consigliato per te

  • in

    Moya parla di Nadal: “Abbiamo pensato che fosse finita. Ha recuperato lentamente, ora sente di poter essere competitivo”

    Moya e Nadal

    Carlos Moya è sempre stato a fianco di Rafael Nadal in questo 2023 così difficile per il campione spagnolo. Lo stop in Australia, i tentativi di recupero andati a vuoto, la frustrazione del doversi di nuovo operare per il rifiuto di terminare la carriera così, con un fredda conferenza stampa. Ha attraversato momenti difficili, nei quali tutto sembrava inutile, ma lentamente e con pazienza il 22 volte campione Slam si è risollevato e negli ultimi giorni di allenamento in Kuwait si è convinto di poter essere ancora competitivo. Così Nadal sarà la stella del 250 di Brisbane, che aprirà la nuova stagione, e Moya sarà ancora a suo fianco. Così Carlos ha parlato l’ATP, raccontando alcuni dei momenti più bui dell’anno e come vede adesso Rafa, a pochi giorni dal ritorno in campo.
    “Ci sono stati momenti difficili perché non migliorava, abbiamo dovuto stare molto attenti ai carichi di allenamento che gli abbiamo preparato. Ha preso tanti rischi per provare a risalire e il percorso è stato difficile, molto difficile, ma lui ha sempre mantenuto la voglia spinto dal desiderio di tornare a giocare. In vari momenti, percepivo che fosse finita”.
    Rafa ha la competizione dentro, e questo lo porta a spingere al massimo. Per questo Moya continua ad aver paura che il desidero di eccellere lo possa portare a strafare e soffrire un nuovo infortunio che potrebbe essergli fatale. “È difficile fargli capire che non può pretendere tanto fin dall’inizio come è abituato, perché è un animale competitivo. Gran parte del nostro lavoro è stato quello di fermarlo quando si allenava, limitare le sue ore e l’intensità dell’allenamento in campo.Il mio timore più grande è come riuscirà ad assimilare il carico delle partite, non è facile passare dall’allenamento alla gara”.
    Le ultime settimane di allenamento sono state molto positive. Arthur Fils si è allenato con lui, e ha confessato di averlo trovato molto competitivo… “Rafa è arrivato a pensare che non sarebbe stato in grado di tornare ad un buon livello competitivo, ma ora invece si è convinto che potrà esserlo di nuovo. Sta seguendo la progressione corretta, questo è un processo in cui deve attraversare le fasi poco a poco. Abbiamo bisogno di giocare e prendere ritmo”.
    L’obiettivo per Nadal è chiaro: Parigi. “Mancano sei mesi al Roland Garros e le incognite da risolvere sono tante, ma è evidente che sarebbe entusiasta di fare bene lì, è il suo torneo preferito”.
    Non resta che attendere un paio di settimane, quelle mancano al rientro in campo di Nadal, e vedere le sue condizioni, il suo fisico sottoposto allo stress delle partite.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Campionati italiani under 16 femminili a Lagnasco – Semifinali

