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    Alcaraz vince la sua prima partita a Roma e torna n.1

    Carlos Alcaraz

    Debutto bagnato, debutto fortunato. Carlos Alcaraz sotto qualche goccia di pioggia scende in campo per la prima volta sul Centrale del Foro Italico, scatta lentamente dai blocchi ma ritrova il suo miglior tennis e travolge Albert Ramos Vinols, vincendo 6-4 6-1, con una striscia 12 game sui 15 giocati dallo 0-2.
    Ha servito bene Carlos, addirittura 216 km/h il suo primissimo servizio, primo punto del match. Però c’ha messo qualche game per trovare le misure contro un Ramos volitivo ed offensivo, bravo col suo diritto mancino a trovare angoli e profondità sul rovescio del murciano.La palla corta non funzionava, il diritto un po’ falloso. Dopo un paio di games lottati, Carlos ha finalmente trovato il contro break, trovato maggior profondità e colpi talmente anticipati da mandare in crisi la resistenza del connazionale. Servendo sul 5-4, Ramos è incappato in un brutto game, mentre Alcaraz ha trovato un paio di spallate imprendibili, con le quali ha chiuso il primo set.Non c’è stata storia nel secondo, con il n.1 più giovane dell’era Open pronto a scattare via e vincere in scioltezza. Impressiona Carlos quando riesce a comandare i tempi di gioco, è rapidissimo nel fare due passi in campo, apertura e via una bordata quasi in contro balzo, precisa e spesso definitiva. Uno spettacolo.
    Alcaraz con questa vittoria è sicuro di tornare n.1 il lunedì dopo la finale degli IBI23, e quindi sarà testa di serie n.1 anche a Roland Garros. A caldo ha detto di non essere molto interessato a capeggiare il tabellone di Parigi: “N.1 o n.2 fa lo stesso, l’importante è il mio gioco, devo solo pensare a quello”.
    Al momento il tennis di Alcaraz su terra è quasi imbattibile. Lo spagnolo viene infatti dalle vittorie a Barcellona e Madrid, imbattuto sul rosso in Europa. In stagione ha un bilancio di 20-1 sul rosso, con l’unica sconfitta patita nella finale di Rio contro Norrie, match nel quale ebbe anche un piccolo infortunio. La concorrenza è avvisata: Carlos è l’uomo da battere a Roma.

    2. Albert Ramos-Vinolas vs [2] Carlos Alcaraz ATP Rome Albert Ramos-Vinolas41 Carlos Alcaraz [2]66 Vincitore: Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 2C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 ace1-5 → 1-6A. Ramos-Vinolas 0-15 0-30 0-40 15-401-4 → 1-5C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-151-3 → 1-4A. Ramos-Vinolas 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-400-3 → 1-3C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-2 → 0-3A. Ramos-Vinolas 15-0 ace 15-15 15-30 15-40 30-400-1 → 0-2C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1A. Ramos-Vinolas 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A4-5 → 4-6C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-154-4 → 4-5A. Ramos-Vinolas 15-0 30-0 40-03-4 → 4-4C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-3 → 3-4A. Ramos-Vinolas 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-152-2 → 2-3A. Ramos-Vinolas 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df2-1 → 2-2C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-0 → 2-1A. Ramos-Vinolas 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-401-0 → 2-0C. Alcaraz 15-0 ace 15-15 15-30 15-40 30-40 df0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz festeggia i 20 anni conquistando la finale del Mutua Madrid Open e avvicinandosi al decimo titolo in carriera

