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    Alcaraz sogna la medaglia d’oro: “Quest’anno preferirei vincere le Olimpiadi a Roland Garros”

    Carlos Alcaraz in allenamento (foto ATP)

    Un gran sorriso, un nuovo taglio di capelli e una rinnovata voglia di vincere. Così è sbarcato a Buenos Aires Carlos Alcaraz, campione in carica dell’Argentina Open in quello che fu il primo dei set titoli conquistati nel 2023. Ha rilasciato qualche dichiarazione “volante” ai colleghi presenti al suo arrivo. Si è detto felice di tornare a giocare sulla terra battuta, superficie che per lui equivale a casa, e che se il torneo diventasse un ATP 500 sarebbe un grande stimolo per altri big a volare in America Latina.

    Bueno gente, acaba de llegar ÉL pic.twitter.com/8f9LYXI5Zm
    — IEB+ Argentina Open (@ArgentinaOpen) February 11, 2024

    “Sono tornato volentieri in questo torneo perché l’ambiente è unico, le vibrazioni che sento ogni volta che gioco qua sono uniche. I miei rivali? Medvedev è certamente uno dei tennisti più forti, ma adesso ho in mente Djokovic e Sinner su tutti”.
    La strada per Alcaraz è ancora lunga e incerta, con il giovane campione che si mostra realistico riguardo alle incognite del futuro. “Ora vediamo dove arrivo, magari a 5 slam, magari mi fermo a 2,” ha detto, evidenziando però come il solo pensiero di poter rincorrere tali traguardi alimenti la sua competitività e lo spinga a dare il massimo in ogni match.Alcaraz si pone dunque come uno dei tennisti con una visione ambiziosa che lo guida. Il desiderio di emulare e, eventualmente, superare i successi del “Big Three” (Federer, Nadal, Djokovic) è un motore potente che promette di alimentare la sua carriera, già brillante, verso nuovi e ancora più luminosi traguardi.
    “Obiettivi? Giocare il mio miglior tennis e vincere, ma se mi dessero la possibilità di scegliere tra l’oro Olimpico o il Roland Garros, preferirei vincere l’oro Olimpico. Quest’anno si gioca a Parigi, sullo stesso campo del Roland Garros ed è un evento che non si disputa ogni anno, quindi è ancor più speciale” conclude il murciano.
    Alcaraz a Baires è esentato dal primo turno. Aspetta il vincitore della sfida che oppone Varillas al qualificato Carabelli.Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Buenos Aires: Il Tabellone Principale. Carlos Alcaraz guida il seeding. Luciano Darderi special exempt

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    ATP 250 Buenos Aires – Tabellone Principale – terra(1) Alcaraz, Carlos vs ByeVarillas, Juan Pablo vs QualifierQualifier vs Seyboth Wild, Thiago (WC) Cilic, Marin vs (7) Djere, Laslo
    (3) Jarry, Nicolas vs ByeWawrinka, Stan vs Cachin, Pedro (WC) Schwartzman, Diego vs QualifierCarballes Baena, Roberto vs (6) Etcheverry, Tomas Martin
    (8) Fils, Arthur vs Lajovic, Dusan Hanfmann, Yannick vs Tabilo, Alejandro (WC) Diaz Acosta, Facundo vs Altmaier, Daniel Bye vs (4) Cerundolo, Francisco
    (5) Baez, Sebastian vs Zapata Miralles, Bernabe (SE) Darderi, Luciano vs QualifierOfner, Sebastian vs (SE) Coria, Federico Bye vs (2) Norrie, Cameron LEGGI TUTTO

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    Laver Cup 2024: Medvedev e Zverev si uniscono ad Alcaraz nel team Europe

    La infografica della Laver Cup

    Il campo dei partecipanti alla Laver Cup 2024 inizia a delinearsi. Dopo l’annuncio dell’esordio di Carlos Alcaraz nella ricca e affascinante esibizione per squadre nazionali, avvenuto poco dopo la chiusura dell’edizione 2023, arrivano altri due big nel team Europe: Alexander Zverev e Daniil Medvedev. L’evento andrà in scena a Berlino, dal 22 al 24 settembre, presso la Mercedes-Benz Arena.

