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    JC Ferrero racconta Alcaraz: “Non so quanti Slam vincerà, ma sono sicuro che lascerà un segno importante”

    Juan Carlos Ferrero con Carlos Alcaraz

    Juan Carlos Ferrero ha parlato del suo assistito Carlos Alcaraz in una lunga intervista concessa al collega francese Cedric Rouquette, nella quale ripercorre gli inizi con un “Carlito” 12enne, passato alla sua accademia per un torneo junior, fino ai giorni nostri, l’essere n.1 del mondo e accostato ai più grandi dell’epoca moderna. Il pensiero di Ferrero è fluido, preciso, analizza le situazioni e risponde in modo chiaro, convinto della forza del suo giovane pupillo e della strada che stanno facendo insieme. Questo è il punto focale della loro avventura finora straordinaria: vanno nella stessa direzione, si fidano l’uno dell’altro e le discussioni sono sempre costruttive verso l’obiettivo di eccellere. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto, visto che il rapporto tra coach e giocatore è spesso molto complesso da costruire e mantenere nel tempo. Molto interessante anche il pensiero del campione di Roland Garros 2003 in merito al tennis di oggi: troppa potenza cercando di chiudere il punto senza alcuna flessibilità o capacità tattica. Un gioco monocorde dal quale ha cercato di allontanare il più possibile il suo assistito, che in effetti ha gioco davvero offensivo e vario. Fu bellissimo infatti osservare i due in allenamento nelle mattine delle NextGen Finals 2021: scambi a grande velocità, ma anche continui stop and go. Parlavano, gesticolavano, si muovevano sul campo mimando colpi e schemi di gioco. Venivano provati, definiti, ma anche più volte cambiati, per inserire novità e rendere il suo tennis sempre più completo e imprevedibile. Gli occhi di JC brillavano mentre lo osservava dall’angolo del campo. Forse, immaginava già di vederlo colpire in una finale importante, pregustandosi un futuro radioso.

    “Quando giochi non pensi a fare l’allenatore in futuro” inizia Ferrero, focalizzandosi sul proprio percorso da coach. “Tutto è partito dall’aver fondato e diretto un’accademia (ad Alicante, in Spagna), quando ancora ero in attività. Questo è stato forse il modo ideale per preparare il passo successivo dopo il mio ritiro. Essere il direttore di quest’accademia, vedere i giocatori lì, dare loro consigli, è stato probabilmente un modo per iniziare a essere coinvolto nell’allenamento. Il primo periodo della mia carriera da allenatore è stato con Alexander Zverev, sei mesi nel 2017-2018. È stato bello, un modo per me di tornare sul Tour dopo cinque anni. È stata una grande esperienza e mi ha fatto pensare che avrei dovuto essere coinvolto in un progetto più completo, più difficile, allenare e preparare un ragazzo di grande talento. È stato un bel traguardo, ho potuto preparare le mie conoscenze di allenatore con queste esperienze”.
    Molto decisa la risposta di JC su quel che è diventato il tennis negli ultimi anni: “In questo momento sento che ci sono troppi tennisti che “distruggono” il gioco, non costruiscono il punto. Colpiscono, colpiscono, colpiscono, il più velocemente possibile, per finire il punto. Allo stesso tempo, volevo formare Carlos in un altro modo, stiamo cercando di fare del nostro meglio in questo scopo“.
    Uno dei punti di forza di Alcaraz per Ferrero è il saper giocare in molti modi: “La prima cosa che ho intravisto osservando un giovane Carlos è come poteva essere adattato. È molto difficile trovare un giocatore a cui puoi dire di giocare in modi molto diversi, e poi riesce a farlo in partita. Esempio: per battere Daniil Medvedev nella finale di Indian Wells, abbiamo fatto un piano, e questo piano non era normalmente un piano che Carlos ha sempre. Era un po’ simile, ma non uguale. Carlos è stato in grado di eseguirlo e vincere, anche nettamente. Una delle cose più belle è successa quando aveva 15 anni e già si allenava con giocatori molto più bravi di lui, come Dominic Thiem a Rio de Janeiro. In quel momento Thiem era molto forte, Carlos un ragazzo, ma ha adattato la sua velocità alla velocità di Thiem, che era molto più veloce di quanto normalmente colpisse. Pochissimi possono farlo”.
    Il fatto di essere più imprevedibile rispetto a un Djokovic o un Nadal è un punto di forza, ma pericoloso: “È così bello poter giocare in tanti modi, ma può anche essere una trappola. Quando era più giovane, usava tutte le sue opzioni ma non nell’ordine giusto. In quel momento potevo dire qualcosa di molto preciso a Carlos, ma non avevo idea di cosa sarebbe successo dopo in campo. È difficile giocare con l’ordine giusto quando si hanno tutti questi strumenti. Essendo più maturo ora, più esperto, riesce a mettere tutto insieme e funziona, anche se continuiamo a lavorare. Il suo tennis è lontano dall’essere al 100% del proprio potenziale“.
    Alcuni pensano che Alcaraz sia l’incarnazione del tennista “2.0” perché racchiude punti di forza di Djokovic, Nadal e Federer. Ferrero è cauto, ma… “Lui non ha copiato nessuno, possiamo dire che prendere i migliori esempi disponibili per aggiungerli al tuo gioco, è assolutamente corretto. Il movimento di Federer, la mentalità di Nadal e così via. Cerchiamo di prendere dettagli dai giocatori quando pensiamo che siano super bravi, per aggiungerli al nostro gioco. Ma sai, Carlos ha dovuto sentire in passato che era il nuovo Nadal, ecc… Era molto pesante come aspettativa da reggere. In un certo senso eravamo così orgogliosi, sì, che la gente lo pensasse, ma non era facile per lui e per me sentirlo dire tutto il tempo. L’unica cosa che posso dire è che pensa in grande. Molti giornalisti mi chiedono se può vincere 22 Slam. Non lo so. Quello che so è che è in grado di fare grandi cose per il tennis. Lasciamolo giocare e provare. Se vince il secondo Slam, gli chiederemo quando sarà il terzo. Sarà sempre una grande pressione. Quindi può fare come hanno fatto gli altri? Non lo so, ma sono sicuro che lascherà un segno importante“.
    Si torna al momento in cui i due sono conosciuti: “Aveva 12 o 13 anni quando l’ho visto per la prima volta. Stava giocando nella mia accademia, un torneo che abbiamo. La gente parlava già di lui. ‘C’è un ragazzo che gioca in modo diverso in queste categorie, fa cose strane’. Così sono andato a vederlo. Era così magro, non aveva alcuna forza! Ma si vedevano già le palle corte, amava andare a rete, giocava anche un po’ di chip-and-charge sulle risposte, era diverso perché provava a fare gioco, non solo a vincere. Non era un classico giocatore di 12 o 13 anni. Quello mi colpì subito. Poi dopo qualche tempo arrivò il momento di decidere se allenarlo. È stata una decisione importante da prendere. Era l’opposto di quello che ho vissuto con Zverev in passato. Non era più una vita di jet privati e hotel di alto livello. Ho parlato con mia moglie e la mia famiglia. Una cosa che mi ha aiutato è che viveva a un’ora da casa mia. E il suo manager, Albert Molina, è un ragazzo che conosco da molto tempo. Ho un ottimo rapporto con lui. Costruire un progetto dall’inizio è stato qualcosa di importante per me. La famiglia ha detto OK, siamo partiti. Non sono stato io a chiedere di allenarlo, è stato il manager, è venuto, ha chiesto se il progetto poteva funzionare per me perché sapeva che era qualcosa di diverso da Sascha. Si vedeva che Carlos giocava davvero bene, ma sapevamo di dover costruire tutto, costruire una squadra, preparare la famiglia, ecc. La cosa più importante, da quel momento, è stata che abbiamo costruito una squadra fantastica intorno a lui”.
    La squadra intorno a Carlos è per Ferrero uno dei punti di forza: “Il preparatore fisico e il fisioterapista sono della mia accademia, Juanjo Moreno e Alberto Lledo. C’è anche Alejandro Garcia a Murcia. Albert Molina è il manager. La psicologa è Isabel Balaguer. Juanjo Martinez è il medico. Le persone della mia accademia sono state coinvolte contemporaneamente a me”.
    Ferrero è convinto che il rapporto tra i due sia una delle chiavi del loro successo: “Cervara (coach di Medvedev, ndr) dice che il tennis in sé è la parte più facile del lavoro? Ha ragione. La connessione con il giocatore è decisiva. Allenare deve essere più importante che colpire palle, portare asciugamani, fare esercizi. Devi parlare assolutamente di tutto con il tuo giocatore. Se parli solo di tennis fai un burnout… La nostra relazione, io e Carlos, è così al 100%. Se litighiamo? È normale. Ha il suo carattere, forte. Per essere un buon giocatore, è decisivo averlo. Una cosa che ha veramente è che pensa in grande. ‘Sono in grado di farlo’, questa è la sua mentalità. Mi diceva sempre quando sentiva di essere pronto a vincere qualcosa di nuovo. Ogni passo, mi ha detto. ‘Penso che ora sono pronto’. Me lo disse prima di vincere un Futures quando aveva 15 anni. Quando si è sentito pronto per vincere un Grande Slam, me l’ha detto di nuovo ed è successo”.
    Ferrero pensa che il confronto sia decisivo, senza malizie o voglia di rivalsa da entrambe le parti, anche quando qualcosa non è andato come sperato: “Certamente ci sono cose che so che accadranno in futuro perché ci sono già passato. A volte gli ho detto che avrebbe sbagliato facendo certe scelte. Ha comunque preso la sua direzione e a volte ho dovuto finalmente dirgli ‘Te l’avevo detto’. Ma non se la prende perché tra di noi il rapporto è limpido. Ecco come stanno le cose: lo lascio anche libero di sperimentare le cose perché è ancora così giovane e solo così impara”.
    Da quel che si vede in campo, la curva di apprendimento di Carlos Alcaraz tende davvero all’infinito…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Marco Cecchinato vola ai quarti di finale dell’Estoril Open, Fognini sconfitto anche per colpa di un problema fisico

    Marco Cecchinato nella foto

    Marco Cecchinato approda ai quarti di finale nel torneo ATP 250 dell’Estoril, in Portogallo. Il tennista palermitano, numero 96 del ranking ATP, ha sconfitto al secondo turno in rimonta Fabio Fognini, numero 97 ATP, con il punteggio di 4-6 6-3 6-3, dopo quasi due ore di battaglia.
    Nel primo turno, Cecchinato aveva eliminato l’argentino Diego Schwartzman, numero 36 del ranking e settimo favorito del seeding, mentre Fognini aveva concesso solamente tre giochi ad Alessandro Giannessi, numero 224 ATP e proveniente dalle qualificazioni. Tuttavia, il match tra i due italiani è stato condizionato da un infortunio alla caviglia destra di Fognini, problema fisico iniziato verso la fine del primo set.
    Nel set decisivo, Fognini ha mostrato segni di ripresa, ma Cecchinato ha mantenuto la calma e ha saputo sfruttare gli errori del suo avversario. Nel quinto game, Fognini ha annullato un break point sullo 0-40 con un perfetto drop-shot, ma ha perso il successivo punto. Nel corso dell’ottavo game, Cecchinato ha messo a segno due ace per conservare il vantaggio. Nel game successivo, Fognini ha annullato un match point con un diritto incrociato, ma ha commesso un doppio fallo sul successivo punto sulla seconda palla match, permettendo a Cecchinato di chiudere il match con il punteggio di 6-3 nel terzo set.
    Venerdì, nei quarti di finale, Cecchinato affronterà il vincitore del match tra il giovane francese Luca Van Assche, numero 91 ATP e fresco vincitore del Challenger di Sanremo, e lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, numero 24 del ranking e terzo favorito del seeding.
    ATP Estoril Marco Cecchinato466 Fabio Fognini633 Vincitore: Cecchinato ServizioSvolgimentoSet 3F. Fognini 15-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A5-3 → 6-3M. Cecchinato 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 40-30 ace4-3 → 5-3F. Fognini 0-15 30-15 40-15 40-304-2 → 4-3M. Cecchinato 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-2 → 4-2F. Fognini 0-15 df 0-30 0-40 15-402-2 → 3-2M. Cecchinato 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2F. Fognini 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2M. Cecchinato 15-0 30-0 40-0 ace ace0-1 → 1-1F. Fognini 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2M. Cecchinato 0-15 df 15-15 30-15 ace 40-155-3 → 6-3F. Fognini 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-405-2 → 5-3M. Cecchinato 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-2 → 5-2F. Fognini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-304-1 → 4-2M. Cecchinato 15-0 30-0 40-0 ace3-1 → 4-1F. Fognini 0-15 0-30 0-402-1 → 3-1M. Cecchinato 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1F. Fognini 15-0 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1M. Cecchinato 15-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Fognini 15-0 30-0 40-04-5 → 4-6M. Cecchinato 15-0 30-0 40-03-5 → 4-5F. Fognini 15-0 15-15 30-15 ace 40-153-4 → 3-5M. Cecchinato 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4F. Fognini 0-15 0-30 15-30 15-40 df1-4 → 2-4M. Cecchinato 15-0 30-0 40-0 40-150-4 → 1-4F. Fognini 15-0 30-0 40-00-3 → 0-4M. Cecchinato 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A0-2 → 0-3F. Fognini 15-0 30-0 40-00-1 → 0-2M. Cecchinato 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A0-0 → 0-1
    11 ACES 11 DOUBLE FAULTS 365/86 (76%) FIRST SERVE 46/76 (61%)51/65 (78%) 1ST SERVE POINTS WON 32/46 (70%)7/21 (33%) 2ND SERVE POINTS WON 14/30 (47%)4/6 (67%) BREAK POINTS SAVED 2/6 (33%)14 SERVICE GAMES PLAYED 1414/46 (30%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 14/65 (22%)16/30 (53%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 14/21 (67%)4/6 (67%) BREAK POINTS CONVERTED 2/6 (33%)14 RETURN GAMES PLAYED 1458/86 (67%) SERVICE POINTS WON 46/76 (61%)30/76 (39%) RETURN POINTS WON 28/86 (33%)88/162 (54%) TOTAL POINTS WON 74/162 (46%) LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “A Roland Garros Rafa può sempre gestire un paio di partite per trovare il ritmo”

    Toni Nadal

    La decisione di Rafa Nadal di rimandare il rientro, saltando il torneo di Monte Carlo, ha colto di sorpresa i suoi supporter, che seguendo anche l’annuncio del torneo del Principato speravano di rivederlo in uno degli eventi a lui più cari e fortunati. Il suo processo di allenamento continua, con l’obiettivo chiaro di presentarsi al meglio delle proprie possibilità a Roland Garros. In molti si sono chiesti: ha bisogno di giocare per ritrovare sensazioni e ritmo partita? Assolutamente, ma forse era semplicemente troppo presto, nonostante sui campi del principato ha sempre giocato un buonissimo tennis con condizioni per lui ideali.
    La stampa spagnola si è immediatamente rivolta a zio Toni, che conosce Rafa meglio di chiunque altro e lo osserva in allenamento presso la sua accademia, anche se non lo segue più in prima persona nei tornei come un tempo. Il concetto di Toni è chiaro: Rafa conosce il suo corpo ma solo con il riscontro del campo può vedere a che punto si trova. Questi e altri concetti ha espresso in una breve intervista, della quale riportiamo alcuni passaggi già proiettati sul prossimo Roland Garros.
    “Rafa è in ripresa, ma non è facile sapere fino in fondo a che punto sia, perché lo scopri per davvero solo quando gareggi”. Gli è stato chiesto se avrebbe dovuto ritirarsi contro Fritz a Wimbledon: “Non sai mai cosa sarebbe successo, non abbiamo la controprova. Inoltre, se lo avesse fatto in alcune delle partite in cui ha avuto qualche problema, forse avrebbe avuto qualche Roland Garros in meno, o un Wimbledon in meno”.
    “A Roland Garros e nella stagione sulla terra battuta in generale è diverso. Anche se non è in forma ottimale, sai che Rafa può fare uno sforzo perché controllerà la forza e la velocità del gioco. Ma quando gioca sul veloce e soprattutto nella stagione indoor è più difficile per lui. Quando gioca al Roland Garros, Rafa ha 2 o 3 partite che può controllare e quindi usarle per riprendere il suo miglior ritmo e gioco. Al contrario a Torino non le hai” ha dichiarato il suo storico maestro.
    “Rafa è abituato a combattere, è cresciuto sapendo che nel tennis, come nella vita, le cose non vanno quasi mai alla perfezione. Devi essere disposto a lavorare sodo e risolvere i problemi” conclude Toni Nadal.
    Due parole anche su Felix Auger-Aliassime, che segue anche se non a tempo pieno. Toni è convinto che il canadese abbia ancora un bel margine di crescita, ma è consapevole che la concorrenza sia diventata ancor più spietata con l’avvento di Alcaraz e Sinner. “Felix può migliorare il rovescio e la calma quando le cose in partita si fanno complicate. Uno dei suoi sogni è vincere qualche Slam ed essere il numero 1. Può farcela, ma non è facile perché ci sono Alcaraz e Sinner, che sono molto bravi, o Medvedev. Ma se lavora sodo avrà la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi perché ha un buon percorso per migliorare ancora”. LEGGI TUTTO

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    DelPo ci riprova: “Voglio giocare un match al prossimo US Open e salutare davanti al pubblico di New York”

    Juan Martin Del Potro

    Juan Martin Del Potro vuol provare per l’ultima volta l’emozione di giocare un match ufficiale nel torneo a lui più caro, US Open. Un nuovo piccolo sogno, per salutare alla grande lo sport che ha amato più di ogni altra cosa, che tanto gli ha dato e tantissimo gli ha tolto. Sui social negli ultimi giorni sono girate alcune foto – non postate da lui direttamente – che lo vedono in campo a provare con ritmo blando diritti e rovesci. Sembra che non sia solo la voglia di colpire qualche palla per divertimento, ma l’inizio di un percorso progressivo per testare la resistenza del suo malandato ginocchio e ritrovare la forma fisica. L’obiettivo non è assolutamente tornare attivo sul tour a 34 anni con mille acciacchi, ma quello più semplice di vivere una notte da sogno, sotto le stelle di New York, dove vinse il suo unico Slam nel 2009 rimontando un fortissimo Roger Federer a furia di frustate di diritto ingestibili.
    L’ha dichiarato lo stesso DelPo alla stampa ieri notte, confermando la disponibilità di US Open a riservargli una wild card per l’edizione 2023 del torneo.
    “Il mio obiettivo è essere pronto per giocare una partita ufficiale del torneo. Non so se sarò al 100% o meno ma, almeno, se la mia ultima partita di tennis dovesse essere quest’anno, voglio che sia agli US Open”, ha detto il 34enne di Tandil. “Lavorerò sodo per l’ultima volta, forse, nella mia carriera, e poi non si sa mai. Dio deciderà se sono pronto o no”. L’aveva pure detto per scommessa, se l’Argentina vincerà il mondiale in Qatar, torno a giocare. Detto fatto…
    La USTA si è detta felice di sostenere il sogno dell’argentino: “Juan Martin è un vero beniamino dei fan degli US Open”, ha affermato il direttore del torneo Stacey Allaster. “È un giocatore eccezionale, gentile, saremmo entusiasti che questo ex campione si unisse a noi al torneo di quest’anno”.
    Al momento quello di JMDP resta un sogno, un’ambizione, ma la voglia di riprovarci ancora, per l’ultima volta, è tanta. Una serie infinita di operazioni tra polso e ginocchio destro hanno martoriato e terminato una carriera davvero sfortunata come poche. Nei periodi in cui è riuscito a restare sano e giocare con continuità, il suo tennis ha ritrovato subito smalto portandolo a grandi risultati. L’esempio è la stagione 2018: dopo alcuni mesi di assestamento, Del Potro ha potuto giocare un’annata con discreta continuità, restando miracolosamente al riparo da gravi infortuni e arrivando di nuovo in finale a US Open, dopo aver raggiunto la semifinale a Roland Garros e i quarti a Wimbledon. Quell’anno sembrava rinato: il suo tennis era tornato esplosivo, efficacissimo, con un picco di forma eccezionale tra febbraio e marzo, quando vinse uno dopo l’altro i tornei di Acapulco (battendo Thiem e Zverev) e soprattutto Indian Wells, superando Federer in una splendida finale. A New York randellava col diritto come ai bei tempi, arrivò in finale stoppato da un Djokovic davvero troppo forte. Tornò al n.3 del ranking, sembrava finalmente rinato, pronto a riprendersi con gli interessi tutto quello che la sfortuna e gli infortuni gli avevano negato più e più volte. Purtroppo quel “sogno” durò l’arco di pochi mesi. Un maledetto crack al ginocchio sull’erba del Queen’s lo fece di nuovo crollare nell’incubo degli infortuni. Operazione, stop, un faticoso tentativo di recuperare, senza mai davvero riuscirci, fino all’ultimo match dello scorso anno in Argentina, dove in lacrime salutò la sua gente.
    Oggi “DelPo” è un consigliere della franchigia di Miami nella Pro Padel League. “Mi piace giocare”, afferma Juan Martin, “il mio grande errore è che voglio giocare a padel come un giocatore di tennis, ma quando colpisci forte, perdi il punto. Sono completamente diversi tennis e padel. Ho bisogno di allenarmi per migliorare”.
    Del Potro vive tra Miami e l’Argentina, e di recente ha trascorso una bella giornata con Gabriela Sabatini. “Abbiamo detto, ‘OK, andiamo a colpire un po’ di palle.’ Abbiamo giocato insieme per un’ora e mi è sembrato di giocare una partita di cinque set! Alla fine ero completamente esausto, ma che bella sensazione esser in campo”. 
    Proprio la ricerca di quelle sensazioni perdute, sentire la palla che arriva e colpirla con quel diritto “assassino”, uno dei colpi più straordinari della storia moderna del gioco, è quello che sta spingendo ancora una volta “El Titan” a riprovarci. Sarà sicuramente una strada difficile, un rischio per il suo ginocchio malandato, una sofferenza che ha scelto di sopportare per sentirsi giocatore ancora un’ultima volta. Noi tifiamo per lui. Pochi altri tennisti nell’epoca recente ci hanno regalato le stesse maledette emozioni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Da Roma – Si apre una nuova era: dall’8 al 21 maggio in programma l’80.ma edizione, la prima con l’upgrade

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel – Foto Sposito-FITP

    Gli Internazionali BNL d’Italia entrano in una nuova era e lo fanno indossando l’abito delle occasioni speciali, trasportati da rinnovato entusiasmo e con la forza di numeri da libro dei record. L’80ma edizione della grande kermesse del Foro Italico, in programma sui campi romani dal 2 al 21 maggio 2023 (comprese le pre-qualificazioni), sarà la prima dell’upgrade, status che regalerà agli appassionati un evento di tre settimane, con due tabelloni che comprendono il doppio dei giocatori e all’interno di un site più bello e più grande.
    In occasione della conferenza stampa che si è tenuta nel primo pomeriggio presso il Circolo del Foro Italico, il Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi, l’Amministratore Delegato di BNL Elena Goitini, il Presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute Vito Cozzoli e l’Assessore ai Grandi Eventi, Sport e Turismo Alessandro Onorato, hanno illustrato le novità di questa 80.ma edizione del torneo: dal rinnovo della partnership tra FITP e Gruppo BNP Paribas alle novità strutturali del site, fino alle iniziative in programma prima e durante il torneo… su tutti un’edizione straordinaria del Simposio che si aprirà con l’udienza papale in Vaticano.
    BNL e FITP rinnovano la loro partnership Per il 17° anno consecutivo la BNL sarà al fianco della Federazione Italiana Tennis e Padel come degli Internazionali BNL d’Italia. Il gruppo BNP Paribas da 50 anni sostiene il tennis, e non solamente in Italia. L’accordo è stato rinnovato per altre sei edizioni, con opzione per ulteriori due anni, confermando un impegno che ha permesso al torneo di crescere e di trasformarsi nell’evento di punta del panorama sportivo italiano. Un super programma di oltre trecento match “Un upgrade che può cambiare ulteriormente la storia del tennis nel nostro paese”, il Presidente della FITP Angelo Binaghi aveva accolto così la notizia del salto di categoria del torneo romano. Con questa nuova formula i campi del Foro Italico si accendono il 2 maggio con le pre-qualificazioni e l’8 con la prima delle due giornate dedicate alle qualificazioni per chiudersi poi, dopo un susseguirsi di emozioni e oltre trecento match, il 21 maggio. Particolarmente ricco il programma del weekend centrale che offrirà tanto tennis agli appassionati: sabato 13 maggio sono in programma ben 40 match (tra cui 16 di secondo turno maschile e 8 di terzo turno femminile) mentre domenica 14 maggio sono previsti 24 match tra cui 16 incontri di terzo turno.
    Il nuovo site Per rispondere alle rinnovate esigenze del torneo, il Foro Italico metterà a disposizione del tennis le chiavi della casa del nuoto. Come avvenuto in passato in occasione dei Mondiali e degli Europei di nuoto – con gli spazi dello Stadio Pietrangeli e del Centrale destinati alle gare di nuoto e nuoto sincronizzato – ora sarà il tennis a usufruire della zona delle piscine.Un restyling imponente che per la prima volta consentirà ai tennisti di accedere nelle aree abitualmente destinate ai nuotatori (spogliatoi, players lounge, palestra, ristoranti e aree relax). All’interno del site ci sono 17 match-practice courts (il numero 11 e il numero 12 completamente nuovi) e altri 17 sono a disposizione dei giocatori presso 5 prestigiosi circoli romani. Inoltre, grazie alla costruzione di un ponte sospeso (un suggestivo colpo d’occhio che riporta alla mente la struttura presente all’All England Club di Wimbledon), i tennisti potranno passare dall’area delle piscine alla zona loro dedicata all’interno del Centrale ammirando dall’alto la magnifica cartolina del Parco del Foro Italico.
    Quote (di merito) rosa Con l’edizione 2023 degli Internazionali BNL d’Italia inizierà un processo che entro il 2025 permetterà di equiparare il prize money del torneo femminile a quello del torneo maschile, consentendo al torneo romano di allinearsi agli altri grandi appuntamenti del circuito. Questo è solo l’ultimo passaggio di un percorso che la FITP aveva iniziato nel 2008, quando, trascinata dai grandi risultati delle nostre ragazze, gli aveva dato pari dignità con la creazione di un canale televisivo in gran parte dedicato al movimento femminile che non aveva visibilità. Inoltre, dal 10 al 16 luglio il Foro Italico sarà teatro della prima edizione combined dell’Italy Major Premier Padel; per la prima volta, al fianco dei colleghi, scenderanno in campo tutte le migliori padeliste del pianeta.
    Papa Francesco e l’invasione delle scuole Sabato 6 e domenica 7 maggio è in programma il Simposio Internazionale 2023, un evento straordinario che si aprirà con l’udienza di Papa Francesco presso la Sala Paolo VI in Vaticano (sabato alle ore 10.30). Nel pomeriggio il lavoro si sposterà sui campi del Foro Italico con relatori di caratura mondiale pronti ad approfondire i temi di tennis e padel, uniti per la prima volta. Inoltre, nel corso delle tre settimane del torneo, sarà allestito lo Young Village: l’obiettivo è avvicinare le scolaresche (con il coinvolgimento degli istituti di ogni ordine e grado) a tutti gli sport di racchetta (padel, pickleball, tennistavolo e squash). La manifestazione sarà supportata dall’Istituto Superiore di Formazione ‘Roberto Lombardi’ che, attraverso i propri insegnanti e fiduciari, garantirà lo svolgimento dell’attività tecnica. Sono circa 30mila le ragazze e i ragazzi attesi al Foro Italico, e per loro ci sarà anche l’opportunità di incrociare le racchette con le campionesse e i campioni del tennis mondiale presenti al Foro Italico.
    Angelo Binaghi, Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel“L’upgrade degli Internazionali Bnl d’Italia è un traguardo storico, che inseguivamo da lungo tempo. E’ il riconoscimento più direttamente riconducibile alla grande capacità organizzativa che il nostro movimento ha dimostrato di possedere e di saper mettere in atto. L’upgrade è un risultato che può ulteriormente cambiare la storia del tennis nel nostro Paese e dare una nuova spinta alla crescita di tutto il movimento. Sarà un’edizione mai vista, siamo chiamati, noi e i nostri partner, ad uno sforzo enorme: un site rinnovato e ampliato accoglierà giocatori e giocatrici. Gli Internazionali sono il fiore all’occhiello del nostro tennis, anche grazie all’impegno di BNL che si rinnova fino al 2028. Tutti beneficeranno della crescita del torneo, a partire dai nostri partner commerciali”. LEGGI TUTTO

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    Il torneo di Roma punta all’uguaglianza dei premi tra uomini e donne entro il 2025

    Il torneo di Roma punta all’uguaglianza dei premi tra uomini e donne entro il 2025

    L’edizione 2023 del torneo di tennis di Roma ha annunciato importanti cambiamenti nella durata del torneo e nella distribuzione dei premi economici. Tra le novità più rilevanti, il prestigioso torneo di terra rossa, che si svolge nella capitale italiana, vedrà un’estensione della durata da una settimana a 12 giorni, garantendo maggiore spazio per le competizioni e per gli appassionati di tennis.
    Una delle principali modifiche riguarda i premi in denaro destinati ai vincitori e alle vincitrici del torneo. Il comitato organizzatore ha infatti deciso di avviare un processo per raggiungere la parità di premi tra gli atleti uomini e donne entro la stagione 2025, iniziando già con l’edizione di quest’anno.
    Questa decisione segue l’esempio dei tornei del Grande Slam, che hanno già raggiunto l’uguaglianza dei premi tra uomini e donne, riconoscendo il valore e il talento degli atleti indipendentemente dal loro genere. Il torneo di Roma si propone quindi di diventare uno dei principali eventi della stagione su terra battuta a promuovere l’equità e a sostenere lo sviluppo del tennis femminile. LEGGI TUTTO

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    Shelton debutta sul “rosso” vincendo. La potenza del suo tennis è efficace anche sulla terra

    Ben Shelton dopo il successo in Portogallo

    Buona la prima per Ben Shelton all’ATP 250 di Estoril, in Portogallo. Il 20enne statunitense ha sconfitto il francese Constant Lestienne con un doppio 7-5 in un match discretamente atteso poiché il figlio d’arte statunitense era all’esordio assoluto in un torneo su terra battuta. Nonostante qualche incertezza per la totale novità e la sua solita esuberanza giovanile, che lo porta a strafare affidandosi fin troppo alle notevoli frecce nella sua faretra, è stato interessante constatare che il suo tennis potente ed offensivo si adatta piuttosto bene anche al “rosso”. Lui s’era detto estremamente fiducioso prima della sua primissima trasferta in Europa: ho lavorato in Florida su ogni superficie, sono sicuro di potermi difendere bene anche sulla terra battuta. Aveva ragione lui. Forse un po’ di strafottenza mista a incoscienza in quelle dichiarazioni, ma il match ha parlato chiaro: quel servizio mancino, la potenza del diritto, la sua fantasia imprevedibile e la capacità di aggredire il campo funzionano assai bene anche sul mattone tritato.
    Lestienne, n.63 ATP, non era certo il test più probante, ma quel ha impressionato è stato l’impatto del tennis di Shelton in rapporto alla superficie. Nel tennis attuale sul rosso è premiata l’aggressività, la forza nella spinta abbinata al saper gestire rimbalzi e rotazioni. Si poteva ipotizzare che Ben finisse fuori giri spingendo troppo palle non di ritmo; o che, non anticipando molto i colpi, potesse crollare all’indietro, assai lontano per spingere un vincente o scendere a rete, finendo a remare con metri di campo da difendere. Il primissimo incontro disputato da Shelton – sempre in rapporto al tennis ordinato ma non così potente del francese – ha spazzato via tutti questi dubbi in un batter d’occhio. Dopo qualche game un filo più titubante, condito da troppi errori, le qualità di Ben sono esplose quasi con la stessa prepotenza ammirata in Australia.
    Il servizio mancino è sempre potente e preciso, con quella curva esterna velocissima che rimbalza alta e manda in tilt la risposta, anche bimane, dell’avversario. È stato pure bravo a non affidarsi solo alla forza “bruta”, ma cercare anche effetti diversi, slice più lento incluso, e rischiare in momenti importanti la botta al centro, di pura velocità. Trovando il T molto, molto bene… Col diritto è riuscito ad esplodere controllo e potenza, perché la sua meccanica esecutiva è ottima per saltare sulla palla e spingerla di forza. Un colpo che potrà aiutarlo in modo incredibile sulla terra, poiché la palla salta ma rallenta nell’impatto col terreno, quindi per assurdo lo agevola visto che il suo gesto è abbastanza ampio e non anticipa granché. Scarica potenza in modo impressionante, trovando delle traiettorie cross micidiali, che finiscono per aprirgli il campo e incocciare il rovescio dell’avversario, mandandolo in difficoltà.
    Era interessante valutare come avrebbe affrontato la palla alta col rovescio bimane, colpo non così sicuro. Quando ha cercato la spinta, ha commesso diversi errori. È matematico che ogni avversario andrà a solleticarlo proprio lì spingendo – per i destrimani – con il diritto cross. Ma Ben è stato molto rapido nel fare un passo indietro per trovare meglio la palla, come usare con continuità il rovescio ad una mano in back. Un colpo sul quale si è destreggiato con buona mano e soprattutto usandolo come arma tattica: palla lenta per recuperare il terreno, non così lunga e bassa sul rovescio bimane di Lestienne, così impossibilitato nell’aggredirla con forza. Forse il francese non è abbastanza rapido e aggressivo nel gestire questa situazione tattica ma di sicuro Shelton, per esser alla sua prima apparizione su terra, ha usato questo schema in modo molto intelligente.
    La sua prepotenza nell’attaccare la rete si conferma un’arma temibile anche su terra. Andrà ovviamente testato contro avversari più rapidi e dotati di passanti e pallonetti più consistenti. La fisicità di Ben è straripante, ma per la sua esuberanza di sicuro esagera nella spinta come nella posizione, potrebbe essere facile preda di chi gestisce il pallonetto con sicurezza.
    È una vittoria importante perché la primissima, ottenuta vincendo di misura e andandosi a prendere i punti che contano, a-la-Shelton, con rischio e grande impeto. Lo aspettano tanti altri test, e sicuramente verrà sconfitto anche pesantemente da giocatori con altra palla e consistenza rispetto a Lestienne, immagino un Carreno Busta per dirne uno. Ma fa davvero impressione valutare quanto potenziale abbia questo ragazzone così sveglio e travolgente, alla sua prima lunga trasferta in Europa da professionista. A 20 anni è totalmente inesperto anche rispetto a tanti 17enni… ma con quelle qualità e velocità di apprendimento, beh, non sorprenderebbe affetto trovarlo avanti nei tornei su terra nelle prossime settimane…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Andrea Vavassori elimina Jarry ed accede al secondo turno a Marrakech. Luca Nardi eliminato al primo turno nel torneo ATP 250 dell’Estoril, sconfitto da Miomir Kecmanovic

    Andrea Vavassori nella foto

    Andrea Vavassori, attualmente numero 201 nel ranking ATP, ha dimostrato il suo valore nel torneo ATP 250 di Marrakech. Dopo aver superato con successo le qualificazioni, il tennista italiano ha sconfitto il cileno Nicolas Jarry, numero 51 del ranking mondiale ed ottavo del seeding, vincitore dell’ATP di Santiago a febbraio.Il match è stato combattuto, con Vavassori che si è imposto con un punteggio di 6-2, 3-6, 6-3. Nel primo set, l’italiano ha dimostrato la sua superiorità dominando il gioco e chiudendo con un netto 6-2. Tuttavia, Jarry non si è arreso facilmente e ha recuperato nel secondo set, vincendolo 6-3.Il terzo e decisivo set ha visto Vavassori dare il meglio di sé. Andrea ha piazzato il break vincente nel secondo gioco, mettendo subito in difficoltà l’avversario. In seguito, il tennista italiano ha mantenuto la sua concentrazione e ha saputo difendere il suo servizio senza concedere nulla a Jarry, chiudendo il set e il match con un convincente 6-3.Grazie a questa importante vittoria, Andrea Vavassori avanza al secondo turno del torneo, dove affronterà Jaume Munar, classe 1997 e numero 83 nel ranking ATP.
    ATP Marrakech Nicolas Jarry [8]263 Andrea Vavassori636 Vincitore: Vavassori ServizioSvolgimentoSet 3A. Vavassori 15-0 30-0 40-0 40-153-5 → 3-6N. Jarry 15-0 30-0 40-0 40-15 ace2-5 → 3-5A. Vavassori 0-15 15-15 30-15 40-152-4 → 2-5N. Jarry 0-15 15-15 30-15 40-151-4 → 2-4A. Vavassori 15-0 30-0 ace 40-0 40-151-3 → 1-4N. Jarry 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-3 → 1-3A. Vavassori 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 0-3N. Jarry 0-15 0-30 0-40 15-400-1 → 0-2A. Vavassori 0-15 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2N. Jarry 15-0 15-15 30-15 40-155-3 → 6-3A. Vavassori 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 ace 40-40 A-405-2 → 5-3N. Jarry 15-0 30-0 40-04-2 → 5-2A. Vavassori 15-0 15-15 df 15-30 df 15-40 30-403-2 → 4-2N. Jarry 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 3-2A. Vavassori 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A df 40-40 40-A 40-40 A-40 ace 40-40 A-402-1 → 2-2N. Jarry 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1A. Vavassori 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1N. Jarry 0-15 15-15 ace 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Vavassori 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-5 → 2-6N. Jarry 0-15 0-30 0-40 15-40 ace2-4 → 2-5A. Vavassori 15-0 30-0 30-15 40-152-3 → 2-4N. Jarry 0-15 0-30 df 15-30 ace 30-30 30-402-2 → 2-3A. Vavassori 0-15 df 15-15 15-30 30-30 40-302-1 → 2-2N. Jarry 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 2-1A. Vavassori 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-0 → 1-1N. Jarry 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0

    Luca Nardi, attualmente n.161 del ranking mondiale, è stato eliminato al primo turno del torneo ATP 250 dell’Estoril, in Portogallo. L’azzurro ha affrontato il serbo Miomir Kecmanovic, n.40 del ranking ATP e sesta testa di serie del torneo, che si è imposto con un netto 6-4 6-1.Il match ha visto Nardi partire bene, riuscendo a portarsi sul 4-3 nel primo set, ma da quel momento in poi, il serbo ha preso il sopravvento, infliggendo all’italiano un durissimo parziale di nove giochi a uno. Kecmanovic ha saputo sfruttare al meglio le occasioni e mettere in difficoltà Nardi con il suo gioco solido e preciso, conquistando la vittoria del match con il punteggio di 6-4 6-1.ATP Estoril Miomir Kecmanovic [6]66 Luca Nardi41 Vincitore: Kecmanovic ServizioSvolgimentoSet 2L. Nardi 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-1 → 6-1M. Kecmanovic 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A df 40-40 A-404-1 → 5-1L. Nardi 0-15 15-30 30-30 40-304-0 → 4-1M. Kecmanovic 15-0 30-0 40-0 40-15 df3-0 → 4-0L. Nardi 15-0 30-0 30-15 30-30 30-402-0 → 3-0M. Kecmanovic 0-15 15-15 30-15 40-151-0 → 2-0L. Nardi 15-0 15-15 15-30 15-40 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1M. Kecmanovic 15-0 15-15 30-15 40-155-4 → 6-4L. Nardi 15-0 15-15 15-30 15-40 df 30-404-4 → 5-4M. Kecmanovic 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-4 → 4-4L. Nardi 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-403-3 → 3-4M. Kecmanovic 0-15 0-30 15-30 15-403-2 → 3-3L. Nardi2-2 → 3-2M. Kecmanovic 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2L. Nardi 0-15 15-15 30-15 40-15 ace1-1 → 1-2M. Kecmanovic 15-0 15-15 df 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A df 40-40 A-40 ace 40-40 A-400-1 → 1-1L. Nardi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1 LEGGI TUTTO