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    Dante Bottini: “Allenare i giovani oggi è difficile, ascoltano meno e quasi non pensano in campo. L’assenza di Federer sul tour è palpabile”

    Dante Bottini (foto Instagram)

    Allenare l’ultima generazione di giovani non è compito facile, perché il tennis ormai è diventato una gara a chi a tira più forte quindi si pensa poco, e pure negli allenamenti le nuove leve hanno difficoltà a prestare attenzione e ascoltare. Questo afferma il noto coach argentino Dante Bottini, 44enne formatosi alla corte di Nick Bollettieri dopo un passato modesto da giocatore, noto per aver esser stato l’allenatore storico di Kei Nishikori e quindi di Dimitrov, Jarry e del giovane cinese Juncheng Shang, rapporto quest’ultimo interrotto dopo l’ultimo US Open. Bottini è stato intervistato in Argentina dal bravo collega Sebastian Torok per La Nacion. Ha rilasciato una lunga intervista, nella quale ripercorre le tappe della sua vita sul tour, raccontando i cambiamenti vissuti negli ultimi anni e rimpiangendo l’assenza di Roger Federer sul tour e negli spogliatoi per il suo carisma e quel plus unico che dava ad ogni torneo, e che a suo dire oggi manca terribilmente.
    Bottini ricorda i suoi inizi con Bollettieri: “Ho iniziato nel 2008, proprio dalla base, con piccoli gruppi, dove non vedevo nemmeno Nick perché era con i migliori dell’accademia. Qualche mese dopo mi hanno dato gruppi di ragazze dai 9 agli 11 anni al mattino e dai 15 ai 16 anni al pomeriggio, e poi ho cominciato a provarci di più. Abbiamo avuto incontri che sono durati molte ore. Ho imparato molto. Nick era un fenomeno, vero appassionato di tennis, espansivo, estremamente esigente e ottimista. Aveva un’altissima autostima e la trasmetteva a tutti, tirava sempre dritto verso il futuro, cercando il meglio. Per tutto il tempo condivideva le storie della sua vita e motivava tutti. Avevamo incontri più volte alla settimana, in cui parlavamo di tutto quello che si faceva in accademia e lui raccontava tanti aneddoti. È stato anche piuttosto divertente lavorare con lui. Abitavo dietro l’angolo dell’accademia, alle 5 del mattino già insegnavo o ero in palestra. Lui andava forte e non si fermava mai, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, così fino a oltre 80 anni”. 
    Questa foto del tennis attuale tracciata dal coach albiceleste, con una discreta critica a come si è evoluto lo sport rispetto ai suoi primi anni di vita sul tour: “C’è un cambiamento totale, con Federer fuori, Nadal quasi, vedo Djokovic ancora per un paio d’anni. Ma la nuova generazione è qui, con Alcaraz, Sinner, Rune. Anche con Medvedev, Zverev e Tsitsipas. Il tennis? Oltre ad essere molto fisico, ritengo che il tennis di oggi abbia molta potenza e sia molto mentale. I nuovi giocatori difficilmente pensano a una tattica, tutto viene giocato molto velocemente, molto forte. Se prima c’era poco tempo per pensare… adesso ce n’è ancora di meno. Il secondo servizio viene servito a volte a 200 km/h, cosa impensabile fino a qualche anno fa. La potenza domina. E bene o male? Non lo so. Credo sia più difficile mettere insieme una strategia per l’allenatore, perché al tuo giocatore puoi dirgli qualcosa, ma poi cambia tutto in pochi secondi. Il giocatore ti dice: ‘Ma mi hai detto che sulla seconda di servizio mi avrebbe fatto un kick sul rovescio e invece ha tirato una bomba a 200 al T!’ Per l’allenatore oggi è molto più difficile. C’è meno attenzione. Il giocatore non ascolta molto, quindi questo rende il processo, giorno dopo giorno, più difficile. Il giocatore è quello che ti ingaggia e l’allenatore deve essere paziente e pensare: ‘Bene, lascerò andare questo, ma poi lo riprenderò poi’. Il giocatore attuale ha un deficit di attenzione. Prima ti ascoltavano di più e ti guardavano negli occhi; oggi camminano a testa bassa. Gli dici: ‘Ehi, sto parlando con te’. ‘Sì, ti ascolto’, risponde ed è lì con il telefono e forse ti ascolta ma chissà cosa gli resta in testa di quel che gli dici. È strano, la società sta cambiando tanto. E poi tutto nel tennis è un po’ estremizzato, velocità, fisico”.