    Team Europe is motivated to win back the 🏆.
    Presenting the first players to line up on Captain Bjorn Borg’s six-man roster for Laver Cup Berlin 2024:
    🔵 Carlos Alcaraz (@carlosalcaraz)🔵 Daniil Medvedev (@DaniilMedwed)🔵 Alexander Zverev (@AlexZverev) pic.twitter.com/5FHsGhzdst
    — Laver Cup (@LaverCup) February 8, 2024

    “Il team Europe è motivato a riprendersi la coppa” si legge nel tweet ufficiale, dopo la netta sconfitta subita dagli europei per mano della squadra rossa a Boston lo scorso settembre. Fu la prima volta che i giocatori “blu”, gli europei, hanno perso nell’evento nato nel 2017 a Praga, ideato da Roger Federer e il suo management team sulla falsa riga della storca Ryder Cup di golf.
    “La squadra europea è super motivata a riconquistare la Coppa a Berlino”, ha dichiarato Borg, capitano dei blu. “Con Daniil, Sascha e Carlos nella mia squadra, penso che abbiamo ottime possibilità di farcela. I ragazzi hanno avuto un inizio anno incredibile e questa prima metà del team è davvero forte. Sono entusiasta di avere questi campioni con me per il 2024”.
    Zverev torna nell’evento, e giocherà in casa. “Sono entusiasta di tornare alla Laver Cup”, dichiara Sasha. “L’atmosfera è sempre elettrica in Laver Cup ed essere a casa mia in Germania sarà un’esperienza irripetibile”.
    Medvedev è felice di tornare a giocare un evento a squadre. Proprio vivere un lungo weekend con un team è quel che maggiormente apprezza dell’evento: “Ritengo che la cosa più emozionante della Laver Cup è lo spirito di squadra, perché è molto raro che io possa giocare una competizione a squadre nel tennis”, afferma il moscovita. “Avere Carlos e Sascha nella nostra squadra aiuterà molto perché sono due dei migliori giocatori al mondo e sono davvero entusiasta di provare a riportare il Team Europa alla vittoria”.
    Oltre a quest’annuncio, gira voce che anche la Laver Cup in futuro potrebbe sbarcare in Arabia Saudita. Il factotum dell’evento Tony Godsick, storico manager di Roger Federer, non esclude questa possibilità, magari in un’edizione ospitata dal team World, anche se di tennisti sauditi non se ne intravedono all’orizzonte…
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Rischio squalifica per i giocatori che si sfideranno nell’esibizione King Slam (ma c’è un escamotage). Al vincitore andranno 6 milioni di dollari

    In una mossa che promette di scuotere il mondo del tennis, l’Arabia Saudita ha annunciato l’organizzazione di un torneo di esibizione che vedrà la partecipazione di alcune delle più grandi stelle del circuito internazionale. Tra questi, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Daniil Medvedev e Holger Rune si daranno battaglia sui campi di Riad nel mese di ottobre 2024, in un evento che si prospetta non solo spettacolare ma anche controverso.Il torneo, come riportato dal ‘Daily Telegraph’, sembra navigare in acque turbolente con le regole dell’ATP Tour. La normativa vigente vieta infatti ai giocatori di partecipare a competizioni parallele agli eventi ATP per tre giorni consecutivi mentre sono in corso tornei ufficiali. L’organizzazione saudita ha però escogitato un piano astuto per aggirare questa restrizione, proponendo un formato unico: due giorni di gare seguiti da un giorno di riposo, in un ciclo che si ripeterà per tutta la durata dell’evento, prevista tra i 7 e i 9 giorni.
    L’aspetto economico di questa iniziativa è altrettanto impressionante. Ogni giocatore riceverà 1,5 milioni di dollari semplicemente per partecipare, mentre il vincitore potrà aggiungere al proprio conto bancario la cifra strabiliante di 6 milioni di dollari, più del doppio del premio in denaro riservato ai campioni dei tornei del Grand Slam. Questo generoso montepremi sottolinea l’ambizione dell’Arabia Saudita di posizionarsi come un nuovo epicentro del tennis mondiale, attraendo le maggiori leggende dello sport nel regno.
    Tuttavia, nonostante il potenziale per uno spettacolo di tennis di altissimo livello e l’indubbio appeal finanziario per i giocatori, l’evento solleva questioni importanti riguardo la conformità alle regole dell’ATP e l’equilibrio tra gli impegni del tour ufficiale e gli eventi di esibizione. La scelta di organizzare un torneo di tale portata durante la stagione regolare dell’ATP potrebbe infatti aprire un dibattito sul futuro delle competizioni e sulla libertà dei giocatori di partecipare a eventi paralleli.
    Mentre il tennis si prepara a questo appuntamento con grande attesa, rimangono da vedere le reazioni dell’ATP e la possibile evoluzione delle regole per accomodare o contrastare iniziative simili in futuro. Una cosa è certa: l’evento in Arabia Saudita promette di essere uno dei momenti più discussi e memorabili della stagione tennistica 2024.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic alla prova del tempo: La sfida della nuova generazione

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    La sconfitta di Novak Djokovic agli Australian Open 2024 contro Jannik Sinner ha scosso il mondo del tennis, sollevando interrogativi sul futuro immediato del campione serbo. Nonostante una prestazione sotto le aspettative, Djokovic rimane una figura dominante nello sport, ma come sottolinea Andy Roddick, il tempo non gioca a suo favore.
    In una recente puntata del suo podcast “Served with Andy Roddick”, l’ex numero uno del mondo ha espresso preoccupazione per Djokovic, evidenziando come l’avanzare dell’età e l’emergere di nuovi talenti possano rappresentare ostacoli sempre più significativi. “Djokovic ha inciampato in questo torneo… ma resta il migliore al mondo. Tuttavia, la nuova generazione, guidata da Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, sa di poter vincere e non si arrenderà facilmente”, ha affermato Roddick.
    Questi giovani talenti, consapevoli delle proprie possibilità, stanno mettendo in discussione il dominio di Djokovic, instillando la convinzione che possano effettivamente superarlo. “La questione sarà legata all’acume mentale e al suo sviluppo. Per dieci anni, la presenza di Djokovic a Indian Wells, Miami o qualsiasi altro torneo su superficie dura non ha destato preoccupazioni. Ma ora, sono curioso di vedere come reagirà alle pressioni dopo la sconfitta nei grand slam”, riflette Roddick.
    Djokovic e la sua straordinaria capacità di motivarsi di fronte alle difficoltà saranno cruciali nei prossimi mesi. “Di solito, è bravo a trovare un rivale contro cui combattere e utilizzarlo come stimolo. Questa capacità di auto-motivarsi è quasi un superpotere”, aggiunge Roddick, sottolineando come Djokovic debba sfruttare questa qualità per mantenere il suo status di favorito e tenere a bada la nuova generazione.
    La sconfitta a Melbourne non segna la fine dell’era Djokovic, ma apre un capitolo entusiasmante nel tennis mondiale, dove la nuova generazione si affaccia con determinazione e talento, pronta a sfidare i giganti dello sport. Djokovic, con la sua esperienza, non è estraneo alle sfide. La sua risposta nei prossimi tornei sarà un indicatore chiave del futuro del tennis, in un momento di passaggio generazionale che promette grandi emozioni e rivalità accese.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Clement: “Oggi i primi 4 al mondo sono molto distanti dagli altri. La visione che abbiamo di Djokovic è messa in discussione”

    Jannik Sinner a Melbourne (foto Getty Images)

