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    Roland Garros: Il Tabellone di Qualificazione femminile. Due azzurre al via (con tutti gli spot)

    Sara Errani nella foto – Foto Getty Images

    Roland Garros – Tabellone Qualificazione (con tutti gli spot) – terra rossa(1) Sara Errani vs Ann Li Ya Yi Yang vs Alice Tubello Talia Gibson vs Elena-Gabriela Ruse Daphnée Mpetshi perricard vs (23) Suzan Lamens
    (2) Julia Riera vs Natalija Stevanovic Harmony Tan vs Nastasja Schunk Alexandra Eala vs Ye-Xin Ma Tara Wurth vs (30) Taylah Preston
    (3) Anna Bondar vs Anastasia Zakharova Dalila Jakupovic vs Irina Bara Eva Lys vs Tiantsoa Rakotomanga rajaonah Nigina Abduraimova vs (24) Lulu Sun
    (4) Brenda Fruhvirtova vs Viktoria Hruncakova Ekaterina Makarova vs Robin Montgomery Andreea Mitu vs Leolia Jeanjean Celine Naef vs (18) Darja Semenistaja
    (5) Jule Niemeier vs Mirjam Bjorklund Lauren Davis vs Simona Waltert Jaimee Fourlis vs Anastasia Tikhonova Xinyu Gao vs (32) Dalma Galfi
    (6) Hailey Baptiste vs Valentini Grammatikopoulou Sinja Kraus vs Elizabeth Mandlik Ipek Oz vs Noma Noha akugue Polona Hercog vs (25) Tamara Zidansek
    (7) Arina Rodionova vs Lucija Ciric bagaric Rebecca Marino vs Martina Capurro taborda Sara Saito vs Francisca Jorge Manon Leonard vs (28) Alycia Parks
    (8) Katie Volynets vs Lucrezia Stefanini Miriam Bulgaru vs Aliona Falei Destanee Aiava vs Oksana Selekhmeteva Despina Papamichail vs (17) Daria Snigur
    (9) Moyuka Uchijima vs Justina Mikulskyte Petra Marcinko vs Kaia Kanepi Astrid Lew yan foon vs Raluka Serban Dominika Salkova vs (31) Arianne Hartono
    (10) Marina Bassols ribera vs Marina Stakusic Heather Watson vs Antonia Ruzic Lanlana Tararudee vs Xiaodi You Katarina Zavatska vs (29) Yuliia Starodubtseva
    (11) Olga Danilovic vs Anca Todoni Polina Kudermetova vs Kimberly Birrell Timea Babos vs Nuria Parrizas diaz Ella Seidel vs (22) Astra Sharma
    (12) Aliaksandra Sasnovich vs Jenny Lim Zeynep Sonmez vs Dejana Radanovic Lea Boskovic vs Himeno Sakatsume Selena Janicijevic vs (21) Jana Fett
    (13) Mai Hontama vs Carol Zhao Cristina Dinu vs Paula Ormaechea Katarzyna Kawa vs Gabriela Knutson Elvina Kalieva vs (20) Laura Pigossi
    (14) Claire Liu vs Veronika Erjavec Carole Monnet vs Irene Burillo escorihuela Tena Lukas vs Jil Teichmann Sijia Wei vs (26) Yuriko Lily Miyazaki
    (15) Emiliana Arango vs Julia Avdeeva Margaux Rouvroy vs Lina Gjorcheska Kateryna Baindl vs Solana Sierra Olivia Gadecki vs (19) Mccartney Kessler
    (16) Rebecca Sramkova vs Sarah Iliev Linda Fruhvirtova vs Iryna Shymanovich Mona Barthel vs Priscilla Hon Tereza Martincova vs (27) Panna Udvardy LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner allenamenti a Montecarlo: “Lavoriamo”

    Jannik Sinner nella foto

    Jannik Sinner è ritornato ad allenarsi sui campi del Montecarlo Country Club dopo l’infortunio all’anca che lo aveva costretto a fermarsi. Il tennista altoatesino ha completato la seconda sessione di allenamento e ha condiviso le sue sensazioni con i fan attraverso i social media.In un breve messaggio, Sinner ha scritto semplicemente: “Lavoriamo”. Questa singola parola racchiude la determinazione e l’impegno del giovane atleta nel processo di recupero e di ritorno alle competizioni. Nonostante l’infortunio abbia rappresentato un ostacolo nella sua stagione, Sinner dimostra di avere la mentalità giusta per affrontare questa sfida.
    Gli allenamenti a Montecarlo sono un segnale positivo per i tifosi di Sinner, che sperano di rivederlo al via tra una settimana al Roland Garros. LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Mondo: Andy Murray sorprende con un cambio di racchetta dopo 20 anni. Iga Swiatek continua a voler fare la storia nel tennis. Emma Raducanu si ritira dal Roland Garros 2024. Aryna Sabalenka apprezza i tornei di due settimane