    Un’esasperazione che porta anche tennisti di 20 anni a subire già infortuni importanti: Alcaraz, Sinner… “E Korda, Rune… Tutti hanno avuto dolore e problemi, anche se sono da poco tempo sul tour. Si gioca con una potenza tale che le richieste che i giocatori fanno al proprio fisico stanno aumentando. E il corpo non può farcela. Non si parla quasi di quest’aspetto ma invece dovrebbe essere centrale discuterne. C’è un altro problema che i giocatori invece sollevano: cambiare troppe palle. Non puoi giocare tre o più tornei di fila con palline diverse! Le marche di palle hanno modelli molto diversi e quando si gioca provoca cambiamenti nella modalità di impatto. Poi sono in generale troppo pesanti, ti fanno fare scambi più lunghi, il corpo alla fine somma tutti gli sforzi e lo senti nella spalla, nel polso, nelle gambe“.
    Per Bottini l’assenza di Federer dal tour pesante, quel che ha portato lo svizzero nel gioco resta inarrivabile: “Ho condiviso molti momenti con Rafa, Novak, splendidi atleti, ma l’assenza di Roger si fa sentire. Manca tanto. Era un giocatore diverso, con il suo arrivo al massimo livello tutto è cambiato. Non so come spiegarlo, ma i tornei erano diversi quando c’era Roger, chiunque abbia vissuto il tour con lui e dopo di lui te lo può confermare. Il tennis continua, ma quando Roger entrava nello spogliatoio era una presenza… la gente restava senza parole, lo guardava. Quel ragazzo aveva una presenza diversa. Emanava rispetto, non solo giocando a tennis, ma la cosa più importante è che era un ragazzo normale, divertente, con il senso dell’umorismo. Un fenomeno. E trasmetteva rispetto e tranquillità a tutti. Se ti allenavi con lui per la prima volta, prima e dopo ti faceva mille domande per sapere chi sei, da dove vieni, era curioso. Più volte abbiamo parlato dell’Argentina. Mi ha chiesto della religione ed era interessato a come giocano e si allenano gli argentini sulla terra battuta. Ricordo che nel lontano 1997, da junior, abbiamo condiviso un torneo, l’U18 di Prato. Io avevo 17 anni e lui 15. Gli ho mostrato il tabellone del torneo e gli ho detto che se avessi vinto lo avrei affrontato, ma ho perso. A distanza di anni si ricordò tutto quello e mi disse: ‘Ho vinto quel torneo e da lì è iniziata la mia scalata, peccato che non abbiamo giocato contro’. Pochi avrebbero ricordato e detto tutto questo”.
    Tra i giovani, è incuriosito dal potenziale di Shelton: “Ho avuto l’opportunità di affrontarlo quando allenavo Shang. Lo abbiamo battuto ad Atlanta e Washington. È pura potenza! Ha un servizio pazzesco, ma poi sembra che non pensi molto quando gioca. Colpire la palla sempre più forte, sempre più forte… questo il suo stile. Ma fa bene al tennis. Mi piace il suo atteggiamento, grida ma non per rabbia, ride, è positivo, tutti atteggiamenti che provengono dal periodo trascorso al college, dove suo padre (Bryan) era uno dei migliori allenatori. Può portare qualcosa di diverso sul tour”.
    Bottini tra i molti tennisti allenati, è rimasto molto affezionato a Dimitrov, per il suo bel tennis ma anche per il lato umano del bulgaro: “È un giocatore eccezionale, uno dei più talentuosi del circuito. Anche fisicamente è straordinario, si cura moltissimo, è una bestia. Nel tennis è uno dei grandi talenti, tira colpi che quasi nessuno fa. Il rovescio in slice è pazzesco, anche quello a una mano. È un giocatore che è un piacere guardare, uno di quelli per cui paghi un biglietto d’ingresso. Quando entra in un periodo negativo ti viene voglia di andartene perché difficilmente reagisce, questa è la sua grande debolezza. Soffre quando non sta bene emotivamente e lo trasferisce sul campo. Invece quando è felice, può fare di tutto e regalarti il ​​miglior spettacolo”.
    Un’ultima nota su come un coach deve approcciarsi a giocatori di nazioni e culture diverse. Lui ha allenato giapponesi, latini, cinesi, europei… La chiave per Dante è osservare e studiare: “Cerco di osservare molto, di rispettare i loro tempi. Devi abituarti a loro, avvicinarti. Vuoi insegnare dalla tua cultura, ma devi imparare anche dalla loro, affinché tutto sia il più piacevole e funzioni. L’obiettivo è avere la pazienza necessaria per ottenere la migliore esperienza possibile per il giocatore. Non è facile, è una bella sfida, ma mi piace davvero quello che faccio”.
    Intervista davvero interessante, nella quale Bottini anche sottolinea come il treno del tennis cinese sia partito e crede che in futuro possano nascere altri talenti ancor più interessanti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner cala il tris: vince l’ATP Award come tennista più migliorato

