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    Luca Nardi, Bergamo per correre verso i top-100 (con la situazione aggiornata)

    Luca Nardi – Foto Antonio Milesi)

    La prima wild card del Trofeo Perrel-Faip va al talentino Luca Nardi, numero 130 ATP e vincitore di tre Challenger nel 2022. Già invitato nelle ultime due edizioni, stavolta si presenta come potenziale protagonista. Con uno sguardo al main draw dell’Australian Open…
    Con oltre trecento posizioni scalate in dodici mesi, Luca Nardi punta nuovamente sul Trofeo Perrel-Faip di Bergamo, presented by BPER Banca. Il talento pesarese, infatti, è la prima delle tre wild card per la diciassettesima edizione del torneo. Sarà la terza apparizione di Nardi a Bergamo, tutte con wild card. Ma se negli anni passati l’aveva ottenuta perché la classifica non gli consentiva di entrare in tabellone, stavolta si presenterà al Pala Intred come potenziale star. Nel 2020 si arrese a Viktor Durasovic, mentre l’anno scorso perse contro Illya Marchenko. All’epoca era numero 437 del mondo: oggi è un giocatore diverso, reduce da un 2022 straordinario che lo ha portato all’attuale 130esima posizione. Nardi ha vinto tre ATP Challenger: Forlì, Lugano e Manacor. I primi due sono arrivati sul cemento indoor, in condizioni molto simili a quelle che troverà a Bergamo. Il suo feeling con questo tipo di campi è stato certificato qualche settimana fa, quando si è qualificato per l’ATP 500 di Nur Sultan, in Kazakhstan, dove ha poi passato un turno e giocato alla pari contro il top-5 Stefanos Tsitsipas.
    CACCIA A MELBOURNEIl marchigiano è ritenuto la naturale prosecuzione di un gruppo di talenti cristallini del nostro tennis: con Jannik Sinner nato nel 2001 e Lorenzo Musetti nel 2002, Nardi è classe 2003 (ha compiuto 19 anni lo scorso agosto) e da tempo ha attirato l’interesse degli addetti ai lavori per la qualità del suo tennis: concreto, efficace e spettacolare. Inoltre è molto apprezzato per l’educazione e un’indole decisamente tranquilla. Il suo arrivo rappresenta un primo grande colpo per il Trofeo Perrel-Faip, che punta a confermare la fama di torneo in grado di lanciare le stelle del futuro. Nardi è sempre più una realtà: tra l’altro, un buon risultato a Bergamo lo avvicinerebbe alla fatidica soglia dei top-100 ATP che significherebbe ammissione diretta all’Australian Open 2023. Il Trofeo Perrel-Faip si giocherà dal 30 ottobre al 6 novembre e ha ancora a disposizione due wild card. L’obiettivo è impreziosire un campo di partecipazione già molto competitivo, con un cut-off straordinario, fissato al numero 154 ATP.
    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Bergamo (MD) Inizio torneo: 31/10/2022 | Ultimo agg.: 19/10/2022 12:18Main Draw (cut off: 154 – Data entry list: 11/10/22 – Special Exempts: 0/0)

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    Da Verdasco alla Next Gen, Bergamo ride

    Matteo Arnaldi (foto Antonio Milesi)