    Carlos Alcaraz nella foto

    Carlos Alcaraz saluta l’adolescenza con una vittoria e inizia i suoi ‘venti’ con una vittoria! Il numero due del ranking ATP ha affrontato la resistenza di Borna Coric (20°), ma alla fine ha risolto la questione in soli due set, garantendosi il ritorno alla finale del Mutua Madrid Open e avvicinandosi alla riconferma del titolo nel Masters 1000 spagnolo. Nel giorno in cui ha festeggiato il suo 20° compleanno, Carlitos ha superato Coric con i parziali 6-4 6-3, ottenendo l’accesso alla sua quarta finale Masters 1000 in carriera – ha vinto tutte le altre – e si tratta già della quinta finale considerando tutte le categorie in questa stagione. Ora è alla ricerca del suo decimo titolo in carriera, che gli garantirebbe virtualmente il ritorno al vertice del ranking ATP: se dovesse diventare campione, avrebbe solo bisogno di giocare a Roma per superare Novak Djokovic, a prescindere da ciò che succederà al serbo in Italia.
    È certo che non si può dire che Coric abbia giocato male. Al contrario. Lo si può capire dal primo set, che è durato più di un’ora, ma alla fine Alcaraz è riuscito a prevalere nei momenti più difficili. Ha salvato l’unico break point che ha affrontato in quella partita e ha fatto la differenza con un break nel quinto gioco. Nel secondo set, Carlitos è passato avanti 2-1, Coric ha risposto con il contro-break, ma la risposta è stata immediata e, da quel momento, Alcaraz non ha più guardato indietro. LEGGI TUTTO

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    Alcaraz tornerà n.1 nel ranking se vincerà a Madrid e parteciperà agli Internazionali d’Italia

    Carlos Alcaraz

    Si anima nuovamente la corsa al n.1 del ranking ATP. Novak Djokovic infatti, non avendo partecipato al Masters 1000 di Madrid per il problema al gomito, ha messo seriamente a rischio la sua posizione di leader della classifica mondiale. Il serbo infatti è il campione in carica del Masters 1000 di Roma, pertanto anche in caso di conferma del suo titolo, non potrà aumentare il proprio bottino di punti.
    Al contrario, Carlos Alcaraz se riuscirà a vincere di nuovo il Masters 1000 di Madrid (nel quale è ampiamente favorito) si troverà a soli 5 punti di distanza dal serbo, e quindi non avendo niente da difendere a Roma, sarà sufficiente la sola partecipazione al Foro Italico per farlo scattare davanti a Novak il lunedì 22 maggio. Eventualmente una non difesa del titolo 2022 degli IBI, abbinato ad un buon torneo di Alcaraz a Roma, potrebbe ampliare assai il gap a favore del murciano, che domani compirà 20 anni.
    C’è anche una terza possibilità, più difficile da realizzare ma nemmeno impossibile. Stefanos Tsitsipas infatti è teoricamente in corsa per diventare per la prima volta n.1 al mondo dopo Roma. Il greco dovrebbe tuttavia vincere sia a Madrid, torneo nel quale è ancora in corsa, e poi bissare il successo a Roma, dove lo scorso anno fu battuto in finale da Djokovic. Un’ipotesi più complessa ma non impossibile, visto che Tsitsipas resta uno dei tennisti più forti su terra battuta (due vittorie a Monte Carlo, finale a Roma e Roland Garros).
    Oltre al prestigio dell’essere seduto sul trono del tennis maschile, la posizione tra Djokovic, Alcaraz e Tstisipas è importante anche in ottica Roland Garros, per l’assegnazione delle teste di serie e quindi per il sorteggio dello Slam parigino, che si preannuncia quanto mai aperto a più possibili vincitori, viste le condizioni tutte da verificare del “padrone di casa”, Rafa Nadal. LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz inarrestabile, raggiunge le semifinali dell’ ATP 1000 di Madrid

