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    Nba: super Doncic affonda Brooklyn, Curry trascina i Warriors

    I Nets sbattono il muso contro un Luka Doncic versione All Star. Brooklyn conferma tutte le sue difficoltà in questo avvio di regular season, incassando la quarta sconfitta in cinque gare: al Barclays Center Dallas la spunta all’overtime per 129-125, con lo sloveno che firma una tripla doppia da 41 punti, 11 rimbalzi e 14 assist, compresi quelli per le tre “bombe” (Hardaway, Kleber e Bullock) che di fatto decidono la partita nell supplementare. Dopo Morant e Antetokounmpo, tocca dunque a Doncic affondare la difesa dei Nets, a cui non bastano i 39 punti di Irving e i 37 di Durant. A proposito dei Grizzlies, Memphis ribadisce di essere fra le squadre più in forma a Ovest: 125-110 su Sacramento (Kings ancora a zero vittorie) con 31 punti di Bane e 22 di Morant. Stephen Curry si prende invece la scena nel successo di Golden State su Miami per 123-110: 33 punti (di cui 10 nell’ultimo quarto), 9 assist e 7 rimbalzi. Non manca però il contributo dei vari Wiggins (18 punti e 10 rimbalzi) e Thompson (19 punti con cinque triple) mentre gli Heat non riescono a dare continuità alla vittoria su Portland nonostante 27 punti di Butler e 26 di Adebayo.Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici NBA LEGGI TUTTO

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    Super Curry trascina Golden State: Sacramento va ko

    Contina a brillare in Nba la stella di Stephen Curry, trascinatore di Golden State nella vittoria contro Sacramento (130-125) con 33 punti a referto e un contributo fatto di qualità e quantità. Affermazione all’overtime per Cleveland e Utah: i Cavaliers si impongono per 117-107 sui Washington Wizards grazie, innanzitutto, ai 37 punti di Mitchell, mentre i Jazz la spuntano per 122-121 sul parquet dei New Orleans Pelicans con 31 punti di Markkanen.

    Lakers e Clippers ko in casa

    Battute d’arresto casalinghe per i due quintetti di Los Angeles: i Lakers cedono al fotofinish contro i Portland Trail Blazers (106-104), i Clippers finiscono al tappeto contro i Phoenix Suns (112-95). Altri risultati: Atlanta Hawks-Charlotte Hornets 109-126; Oklahoma City Thunder-Minnesota Timberwolves 106-116. LEGGI TUTTO

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    Nba, Golden State vola sulle ali di Curry: Sacramento ko

    SAN FRANCISCO (Stati Uniti) – Steph Curry continua a trascinare Golden State. Nella notte italiana della regular-season dell’Nba la stella dei Warriors brilla anche contro i Sacramento Kings, realizzando 33 punti e contribuendo con qualità e quantità alla vittoria dei suoi per 130-125. Affermazione all’overtime per Cleveland e Utah: i Cavaliers si impongono per 117-107 sui Washington Wizards grazie soprattutto ai 37 punti di Mitchell, mentre i Jazz la spuntano per 122-121 sul parquet dei New Orleans Pelicans con 31 punti di Markkanen. Battute d’arresto casalinghe per i due quintetti di Los Angeles: i Lakers cedono al fotofinish contro i Portland Trail Blazers (106-104), mentre i Clippers finiscono al tappeto contro i Phoenix Suns (112-95). Infine, nelle altre gare della notte gli Atlanta Hawks cadono contro gli Charlotte Hornets, col punteggio di 109-126, e gli Oklahoma City Thunder vanno ko contro i Minnesota Timberwolves per 106-116.Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici NBA LEGGI TUTTO

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    Nba, la tripla doppia di Jokic batte Curry. Super Morant!

    Spettacolo in Nba nella notte del 22 ottobre. I Golden State Warriors, campioni in carica, hanno perso in casa contro i Denver Nuggets nonostante la super prestazione di Stephen Curry che ha messo a segno 34 punti. Nel match in questione, terminato 128-123 per gli ospiti, spicca la prova di Nikola Jokic che effettua una tripla doppia: 26 punti, 12 rimbalzi e 10 assist. I Memphis Grizzlies vengono invece trascinati da un super Ja Morant che mette a segno addirittura 49 punti (oltre a 4 rimbalzi totali e 8 assist) regalando alla sua squadra la vittoria contro gli Houston Rockets per 129-122.  

    Gli altri risultati: Portland-Phoenix 113-111 DTS, Miami-Boston 104-111, Atlanta-Orlando 108-98, Minnesota-Utah 126-132 DTS, Brooklyn-Toronto 109-105, Charlotte-New Orleans 112-124, Washington-Chicago 102-100, New York-Detroit 130-106, Indiana-San Antonio 134-137.

