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    Froome all’attacco al Tour of the Alps. Le parole del corridore

    Froome all’attacco nella tappa odierna del Tour of the Alps. Nella frazione vinta da Pello Bilbao, il corridore britannico è stato per diverso tempo in fuga, dimostrando comunque che la condizione fisica sta migliorando giorno dopo giorno. Infatti, il corridore della Israel ha scelto di correre il Tour of the Alps proprio per affinare la forma fisica in vista del Tour de France in programma a luglio, che rappresenta il suo vero e proprio obiettivo principale.

    Froome all’attacco. Le dichiarazioni sulla fuga
    Froome al termine della sua prestazione, ha commentato la fuga messa in atto durante la frazione. Al riguardo ha affermato: “Penso che questa sia stata la prima volta che sono stato in fuga dal Giro d’Italia del 2018. Mi è piaciuto molto essere davanti oggi, testando un po’ le gambe. Soprattutto perché la fuga è andata via in un tratto piuttosto difficile dopo una serie di attacchi.Il corridore si è espresso anche sulla sua attuale condizione fisica in vista delle prossime tappe: “È stato un peccato non aver mai avuto un grande vantaggio, ma è stata comunque una bella esperienza essere di nuovo davanti. Sento che la condizione sta lentamente migliorando e sono abbastanza contento di come stanno le mie gambe”. LEGGI TUTTO

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    Primo Roglic: dopo le Ardenne, niente corse fino al Tour

    Primo Roglic prenderà parte alle Ardenne, ma le corse del Trittico saranno le ultime prime del grande appuntamento col Tour de France in programma nel mese di luglio. Secondo quando riportato dall’Equipe, questa scelta di non inserire altre corse dopo il 25 novembre è dovuta al fatto di provare ad alleggerire il programma per arrivare con una forma migliore alle Olimpiadi di Tokyo, anch’esse in programma quest’estate.

    Primo Roglic, le parole di Frans Maasse
    Al riguardo si espresso il dirigente sportivo Frans Maasse, che ha affermato: “Ha corso molto lo scorso anno.  Questi due mesi senza correre gli permetteranno di restare fresco per poter correre Tour de France e Giochi, che sono un grande obiettivo per lui. Quindi abbiamo preso questa decisione che, a meno di infortuni, non sarà modificata”. Questi due mesi dove il corridore non prenderà parte a nessuna corsa, ovviamente continuerà ad allenarsi. Infatti, è in programma un ritiro a Tignes alla fine di maggio. Successivamente, ci sarà un altro ritiro a giugno fino al 20, proprio sei giorni prima dell’inizio del Tour de France. Non resta quindi che seguire Roglic nel Trittico delle Ardenne per vedere se riuscirà a portare a casa qualche vittoria in una di queste tre seguitissime corse. LEGGI TUTTO

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    Scandalo Armstrong, usava un motorino nella bici? L’indiscrezione

    Scandalo Armstrong, l’ex corridore fa ancora parlare di sè. Questa volta al centro dell’attenzione non è però la questione doping. Ma l’indiscrezione riportata da un giornalista francese, fa emergere il fatto che il corridore usasse un motorino nella bici.  Jean-Pierre Verdy, ex capo dell’Agenzia antidoping francese, in un’intervista a France Tv, dove ha presentato il suo libro “Doping: my war against cheaters”, ha sottolineato: “Ha ricevuto un trattamento speciale. Molti mi hanno detto che non avrei dovuto avvicinarmi alla leggenda, che mi sarei ritrovato da solo. Ma se le leggende si basano su qualcosa… Credo che avesse un motore sulla bici”.

    Scandalo Armstrong, le dichiarazioni di Verdy
    Verdy ha poi continuato: “Ho ancora in testa le immagini di una tappa di montagna dove lasciò tutti indietro. Alla fine della tappa chiamai tutti gli specialisti che conosco e loro non riuscivano a capire come fosse possibile una prestazione del genere, anche con l’EPO. Qualcosa non andava e tutti gli specialisti mi hanno detto la stessa cosa. Tutte persone dell’ambiente, che conoscevano bene la gara. Non era l’EPO a fare la differenza…”.
    Col passare del tempo emergono sempre più indiscrezioni sulla carriera ciclistica dell’ex campione Lance Armstrong che continua, a distanza di anni, a far ancora parlare di sé. LEGGI TUTTO