    Viola Bedini nella foto

    Semifinali in archivio nei Campionati Italiani under 16 femminili By Italgas sui campi della VTT di Lagnasco. Hanno decretato i nomi delle due finaliste che domani a partire dalle 10 si contenderanno il titolo. Sono quelli di Viola Bedini, 2.4 e quarta testa di serie al via e di Vittoria Segattini, numero 2 del tabellone individuale. La Bedini, marchigiana che si allena con Uros Vico, ex professionista, a Voghera, ha stoppato la corsa della numero 1 del draw, Carolina Gasparini, 2.3 del TC Padova, con lo score di 6-4 6-1. Primo set equilibrato e deciso da pochi punti nei quali Viola Bedini, seguita questa settimana anche dal suo manager Davide Bima, è stata più lucida e determinata. La solidità è stata anche nell’occasione, come nel resto della settimana, la sua arma vincente, ancora più evidenziata nella seconda frazione. Gasparini un po’ nervosa e contratta anche per un piccolo problema fisico alla spalla, in grande difficoltà fin dalle battute iniziali del set, vinto al termine dalla Bedini con un netto 6-1.
    Nella seconda semifinale Vittoria Segattini ha imposto il proprio gioco alla siciliana Laura Genovese, sorpresa in positivo del torneo, piegata con un doppio 6-3. Segattini perfetta nei passaggi chiave dell’incontro e meritatamente in finale al termine del confronto durato 1 ora e dieci minuti. La sfida per il titolo si annuncia incerta e potrebbe essere caratterizzata dalla capacità di entrambe le protagoniste di resistere da fondo campo e aspettare i momenti ideali per spingere alla ricerca del punto. Domani dunque la conclusione di un torneo che è piaciuto a tutti, sia per il livello tecnico che la perfezione organizzativa. La VTT di Lagnasco si candida ad ospitare in futuro altri appuntamenti legati ai giovani, su scala regionale e nazionale. Nell’arco della settimana anche i vertici della FITP hanno fatto visita alla struttura sottolineandone le grandi potenzialità.
    Alla VTT di Lagnasco si è assegnato ieri il primo titolo italiano nell’ambito dei Campionati under 16 femminili by Italgas. Quello di doppio è andato al tandem Gasparini/Dibenedetto che ha piegato quello composto da Rizzetto e De Matteo con lo score di 6-4 7-5. Match equilibrato e a tratti spettacolare. Al termine la premiazione alla quale sono intervenuti tra gli altri il sindaco di Lagnasco, Roberto Dalmazzo, la giocatrice di casa e professionista del circuito WTA Camilla Rosatello e la proprietà del centro che ospita le gare, il Tennistadium. LEGGI TUTTO

  • in

    Gael Monfils si infortuna alla caviglia in un match di esibizione e si ritira in evidente difficoltà

    Gael Monfils nella foto

    La peggiore notizia possibile che potrebbe ricevere un tennista nel mese di dicembre è accaduta. Gael Monfils stava disputando un incontro di esibizione nell’ambito del torneo Ultimate Tennis Showdown, contro Jack Draper, quando ha subito una vistosa distorsione alla caviglia. Il veterano tennista francese era molto motivato ad avere una buona preparazione in vista di una stagione in cui poter competere regolarmente dopo i numerosi problemi subiti di recente, ma questo imprevisto potrebbe cambiare tutto.
    Monfils ha lasciato il campo con evidenti difficoltà fisiche e ha mostrato che il problema potrebbe diventare serio per questo inizio di stagione.Ricordiamo che il tennista francese inizierà la stagione con l’ATP 250 di Auckland, torneo che si svolgerà tra il 6 e il 13 gennaio.Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Italiani nei tornei ITF: I risultati di Domenica 17 Dicembre 2023

    Samuel Vincent Ruggeri ITA, 22-05-2002

    M15 Sharm ElSheikh 15000 – Final[7] Evgeny Philippov vs [2] Samuel Vincent ruggeri ore 10:00ITF Sharm ElSheikh E. Philippov [7]• 3031 S. Vincent Ruggeri [2]3061ServizioSvolgimentoSet 2E. Philippov 0-15 0-30 15-30 30-30S. Vincent Ruggeri 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace 40-301-0 → 1-1E. Philippov 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1S. Vincent Ruggeri 15-0 30-0 40-03-5 → 3-6E. Philippov 15-0 30-0 30-15 30-30 30-403-4 → 3-5S. Vincent Ruggeri 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4E. Philippov 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 ace2-3 → 3-3S. Vincent Ruggeri 15-0 15-15 30-15 30-30 df 40-302-2 → 2-3E. Philippov 0-15 15-15 15-30 15-402-1 → 2-2S. Vincent Ruggeri 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A df1-1 → 2-1E. Philippov 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 ace 40-40 A-400-1 → 1-1S. Vincent Ruggeri 0-15 15-15 30-15 ace 40-150-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

  • in

    2023, cala il sipario per Isner, Feliciano e altri ex top40

    John Isner

    Come ogni anno anche il 2023 ha salutato il ritiro di diversi tennisti di valore, protagonisti di pagine importanti della disciplina. Nel 2023 tra i giocatori che hanno appeso la racchetta al chiodo segnaliamo John Isner, Feliciano Lopez, Pablo Andujar, Malek Jaziri, Guido Pella e Peter Gojowzcyk. Li ricordiamo brevemente con alcuni dati e momenti salienti.
    John Isner sarà ricordato per sempre per due fatti: il record assoluto di Ace (ben 14.470), e la vittoria del match più lungo della storia, a Wimbledon 2010 contro il francese Mahut, cinque set distribuito su tre giorni per 11 ore e 5 minuti di gioco, con il clamoroso score di 70 a 68.  Record che non sarà mai più battuto poiché in tutti gli Slam il quinto set è adesso deciso da un tiebreak. “Long John” dai suoi 208 cm ha sparato Ace a ripetizione, a volte letteralmente ingiocabile nei suoi game, ma oltre al servizio bomba è stato un tennista discretamente completo, con una mobilità tutt’altro che disprezzabile viste le sue misure. In carriera ha vinto 16 tornei, toccando come best ranking il n.8 nel 2018. Non ha mai raggiunto la finale di uno Slam, c’è andato vicino a Wimbledon 2018, quando fu stoppato in semifinale da Kevin Anderson al termine di un’altra maratona, vinta dal sudafricano per 26-24. A lui appartiene anche il record di servizio più veloce registrato ufficialmente, 253 km/h nel 2016 in Coppa Davis, anche se molti attribuiscono quel primato all’australiano Sam Groth, 263 km/h, ma al Challenger di Busan. Diritto potente, discreto nel gioco di volo, ha tirato la carretta del tennis a stelle e strisce in anni davvero bui per gli USA al maschile. Nel 2018 il suo successo più prestigioso, il 1000 di Miami. Curiosamente ha vinto tutti suoi titoli negli USA, eccetto i due titoli ad Auckland.
    Feliciano Lopez resterà nella memoria degli appassionati per il suo stile di gioco offensivo, uno dei pochi veri attaccanti pronto a correre a rete appena possibile, meglio se con quel rovescio in back davvero efficace per trovare un’ottima posizione sulla rete e sfruttare il suo innato atletismo. Fisico statuario (e bellissimo uomo, “Deliciano” per dirla alla mamma-Murray), ha attraversato 4 lustri della disciplina senza mai un grande infortunio e continuando a praticare quel tennis personale e offensivo davvero lontano dai canoni classici del tennis iberico, costruito su rotazioni, grande pressing e lotta dalla riga di fondo. Ha vinto 7 tornei in carriera (due volte sull’erba del Queen’s), fermandosi a un passo dalla top10, al n.12, questo forse resterà il suo più grande rimpianto in carriera. Fu decisivo nella finale di Coppa Davis in Argentina nel 2008, quando il “dream team” formato da Del Potro e Nalbandian fu clamorosamente battuto in casa da una Spagna priva di Nadal, con proprio Feliciano protagonista (vinse vs. Del Potro in singolare e trascinò Verdasco in doppio). Vanta un record assoluto che sarà difficile da superare: ha giocato ben 79 tornei dello Slam consecutivi, da Roland Garros 2002 agli Australian Open 2022. Iron man!
    Pablo Andujar ha chiuso la sua buona carriera in patria, ritirandosi nel corso del Challenger di Valencia lo scorso novembre. Ha disputato oltre 400 partite sul tour maggior, vincendo in carriera 4 titoli e toccando il best ranking di n.32 nel 2015. Purtroppo quando era al suo massimo in carriera ha subito un grave infortunio al gomito, riuscendo a tornare competitivo dopo ben 3 operazioni, togliendosi comunque la soddisfazione di rientrare in top 50 nel 2019. Tennista capace di lottare ore in campo, ha fatto della consistenza di gioco il suo punto di forza, brillando soprattutto sulla natia terra battuta. È attualmente uno dei rappresentanti dei giocatori in seno all’ATP.
    A 39 anni Malek Jaziri ha deciso di terminare la propria carriera, che l’ha reso il miglior tennista tunisino di tutti i tempi. Dotato di un fisico potente, il suo diritto su terra battuta poteva far male a chiunque e gli ha consentito di issarsi fino al n.42 nel ranking nel 2019, suo miglior piazzamento. Non ha vinto nessun torneo del tour maggiore, disputando solo una finale a Istanbul, nel 2018, sconfitto dal giapponese Taro Daniel.
    Guido Pella ha pensato bene di regalare a se stesso e alla sua famiglia un bel viaggio a Disney Paris dopo aver disputato il suo ultimo match in carriera allo US Open. L’argentino ha chiuso la sua vita Pro a 33 anni, un viaggio fatto di molti alti e bassi per colpa di vari infortuni. Tennista di discreto talento, mancino, quando era in giornata poteva diventare davvero pericoloso grazie alla progressione dei suoi colpi e qualche angolo davvero interessante. Ha toccato come proprio best il n.20 nel 2019, anno in cui ha vinto l’unico titolo in carriera a San Paolo e ha toccato la miglior prestazione negli Slam, i quarti a Wimbledon. Ha disputato altre quattro finali in carriera.
    Peter Gojowzcyk ha deciso di smettere dopo 18 anni di carriera a Metz, esattamente dove ha vinto il suo unico titolo sul tour maggiore nel 2017 partendo dalle qualificazioni. Il 34enne tedesco ha raggiunto il n.39 della classifica ATP nel 2018, il suo anno migliore complessivamente, nel quale ha raggiunto due finali con 23 vittorie. Martoriato da vari infortuni, ha giocato spesso bene nei tornei disputati ad inizio stagione tra Doha e Dubai. Con colpi di buon anticipo e traiettorie offensive, si prendeva grandi rischi e non sempre gli andava bene, ma in certe giornate è stato un avversario assai scomodo. Il suo ultimo grande risultato è stato a US Open 2021, dove ha raggiunto gli ottavi portando Alcaraz al quinto set.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Il record di Rafael Nadal che solo Novak Djokovic potrebbe battere