    Un cut-off al numero 154 ATP certifica l’impressionante qualità del Trofeo Perrel-Faip. In campo un esaltante mix tra esperienza e gioventù: su tutti, il super campione Fernando Verdasco e il baby fenomeno Dominic Stricker. Per adesso, l’Italia schiera Matteo Arnaldi. E Bergamo potrebbe segnare la storia del tennis cinese…
    Il Maharashtra Open è un torneo ATP che si gioca a Pune, in India, e mette in palio circa 500.000 dollari di montepremi. Quest’anno è stato vinto da Joao Sousa, in finale sul finlandese Emil Ruusuvuori. Dando un’occhiata al tabellone, si scopre che il cut-off era fissato al numero 156 ATP. Significa che i giocatori al di sotto di questa soglia hanno dovuto giocare le qualificazioni. Il dato statistico fa comprendere la qualità del parco giocatori del Trofeo Perrel-Faip di Bergamo, la cui 17esima edizione è prevista dal 30 ottobre al 6 novembre. Secondo l’entry list diffusa dall’ATP in queste ore, il cut-off è fissato al numero 154 ATP, cifra straordinaria se paragonata allo status del torneo. Anche al netto dei fisiologici forfait, è garantito un livello medio straordinario e certamente tra i migliori nel circuito Challenger, peraltro con diversi nomi interessanti. Un torneo per veri intenditori. Se il numero 1 del tabellone dovrebbe essere il portoghese Nuno Borges, autore di una stagione straordinaria che lo ha portato tra i top-100 ATP, il nome di maggior spicco è quello di Fernando Verdasco. Classe 1983, il madrileno non ha bisogno di presentazioni. Con un passato da numero 7 ATP e semifinalista all’Australian Open, sarà uno dei giocatori con il miglior background di sempre tra quelli transitati al Pala Intred. Il suo palmares, infatti, rivaleggia (e spesso supera) quello delle tante glorie tennistiche che si sono succedute in questi anni: Arnaud Clement, Ernests Gulbis, Joachim Johansson, Rainer Schuettler, Dominik Hrbaty e tanti altri.
    559 VITTORIE NEL CIRCUITO ATP39 anni il prossimo 15 novembre, Verdasco ha giocato un 2022 gagliardo, in cui è rimasto a galla dopo essere sceso fino al numero 200 ATP. Ha vinto un Challenger a Monterrey e un mese fa si è qualificato allo Us Open. Più in generale, si tratta di un giocatore talentuoso e spettacolare, il cui palmares richiederebbe pagine di descrizione. Un numero su tutti: in tanti anni di carriera, si è aggiudicato ben 559 partite nel circuito maggiore, cifra che lo colloca in sesta posizione tra i giocatori in attività. Hanno vinto più match di lui soltanto Nadal, Djokovic, Murray, Gasquet e Cilic. Attualmente numero 118 ATP, a Bergamo andrà a caccia di punti d’oro per riavvicinarsi a quella top-100 che gli garantirebbe l’ammissione diretta all’Australian Open 2023. La possibilità di giocare in Australia è una delle motivazioni per tanti giocatori iscritti al Challenger orobico. Come sempre, ci sarà il consueto mix tra esperienza e gioventù. Oltre a Verdasco, si segnalano il cileno Nicolas Jarry (ex top-40 ATP) e una vecchia conoscenza del pubblico bergamasco, quel Jan Lennard Struff che ha giocato due finali consecutive, nel 2013 e nel 2014. Per il tedesco, inoltre, sarà una prova generale in vista delle Davis Cup Finals di Malaga, in cui dovrebbe essere titolare con la sua Germania. A proposito di Davis, si segnala la presenza di Elias Ymer, svedese di origine etiope che tanto bene ha fatto nel girone bolognese di qualche settimana fa.
    IL MIGLIOR SVIZZERO DEL DOPO FEDERERA proposito di giovani, il nome che balza all’occhio è quello di Dominic Stricker: classe 2002 (è nato esattamente un anno dopo Jannik Sinner, vincitore nel 2019), cercherà di conquistare a Bergamo gli ultimi punti per qualificarsi alle Next Gen Finals di Milano. Mancino, talentuoso, in virtù del passaporto svizzero ha avuto l’opportunità di allenarsi un paio di volte a Dubai con Roger Federer. Assimilati i consigli del leggendario connazionale, ha vinto il Roland Garros junior nel 2020 e si è rapidamente affermato nel circuito ATP, laddove si è già aggiudicato tre tornei Challenger, due quest’anno (Cleveland e Zug). Le tante partite vinte nel 2022 lo hanno portato a ridosso dei top-100 ATP e sarà tra i personaggi più attesi al Pala Intred, peraltro dopo essere stato tra le attrazioni principali all’ATP 500 di Basilea, il primo dopo il ritiro di Roger Federer. Per un torneo che negli ultimi anni ha dato gloria e slancio a tanti Next Gen, lo svizzero è forse il nome che incuriosisce di più. Curiosità: Bergamo potrebbe scrivere un altro pezzetto di storia. In caso di un buon risultato, Zhizhen Zhang potrebbe diventare il primo cinese nella storia a entrare tra i top-100 ATP. Paese storicamente ancorato al settore femminile, la Cina sta avendo una crescita esponenziale tra gli uomini. L’impetuosa salita dei giovani Yibing Wu e Juncheng Shang ha stimolato il 25enne di Shanghai (che peraltro è già stato il primo a giocare nel main draw di uno Slam nell’Era Open), capace di portarsi a ridosso di uno storico traguardo. Non è improbabile che possa tagliarlo proprio a Bergamo, abbattendo un altro tabù per una nazione dalle potenzialità immense. Secondo la lista iniziale, l’unico italiano ammesso di diritto è il piemontese Matteo Arnaldi (n.154), autore di una buonissima stagione, ma la pattuglia azzurra sarà certamente più ampia: intanto ci saranno le qualificazioni (che mettono in palio quattro posti per il main draw), poi le tre wild card a disposizione degli organizzatori. Infine, ci sono alcuni elementi che sperano in qualche forfait dell’ultim’ora per ottenere l’ammissione diretta. Su tutti, Flavio Cobolli, Gianluca Mager e Francesco Maestrelli. E impressiona vedere i giocatori attualmente esclusi dal main draw: una lista di nomi che hanno fatto ottime cose in passato, proprio a Bergamo: Liam Broady, Yannick Hanfmann, Fabian Marozsan (semifinalista in carica), Mikhail Kukushkin e lo stesso Ernests Gulbis. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un torneo spettacolare. E indimenticabile. Bergamo può già scaldare i motori.
    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Bergamo (MD) Inizio torneo: 31/10/2022 | Ultimo agg.: 12/10/2022 14:27Main Draw (cut off: 154 – Data entry list: 11/10/22 – Special Exempts: 0/0)

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    I pionieri di Bergamo fanno diciassette

    Holger Rune, vincitore dell’edizione 2021 – Foto Antonio Milesi

    Il Trofeo Perrel-Faip 2022, presented by BPER Banca, festeggerà la sua 17esima edizione dal 30 ottobre al 6 novembre. Nato nel 2006, è stato tra i primi a contribuire alla rinascita del tennis italiano. Si gioca al PalaIntred e sarà un torneo al profumo di Next Gen.
    Secondo una vecchia credenza, risalente addirittura all’antica Roma, il numero 17 porta sfortuna. Semplice superstizione, che non riguarda gli organizzatori del Trofeo Perrel-Faip di Bergamo, che festeggerà la diciassettesima edizione dal 30 ottobre al 6 novembre. Confermata la nuova collocazione in calendario, felice conseguenza (ma anche intuizione) di un periodo triste come quello della pandemia. L’entusiasmo è lo stesso del 2006, quando l’associazione sportiva Olme Sport si lanciò in un’avventura che ha regalato immense soddisfazioni alla città, portando a Bergamo decine di campioni. Se oggi è un periodo florido per il tennis italiano, e sono spuntati diversi tornei nella Penisola, non si poteva dire altrettanto allora. Fu un gesto di coraggio ed entusiasmo, e non è azzardato dire che eventi come Bergamo abbiano avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della disciplina.
    SI GIOCA AL PALAINTREDAziende e istituzioni hanno fatto sentire il loro appoggio. Se il sostegno della Perrel di Gabriele Magoni e della FAIP di Giuseppe Magoni risale al 2012 èd è un punto fermo del torneo, quest’anno si accoglie l’ingresso di un nuovo presenting sponsor, BPER Banca, gruppo di prestigio e in grande ascesa, sempre più vicino al mondo dello sport. Non a caso, ha già sponsorizzato i recenti Campionati Europei di Nuoto. Sul piano delle istituzioni, è confermata la vicinanza della Regione Lombardia, del Comune di Bergamo e di Bergamo Infrastrutture, particolarmente disponibile nel soddisfare i parametri qualitativi sempre più elevati richiesti da un torneo di questo livello. Nella fattispecie, sarà potenziato l’impianto d’illuminazione nella Palestra Italcementi, secondo campo di gioco dopo il “Centrale” del PalaIntred. In virtù di un recente accordo con la nota azienda di prodotti tecnologici, lo storico palasport di Bergamo cambia nome e il Trofeo Perrel-Faip sarà uno dei primissimi eventi a giocarsi nell’impianto con la nuova denominazione. Tra i parametri richiesti dall’ATP c’è anche quello di avere tra campi con identica superficie all’interno del Comune di Bergamo: esigenza soddisfatta grazie all’allestimento di un campo in resina Slam Court presso il Tennis Club Città dei Mille, che – al di là dei due campi di allenamento – sarà il quartier generale del torneo, che anche quest’anno farà parte dell’Artengo Tennis Tour, con il noto brand di Decathlon che metterà a disposizione la palla ufficiale, la TB920.
    GLI EREDI DI BERRETTINI E SINNERCome da tradizione, l’entry list sarà pubblicata con tre settimane d’anticipo rispetto al torneo. Tuttavia, la nuova collocazione a ridosso delle Next Gen Finals di Milano garantirà un campo di partecipazione decisamente interessante, sia per chi vorrà rifinire la preparazione in vista dell’happening milanese, sia per chi sarà a caccia degli ultimi punti per la qualificazione. Tra l’altro, la Race to Milan del 2022 vede protagonisti diversi giocatori italiani: a parte Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, in questo momento Francesco Passaro è nono (quindi virtualmente qualificato, perché Carlos Alcaraz sarà alle ATP Finals di Torino), mentre tra la 12esima e la 17esima posizione ci sono ben cinque azzurri: Luca Nardi, Giulio Zeppieri, Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli e Francesco Maestrelli. Senza dimenticare che poco più in basso ci sono Luciano Darderi e Matteo Gigante. Insomma, una moltitudine di giocatori pronti a rinnovare la tradizione e raccogliere un’eredità che in tempi recenti ha visto trionfare al PalaIntred giocatori come Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Con queste premesse, la 17esima edizione del Trofeo Perrel-Faip, presented by BPER Banca, si annuncia una delle più interessanti di sempre. E non ci sarà spazio per la scaramanzia. LEGGI TUTTO

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    La nuova stella di Bergamo si chiama Rune

    l titolo è andato al 18enne Holger Vitus Nodskov Rune, che tra poche ore sarà impegnato alle Next Gen ATP Finals di Milano. – Foto Antonio Milesi

    Non era facile aggiornare l’albo d’oro con un nome capace di non sfigurare accanto a quelli di Berrettini e Sinner. La prima edizione novembrina del torneo di Bergamo ha trovato il baby fenomeno Holger Vitus Nodskov Rune. Travolto dall’affetto dei bergamaschi, vince il quarto torneo in Italia e promette: “Tra un anno sarò tra i primi 15-20”. Lo aspettavano tutti. Holger Vitus Nodskov Rune non ha tradito, dando lustro all’albo d’oro del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, Indoor). Non era facile trovare un nome che potesse essere all’altezza di Matteo Berrettini e Jannik Sinner, ma Bergamo ce l’ha fatta. “Il 7 novembre del 2022 punto a essere top-20, o magari top-15” ha sibilato il danese poco prima di correre in hotel per un rapido check-out e recarsi a Milano, laddove martedì esordirà nelle Next Gen ATP Finals di Milano. Fenomeno annunciato, Rune punta a ripercorrere la strada dei giocatori che lo hanno preceduto al Pala Agnelli. In finale avuto bisogno di due ore e dieci minuti per battere il combattivo Cem Ilkel col punteggio di 7-5 7-6, evidenziando le stimmate del campione: nonostante abbia appena 18 anni, è già in grado di vincere (quasi) tutti i punti importanti. Nel primo set è stato Rune a dover fronteggiare tre palle break (due sullo 0-1, una sul 3-4) e le ha cancellate tutte con il servizio. Il break decisivo è arrivato nell’undicesimo game, con Ilkel che si è innervosito per una chiamata dubbia sul primo punto, salvo poi commettere un paio di errori banali negli scambi successivi. Segnali ancora più evidenti nel secondo set, nel quale – va detto – Ilkel ha bruciato un’occasione enorme. Avanti 5-2 grazie a un break al sesto game, aiutato da alcuni dritti sparacchiati da Rune (che litigava con la tensione delle corde della sua racchetta, mandata frettolosamente a incordare), ha servito per il set sul 5-3 ed è stato un game eterno, durato 18 punti, in cui ha avuto tre setpoint. Grida vendetta l’ultimo: Rune si era buttato a rete senza granché in mano, il passante era buono e il danese ha giocato una volèe di pura opposizione. Ilkel aveva un passante facile, a campo aperto, ma l’ha incredibilmente sbagliato in lunghezza. Non è andato in escandescenza, ma ha patito il contraccolpo. Rune ha ricucito lo svantaggio, poi il set è arrivato al tie-break, sempre condotto da Rune. Il danese aveva un paio di matchpoint, entrambi annullati (il primo da una fantastica volèe bassa di Ilkel), ma sul 6-6 alzava il volume del suo tennis e poteva alzare le braccia al cielo, intascando il quarto Challenger in carriera, il quarto del 2021, il quarto nella penisola italiana dopo i successi a Biella, San Marino e Verona. MARGINI DI MIGLIORAMENTO“Potrebbe essere stato l’ultimo Challenger della mia carriera – ha detto Rune – forse potrei giocarne ancora un paio per entrare tra i top-100 ATP, poi mi focalizzerò sugli Slam e i tornei del circuito maggiore. Sono entusiasta all’idea”. Come a dire che Bergamo è riuscito a prenderlo per un soffio, appena prima che la sua carriera spicchi il volo. “Ci rivediamo l’anno prossimo?” gli ha chiesto lo speaker Pako Carlucci durante la premiazione. “Forse” ha replicato lui, con lo sguardo furbetto di chi la sa lunga. Diplomazia che profuma di riconoscenza per il pubblico di Bergamo, che ha riempito il palazzetto per ogni suo match e gli ha fornito grande sostegno, ma il suo futuro sembra già scritto. Non è stata una settimana facile: qualche problemino fisico e la zavorra psicologica delle Next Gen Finals gli hanno creato più di un ostacolo. Ha lasciato un set a Horansky, Dzumhur e Molcan, ha rischiato di cederne uno anche a Ilkel, ma alla fine ha vinto sempre lui. E può esultare perché il suo tennis ha ancora notevoli margini di miglioramento, a partire dalla potenza di un dritto che – nella pura esecuzione – ricorda vagamente quello di Del Potro, e da un utilizzo più accorto della palla corta. “Credo che la cosa più difficile di questa finale sia stata l’aspetto mentale. Lui ha giocato un ottimo torneo, ha espresso il suo miglior tennis – dice Rune – avevamo giocato in condizioni simili un paio d’anni fa e fu una battaglia, ma anche stavolta ho trovato un modo per vincere”. IL GIRO PORTAFORTUNA IN BICICLETTAIl rapporto di Rune col nostro Paese è sempre più forte. “Non capita tutte le settimane di avere una tifo del genere, ma in Italia sì. Mi è sempre piaciuto giocare nel vostro Paese, poi ho un atteggiamento e un approccio simile a quello degli italiani”. Il successo a Bergamo lo porterà al numero 109 ATP, a un passo dall’ammissione diretta nel tabellone principale dell’Australian Open. Proprio in virtù di questo, dopo la campagna milanese (“Sarà divertente, sono entusiasta all’idea di provare il format dei set a 4 game e del punto secco sul 40-40, voglio giocare il mio tennis e soprattutto divertirmi”) è possibile che giochi ancora qualche torneo per evitare la scocciatura delle qualificazioni australiane. Immaginarlo ad alti livelli è un pronostico facile, scontato, che i bookmakers non quoterebbero nemmeno. E poi ha la benedizione di Bergamo, suggellata dal tradizionale giro di campo in sella alla bicicletta elettrica messa a disposizione dal co-title sponsor FAIP, con bandiera danese al vento, che tanta fortuna ha portato ai suoi predecessori. È l’ultima cartolina di un’edizione fortemente voluta dalla Olme Sport, che mai e poi mai avrebbe permesso di lasciare un buco nell’albo d’oro del torneo. Una tenacia premiata da un vincitore di lusso, un torneo perfettamente riuscito sul piano organizzativo e l’ennesimo successo di pubblico, suggellato dall’ennesimo sold-out. Dopo la complicata organizzazione dell’edizione post-COVID, Bergamo può finalmente respirare per qualche settimana per poi iniziare a pensare – con le consuete tempistiche – all’edizione numero 17 e al recupero della piena normalità. Sarà il secondo indennizzo dopo la mancata finale del 2020. Il primo è stata la vittoria di Holger Vitus Nodskov Rune. La stellina del futuro. CHALLENGER Bergamo (Italia) – Finale, cemento (al coperto) Palaagnelli – Ora italiana: 16:30 (ora locale: 4:30 pm)1. [3] Holger Vitus Nodskov Rune vs Cem Ilkel CH CH Bergamo Rune H.77 Ilkel C.56 Vincitore: Rune H. ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 1-2* 2-2* 2*-3 3*-3 4-3* 4-4* 5*-4 6*-4 6-5* 6-6* 7*-66-6 → 7-6Rune H. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-6 → 6-6Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-405-5 → 5-6Rune H. 0-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-404-5 → 5-5Ilkel C. 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-A3-5 → 4-5Rune H. 15-0 15-15 30-15 40-152-5 → 3-5Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 40-152-4 → 2-5Rune H. 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-3 → 2-4Ilkel C. 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3Rune H. 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 2-2Ilkel C. 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2Rune H. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-400-1 → 1-1Ilkel C. 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Rune H. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-406-5 → 7-5Ilkel C. 0-15 0-30 15-30 15-405-5 → 6-5Rune H. 0-15 15-15 30-15 40-154-5 → 5-5Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 40-154-4 → 4-5Rune H. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-403-4 → 4-4Ilkel C.3-3 → 3-4Rune H. 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3Rune H. 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 2-2Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2Rune H. 15-0 15-15 15-30 15-40 40-40 A-400-1 → 1-1Ilkel C. 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Rune, l’eredità di Sinner è a un passo

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Il baby danese vince una semifinale complicatissima contro Alex Molcan e adesso vuole completare l’opera, prendendosi il torneo che nel 2019 lanciò la stella di Jannik Sinner. Sarebbe l’ennesimo big lanciato dal torneo di Bergamo. Ma prima dovrà battere il solido Cem Ilkel, giocatore concreto e resistente. Grande successo di pubblico.
    “Onestamente sono un po’ preoccupato”. Con queste parole, il direttore del torneo Marco Fermi ha accolto la vittoria di Holger Vitus Nodskov Rune nella prima semifinale del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, Indoor). Ma era la preoccupazione più bella e piacevole per chi ricopre il suo ruolo: c’è il rischio che la presenza del baby fenomeno danese costringa a tenere fuori un po’ di persone dal Pala Agnelli in occasione della finale, come peraltro accaduto in alcune occasioni passate. Stavolta è diverso perché la capienza è ridotta al 60% per le ovvie ragioni normative legate al COVID, dunque potrebbe ripetersi la stessa situazione vissuta sabato, durante il 7-5 1-6 6-4 con cui il danese ha superato Alex Molcan, garantendosi l’ennesima finale Challenger sul territorio italiano. Rune ha vinto con il carattere, con la voglia infinita di vincere, più forte di una serie di acciacchi fisici: schiena, piede sinistro, adduttore, una sbucciatura al ginocchio… Eppure, nonostante sia imminente l’impegno alle Next Gen Finals di Milano, ha rispettato a fondo il torneo bergamasco. Il match contro Molcan è stato duro e interessante, perché aveva di fronte un giocatore in piena fiducia. Aiutato dalla superficie piuttosto lenta, Molcan ha cercando di tessere una ragnatela di lunghi scambi, cercando di portare Rune all’errore. C’è riuscito per lunghi tratti, soprattutto in un secondo set in cui Rune ha evidenziato qualche problema fisico e l’ha lasciato un po’ andare, cercando di riprendere energie per il terzo. Si è fatto trattare alla schiena dal fisioterapista, ma in avvio di terzo set sembrava sull’orlo del ritiro. Invece ha trovato le energie necessarie per rimettere in piedi la partita. Ha recuperato il break di svantaggio e poi ha giocato un gran game in risposta quando Molcan ha servito sul 4-5, sigillandolo con un paio di bordate vincenti con il rovescio. Durante il match si è raggiunto il limite della capienza consentita, al punto che ogni uscita dal palazzetto è stata ritenuta definitiva per dare la possibilità di entrare a quelli che erano fuori in attesa. Rune ha confermato di avere una cilindrata maggiore rispetto al suo avversario, che per oltre due ore ha mantenuto lo stesso rendimento. Il problema di Molcan è che non aveva la possibilità di ingranare una marcia più alta. Al contrario, il danese è ha giocato un match pieno di alti e bassi: per sua fortuna, ha saputo spingere nel momento adeguato.
    ILKEL PASSA, CHE RIMPIANTO PER MAROZSANIn finale se la vedrà con Cem Ilkel, emerso dalla semifinale meno “nobile” ma altrettanto interessante. Due ore di colpi di scena hanno sancito il suo match contro Fabian Marozsan. Il turco si è imposto 7-6 5-7 6-4, ma l’esito avrebbe potuto essere molto diverso. Il grosso rimpianto di Marozsan, il cui tennis è davvero brillante, sono i due setpoint bruciati sul 5-4 nel primo set. Si è trovato 15-40 sul servizio di Ilkel: il turco ha cancellato il primo con un gran servizio, mentre sul secondo l’ungherese si è fatto ingolosire da una palla non troppo difficile, ma ha sparato il dritto fuori di almeno un metro. Marozsan ha avuto un’altra mezza chance (6-5 e 0-30 sul servizio di Ilkel), ma poi ha perso nettamente il tie-break e ha patito il contraccolpo in avvio di secondo set. La mancanza d’esperienza si è vista nella fretta nel riprendere il gioco tra un punto e l’altro, mentre Ilkel si prendeva tutti i secondi necessari. Sotto 7-6 4-1, Marozsan sembrava già con un piede sull’aereo per Budapest. Sul 5-2 è stato a due punti dalla sconfitta, ma ha trovato la forza di risollevarsi. Con cinque game consecutivi ha incredibilmente prolungato il match al terzo. La fiducia accumulata nel 2021 ha dato una grossa mano a Ilkel, uscito dal campo per cambiarsi e tornato in campo come se niente fosse. È salito 4-1, ma ancora una volta Marozsan lo ha riagganciato. Quando tutto sembrava pronto per un arrivo al fotofinish, il turco ha avuto un pizzico di fortuna nell’ultimo game: ha preso un paio di righe che hanno destabilizzato l’ungherese, infilando l’ultimo break addirittura a zero. Ilkel dovrebbe garantire una finale combattuta, visto che ha l’esperienza necessaria per provare a mettere in difficoltà Rune, anche se ha perso l’unico precedente, un paio d’anni fa in Coppa Davis. Ma erano altri tempi, ed entrambi erano altri giocatori. Detto che il titolo di doppio è andato ai cechi Zdenek Kolar e Jiri Lehecka (per Kolar è il secondo titolo consecutivo), i quali si candidano per un posto da titolari per la Repubblica Ceca alle Davis Cup Finals, la finale è programmata alle ore 16.30 ma la cerimonia inaugurale, uno dei momenti più iconici del torneo, la anticiperà di circa mezz’ora e al pubblico è consigliato di arrivare il prima possibile per garantirsi il suo posto in tribuna, vista la capienza limitata. La voglia di tennis dei bergamaschi è infinita, a maggior ragione se c’è da ammirare un futuro campione. Uno che soltanto due mesi fa scippava un set a Novak Djokovic.
    TROFEO FAIP-PERREL BERGAMO (44.820€, indoor)Semifinali SingolareHolger Rune (DAN) b. Alex Molcan (SVK) 7-5 1-6 6-4Cem Ilkel (TUR) b. Fabian Marozsan (UNG) 7-6(2) 5-7 6-4
    Finale DoppioZdenek Kolar / Jiri Lehecka (CZE-CZE) b. Lloyd Glasspool / Harri Heliovaara (GBR-FIN) 6-4 6-4 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Cem Ilkel, il turco che ride sempre

    Cem Ilkel – Foto Antonio Milesi

    Forgiato dal guru Gavin Hopper, Cem Ilkel ha trovato la piena maturità. A Bergamo sta battendo una testa di serie dopo l’altra e rivela: “La Turchia sta diventando una nazione del tennis. Il merito è di Hopper, che ha cambiato la nostra mentalità. Speriamo di diventare come l’Italia”. Molcan sempre più vicino ai top-100
    Il suo luogo di allenamento si chiama Soul Tennis Academy, maxi-struttura con 50 campi a disposizione e diretta dal mitico coach Gavin Hopper, un passato al fianco di Monica Seles e Mark Philippoussis e oggi trapiantato in Turchia anche dopo qualche problema con la giustizia (ha trascorso un paio d’anni in carcere per molestie sessuali su giovani allieve negli anni 80). Ogni volta che si nomina il tecnico australiano, gli occhi di Cem Ilkel si illuminano. Il turco è semifinalista a sorpresa al Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, Indoor) dopo il bel successo su Liam Broady, uno dei favoriti per la vittoria finale. Un 7-5 3-6 6-1 che suggella la bella stagione del ragazzo di Istanbul, un tipo simpatico, sempre con il sorriso sulle labbra e qualche fisima tutta sua: per esempio, dopo ogni match fugge dal palazzetto ancora vestito da tennis perchè preferisce farsi la doccia in hotel. Anche se Hopper non lo accompagna a Bergamo (è seguito da un tecnico dell’accademia), cambia espressione quando si parla di lui. “Lo conosco da quando avevo 12 anni: oggi ne ho 26 e lavoriamo ancora insieme. Quando mi trovo a Istanbul sono sempre con lui, ci vediamo ogni giorno, È il mio coach, il mio mentore, c’è un bel rapporto anche tra le nostre famiglie. È la persona che ha cambiato il tennis turco. Oggi abbiamo alcuni giocatori tra i top-200 ATP e WTA ed è unicamente merito suo. È una leggenda”. Ilhan ha vinto il suo unico Challenger nel febbraio 2020 a Quimper, in Francia, in condizioni simili a quelle trovate a Bergamo. Chissà che non possa ripetersi, specie dopo aver eliminato il n.4 del tabellone Albot e poi il n.5 Broady. “Credo sia stata una bella partita, spettacolare anche per il pubblico – dice il turco – Liam gioca molto bene sul cemento, un mese fa ha vinto un torneo in queste condizioni ed è difficile affrontarlo perché il suo rovescio è privo di rotazione ed è difficile generare potenza. Inoltre viene spesso a rete, serve bene… sono rimasto tranquillo, ho giocato ogni punto con la stessa intensità e alla fine sono stato fortunato”.
    “TURCHIA PAESE DEL TENNIS”Il momento cruciale è stato il secondo game del terzo set, in cui il britannico ha commesso tre doppi falli che hanno dato una mano a Ilkel, la cui superiorità nel palleggio da fondocampo era comunque abbastanza marcata. E il campo non era sufficientemente veloce per favorire le trame offensive di Broady. Non era mai capitato che un tennista turco andasse così avanti a Bergamo: nel 2014 ci provò Marsel Ilhan, che però perse al primo turno. Ancora oggi rimane il miglior tennista turco di sempre, pur essendo nato in Uzbekistan. “Ma si è trasferito in Turchia da giovane, quindi può essere considerato turco a tutti gli effetti – dice Ilkel – oggi è il capitano di Coppa Davis, mi ha aiutato quando ero piccolo e lo fa ancora oggi. È un idolo per tutti noi, quello che ha fatto in Turchia è incredibile, spero di poter fare meglio di lui”. Riuscirci vorrebbe dire migliorare la 77esima posizione colta da Ilhan nel 2015. “A breve termine vorrei entrare tra i top-100, mentre per il resto della carriera non posso ancora dire quali sono i miei desideri” dice con un sorriso furbetto il ragazzo che fa un gran tifo per il Galatasaray. “Ovviamente ieri ho visto la partita di Europa League, sono un grande tifoso. Credo che preferirei una vittoria del Galatasaray in Champions League a un mio successo in un torneo ATP”. E giù un’altra risata. Chissà se è sincero. Di sicuro lo è quando parla dell’impetuosa crescita del tennis nel suo Paese. “Fino a qualche anno fa non era molto popolare, poi la federazione ha fatto ottime cose. Tuttavia, il merito è di Gavin Hopper che ha cambiato la mentalità. Negli ultimi anni sono successe molte cose, stiamo diventando una nazione del tennis e la prossima generazione sarà migliore della nostra. Spero che un giorno arriveremo ad avere tanti giocatori come l’Italia, anche se ci vorrà ancora qualche anno”. Per adesso Ilkel effettua una lotta a distanza con Altug Celikbilek per chiudere l’anno da numero 1 turco: lui è numero 158, Celikbilek 160 e ha perso nei quarti a Tenerife. I punti raccolti a Bergamo gli daranno una mano a consolidare il vantaggio. D’altra parte, il 2021 è di gran lunga la sua miglior stagione: “L’età mi ha reso più maturo, avendo giocato molte partite so come comportarmi nei momenti difficili e come giocare i punti importanti. Col tempo sono diventato più professionale e il mio gioco è cambiato. In meglio”.
    MOLCAN NON SI FERMA PIÙ: 57 VITTORIE IN STAGIONEHa centrato un posto in semifinale anche Alex Molcan. Non c’è alcuna animosità tra cechi e slovacchi, due popoli che fino al 1993 erano sotto la stessa bandiera, ma c’è da credere che Molcan abbia provato una certa soddisfazione nel battere Zdenek Kolar, forse stanco dopo l’infinita battaglia di mercoledì contro O’Connell e i tanti impegni in doppio (laddove ha poi colto la finale insieme a Jiri Lehecka). Molcan ha confermato il gran momento di fiducia con un doppio 6-4, peraltro dopo aver rimontato da 1-4 nel primo set e vinto un delicato sesto game del secondo: in svantaggio 3-2, ha annullato tre palle break in un game di sedici punti, sfibrando mentalmente il suo avversario. Non a caso, nel game successivo lo ha brekkato a zero, aprendosi la strada per la vittoria numero 57 della sua fantastica stagione. Il traguardo dei top-100 ATP (e l’ammissione diretta all’Australian Open) è sempre più vicino. LEGGI TUTTO

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    Rune, la scheggia gialla che illumina Bergamo

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Quel cappellino giallo, così particolare, così sbarazzino, simboleggia la differenza tra Holger Vitus Nodskov Rune e tutti gli altri partecipanti del Trofeo FAIP-Perrel (44.820€, Indoor). È presto per dire se vincerà il torneo, ma è chiaro che i Challenger sono una semplice tappa di passaggio in un percorso ben più ampio, ambizioso, importante.
    I bergamaschi lo hanno capito e hanno invaso il Pala Agnelli per assistere al suo match contro Filip Horansky, onesto mestierante di categoria. Rune è sceso in campo poche ore dopo aver appreso della qualificazione alle ATP Next Gen Finals: il forfait di Jannik Sinner gli permetterà di giocare all’Allianz Cloud di Milano contro i migliori Under 21 del circuito, compreso quel Carlos Alcaraz che sta facendo sfracelli. La notizia avrebbe potuto avere un doppio effetto sul suo rendimento bergamasco: da una parte poteva stimolarlo a fare bene, giocando più match possibili in condizioni identiche a quelle che troverà a Milano, a meno di 50 km di distanza. Dall’altra, tuttavia, avrebbe potuto demotivarlo. Ma il danese non ha ancora l’età per fare calcoli: per lui, il tennis è sfida, lotta, divertimento. Si esalta nella battaglia. Per questo si è innervosito quando ha rischiato di perdere la partita, e ha cercato una via per uscire dalle sabbie mobili. L’ha trovata e si è imposto col punteggio di 5-7 6-4 6-2, regalando a Bergamo un super quarto di finale contro Damir Dzumhur. Non è stato facile: forse sottovalutando l’avversario, Rune ha giocato un tennis sperimentale per tutto il primo set. Non arretrava mai, giocava quasi di controbalzo e si presentava spesso a rete (laddove deve migliorare parecchio). Risultato: giocava nel territorio preferito del suo avversario. Dal 5-5 ha perso cinque giochi di fila e si è pure innervosito con il giudice di sedia Andrea Mangione per una presunta chiamata sbagliata. Ma le stimmate del campione sono emerse nel momento del bisogno: sotto 7-5 3-0 ha iniziato a giocare con attenzione. Niente più esperimenti, tanta concretezza e una condizione fisica straripante gli hanno permesso di vincere cinque giochi di fila e rovesciare la trama del match. Nel terzo è scappato via già al terzo game e non ha concesso alcun margine a Horansky. Il povero slovacco è rimasto in campo due ore senza alcun punto di riferimento: fino a quando Rune glielo ha permesso ha trovato ottime soluzioni, poi è stato oscurato dal danese, fin quasi a diventare una comparsa. Il torneo conserva dunque la sua stellina e si presenta ai quarti con sei delle otto teste di serie ancora in gara: hanno fallito l’appuntamento soltanto Milojevic e Albot. Senza offesa per gli altri sette, tuttavia, l’interesse è soprattutto su Holger Rune. Le suggestioni che porta con sé sono troppo abbaglianti, proprio come quel cappellino giallo che illumina ancor di più le sue sembianze nordiche.
    Secondo Turno SingolareDennis Novak (AUT) b. Evgeny Donskoy (RUS) 6-1 2-6 6-1Cem Ilkel (TUR) b. Radu Albot (MDA) 7-5 6-3Alex Molcan (SVK) b. Nerman Fatic (BIH) 6-1 6-4Holger Rune (DAN) b. Filip Horansky (SVK) 5-7 6-4 6-2
    Quarti di Finale DoppioFederico Gaio / Francesco Forti (ITA-ITA) b. Duje Ajdukovic / Pavel Kotov (CRO-RUS) 6-7(6) 7-5 10-6Zdenek Kolar / Jiri Lehecka (CZE-CZE) b. Romain Arneodo / Sergiy Stakhovsky (MON-UCR) 6-4 2-6 10-6Lloyd Glasspoll / Harri Heliovaara (GBR-FIN) b. Evgeny Donskoy / Mikhail Kukushkin (RUS-KAZ) 7-6(2) 6-4Radu Albot / Artem Sitak (MDA-RUS) b. Damir Dzumhur / Nerman Fatic (BIH-BIH) 6-4 7-5 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Alex Molcan e il bello di essere numero 1

    Alex Molcan nella foto

    Per la prima volta in carriera, Alex Molcan è testa di serie numero 1 in un Challenger. “Non leggo nella mente altrui, ma credo che possa essere un vantaggio e condizionare i miei avversari”. Nel frattempo è nei quarti e in caso di vittoria entrerebbe tra i top-100 ATP. Fuori Albot, l’Italia si consola col doppio.
    Quando si è presentato ad Antalya per giocare il primo torneo del 2021, Alex Molcan era numero 313 ATP. Non avrebbe mai immaginato di presentarsi a novembre da serie numero 1 del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, indoor), forte di una classifica che lo vede in 114esima posizione. In mezzo ha raccolto addirittura una finale ATP a Belgrado, giocata contro il numero 1 Novak Djokovic. E poi il fantastico terzo turno allo Us Open che ha fatto conoscere la sua storia, mettendo in luce i sacrifici compiuti da mamma Andrea per aiutarlo a diventare un professionista. Coetaneo di Zverev e Rublev, con i quali ha condiviso l’attività junior, il (quasi) 24enne slovacco sembra aver trovato la sua dimensione. L’assalto ai top-100 prosegue a Bergamo, laddove ha centrato i quarti battendo Nerman Fatic, sostenuto a gran voce dal connazionale (e compagno di doppio) Damir Dzumhur. Un 6-1 6-4 senza patemi, che Molcan analizza lucidamente. “Nel primo set ho giocato un buon tennis: pochi errori e qualche aiuto da parte sua, ma credo di averlo meritato al 100%. Nel secondo lui ha avuto qualche chance sul mio servizio, ma ho trovato il modo di salvarmi. Mi sono trovato 0-30 e 15-40 in un game, poi in un altro ho dovuto annullare una palla break. Mi sono sempre salvato, poi l’ho brekkato. Alla fine ho un po’ tremato, il servizio non mi ha aiutato troppo, ma sono ugualmente soddisfatto”. Molcan fa il professionista da sette anni e ha giocato quasi 300 partite, ma non era mai stato testa di serie numero 1 in un Challenger. “Sensazione nuova, ma non avverto pressione. Anzi, credo che potrebbe darmi una mano: io credo in me e magari gli avversari possono essere condizionati dal fatto di giocare contro il numero 1. Non so, non leggo nella mente altrui, ma potrebbe essere così… Di certo sto giocando bene, merito questo ranking e cerco di vincere ogni partita perché la competizione è dura e giocano tutti bene”.
    “NON PENSO A ZVEREV E RUBLEV”A distanza, mamma Andrea lo segue con grande passione dopo averlo condotto da Presov a Bratislava per aiutarlo nel suo sogno. “Spero che sia orgogliosa di me, lo spero davvero – dice Molcan – il tennis non è la cosa più importante del mondo. Mi piacerebbe che lei fosse orgogliosa di me come persona, poi il tennis viene in secondo piano”. Durante lo Us Open, lo slovacco aveva fatto parlare di sé per i vistosi tatuaggi. La tigre rappresenta la grinta, Buddha gli ricorda la necessità di pensare durante un match. Senza dimenticare la data di nascita della madre tatuata sul petto. “Pianifico di farne altri – dice con un sorriso – non so quando, ma se avrò il tempo potrei farne un altro già a fine stagione”. Da junior è stato top-20 ITF, sfidando gente che giocherà il Masters come Alexander Zverev e Andrey Rublev. “Bisogna accettare che altri giocatori arrivino tra i top-100 a diciotto anni e oggi giochino le ATP Finals. Forse sono più bravi di me, bisogna riconoscerlo. Io devo lavorare duro per raggiungere il loro livello, e vedremo quale sarà il mio limite. Forse i loro successi mi danno un po’ di motivazione in più, ma non li guardo più di tanto”. Il suo presente, infatti, si chiama Zdenek Kolar: i due si sono sfidati due mesi fa nelle qualificazioni dello Us Open e per lui è un ricordo dolcissimo. “Lo conosco bene, è un ottimo giocatore, gli piace essere aggressivo, spingere duro, entrare in campo e chiudere il punto. Sarà un match duro per entrambi, io proverò a giocare il mio miglior tennis”. Per Molcan sarà un match molto importante, perché gli darebbe punti preziosi per avvicinare l’ammissione diretta all’Australian Open, suo grande obiettivo di fine anno. Dovesse vincere il torneo, festeggerebbe addirittura l’ingresso tra i top-100 ATP. Mamma Andrea, dalla sua casetta di Presov, sarebbe ancora più orgogliosa di lui.
    AVANZA NOVAK, CHE BRAVI GAIO-FORTINel frattempo il torneo ha perso la testa di serie numero 4: Radu Albot ha sciupato un break di vantaggio nel primo set e poi si è arreso al turco Cem Ilkel, autore di una partita ordinata che conferma il suo ottimo stato di forma. Adesso il turco se la vedrà con Liam Broady, non prima di aver fatto il tifo per il suo Galatasaray nella partita di Europa League contro la Lokomotiv Mosca. Centra i quarti il numero 2 del tabellone Dennis Novak, emerso da un match denso di alti e bassi contro Evgeny Donskoy. A parte un secondo set in cui gli entrava quasi ogni palla, il russo ha giocato un match al di sotto delle aspettative e si è arreso col punteggio di 6-1 2-6 6-1. L’Italia si consola con il doppio: dopo le tante delusioni in singolare, abbiamo piazzato una coppia in semifinale. Federico Gaio e Francesco Forti hanno recuperato un set di svantaggio a Kotov-Ajdukovic e venerdì giocheranno la seconda semifinale su due tornei in coppia: lo scorso anno avevano fatto altrettanto a Ortisei. Il prossimo impegno sarà decisamente più complicato, poiché sono attesi dai numeri 1 del tabellone, la coppia anglo-finlandese composta da Lloyd Glasspoll e Harri Heliovaara. LEGGI TUTTO