse in riabilitazione, ha fatto un salto per sostenere la squadra.A Bologna, il team si è preparato intensamente per Malaga. “La superficie era molto diversa rispetto all’anno scorso, ma decisamente simile a quella delle Finals”, ha osservato Simone Bolelli.Lorenzo Musetti ha condiviso le sue riflessioni sulla settimana: “Non abbiamo avuto il miglior inizio, ma abbiamo dimostrato la nostra efficienza e determinazione.” Guardando avanti, Musetti si è detto ansioso di giocare nei tornei in Cina e spera di chiudere l’anno in bellezza a Malaga.
    Matteo Arnaldi dichiara: “Sono contento per come sono andate le cose. Dopo il 3-0 contro il Canada siamo stati bravi con tutto il team a ribaltarla in questo girone di qualificazione. E’ stata una settimana fantastica, ho giocato più di quanto mi sarei mai aspettato: un doppio e due singolari. La vittoria più bella? Entrambe sono state importanti per me. L’altro giorno contro il Cile era la prima volta che giocavo in singolare ed è stato il primo punto per l’Italia qui a Bologna. Oggi è stato il punto che ci porta alle Finals…. Beh, se devo scegliere, diciamo che la prima volta non si scorda mai.Nella squadra al completo non credo ci sia posto per me – dice Arnaldi, con modestia non comune -. Sono soddisfatto e tanto di questa prima esperienza, di queste prime partite: Malaga è tra due mesi e ci sono altri giocatori davanti a me in classifica”.
    Concludendo, Volandri ha riflettuto sulla formula attuale della Davis Cup, spesso soggetta a critiche. “La Davis è cambiata molto, ma la formula in sé non è ciò che conta. Ciò che conta veramente è che i giocatori diano il massimo ogni volta che scendono in campo. E questo è esattamente ciò che hanno fatto.” LEGGI TUTTO