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    Salomone (consulente del calciatore Palonimo sul caso Clostebol): “Sinner deve essere assolto, non c’è negligenza. I protocolli su quella sostenza sono da rivedere”

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Il “caso Clostebol” che vede coinvolto Jannik Sinner resta una vicenda complessa ed intricata per i suoi aspetti tecnici e legali, quelli che saranno decisivi nell’appello al TAS richiesto dalla WADA, previsto nei prossimi mesi. Per questo è interessante il parere di Alberto Salomone, professore di chimica analitica e tossicologia all’Università di Torino, consulente in un caso analogo che vide coinvolto il calciatore brasiliano Palomino, assolto lo scorso anno. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Salomone è convinto dell’innocenza di Sinner, che il suo non sia stato in nessun modo doping e che nemmeno da parte del n.1 ci sia stata negligenza (quello che ha portato la WADA a presentare appello al TAS). Inoltre l’esperto ritiene che relativamente al Clostebol sarebbe necessaria una revisione dei protocolli anti-doping. Riportiamo i passaggi più salienti del suo pensiero, contributo interessante vista la sua competenza in materia e per l’aver preso parte ad un procedimento analogo.

    “(Nel caso Sinner) Dal punto di vista tecnico, quello di Sinner è un caso come ne ho visti tanti da una decina di anni” racconta Salomone. “Ci troviamo di fronte a un campione di urina positivo per una concentrazione estremamente bassa del prodotto, e in più è stata identificata l’origine della contaminazione. È stato escluso anche dall’International Tennis Integrity Agency che l’uso di Clostebol avesse una finalità anabolizzante. La ricostruzione della contaminazione da Trofodermin (nome commerciale del prodotto) non è in discussione, è la stessa di altri casi: è dimostrato scientificamente che anche una stretta di mano può produrre un risultato positivo in urina, perché il metabolita del farmaco viene rilevato anche a bassissime quantità. La difesa di Sinner è stata chiara. È stato il fisioterapista ferito al dito ad aver trasmesso la sostanza. Neanche la WADA ha fatto obiezioni. Non ci sono dubbi“.
    “L’arbitrato al TAS dovrà discutere sul concetto di negligenza e stabilire fino a che punto un atleta è tenuto a controllare e a sapere tutto ciò che avviene intorno. Mentre per alcune sostanze proibite una situazione di rischio può essere più riconoscibile, come ad esempio l’utilizzo di una siringa, nel caso del Trofodermin e del relativo rischio di contaminazione credo che ci sia più spazio di discussione. Non so fino a che punto un atleta possa essere consapevole di certi elementi, come ad esempio nel caso Clostebol, che esista un elevato assorbimento transdermico. È un problema soprattutto italiano, ma il caso di Palomino e della canoista polacca Borowska possono essere precedenti favorevoli per Sinner”.
    Ecco la richiesta del professore relativamente alla sostanza incriminata: “Sarebbe ora che sul Clostebol si facesse chiarezza una volta per tutte, anche perché il Trofodermin esiste praticamente solo in Italia. Perché la tolleranza zero va bene per certe molecole, ma essere positivo al Clostebol ha un significato diverso che esserlo al Nandrolone. È noto da anni che il Trofodermin causa queste situazioni, al punto che circa il 50% dei casi a livello mondiale di positività al Clostebol riguarda italiani o che si allenano in Italia. In decine di situazioni si riproduce lo stesso scenario. Sarebbe ora che venisse introdotta un’interpretazione diversa, ovvero che, quando le percentuali di sostanza sono così basse non scatti più automaticamente la sospensione, ma vengano eseguiti ulteriori accertamenti, in un sistema codificato e che, quando si dimostri la contaminazione, non si arrivi alla squalifica. Esistono ulteriori strumenti investigativi come il test sul capello, capace di verificare che non ci sia stato un uso continuativo della sostanza e che invece ci sia stata un’esposizione occasionale a piccole quantità”.
    “Il concetto di negligenza è soggetto a libera interpretazione. Ci sono situazioni, come il contatto con altre persone, che non sono sempre controllabili dagli atleti. Il massaggiatore ne è un esempio.C’è da fidarsi degli arbitri, giuristi di spessore. Chi ha il pallino è il presidente che verrà scelto dal TAS: è molto importante perché dipende da come indirizzerà l’udienza, da come interpreterà il codice e come quindi influenzerà l’imparzialità del collegio arbitrale”.
    “In un sistema controverso ed estremamente punitivo, se si squalifica Sinner il doping resta uguale ma per lo sport è una sconfitta. Ciò che conta nell’antidoping è l’equità della competizione e la salute degli atleti. Una cosa sono gli antinfiammatori e antidolorifici, un’altra è il Clostebol che di solito non viene utilizzato come steroide anabolizzante, ma esiste sul mercato come pomata cicatrizzante. Questa sostanza andrebbe eliminata dalla lista delle sostanze proibite, magari inserendola nei programmi di monitoraggio già previsti dalla WADA. Se vogliamo che resti nella lista dei farmaci proibiti, ci siano allora dei criteri di valutazione diversi legati alla concentrazione che viene determinata in urina”.
    Un parere autorevole quello di Salomone, che in conclusione dice “mi auguro che Sinner venga assolto e che si cominci a discutere di nuovi approcci”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kyrgios: “Giocherò gli Australian Open. Il chirurgo che ha operato il ginocchio mi disse che probabilmente non sarei stato più in grado di competere”

    Nick Kyrgios, classe 1995

    Nick Kyrgios conferma la sua presenza alla prossima edizione degli Australian Open e rivela qualche dettaglio in più sul gravissimo infortunio al ginocchio che l’ha bloccato per quasi due anni, proprio nel momento migliore della sua carriera a livello di risultati (la finale a Wimbledon nel 2022) e di continuità di prestazioni. Il nativo di Canberra, che il prossimo aprile spegnerà 30 candeline, ha parlato in un evento a Sydney, e le sue parole sono state raccolte da Tennis Australia, ben felice di riaccogliere nei tornei della prossima estate australe il suo tennista con più talento, e anche il più discusso.
    “Giocherò l’Australian Open la prossima estate”, afferma Kyrgios, “Mi manca tanto essere là fuori a giocare di fronte al pubblico di casa. Abbiamo un gran bel gruppo di ragazzi al momento, come Alex de Minaur che gioca un tennis incredibile”.
    Il problema al ginocchi è stato molto complesso, ha interessato l’intera articolazione e il rientro in attività è parso subito assai a rischio. “L’infortunio che ho avuto è stato brutale… Il chirurgo ha detto che probabilmente non sarei stato in grado di giocare di nuovo. Ma ho chiesto ai medici di fare qualsiasi cosa per risolvere il problema, provate a farmi guadagnare altri due o tre anni della mia carriera… Gli ultimi due anni sono stati terribili, ma adesso voglio solo tornare a giocare di fronte al pubblico di casa… Voglio essere là fuori, illuminare la folla e giocare di fronte al mio paese”.
    “Che sia positivo o negativo lo vedremo, sarà sicuramente molto divertente, di questo sono certo. Non vedo l’ora… La mia unica motivazione per tornare a giocare è provare a vincere un Grande Slam, e ci proverò ancora”.
    Il direttore degli Australian Open Craig Tiley ha detto che un ritorno di Kyrgios in tempo l’edizione 2025 del torneo sarebbe una spinta eccezionale per l’evento e ha confermato che ci sarà un posto per il 29enne nel tabellone principale se sarà pronto. “Siamo felici che Nick torni a giocare nel 2025. È di nuovo lì fuori ad allenarsi”, afferma Tiley. “Si aspetta di giocare e ci aspettiamo di vedere Nick giocare. Ci assicureremo che Nick sia nel tabellone principale. Riguardo alla sua preparazione, sappiamo che sta facendo più di quanto abbia fatto in passato, sappiamo che vuole esserci, sappiamo che si sta preparando mentalmente per essere pronto a giocare a gennaio. Deve essere fisicamente in salute per farlo. Molte cose possono accadere nei prossimi mesi, ma è sulla buona strada con quella preparazione”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Ruud: “Si parla tanto dell’Arabia Saudita, ma ci sono altri paesi assai controversi nei quali andiamo a giocare, come la Cina”

    Casper Ruud

    Difficilmente Casper Ruud perde il proprio aplomb o si lascia andare a dure dichiarazioni, ma quando si tratta di mettere i “puntini sulle i”, il norvegese risponde sempre “presente”. L’ex n.2 del mondo, oggi impegnato in un bel match di quarti di finale a Stoccolma vs. Griekspoor, ha rilasciato una breve ma significativa dichiarazione in merito alla tanto chiacchierata esibizione a Riyadh, il “Six Kings Slam”, che sabato vedrà in finale un interessante sfida tra Alcaraz e Sinner. Per Ruud l’Arabia Saudita è certamente un paese controverso, in evoluzione ma ancora assai indietro per quanto riguarda i diritti civili. Tuttavia ritiene ipocrita puntare la lente solo su questa situazione quando il tour Pro si ferma a giocare in altri paesi altrettanto complessi e problematici in materia di temi sociali, come ad esempio la Cina.
    “Non ho ricevuto un’offerta dal “Six Kings Slam”, ma in passato ne ho avute e ho scelto di non andarci”, afferma Ruud in una conferenza stampa in Svezia. “È ovviamente un paese controverso, per molte cose. Ma ci sono anche altri paesi altrettanto controversi in cui andiamo a giocare. Per esempio, si può discutere senz’ombra di dubbio della Cina, della situazione dei diritti umani in Cina. Eppure ci andiamo ogni anno e non mi sembra se ne parli allo stesso modo. Si è parlato molto di Peng Shuai e di cosa le è successo, e questo solo per dire che se vuoi indicare l’Arabia Saudita come un paese controverso, dovremmo anche menzionare altri paesi di cui non stiamo parlando”.
    Sempre all’interno della stessa conferenza stampa allo Stockholm Open, Casper Ruud prova a dare credito al principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman e alla sua volontà di portare il paese in avanti anche a livello sociale.
    “So che quello che dirò sarà probabilmente descritto come sports-washing”, continua Ruud. “ma mi sembra che il loro nuovo leader, Salman se non sbaglio, voglia fare qualcosa, soprattutto molte cose nello sport, che abbia davvero la volontà di cambiare il paese. Forse renderlo un po’ più occidentalizzato. Nel bene o nel male, gli atleti che ci vanno potrebbero portare a un cambiamento. So che potrei sembrare molto ingenuo dicendo questo perché la gente dirà: ‘Questo è solo sports-washing, nascondere quello che sta realmente succedendo’. Ma se non iniziano da nessuna parte, sono sicuro che ci sarà mai un cambiamento”.
    Tra poche settimane la stagione femminile terminerà nel grande paese arabo con le WTA Finals. La questione del maggior evento WTA organizzato proprio in un paese nel quale i diritti delle donne sono ancora fortemente in discussione è stato un tema terribilmente caldo nell’ultimo anno, con l’ex campionessa Martina Navratilova paladina del “no” a questa scelta. Altre giocatrici si sono dichiarate più favorevoli alla novità, dando credito al desiderio dell’Arabia Saudita di fare concreti passi avanti a livello non solo sportivo ma anche sociale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Six Kings Slam: Sinner doma Djokovic in tre set, sabato giocherà la finale

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Jannik Sinner conferma il suo momento magico battendo per la seconda volta in pochi giorni Novak Djokovic e staccando un posto per la finale del “Six Kings Slam”, ricca esibizione in corso a Riyadh, Arabia Saudita, dove sabato affronterà il vincente del derby spagnolo tra Alcaraz e Nadal. L’azzurro a differenza di Shanghai ha impiegato tre set per avere la meglio sul 24 volte campione Slam, per 6-2 6-7(0) 6-4, al termine un match a due volti. Infatti il n.1 del mondo ha dominato senza alcun problema il primo set, strappando due break e non dando mai l’impressione di soffrire le difese del rivale, troppo più potente nello scambio. Nel secondo set si è accesa la lotta, con Djokovic avanti e subito ripreso, ma la sorpresa è arrivata al tiebreak dove Sinner ha perso il primo punto e si è come eclissato di fronte all’aggressività del serbo. Nel terzo set grande lotta, con alcuni break e contro break, tra scambi intensi e qualche errore di troppo (vari doppi falli di Sinner, forse un po’ distratto). Alla fine Sinner si è preso il break decisivo sul 4 pari ed ha chiuso il match imponendo la sua maggior forza e pressione nello scambio.
    Sinner domina il primo set, gioca il tennis mostrato ieri contro Medvedev per consistenza e velocità, e Djokovic non riesce a star dietro all’italiano. Con un break nel secondo game scappa avanti subito 2-0, vince con totale agio i suoi turni di servizio e sul 5-2 in risposta strappa il secondo break al serbo, chiudendo per 6-2 al secondo set point. Un parziale dominato, efficace al servizio e molto più aggressivo nello scambio.
    Il secondo set inizia con Djokovic più pimpante, avanza nel campo e mette pressione, tanto da ottenere il break che lo manda subito avanti 1-0, e poi 2-0 con un game solido, vinto a 30. Arriva la reazione del n.1: aumenta la velocità dei colpi e vince 8 punti di fila, strappando il contro break che impatta lo score 2 pari, dimostrazione di forza brutale di Sinner. Il set avanza sui game di servizio, non ci sono chance in risposta e si arriva al tiebreak. Qua è bravissimo Djokovic a vincere il primo punto in risposta, duro scambio chiuso con un’accelerazione splendida. È il classico “big-point” che spacca l’equilibrio, il serbo serve bene, è aggressivo col diritto dal centro del campo e improvvisamente Sinner cala, anzi crolla. Vince sette punti di fila Novak, tiebreak dominato e un set pari.
    Il terzo set è assai più animato, scatta la lotta e la bagarre. Sinner va subito avanti di un break, al termine del game più lottato del match; subito reagisce il serbo, contro break alla seconda chance da 15-40, e 1 pari. Durissimo il quinto game: Sinner ha ben 4 palle break (dal 30-40), ma non riesce a sfruttarle, molto preciso Djokovic nei punti decisivi, bravo a salire 3-2. Poi è Sinner a ritrovarsi sotto 15-40 nel game successivo, ma aziona la qualità del rovescio e anche un paio di buoni servizi, per il 3 pari. L’azzurro è bravo a mettere pressione in risposta nel settimo game, provoca un doppio fallo del rivale in apertura e poi altri due errori del serbo, che si ritrova di nuovo sotto 15-40. Stavolta Djokovic non si salva, sbaglia malamente un diritto, colpendo la palla con scarso equilibrio, errore che manda avanti 4-3 e servizio Sinner. Sembra un po’ stanco l’italiano, non spinge su ogni scambio, ma quando lascia correre il braccio a tutta è evidente come Djokovic non riesca a tenere quel ritmo. Non serve nemmeno bene il n.1, pure un doppio fallo, e con un errore sotto rete concede una palla del contro break. Non la gioca bene l’azzurro, smorzata ok ma poi sbaglia la direzione del passante e Novak chiude di volo. 4 pari. Ha un reazione stizzita all’errore Sinner, non usuale per lui, ma sfrutta la rabbia per spingere ancor più in risposta e prendersi un altro break sul 30-40 con una pressione asfissiante. Jannik serve per il match sul 5-4, il diritto lo supporta (bellissimo un vincente lungo linea sul 15 pari) e chiude con un Ace al primo match point. Un match duro anche fisicamente, visti i molti scambi.

    Mario Cecchi
    Djokovic N. 🇷🇸 – Sinner J. 🇮🇹Exhibit Exhibition Six Kings Slam Djokovic N.274 Sinner J.66 (0)6 Vincitore: Jannik Sinner ServizioSvolgimentoSet 3Sinner J.4-5 → 4-6Djokovic N.4-4 → 4-5Sinner J.3-4 → 4-4Djokovic N.3-3 → 3-4Sinner J.3-2 → 3-3Djokovic N.ServizioSvolgimentoSet 2Djokovic N.Djokovic N.3-4 → 4-4Djokovic N.Sinner J.0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Djokovic N.2-5 → 2-6Djokovic N.Djokovic N.0-1 → 0-2 LEGGI TUTTO

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    ITIA torna sul caso Sinner: “Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto”

    International Tennis Integrity Agency

    Karen Moorhouse, CEO di ITIA, ha pubblicato una nota per rispondere alla forte attenzione mediatica generata dal “caso Clostebol” che ha visto protagonista Jannik Sinner. La decisione senza precedenti di WADA di ricorrere in appello al CAS di Losanna contro la sentenza di un tribunale indipendente – che ha scagionato totalmente l’azzurro nonostante le due positività dello scorso marzo – ha provocato un vero terremoto di reazioni, e anche una certa confusione sul ruolo dell’International Tennis Integrity Agency, organo indipendente nato del 2021 per volere congiunto di ATP, ITF, WTA e tornei del Grande Slam per promuovere, incoraggiare, migliorare e salvaguardare l’integrità dei loro eventi professionistici in tutto il mondo. Moorhouse nella sua nota sottolinea come non ci sia alcuna disparità di trattamento tra i vari giocatori: ogni caso è unico, quindi ha le sue peculiarità, ma è trattato con lo stesso rigore e applicazione delle regole. Riportiamo la parte iniziale della dichiarazione, quella che riguarda principalmente l’eco provocata dalla vicenda che ha coinvolto Sinner.
    “Il terzo trimestre del 2024 ha comprensibilmente suscitato molto interesse e commenti sui processi antidoping del tennis, in seguito alla pubblicazione della decisione di un tribunale indipendente di non colpevolezza o negligenza nel caso di Jannik Sinner” scrive Moorhouse sul sito ufficiale ITIA. “Il processo di gestione dei casi antidoping è complesso e comprendiamo che può essere difficile comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo. Per essere assolutamente chiari, il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue peculiari circostanze, dai fatti e dalla scienza”.
    “Nel caso di Sinner, comprendiamo che l’attenzione dell’appello è rivolta all’interpretazione e all’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente quando si determina quale, se presente, livello di colpa è applicabile al giocatore, piuttosto che all’indagine dell’ITIA sui fatti e sulla scienza. Detto questo, riconosciamo che è nostra responsabilità lavorare con i membri della famiglia del tennis per garantire che ci sia fiducia nel processo e invitiamo a dialogare con i giocatori, i loro rappresentanti e i media su questo”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Six Kings Slam “Inguardabile”. Infuriano le polemiche per le pessime riprese tv

    La ripresa tv del campo a Riyadh

    “Inguardabile”. “Ma hanno mai visto come si riprende il tennis in tv?”. “Non si vede la palla e non si capisce come si svolge il gioco”. “Riprendono il campo da uno dei grattacieli di Riyadh?”. Queste sono solo alcune – e tra le più garbate… – critiche mosse da appassionati ed addetti ai lavori all’organizzazione della ricchissima esibizione “Six Kings Slam” per quanto riguarda l’inquadratura del campo di gioco per l’emissione televisiva. La scelta di posizionare le cineprese del campo così in alto e con una prospettiva che schiaccia completamente la prospettiva di gioco ha penalizzato, quasi mortificato, la visione per gli spettatori tv.
    Ad amplificare la delusione generale del pubblico globale anche lo scarno spettacolo tecnico offerto dalle prime due partite disputate, con Sinner e Alcaraz che hanno dominato rispettivamente Medvedev e Rune, due partite senza storia e davvero poco attraenti. La prima giornata della tanto conclamata esibizione in Arabia Saudita non ha assolutamente rispettato le aspettative. Dure le parole del quotidiano AS di Madrid: in articolo si sottolinea  come quest’evento non sia altro che l’ennesimo tentativo di “sportwashing”, ossia usare il fascino e richiamo dello sport da parte di una persona, organizzazione o stato per migliorare la propria reputazione, senza una vera passione sportiva alle spalle.

    The Six Kings Promo > > > > >
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    Mark Petchey critica il Six Kings Slam: “Aiuta lo sport?”

    Nadal in un frame del promo dell’esibizione saudita

    Oltre i nomi dei sei grandi tennisti, c’è un enorme battage promozionale a sostenere la ricchissima esibizione di Riyhad “Six Kings Slam”, che oggi vede in campo tra gli altri Sinner e Alcaraz. Ma non mancano le voci critiche a quest’evento, in un periodo nel quale si parla insistentemente dell’eccesso di impegni per i giocatori, stagione troppo lunga, fisici stressati e quant’altro. L’ex pro britannico Mark Petchey, oggi stimato analista di Tennis Channel, sul social X pone alcuni interessanti interrogativi su quest’esibizione, e anche su come è stata presentata a livello visivo.
    “Cosa pensa la gente del fatto che l’esibizione Six Kings sia stata forzata in una settimana che finisce per distogliere l’attenzione dagli eventi più piccoli che sono alla disperata ricerca di spettatori e attenzione sui giornali? Diminuisce il valore dei 250? Aiuta lo sport? L’immagine poi sembra quella dei Sei Re del Deserto e dei contadini europei”, scrive Petchey.

    What’s everyone feeling about the Six Kings exhibition being crowbarred into a week that takes the focus off the smaller events that are desperate for eyeballs and column inches?
    Does it diminish the 250’s standings?
    Does it help the sport?
    The optics feel like the Six Kings…
    — Mark Petchey (@_markpetchey) October 16, 2024

    Moltissimi i commenti degli appassionati a questo post, che vanno dal “È solo marketing”, a “Nessun interesse per quest’evento”, a critiche ancor più severe, come quello di esser usata solo per scopi politici e farsi belli agli occhi del mondo, in modo da mascherare i gravi problemi di democrazia e sociali presenti nel paese. Più interessante l’idea di un appassionato che così argomenta: “Non dobbiamo essere contrari alle esibizioni ma al momento in cui vengono fatte. Come anche la Laver Cup, dovrebbe svolgersi o a fine anno o prima che inizi la stagione in Australia, allora avrebbe un senso”.
    Tireremo le somme a fine evento, ma certamente resta una novità che fa discutere.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Binaghi: “Sinner non meritava questo trattamento. È un esempio di massima correttezza”

    Angelo Binaghi, Presidente FITP

    Il presidente della FITP Angelo Binaghi è tornato sul “caso Clostebol”, difendendo a spada tratta Jannik Sinner e riflettendo sul trattamento immeritato ricevuto dal nostro campione, vero esempio di lealtà e correttezza. Così Binaghi ha parlato nel corso del programma “La Politica nel pallone” su Gr Parlamento: “Il ricorso della Wada al TAS? È un caso molto eclatante, è il giocatore più forte al mondo e si presta a valutazioni molto differenti rispetto ad un caso normale. Le motivazioni credo siano su aspetti psicologici. Noi abbiamo grande fiducia nel TAS, neanche la WADA pensa di riqualificare quello che è successo che è chiarissimo. Stiamo parlando di un campione che gioca i tornei anche da un punto di vista comportamentale e con correttezza estrema. Oramai l’appello della WADA è sulla corretta applicazione a questa storia, ricostruita bene dalle norme in essere, un incidente totalmente fortuito”.
    ”Credo che il peggio sia passato. Sinner è un esempio di massima correttezza, riuscire a tenere nascosto e non poter sfogare questa problematica per mesi, dove sei sottoposto ad uno stress gigantesco, credo sia stata un’impresa titanica. Ha poi subito la grande valanga mediatica il giorno dopo, quando la notizia è stata resa pubblica. Ora aspetteremo il giudizio del TAS però credo che la parte più acuta della tempesta sia passata felicemente ed egregiamente. Il ragazzo non meritava questo trattamento e questi mesi di grandi difficoltà che ha passato ma la strada ora è in discesa. In questi mesi la sua più grande preoccupazione era che la gente gli credesse. Queste cose credo siano nell’evidenza dei fatti e che l’opinione pubblica abbia capito che si tratta di un banalissimo incidente, sono fiducioso che gran parte della tempesta è passata. Oggi abbiamo un campione e domani avremo un campione ancora più forte e maturo. Quando si chiuderà la vicenda? Non credo si risolverà entro l’anno” conclude Binaghi
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO