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    La Cina di Filippo Lanza: “Attendiamo all’infinito un campionato che non c’è”

    Di Eugenio Peralta Nel celeberrimo romanzo “Il Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati, il tenente Giovanni Drogo aspetta inutilmente per tutta la vita sulle mura della Fortezza Bastiani l’arrivo di un nemico che non riuscirà mai a vedere. Fatte le dovute proporzioni, una sensazione simile a quella che hanno provato quest’anno Filippo Lanza e Luca Vettori nella loro avventura in Cina con la maglia dello Shanghai: certo, l’attesa dei due giocatori italiani non sarà infinita (per fortuna), ma il senso di frustrazione per l’impossibilità di giocare un campionato continuamente rinviato è comunque fortissimo. Acuito ora, per giunta, dal rigidissimo lockdown che sta interessando la metropoli cinese. A raccontarci queste emozioni poco piacevoli, ma anche esperienze ben più positive e gratificanti che l’annata in Estremo Oriente gli ha riservato dentro e fuori dal campo, è proprio Filippo Lanza. La sua intervista parte dal racconto “in tempo reale” delle restrizioni in corso a Shanghai: “Stiamo vivendo una situazione inverosimile – sospira l’ex schiacciatore della nazionale – ma in realtà è un po’ la prosecuzione di quello che accade ormai da più di due anni. Il governo cinese sta combattendo contro questa nuova forma di Covid e dalla fine di marzo ha chiuso tutti in casa senza preavviso per il nuovo lockdown. La gente si è ritrovata in condizioni al limite del pensabile, perché nessuno era pronto a questa vicenda: la mancanza di cibo e di organizzazione sta mandando un po’ tutti in confusione. Nell’ultima settimana, comunque, il governo sta ‘liberando’ progressivamente alcune parti della città, dividendola in tre fasce di pericolosità in base al rischio di contagio: ora in periferia ci sono meno restrizioni e si può uscire almeno per andare al supermercato, un po’ come in Italia nel primo lockdown del 2020“. Foto Instagram Filippo Lanza Dove siete in questo momento tu e Luca? “Noi viviamo dentro il campus in cui ci alleniamo, una struttura che si raggiunge in circa un’ora e mezza dalla città e, diciamo, è un po’ un’isola felice. È un campus molto grande, con spazi verdi e anche un lago intorno a cui ci si può muovere; abbiamo 4 mense con disponibilità di cibo, quindi non ci manca nulla. Possiamo uscire dalle camere, facciamo allenamento due volte al giorno, insomma una vita ‘normale’ come quella che si può vivere in un ritiro della nazionale. Stiamo bene, facciamo tanti controlli e test giornalieri e ci atteniamo costantemente alle disposizioni del governo. Per noi i problemi del lockdown sono un po’ lontani, ma certo è una situazione pesante“. Prima delle ultime restrizioni, com’è andata la vostra esperienza in Cina? “Siamo arrivati a dicembre, e dopo i 14 giorni di quarantena a Tianjin ci siamo trasferiti a Shanghai e abbiamo cominciato a conoscere questa strepitosa città metropolitana. Una città gigantesca, abitata da 26 milioni di persone, che offre di tutto e di più. Il centro è molto lontano dall’idea che noi associamo al concetto di Cina: è una città internazionale, con grattacieli giganti e con tante abitudini ‘occidentali’. Abbiamo passato molto tempo a scoprirla, visto tanti quartieri diversi: vivevamo in un hotel-residence vicino al campus, ci allenavamo durante la settimana mentre il sabato e domenica, che solitamente erano liberi, ci trasferivamo in centro. La città è molto bella, suggestiva, con un sacco di particolarità: capita spesso di imbattersi in un tempio antico in mezzo a palazzi modernissimi, un contrasto che si nota in parecchi quartieri. Anche i cinesi stessi ci hanno stupito: pensavamo di trovare una popolazione molto chiusa nei confronti degli stranieri, invece tutti sono stati molto gentili e disponibili, anche chi non faceva parte del mondo sportivo“. Foto Instagram Filippo Lanza In palestra, invece, com’è stato l’impatto con il volley cinese? “Gli allenamenti all’inizio sono stati complicati, perché loro hanno una cultura completamente diversa dalla nostra, basata sulla quantità più che sulla qualità. C’erano sessioni di allenamento di 3 ore, 3 ore e mezza, che non capivamo e a cui non eravamo minimamente preparati. Siamo stati fortunati a trovare persone che hanno capito e studiato il nostro punto di vista e il nostro metodo di lavoro. Il nostro coach è un allenatore molto giovane (Qiong Shen, n.d.r.), che è stato giocatore e ha avuto anche diverse esperienze con la nazionale, e ha sperimentato metodi di lavoro diversi. Così abbiamo cominciato a dedicare la mattina ai pesi, mentre nel pomeriggio abbiamo aiutato i nostri compagni di squadra insegnando loro esercizi tecnici che noi facevamo in Italia e loro invece non conoscevano. Questo ci ha permesso di differenziare le sessioni di allenamento e lavorare su aspetti di gioco di cui la squadra aveva bisogno. È stato molto bello, perché abbiamo visto tanto interesse da parte loro nel cambiare abitudini: non solo per rispetto nei nostri confronti, ma proprio perché riconoscevano di poter migliorare“. Foto Instagram Filippo Lanza E veniamo al punto dolente: i continui rinvii dell’inizio della stagione. Come si prepara un campionato che non comincia mai? “La cosa più complicata, e che ancora oggi facciamo fatica ad accettare, è il fatto di essere comandati da un potere più alto di noi. C’è sempre qualcuno sopra di te, che sia un giocatore, un allenatore o il capo del campus; si attende sempre la parola di qualcuno più in alto. Questo ha influito tantissimo anche nella nostra attesa del campionato: all’inizio c’era una data, poi è stata modificata per la contemporaneità con le Olimpiadi invernali, poi è slittata ulteriormente perché la nazionale ha fatto un ritiro di un mese, togliendoci anche dei giocatori, e poi è tornato il Covid… È stato un continuo rimandare, non perché non si volesse fare, ma perché c’era sempre qualcuno di più ‘importante’ che prendeva queste decisioni. Per noi è stato terribile dover sempre riorganizzare la nostra mentalità e anche la programmazione fisica per arrivare pronti a un evento che ancora oggi non si sa se mai ci sarà e, eventualmente, in quali date. È stato un costante aspettare questo momento, sicuramente con preoccupazione, perché siamo venuti qua per giocare, ma anche con dispiacere, perché sappiamo che avremmo potuto ottenere degli ottimi risultati ed è stata un’occasione un po’ vanificata“. Previsioni per il futuro? “Difficile farne… Se il campionato non ci sarà, di certo proveremo a tornare. Ci mancano tanto l’Italia, la famiglia e gli affetti: è stato un anno molto bello pieno di nuove esperienze che ci ha fatto crescere sotto tanti punti di vista, però ovviamente casa nostra ci è mancata molto e non vediamo l’ora di riabbracciarla“. LEGGI TUTTO

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    Cina: nuove convocazioni per Cai Bin. Solo 5 reduci di Tokyo 2020

    Di Redazione Il nuovo CT della nazionale femminile della Cina, Cai Bin, ha convocato 20 giocatrici per il collegiale di allenamento che si svolgerà a partire da oggi a Zhangzhou. Nel roster sono presenti solo 5 delle atlete che hanno disputato le Olimpiadi di Tokyo: oltre a Zhu Ting, recentemente operata al polso, mancano anche le schiacciatrici Zhang Changning e Liu Yanhan, la palleggiatrice Yao Di e il libero Wang Mengjie, per citare le più rappresentative. Queste le giocatrici convocate:Palleggiatrici: Ding Xia, Diao Linyu, Cai YaqianOpposte: Gong Xiangyu, Wang Yifan, Chen Peiyan, Miao YiwenCentrali: Wang Yuanyuan, Yuan Xinyue, Gao Yi, Zheng Yixin, Yang HanyuSchiacciatrici: Li Yingying, Jin Ye, Wang Yunlu, Wang Yizhu, Wu MengjieLiberi: Xu Jianan, Wang Weiyi, Ni Feifan. (fonte: Sina Sports) LEGGI TUTTO

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    Cina, la tv statale riprende a trasmettere l'Nba dopo oltre un anno

    PECHINO – Dopo oltre un anno di boicottaggio, scattato a causa di un controverso tweet di solidarietà ad Hong Kong, la televisione di stato cinese ha trasmesso in diretta una partia di Nba, quella tra Los Angeles Clippers e Utah Jazz, vinto dalla squadra di casa. La vicenda risale all’ottobre 2019: mentre affollatissimi ed in certe occasioni violenti, cortei di protesta a favore della democrazia scuotevano il territorio semi-autonomo, Daryl Morey – allora general manager degli Houston Rockets – aveva pubblicato un messaggio di sostegno ai manifestanti di Hong Kong contrari a Pechino. Una presa di posizione che aveva provocato le ire cinesi ed una crisi diplomatica. Diverse grandi società cinesi avevano tagliato i legami economici con la NBA, mentre la televisione pubblica CCTV interrompeva la trasmissione delle partite della lega di basket nordamericana.

    Tyronn Lue, recentemente, ha attaccato Morey

    Oggi, per la prima volta da ottobre 2020, la CCTV ha trasmesso in diretta una partita dell’Nba, tra la squadra di Tyronn Lue e quella di Quin Snyder. Lo stesso Lue, sui media statunitensi, ha rimproverato aspramente Daryl Morey, che ora lavora per i Philadelphia 76ers: “L’ultima volta che ha twittato, alla NBA è costato un miliardo di dollari”. Nonostante il boicottaggio, il colosso di internet Tencent ha continuato a trasmettere partite, ma in abbonamento, raggiungendo così un pubblico più riservato. La CCTV non ha spiegato perché abbia ripreso le trasmissioni della NBA.

    Sullo stesso argomentoNba, Antetokounmpo trascina i Bucks. Tonfo Lakers: playoff più lontaniNBA LEGGI TUTTO

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    Cina, la tv di stato riprende a trasmettere l'Nba

    PECHINO – La televisione di stato cinese ha trasmesso in diretta la prima partita dell’NBA dopo oltre un anno di boicottaggio, scattato a causa di un controverso tweet di solidarietà ad Hong Kong. Nell’ottobre 2019 – mentre affollatissimi ed in certe occasioni violenti, cortei di protesta a favore della democrazia scuotevano il territorio semi-autonomo – Daryl Morey, all’epoca direttore generale degli Houston Rockets, aveva pubblicato un messaggio di sostegno ai manifestanti di Hong Kong contrari a Pechino. Una presa di posizione che aveva provocato le ire cinesi ed una crisi diplomatica. Diverse grandi società cinesi avevano tagliato i legami economici con la NBA, mentre la televisione pubblica CCTV interrompeva la trasmissione delle partite della lega di basket nordamericana.Sullo stesso argomentoNBANba, Antetokounmpo show. Lakers ko: i playoff si allontanano

    La partita trasmessa era Clippers contro Jazz

    Oggi, per la prima volta da ottobre 2020, la CCTV ha trasmesso l’incontro che ha visto i Los Angeles Clippers vincere contro Utah Jazz. Nonostante il boicottaggio, il colosso di internet Tencent ha continuato a trasmettere partite, ma in abbonamento, raggiungendo così un pubblico più riservato. La CCTV non ha spiegato perché abbia ripreso le trasmissioni della NBA. Ma di recente l’allenatore dei Clippers, Tyronn Lue, sui media statunitensi ha rimproverato aspramente Daryl Morey, che ora lavora per i Philadelphia 76ers: “L’ultima volta che ha twittato, alla NBA è costato un miliardo di dollari”. LEGGI TUTTO

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    Cina: nuovamente rinviato l’inizio del campionato maschile

    Di Redazione Non c’è pace in Cina per il campionato maschile: già pesantemente condizionata dalla pandemia di coronavirus nelle ultime due stagioni, la Superleague rischia di saltare anche quest’anno, sempre per colpa del Covid-19. La preoccupante situazione sanitaria del paese e le pesanti restrizioni introdotte dalle autorità hanno infatti indotto la CVA ad annullare ancora una volta l’inizio del torneo, che aveva già subito numerosi rinvii ed era infine stato fissato per sabato 2 aprile. A questo punto c’è da chiedersi se ci sarà il tempo per disputare la competizione prima dell’inizio della stagione internazionale (15 maggio). Restano dunque ancora ai box anche gli italiani Filippo Lanza e Luca Vettori, peraltro direttamente colpiti dal nuovo lockdown “preventivo” introdotto dalla città di Shanghai per evitare il diffondersi del virus. (fonte: Sina Sports) LEGGI TUTTO

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    Zhu Ting operata al polso, tornerà in nazionale per i Mondiali?

    Di Redazione L’odissea di Zhu Ting sembra essersi finalmente completata: a quanto riportano i media cinesi, finalmente l’intervento chirurgico al polso che la campionessa cinese attendeva ormai da quasi 8 mesi è stato completato (in una clinica in Spagna e non negli USA, come si era letto in un primo momento). Il problema della schiacciatrice cinese ha condizionato pesantemente il rendimento della sua nazionale alle Olimpiadi di Tokyo e, da allora, Zhu non è più rientrata in campo. I tempi di recupero non sono ancora noti, ma l’operazione sembra essere perfettamente riuscita: una buona notizia per la nazionale, che spera di riaverla in campo almeno per i Mondiali 2022 in Polonia e Olanda, ed eventualmente anche per il VakifBank Istanbul, se dovesse essere confermato l’interesse della squadra di Guidetti. (fonte: Weibo) LEGGI TUTTO

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    Cina al lavoro con 67 giocatrici: non ci sono Zhu Ting e Zhang Changning

    Di Redazione Gruppo allargato, anzi allargatissimo, e mesi di lavoro davanti a sé in vista delle competizioni internazionali: la preparazione della nazionale femminile in Cina non è cambiata molto rispetto al passato, se non per la gestione “semi-militare” adottata dal nuovo CT Cai Bin, che nelle sue prime dichiarazioni ha enfatizzato l’importanza della “disciplina” delle giocatrici. Sono ben 67 le atlete che da due giorni si stanno allenando a Ningbo, dove è iniziato ufficialmente il 17 febbraio il nuovo ciclo che porterà fino alle Olimpiadi di Parigi 2024. A supportare il CT ci sarà uno staff tecnico composto da ben 27 elementi. Solo tre le reduci dallo storico oro olimpico di Rio 2016: Yuan Xinyue, Ding Xia e Gong Xiangyu. Le convocate erano inizialmente 71, ma 4 di loro hanno rinunciato per problemi fisici o personali. È il caso di due stelle come Zhu Ting e Zhang Changning: la campionessa del Tianjin è da tempo lontana dai campi per un problema al polso e ha dichiarato di doversi sottoporre a un intervento chirurgico. Secondo alcune voci, l’operazione – che si svolgerà negli USA, a Houston – è stata posticipata ad aprile: se la notizia fosse confermata, considerando i lunghi tempi di recupero, sarebbe forte il rischio di non vedere Zhu in campo nemmeno ai Mondiali, oltre che nella VNL. Non si conosce invece la natura dell’infortunio di Zhang, che però recentemente ha annunciato le proprie nozze in programma a giugno: anche per lei, dunque, la partecipazione alla VNL è in forte dubbio. (fonte: Sina Sports) LEGGI TUTTO

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    Cina: Cai Bin è il nuovo CT della nazionale femminile

    Di Redazione Dopo lunghe settimane di selezione, la Federazione della Cina ha finalmente svelato il nome del successore di Jenny Lang Ping alla guida della nazionale femminile: si tratta del 55enne Cai Bin, attuale allenatore dello Jiangsu. Per lui non sarà la prima volta sulla panchina della Cina, anche se la prima esperienza, nel 2009, era durata meno di un anno, concludendosi con la sconfitta nella finale dei Campionati Asiatici. Ben più ricco il curriculum come allenatore della nazionale Under 20, che ha guidato per 9 anni (dal 1999 al 2008) ottenendo anche due argenti nei Mondiali di categoria. Cai Bin nel 2009 (Foto FIVB) A livello di club, oltre allo Jiangsu, Cai Bin ha allenato Shanghai e Beijing, vincendo 5 scudetti e due Campionati Asiatici per Club. Un palmares che ne fa un nome di tutto rispetto, anche se il suo compito sarà durissimo: dovrà sostituire l’allenatrice che ha portato in Cina lo storico oro olimpico di Rio 2016 e, al contempo, ricostruire una squadra uscita a pezzi (fisicamente e moralmente) dalla partecipazione a Tokyo 2020. E lo dovrà fare subito, dal momento che incombono i Mondiali 2002, preceduti dagli appuntamenti con VNL e Asian Games. “Nel futuro – ha spiegato il nuovo CT nelle sue prime dichiarazioni – vedo sicuramente una squadra che sia un mix di atlete giovani, meno giovani ed esperte. Ma deve essere chiaro che lo spirito, l’atteggiamento e la concentrazione devono essere al massimo in ogni sessione di allenamento. Le carenze tecniche e tattiche si possono correggere, ma la determinazione ci deve sempre essere. La pressione? C’è sempre, in tutti i ruoli e gli incarichi. La posizione di primo allenatore mi motiverà a essere più attento e a svolgere meglio il mio lavoro“. (fonte: Sina Sports) LEGGI TUTTO