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Rafael Nadal vanta record impressionanti in molti aspetti e alcuni di questi sono la longevità e la regolarità. La prova di ciò è che è l’unico giocatore dell’Era Open in grado di accumulare dieci stagioni consecutive vincendo, almeno, un titolo del Grande Slam. Ha raggiunto questo traguardo tra il 2005 e il 2014, superando il record che avevano Björn Borg, Pete Sampras e Roger Federer, con otto anni consecutivi a conseguirlo. Novak Djokovic ha in corso una serie di sei stagioni consecutive vincendo, almeno, un major, che potrebbe estendere in questo 2024.
    🎾 Tennisti con più stagioni consecutive conquistando un Titolo del Grande Slam (Era Open/Singolare Maschile):🇪🇸 Nadal | 10 (2005-2014)🇸🇪 Borg | 8 (1974-1981)🇺🇸 Sampras | 8 (1993-2000)🇨🇭 Federer | 8 (2003-2010)🇷🇸 Djokovic | 6 (2011-2016)🇷🇸 Djokovic | 6 (2018-2023)
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Andrea Arnaboldi si ritira: “È stata una scuola di vita, infinitamente grato a questo sport”

    Andrea Arnaboldi nella foto

    Andrea Arnaboldi, il tennista lombardo noto per la sua riservatezza tanto in campo quanto fuori, ha annunciato il suo addio al tennis professionistico. Lo ha fatto, fedele al suo stile, con un breve post su Instagram, accompagnato da alcune delle immagini più significative della sua carriera. Nel post, Arnaboldi descrive il tennis come una “scuola di vita”, esprimendo infinita gratitudine verso lo sport e annunciando l’inizio di un nuovo capitolo ricco di progetti e il desiderio di trasmettere la sua esperienza.
    Questa notizia non sorprende, data la sua età di quasi 36 anni (27 dicembre) e una classifica ATP che lo vede al 732° posto, un numero che non rende giustizia alle sue capacità. Per anni, Arnaboldi ha rappresentato il tennis lombardo con un gioco mancino di rara classe ed eleganza. Ha raggiunto il picco della sua carriera nel 2015, posizionandosi al 153° posto nella classifica mondiale, in un anno segnato dal suo memorabile percorso a Roland Garros.
    Fu proprio al Roland Garros che Arnaboldi vinse la sua unica partita in un torneo del Grande Slam, battendo l’australiano Duckworth al primo turno. Tuttavia, il suo momento di celebrità internazionale arrivò con la vittoria nelle qualificazioni contro il francese Pierre-Hugues Herbert in un incontro storico: il più lungo mai giocato in termini di durata (4 ore e 30 minuti) e numero di game (71), con un punteggio finale di 6-4, 3-6, 27-25. Un record che, a causa delle nuove regole del tennis che prevedono un tie-break al terzo set, difficilmente verrà superato.
    Tuttavia, ridurre la carriera di Arnaboldi a quell’evento sarebbe ingiusto. In oltre vent’anni di carriera, ha collezionato successi notevoli, tra cui 7 titoli a livello Itf, molteplici vittorie contro avversari di alto livello e ha guadagnato l’ammirazione e il rispetto dei colleghi per la sua disciplina e dedizione. Nonostante gli siano mancati titoli Challenger, ha disputato 2 finali e 17 semifinali.
