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    Vero Volley Network, l’evento sulla riforma del lavoro sportivo e del vincolo

    Di Redazione
    Il Consorzio Vero Volley, con la rete nazionale delle società del Vero Volley Network, ha organizzato sabato 6 febbraio un appuntamento online per parlare delle possibili future riforme del vincolo e del lavoro sportivo: argomenti diversi, attualmente ancora oggetto di discussione sul tavolo politico e istituzionale, che, però, impatteranno in maniera importante sulle prospettive dello sport.
    L’evento, ad accesso gratuito, ha visto la partecipazione tra il pubblico di oltre 200 protagonisti del mondo del volley, tra cui diversi rappresentanti della Federazione Italiana Pallavolo, delle Leghe di serie A, con il presidente Massimo Righi per la maschile e il direttore generale Cristiano Zatta per la femminile e numerosi ospiti presenti tra i club delle massime serie nazionali, oltre a diversi procuratori, insieme ai tanti dirigenti e attori del movimento di base delle società per una platea che ha rappresentato il mondo della pallavolo in tutto il suo insieme e la sua bellezza.
    Dopo il saluto di Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley e per l’occasione “padrona di casa”, a vestire i panni dei relatori sono stati la dottoressa Giusi Cenedese, commercialista specializzata negli aspetti giuridici e fiscali nello sport, oltre che dirigente di società lei stessa, e l’avvocato Cristiano Novazio, con una competenza di settore nel diritto sportivo e professionista di riferimento in ambito legale sia per soggetti istituzionali che società sportive, nonché atleti.
    Nel corso dell’evento, che ha visto la mattinata di lavoro divisa in due parti (la prima dedicata alla riforma del lavoro sportivo e la seconda alla possibile cancellazione del vincolo legato ai tesseramenti), sono stati approfonditi molti aspetti delle possibili riforme facendo emergere diversi spunti interessanti e anche alcune necessità che dovranno essere tenute in considerazione prima di tutto.
    A cominciare dal bisogno dell’ascolto del mondo dello sport come parte attiva per quanto concerne le riforme e trasformazioni che lo devono riguardare, anche nel rispetto delle sue specificità, e di come sia da valorizzare in maniera sempre più evidente l’importanza dell’attività e della pratica portate avanti dalle società sportive e dai loro collaboratori anche sotto il profilo della rilevanza sociale e dell’investimento nella crescita dei più giovani.
    L’evento è stato un grande successo e si è chiuso con la promessa di tenere stretti i contatti tra tutti i partecipanti e di allargare i rapporti a quante più realtà sarà possibile coinvolgere, perché mai come nella pallavolo il motto “l’unione fa la forza” può diventare realtà e fare la differenza verso un futuro che è ancora da scrivere.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Alessandra Marzari al fianco di San Patrignano: “Lavoro e sport contro le droghe”

    Di Redazione
    L’uscita su Netflix di “SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano“, docuserie sulla discussa figura di Vincenzo Muccioli, ha riacceso i riflettori sull’esperienza della Comunità di San Patrignano, la comunità di recupero per tossicodipendenti attiva ormai dagli anni Settanta in Romagna. Sull’argomento è intervenuta anche Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, che ricopre la carica di Ambassador della ONG e fa parte del CdA della Fondazione, con un’intervista e un’inserzione pubblicate oggi dalla Gazzetta dello Sport.
    “Ho guardato con interesse la serie – ha detto Marzari – ma alla fine qualcosa non mi tornava, cioè il messaggio di cosa questa comunità in realtà ha fatto negli anni. Dal secondo processo a Muccioli sono passati quasi 25 anni, un tempo lunghissimo. E i numeri, come accade nello sport, non mentono. La comunità ha una percentuale altissima di ‘non ricadute’ nelle dipendenze: attorno al 72%, contro altre che non arrivano al 30%. Qualcosa vorrà dire“.
    La numero uno del Vero Volley ha poi ricordato la stretta collaborazione in atto da anni tra il Consorzio brianzolo e la Comunità: “Lavoro e sport sono punti saldi di questa idea, ma d’altra parte la fatica e il sacrificio sono elementi fondanti di ogni squadra sportiva. Prima dell’emergenza Covid avevamo portato oltre 700 dei ragazzi del Consorzio e molti studenti delle scuole medie di Monza a vedere lo spettacolo dei Ragazzi Permale, messo in piedi dai ragazzi della Comunità per raccontare ai soggetti sensibili quali erano stati i loro disagi, il loro malessere e le scappatoie che hanno cercato attraverso le droghe. Un incontro importante anche per far arrivare il messaggio alle famiglie, quelle dei nostri atleti“.
    “Siamo andati molte volte all’interno della Comunità – ha continuato Marzari – con la prima squadra e con i nostri allenatori. Prima accadeva tutte le settimane, perché è molto importante il messaggio da dare a chi sta dentro e sta lottando: che fuori c’è qualcuno che aspetta, qualcuno che crede in loro, c’è una speranza“.
    E in cantiere, ormai da tempo, c’è anche un’altra iniziativa: “Abbiamo commissionato ai Fabbri della Comunità una scultura in ferro che rappresenta i pallavolisti. La porteremo a Monza, sarà dedicata alla città. La cosa importante è che i ragazzi della Comunità, ancora una volta, verranno da noi per un altro momento di condivisione autentico. Al di là della solidarietà, delle esperienze condivise, c’è un’identità di vedute in questa partnership: fare bene le cose e puntare sulla rinascita umana“.
    (fonte: Gazzetta dello Sport) LEGGI TUTTO

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    Vero Volley in lutto. Scomparsa la mamma di Alessandra Marzari

    Di Redazione
    E’ con enorme dolore che tutto il Consorzio Vero Volley, con le sue squadre e i giocatori, tutti i dirigenti, collaboratori, tesserati e sostenitori si stringe intorno al proprio presidente, Alessandra Marzari, per la perdita della mamma, signora Giovanna.
    Sarà difficile non vederla più a bordo campo e all’Arena, dov’era di casa, per assistere alle gare delle prime squadre e alle attività di Vero Volley e in questo momento vogliamo soltanto far sentire la nostra vicinanza ad Alessandra, cui non possiamo che porgere le nostre più sincere condoglianze, certi che il cordoglio sarà condiviso da tutto il mondo della pallavolo.
    La redazione di Volley NEWS si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici ed è vicina al presidente del Consorzio Vero Volley, Alessandra Marzari. LEGGI TUTTO

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    Elezioni Fipav, Alessandra Marzari: “Da quando decidono i presidenti regionali?”

    Di Redazione
    La notizia divulgata dalla Fipav Umbria, secondo cui la consulta dei presidenti regionali si è schierata a favore della candidatura unica di Giuseppe Manfredi come nuovo presidente della Federazione Italiana Pallavolo, ha suscitato una certa perplessità nell’ambiente del volley italiano. L’investitura nei confronti dell’attuale vicepresidente federale appare infatti quantomeno irrituale, considerando anche che i numeri uno dei Comitati Regionali dovranno a loro volta essere rieletti prima dell’assemblea elettiva nazionale.
    Sul tema si è espressa Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley: “Sono rimasta stupita dalla notizia, lo Statuto Federale parla chiaro su chi voti il Presidente. Questa investitura presuppone forse che i presidenti regionali chiederanno le deleghe alle società a seconda delle loro decisioni? Triste vedere che la democrazia sia così messa da parte in un ambito sportivo in cui i valori sono così importanti, e proprio per questo penso che un altro candidato, pur con le difficoltà del caso, sarebbe utile“.
    “Come sarebbe utile – aggiunge la dirigente lombarda – poter votare con la smart card, risparmiando risorse e dando alle società la libertà di esprimersi direttamente con il voto digitale. Così si dovrebbe fare, se si volesse davvero dare una svolta in linea con i tempi”. LEGGI TUTTO

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    Alessandra Marzari all’inaugurazione del museo PART di Rimini

    Di Redazione
    Ha partecipato anche Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, alla cerimonia del taglio del nastro del museo PART – Palazzi d’Arte Rimini, tenutasi questa mattina alla presenza del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e della cofondatrice della Fondazione San Patrignano, Letizia Moratti.
    Il PART nasce dalla riqualificazione di due edifici storici della città romagnola, il Palazzo dell’Arengo e il Palazzo del Podestà, e ospiterà in modo permanente la raccolta di circa 70 opere d’arte contemporanea donate da artisti, collezionisti e galleristi alla Fondazione San Patrignano, legata alla Comunità che da anni è partner della società monzese e di cui Marzari è Ambasciatrice.
    In occasione dell’inaugurazione, il museo resterà aperto gratuitamente al pubblico fino a domenica 27 settembre e saranno organizzati speciali itinerari alla scoperta degli altri siti museali cittadini.
    (fonte: NewsRimini, RiminiToday) LEGGI TUTTO

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    Marzari: “Ora è tempo di agire, non si può più aspettare”

    Di Redazione
    È tempo di calendari, è tempo di ripresa: lo si dice da tempo e ieri la Lega Volley maschile lo ha anche ufficializzato con le date della prossima stagione.
    Ma, in verità, qual è il punto della situazione? Come sta il movimento dopo gli ultimi mesi a dir poco difficili e alla vigilia di settimane che non si annunciano da meno?
    La dottoressa Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, ha gli strumenti necessari per pensare al futuro e per tracciare un quadro della situazione in questo momento: “Possiamo iniziare da quello che c’è: sicuramente dal fatto che gli atleti hanno ripreso la loro attività, anche se, magari, non ancora in forma completa, come prescrivono i protocolli in vigore. Per quanto riguarda Vero Volley, fin da subito, come nel periodo del lockdown ci siamo mossi con il massimo rigore possibile, testando tutti gli atleti, lo staff e il personale della nostra struttura sia con prelievi sierologici che con tamponi. Inoltre, abbiamo insistito molto sull’informazione anche al nostro interno, richiamando pure tutti i giocatori a una responsabilità individuale che, comunque, già appartiene al loro stile di vita: i ragazzi e le ragazze sono ben consapevoli che si parla di salute e di lavoro e, quindi, sono i primi a voler essere attenti. Infine, non abbiamo mai abbassato la guardia dal punto di vista della vigilanza: tuttora monitoriamo qualunque possibile sintomo, misuriamo la temperatura quotidianamente e verifichiamo ogni possibile indicatore per tutte le persone coinvolte dall’attività delle squadre, oltre che mantenere l’accesso all’impianto chiuso e limitato anche per quanto riguarda le aree utilizzate”.
    Tutto bene, quindi?
    “Diciamo che con gruppi mediamente giovani e sani, come quelli degli atleti, i rischi possono essere ridotti, sia per quanto riguarda la possibilità di contrarre il virus che per la gravità della sua forma: questo non può fare calare la soglia di attenzione ma deve anche permetterci di iniziare a guardare al futuro in modo diverso”.
    Da ieri, anche con la stesura dei calendari da parte della Lega maschile, si può, quindi, parlare ufficialmente di ripresa?
    “Il tema principale di cui si dovrebbe parlare è di come si riprenderà, come si giocherà. E da questo punto di vista è necessario ricevere delle risposte e delle indicazioni chiare e precise. Personalmente sono convinta che in prossimità delle gare potrebbe essere corretto, se continuassero ad essere confermati i numeri di positivi che attualmente si registrano sul territorio nazionale (nel pronto soccorso dell’ospedale dove lavoro, il Niguarda di Milano, per esempio, sugli ultimi 2000 accessi sono stati solo 4 i casi di Covid-19 di cui soltanto uno è stato ricoverato in Malattie Infettive), eseguire il tampone a tutti i soggetti coinvolti direttamente dalle partite senza applicare indiscriminatamente un protocollo come quello studiato per il calcio, che è stato sviluppato per un’altra disciplina e nel pieno dell’emergenza. Questo per garantire a tutti la stessa forma di sicurezza anche nel caso di modalità quotidiane di gestione che possono essere diverse tra loro. Allo stesso modo se come tutti ci auguriamo la situazione in Italia non dovesse peggiorare, non vedo motivi validi per mantenere chiuse le arene e giocare senza pubblico…”.
    In che senso? Che soluzione si può proporre da questo punto di vista?
    “Prima di tutto bisogna fare una campagna seria ed efficace di comunicazione, continuando a trasmettere le corrette informazioni ai fans. Bisogna trasmettere la consapevolezza che, come già dicono le norme in questo momento, se si presenta qualche sintomo bisogna restare a casa ed essere controllati. E’ necessario, poi, sviluppare un protocollo adeguato per l’accesso alle arene. Gli impianti devono sempre essere puliti in maniera approfondita e sanificati, con il gel per la disinfezione delle mani a disposizione in più punti, ma tutti i palazzetti dovrebbero anche essere dotati di scanner per la misurazione della temperatura di tutti i presenti e, per quanto riguarda gli spalti, si dovrebbero studiare soluzioni per far sedere gli spettatori distanziati tra di loro, magari, con un terzo della capienza negli impianti. Poi, dovrebbe essere necessario l’accesso con la mascherina, con l’invito di limitare cori, urla e canti e l’uscita dagli impianti regolamentata per evitare assembramenti. Credo che già con queste poche regole, da applicare subito, per il primo mese di gare, sarebbe possibile avere gli spettatori alle partite. Come presidente di società, io, che sono una che si assume le proprie responsabilità, farei la mia parte”.
    Quello delle responsabilità sembra, infatti, essere uno dei temi principali della questione: “La vera questione, in questo momento, è appunto che bisogna essere capaci di assumersi delle responsabilità. Vanno bene gli scenari, le proiezioni e quant’altro, ma con poche centinaia di casi in Italia, le scuole che giustamente devono riaprire, la situazione che vediamo tutti i giorni sulle spiagge, negli esercizi pubblici, nelle città, sui mezzi di trasporto e via dicendo, le istituzioni, le leghe stesse e la Federazione, che alla fine sono gli organi di governo chiamati a decidere, devono prendere delle decisioni, comunicarle con puntualità e assumersene la responsabilità. Solo così si può pensare davvero di ripartire”.
    Non è un tema che tocca solo lo sport di alto livello e le sue prime squadre, giusto?
    “Assolutamente: stiamo parlando anche delle migliaia di praticanti che fanno sport a livello giovanile e pure amatoriale. Dare indicazioni, pensare a come riprendere con le prime squadre è affrontare una riflessione che serve allo sport a tutti i suoi livelli, altrimenti tanto vale dire che nell’incapacità di decidere e prendere una posizione si può fermare tutto, ma questo, poi, deve valere anche per le nazionali… e non voglio nemmeno pensare a uno scenario del genere e alle sue conseguenze”.
    In conclusione, cosa serve in questo momento?
    “Chiarezza e decisioni, prima di tutto. Serve un protocollo serio per una “safe arena” che ci dica con quali norme possiamo far riprendere l’attività a pieno regime e come fare per permettere l’accesso del pubblico. Servono indicazioni che, in linea con la situazione attuale, permettano agli atleti e alle società di prepararsi e ricominciare a svolgere la propria attività in maniera tale da poter essere completa. E se questi temi non sono ancora stati affrontati, se le soluzioni non sono state preparate, è necessario che venga fatto subito tenendo in considerazione tutte le possibilità e le variabili. Serve che chi ha il ruolo per farlo ed è chiamato a farlo si assuma la responsabilità di scegliere la strada da seguire. Ora è tempo di agire, non si può più aspettare”. LEGGI TUTTO