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    Scandalo Lance Armstrong, usava un motorino nella bici? L’indiscrezione

    Scandalo Lance Armstrong, l’ex corridore fa ancora parlare di sè. Questa volta al centro dell’attenzione non è però la questione doping. Ma l’indiscrezione riportata da un giornalista francese, fa emergere il fatto che il corridore usasse un motorino nella bici.  Jean-Pierre Verdy, ex capo dell’Agenzia antidoping francese, in un’intervista a France Tv, dove ha presentato il suo libro “Doping: my war against cheaters”, ha sottolineato: “Ha ricevuto un trattamento speciale. Molti mi hanno detto che non avrei dovuto avvicinarmi alla leggenda, che mi sarei ritrovato da solo. Ma se le leggende si basano su qualcosa… Credo che avesse un motore sulla bici”.

    Scandalo Lance Armstrong, le dichiarazioni di Verdy
    Verdy ha poi continuato: “Ho ancora in testa le immagini di una tappa di montagna dove lasciò tutti indietro. Alla fine della tappa chiamai tutti gli specialisti che conosco e loro non riuscivano a capire come fosse possibile una prestazione del genere, anche con l’EPO. Qualcosa non andava e tutti gli specialisti mi hanno detto la stessa cosa. Tutte persone dell’ambiente, che conoscevano bene la gara. Non era l’EPO a fare la differenza…”.
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    Chris Froome analizza la sua forma fisica in vista del Tour

    Chris Froome analizza la sua forma fisica alla volta di Catalunya, breve corsa a tappe che si sta disputando nel corso di questa settimana. Il britannico sta sfruttando queste prime corse stagionali per affinare la sua forma fisica in vista del suo grande obiettivo: vincere il quinto Tour de France. Effettivamente, in queste prime corse, come sottolineato dallo stesso capitano del team Israel la condizione fisica non è ottimale per puntare alla vittoria, ma c’è ancora tanto tempo a disposizione per migliorare con gli allenamenti e tentare l’assalto al quinto Tour de France.

    Chris Froome analizza la sua forma fisica. Le dichiarazioni
    Il corridore britannico Chris Froome ha rilasciato delle dichiarazioni sulla sua condizione fisica a Cyclingnews. Al riguardo ha affermato: “Abbiamo una buona squadra con Martin e Woods. Per quanto mi riguarda so che non sarò in grado di lottare per la vittoria, ma arrivo da un buon allenamento in quota e sarà interessante capire i miei miglioramenti. Spero di vedere progressi ma in generale sto ragionando di settimana in settimana per arrivare al meglio al Tour, lì capirò il mio vero livello”.
    Non resta quindi che attendere ancora qualche mese, quando inizierà il Tour de France 2021 e scopriremo se Chris Froome riuscirà a raggiungere l’obiettivo. LEGGI TUTTO

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    Nibali si separa da Slongo. Le dichiarazioni del corridore

    Nibali si separa da Slongo suo coach trevigiano dal 2008. Slongo infatti, non conserverà più la supervisione degli allenamenti dello Squalo dello dello Stretto. Il corridore messinese, rispetto agli anni passati, si è preparato in quest’ultimo periodo in maniera maggiormente autonoma. Al riguardo come riportato dal sito tuttobiciweb, Nibali ha spiegato: “Non si è trattato di stravolgimenti, quanto della volontà che ho sentito di cambiare qualcosa nel solco di un canovaccio che nelle linee guida non è mutato chissà quanto”.
    Questa la replica di Slongo: “Della decisione di Vincenzo ho preso atto”. Slongo al momento si sta concentrando sulla preparazione di Brambilla e di Elisa Longo Borghini.
    Nibali si separa da Slongo. Quali piani nel futuro del corridore?
    Negli ultimi giorni si è vociferato anche di un possibile addio al ciclismo del corridore al termine della stagione. Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi perchè nel mirino del corridore ci sono tanti trofei da conquistare in questo 2021. Uno su tutti, sicuramente l’oro olimpico di Tokyo 2021. Al termine di quest’esperienza, il corridore si prenderà un periodo per riflettere sul suo futuro. Ogni scenario è aperto, dalla permanenza in Trek-Segafredo, al passaggio in altra squadra come la UAE Emirates oppure un clamoroso ritiro dalle corse. Non resta che seguire la stagione del corridore per scoprirlo.