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Andy Murray sorprende con un cambio di racchetta dopo 20 anniAndy Murray ha sorpreso tutti qualche giorno fa, apparendo a Bordeaux con una racchetta diversa da quella che aveva utilizzato negli ultimi 20 anni. Il britannico ha offerto le spiegazioni di questo cambio in una chiacchierata con l’ATP: “Quando ho perso a Miami, sono andato in un negozio di articoli sportivi e ho comprato 10 racchette diverse. Ho comprato un peso e ho controllato l’equilibrio. Era qualcosa che avevo fatto quando ero infortunato, ho provato un sacco di racchette. Ho giocato con la stessa racchetta per 20 anni e le cose cambiano. Lo sport è cambiato, usavo anche lo stesso tipo di corde tutto il tempo”.
    Iga Swiatek continua a voler fare la storia nel tennisDopo aver vinto il titolo al WTA Roma 2024 senza perdere un solo set e dopo aver battuto Aryna Sabalenka in finale, la polacca si è assicurata di svegliarsi il prossimo lunedì con il massimo dei punti personali fino ad ora nella classifica, con 11.695 punti, la seconda cifra più alta della storia. Il record nel Ranking WTA è detenuto da Serena Williams con 13.615 punti.
    Emma Raducanu si ritira dal Roland Garros 2024Arriva una brutta notizia dal Regno Unito: Emma Raducanu ha deciso di ritirarsi dal Roland Garros 2024. La britannica non si sentiva fisicamente pronta per disputare le qualificazioni del Grande Slam francese, quindi ha annunciato la sua assenza. È al terzo posto nella lista delle alternates per il tabellone principale, quindi se ci fosse un ritiro dell’ultimo minuto potrebbe entrare direttamente, ma tutto indica che la sua mente è già proiettata verso altri obiettivi, poiché è stata vista allenarsi su campi in cemento negli ultimi giorni.
    Aryna Sabalenka apprezza i tornei di due settimaneIl calendario del tennis è cambiato molto negli ultimi tempi e sempre più tornei importanti durano due settimane, invece di una come accadeva in passato. Ad Aryna Sabalenka è stato chiesto un parere a riguardo e ha espresso la sua opinione senza mezzi termini. “So che molti tennisti si lamentano e preferirebbero tornei di una settimana, ma a me piace avere un giorno di riposo tra una partita e l’altra perché ti permette di goderti altre cose oltre al tennis e di rilassarti mentalmente. I tornei di due settimane mi aiutano a essere più equilibrata mentalmente e a non finire così esausta ogni settimana di competizione, come accadeva prima”, ha commentato.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Roland Garros: La situazione aggiornata Md e Qualificazioni. Forfait di Lehecka. Passaro fuori di 2 posti dalle quali

    Scritto da zedarioz@ tinapica (#4045486)Una curiosità stilistica. E’ giusto usare il passato remoto per un torneo ancora in corso?
    @ zedarioz (#4045503)
    Uh, domanda calzante!Per quanto ne pensi io si è al limite dell’utilizzabilità.Il passato remoto, in Latino (da cui in gran parte deriva la Nosta Lingua) veniva usato ogniqualvolta un’azione fosse compiuta, conclusa.Questo modo di utilizzarlo è rimasto al centro-sud, nelle forme dialettali ma anche quando ci si esprime in Lingua Nazionale, ed…in Inglese; invece nell’Italiano settentrionale, pesantemente condizionato dal modo di esprimersi milanese (in dialetto milanese il passato remoto cadde gradatamente in disuso, fino a scomparire, durante il XVIII sec.) ormai il passato remoto è diventato quasi solo caricaturale.Proprio quest’ultima frase mi aiuta a chiarire quali criteri io segua: “è diventato” e non “divenne” perché tale azione sparge abbondantemente i suoi effetti nella contemporaneità, al punto tale da potersi quasi affermare che sia un’azione ancora, se non proprio in divenire, in essere.Invece la frase del mio commento credo -a memoria, senza andare a controllare- si riferisca ad un incontro concluso, quindi ad una azione che non è più in essere.Ma, effettivamente, le conseguenze di quell’incontro, eliminazione e passaggio al turno successivo, sono ancora pienamente in essere.Quindi si tratta di un’interpretazione un po’ al limite, la mia. LEGGI TUTTO

