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    F1, Alonso: “Sto dando tutto, ma non è abbastanza per essere al livello di Ocon”

    ROMA – Fernando Alonso non ha mai peccato di umiltà e all’età di quasi 40 anni, con due titoli mondiali conquistati, ha ancora molto da imparare. Lo conferma lui stesso, spendendo parole di stima verso il compagno di box in Alpine, Esteban Ocon: “Credo che sia un buon pilota e lo sta dimostrando – dichiara lo spagnolo -. E’ in uno stato di forma ottimale ed è perfettamente integrato col team. Lo scorso anno è riuscito ad andare sul podio in Bahrain, dimostrandosi molto consistente nella parte finale della stagione ed adesso sta disputando dei weekend perfetti. Quello che sta ottenendo adesso è impressionante. Io sto dando il 100%, ma ovviamente non è abbastanza per essere al suo livello in questo momento. Devo migliorare”.
    I paragoni di Alonso
    L’ex ferrarista ha ammesso di aver bisogno di un ulteriore periodo di ambientamento, come accaduto anche per altri colleghi in passato: “Quando Sainz è passato in Renault non era veloce come Hulkeneberg e nelle prime gare ha faticato. Poi è tornato ai suoi livelli, al suo secondo anno col team – rivela come riportato da motorsport.com -. Anche Esteban ha sofferto la passata stagione contro Daniel, ed adesso, al suo secondo anno, è al vertice. Sembra un team un po’ diverso dagli altri e serve un periodo di adattamento. Io cercherò di riuscirci nel più breve tempo possibile, ma non sono preoccupato. Ad Imola abbiamo tagliato il traguardo insieme e lo stesso è accaduto a Portimao”. LEGGI TUTTO

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    F1, Webber: “In Ferrari è sempre colpa dei piloti, mai della macchina”

    ROMA – Mark Webber non le manda a dire sui giudizi in casa Ferrari. L’ex pilota australiano affronta il capitolo legato alla scuderia di Maranello che rispetto allo scorso anno ha fatto grandi passi in avanti: “Essere alla Ferrari significa far parte di una squadra con un livello superiore di intensità. La F1 è dura, ma la Ferrari lo è ancora di più, perché qualsiasi pilota soffre l’ambiente difficile, perché la Rossa è una religione in Italia. Il pilota è sempre un bersaglio, se la squadra commette un errore, il capro espiatorio è sempre il pilota, perché la macchina non è mai il problema”, le sue parole in un’intervista rilasciata a Marca.
    Alonso come Valentino Rossi
    ”Questa è la mia domanda: Fernando oggi può superare il Fernando di 15 anni fa?”. Si interroga invece su Alonso, tornato in Formula 1 sulla monoposto Alpine dopo due anni di stop dal circus. Webber infatti non crede che lo spagnolo possa fare grandi cose considerata l’età. Quest’anno il nativo di Oviedo farà 40 anni: “È altrettanto bravo, ha più esperienza ma… è davvero ugualmente veloce e coraggioso? Questa è una domanda a cui solo lui può rispondere. Sono sempre positivo su di lui, ma i fatti sono diversi – rivela prima di scomodare un paragone di lusso -. Guardate Valentino Rossi. Sta soffrendo, è orribile, odio vederlo così, mi rifiuto di vederlo così. Sappiamo che può capovolgere le cose perché ci fidiamo di lui, ma il cronometro non mente mai, è la dannata realtà”. LEGGI TUTTO

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    F1, Webber: “Alonso, il cronometro non mente. Basta guardare Valentino Rossi”

    ROMA – ”Questa è la mia domanda: Fernando oggi può superare il Fernando di 15 anni fa?”. Comincia così l’analisi che Mark Webber fa di Alonso, tornato in Formula 1 sulla monoposto Alpine dopo due anni di stop dal circus. L’ex pilota australiano non crede che lo spagnolo possa fare grandi cose considerata l’età. Quest’anno il nativo di Oviedo farà 40 anni: “È altrettanto bravo, ha più esperienza ma… è davvero ugualmente veloce e coraggioso? Questa è una domanda a cui solo lui può rispondere. Sono sempre positivo su di lui, ma i fatti sono diversi – dichiara prima di scomodare un paragone di lusso -. Guardate Valentino Rossi. Sta soffrendo, è orribile, odio vederlo così, mi rifiuto di vederlo così. Sappiamo che può capovolgere le cose perché ci fidiamo di lui, ma il cronometro non mente mai, è la dannata realtà”.
    “Ferrari? Sempre colpa dei piloti”
    Webber, in un’intervista rilasciata a Marca, affronta il capitolo legato alla scuderia di Maranello che rispetto allo scorso anno ha fatto grandi passi in avanti: “Essere alla Ferrari significa far parte di una squadra con un livello superiore di intensità. La F1 è dura, ma la Ferrari lo è ancora di più, perché qualsiasi pilota soffre l’ambiente difficile, perché la Rossa è una religione in Italia. Il pilota è sempre un bersaglio, se la squadra commette un errore, il capro espiatorio è sempre il pilota, perché la macchina non è mai il problema”, conclude.  LEGGI TUTTO