    Il suo ultimo torneo è stato il Challenger di Como, dove è stato celebrato per aver partecipato a tutte le 17 edizioni dal 2006. Anche se mancherà all’edizione del suo “maggiore età”, il cognome Arnaboldi continuerà a essere presente nel tennis, portato avanti dal cugino Federico. Andrea ha fatto da modello e mentore a Federico nelle sue prime fasi di carriera, e ora gli ha passato il testimone, augurandogli di superare i suoi stessi successi. Sarebbe il primo a esserne felice.
    Dichiara Andrea: “È stata una scuola di vita, infinitamente grato a questo sport.Si chiude un capitolo importante e se ne apre uno nuovo ricco di progetti e con la voglia di trasmettere tutta l’esperienza acquisita.Ringrazio tutte le persone che hanno avuto modo di condividere con me questo bellissimo percorso!Carico e determinato verso nuovi obiettivi”.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Ivan Ljubicic parla anche di Sinner, Berrettini e Musetti: “Sinner leggermente avanti ora ad Alcaraz e Medvedev”

    Ivan Ljubicic nella foto

    Alla vigilia del debutto di “Ljubo, l’uomo salvato dal tennis”, il documentario Sky Sport dedicato a Ivan Ljubicic, l’ex tennista croato ha condiviso le sue riflessioni sui protagonisti del tennis mondiale, inclusi i giovani talenti italiani e il ritorno di Rafael Nadal. In un’intervista rilasciata a Riccardo Crivelli per La Gazzetta dello Sport, Ljubicic ha espresso considerazioni puntuali su Jannik Sinner, attualmente quarto nel ranking mondiale e da lui considerato “il primo rivale di Djokovic in questo momento”. Ljubicic, ex numero 3 ATP, vede Sinner leggermente avanti rispetto ad Alcaraz e Medvedev, pur sottolineando la fluidità del tennis e l’importanza della preparazione invernale.
    Parlando del suo documentario, in onda sabato 16 dicembre alle 21.30 su Sky Sport Uno, Ljubicic ha spiegato come il tennis sia stato la sua salvezza, dandogli “un obiettivo e un sogno da inseguire”. Riflette sulla sua fuga da Banja Luka, la sua città natale, durante la guerra dei Balcani, quando suo padre, impossibilitato a seguirlo, affidò a sua madre il compito di farlo giocare a tennis.
    Ljubicic, noto anche come lungimirante coach di Roger Federer, non ha rimpianti sulla sua carriera, ritenendola “diecimila volte migliore” di quanto avesse immaginato. Riguardo al ritorno di Nadal, è convinto che il campione spagnolo non tornerà solo per una presenza simbolica, ma per competere ad alti livelli, come confermato dalle impressioni di Arthur Fils, che si è recentemente allenato con Nadal.
    L’intervista ha toccato anche Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Secondo Ljubicic, la varietà nel gioco di Musetti potrebbe essere un ostacolo nel trovare la sua identità tecnica, ma è fiducioso che il giovane troverà il proprio equilibrio. Per Berrettini, il problema principale sono gli infortuni piuttosto che il tennis in sé. Ljubicic lo vede pronto per tornare ai vertici, a patto di restare in salute e accumulare partite.
    Infine, Berrettini, che nel 2024 sarà accompagnato da Francisco Roig, è iscritto agli ATP250 di Brisbane e Auckland, preludi all’Australian Open. Potrebbero essere opportunità preziose per Berrettini di accumulare esperienza in vista dei grandi palcoscenici.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO