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    Superbike: la Ducati vola in Australia per il titolo costruttori

    ROMA – Il 2022 di Ducati è stato fin qui incredibile, ma gli obiettivi da centrare non sono ancora finiti. La casa di Borgo Panigale, infatti, è al comando della classifica costruttori di Superbike con 49 punti di vantaggio sulla Yamaha quando manca solo la tappa di Phillip Island da disputare in questo weekend. In caso di successo, il titolo dei costruttori si aggiungerebbe a quello dei piloti arrivato in Malesia con Alvaro Bautista e quello di Independent Rider vinto da Axel Bassani, oltre ai trionfi in MotoGP con Pecco Bagnaia, Marco Bezzecchi (rookie of the year) e nelle classifiche costruttori e team del Motomondiale.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    La carica di Bautista
    Il neo campione Alvaro Bautista ha parlato in vista della tappa in Australia: “Arriviamo all’ultima gara della stagione a Phillip Island, una delle piste più belle, non a caso tra le preferite di molti piloti. Allo stesso tempo, però, è una pista difficile, impegnativa, che non consente la minima distrazione. Arriviamo molto motivati dopo la vittoria del Campionato: la nostra mentalità non cambia. Spero di divertirmi molto e cercare di finire la stagione nel miglior modo possibile”. LEGGI TUTTO

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    «Ducati, sei stata brava ma non ti capisco»

    TORINO – La Ducati che si prende tutto, la Yamaha che cede tutto. Così nel giro di pochi mesi sul mondo delle due ruote è (ri)sorto un accecante sole rosso, mentre sul brillante cielo blu è sceso il buio. Certificato anche dall’addio di Valentino Rossi e dalla sua scelta delle Desmosedici e non delle M1 per il suo neonato team di MotoGP, che per altro ha centrato subito il titolo di rookie dell’anno con Marco Bezzecchi. Uno dei corollari della trionfale stagione di Borgo Panigale, fatto soprattutto di due storici titoli mondiali: quello della top class centrato da Pecco Bagnaia una settimana va a Valencia, quindici anni dopo la fiammata di Casey Stoner, e quello della Superbike conquistato domenica da Alvaro Bautista in Indonesia, undici anni dopo l’ultimo del connazionale Carlos Checa.Una storica doppietta che nel 2021 aveva centrato la Yamaha con Fabio Quartararo in MotoGP e Toprak Razgatlioglu nelle “derivate”. I suoi due giovani fenomeni che Lin Jarvis vorrebbe insieme in MotoGP non certo messi sul banco degli imputati, dove invece c’è salita la Casa di Iwata, uscita distrutta dal confronto con quella di Borgo Panigale. La grande colpevole. Assente.Razgatlioglu forse è stato ancora più protagonista di Quartararo, anche se ha abdicato con un weekend d’anticipo (sabato e domenica si corre l’ultimo round della Superbike in Australia). Ma il turco, famoso per i suoi stoppie e numeri da circo, con la tripletta in Indonesia, dove pure ha ceduto il Mondiale a Bautista, ha eguagliato i numeri dello spagnolo: 14 vittorie e 29 podi con 2 ritiri in 33 gare. La differenza (ben 66 punti) l’hanno fatta le due gare finite fuori dal podio (due quarti posti Alvaro, un 11° e un 15° Toprak) e il peso dei podi. Sia i gradini scalati, sia il fatto che Bautista è stato quasi infallibili nelle gare a punteggio pieno, cedendo piuttosto nelle Sprint (con punti dimezzati). Conferma della sua svolta, anche mentale. Per altro certificata dallo stesso Razgatlioglu.«Congratulazioni ad Alvaro, ha fatto una bella stagione – afferma il 24enne turco -. Ho perso il campionato, ma ho fatto tutto quello che potevo. Di più era impossibile. Sono migliorato, il mio livello è più alto di quanto ho conquistato il titolo un anno fa. Riesco a combattere contro la moto più veloce, per me è importante. Ora però dobbiamo concentrarci sulla prossima stagione. Ci proverò, ma dobbiamo migliorare, trovare potenza. Abbiamo bisogno di una moto nuova».Il problema è che lo farà la Ducati. «Non capisco, la Ducati ha una moto veloce ma ne fa una nuova – dice il turco -. La Yamaha ha un’altra mentalità, va avanti per piccoli passi, però sono sicuro che lavorerà per darmi una moto veloce. Più potenza ed elettronica, proverò tutto dopo Phillip Island». LEGGI TUTTO

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    Bautista come Bagnaia, campioni partendo senza radici

    TORINO – Nel 2006, quando Alvaro Bautista si laureava campione del mondo della 125, al quinto anno nel Motomondiale, Pecco Bagnaia piangeva davanti alla tv per il dramma sportivo del suo idolo Valentino Rossi, che perdeva il titolo (sarebbe stato il sesto consecutivo) della MotoGP scivolando a Valencia. Non sapeva chi fosse quel piccolo spagnolo, il torinese, ma decise che avrebbe inseguito con tutte le forze il suo sogno di diventare campione del mondo. Con la Ducati.
    Sedici anni dopo ci sono riusciti tutti e due, insieme. Con tredici anni di differenza, ma molti dettagli in comune, a partire dall’aver riscritto la storia della Casa di Borgo Panigale insieme contemporaneamente, a una settimana di distanza, dopo anni di astinenza. Quindici in MotoGP (il primo trionfo della Desmosedici targata Casey Stoner) e undici in Superbike (il titolo di Carlos Checa, anche lui spagnolo arrivato nelle “derifate” dopo una lunga carriera nel Motomondiale). Alvaro come Pecco arriva da un piccola cittadina. Talavera de la Reina, nel cuore della Spagna, a ovest di Toledo e Madrid. Famosa soprattutto per una furibonda battaglia del 1806 tra l’esercito ango-spagnolo e l’armata napoleonica, che sei anni prima aveva conquistato Chivasso dopo un lungo assedio.
    Bautista campione come Bagnaia. Davvero la Ducati della B. A quasi 38 anni (li compirà lunedì 21), da figliol prodigo dopo la grande rottura di tre anni fa, quando, alla prima stagione in Superbike dopo 187 nel Motomondiale (con 16 vittorie, 46 podi, due in MotoGP con la Honda Gresini, un altro sfiorato alla terz’ultima gara in Australia sostituendo nel team ufficiale Jorge Lorenzo infortunato) fece scalpore conquistando le prime 11 vittorie consecutive con la Panigale, ma poi (complici troppe cadute e una moto troppo ruvida) buttò il Mondiale. E andò alla Honda. Due anni negativi (due terzi posti).
    Quindi il ritorno in Rosso, fortemente voluto da Gigi Dall’Igna, nonostante abbia lo stesso manager (Simone Battistella) di Andrea Dovizioso, con il quale ci fu un’altra sanguinosa rottura. Dall’Igna, volato in Indonesia direttamente da Valencia dopo il trionfo di Bagnaia e i primi test in chiave 2023 della MotoGP, che ora esulta: «La stagione migliore di sempre della Ducati. Ho capito della prima gara che sarebbe stato l’anno del Mondiale, Alvaro è maturato e non commette più errori».
    Nell’unico weekend senza vittorie (come Bagnaia a Valencia, dove ha vinto il titolo con un 9° posto) in una stagione perfetta (14 successi e 29 podi su 33 gare, due cadute – una provocata da Rea – due quarti posti gli altri risultati), Bautista ha fatto quello che doveva: marcare Toprak Razgatlioglu, che nonostante una tripletta ha dovuto così abdicare subito dal triondo mondiale delle “derivate”. Sì, perché come Bagnaia (con Fabio Quartararo), Bautista ha battuto il campione del mondo in carica e fenomeno della Yamaha, che lo voleva subito in MotoGP, ma perdendo il team satellite e avando anchora un anno di contratto con Franco Morbidelli non aveva una sella adatta.
    Il mondo della due ruote insomma è rosso e la Ducati sempre più B&B. Anzi, 3B. Bagnaia, Bautista, Bastianini. E sta per arrivarne una quarta, Bezzecchi. Soprattutto è una Ducati che vince tutto. Ma proprio tutto. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Bautista ringrazia la Ducati: “Avete creduto in me”

    MANDALIKA – Mille pensieri hanno attraversato la mente di Alvaro Bautista quando ha concluso al secondo posto gara-2 in Indonesia e si è laureato campione del mondo di Superbike. Il pilota spagnolo ha vissuto stagioni difficili (appena tre podi in due anni con la Honda), ma finalmente si è preso la sua rivincita ed ha regalato una grande gioia alla Ducati. Il team di Borgo Panigale è infatti tornato sul tetto del mondo e lo ha fatto sette giorni dopo la vittoria di Pecco Bagnaia in MotoGP. L’ultima affermazione in Superbike risaliva al 2011 ed era sempre a tinte spagnole, dato che in sella alla moto c’era Carlos Checa.
    Le parole di Bautista
    “Sono felicissimo, è un sogno che si avvera. Oggi per la prima volta mi sono sentito un po’ nervoso, perciò ho cercato di gestire le emozioni”. Questo il commento a caldo di Alvaro, che non ha potuto non ringraziare la Ducati: “Ci tengo a dire grazie a tutte le persone che si sono fidate di me e che mi hanno dato l’opportunità di lottare per le prime posizioni. Abbiamo conquistato il titolo al primo tentativo, è incredibile”. “Toprak andava molto forte, perciò non ho potuto far altro che seguirlo – ha proseguito Bautista, che ha infine parlato dei suoi avversari – Toprak e Jonathan (Razgatlioglu e Rea, ndr) si sono espressi ad un livello altissimo. Sono stato fortunato a commettere meno errori di loro”. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Bautista: “Un sogno che si avvera, grazie a chi ha creduto in me”

    MANDALIKA – Non dimenticherà facilmente questa domenica 13 novembre Alvaro Bautista, che in virtù del secondo posto gara-2 in Indonesia si è laureato campione del mondo di Superbike. Giornata speciale anche per la Ducati, che torna a festeggiare appena sette giorni dopo l’impresa di Pecco Bagnaia in MotoGP. Un titolo che mancava dal 2011 (con lo spagnolo Carlos Checa) per la scuderia di Borgo Panigale, che si gode il capolavoro di Bautista. Dopo un paio di annate difficile in Honda, anche il pilota castigliano si toglie una bella soddisfazione.
    Il commento di Bautista
    “Ci tengo a ringraziare la Ducati e tutte le persone che si sono fidate di me, dandomi l’opportunità di lottare per le prime posizioni. Abbiamo conquistato il titolo al primo tentativo, è incredibile. Sono felicissimo, è un sogno che si avvera”. Così Alvaro dopo il titolo vinto a Mandalika. Lo spagnolo ha poi svelato le sue sensazioni alla vigilia della gara: “Oggi per la prima volta mi sono sentito un po’ nervoso, perciò ho cercato di gestire le emozioni. Toprak andava molto forte e non ho potuto far altro che seguirlo”. Infine, sugli avversari battuti: “Toprak e Jonathan (Razgatlioglu e Rea, ndr) si sono espressi ad un livello altissimo. Sono stato fortunato a commettere meno errori di loro. Battere un sei volte campione del mondo ed il campione in carica certifica che il livello è molto alto” LEGGI TUTTO

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    Superbike, Bautista campione del mondo: la Ducati festeggia ancora

    MANDALIKA – La Ducati è campione del mondo per la seconda volta in pochi giorni. Dopo il successo di Pecco Bagnaia in MotoGP, la squadra di Borgo Panigale sale sul tetto del mondo anche in Superbike grazie ad Alvaro Bautista. Il pilota spagnolo ha concluso al secondo posto gara-2 in Indonesia ed ha riportato alla Ducati un titolo che mancava dal 2011 (arrivato sempre grazie ad un pilota spagnolo, Carlos Checa). Si chiude dunque nel migliore dei modi una stagione da incorniciare per il team italiano, che si gode una fantastica doppietta e può guardare con ottimismo al prossimo anno.
    La cronaca della gara
    In Indonesia si assiste ad un dominio di Toprak Razgatlioglu, campione in carica del Mondiale, che dopo Superpole Race e gara-1 cala il tris e si prende anche gara-2. Poco male però per Bautista, che si mette subito alle spalle del turco e può festeggiare il titolo. Terzo posto per Jonathan Rea, dominatore della categoria fino al 2020, ma mai tra i candidati per la vittoria quest’anno. Sorridono anche i piloti azzurri, che popolano la Top-10. Andrea Locatelli chiude quarto, Axel Bassani quinto e Michael Rinaldi decimo. LEGGI TUTTO

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    Superbike, festa Ducati in Indonesia: Bautista è campione del mondo

    MANDALIKA – Alvaro Bautista è campione del mondo di Superbike. Il pilota spagnolo ha chiuso in seconda posizione gara-2 in Indonesia ed ha riportato alla gloria la Ducati. La scuderia di Borgo Panigale non vinceva un titolo dal lontano 2011 (quando fu Carlos Checa, anche lui spagnolo, a trionfare) ma ora si gode una splendida doppietta. Sette giorni dopo l’affermazione di Pecco Bagnaia in MotoGP, infatti, arriva un’altra impresa. Si chiude dunque nel migliore dei modi una stagione da incorniciare per il team italiano, che può guardare con ottimismo al prossimo anno.
    Il racconto di gara-2
    Il protagonista assoluto del weekend a Mandalika non può che essere il pigliatutto Toprak Razgatlioglu, capace di conquistare Superpole Race, gara-1 e gara-2. Purtroppo per lui non è sufficiente per rinviare la festa di Bautista, che in virtù della sua seconda posizione può dare il via alle celebrazioni per il titolo. Terzo posto per Jonathan Rea, dominatore della categoria fino al 2020, ma mai tra i candidati per la vittoria quest’anno. Per quanto riguarda i colori italiani, Andrea Locatelli e Axel Bassani chiudono in Top-5, rispettivamente quarto e quinto. Tra i primi dieci anche Michael Rinaldi, decimo. LEGGI TUTTO