    Arnaud Clement è stato buon profeta. L’ex finalista (2001) degli Australian Open prima dell’avvio del torneo sulle colonne de L’Equipe aveva scommesso su Jannik Sinner come vincitore del primo Slam della stagione. Troppo dominante e intenso il tennis mostrato dall’azzurro nel finale del 2023, e la serie di top player battuti confermava quanto Jannik fosse pronto ad alzare la coppa di un Major. Così è stato, con una cavalcata spettacolare, una nuova vittoria contro Djokovic e una finale epica, rimontando due set a Medvedev.
    Il quotidiano sportivo parigino è tornato a parlare con Clement, per analizzare la vittoria di Sinner e la situazione del tennis maschile in questo momento. Per l’ex top10 francese, i primi quattro in classifica – Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner – hanno scavato un solco importante, profondo, con tutti gli avversari, tanto che a suo dire sarà quasi impossibile che uno dei giocatori appena dietro riesca a vincere un major quest’anno e in futuro chissà. Riportiamo alcuni passaggi dell’interessante pensiero di Clement.
    “Il successo di Jannik Sinner agli Australian Open non mi ha sorpreso. Mi sono detto che se c’era qualcuno capace di creare una piccola sorpresa quello era lui” afferma Arnaud. “Dato il suo livello nel 2023 e visti i suoi progressi, abbiamo constatato che non era più nella stessa categoria di prima, era arrivato al top. A fine anno è entrato chiaramente nel clan dei quattro top, con Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev. Quando ho visto i suoi risultati di fine stagione, il suo successo in Coppa Davis, le sue due vittorie su Djokovic, ho pensato: è “on fire!”, che livello!”.
    “C’è una top 4 ben definita ed è ben al di sopra rispetto al resto degli altri giocatori al mondo. Questo ha senso quando si vedono i progressi e il tennis praticato da loro, molto superiore a quello degli altri. Prenderò ad esempio quello di Andrey Rublev, che è 5° al mondo. Sappiamo quanto sia forte da fondo campo, ma il suo tennis non ha subito alcuna evoluzione. Ha ancora gli stessi difetti: il servizio, il fatto che non arriva quasi mai a rete, dove può essere goffo… Niente a che vedere con Sinner”.
    Questi per Clement i punti di forza di Sinner: “Come colpisce la palla da entrambi lati. Di fronte a lui non puoi scegliere se giocare di diritto o di rovescio. Ad una certa velocità vieni distrutto. Per battere i migliori devi essere completo, lui lo è molto più di prima. Un anno fa era evidente che poteva progredire anche sulla seconda di servizio, ce l’ha fatta. Ha modificato questo movimento, è più compatto. Poi il fisico, prima poteva pagare fisicamente nelle partite difficili. Oggi regge e con intensità. Abbiamo anche visto, soprattutto al Masters, che riesce a venire di più a rete. Non metto più Stefanos Tsitsipas, Alexander Zverev o Rublev nella sua stessa categoria. Questi ragazzi, non li vedo ancora in grado di sollevare un trofeo del Grande Slam”.
    Secondo il francese, il dominio totale di Djokovic è ormai a rischio vista l’ascesa di Alcaraz prima e di Sinner oggi: “Avere un Sinner così forte è un punto di svolta. Ci siamo sempre chiesti chi potesse battere Djokovic sul cemento e sull’erba. Ecco Sinner, un giocatore lo ha appena battuto tre volte sul cemento. La visione che abbiamo di Djokovic è un po’ messa in discussione. Per la prima volta, a Melbourne, ci siamo detti che dimostrava la sua età.  È chiaro che adesso ci sono due o tre ragazzi che possono sgambettarlo nei tornei del Grande Slam, perché sono capaci di tenergli testa nei momenti importanti. Ovviamente Djokovic è capace di rimettere le cose a posto. Ma se scattiamo una foto di fine 2023-inizio 2024, Sinner lo ha battuto in partite che contano davvero, sia in Coppa Davis che a Melbourne. Ora che lo ha battuto in un match da cinque set, sa di poterlo fare ancora”.
    Per Clement, Medvedev è più di un quarto incomodo… “Attenzione, non dobbiamo dimenticare Medvedev! Non ne parliamo oggi perché ha perso la finale, ma è ancora lì. Un anno fa abbiamo focalizzato solo la rivalità Djokovic-Alcaraz. Non è più così. La cosa bella è che c’è anche una rivalità Alcaraz-Sinner, e lo sarà per molto tempo! È fantastico, ci aspettano sfide spettacolari” conclude Arnaud.
    Sono considerazioni molto interessanti, che commentiamo volentieri. In effetti, se ci mettiamo nei panni di un rivale di Sinner, dell’ultimo Sinner, …dove lo attacchi? Sul rovescio è fortissimo, ma ormai anche sul diritto non perde più il controllo come in passato e può fulminarti con un’accelerazione cross ancor più stretta e veloce, o uno di quei cambi in lungo linea che hanno tramortito sia Djokovic che Medvedev (vedi l’indimenticabile match point a Melbourne in finale, solo citarne uno ormai iconico). Inoltre il fatto che che Sinner negli ultimi mesi ha battuto tutti i più forti, cedendo solo nella finale di Torino, è la conferma che nelle grandi occasioni l’azzurro è diventato un leader. Quello da battere. “Djokovic può rimettere le cose a posto”, afferma Clement, ed è quello che tutti si aspettano. Come “Nole” ha rilanciato con ancor più cattiveria agonistica la scorsa estate dopo la sconfitta a Wimbledon, tutto lascia pensare che già nel prossimo Sunshine Double il serbo arriverà con la voglia matta di riaffermare il suo ruolo di leader. La sensazione è che ne vedremo delle belle…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roddick punge Alcaraz: “Il suo servizio non fa male, anzi è peggiorato”