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    Under Armour blida Curry: accordo a vita da 1 miliardo di dollari

    SAN FRANCISCO (Stati Uniti) – L’anno 2022 continua a sorridere a Stephen Curry. La stella dei Golden State Warriors oltre al 4° titolo Nba con annesso riconoscimento di Mvp (1° in carriera nelel Finals) adesso potrebbe unirsi a Lionel Messi (Adidas) e LeBron James (Nike) come ambasciatore a vita del suo main sponsor, l’Under Armour. Infatti il prodotto di Davidson è vicino alla firma di un accordo a vita con il brand sportivo di Baltimore da oltre un miliardo di dollari. Curry da tempo è il volto del popolare marchio sportivo impegnato anche in molte iniziative di beneficienza. A febbraio il brand ha donato nell’ambito degli Nba All-Star Game 1.000 dollari per ogni punto segnato da Curry (he poi si aggiudicò anche l’Mvp dell’evento) al distretto scolastico di Cleveland per sostenere i loro programmi sportivi di basket. Con la firma dell’accordo Curry diventerà il secondo giocatore Nba in attività a superare la soglia del miliardo in pochi mesi: a giugno, stando ai dati di Forbes, LeBron James dei Los Angeles Lakers è divenuto il primo giocatore a valere 1 miliardo LEGGI TUTTO

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    Basket NBA: Warriors dynasty, Curry come Magic, Jordan e Duncan

    TORINO -Ci si inchina, appassionati e ammirati al cospetto della Warriors Dynasty che ormai ha assunto le dimensioni di un impero, assimilabile a quello dei Chicago Bulls Anni 90 (6 titoli), dei San Antonio Spurs  90-2000 (5 titoli), dei Lakers Anni 80, capaci di 5 titoli su 9 finali in 12 anni. Un po’ diverso il discorso per i Lakers di Kobe Bryant, perché all’inizio non erano di Kobe, pur determinante nel titolo 2000. Ma è soprattutto questione di caratterizzazione del gioco e di avere una guida. Le quattro dinastie avevano e hanno un giocatore di estremo riferimento che ha cambiato il gioco o la percezione dello stesso. E avevano un allenatore-guida. Poi certo, c’erano anche altre superstar, un secondo violino e a volte un terzo. Ma due nomi accomunano le 4 storie, in ordine cronologico. Magic Johnson e coach Pat Riley, lo showtime. Michael Jordan e Phil Jackson a Chicago, Tim Duncan e Gregg Popovich a San Antonio. Infine Steph Curry e Steve Kerr a Golden State, appunto. Prendendo spunto da una pubblicità varrebbe la pena di dire No Stph, No party. Perché è vero che il gioco di condivisione e di occupazione di spazi prima di Curry e Klay Thompson e del loro tiro da tre da distanza superiore ha cambiato tutto, ma è altrettanto che proprio l’avvento di Curry, la sua bidimensionalità e la crescita costante, l’etica del lavoro, la sfrontatezza nel mostrarsi, hanno dato una dimensione diversa al fenomeno. Il quarto titolo in 8 anni su 6 finali, è però il capolavoro. Perché nel frattempo Golden State ha visto partire Kevin Durant e ha dovuto attendere 940 giorni Klay Thompson, frantumatosi prima il crociato e poi il tendine d’Achille. Al secondo infortunio altre franchigie avrebbero desistito, cominciato la ricostruzione, Golden State ha creduto nel gruppo, nella crescita di altri giovani (nonostante l’infortunio a Wiseman, seconda scelta assoluto 2020 e fuori tutta questa stagione e un pezzo dell’altra), nel magnifico terzetto, forse il trio più forte della storia: Curry, Thompson e Draymond Green. Due anni di attesa e sconfitte. E poi il ritorno, con protagonisti nuovi, rilanciati come Andre Wiggins, cresciuti come Jordan Poole e Kevon Looney, pure lui tornato da infortuni. Così il 103-90 di gara-6 a Boston è l’apoteosi perché, finalmente, il premio di miglior giocatore è andato al capo, che già aveva due trofeo da Mvp stagionale, ma mai delle finali. E Steph alla fine ha detto: “Abbiamo ancora tanto da re”.. una promessa per i compagni e per gli appassionati che arrivano due ore prima in ogni arena per vedere il suo riscaldamento ormai mitico, con tiri da ogni posizione, palleggi, movimenti mai visti prima. E una minaccia per gli avversari. Con la sfrontatezza di chi in partita dopo una canestro ha indicato il dito per il nuovo anello e poi ha mandato tutti a nanna, con il gesto che si fa ai bambini per portarli a dormire. Steph è tra gli eletti. il miglior playmaker della storia. Non lo diciamo noi, ma i suoi compagni Iguodala e Green LEGGI TUTTO

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    Nba: delude Curry, Thompson trascina i Warriors. Chicago ritrova Caruso

    Autore di 38 punti nella serata no di Steph Curry (appena 8), è Klay Thompson a trascinare Golden State – senza Draymond Green – nel 122-109 inflitto ai campioni in carica di Milwaukee, che interrompono così una striscia di sei successi consecutivi. Festa grande a Chicago dove, nel 101-91 con cui regolano Cleveland, si rivede in campo dopo 22 partite di assenza l’italo-texano Alex Caruso: privi di LaVine, alle prese con un problema al ginocchio, in casa Bulls spiccano i 25 punti di DeRozan e il 20+14 di Vucevic. Show di Clarkson, che con 45 punti segna il record di franchigia per una riserva, nel 134-125 di Utah contro Sacramento, e massimo in carriera anche per Hart (44, più 8 rimbalzi e 6 assist) nel 127-118 di Portland contro i Wizards. Chiudono il quadro le vittorie di Toronto, 125-117 a Denver nel segno di Siakam (33 punti, di cui 23 nel primo tempo), Barnes (25) e Boucher (21+13), di Minnesota, 113-104 a Miami senza Jimmy Butler, Caleb Martin e Victor Oladipo ma trascinati da Tyler Herro (autore di 30 punti in uscita dalla panchina), e di Indiana, 119-108 a San Antonio (19 a testa per Haliburton e Washington jr, inutili i 26 di Landale). LEGGI TUTTO