    Leggi anche:  Dove vedere Parigi-Nizza 2021, streaming gratis e diretta tv settima tappa LEGGI TUTTO

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    La morte di Fabio Casartelli al Tour de France 1995

    Venticinque anni dopo l’incidente e la morte di Fabio Casartelli durante la quindicesima tappa del Tour de France 1995 da Saint Girons a Cauterets, la memoria, per chi ama il ciclismo anche solo da una poltrona nel salone di un appartamento, è viva e terribile. La dinamica della caduta di gruppo a quella curva a sinistra del Colle di Portet d’Aspet, la sensazione subitanea di qualcosa di grave e definitivo nel vedere gli altri ciclisti rialzarsi o comunque muoversi e Casartelli steso quasi rannicchiato e immobile sull’asfalto, le prime notizie in qualche modo confortanti, le immagini della testa della corsa con Richard Virenque in maglia a pois solo al comando, e il paesaggio davanti al francese che diventa quasi lunare mentre Adriano de Zan con la voce rotta dalla commozione annuncia che invece è tutto finito.

    Fabio Casartelli era di Como, ci era nato il 16 Agosto 1970. L’amore per la bicicletta gli era stato tramandato dal papà, ciclista dilettante, e ci si era dedicato dall’età di 9 anni. Una rapida ascesa nel mondo dei dilettanti, costellata di successi nella Coppa Cicogna, nel Trofeo Minardi e nel trofeo dell’Unione dei Circoli Sportivi Sloveni in Italia (meglio conosciuto come Trofeo ZSŠDI), e il coronamento con la chiamata alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Il 2 Agosto, nella gara di corsa in linea, Casartelli vinceva la medaglia d’oro, 24 anni la vittoria di Pierfranco Vianelli alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, precedendo sul traguardo l’olandese Erik Dekker medaglia d’argento e il lituano Dainis Ozols medaglia di bronzo.Passato al mondo dei professionisti nel 1993, Casartelli si era accasato presso l’Ariostea, vincendo la nona tappa della Settimana Ciclistica Lombarda e piazzandosi in tre tappe del Giro di Svizzera. Partecipa anche al Giro d’Italia, piazzandosi alla fine al 107° posto.Nel 1994, passato nella ZG Mobili, ancora grandi giri, sia quello d’Italia che il Tour de France, dai quali si ritira abbastanza presto.Nel 1995 il passaggio alla Motorola. Casartelli arriva secondo nella prima tappa del Giro della Bassa Austria, terzo nella seconda tappa della Vuelta a Murcia e terzo nella settima tappa del Giro di Svizzera. E il 1 Luglio inizia la sua avventura al Tour de France
    Nella Motorola Casartelli corre con grandi ciclisti, quali lo statunitense Lance Armstrong, il canadese Steve Bauer, il colombiano Álvaro Mejía e l’italiano Andrea Peron, suo compagno di stanza. Le tappe si succedono senza particolari problemi per Casartelli, e in generale gli Italiani si stanno comportando bene; Mario Cipollini e Marco Pantani hanno vinto due tappe a testa, una ne ha vinta Fabio Baldato, la Gewiss-Ballan ha portato a casa la quarta tappa a cronometro, Ivan Gotti è stato per due giorni Maglia Gialla.Dopo un giorno di riposo si arriva il 18 Luglio 1995 alla quindicesima tappa, una delle pirenaiche, da Saint Girons a Cauterets. Durante la discesa a 80 Km/h dal Colle di Portet d’Aspet, all’altezza di Ger de Boutx si verifica una caduta all’altezza di una curva a sinistra, innescata dalla precipitazione in una scarpata del francese della Aki-Gipiemme Dante Rezze che riporta la frattura di un femore. Rimangono coinvolti nella caduta l’italiano della Brescialat Giancarlo Perini, il belga della Mapei-GB Johan Museeuw e l’olandese della ONCE Erik Breukink che riescono a ripartire; il tedesco della Polti-Granarolo-Santini Dirk Baldinger che si rompe il bacino; e Casartelli, che picchia violentemente la testa su un paracarro e rimane privo di conoscenza. Gérard Porte, medico del Tour, presta immediatamente i soccorsi all’italiano che viene portato in elicottero all’ospedale di Tarbes. Durante il viaggio Casartelli subisce tre arresti cardiaci e arriva in ospedale in coma irreversibile. I gravissimi danni riportati rendono vano ogni tentativo di rianimazione. Alle 14.00, due ore dopo la caduta, Fabio Casartelli muore.Il giorno dopo la sedicesima tappa viene neutralizzata con il passaggio contemporaneo sul traguardo dei ciclisti della Motorola, e di tutti gli altri in gruppo a seguire. Il giorno dopo ancora Armstrong vince la diciottesima tappa: mentre taglia il traguardo solleva l’indice di entrambe le mani al cielo, in un’ideale dedica al compagno di squadra scomparso.
    L’incidente di Casartelli riaccende la polemica nel mondo del ciclismo sull’opportunità o meno di indossare caschetti a protezione della testa da parte dei ciclisti. Alcuni passi in avanti vengono fatti, ma sarà solo dopo la morte del kazako Andrej Kivilëv il 12 Marzo 2003 in seguito alle ferite riportate il giorno prima in seguito a una caduta durante la terza tappa della Parigi-Nizza che il caschetto verrà reso obbligatorio.

    La Fondazione Fabio Casartelli, nata poco dopo la morte del ciclista italiano, ha istituito a partire dal 1998 ad Albese con Cassano (Como) una mediofondo non agonistica rivolta a cicloamatori e cicloturisti. Un giusto omaggio alla passione propria del ciclista comasco. Un modo per celebrarne la vita perché, come sempre affermato dalla moglie Annalisa Rosetti, sarebbe bene ricordare Fabio Casartelli non come il ciclista morto al Tour de France, bensì come il vincitore dell’Olimpiade di Barcellona. E da sempre la vita si celebra con i momenti belli. O con i loro ricordi. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour de France: a rischio la partenza di agosto

    Riders cycle down Champs-Elysees during La Course by Le Tour de France in Paris, France.

    Con lo stop ai grandi eventi di massa imposto dal Governo francese, la partenza del Tour de France, fissata per il 29 di agosto a Nizza, è ora fortemente a rischio. L’ASO ora dovrà trovare delle alternative come, ad esempio, la partenza a “porte chiuse”, fino ad ora ipotesi scartata.

    Stop eventi di massa, partenza Tour de France a rischio
    Fino a settembre sul suolo francese saranno vietati i grandi eventi di massa. Questo è quel che emerge dopo le dichiarazioni del Primo Ministro francese Edouard Philippe e che lascia pensare che la partenza del Tour de France, già fissata dall’ASO a Nizza per il 29 agosto, sia ora a rischio. Il divieto impone lo stop fino all’1 settembre e per eventi che contano più di 5.000 persone, motivo per il quale ora si sta valutando una partenza a “porte chiuse”, fino ad ora scartata dagli organizzatori.
    Opzione “porte chiuse” al Tour de France
    Il precedente di partenze a “porte chiuse” lo abbiamo già avuto per la Parigi-Nizza, corsa tra tra l’8 ed il 14 marzo 2020. Proprio l’ultima tappa con l’arrivo a Nizza, quella del 15 marzo, fu cancellata per il diffondersi della pandemia Coronavirus (Covid-19).
    Va comunque detto che il Primo Ministro francese non ha esplicitamente parlato del ciclismo nel discorso che ha messo il divieto di proseguimento al calcio e al rugby. La buona notizia per i ciclisti in Francia è che dall’11 maggio si potranno riprendere comunque gli allenamenti individuali.
    La Vuelta 2020 partirà dai Paesi Baschi

    Oltre al Tour de France, il Covid-19 sta stravolgendo gli eventi sportivi di tutto il mondo. Anche la Vuelta, ad esempio, sarebbe dovuta partire dai Paesi Bassi, ma non vi partirà più dato che il Comitato della Vuelta Holanda ha dovuto cancellare la partenza delle tappe dalle regioni di Utrecht e del Brabante Settentrionale. La Vuelta, ridotta da 21 a 18 tappe, partirà quindi dai Paesi Baschi, in Spagna, partendo direttamente da quella che sarebbe stata la quarta frazione, la Irun-Arrate. I Paesi Baschi rivivono la partenza della Vuelta ben 59 anni dopo quella di San Sebastian del 1961. L’unica incognita ora è il quando partirà: si sarebbe dovuta svolgere tra il 14 agosto ed il 6 settembre, ma stando al nuovo calendario dell’UCI potrebbe svolgersi tra ottobre e novembre, immediatamente dopo Mondiali (settembre) e Giro d’Italia (ottobre). LEGGI TUTTO