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Jannik Sinner cala il tris! Dopo aver vinto il prestigioso ATP Award come giocatore preferito dal pubblico internazionale, e i suoi allenatori Vagnozzi – Cahill eletti coach dell’ anno, adesso Jannik è stato votato dai suoi colleghi come tennista più migliorato nel 2023. 

    It’s official! @janniksin is the 2023 Most Improved Player of the Year in the #ATPAwards
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    — ATP Tour (@atptour) December 14, 2023

    Un finale di stagione straordinario ha permesso all’altoatesino di terminare l’annata al n.4 nel ranking, con la finale alle ATP Finals, la vittoria in Davis Cup da trascinatore del team italiano, i successi a Pechino e Vienna battendo nelle ultime settimane tutti i migliori (due volte Djokovic e Medvedev, Alcaraz e Rune solo per citarne alcuni). Il tutto grazie ad un tennis entusiasmante per potenza, qualità e intensità. Nel 2023 ha battuto 13 top 10. Mai un Italiano era riuscito in queste imprese.
    Così Sinner ha parlato al sito ATP: “Penso che, soprattutto nella seconda metà dell’anno, mentalmente sono stato molto, molto più forte. Non mi lamentavo così tanto in campo quando le cose andavano nel modo sbagliato. Penso che questo genere di cose facciano la differenza…”
    “Una delle cose di cui posso essere davvero felice è che ho giocato molte, molte partite importanti negli stadi più grandi che abbiamo. Questo è qualcosa che spero possa aiutare per la prossima stagione”.
    In lizza per questo ATP Award c’erano anche Arnaldo, Eubanks e Shelton.
    Jannik è in corsa anche per lo Stefan Edberg Award, di giocatore più corretto. Calerà un Poker irripetibile? Intanto applausi a Sinner per questi premi stra meritati!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’ATP 500 di Acapulco si disputerà regolarmente nel 2024

    Una foto dopo il passaggio dell’uragano Otis sullo stadio di Acapulco

    “Oggi più che mai questo torneo si gioca perché si gioca. Insieme faremo sì che Acapulco torni a brillare”. Con questo slogan motivazionale e di speranza, gli organizzatori dell’Abierto Mexicano de Tenis di Acapulco hanno annunciato che l’ormai classico appuntamento di categoria ATP 500 si disputerà regolarmente nel 2024 (24 febbraio – 2 marzo), nonostante la città e anche la struttura che ospita l’evento sia stata severamente colpita lo scorso ottobre dal violentissimo urgano Otis, abbattutosi sulle coste messicane del Pacifico e in particolare su questa perla del turismo internazionale. Purtroppo a due mesi dal tragico evento la situazione in città è tutt’altro che tornata alla normalità: di fondi dal governo centrale ne sono arrivati pochi, la ricostruzione sta andando a rilento, le difficoltà quotidiane per la popolazione restano molte.
    Tuttavia il torneo è sostenuto da uno degli uomini più ricchi del mondo, il magnate messicano delle telecomunicazioni Carlos Silm con la suaTelCel, title sponsor dell’evento, che si è impegnato personalmente per aiutare la ricostruzione non solo delle strutture del torneo – ospitate all’interno del lussuoso hotel Princess, sulla Playa Diamante della località – ma anche di altre aree della città pesantemente danneggiate dall’uragano.
    Nella nota del torneo affidata ai social si legge infatti: “L’Abierto Mexicano de Tenis non si gioca solo ad Acapulco ma per Acapulco, generando un impatto positivo sull’economia locale e sulla comunità, fornendo vitalità a settori come il turismo, i trasporti, la gastronomia e l’ospitalità, compresa la creazione di posti di lavoro nella regione. Con questa celebrazione riaffermiamo al mondo che Acapulco è in piedi. Oggi, il torneo non solo celebra il tennis, ma rappresenta anche l’unità e il rinnovamento necessari per costruire un’Acapulco ancora più grande. Con l’aiuto di tutti i messicani, faremo risplendere Acapulco. Benvenuti all’Open di tennis messicano! Sempre con te Acapulco!”.

    Alcuni campioni della racchetta, tra cui Dimitrov, Tsitsipas e Zverev, hanno lanciato nelle scorse settimane anche una raccolta fondi per aiutare il torneo e soprattutto la popolazione colpita dal disastro.
    L’Abierto de Tenis vanta una lunga storia. Dopo le prime edizioni organizzate a Città del Messico (1993 – 2000), il torneo si è spostato ad Acapulco, letteralmente su una delle spiagge più belle della città in una struttura alberghiera a 5 stelle. Si è giocato su terra battuta fino al 2013, quando fu deciso di passare al sintetico outdoor vista la vicinanza con il Masters 1000 di Indian Wells.
    Verso le fine degli anni 2000, in Messico cercarono di dare una “spallata” all’allora Masters Series di Indian Wells, che versava in difficoltà economiche per la fine di importanti contratti di sponsorizzazione. Si era praticamente arrivati all’accordo per strappare lo status di MS all’evento californiano, ma quando lo champagne era già pronto per essere stappato, l’allora direttore di Indian Wells Charlie Pasarell trovò una nuova copertura finanziaria, salvando il torneo. Dopo qualche anno arrivò il magnate di Oracle Larry Ellison, prima come sponsor e poi come acquirente della data. Grande appassionato di tennis, Ellison investì pesantemente nell’evento facendolo diventare uno degli appuntamenti più importanti, ricchi e meglio organizzati nella stagione tennistica. Acapulco si è attestato come ATP 500 di ottima qualità, molto seguito dagli appassionati locali e da tanti viaggiatori (soprattutto statunitensi) che approfittano dell’evento per unire tennis a vacanza. Dal 2022 è stato inaugurato il nuovo stadio, Arena GNP Seguros.
    Tra i vincitori ad Acapulco figurano campioni come Nadal, Moya, Kuerten, Ferrer, Thiem, Kyrgios e Zverev. Il campione in carica è Alex de Minaur.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Novità nel calendario ATP 2024: torna Gijon, Astana si sposta ad Almaty

    Palacio de Deportes la Gijon

    Il calendario ATP 2024 ha subito alcune interessanti modifiche nella parte autunnale, post US Open. Attraverso il sito ufficiale, l’ATP ha comunicato che il prossimo anno tornerà il torneo 250 di Gijon, in Spagna. Si disputerà nella settimana 45, in contemporanea a quello di Metz, in Francia, dal 3 al 9 novembre, appena prima delle ATP Finals di Torino.
    Disputato solo nel 2022, l’evento nelle Asturie ebbe un ottimo riscontro da parte di pubblico e giocatori (fu vinto da Andrey Rublev), ma gli organizzatori non riuscirono a tenere la data anche per il 2023, nonostante un solido business plan potenzialmente quinquennale. Quest’anno, dopo lo scoppio della guerra in Medio Oriente, gli spagnoli hanno provato a prendere last-minute la data di Tel Aviv, ma alla fine il torneo si è spostato a Sofia, in Bulgaria. Adesso arriva la fumata bianca e il ritorno dell’evento indoor spagnolo, sostenuto dalla federazione iberica e dalla società Watergen. La sede sarà la stessa del 2022, il bel Palacio de Deportes la Gijon.
    Con l’inserimento di Gijon, si sposta alla settimana 42 (14-20 ottobre) il torneo 250 di Stoccolma. Nella stessa settimana l’ATP 250 precedentemente organizzato ad Astana si trasferirà ad Almaty, precisamente all’Almaty Arena, il più grande impianto sportivo del Kazakistan. La città è stata la capitale del paese per quasi 70 anni ed è il centro finanziario, scientifico, culturale, economico, storico e industriale del paese asiatico.
    Si è parlato molto nel 2023 della possibilità di vedere di nuovo un evento autunnale in Italia, magari a Firenze dopo l’ottimo successo del torneo 2022, con la vittoria di Auger-Aliassime e la semifinale di Lorenzo Musetti (che poi vinse a Napoli, torneo questo che ebbe invece vari problemi organizzativi). Con le novità appena apportate al calendario, sembra tramontare quest’ipotesi che certamente avrebbe arricchito l’offerta di tennis in Italia e sarebbe stata assai gradita agli appassionati.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jan-Lennard Struff vincitore del Premio ATP per il Miglior Ritorno dell’Anno

    Jan-Lennard Struff GER, 1990.04.25

    Nel mondo del tennis professionistico, il premio per il miglior ritorno dell’anno è un riconoscimento altamente prestigioso, assegnato a quei giocatori che hanno mostrato una determinazione eccezionale nel rientrare in campo dopo periodi di difficoltà. Quest’anno, il premio va al tedesco Jan-Lennard Struff, che ha dimostrato una straordinaria capacità di rimonta nel circuito ATP.A 33 anni, Struff ha realizzato un’incredibile ascesa nel ranking mondiale, passando dalla posizione numero 167 alla 21ª, per poi concludere la stagione al 25° posto. Questa impresa lo ha reso il legittimo successore di Borna Coric, il croato vincitore del premio nel precedente anno, nell’albo d’oro dell’ATP.Il percorso di Struff quest’anno è stato caratterizzato da momenti memorabili, tra cui il raggiungimento dei quarti di finale al Masters 1000 di Montecarlo e la finale al Masters 1000 di Madrid, dove è entrato nella storia come lucky loser. La sua prestazione a Madrid è stata particolarmente notevole, evidenziando la sua incredibile tenacia e abilità.
    Nella competizione per il premio “Comeback Player of The Year”, Struff ha superato avversari del calibro del connazionale Alexander Zverev, del francese Gael Monfils e di Dominik Koepfer. La sua vittoria non è solo un tributo alla sua eccellente forma fisica e alle sue abilità tecniche, ma anche alla sua forza mentale e alla capacità di superare le avversità.
    Per Struff, questo premio rappresenta molto più di un semplice riconoscimento. È una testimonianza della sua dedizione e del duro lavoro che ha svolto per tornare al top del tennis mondiale.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Vagnozzi e Cahill vincono l’ATP Award come coach dell’anno 2023

    La infografica dell’ATP sul coach 2023

    Dopo lo straordinario riconoscimento assegnato a Jannik Sinner dall’ATP come tennista più apprezzato dai fan di tutto il mondo (succedendo alle 19 volte consecutive di Federer e poi Nadal), ecco un altro altrettanto prestigioso premio per il “team Sinner”. I suoi due coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill infatti hanno vinto l’ATP Award come miglior allenatore della stagione 2023, un premio ancor più importante perché a votare sono stati i loro stessi colleghi che hanno così premiato il lavoro eccellente svolto con Jannik.
    Sinner ha chiuso il 2023 con 64 vittorie e 15 sconfitte, il n.4 nel ranking ATP di fine stagione, un Masters 1000 vinto in Canada, la finale alle ATP Finals, la vittoria in Coppa Davis nella quale è stato leader e trascinatore. Jannik sta letteralmente abbattendo uno dopo l’altro tutti i record per un tennista italiano, e siamo solo all’inizio della sua carriera. L’azzurro aveva iniziato l’anno da n.15, terminando il 2023 con un +11 e 4 titoli vinti. Nella parte finale di stagione ha battuto tutti i migliori al mondo, due volte Djokovic e Medvedev, Alcaraz, Tsitsipas, Rune. Una crescita importantissima, che ha finito per premiare i suoi due allenatori.

    Congratulations to Simone Vagnozzi & Darren Cahill on receiving the honor of 2023 Coach of the Year in the #ATPAwards 👏
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    — ATP Tour (@atptour) December 13, 2023

    Vagnozzi lavora con Sinner dal febbraio 2022, ma lo conosce da molti anni ed era perfettamente consapevole del suo potenziale.  “Conosco Jannik da quando aveva 14 anni. Ha giocato contro uno dei miei giocatori junior, quindi l’ho visto per la prima volta lì”, ha dichiarato Vagnozzi ad atptour.com all’inizio di questa stagione. “È davvero bello allenarlo perché è un ragazzo divertente, ha un bel carattere. È facile allenare Jannik perché vuole migliorare tanto e va in campo sempre con il sorriso, quindi per un allenatore è davvero bello lavorare con uno come lui”.
    Darren Cahill è uno dei coach più stimati, ha allenato ex numeri 1 come Andre Agassi e Lleyton Hewitt. Il suo ingresso nel team Sinner nel giugno 2022 è stato il completamento di una squadra di altissimo profilo. Il ruolo dell’australiano è soprattutto quello di apportare esperienza di alto livello, mentalità vincente, lavorare sulla concentrazione e mentalità di Jannik.  “Il mio ruolo riguarda più l’esperienza e come aiutarlo mentalmente in questi grandi momenti, assicurarci che stiamo lavorando sulle cose giuste che alla fine lo porteranno dove vogliamo essere”, ha detto Cahill all’inizio di questa stagione. Sia Simone che Darren sono stati abili profeti: Sinner ha lavorato con qualità, ha imparato molto e in autunno novità tecniche e grande condizione psicofisica hanno “chiuso il cerchio”, alzando al massimo la prestazione del suo tennis. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
    Cahill e Vagnozzi hanno vinto l’ATP Award 2023 come coach superando gli altri canditati, Craig Boynton (coach di Hubert Hurkacz), il vincitore del premio 2022 Juan Carlos Ferrero (Carlos Alcaraz), Goran Ivanisevic (Novak Djokovic) e Bryan Shelton (Ben Shelton).
    Sinner è ancora in lizza per altri due ATP Award, votati dai giocatori: Most Improved Player of the Year e Stefan Edberg Sportsmanship Award. Che Jannik e il suo team possano terminare il 2023 con un poker di ATP Award?
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    Sinner è il Fans’ Favorite 2023, storico ATP Award

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Gli appassionati di tennis di tutto il mondo hanno eletto il tennista preferito del 2023: è Jannik Sinner!
    L’azzurro riceve questo prestigioso riconoscimento al termine della sua migliore stagione in carriera, che l’ ha portato a trionfare in Davis Cup, disputare le ATP Finals da campione e issarsi al n.4 nel raking mondiale a fine anno. Con un tennis sempre più offensivo e convincente, ha stregato i fan di tutto il mondo, ottenendo questo significativo riconoscimento, mai vinto prima da un tennista italiano

    It has been an unforgettable year for @janniksin, who is taking home the Fans’ Favourite Award! 👏 #ATPAwards
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    — ATP Tour (@atptour) December 12, 2023
    Sinner aveva vinto il new comer Award nel 2019, ed è ancora in lizza per altri due premi: giocatore più migliorato e lo Stefan Edberg Award per il più sportivo. Anche i suoi coach Vagnozzi e Cahill sono in lizza per coach dell’ anno.
    Roger Federer ha vinto il Fans’ Favorite Award per 19 volte, mentre lo scorso anno il premio (con Federer ritirato) era andato a Nadal
    Applausi a Sinner, per un premio meritatissimo che sottolinea ancora più quanto sia apprezzato a livello globale come persona e come tennista.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Adelaide e Auckland: Entry list Md. Tris di azzurri ad Adelaide

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    | Tournament | Category | Surface | Players | Seeds | Final Day | Country Code ||————|———-|———|———|——-|————|————–|| Adelaide | 250 | H | 28 | 16 | Saturday | 🇦🇺 AUS || Auckland | 250 | H | 28 | 16 | Saturday | 🇳🇿 NZL | LEGGI TUTTO