    Andy Roddick con la moglie Brooklyn Decker

    Quando si parla di servizio Andy Roddick è certamente uno dei massimi “esperti” in materia. A-Rod si è issato in vetta al ranking ATP (ultimo statunitense a riuscirci) e ha vinto US Open nel 2003 grazie alla sua formidabile battuta, una vera e propria bordata a tratti irresistibile. È andato vicino a vincere Wimbledon, ma il tennis più completo di Federer l’ha stoppato per ben tre volte in finale. Oggi Roddick è un apprezzato commentatore nel suo paese, e nel corso del seguito postcast  “Served with Andy Roddick”, insieme al giornalista John Wertheim, ha parlato degli ultimi Australian Open, riconoscendo la qualità e tennis davvero efficace di Jannik Sinner. All’interno del programma, Andy si è soffermato sul momento non eccellente di Carlos Alcaraz, estromesso dal torneo in modo piuttosto netto da Zverev. Secondo l’americano, Alcaraz ha qualche problema al servizio, un colpo che a suo dire è addirittura peggiorato.
    “Non penso che tutto andrà liscio per Carlos nelle prossime settimane, anche se i tornei che si stanno avvicinando, come Indian Wells, si disputano su di una superficie fantastica per lui, perché la palla salta alta e questo gli darà un po’ di aiuto con il suo servizio in kick. Ma è proprio la battuta il suo principale problema oggi” commenta Roddick. La sua analisi entra poi nel dettaglio del colpo.
    “Penso che il suo servizio oggi lasci molto a desiderare. È l’unica cosa che non credo sia migliorata negli ultimi due anni. Ricordo di averlo visto allora e… wow, era una furia. Ha vinto Miami un paio di anni fa e serviva a 135 miglia, mentre ora mi sembra che stia servendo anche sotto alle 127. Ma non è solo una questione di velocità. Non penso che abbia un movimento corretto, fa poco movimento. Ci sono grandi battitori che servono direttamente verso il campo, quelli che arrivano a 136 miglia, magari riesci a metterci la racchetta e la rimandi di là. E poi ci sono i giocatori che hanno un servizio tipo Roger Federer, che possono servire solo a 118 miglia ma la palla scivola via, ha effetto, e sulla tua racchetta in risposta non la prendi bene, ti mette davvero in difficoltà anche se non è così rapida”.
    “Alcaraz al contrario se non serve quel kick che fa alzare la palla e ti allontana, che ti butta fuori dalla tua zona, ha una battuta che i ribattitori riescono a gestire e non vanno così in difficoltà. Deve creare un po’ di movimento nel servizio, cercare altri effetti. Lui ama imporre il suo tennis, fare il prepotente in campo, ma deve essere più bravo con la prima palla. In questo momento il suo servizio in slice sembra quasi andare dritto, non funziona. Non ha affatto efficacia, davvero lontanissimo da chi invece con lo slice fa la differenza, tipo un Pete Sampras che ti tirava una palla che si allontanava da te se non la prendevi più tanto effetto aveva”
    Il principale difetto per Roddick è la prevedibilità del servizio dello spagnolo: “Gli avversari lo leggono bene, puoi in un certo senso inquadrarlo e impattare bene la palla, ottenere quel buon suono ‘pop’ e rispondere in modo efficace. Penso che il servizio sia il punto più ovvio in cui Alcaraz debba migliorare” conclude Andy.
    Effettivamente andando a scrutare le statistiche di Alcaraz al servizio, non figura ai primi posti per efficacia della sua battuta, e la tendenza dei suoi numeri è in netto peggioramento dalla scorsa estate. Dati sui quali lo spagnolo e il suo team devono attentamente riflettere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sette spunti dall’Australian Open 2024

    Jannik Sinner nel servizio fotografico dopo la vittoria a Melbourne (foto Getty Images)

    Un sorriso, una coppa storica, una meravigliosa città sullo sfondo. Impagabile la gioia di iniziare questa settimana, questo benedetto 29 gennaio 2024, con le splendide immagini di Jannik Sinner appena arrivare da Melbourne, i canonici scatti post vittoria che resteranno nel libro d’oro del torneo. Resteranno soprattutto nella memoria di chi ama il tennis, nel nostro cuore, un ricordo da custodire gelosamente dopo un’attesa di quasi 48 anni. Jannik Sinner ha vinto un torneo dello Slam, è entrato nel “club” più esclusivo della disciplina. L’ha fatto disputando un torneo eccezionale, estromettendo nel percorso il n.5 del mondo Rublev, il più forte dell’epoca moderna Mr. Record Novak Nole”Djoker” Djokovic, e poi in finale un irriducibile lottatore e campione come Daniil Medvedev. L’ha fatto rimontando due set di svantaggio, scacciando i propri demoni e la tensione di un avvio shock. L’ha fatto di lotta e di classe, di tecnica e di fisico, di testa e di colpi. Una vittoria rotonda, che più piena non si può. Ha scacciato via ogni singolo dubbio o timore su quel che ancora temevamo gli mancasse per arrivare ad alzare uno dei 4 trofei più importanti, …fisico, qualche colpo, esperienza. Jannik si è preso tutto,  l’ha fatto con classe cristallina e moderazione, con uno stile che sta diventando iconico che ci auguriamo faccia scuola. Potremo scrivere fiumi di parole per celebrare la sua vittoria a Melbourne, e continueremo ad analizzare quel che l’ha portato a vincere e cosa potrà succedere da qua in avanti. Ma intanto chiudiamo questa memorabile edizione degli Australian Open andando a puntualizzare quel che resterà di questo primo Slam 2024, oltre la vittoria di Sinner.

    Sinner oggi è il più forte al mondo
    Torneremo su questo punto con un articolo dedicato, ma sia il campo da gioco che i numeri parlano chiaro: in questo preciso momento Sinner è il miglior tennista del mondo. Non lo certifica il ranking, visto che il calcolo si basa su 12 mesi di prestazioni, ma dallo scorso autunno nessuno ha vinto quanto Jannik, sia in termini di risultati che di vittorie contro i migliori avversari. Lo afferma oggi anche lo ELO ranking di tennis abstract, che ha una base assai solida. Scrivere tutto questo è incredibile, sorprendente e bellissimo.