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    Challenger di Torino, un poker azzurro

    Luciano Darderi

    Qualcuno, un po’ in là con gli anni ma con la memoria ancora buona, guardando lo stato d’avanzamento lavori del Challenger 175 di Torino, ha commentato: “Oh, sembra d’essere tornati ai tempi belli degli “Assoluti”. Ma ti ricordi come giocavano i nostri?”.In effetti gli unici, grandi protagonisti del torneo giocato sui campi del Circolo della Stampa Sporting, oltre alla pioggia che ha imperversato tutta la settimana e che a un certo punto ha fatto temere il peggio, sono stati alcuni giocatori italiani.D’accordo, speravamo che qualcuno dei nostri fosse protagonista al Foro Italico, nell’edizione 2024 degli Internazionali d’Italia, però alla fin fine il Challenger torinese, complici alcune fuoriuscite anzitempo, ha messo in campo un seeding da far invidia a un “250” e se i nostri sono stati tra i principali attori è davvero un bene.Intanto c’è da dire che nessuno è salito a Torino con l’idea di “fare cassa”: quante volte abbiamo visto giocatori di prima fascia concedersi a palcoscenici minori e sciogliersi dopo pallide esibizioni?
    Qui non è successo. Musetti l’ha dichiarato subito che dopo la sfortunata parentesi romana, martoriata da un virus, aveva bisogno di giocare e vincere match. Anche brutti e sporchi, per poter ritrovare fiducia e convinzione. E ha cercato di non lasciare niente per strada.Accompagnato da Corrado Barazzutti, “Muso” è sembrato meno tormentato rispetto a quanto non sia apparso negli ultimi tempi: più sereno. Consapevole di ciò che occorra fare per ritrovare il tennis che gli ha concesso di salire a numero 15 del ranking ATP giusto un anno fa. Sa che giocando sul rosso deve smettere di perdere campo, di allontanarsi troppo dalla riga di fondo, in quella zona che gli consente un comfort maggiore nel trovare la palla sulla diagonale di rovescio – vista l’ampia apertura – ma che lo induce a giocare in modo eccessivamente passivo, cosa che non può e non deve essere nella sua natura.Nonostante Barazzutti fosse impegnato a cercare di far proseliti nella sua avventura da candidato presidenziale alla prossime elezioni FITP, s’è visto come ci si sia applicati nella rimodulazione di alcuni particolari legati al servizio e al dritto di Lorenzo. Dove alcune migliorie potranno portare Musetti è presto per dirlo e, come “Muso” ha detto in conferenza stampa, se in questo momento si vuole attuare un paragone tra lui e Sinner si è completamente fuori strada. Siamo su piani diversi, su strade per ora non percorribili. Tutto ciò che è successo a “Muso” in questo ultimo anno ha complicato prospettive e ingigantito problemi e ansie: per ritrovare il miglior Lorenzo ci vogliono calma, pazienza, lavoro e poi ancora lavoro. Il fatto che Musetti ne sia ora assolutamente consapevole e non vada alla ricerca del tempo perduto è la migliore delle notizie.
    Chi invece si sta avvitando su se stesso e fa fatica a uscire dal vortice in cui s’è cacciato è Lorenzo Sonego. “Sonny” giocava sui campi di casa, davanti al suo pubblico, dopo la separazione dal suo storico coach Gipo Arbino. Il rapporto con Gipo è davvero un rapporto padre-figlio, e anche nella migliore delle storie, anche se alla base c’è un indiscusso amore, viene un momento nella vita in cui i figli crescono e…vogliono “uccidere” il padre. “Sonny” è diventato grande, si trova nella terza fase della sua carriera, quella che prelude alla china discendente, normale che abbia cominciato a smaniare, ad avere dubbi dopo diciotto anni di rapporto con Arbino. Troppo presto per dire se sia un bene o un male ciò che sta ora facendo con Colangelo, però non si può fare a meno di sottolineare come Lory appaia ora meno sereno, che sia tornato a colpire di rovescio “old style” rimarcando l’errore che commetteva e commette col braccio sinistro, prova ne sia che chiamato a scambiare sulla diagonale di sinistra, tranne rare occasioni e soluzioni in back, raramente passa la metà campo. Difficile giocare così.Dopo aver ceduto inspiegabilmente un set a Federico Coria, un Coria che è lontano parente di suo fratello e tira veramente piano, nei quarti per Sonny con JJ Wolf è stato tutto facile, perché l’americano giocava “al contrario” sfidando Sonego sul dritto. In più l’americano è scoppiato dopo quattro games, ha pagato le fatiche fatte con Luca Nardi – un Nardi che si è letteralmente mangiato la partita…- e tutto è filato via, liscio come l’olio. Altra musica, tutta un’altra musica in semifinale contro Francesco Passaro, che l’ha schiantato.
    Confortato dal terzo turno raggiunto a Roma, in totale fiducia, Passaro ancora una volta ha reso palpabile il mistero di come uno che giochi così, nel giro di un anno o poco più, sia passato dall’essere 108 al mondo a ritrovarsi alla 240° posizione mondiale. Mistero tanto non è perché il perugino è stato massacrato da problemi alle caviglie che gli hanno impedito di esprimersi come sa. Però faceva davvero male vederlo oltre i 200. Francesco tira davvero forte e ha fondamentali di tutto rispetto. Per buona aggiunta ha pure una “garra”, una voglia di lottare con pochi eguali. Sempre molto ordinato nelle scelte, quando riesce a istradare il macth su frequenze che gli aggradano, diventa uno che fai fatica a togliertelo di torno. Se ne sono accorti giocatori che proprio sprovveduti non sono, come Galan, Ruusuvuori, reduce da una incredibile battaglia con Seyboth Wild, e poi Nakashima, che non è che sulla terra giochi poi così male. Passaro, prima di demolire in semifinale Sonego, ha dimostrato come le sue quotazioni siano in costante rialzo e come gli vada ancora stretto il rientro tra i primi 150: il Francesco attuale vale molto molto di più.
    Chi a Torino ha davvero impressionato, tanto da diventare subito il beniamino del pubblico, è Luciano Dàrderi. L’italo-argentino, dal titolo di Cordoba in poi, non smette di stupire. È incredibile constatare quanti progressi “Luly” abbia fatto. Il rovescio bimane è diventato un’altra cosa e non fa più fatica a sostenere gli scambi da quella parte, anzi riesce pure a trovare traiettorie efficaci. Il back ha rotazione persino eccessiva, ma la velocità con la quale va sulla palla fa sì che la giocata sia tutt’altro che banale e di pura opposizione. Maschera benissimo la smorzata, che predilige giocare lungolinea, anche se il back spin esasperato a volte fa alzare troppo la parabola della giocata rendendola più leggibile, però è innegabile che il drop shot sia una delle giocate che predilige. Nonostante Luciano ami giocare di forza, e lo si evince da come gioca il dritto, accelerando deciso giusto poco prima dell’impatto, chiudendo stretto e basso, Dàrderi deve avere una gran mano se gioca con una tensione di soli 18 kg, usando un ibrido composto da un’ Alu Power 125 per le corde verticali e una Polytour Yonex per quelle orizzontali.“Luly” serve bene, fisicamente è forte e reattivo, difficile dire dove potrebbe arrivare, ma un posto attorno ai primi 40 del ranking li vale tutti già ora. Si professa italiano, ma è intimamente argentino dentro. Ha totale fiducia in quello che fa, e pur se manifesta ancora qualche lampo di immaturità è uno con cui non è facile fare i conti. Non era certo il miglior Arnaldi quello che Luciano ha incrociato nei quarti; Matteo è sembrato a tratti svogliato e non proprio a fuoco, ma quando la partita entra “in lotta” di cosa sia capace Dàrderi lo si capisce immediatamente: riesce a dare anche quello che non ha. Questa forse è la sua qualità migliore.
    Da Torino, Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    Roland Garros 2024: Un record di prize money, ma c’è ancora margine di miglioramento

    Il Roland Garros 2024

    Il Roland Garros, uno dei quattro tornei del Grande Slam, è da sempre una fonte di entrate significative per i tennisti partecipanti. L’edizione 2024 non farà eccezione, anzi, distribuirà più denaro che mai nella storia del torneo francese. Tuttavia, le cifre rimangono ancora lontane dall’importo totale che i giocatori e le giocatrici meriterebbero.Il montepremi complessivo del Roland Garros 2024 raggiungerà la cifra record di 53.478.000 €, con un incremento del 7,82% rispetto all’edizione precedente. Nonostante gli organizzatori ottengano un notevole rendimento economico nell’ospitare un evento di tale portata, si continua a chiedere con insistenza che venga dato di più ai tennisti, i veri protagonisti dello spettacolo.
    Negli ultimi anni si sono osservati aumenti del prize money e, soprattutto, una distribuzione molto più equa. Tuttavia, c’è ancora spazio per miglioramenti. Nel tentativo di democratizzare il tennis, a partire dallo scoppio della pandemia, i premi per i tennisti che vengono eliminati nelle qualificazioni e nei primi turni sono stati notevolmente aumentati. L’obiettivo è permettere a sempre più persone di vivere di questo sport e fare in modo che la partecipazione a un Grande Slam offra un importante sostegno economico ai tennisti per il resto dell’anno.
    Non ci sono incrementi di prize money per i vincitori, finalisti, semifinalisti e quarti di finalisti dei tabelloni di doppio maschile e femminile, con un premio di 590.000 € per i campioni. I miglioramenti si concentrano sui primi turni, con 17.500 € per gli sconfitti al primo turno. Non ci sono aumenti nel tabellone del doppio misto, con un premio di 122.000 € per i vincitori.In definitiva, il Roland Garros 2024 entrerà nella storia per il suo record di prize money, ma ci sono ancora margini di miglioramento per garantire una giusta ricompensa ai tennisti, veri protagonisti dello spettacolo.
    La distribuzione del prize money del Roland Garros 2024, turno per turno, con l’aumento rispetto al 2023, è la seguente:_Torneo singolare maschile e femminile_– Primo turno di qualificazione: 20.000 € (+25%)– Secondo turno di qualificazione: 28.000 € (+27,27%)– Terzo turno di qualificazione: 41.000 € (+20,59%)– Primo turno: 73.000 € (+5,80%)– Secondo turno: 110.000 € (+13,40%)– Terzo turno: 158.000 € (+11,27%)– Ottavi di finale: 250.000 € (+4,17%)– Quarti di finale: 415.000 € (+3,75%)– Semifinali: 650.000 € (+3,17%)– Finalisti: 1.200.000 € (+4,35%)– Vincitori: 2.400.000 € (+4,35%)
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Foro Italico: una piazza corretta e aperta

    Seduti nelle gradinate del Grand Stand, sui marmi del Pietrangeli o nelle tribune del Centrale, sia sotto il sole, sia all’imbrunire, sia a tarda sera, ci si sente veramente bene e carichi di energia, anche se il tennista più apprezzato sta perdendo.
    È una sensazione di grande benessere, che possono provare coloro che si recano al Foro Italico per assistere agli Internazionali di tennis e abbracciare virtualmente i tennisti preferiti. Al Foro, la “piazza” del Tennis, seguire certi allenamenti a volte è più bello che assistere a certe partite: è un’esperienza indimenticabile vedere Nadal sul Centrale, per due ore sotto il sole di mezzogiorno, a pochi metri di distanza, allenarsi con singolare determinazione insieme a Seyboth Wild; seguire l’allenamento di un concentratissimo Taylor Fritz con il ‘giocoliere’ della racchetta Tommy Paul prima del loro doppio; incoraggiare da vicino la cordialissima e talentuosa famiglia Darderi; emozionarsi di fronte ai movimenti poetici del mitico Richard Gasquet; applaudire ai ‘coups de théâtre’ dell’altro moschettiere, Gaël Monfils, impegnato con il giovane ‘figlio’ Fils; apprezzare De Minaur che si allena con l’instancabile Medvedev o con Ruud.Gli studenti, con la propria classe, almeno per un giorno possono entrare al ground al prezzo simbolico di 1 euro, così come gli allievi delle scuole di tennis.Peccato che, una volta entrati, tanti giovani, costretti a fare interminabili file sotto il sole solo per accedere agli allenamenti nei campi 2, 4 o 6 e bloccati fuori dal Pietrangeli, e quindi dai campi 7 e 8, sentano via via sfumare l’entusiasmo e l’iniziale curiosità e finiscano per stendersi sull’erba di un prato, perdendo di vista lo scopo che li ha condotti nel tempio italiano del tennis. Le gradinate del campo 7 restano sempre scandalosamente vuote, il passaggio che porta ad esse è riservato a chi ha un badge e i paganti che alla fine, scremati e stremati, riescono ad accostarsi ed affacciati alla ringhiera, vedono sul lato destro una terrazza-bar riservata e sul lato sinistro le gradinate vuote, anch’esse interdette: proibito entrare! Terreno esclusivo e pertanto riservatissimo: molti volontari sono costretti a bloccare per tutta la giornata gli ingressi, e certamente non sempre per questioni di sicurezza. Ogni anno aumentano le zone off-limits. Gli appassionati, che aspettano questo appuntamento per tutto un anno non possono, tutti, permetterselo, visti i prezzi lievitati anche del Ground, e i presenti hanno male accolto la recente, sconsiderata e reiterata chiusura ai cancelli del Pietrangeli: tale misura tradisce l’idea architettonica originale che aveva concepito la passeggiata lungo il viale principale delle Olimpiadi con l’affaccio sul Pietrangeli (che una volta era il campo principale) e sugli altri campi storici del complesso sportivo destinato alla collettività. Un’appassionata si lamentava ad alta voce che i prezzi a Roma sono più alti rispetto a Montecarlo (dove, con esclusione del Campo dei Principi, puoi entrare col biglietto del Ranieri III in tutti i campi), e rispetto a Parigi, dove più facilmente e ordinatamente, con meno ressa, il visitatore può passare da un campo a un altro e trovarsi a contatto coi giocatori. Forse il nostro Nicola nazionale potrebbe esprimere la propria “volontà testamentaria”vietando di rendere, in futuro, il popolarissimo campo omonimo il terzo campo a pagamento! Non sono pochi coloro che, considerata la tendenza, lo temono come un’offesa alla storia, oltre che alle tasche degli appassionati. Il Foro, incoronato dai pini e dal verde delle pendici di Monte Mario, rappresenta un monumento alla collettività e quindi un diritto acquisito da questa negli anni.
    Qui le famiglie portano i bambini a calpestare quei marmi che, se potessero parlare, racconterebbero decenni di sfide sportive, di sudore, di emozioni, di sogni. La loro voce, tuttavia, oggi risuonerebbe un po’ “rotta”, essendo molti di questi marmi malridotti e rovinati per mancata o inadeguata manutenzione. Il continuo transito di mezzi e materiali pesanti hanno infatti gravemente danneggiato la pavimentazione marmorea che a tratti, soprattutto nei pressi del Grand Stand Arena, risulta pericolosa per chi cammina, e anche l’asfalto presente è usurato, oltre ad essere inadatto.
    Quest’anno il nome di Sinner è presente ovunque, è nell’aria. Molti, che da tempo hanno acquistato il biglietto con la speranza di vedere l’atleta, in sua assenza si sono dovuti accontentare del suo autografo sul quaderno col suo logo e i suoi consigli e della sua pubblicità…Sinner tuttavia non è l’unico ad ispirare i giovanissimi: durante il match tra la Gauff e la Badosa ho sentito un ragazzino siciliano chiedere al papà se la Gauff fosse la Williams e, alla risposta negativa del padre, rammaricarsi di non poter avere il suo autografo. A fronte di tennisti in erba sbocciati per ‘effetto Sinner’ e di un bambino cresciuto col mito di Serena, la presenza di “tifosi”, avvicinatisi recentemente a questo sport, non rappresenta un fattore altrettanto positivo. Sempre più frequentemente, nello sporco delle gradinate, incappi in una lattina e puoi perfino scivolare in una buccia di banana lasciata sui marmi lunensi. I giudici di sedia intercettano e richiamano spesso, per i loro febbrili e incessanti movimenti, spettatori poco ligi alle regole e venditori di bibite, gelati e patatine. Nello stadio tra i più belli del mondo coloro che evidentemente -e solo tanti e spesso in gruppo – al tennis sono approdati da poco con lo spirito calcistico, fanno un tifo sempre più legato alla scommessa di 10 euro o poco più. La tendenza a muoversi troppo sugli spalti, disturbando gli atleti, è stata anche denunciata dalla molto attenta e critica Vika Azarenka. Tale comportamento ricorda quello delle tifoserie calcistiche, con cori del tipo “Se pò fa’” conditi da eccessi etilici che rischiano di oscurare il bel senso di sportività, tipico di questo sport.
    Le abbiamo sentite e declinate tutte, man mano che la fitta e bella schiera degli atleti si riduceva: dagli entusiastici Vamos a Nadal e agli argentini, all’Idemo a Nole, ai genetici Let’s go, agli Allez, fino agli Auf geht’s bavaresi rivolti al meritevole Struff. Tuttavia non tutte le espressioni d’incitamento sono così contenute: basta poco ad accendere i tifosi poco sportivi e farli esplodere in eccessi, a volte basta solo un bicchiere o una scommessa. Viene quasi in mente la brutalità della folla negli spettacoli dei gladiatori descritti da Seneca: occide, verbera, ure! (Ep. 7, 1-6) trasformati qui in “Spaccalo, straccialo, distruggilo!”. È un tifo contro, un tifo a favore non del migliore giocatore ma della quota migliore. Anche alcuni atleti purtroppo a volte diventano strumento di esplosione di energia aggressiva, aizzando la folla con gesti, come Rune fa spesso, talvolta perfino Arnaldi.Siamo al Grand Stand Arena e sperimentiamo gli umori della folla e come gli animi accesi non si placano facilmente…Mentre il sole tramonta dietro i pini di Roma che fanno da sfondo al Grand Stand Arena, nella pausa cambia il giudice di sedia. Al solo pronunciar il nome di Mohamed Lahyani lo stadio dimostra calore e simpatia con applausi più fragorosi rispetto a quelli destinati ai giocatori, e lui se li gode tutto sorridente, prendendosi la scena: stimato e amatissimo per la grande professionionalità che ha conquistato la fiducia del pubblico e per il tatto con cui dialoga coi giocatori, riuscendo a risolvere momenti problematici.Passano pochi minuti e quelli che erano i tifosi italiani del tenace Napolitano si trasformano in danesi, con tanto di bandiera con croce bianca in campo rosso, inneggiando “Daje, Rune!”. Forse sono gli stessi che giorni prima si dividevano tra tifoseria pro Moutet e tifoseria pro Safullin. Potere delle scommesse in curva sud! Non stupisce che un pubblico così accalorato e accalcato possa far cadere una borraccia dallo zaino sulla testa del numero uno del mondo, provocando un trauma che ha necessitato di punti di sutura. Un atto grave, risolto probabilmente con frettolosa sufficienza dai mezzi di comunicazione che per un giocatore come Nole, che cura in modo maniacale la forma fisica, non dev’essere stato molto apprezzato.Le partite proseguono, ed è bello ballare nelle pause, pensando che nello stesso momento, a casa, i telespettatori si sciroppano l’ennesima pubblicità.Finalmente dopo le 22:00 comincia l’ultimo match della giornata, presenti pochissime persone ma appassionate e senza fanatismi. Possiamo riconciliarci col mondo e gustarci gli amati silenzi di questo gioco. Il match è combattutissimo, tra Victoria Azarenka, che in questo torneo ha disputato straordinarie partite, e Maria Sakkari: la palla risuona e si sentono i passi felpati dei raccattapalle. Quasi disturbano, gli scatti dei fotografi. Ci sovviene il motivo per cui abbiamo subito amato questo sport: il silenzio rispettoso e concentrato del circolo, lo stesso che ritroviamo nel match serale, dove risuonano i sospiri delle atlete per lo sforzo. L’ Azarenka, già protagonista dinanzi all’egiziana Mayar Sherif, infine vince: peccato che a vedere il finale di una così bella partita siamo rimasti in 200 circa.
    Man mano che nel torneo la schiera dei tennisti favoriti si assottiglia, facendo emergere nuovi e vecchi vincitori, non si assottigliano le speranze nutrite dai visitatori appassionati sul futuro di questo torneo. In televisione abbiamo visto come sia stato brillantemente rinnovato il tunnel che collega al Centrale, con le pareti tappezzate di foto storiche dei vari campioni. Sopra questo tunnel “segreto” e fuori degli altri spazi chiusi, il gran pubblico coltiva un progetto futuro ancora più ambizioso: che questa struttura unica sia il più possibile “aperta” e destinata alla collettività, dando ad essa valore e dignità e possa inoltre, più di ogni altra in Italia, fungere da stimolo per i giovani, indicando chiaramente a tutti quale sia il giusto approccio e il fair play distintivo del bel tennis.Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

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    Finali Internazionali Under 18 “Città di Santa Croce”: Yelyzaveta Kotliar e Marko Maksimovic sono i vincitori della quarantaquattresima edizione del Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini

    Marko Maksimovic nella foto

    Yelyzaveta Kotliar e Marko Maksimovic vincitori della 44ª edizione del Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini
    Yelyzaveta Kotliar e Marko Maksimovic sono i vincitori della quarantaquattresima edizione del Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini, organizzato dal Tennis Club Santa Croce sull’Arno (Pisa).
    La giornata finale premia quattro nazioni tennisticamente “giovani”, segno che il movimento tennistico si sta sempre più espandendo verso nuovi palcoscenici, e gli Internazionali del Cerri ne sono la conferma.
    Il programma del giorno inizia con l’atto decisivo femminile tra l’ucraina Yelyzaveta Kotliar e la kazaka Sonja Zhiyenbayeva. Per quanto visto durante l’arco della settimana la sfida si preannunciava molto equilibrata, tra due giocatrici simili per potenza e aggressività; invece, come spesso accade, il giudizio del campo non rispecchia il pronostico e, pronti-via, l’ucraina si porta avanti sul 5-0 in pochi minuti, più che per meriti propri per l’incapacità di entrare nel match dell’avversaria. Zhiyenbayeva reagisce e accorcia le distanze sul 5-3, ha a disposizione due palle per il 5-4, ma non concretizza ed è l’avversaria a chiudere il set: questo è il momento in cui la disputa sarebbe potuta svoltare, perché il grande caldo e la tensione per l’alta posta in palio hanno condizionato non solo la sconfitta, ma anche la vincitrice, e in questo frangente l’ucraina è apparsa in difficoltà. Tuttavia Kotliar stringe i denti, supera il momento difficile e ricomincia a macinare gioco, contro una Zhiyenbayeva troppo fallosa, che si arrende in un’ora e tredici minuti con il punteggio di 63 62, riportando l’Ucraina sul tetto più alto del podio diciassette anni dopo la vittoria di Sergej Bubka, figlio del grandissimo campione di salto con l’asta, detentore di trentacinque record mondiali consecutivi.
    Pronti-via e si riparte con la finale maschile tra il marocchino Reda Bennani e il serbo Marko Maksimovic. La partita ha un andamento a dir poco singolare. Il marocchino parte forte, in virtù di una preparazione atletica strepitosa, e conquista un vantaggio di 4 giochi a 2: per capire il suo grado di futuribilità, il tennista africano ad appena 17 anni è rappresentato da IMG, l’agenzia di management sportivo più importante al mondo che ha nella sua scuderia, tra gli altri, campioni del carico di Carlos Alcaraz, Holger Rune e Iga Swiatek. Poi, in maniera abbastanza imprevedibile, Maksimovic inizia a variare il gioco e, nel momento di difficoltà, annulla tre palle break cruciali, mettendo a segno una striscia vincente di otto game a uno. Sul 64 41 un nuovo cambio di rotta: il serbo, cresciuto con il mito di Djokovic nell’Accademia del numero 1 del mondo, nonostante il vantaggio comincia a dare in escandescenze e con la rabbia cresce la rimonta di Bennani, che ha un atteggiamento decisamente più positivo e mette a segno cinque giochi consecutivi per pareggiare il conto dei set. Finita qui per Maksimovic? Nient’altro. Il serbo, sotto per 5-2 al terzo, riesce nella clamorosa impresa di rimontare e piegare uno stanchissimo Bennani per 64 46 75. Con il sigillo di Marko Maksimovic, la Serbia per la prima volta scrive il suo nome sull’albo d’oro maschile.
    La quarantaquattresima edizione degli Internazionali di Santa Croce si chiude con un ottimo bilancio in termini di fortuna (finalmente una stagione baciata dal sole dall’inizio alla fine) e di pubblico (1.500 persone circa presenti sulle tribune del Cerri per tutta la giornata delle finali), a testimonianza dello straordinario periodo di salute del movimento tennistico in Italia. LEGGI TUTTO