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz, il numero due del ranking mondiale di tennis, continua a dominare la stagione della terra battuta e si è qualificato per le semifinali del torneo ATP 1000 di Madrid, dove attualmente detiene il titolo.L’atleta spagnolo ha ottenuto la sua nona vittoria consecutiva sconfiggendo Karen Khachanov nei quarti di finale del torneo madrileno. Alcaraz ha trionfato con il punteggio di 6-4 7-5, dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco intenso.
    Un terzo set sembrava probabile, dato che il tennista russo era in vantaggio per 2-5. Tuttavia, come spesso accade, Alcaraz non si è arreso e, sostenuto dal pubblico presente, è riuscito a vincere gli ultimi cinque giochi dell’incontro.Nella semifinale dell’ATP 1000 di Madrid, Alcaraz affronterà il vincitore del confronto tra Daniel Altmaier e Borna Coric. Con il sostegno del pubblico e l’ottimo stato di forma, il tennista spagnolo cercherà di continuare il suo percorso vincente verso la difesa del titolo.
    ATP Madrid Carlos Alcaraz [1]67 Karen Khachanov [10]45 Vincitore: Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 2C. Alcaraz 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-306-5 → 7-5K. Khachanov 15-0 15-15 30-15 30-30 30-405-5 → 6-5C. Alcaraz 15-0 ace 30-0 40-0 40-154-5 → 5-5K. Khachanov 0-15 15-15 30-15 30-30 30-403-5 → 4-5C. Alcaraz 30-0 30-15 40-15 ace2-5 → 3-5K. Khachanov 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-402-4 → 2-5C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-401-4 → 2-4K. Khachanov 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-3 → 1-4C. Alcaraz 0-15 0-30 15-30 15-40 30-401-2 → 1-3K. Khachanov 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2C. Alcaraz 15-15 30-15 30-30 40-300-1 → 1-1K. Khachanov 15-0 30-0 40-0 ace 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1C. Alcaraz 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-405-4 → 6-4K. Khachanov 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-405-3 → 5-4C. Alcaraz 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace4-3 → 5-3K. Khachanov 0-15 0-30 0-40 15-40 30-403-3 → 4-3C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3K. Khachanov 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3C. Alcaraz 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2K. Khachanov 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2C. Alcaraz 0-15 0-30 15-30 30-30 ace 40-300-1 → 1-1K. Khachanov 15-0 30-0 30-15 40-30 40-40 A-400-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Alcaraz può giocare meglio di così?

    Carlos Alcaraz (foto social dello spagnolo)

    “Non scherziamo, non è possibile! Come può Alcaraz giocare così bene, un tennis così completo a soli 19 anni? Chi può fermare questo giocatore fenomenale?”. Così ieri su TennisTv i telecronisti, nel corso dell’incontro dominato da Carlos su Zverev, dopo uno scambio micidiale vinto dal più giovane n.1 della storia moderna con un passante di rovescio stretto straordinario. Un colpo giocato con una naturalezza, nonchalance e facilità totali… se non fosse che la racchetta di Alcaraz ha creato quell’autentica meraviglia dopo un paio di rincorse assassine, trovando una combinazione di angolo, velocità e precisione assolute.
    Non è un “big point” che misura la forza e grandezza del murciano. E nemmeno la vittoria schiacciante su di uno Zverev che dopo il terribile e sfortunatissimo infortunio patito a Roland Garros 2022 stenta a ritrovare il miglior tennis e il suo ritmo, andando ad ondate del tutto instabili e insufficienti a garantirgli vittorie contro i big. Quello che impressiona in Alcaraz è la facilità con cui riesce a controllare sia l’attacco che la difesa, troppo più veloce e aggressivo degli altri. È davvero difficile trovare un difetto nel suo tennis. Ci sono vari aspetti ancora migliorabili, come trovare più punti diretti al servizio, la continuità in risposta, il saper gestire quell’esuberanza che lo porta a rincorse esagerate in rapporto all’importanza del punto o del momento del match – vedi lo stupido infortunio rimediato in allenamento lo scorso gennaio che gli è costato la partecipazione all’Australian Open… Direi anche trovare la calma per reagire quando l’avversario riesce a metterlo “sotto” con tempi di gioco altrettanti rapidi che non gi consentono di controllare e suo piacimento. Ma siamo ai dettagli, per fare la differenza sul resto degli avversari.

    No one man should have all that power ⚡️@carlosalcaraz #MMOpen pic.twitter.com/O3FjuCAm0n
    — Tennis TV (@TennisTV) May 2, 2023

    Fresco, ben allenato, totalmente a suo agio sul rosso veloce di Madrid, dove già l’anno scorso sconfisse prima un ottimo Djokovic al termine di una battaglia clamorosa e poi demolì in finale Zverev, sembra davvero difficile se non impossibile frenare la corsa di Alcaraz al bis nella capitale iberica. Khachanov (suo avversario oggi nei quarti), poi uno tra Coric, Altmaier, Struff, Zhang e Karatsev non sembrano affatto attrezzati non solo per batterlo ma nemmeno impensierirlo più di tanto. E probabilmente nemmeno Tsitsipas, che giusto in finale a Barcellona pochi giorni fa si è arreso piuttosto nettamente di fronte ai tempi di gioco troppo rapidi ed un aggressione continua su quel rovescio che non ne vuol sapere di migliorare, nonostante sia ormai il suo punto debole conclamato.
    Alcaraz quindi favorito d’obbligo anche a Roma e poi Parigi? Lui si dice molto contento del livello di gioco raggiunto, continuando a marciare spedito con grandissima fiducia ma tenendo un profilo discretamente basso. E considera Nadal il favorito per Roland Garros se potrà giocare. “Quando mi sento fisicamente in forma e in fiducia, so che non è facile per i miei rivali, ma non mi sento superiore a nessuno e non sono migliore di nessuno” afferma Carlos dopo la splendida vittoria di ieri. “Sono semplicemente consapevole che l’avversario deve giocare ad un livello molto alto per battermi”.
    Interessante quindi questa considerazione: “L’avversario più difficile? Sei te stesso, riuscire a tenere a bada i propri problemi. Sei da solo in campo, devi essere calmo e positivo, evitare pensieri negativi. Spesso il mio peggior rivale sono stato proprio io, per non aver l’atteggiamento giusto”. Della serie: se resto sereno, positivo, focalizzato, non devo aver timore di nessuno. Tanto facile quanto vero, per quel che si vede in campo.
    È possibile che Alcaraz possa giocare ancora meglio? La risposta è sì, non tanto come colpo singolo per la gestione delle tantissime frecce nella sua faretra. Per quanto Carlos sia già incredibilmente forte e completo, ancora tende a perdersi in certe fasi dello scambio, soprattutto quando è aggredito e non riesce a controllare il tempo gioco. Esattamente come nelle sfide perse contro Sinner.Lui la pensa così: “Il mio livello è cresciuto rispetto alla partita contro Dimitrov, penso che sarà difficile alzare ulteriormente il livello, ma si può sempre giocare un po’ meglio, si può sempre migliorare. I piccoli errori che ho commesso, per quanto pochi possano essere stati, voglio evitarli nel prossimo turno e migliorare. Ma sì, con il livello di oggi in campo posso dire di esser soddisfatto”.
    Zverev nella sfida di ieri non ha ricavato molto dal servizio, anche per la qualità della risposta di Carlos, e soprattutto ha commesso troppi errori in costruzione. Sasha ha colpi di una potenza devastante, ma non ha un grande anticipo, e Alcaraz è stato bravissimo a togliergli esattamente quel tempo di gioco necessario a spingere e generare potenza e precisione. Nella sfida di oggi, Karen Khachanov avrà esattamente lo stesso problema: è di sicuro più in forma del tedesco, ma anche lui per sprigionare la dinamite nel suo tennis ha bisogno di tempo. Difficilmente Alcaraz glielo consentirà, quindi sembra nettamente favorito a tornare in semifinale a Madrid.
    Chi può fermare questo Alcaraz sul rosso, così efficace in spinta con quell’anticipo fantastico e allo stesso tempo tanto forte e resistente in difesa? Giocatori dotati di resistenza, capaci di difendere e ribaltare lo scambio, con ottimi colpi d’inizio gioco e tanto anticipo. Non ce ne sono tanti in giro, e alcuni dei più forti (Djokovic e Rafa) sono KO o in condizioni tutt’altro che buone, assolutamente da verificare. Così che i due rivali più accreditati potrebbero essere Jannik e Holger, altrettanto giovani, forti, affamati di vittorie. Una triade che sembra destinata a governare il tour.
    Non manca molto a Parigi, un torneo che si preannuncia molto interessante. Oltre a Sinner e Rune, forse il pericolo n.1 per Alcaraz sono gli infortuni, visto che quel tennis spinto al limite e un po’ strappato in certe esecuzioni lo sottopone a stress importanti, dato che lui non vuol mollare nemmeno una palla. Stessa cosa anche per l’azzurro e il danese. Il gioco sarà duro, forse a vincere sarà proprio il più resistente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Dominic Thiem confessa di essere rimasto meravigliato quando ha visto Alcaraz e Sinner giocare dal vivo

    Dominic Thiem AUT, 1993.09.03 – Foto Getty Images

    Dominic Thiem non si arrende nel suo tentativo di tornare ad alti livelli. Il numero 106 del ranking ATP, ex-top 3 mondiale, ha dato alcuni segnali positivi con la sua prestazione a Monte Carlo, dove ha demolito Richard Gasquet prima di perdere un duello di alto livello con Holger Rune. Durante un’intervista al sito di Roland Garros, ha espresso la sua ammirazione per i giovani talenti di Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, spiegando di essere rimasto profondamente colpito dalle loro capacità.”
    “A volte pensavo: ‘Wow, le cose sono cambiate’. Li vedevo in televisione, ma quando sono tornato sul circuito ho potuto vedere il loro tennis dal vivo e ho capito che si sono migliorati molto. È normale. Sono stato fuori dal campo per quasi dieci mesi e mi sono trovato di fronte a giovani come Alcaraz e Sinner, che hanno portato il tennis a un altro livello. Ora il mio obiettivo è raggiungerli”, ha rivelato Thiem.L’austriaco si dirigerà ora a Monaco per il torneo ATP 250, dove ha ricevuto una wild card, prima di partecipare ai Masters 1000 di Madrid e Roma. LEGGI TUTTO

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    Sinner scala la classifica: per i bookie la top 5 è alla portata, in quota anche il primo Slam

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    La sconfitta in finale a Miami non è stata certo il modo migliore per chiudere una settimana da favola, ma Jannik Sinner lascia gli Stati Uniti con il nono posto nel ranking ATP e un 2023 che è soltanto all’inizio. Il tennista altoatesino si presenta alla stagione su terra con la consapevolezza di potersela giocare con chiunque nel circuito, come dimostra la vittoria sul numero uno Carlos Alcaraz proprio nel Masters 1000 in Florida. Così, dopo l’ingresso tra i primi 10, ora l’azzurro punta alla top 5 mai raggiunta nella sua carriera: i betting analyst offrono questa opzione a 1,90 entro la fine dell’anno, mentre l’entrata fra i primi 7 del mondo è a 1,40. Per quanto riguarda la permanenza nella top 10, la quota si attesta a 1,20.
    Ma non c’è solo la classifica, visto che Sinner è pronto a giocarsi le sue chance nei tornei dello Slam. Agli Australian Open il tennista sudtirolese è stato sconfitto al quarto turno da Stefanos Tsitsipas, e in nessuno dei quattro maggiori eventi della stagione è mai andato oltre i quarti di finale. Nonostante ciò, le possibilità di portarsi a casa uno dei prossimi tre tornei sono concrete: la vittoria di uno slam nel 2023, infatti, paga 5 volte la posta.Tornando al ranking, c’è anche Lorenzo Musetti a sognare di chiudere l’anno in una posizione importante: il classe 2002, che ha come miglior risultato la diciannovesima posizione raggiunta a gennaio, è ora ventunesimo. Un fine 2023 all’interno della top 20 è proposto a 2,75. LEGGI TUTTO

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    JC Ferrero racconta Alcaraz: “Non so quanti Slam vincerà, ma sono sicuro che lascerà un segno importante”

    Juan Carlos Ferrero con Carlos Alcaraz

    Juan Carlos Ferrero ha parlato del suo assistito Carlos Alcaraz in una lunga intervista concessa al collega francese Cedric Rouquette, nella quale ripercorre gli inizi con un “Carlito” 12enne, passato alla sua accademia per un torneo junior, fino ai giorni nostri, l’essere n.1 del mondo e accostato ai più grandi dell’epoca moderna. Il pensiero di Ferrero è fluido, preciso, analizza le situazioni e risponde in modo chiaro, convinto della forza del suo giovane pupillo e della strada che stanno facendo insieme. Questo è il punto focale della loro avventura finora straordinaria: vanno nella stessa direzione, si fidano l’uno dell’altro e le discussioni sono sempre costruttive verso l’obiettivo di eccellere. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto, visto che il rapporto tra coach e giocatore è spesso molto complesso da costruire e mantenere nel tempo. Molto interessante anche il pensiero del campione di Roland Garros 2003 in merito al tennis di oggi: troppa potenza cercando di chiudere il punto senza alcuna flessibilità o capacità tattica. Un gioco monocorde dal quale ha cercato di allontanare il più possibile il suo assistito, che in effetti ha gioco davvero offensivo e vario. Fu bellissimo infatti osservare i due in allenamento nelle mattine delle NextGen Finals 2021: scambi a grande velocità, ma anche continui stop and go. Parlavano, gesticolavano, si muovevano sul campo mimando colpi e schemi di gioco. Venivano provati, definiti, ma anche più volte cambiati, per inserire novità e rendere il suo tennis sempre più completo e imprevedibile. Gli occhi di JC brillavano mentre lo osservava dall’angolo del campo. Forse, immaginava già di vederlo colpire in una finale importante, pregustandosi un futuro radioso.

    “Quando giochi non pensi a fare l’allenatore in futuro” inizia Ferrero, focalizzandosi sul proprio percorso da coach. “Tutto è partito dall’aver fondato e diretto un’accademia (ad Alicante, in Spagna), quando ancora ero in attività. Questo è stato forse il modo ideale per preparare il passo successivo dopo il mio ritiro. Essere il direttore di quest’accademia, vedere i giocatori lì, dare loro consigli, è stato probabilmente un modo per iniziare a essere coinvolto nell’allenamento. Il primo periodo della mia carriera da allenatore è stato con Alexander Zverev, sei mesi nel 2017-2018. È stato bello, un modo per me di tornare sul Tour dopo cinque anni. È stata una grande esperienza e mi ha fatto pensare che avrei dovuto essere coinvolto in un progetto più completo, più difficile, allenare e preparare un ragazzo di grande talento. È stato un bel traguardo, ho potuto preparare le mie conoscenze di allenatore con queste esperienze”.
    Molto decisa la risposta di JC su quel che è diventato il tennis negli ultimi anni: “In questo momento sento che ci sono troppi tennisti che “distruggono” il gioco, non costruiscono il punto. Colpiscono, colpiscono, colpiscono, il più velocemente possibile, per finire il punto. Allo stesso tempo, volevo formare Carlos in un altro modo, stiamo cercando di fare del nostro meglio in questo scopo“.
    Uno dei punti di forza di Alcaraz per Ferrero è il saper giocare in molti modi: “La prima cosa che ho intravisto osservando un giovane Carlos è come poteva essere adattato. È molto difficile trovare un giocatore a cui puoi dire di giocare in modi molto diversi, e poi riesce a farlo in partita. Esempio: per battere Daniil Medvedev nella finale di Indian Wells, abbiamo fatto un piano, e questo piano non era normalmente un piano che Carlos ha sempre. Era un po’ simile, ma non uguale. Carlos è stato in grado di eseguirlo e vincere, anche nettamente. Una delle cose più belle è successa quando aveva 15 anni e già si allenava con giocatori molto più bravi di lui, come Dominic Thiem a Rio de Janeiro. In quel momento Thiem era molto forte, Carlos un ragazzo, ma ha adattato la sua velocità alla velocità di Thiem, che era molto più veloce di quanto normalmente colpisse. Pochissimi possono farlo”.
    Il fatto di essere più imprevedibile rispetto a un Djokovic o un Nadal è un punto di forza, ma pericoloso: “È così bello poter giocare in tanti modi, ma può anche essere una trappola. Quando era più giovane, usava tutte le sue opzioni ma non nell’ordine giusto. In quel momento potevo dire qualcosa di molto preciso a Carlos, ma non avevo idea di cosa sarebbe successo dopo in campo. È difficile giocare con l’ordine giusto quando si hanno tutti questi strumenti. Essendo più maturo ora, più esperto, riesce a mettere tutto insieme e funziona, anche se continuiamo a lavorare. Il suo tennis è lontano dall’essere al 100% del proprio potenziale“.
    Alcuni pensano che Alcaraz sia l’incarnazione del tennista “2.0” perché racchiude punti di forza di Djokovic, Nadal e Federer. Ferrero è cauto, ma… “Lui non ha copiato nessuno, possiamo dire che prendere i migliori esempi disponibili per aggiungerli al tuo gioco, è assolutamente corretto. Il movimento di Federer, la mentalità di Nadal e così via. Cerchiamo di prendere dettagli dai giocatori quando pensiamo che siano super bravi, per aggiungerli al nostro gioco. Ma sai, Carlos ha dovuto sentire in passato che era il nuovo Nadal, ecc… Era molto pesante come aspettativa da reggere. In un certo senso eravamo così orgogliosi, sì, che la gente lo pensasse, ma non era facile per lui e per me sentirlo dire tutto il tempo. L’unica cosa che posso dire è che pensa in grande. Molti giornalisti mi chiedono se può vincere 22 Slam. Non lo so. Quello che so è che è in grado di fare grandi cose per il tennis. Lasciamolo giocare e provare. Se vince il secondo Slam, gli chiederemo quando sarà il terzo. Sarà sempre una grande pressione. Quindi può fare come hanno fatto gli altri? Non lo so, ma sono sicuro che lascherà un segno importante“.
    Si torna al momento in cui i due sono conosciuti: “Aveva 12 o 13 anni quando l’ho visto per la prima volta. Stava giocando nella mia accademia, un torneo che abbiamo. La gente parlava già di lui. ‘C’è un ragazzo che gioca in modo diverso in queste categorie, fa cose strane’. Così sono andato a vederlo. Era così magro, non aveva alcuna forza! Ma si vedevano già le palle corte, amava andare a rete, giocava anche un po’ di chip-and-charge sulle risposte, era diverso perché provava a fare gioco, non solo a vincere. Non era un classico giocatore di 12 o 13 anni. Quello mi colpì subito. Poi dopo qualche tempo arrivò il momento di decidere se allenarlo. È stata una decisione importante da prendere. Era l’opposto di quello che ho vissuto con Zverev in passato. Non era più una vita di jet privati e hotel di alto livello. Ho parlato con mia moglie e la mia famiglia. Una cosa che mi ha aiutato è che viveva a un’ora da casa mia. E il suo manager, Albert Molina, è un ragazzo che conosco da molto tempo. Ho un ottimo rapporto con lui. Costruire un progetto dall’inizio è stato qualcosa di importante per me. La famiglia ha detto OK, siamo partiti. Non sono stato io a chiedere di allenarlo, è stato il manager, è venuto, ha chiesto se il progetto poteva funzionare per me perché sapeva che era qualcosa di diverso da Sascha. Si vedeva che Carlos giocava davvero bene, ma sapevamo di dover costruire tutto, costruire una squadra, preparare la famiglia, ecc. La cosa più importante, da quel momento, è stata che abbiamo costruito una squadra fantastica intorno a lui”.
    La squadra intorno a Carlos è per Ferrero uno dei punti di forza: “Il preparatore fisico e il fisioterapista sono della mia accademia, Juanjo Moreno e Alberto Lledo. C’è anche Alejandro Garcia a Murcia. Albert Molina è il manager. La psicologa è Isabel Balaguer. Juanjo Martinez è il medico. Le persone della mia accademia sono state coinvolte contemporaneamente a me”.
    Ferrero è convinto che il rapporto tra i due sia una delle chiavi del loro successo: “Cervara (coach di Medvedev, ndr) dice che il tennis in sé è la parte più facile del lavoro? Ha ragione. La connessione con il giocatore è decisiva. Allenare deve essere più importante che colpire palle, portare asciugamani, fare esercizi. Devi parlare assolutamente di tutto con il tuo giocatore. Se parli solo di tennis fai un burnout… La nostra relazione, io e Carlos, è così al 100%. Se litighiamo? È normale. Ha il suo carattere, forte. Per essere un buon giocatore, è decisivo averlo. Una cosa che ha veramente è che pensa in grande. ‘Sono in grado di farlo’, questa è la sua mentalità. Mi diceva sempre quando sentiva di essere pronto a vincere qualcosa di nuovo. Ogni passo, mi ha detto. ‘Penso che ora sono pronto’. Me lo disse prima di vincere un Futures quando aveva 15 anni. Quando si è sentito pronto per vincere un Grande Slam, me l’ha detto di nuovo ed è successo”.
    Ferrero pensa che il confronto sia decisivo, senza malizie o voglia di rivalsa da entrambe le parti, anche quando qualcosa non è andato come sperato: “Certamente ci sono cose che so che accadranno in futuro perché ci sono già passato. A volte gli ho detto che avrebbe sbagliato facendo certe scelte. Ha comunque preso la sua direzione e a volte ho dovuto finalmente dirgli ‘Te l’avevo detto’. Ma non se la prende perché tra di noi il rapporto è limpido. Ecco come stanno le cose: lo lascio anche libero di sperimentare le cose perché è ancora così giovane e solo così impara”.
    Da quel che si vede in campo, la curva di apprendimento di Carlos Alcaraz tende davvero all’infinito…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO