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Gli italiani nel circuito Future: i numeri del 2020. Quattro titoli per Alessandro Bega, Giacalone raggiunge Bonadio e Quinzi a quota 1
Alessandro Bega nella foto
E’ terminata la stagione 2020 a livello Future. Nonostante l’emergenza Coronavirus ed i conseguenti problemi organizzativi e logistici, tantissimi giocatori italiani hanno disputato questo tipo di tornei anche nella seconda parte dell’anno, ottenendo risultati di rilievo.
Alessandro Bega si conferma sempre più un vero e proprio dominatore del circuito Future: il ventinovenne di Cernusco sul Naviglio ha chiuso il 2020 con quattro vittorie in tornei da $15.000 a Cancun, Sharm El Sheikh (2) e Caslano, oltre ad una finale persa nel mese di novembre in Egitto contro il cipriota Chrysochos. L’attuale n.349 del ranking ATP ha raggiunto quota diciassette affermazioni a livello Future, stabilendo il record personale di quattro trofei vinti nella stessa stagione (nel 2015 e nel 2018 si era fermato a quota tre).
Due finali raggiunte ma solo un successo per Gianluigi Quinzi, Riccardo Bonadio e Omar Giacalone, ultimo azzurro in ordine cronologico ad imporsi in un torneo Future (ha vinto pochi giorni fa in quel di Monastir, superando l’austriaco Erler all’ultimo atto). Non hanno fallito alla loro unica finale stagionale, invece, Luca Nardi, Luca Potenza e Giovanni Fonio.Franco Agamenone ha centrato due finali in stagione in Romania, senza mai riuscire a conquistare il titolo. Finali amare anche per Jacopo Berrettini, Marco Bortolotti ed Erik Crepaldi. Di seguito la panoramica completa.
ALESSANDRO BEGA (4 TITOLI – 1 FINALE)GENNAIO – M15 Cancun (Messico) – b. Mateus Alves (BRA) 6-4 6-2FEBBRAIO – M15 Sharm El Sheikh (Egitto) – b. Marek Gengel (CZE) 6-4 6-2FEBBRAIO – M15 Sharm El Sheikh (Egitto) – b. Marek Gengel (CZE) 6-4 7-5AGOSTO – M15 Caslano (Svizzera) – vs Sandro Ehrat (SUI) 4-6 2-6NOVEMBRE – M15 Sharm El Sheikh (Egitto) – b. Petros Chrysochos (CYP) 6-4 6-2
OMAR GIACALONE (1 TITOLO – 1 FINALE)FEBBRAIO – M15 Heraklion (Grecia) – vs Alexis Musialek (FRA) 6-7(6) 1-6DICEMBRE – M15 Monastir (Tunisia) – b. Alexander Erler (AUT) 6-3 7-5
GIANLUIGI QUINZI (1 TITOLO – 1 FINALE)GENNAIO – M25 Weston (Stati Uniti) – b. Christian Lindell (SWE) 3-6 7-5 7-5SETTEMBRE – M25 Jablonec (Repubblica Ceca) – vs Agustin Velotti (ARG) 2-6 1-6
RICCARDO BONADIO (1 TITOLO – 1 FINALE)FEBBRAIO – M15 Antalya (Turchia) – b. Juan Pablo Paz (ARG) 3-6 6-4 6-1FEBBRAIO – M15 Vale Do Lobo (Portogallo) – vs Ricardo Ojeda Lara (ESP) 6-1 3-6 4-6
LUCA POTENZA (1 TITOLO)SETTEMBRE – M15 Monastir (Tunisia) – b. Alexander Shevchenko (RUS) 2-6 6-4 6-3
GIOVANNI FONIO (1 TITOLO)FEBBRAIO – M15 Antalya (Turchia) – b. Michael Vrbensky (CZE) 4-6 6-4 6-3
LUCA NARDI (1 TITOLO)MARZO – M15 Sharm El Sheikh (Egitto) – b. Jaroslav Pospisil (CZE) 5-7 6-4 7-6(5)
FRANCO AGAMENONE (2 FINALI)SETTEMBRE – M15 Bucarest (Romania) – vs Timofey Skatov (KAZ) 4-6 4-6SETTEMBRE – M15 Curtea De Arges (Romania) – vs Duje Ajdukovic (CRO) 6-2 4-6 4-6
MARCO BORTOLOTTI (1 FINALE)GENNAIO – M15 Antalya (Turchia) – vs Javier Barranco Cosano (ESP) 4-6 1-6
JACOPO BERRETTINI (1 FINALE)AGOSTO – M15 Alkmaar (Olanda) – vs Igor Sijsling 2-6 1-6
ERIK CREPALDI (1 FINALE)NOVEMBRE – M15 Sharm El Sheikh (Egitto) – vs Vladyslav Orlov 0-6 3-6 LEGGI TUTTO - in Tennis
Roger Federer non ci sarà all’Australian Open e ATP Cup. Rientro previsto a Marzo
Roger Federer, classe 1981 e n.5 ATP
Per la prima volta in carriera Roger Federer non prenderà parte agli Australian Open, la cui prossima edizione è in programma dall’8 al 21 febbraio. È questo quanto dichiarato da Tony Godsick, manager dell’elvetico, all’agenzia di stampa AP.
“Negli ultimi mesi Roger ha fatto passi da gigante sia con il ginocchio che in termini di condizione”, ha rivelato lo statunitense. “Dopo aver consultato la squadra, tuttavia, ha deciso che a lungo termine sarebbe stato meglio posticipare il ritorno”.
Godsick stesso inizierà ora a sondare i tornei in calendario dalla fine di febbraio, allo scopo di mettere in piedi un dettagliato piano stagionale. LEGGI TUTTO - in Tennis
Australian Open: Ecco le ultime wild card assegnate. Invito anche ad Andy Murray
Due anni dopo essersi praticamente ritirato dal tennis agli Australian Open 2019, Andy Murray, ex numero uno al mondo e attualmente tra i primi 100 ATP, gareggerà ancora una volta nello slam australiano, dove è stato finalista in cinque occasioni (un record per un tennista che non ha mai vinto quel torneo). Il 33enne britannico […] LEGGI TUTTO
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Aria di novità per Elliot Benchetrit: dal 1° gennaio giocherà per il Marocco
Elliot Benchetrit nella foto
Cambio di nazionalità “tennistica” all’orizzonte per Elliot Benchetrit, attuale n.223 del ranking ATP in singolare. Il nativo di Nizza, classe 1998, difenderà i colori della Francia fino al 31 dicembre mentre dal 1° gennaio 2021 passerà ad essere a tutti gli effetti un giocatore del Marocco, diventando dunque convocabile per le partite di Coppa Davis e i Giochi Olimpici con la selezione africana.
A darne l’annuncio è stato lo stesso giocatore attraverso un post pubblicato su Instagram: “Dal 1° gennaio ci sarà un cambiamento importante nella mia carriera da tennista professionista perché giocherò per il Marocco, il Paese di nascita di mio padre. Sarà un onore rappresentare il Marocco in Coppa Davis e alle Olimpiadi. Resterò di nazionalità francese ma sui campi da tennis rappresenterò il Marocco, ringrazio la Francia per tutti gli aiuti che mi ha dato“. Andando a giocare sotto i colori marocchini, Benchetrit difficilmente potrà continuare a ricevere wild card al Roland Garros. LEGGI TUTTO
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Kermode (ex CEO ATP): “Abbiamo aumentato i prize money in modo importante. La PTPA? Non avrà un forte impatto”
Chris Kermode
Il britannico Chris Kermode è stato CEO dell’ATP per ben sette anni, prima della sfiducia da parte dei giocatori nel 2019 che ha portato al non rinnovo della sua carica. Dopo un periodo “sabbatico” in cui s’è esposto ben poco con la stampa, lasciando così libertà di campo al suo successore Andrea Gaudenzi, Kermode è intervenuto nel corso del programma “The Tennis Podcast” condotto dal collega David Law. Le parole di Chris sono state interessanti, e ferme. Pur non facendo polemica in merito all’interruzione del suo percorso a guida dell’ATP, ha rivendicato gli ottimi risultati (a suo dire) nel suo mandato, sottolineando soprattutto l’aspetto economico, proprio quello che a detta dei giocatori invece gli è “costato il posto”.
Ecco alcuni passaggi del pensiero di Kermode, con alcune considerazioni finali, visto che l’ultima parte dell’intervista è quella più interessante.“Nel corso del mio mandato come CEO dell’ATP ho ricoperto un ruolo politico. Credo molto nell’ATP, penso che sia un’organizzazione che funziona. Il tennis è uno dei pochi sport in cui giocatori e tornei sono ascoltati ogni giorno, a differenza degli sport USA dove si trovano accordi collettivi che diventano operativi per diversi anni e quindi non c’è necessità di ritrovarsi, nonostante ci possano essere anche litigi e conflitti. Le decisioni che abbiamo preso sono state quasi totalmente all’unanimità, direi per il 98%. Ovviamente è successo di ritrovarmi in mezzo ad un conflitto tra tornei e giocatori, serve un amministratore proprio per questo. Durante la mia presidenza in sole 8 votazioni su 350 il mio voto è stato decisivo, e in queste ben 7 su 8 ho votato sposando la parte vicina al parere dei tennisti. Sono stato il CEO a decidere per il maggior incremento dei prize money nella storia dell’ATP tour. Devo dire che se esiste un punto debole nel sistema è nel fatto che la politica può diventare determinante e il peso si sposta su questa piuttosto che sul miglioramento della disciplina. Quindi è importante trovare le persone giuste per far crescere il tennis”.
“Se fossi stato confermato? Avrei lavorato per trovare il modo migliore per aumentare ancora i prize money. Siamo riusciti a centrare l’obiettivo per la categoria 500, avrei lavorato per trovare lo stesso equilibrio in 250 e Masters 1000″.
“La nascita delle NextGen Finals testimonia che abbiamo guardato in modo deciso alla crescita dei giovani insieme a possibili cambiamenti delle regole del gioco. Siamo stati consapevoli fin dall’inizio che tutti gli esperimenti della manifestazione non sarebbero diventati novità sull’ATP Tour, ma ci siamo posti delle domande e provato sul campo. Alcune cose sono state un successo. Col mio mandato inoltre è nata la ATP Cup. I giocatori spingevano per avere nuovi eventi, la ATP Cup è stata una risposta, portando 15 milioni ai protagonisti, diventando così una apertura nuova e interessante per la stagione. Abbiamo osservato l’andamento degli ascolti televisivi: i numeri salivano solo a marzo con Indian Wells, era indispensabile trovare una novità che facesse scattare prima l’interesse per l’ATP tour, già in gennaio e quindi per febbraio. L’ATP Cup è nata in questa ottica”.“La pandemia? Non ho mai pensato in realtà a come l’avrei potuta affrontare. Mi dispiace molto per Gaudenzi, è stato sicuramente sfortunato ad iniziare il suo mandato in un anno così difficile. In un periodo come questo è necessario aver i nervi saldi per mantenere la corretta prospettiva ricordandosi che stiamo governando il tennis, attività importante ma che, in una visione globale, ha un’importanza relativa. Bisogna resistere, forse si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma i primi sei mesi del 2021 saranno altrettanto duri. Credo che il tennis sopravviverà, anche se i problemi saranno tanti. Dall’altro lato, possiamo dire che in tempo di crisi si può sfruttare la contingenza per spingere su cambiamenti più radicali, cosa più difficile da realizzare quando tutto va bene e non è facile toccare qualcosa che sembra funzionare”.
“Unire ATP e WTA? Sì, ne ha parlato anche Federer, ma la situazione è complessa, servirebbe superare la storia delle due organizzazioni, che sono diverse. Si può partire da una maggior collaborazione e quindi vedere di accrescere i punti di contatto. Fare ex novo un calendario? Facile a dirsi, difficilissimo da realizzare. Ci sono tanti punti di vista diversi, mediare non è affare comodo. Non ci dobbiamo dimenticare il tennis è lo sport globale per eccellenza, quindi non siamo noi a poter decidere tutto, ogni paese ha proprie peculiarità, governi ed esigenze. I giocatori vogliono giocare molto, i tornei devono essere sostenibili, non è per niente facile”.
“Di cosa vado più fiero del mio mandato? È stato un periodo molto intenso, stressante, ma anche ricco di soddisfazioni, un onore guidare l’ATP . I numeri che abbiamo lasciato alla nuova dirigenza sono molto buoni e ne vado orgoglioso: il fatturato è passato da 97 milioni di dollari nel 2013 a 150 milioni nel 2018, il montepremi è passato da 85 a 135 milioni nello stesso periodo, e il numero di i giocatori che hanno raccolto più di un milione di dollari sono aumentati del 90%. La crescita è stata reale nei guadagni per i giocatori tra il n.50 e n.100, aumentati del 69%, e per i tennisti tra il n.150 e n.200, aumentati del 65%. Siamo riusciti a fare una ridistribuzione del denaro ai giocatori di rango inferiore, oltre ad aver aumentato anche il fondo pensione del 60%. Sono numeri indiscutibili, che i giocatori conoscono”.
“PTPA? Non è la prima volta che succede che i giocatori vogliano qualcosa, ma il Board non lo approva, quindi non possono fare quello che vogliono che accada. Vedremo cosa succederà con la PTPA, personalmente non credo che questa iniziativa alla fine avrà un grande impatto, ma è un messaggio che va ascoltato. I giocatori non ascoltati? Non è vero, ci sono i membri del Consiglio, sono adeguatamente rappresentati. Il problema è che le esigenze del numero 1 al mondo sono diverse da quelle del 2000 e queste due cose sono difficili da conciliare. Non so quali siano le intenzioni di Djokovic, non posso giudicare. Penso che dovremmo stare molto attenti quando facciamo affermazioni generali che possono essere suggerite da persone che non hanno nulla a che fare con il tennis. Quando ero in carica come CEO, una delle cose che leggevo molto era che stavamo mettendo troppe energie nei giocatori di rango inferiore. I numeri suggeriscono che questo non è vero. La situazione è molto, molto complicata: da un lato è certamente molto difficile per questi giocatori guadagnare abbastanza per mantenersi, ma è anche vero che i tornei Challenger non sono redditizi, è necessario che il sistema sia sostenibile perché senza tornei nessun giocatore può guadagnare qualcosa. E questo apre la questione di definire cosa sia un “tennista professionista”. È necessario disporre di un sistema in cui non sia possibile per un giocatore trascorrere 10-15 anni sul circuito Challenger. I Challenger devono essere una categoria di transizione per arrivare al circuito ATP, non un luogo dove trascorrere l’intera carriera”.Quelle conclusive sono le affermazioni più nette. Ovvio che Kermode difenda il suo mandato, ma obiettivamente non gli si può rimproverare di non aver fatto crescere “la torta”. Che magari questa sia cresciuta con “fette non abbastanza grandi” per i giocatori, può essere la vera questione. Come anche il fatto dei Challenger: è una questione dibattuta da tempo. Per la visione di Kermode i tennisti considerati davvero Pro dovrebbero essere quindi meno di 300, con altri 200 (al massimo) che lottano per salire al piano di sopra e quindi considerarsi dei veri professionisti. Chiaro che solo con l’ingresso nel 100 oggi un tennista vive “bene” e guadagna abbastanza di potersi assicurare – con vari anni stabilmente dentro – un futuro sereno dopo la carriera.
È una visione altamente meritocratica e spinta verso l’eccellenza, e anche Gaudenzi – anche se non l’hai mai dichiarato con questa nettezza – ha lasciato intendere una visione simile. Che ne pensate?
Marco Mazzoni LEGGI TUTTO - in Tennis
ATP Cup 2021: Ecco le 12 squadre. C’è anche l’Italia. Presente al momento anche la Svizzera di Federer-Wawrinka
Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12
Ecco le squadre che parteciperanno all’ATP Cup in programma dal prossimo 01 Febbraio.
Le squadre saranno divise in quattro gruppi da tre, la prima di ogni gruppo si qualificherà per le semifinali.Ricordiamo che i tennisti migliori del ranking ATP entrano direttamente al torneo.
Se, ad esempio, Dominic Thiem deciderà di ritirarsi dal torneo, l’Austria rimarrà senza punti sufficienti per essere tra i migliori e la classifica cambierà. L’Australia è l’unico paese in cui la presenza è garantita tramine una wild card.Saranno assegnati 500 punti a chi vincerà la competizione e ci sarà in palio un montepremi di 7,5 milioni di dollari.
Serbia: Djokovic/Lajovic Spagna: Nadal/Bautista Agut Austria: Thiem/Novak Russia: Medvedev/Rublev Svizzera: Federer/Wawrinka Grecia: Tsitsipas/Perolakaris Germania: Zverev/Struff Argentina: Schwartzmann/Pella Italia: Berrettini/Fognini Giappone: Nishikori/Nishioka Francia: Monfils/Paire Australia: Wild Card
Riserva Canada: Shapovalov/Raonic LEGGI TUTTO - in Tennis
Andy Murray giocherà a Delray Beach grazie a una wild card
L’ex n.1 del mondo e tre volte campione Slam Andy Murray inizierà la sua stagione 2021 a Delray Beach dopo aver ottenuto una wild card per il primo evento del nuovo anno. Lo scozzese sta faticosamente cercando di rientrare nel tennis che conta dopo il lungo stop per l’operazione all’anca (ricordiamo che è stato costretto […] LEGGI TUTTO