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    Tsitsipas vs. Djokovic, una finale per la storia, speriamo non scontata

    Stefanos Tsitsipas, seconda finale Slam in carriera

    Melbourne, Rod Laver Arena, ore 9.30, meglio 9.45. Scatterà la prima palla della finale 2023 degli Australian Open, primo Slam della stagione. In palio tra Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas ci sarà molto, molto di più di un “semplice” titolo Major. Se a trionfare sarà il serbo, alzerà il suo 22esimo trofeo di uno Slam, uguagliando il grande rivale Nadal e tornando anche n.1 al mondo nel ranking mondiale, riprendendosi il trono ceduto lo scorso giugno a Medvedev dopo 373 settimane al vertice (non consecutive), record all time. Si riapproprierebbe a tutti gli effetti di quel ruolo di miglior tennista al mondo che, nonostante i brevi periodi passati in cima da Medvedev e Alcaraz nel ranking e da Nadal per titoli Slam, la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori e colleghi complessivamente gli riconosce. Se invece arriverà la sorpresa, la vittoria di Tsitsipas, avremo un nuovo campione Slam, il primo greco ad alzare la coppa di un Major e un nuovo n.1 al mondo. Comunque vada, questa sfida scriverà una pagina importante nella storia del nostro sport.
    È una finale attesa, tra il super favorito della vigilia, arrivato al match per il titolo dopo una corsa incredibile con solo un set perso e la miseria di 50 game ceduti in sei incontri, e il rivale sulla carta più accreditato, forte di tre semifinali “down under”, una condizione fisica strepitosa e di un livello di gioco importante mostrato nel corso delle due settimane. Attesa molto, ma… sarà anche incerta? La risposta è “nì”. Domenica c’è un chiaro, chiarissimo favorito: Novak. La vittoria del greco sarebbe una grandissima sorpresa, lo dicono i numeri, la storia dei loro precedenti e le sensazioni dal campo durante il torneo. Non è scontato che Djokovic vincerà, probabilmente non sarà una passeggiata (come vs. Medvedev nel 2021 o Nadal nel 2019, finali durate solo due ore e dominate in modo assoluto), ma tutto lascia ipotizzare un successo di “Nole”, magari in 4 o forse 5 set. Avventurarsi in pronostici è sempre difficile, proviamo a spiegare quel che ci spinge a questa conclusione, e quel che potrebbe fare Stefanos per far pendere la bilancia dalla sua parte.
    I confronti diretti sono abbastanza impietosi: 10 a 2 per Djokovic, con l’aggravante di 9 vittorie di fila per il 9 volte campione in Australia, le ultime 9. Diverse sfide sono state dure, complicate. L’ultima è stata disputata alle Finals di Torino, in condizioni indoor (dove Novak è davvero fortissimo), Djokovic vinse in modo limpido. Assai più lottata quella disputata pochi giorni prima, in semifinale a Bercy, con il serbo che la spuntò al tiebreak decisivo del terzo set. Negli Slam due confronti, entrambi a Roland Garros, entrambi in cinque set: la semifinale 2020 e la finale 2021, quando Stefanos volò due set in vantaggio prima di subire la rimonta del serbo. È la dimostrazione (forse) che Tsitsipas sulla lunga distanza riesce ad esser più efficace, a recuperare eventuali pause nel suo gioco, ma finora manca ancora la grande W accanto all’head to head nello Slam. Le due vittorie di Tsitsipas vs. Djokovic sono arrivate entrambe sul cemento Outdoor, ma sono match piuttosto datati (2018 e 2019), in due Masters 1000 (Canada e Shanghai).
    Si giocherà sulla Rod Laver Arena, in condizioni praticamente perfette per il tennis di Djokovic, tanto che su quel campo ha perso una manciata di incontri, l’ultimo contro Chung nel 2018. Da allora 27 vittorie consecutive per lui. Dominio assoluto. Novak ama la velocità di gioco di quel campo, il rimbalzo della palla, condizioni che gli consentono di difendere, di ribaltare gli scambi, di attaccare e soprattutto imporre quel ritmo che stritola gli avversari palla dopo palla. Cosa potrà fare quindi Tsitsipas, alla sua seconda finale Slam, per mettere in difficoltà e provare a sconfiggere il più forte nel suo torneo? Dovrà fare un match al limite della perfezione, terribilmente intenso, continuo, offensivo, riuscendo a mascherare la sua debolezza a sinistra con schemi rapidi d’attacco in modo da non finire inchiodato sulla diagonale di rovescio, dove il gap a favore del rivale è enorme.
    Stefanos dovrà innanzitutto servire benissimo. I numeri sono impietosi: per battere un buon Djokovic in uno Slam servono almeno due prime su tre in campo con il 75% di punti vinti. Se il rendimento del servizio sarà inferiore, l’impresa è quasi impossibile. Altrettanto importante sarà la risposta: se Novak potrà impostare lo scambio nella maggior parte dei suoi turni di battuta, avvicinandosi alla riga di fondo e impostando quegli scambi a velocità medio alta, con un po’ di rotazione e sulla diagonale di rovescio, strappare il break per il greco sarà difficilissimo. Quindi Tsitsipas dovrà cercare di rispondere con profondità, per allontanare il rivale dalla riga di fondo e quindi fare un passo avanti per entrare col colpo successivo, con forza e angoli importanti.
    È noto che Tsitsipas abbia sul lato sinistro un punto di relativa debolezza, ancor più quando è costretto ad affrontare uno col rovescio bimane e fortissimo come Djokovic. Per “scappare” da questa situazione a lui sfavorevole, Stefanos deve aver la forza di sfidare il rovescio dell’avversario col suo diritto inside out da sinistra, veloce e profondo abbastanza da impedire a Novak di stringere di più l’angolo della diagonale, venendo così costretto a giocare anche lui un rovescio; quindi riuscire a girare lo scambio con un forte anticipo col diritto lungo linea per forzare Djokovic a tirare un diritto in corsa difensivo, colpo che da super-campione gestisce bene ma con meno sicurezza rispetto ad altre soluzioni. È in pratica lo schema che ha usato con buon successo Federer contro il serbo. Tsitsipas tuttavia non ha l’anticipo di Roger, quindi riuscire a trovare con continuità questa soluzione non sarà affatto facile. Dovrà correre, rincorrere, e trovare magari qualche altro tipo di variazione. Due potrebbero essere: un back di rovescio a volte molto lento e lungo, altre più corto e stretto, per muovere l’avversario in posizioni di campo diverse; oppure rischiare la discesa a rete per uscire dallo scambio, anzi, per non caderci dentro e venirne stritolato. Altro schema tutt’altro che facile, perché servono tempi di gioco ottimali e la scelta di quando forzare.
    La considerazione generale alla fine è una: per provarci il greco dovrà superarsi e forse nemmeno basterà. Il Djokovic ammirato nel torneo sembra fortissimo in ogni situazione tattica, difesa e attacco, colpi di inizio gioco inclusi, e se gioca con questa sicurezza e continuità, riuscirà a trovare la chiave per scardinare ogni tentativo del greco. Anzi, di ogni rivale sul globo. E alzerà meritatamente lo Slam n.22. Probabilmente soffrirà un po’, perché Tsitsipas è un avversario vero, forte, determinato e molto cresciuto e convinto dei propri mezzi. Ma forse non riuscirà a tenere l’acceleratore a tutta per il tempo necessario a staccare “Nole” e tagliare il traguardo per primo. Di sicuro il primo set sarà molto importante: se Novak partisse fortissimo e mettesse la testa avanti vincendo nettamente il primo set, potrebbe essere una mazzata talmente forte da tramortire le certezze del greco e comprometterne la partita.
    Che Vinca il migliore. Speriamo di assistere a un tennis di qualità, degna conclusione di uno Slam ricco di sorprese.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    McEnroe: “La nuova Davis? Uno spettacolo triste”. Possibile il coinvolgimento di Tiriac dal 2024?

    Coppa Davis

    Il mondo del tennis continua ad interrogarsi sul futuro della Coppa Davis dopo la clamorosa (e pesante) rottura dell’accordo tra ITF e Kosmos, con sicuri strascichi legali e la grande incertezza di quel che ne sarà della più antica competizione nazionale a squadre, per il 2023 e gli anni a venire. Visto che il Presidente dell’ITF David Haggerty aveva legato il suo mandato a questa scommessa evidentemente persa, e che la sua carica sarà rinnovata nella stagione, sembra scontato che la Davis 2023 si svolgerà col formato duramente criticato attualmente in vigore, e che la nuova dirigenza dell’ITF affronterà come prima emergenza un nuovo formato, nuove regole e, forse, un nuovo partner.
    È ancora troppo presto per stilare delle ipotesi, anche se uno dei possibili nuovi presidenti della federazione internazionale potrebbe essere Dietloff von Arnim, capo della Federtennis tedesca e da sempre oppositore della riforma “haggertiana” con la società di Piqué. In quel caso, sicuro un rinnovamento totale.
    C’è chi ipotizza per il rilancio dal 2024 un coinvolgimento di Ion Tiriac, vulcanico personaggio estremamente influente nel mondo del tennis, ex proprietario del torneo di Madrid e uno dei più feroci oppositori della svolta del 2019. Il rumeno infatti, commentando la nuova formula, ha affermato al New York Times: “Cambiando il format della Coppa Davis hanno rovinato 120 anni di tradizione. Dovrebbero essere condannati a vita per quello che hanno fatto. È uno scherzo e un peccato. Hanno rovinato il gioiello del tennis”. Tiriac negli anni ha dimostrato capacità organizzativa e visione. Certamente conosce il tennis come pochi altri essendo stato prima ottimo tennista (soprattutto in Davis, tra l’altro) e poi manager al massimo livello, quindi potrebbe essere un partner assai più affidabile di Kosmos per l’ITF per un rilancio o meglio contro rivoluzione. Tuttavia il parere e approvazione dei giocatori resta un fattore importante, anzi decisivo.
    Della vicenda se ne parla molto tra giocatori ed ex giocatori, oggi commentatori. Questo punto di vista di John McEnroe: “La questione Davis è pesante. Non so se dire che sono impressionato come sia finita, o solo decisamente depresso. Quando ero giovane la Davis era estremamente importante, sono stato incoraggiato a ottenere una borsa di studio da un’università per giocarla, mentre ora sembra che la competizione sia nei reparti per malati terminali. È incredibile come sia andata male la rivoluzione, ma non mi sorprende neanche un po’ perché ascolto storie assurde a riguardo da un paio d’anni, quindi non una è sorpresa che tutto sia fracassato”.
    “Abbiamo assistito a una sorta di mutilazione. È stato uno spettacolo molto triste. Ora ci sono altri eventi e la gente si rende conto che ci sono altre competizioni a squadre che sono molto importanti, tanto che la Davis sembra essere la meno considerata. Anche la Laver Cup è molto più interessante e seguita, e molto ben organizzata. È un vero happening, la Davis non lo è più. Ora hanno organizzato anche un evento in Australia (la United Cup), e ha funzionato bene. Ma adesso di queste competizioni a squadre ce ne sono troppe… Che l’accordo tra Kosmos e Davis sia saltato non mi sorprende affatto, perché non funzionava per nessuna delle due parti. È una cosa nata male e finita peggio”.
    Oltre al presidente della federazione francese, che per primo ha fatto trapelare la rottura dell’accordo tra ITF e Kosmos, dicendosi contento e sollevato (“il tennis si riprende la Davis”, disse), ora arrivano diversi pareri contrari alla rivoluzione del 2019. Tra questi quello di Augustin Calleri, presidente della Federtennis argentina (ma eletto dopo il 2019), che ha dichiarato alla stampa del suo paese nei giorni scorsi: “Il cambio di formato della competizione non rappresenta il tennis. Tutti sapevano che Davis aveva bisogno di un cambiamento, ma c’era un altro modo per generare gli stessi soldi rispettando maggiormente le tradizioni. Sarebbe stato meglio aspettare ancora per votare una modifica e confrontarsi a fondo con le federazioni. Non c’era onestà o trasparenza quando è stata cambiata”. Un parere oggi condiviso da molti, ma è doveroso sottolineare che quando fu organizzata ad Orlando nel 2019 la riunione tra Haggerty e i rappresentanti della maggior parte delle federazioni proponendo il cambiamento, i voti favorevoli alla rivoluzione furono schiaccianti… Sicuramente promesse poi non mantenute, ma anche miopia e scarsa visione per quel che ne sarebbe stato della “povera” Davis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nicola Pietrangeli: “chi più forte tra me e Panatta? Io ho vinto 47 tornei, lui 14… Il campione si racconta ad Un Giorno da Pecora

    Nicola Pietrangeli nella foto

    Nicola Pietrangeli si racconta a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Ospite in studio di Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, il campione di tennis, quasi novantenne, ha spiegato di esser in forma ma di aver avuto qualche problema di salute, per fortuna ormai alle spalle. Ha quasi 90 anni: se li sente tutti? “Me ne sento tanti, anche se di testa sto benissimo, mi ricordo tutto. Sono un uomo molto fortunato: pensate che anni fa ho avuto un brutto cancro al colon, sono stato operato da un mio amico medico il quale però mi rivelò solo dieci anni dopo l’intervento che avevo un male così grave”.
    Ha giocato a tennis fino a pochi anni fa: le è capitato di sfidare anche dei politici? “Certo, da La Malfa al presidente dell’Argentina Menem, con cui facevo il doppio. Ma ho giocato insieme a grandissimi attori…” Ad esempio? “Antony Quinn e Charlton Heston. Entrambi avevano un servizio bomba”. Si ricorda qualche match particolarmente interessante? “Per un periodo abitai a casa di Quinn a Los Angeles, e giocavamo in doppio contro due fenomeni, Tiriak e Nastase. Antony Quinn era convinto di vincere, e per farlo contento chiesi ai nostri avversari di farci vincere un set”. E loro accettarono? “Si, però poi Anthony, vedendo che stavamo vincendo, se la prese con me dicendomi: vedi che possiamo batterli? Sei tu che sei scarso!” Oggi lo può dire: chi è stato più forte tra lei e Panatta? “Leggiamo chi ha vinto di più”. Cosa vuol dire? “Lui ha vinto 14 tornei, io 47. Però abbiamo giocato contro 4 volte e lui ne ha vinte 3. Va detto che ha 17 anni meno di me… Non tutti sanno che lei è anche un asso in fatto di barzellette… “Ho una sfida aperta con Berlusconi, lo batterò a colpi di barzellette”. Come mai? “Una volta, non ricordo bene quando, Berlusconi convoco’ alcuni membri della Federazione Tennis perché aveva piacere di conoscerci di persona. Dopo un po’, inizio a raccontare barzellette. Appena conclusa, mi guarda e mi fa: anche lei ama raccontarle? E io: certo, si…” E poi? “Ne raccontammo tre a testa, e finimmo in ‘pareggio’: tre a tre”. Fu una vera e propria sfida. “In parte – ha detto Pietrangeli a Un Giorno da Pecora – perché mancava una giuria vera e propria. Tanto che Berlusconi in quell’occasione disse all’allora ministro dello Sport Rocco Crimi di organizzarla, aggiugendo “questa sfida la vinco io che so più 1.400 barzellette!” L’invito alla sfida è ancora aperto? “Certo, facciamola. Lui mi disse però che quando si sarebbe tenuta ognuno si sarebbe portato il suo pubblico…” Ha conosciuto altri ‘celebri’ barzellettieri? “Si, il principe Ranieri di Monaco. Mi faceva chiamare dalla segretaria e poi, quando rispondeva, attaccava a raccontarmene qualcuna. Un altro era Marcello Mastroianni”. Il grande attore? “Si, una volta mi porto’ Londra con lui, e mi chiese se avevo qualche amica da presentargli. Io avevo una agendina piena di numeri ma ci dissero tutte di no. Alla fine andammo al ristorante da soli e, usciti, incontrammo nientemeno che Jeanne Moreau e Rudolf Nureev, il grande ballerino. Entrambi, secondo Marcello, volevano provarci con lui…” LEGGI TUTTO

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    Challenger Burnie: Il Tabellone Principale e di Qualificazione. Nessuna presenza italiana

    James Duckworth nella foto

    Challenger Burnie – Tabellone Principale – hard(1) Duckworth, James vs Ochi, Makoto Qualifier vs (WC) Jin, Jeremy Qualifier vs Sekulic, Philip Qualifier vs (7) Moriya, Hiroki
    (3) Purcell, Max vs (WC) Bolt, Alex Polmans, Marc vs QualifierWalton, Adam vs Mochizuki, Yuki Sekiguchi, Shuichi vs (6) Sweeny, Dane
    (8) Uchiyama, Yasutaka vs Fancutt, Thomas Hazawa, Shinji vs QualifierChazal, Maxime vs Shimizu, Yuta Schoolkate, Tristan vs (4) Noguchi, Rio
    (5) Jasika, Omar vs McCabe, James Kelly, Dayne vs Nakagawa, Naoki (WC) Ellis, Blake vs Saville, Luke Qualifier vs (2) Hijikata, Rinky

    Challenger Burnie – Tabellone Qualificazione – hard(1) Winter, Edward vs Ryan Ziegann, Sam (WC) Taylor, Jason vs (7) Walkin, Brandon
    (2) Takahashi, Yusuke vs Woerndle, Matthew (WC) Taylor, Adam vs (12) Okamura, Issei
    (3) Sumizawa, Daisuke vs (Alt) Talic, Zaharije-Zak (WC) Searant, Rhys vs (8) Pham, Derek
    (4) Puttergill, Calum vs (PR) Delaney, Jesse Braithwaite, Thomas vs (10) Romios, Matthew Christopher
    (5) Harper, Mitchell vs (Alt) Papac, Tomislav Edward (Alt) Bayldon, Blake vs (11) Camus, Charlie
    (6) Mott, Blake vs Gaal, Corey (WC) Mehrotra, Arjun vs (9) Delaney, Jake

    Centre Court – Ora italiana: 00:00 (ora locale: 10:00 am)1. [Alt] Blake Bayldon vs [11] Charlie Camus 2. [1] Edward Winter vs Sam Ryan Ziegann 3. [4] Calum Puttergill vs [PR] Jesse Delaney 4. [6] Blake Mott vs Corey Gaal
    Court 3 – Ora italiana: 00:00 (ora locale: 10:00 am)1. Thomas Braithwaite vs [10] Matthew Christopher Romios 2. [WC] Arjun Mehrotra vs [9] Jake Delaney
    Court 5 – Ora italiana: 00:00 (ora locale: 10:00 am)1. [5] Mitchell Harper vs [Alt] Tomislav Edward Papac 2. [WC] Jason Taylor vs [7] Brandon Walkin 3. [3] Daisuke Sumizawa vs [Alt] Zaharije-Zak Talic
    Court 4 – Ora italiana: 00:00 (ora locale: 10:00 am)1. [2] Yusuke Takahashi vs Matthew Woerndle 2. [WC] Adam Taylor vs [12] Issei Okamura 3. [WC] Rhys Searant vs [8] Derek Pham LEGGI TUTTO

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    Aryna Sabalenka vince una finale piena di emozioni e conquista il suo primo Slam all’Australian Open

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Aryna Sabalenka, giocatrice di 24 anni originaria della Bielorussia, considerata da tempo una delle future star del tennis mondiale, ha conquistato il suo primo titolo di Grand Slam, vincendo l’edizione del 2023 dell’Australian Open di Melbourne, imponendosi in una delle migliori finali femminili nei Majors degli ultimi anni.
    Nel match, che è stato la perfetta definizione di “first strike tennis”, con le due giocatrici alla ricerca del vincente ad ogni colpo, la possente bielorussa, attuale numero 5 del mondo (sarà seconda dietro a Iga Swiatek da lunedì) ha sconfitto la kazaka Elena Rybakina, campionessa di Wimbledon e che farà il suo debutto nella top 10 WTA dopo questo torneo, con il punteggio di 4-6, 6-3 6-4, in una fantastica finale di 2h25, in cui il numero di vincenti (83) ha ampiamente superato quello degli errori non forzati (53). La finale è stata sempre molto equilibrata, ma l’aggressività superiore di Sabalenka nel terzo set alla fine ha fatto la differenza. La bielorussa ha anche servito meglio (17 ace) rispetto alla kazaka durante la finale, che è stato uno dei dati più sorprendenti.
    GS Australian Open E. Rybakina [22]634 A. Sabalenka [5]466 Vincitore: A. Sabalenka ServizioSvolgimentoSet 3A. Sabalenka 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 df A-40 40-40 df A-40 40-40 df A-40 40-40 df A-40 40-40 df A-40 40-40 df 40-A 40-40 df 40-A 40-40 df 40-A 40-40 df 40-A 40-40 df 40-A 40-40 df A-40 40-40 df A-40 40-40 df A-404-5 → 4-6E. Rybakina 15-0 15-15 30-15 40-15 40-303-5 → 4-5A. Sabalenka 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 ace3-4 → 3-5E. Rybakina 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A3-3 → 3-4A. Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3E. Rybakina 15-0 30-0 30-15 df 30-30 30-40 df 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-402-2 → 3-2A. Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 2-2A. Sabalenka 15-0 15-30 ace 30-30 30-401-1 → 2-1E. Rybakina0-15 0-30 0-40 15-401-0 → 1-1E. Rybakina 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2A. Sabalenka 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 ace3-5 → 3-6E. Rybakina 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 ace 40-40 A-40 ace 40-40 A-40 40-40 A-402-5 → 3-5A. Sabalenka2-4 → 2-5E. Rybakina 15-0 ace 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A A-40 40-40 40-A A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-401-4 → 2-4A. Sabalenka 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 df 40-40 A-40 df 40-40 A-40 df 40-40 A-40 df 40-40 A-40 df 40-40 A-40 df 40-40 A-40 df 40-40 A-40 df ace1-3 → 1-4E. Rybakina 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 ace 40-A1-2 → 1-3A. Sabalenka 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 A-40 ace1-1 → 1-2E. Rybakina 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-400-1 → 1-1A. Sabalenka 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1E. Rybakina 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4A. Sabalenka 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 df4-4 → 5-4E. Rybakina 0-15 0-30 0-40 15-404-3 → 4-4A. Sabalenka 0-15 15-15 30-30 ace 40-304-2 → 4-3E. Rybakina 15-0 30-0 ace 40-0 ace3-2 → 4-2A. Sabalenka 15-0 40-0 40-153-1 → 3-2E. Rybakina 15-0 30-0 40-0 40-152-1 → 3-1A. Sabalenka 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A1-1 → 2-1E. Rybakina 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace0-1 → 1-1A. Sabalenka 0-15 15-15 ace 30-15 ace0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Djokovic e Tsitsipas hanno già fatto la storia prima della finale degli Australian Open

    Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas nella foto

    In uno scontro generazionale, Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas si affronteranno agli Australian Open. Il 35enne serbo è a caccia del suo 22° titolo del Grand Slam, mentre il 24enne greco cercherà di festeggiare il suo primo titolo, in un duello che ha già avuto luogo nel 2021, con il serbo che vinse in cinque set al Roland Garros.
    In gioco c’è anche la leadership del ranking ATP, ma anche prima di entrare in campo, è già garantito che entrambi hanno fatto la storia del torneo. Infatti, questa è la finale degli Australian Open con una differenza di età più accentuata, con 11 anni e 82 giorni che separano i due ultimi candidati al titolo. Ciò supera il record nella vittoria di Mark Edmondson contro John Newcombe, all’epoca con una differenza di 10 anni e 36 giorni.
    In termini assoluti, diventa la quinta finale dello Slam con la maggiore differenza di età, molto lontana da quella tra Jimmy Connors e Ken Rosewall per due volte, entrambe nel 1974: l’americano ha avuto la meglio sia a Wimbledon che agli US Open con 17 anni e 304 giorni di meno. LEGGI TUTTO

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    WTA 250 Hua Hin: Il Tabellone Principale. Bianca Andreescu guida il seeding

    Bianca Andreescu nella foto – Foto Getty Images

    WTA 250 Hua Hin – Tabellone Principale – hard(1/WC) Bianca Andreescu vs Harriet Dart Anna Karolina Schmiedlova vs Anastasia Zakharova Qualifier vs Nao Hibino Qualifier vs (5) Marta Kostyuk
    (4) Anna Kalinskaya vs QualifierYsaline Bonaventure vs Lesia Tsurenko Dayana Yastremska vs Moyuka Uchijima Qualifier vs (6) Tatjana Maria
    (8) Linda Fruhvirtova vs (WC) Bethanie Mattek-Sands Qualifier vs Tamara Zidansek Katie Boulter vs Su Jeong Jang Lin Zhu vs (3) Xiyu Wang
    (7) Xinyu Wang vs Qualifier(WC) Lanlana Tararudee vs Mirjam Bjorklund Elena-Gabriela Ruse vs Na-Lae Han Heather Watson vs (2) Yulia Putintseva LEGGI TUTTO

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    Da Melbourne: Djokovic, a una sola finale dal record di Grand Slam. Tsitsipas alla ricerca di un primo successo Slam

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    La regolarità di Novak Djokovic nel raggiungere le finali è stata dimostrata ancora una volta in questo Open di Australia 2023. Il serbo ha ceduto solo un set durante per arrivare alla finale, dimostrando di avere ancora molto tennis davanti e molta voglia di continuare ad infrangere record. In effetti, questo risultato lo pone al secondo posto nella storia per quanto riguarda le finali dei Grand Slam, in parità con 33 apparizioni insieme a Serena Williams. Quindi, Nole si posiziona a solo un’altra finale per eguagliare il record assoluto di tutti i tempi, sia per uomini che per donne, detenuto attualmente da Chris Evert. Con 34 finali, il tennista di Belgrado lascerebbe il suo segno in un’altra impressionante impresa storica.
    Più finali del Grande Slam34 🇺🇸 Chris Evert33 🇺🇸 Serena Williams33 🇷🇸 NOVAK DJOKOVIC32 🇺🇸 Martina Navratilova31 🇨🇭 Roger Federer31 🇩🇪 Steffi Graf30 🇪🇸 Rafa Nadal
    Stefanos Tsitsipas è a un solo incontro dal fare la storia degli Australian Open 2023. Soprattutto per la sua storia personale: non ha mai vinto un Grande Slam e domenica avrà la possibilità di farlo.
    La sfida è ardua, visto che nessuno ha mai battuto Novak Djokovic in una finale sulla Rod Laver, ma il greco avrà molti stimoli. Stefanos, che vivrà l’incontro con più elementi in gioco nella sua carriera, avrà molte motivazioni. Da un lato, può vincere il suo primo Major; dall’altro, verrebbe premiato con il numero 1 della classifica ATP, raggiungendo immediatamente la vetta. Non solo: per quanto possa sembrare incredibile, sarebbe il suo primo titolo ATP su campi duri all’aperto, oltre a sconfiggere i Big-3 in Australia, un’impresa mai riuscita a nessuno (solo Wawrinka e Tsonga sono arrivati a una sola vittoria, senza aver mai battuto Federer). LEGGI TUTTO