    Djokovic è pronto al rilancio
    Guai a pensare che il “Djoker” sia pronto per la pensione. Ovviamente l’aver perso 3 partite importantissime su 4 contro Sinner nell’arco di poche settimane è un discreto “schiaffo” per lui… ma non ci dimentichiamo cosa accadde dopo la sconfitta per lui durissima in finale a Wimbledon 2023 per mano di Alcaraz. Ha masticato amaro, si è preso qualche settimana ed è tornato nell’estate USA ancor più duro e vincente. Visto che ancora il fisico sembra sorreggerlo, tutto lascia pensare che quest’ennesima sconfitta patita da Jannik sarà un fiume di benzina ad accendere un fuoco ancor più vivo. A Jannik, e gli altri rivali, batterlo nei prossimi grandi appuntamenti. Siamo certi che Nole sarà lì pronto a tornare a vincere.

    Alcaraz, abbiamo un problema
    Carlos ha affrontato gli AO24 senza aver giocato un match ufficiale dalle ATP Finals 2023. Possiamo dire “si è visto”. Non ha mai davvero brillato il giovane spagnolo nel torneo, solo sprazzi di grandi tennis, anzi, momenti di impeto leonino conditi da grandissimi colpi. Ma… la sostanza e la continuità dove sono? Ruggine, forse, ma potrebbe anche esserci dell’altro. Ha colpito molto come abbia perso male contro Zverev, dominato e senza trovare davvero una reazione forte dal punto di vista tecnico e tattico, solo uno scatto d’orgoglio che non è bastato a rimetterlo in carreggiata. Ha colpito ancor di più il candore con il quale ha affermato dopo la sconfitta di non averci capito niente… di non trovare spiegazione alla sua modesta prestazione. Sembra aleggiare da qualche mese un po’ di confusione nella sua testa, e pure in qualche settore del suo gioco. Il diritto su tutto, sembra scricchiolare e non poco. Ha perso intensità Carlos, fisica e tecnica, e pure convinzione. Vederlo guardare smarrito il suo angolo è preoccupante. È ancora nei suoi 20 anni, questo torneo ha confermato che non ha imparato a vincere se non gioca a mille, a tutta. Gli avversari l’hanno capito, e hanno trovato il modo di metterlo in difficoltà. Sta lui ora riflettere e rilanciare. Lo aspettiamo, perché Alcaraz è spettacolo puro, è una benedizione per il nostro sport.

    La durezza di Daniil ha qualche limite, o forse ha sbagliato programma
    “Ripenseremo a quel che abbiamo fatto nelle scorse settimane”. Così Gilles Cervara ha commentato la sconfitta di Medvedev dopo la finale degli Australian Open. Una frase sibillina che lascia presagire un confronto schietto che porterà a sicuri cambiamenti nei programmi e forse gestione della partita. Il russo è arrivato vicinissimo a vincere il primo titolo a Melbourne, gli è mancato un solo set. Pochissimo. Non c’è riuscito per la reazione clamorosa, impetuosa, di un Sinner stellare. Ma la verità che è Medvedev è arrivato in finale stremato da un torneo nel quale ha perso troppe energie per strada. Per questo ha messo in campo in finale una tattica “fuori tutta”, per destabilizzare un Jannik mostruoso, ma anche perché aveva il bisogno di vincere “rapido”, sentiva chiaramente di non poter arrivare primo al traguardo dopo un’altra maratona. E così è stato. Bravo, bravissimo Daniil, incredibile come sia riuscito a reinventarsi ancora una volta in finale, mostrando un tennis agli antipodi rispetto a quello ammirato in tutto il torneo, passando da un difensore estremo ad attaccante sublime. Ripetiamo: c’è andato vicinissimo, e l’avrebbe anche meritata la coppa, per il torneo e la sua storia. Ha trovato uno più forte, e con classe estrema s’è inchinato, riconoscendo i meriti dell’azzurro. Ma forse una miglior gestione del torneo e delle settimane che l’hanno avvicinato ad esso, con nessun evento giocato in preparazione e quindi troppe energie spese per strada per trovare la miglior condizioni, gli sono probabilmente costate la sconfitta.

    Zverev, manca sempre qualcosa
    La faccia di Sasha dopo i due punti non sfruttati quando era esattamente a due punti dal battere Medvedev sono la foto migliore per spiegare quel che non va nel suo tennis e che ancora non gli permette di arrivare in fondo e vincerlo questo “benedetto-maledetto” Slam. Un pizzico di malasorte, ma anche la difficoltà di tirar fuori le giocate del campione nei momenti decisivi. Purtroppo per il tedesco, non è la prima volta che gli succede. Spesso approccia gli incontri male, con quelle scorie di attitudine passiva – difensiva che non consente di far esplodere la classe e potenza dei suoi colpi. Ha di fronte avversari incredibili, oggettivamente superiori. Ma capita non di rado che si complichi la vita da solo, perdendo il focus, energie e lucidità. Dopo il grave infortunio si è ritrovato, è davvero un tennista forte, ma qualcosa ancora manca, e il tempo passa… Rischia sempre più di ricevere la “tessera” di uno dei club meno graditi, quello dei più forti a non aver vinto uno Slam. Gli auguriamo di farcela, ma per compiere l’ultimo step necessita di una crescita personale che stenta terribilmente a fare.

    Cobolli, sarà l’”Arnaldi del 2024?”
    Flavio ha disputato un Australian Open eccellente. Si è preso una vittoria clamorosa contro Jarry, e come se l’è presa. Ancor più importante ha superato la prova del 9, ancor più difficile per uno come lui, con nessuna esperienza a questo livello. Ha mostrato in un torneo durissimo i progressi pazzeschi compiuti negli ultimi mesi. Forse nel 2022 era salito nel ranking troppo presto, senza aver rafforzato fisico e colpi. Ha lavorato tanto il romano, in silenzio con determinazione. Oggi il servizio è colpo molto migliorato, fisicamente è di un altro pianeta, e la palla oggi gli viaggia discretamente bene. Questo torneo deve dimostrargli che ha tutto quel serve per starci a questo livello, in questi tornei, contro gli avversari più attrezzati. Non deve temere niente e guardare d’ora in avanti ogni torneo come un’opportunità di fare esperienza e crescere. Arnaldi nel 2023 ha fatto un balzo magnifico; chissà che non sia la volta di Cobolli quest’anno…

    Match troppo lunghi. È necessario agire. Subito
    La differenza tra gli Slam e gli altri tornei della stagione sta nella storia, nell’epica, anche nelle battaglie sulla lunga durata. Ma forse agli AO24 si è passato il segno. 61 incontri nel tabellone maschile hanno superato le 3 ore, quasi 20 hanno superato le 4 ore, 35 partite sono terminate al quinto set (record nel torneo). Ok la lotta, che è uno degli aspetti intriganti del tennis, ma così forse si sta esagerando. Può essere anche una combinazione “sfortunata” di condizioni, come scontri tra avversari molto vicini tra loro, ma in generale si scambia troppo, c’è tantissimo agonismo e le partite tendono pericolosamente a diventare maratone che, piaccia o no, rischiano di diventare sempre meno fruibili per gli appassionati. Non si cambiano le regole di una disciplina per la tv, MAI. Ma per migliorare uno spettacolo si possono apportare correttivi. Quali? Semplice: il tennis è nato come sport di destrezza. Agire su palle, superfici e corde dei telai per premiare maggiormente la tecnica di gioco, il tennis offensivo e abbassare l’importanza del fattore atletico è una via praticabile e a basso costo/impatto. È possibile. È provato da test. Se non lo si vuole fare è solo una scelta politica. Chi afferma il contrario, che “non si può”, mente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO