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    Alla scoperta di Anna Kotikova: “Scandicci? Lavorerò duramente per ritagliarmi il mio spazio”

    ” Non piangere perché è finito, sorridi perché è successo”. Questa celebre frase di Gabriel Garcia Marquez racchiude in sé l’approccio giusto per inquadrare la fine dell’esperienza di Anna Kotikova al Volero Le Cannet. Un costante dare e avere tra le parti, che hanno regalato ai tifosi del club francese ineguagliabili emozioni e tanti momenti da incastonare nelle cornici dei propri ricordi. La 24enne schiacciatrice russa è stata, senza troppi dubbi, tra le note più liete delle ultime due stagioni delle biancoviola che, al contempo, le hanno permesso di portare avanti un percorso di crescita che – come raccontato dalla diretta interessata in esclusiva ai nostri microfoni – è stato il viatico per alzare il proprio rendimento e convincere la Savino Del Bene Scandicci a puntare su di lei.

    Anna, riavvolgiamo il nastro e partiamo dai tuoi esordi. Quali sono i primi ricordi relativi alla pallavolo?

    “La pallavolo è entrata a far parte della mia vita abbastanza presto, visto che ho iniziato a giocare quando avevo 7 anni. In alcune città russe, gli allenatori sono soliti girare nelle scuole e invitare i bambini a fare sport. E dal momento che io e mia sorella eravamo più alte rispetto alle nostre coetanee, siamo state invitate a un allenamento di pallavolo. Sono sempre stata una ragazza piuttosto attiva, e quindi questo sport ha fatto subito breccia nel mio cuore. In particolare, mi piaceva il fatto che era uno sport di squadra. Nella mia mente sono ancora impressi i ricordi delle prime trasferte e dei tornei a cui ho preso parte quando ero piccola. Inoltre, la pallavolo mi ha dato l’opportunità di entrare in contatto con altre ragazze della mia età e fare nuove amicizie. Imparare a vincere come una squadra, sfruttare i propri punti di forza e nascondere i punti deboli: una dinamica che ho trovato sempre molto affascinante e che ancora oggi rende questo sport il più interessante dal mio punto di vista“.

    Com’è stato il tuo percorso pallavolistico prima di arrivare al Volero Le Cannet?

    “La mia carriera da professionista è iniziata alla Dinamo Kazan: ho giocato per un po’ nelle giovanili, prima di ricevere la chiamata dalla prima squadra. A Kazan ho avuto l’opportunità di acquisire tanta esperienza lavorando insieme a buoni allenatori e a giocatrici di alto livello. Ho imparato molte cose, ma un conto è mostrare le proprie qualità in allenamento e un altro è farlo in partita. In quel momento della mia carriera avevo bisogno di giocare, e così ho deciso di cambiare squadra e trasferirmi alla Dinamo Krasnodar. Sono rimasta lì per una stagione e sono molto grata a questo club per avermi dato la possibilità di mettermi alla prova“.

    foto CEV

    Poi cosa ti ha spinto ad andare a giocare all’estero?

    “Quando ho ricevuto l’offerta del Volero Le Cannet, mi sono presa un po’ di tempo per pensarci e ho capito che era una proposta interessante. Il mio obiettivo era quello di lavorare con allenatori e giocatori stranieri, testando me stessa in un altro campionato. E ovviamente la possibilità di partecipare alle coppe europee, dove giocano le migliori giocatrici al mondo, era un bonus molto invitante“.

    La tua esperienza al Volero Le Cannet è terminata da poco. Come descriveresti le due stagioni che hai vissuto in Francia? Qual è stato il momento più bello?

    “Sono stati molto proficui i due anni che ho vissuto al Volero. È un club che può vantare una lunga storia e che ha il dovere di vincere. Lì ho sempre avvertito una grande fiducia nei miei confronti, e questo è importante per una giocatrice perché la motiva ancora di più. Ovviamente il momento più bello è legato alla vittoria del campionato 2022-2023. Ricorderò quella stagione straordinaria per tanto tempo“.

    Invece come valuti l’ultima annata? C’è qualcosa che avreste potuto fare meglio?

    “La stagione 2023-2024 non è stata positiva come quella prima. Certamente poteva andare meglio, considerando che il nostro obiettivo era il primo posto. Tuttavia, sono orgogliosa della mia squadra perché tutti i componenti hanno mostrato voglia di lavorare e vincere, e hanno fatto del proprio meglio. Sfortunatamente, c’è sempre un vincitore e uno sconfitto. E questa volta abbiamo perso“.

    Quali sono le cose più importanti che hai imparato giocando in Francia?

    “Ovviamente l’esperienza accumulata giocando per ottenere risultati importanti è stata la parte migliore di questa parentesi. Nel campionato francese ho trovato buone difese e molte giocatrici che amano una pallavolo veloce. Invece, quando giocavo in Russia, veniva data più enfasi alle palle alte e alla forza dei colpi. Dunque, la mia avventura in Francia è stata interessante proprio perché mi ha dato la possibilità di imparare nuove cose. Ora sono pronta a passare allo step successivo“.

    Solitamente sei un punto di riferimento in attacco per le tue squadre ed è chiaro che questo mette a dura prova il tuo fisico. Com’è il processo di recupero una volta iniziata l’off-season?

    “Il recupero è una parte estremamente importante nella vita di una giocatrice professionista. Non solo in estate, ma anche durante la stagione, quando è importante recuperare completamente tra una partita e l’altra in modo che la stanchezza non si trasformi in infortuni. Adesso invece è il momento per riposarsi un po’ e fare una buona preparazione fisica affinché il corpo sia pronto ad affrontare la nuova stagione“.

    foto CEV

    Il prossimo step della tua carriera sarà in Italia. Come hai capito che la Savino Del Bene Scandicci è il club giusto per te in questo momento?

    “Secondo molti, la Serie A1 italiana è attualmente il miglior campionato al mondo. La trovo una lega interessante con un livello altissimo di pallavolo. Naturalmente, questa è una grande opportunità per crescere. La Savino Del Bene Scandicci è un club con obiettivi importanti, giocatrici e allenatori di alto livello. Sono davvero felice di avere la possibilità di giocare lì. E farò del mio meglio per ottenere i massimi risultati“.

    Con quale mentalità ti presenti in un club così importante? Punti al posto da titolare?

    “Sono consapevole che a Scandicci non sarà facile ottenere un posto in campo. Ma certamente sono pronta a lavorare per riuscirci“.

    Hai vinto la medaglia d’oro al Campionato Europeo U19 nel 2016 e quella d’argento al Campionato del Mondo U20 nel 2017. Ti manca giocare i tornei internazionali? A tuo parere, la nuova generazione russa avrebbe potuto raggiungere grandi traguardi?

    “Certo, mi mancano le competizioni internazionali. È sempre un grande onore per un atleta rappresentare il proprio paese d’origine. In questo momento ci sono un sacco di giovani talentuose in Russia e sono sicura che potrebbero ottenere ottimi risultati. È un peccato che non ci venga data questa opportunità. Però, la federazione russa sta cercando di fare tutto il possibile per sostenere la crescita dei propri giocatori. In uno scenario del genere, nuove competizioni e partite amichevoli sono di grande aiuto“.

    Foto CEV

    Quali sono i tuoi prossimi obiettivi come pallavolista?

    “Il mio obiettivo è di giocare nei migliori club del mondo e dare un contributo importante alle vittorie. Ogni stagione, passo dopo passo, cerco di migliorare il mio livello di gioco: la pallavolo è in continua evoluzione e penso di avere ancora tanto lavoro da fare“.

    Un’ultima curiosità. Chi è Anna Kotikova fuori dal campo? Quali sono i suoi hobby preferiti?

    “Prima di tutto, vorrei dire che la pallavolo mi accompagna anche quando non sono in palestra: mi piace sia giocare sia guardare le partite, e mi capita spesso di seguire gli altri campionati. Durante la stagione si lavora tanto, e perciò preferisco un riposo passivo: guardo molti film e leggo libri. Invece, quando sono in vacanza la cosa più importante per me è la compagnia. Mi piace trascorrere il mio tempo con amici e familiari perché è difficile farlo durante la stagione sportiva“.

    Intervista di Alessandro Garotta LEGGI TUTTO

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    Dopo nove anni Scandicci saluta Enrica Merlo: “Le sue gesta rimarranno indimenticabili”

    ““Vola solo chi osa farlo” e per nove anni abbiamo volato con lei, grazie alle sue difese in tuffo, grazie alle sue ricezioni acrobatiche. Per nove anni è stata molto più di una giocatrice, perché Enrica Merlo per la Savino Del Bene Volley è stata capitana, simbolo e bandiera”.

    Con queste parole la Savino del Bene Scandicci saluta la sua bandiera, Enrica Merlo. Arrivata a Scandicci nella stagione 2015-2016 Enrica ha accompagnato la nostra società nella crescita di questi anni, conquistando con la Savino Del Bene Volley la vittoria della Challenge Cup e della CEV Cup.

    Veneta, nativa di Este, Enrica in questi anni è diventata fiorentina d’adozione, legando indissolubilmente la sua carriera ai colori della Savino Del Bene Volley, con la cui maglia ha raccolto 230 presenze totali, scendendo in campo in sfide di Serie A1, Coppa Italia, Supercoppa italiana, CEV Cup e Champions League.

    “Dopo nove stagioni è arrivato il momento di salutarsi, ma le gesta di Enrica Merlo in maglia Savino Del Bene Volley rimarranno indimenticabili, per questo la nostra società vuole ringraziare Enrica e augurarle le migliori soddisfazioni umane e sportive”.

    Nei giorni scorsi anche il libero aveva salutato e ringraziato società e compagne di squadra, con un post scocial:

    “GRAZIE alla SQUADRA…grazie alle mie “compagne di vita” di questa annata vissuta poco (ahimè) da capitano e da atleta nella quotidianità al vostro fianco…ed è proprio per questo che voglio dirvi ancora GRAZIE ma di CUORE perché anche da lontano o da bordo campo siete state la mia motivazione più grande”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Fabris a tutto campo: il bilancio di fine stagione su campionati, coppe, nazionale, Tv

    In occasione dell’ultima puntata di Starting Six, la web series sulla pallavolo italiana creata dalla FIPAV e dalle Leghe di Serie A in collaborazione con il Corriere dello Sport e Tuttosport, il presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris ha risposto ad alcune domande poste dal giornalista Pasquale Di Santillo. L’intervista spazia dal trionfale finale di questa stagione fino al passato e il futuro del movimento femminile e l’estate della Nazionale.

    “Come descrivere questa stagione? Sicuramente – comincia Fabris – non con l’aggettivo irripetibile, altrimenti potremmo chiudere anche qui (ride ndr.). Il nostro obiettivo è continuare questa crescita vertiginosa: non ci aspettavamo di poter vivere una stagione come questa, sia a livello nazionale che in campo internazionale. Abbiamo registrato un seguito crescente in tutte le fasi del campionato, in Coppa Italia, durante i Playoff ma anche in Serie A2. Di straordinario c’è stato sicuramente il triplete europeo, che però non è una novità. È interessante vedere come abbiamo avuto diverse squadre arrivate fino in fondo alle competizioni oltre Conegliano, da Scandicci nei Playoff Scudetto fino a Milano in Coppa Italia e in Champions League per arrivare poi a Chieri, assoluta protagonista in CEV Cup e qualificata in Final Four di Coppa Italia, e a Novara, andata a vincere la terza competizione europea”.

    foto Vero Volley

    Il Presidente Fabris prosegue: “Abbiamo registrato oltre tre milioni di ascolti solo per i Playoff: merito dell’ampia diffusione che abbiamo raggiunto, da DAZN per la Champions League fino a Sky e Rai per il campionato. I numeri sono impressionanti, non solo in tv ma anche nei palazzetti c’è stata una crescita. Scontiamo alcuni limiti come la carenza e l’età dei nostri impianti, ma siamo felici di aver recuperato qualcosa, come il PalaTiziano a Roma, che ha riportato nel cuore della Capitale la pallavolo di vertice. Questo ha avuto anche un effetto immediato a livello più ampio: Roma è Roma, ciò che succede nella Capitale ha sicuramente una risonanza maggiore e ha contribuito ad avere il Ministro dello Sport Andrea Abodi presente ad Antalya per la Super Final di CEV Champions League, ma penso anche all’incontro con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di un mese fa. Sono tutti segnali che fanno capire la risonanza che abbiamo come movimento. Lo stesso Julio Velasco, nella cena di gala organizzata ad Antalya, mi ha riportato di aver riscontrato tanta attenzione e capacità di mobilitare da parte del movimento femminile. Ha raccontato per esempio come in Argentina sia proprio la pallavolo delle donne ad essere più in crescita, una tendenza colta anche dalla FIVB qualche anno fa, che oltre al beach volley vedeva proprio il nostro sport come leva per una diffusione maggiore della pallavolo a livello internazionale“.

    Foto LVF

    “Ci sono molti margini di ulteriore miglioramento, a partire dalla qualità del prodotto televisivo – ha commentato Fabris in merito al futuro del movimento – Un tema è quello della pulizia dei campi, con gli sticker sulla superficie di gioco che non rendono facile la ripresa televisiva. Un altro esempio è quello del PalaTiziano, le cui luci non permettono una visione da casa ideale, ma non si riesce a intervenire sull’impianto luci poiché è un palazzetto sottoposto a vincolo. Un altro discorso è quello della spettacolarizzazione, per cui abbiamo ricevuto diversi complimenti sia dalla nostra Federazione che da quelle internazionali: noi curiamo particolarmente gli eventi grazie anche al nostro partner Master Group Sport, i giochi di luci e il mapping laser visti ad Antalya li avevamo già sperimentati diversi anni fa. Magari non abbiamo gli stessi ricavi economici dagli eventi che ha la Lega maschile, ma noi investiamo molto sulla qualità e un certo tipo di spettacolarizzazione. L’abbiamo fatto come parte di un processo per qualificare la pallavolo femminile, processo in cui ha avuto un peso anche il campo rosa: serviva riconoscibilità d’immagine per un movimento che partiva più indietro. C’è ancora molto da fare, l’obiettivo per me è un campo monocromatico libero dagli sticker, con particolare attenzione anche alle divise delle nostre atlete“.

    foto CEV

    L’intervista prosegue con un passaggio sulla squadra Campione d’Italia e d’Europa: “Conegliano? Ricordo quando vennero da me i presidenti Garbellotto e Maschio in cerca di un titolo per cominciare una nuova avventura dopo il fallimento della società precedente. Partivano da un tessuto dove la passione c’era, hanno saputo coniugare la realtà di un territorio fatto di legami con le imprese locali, trasformandolo nella forza che ha consentito e consente loro di spendere quanto spendono sul mercato: solo una minima parte del budget viene coperta dalla Società, tutto il resto è merito dei loro numerosi sponsor. Conegliano però è stato anche ben guidato dal punto di vista tecnico e sportivo: i soldi non sono tutto come sempre, bisogna saperli investire e saperli spendere. Hanno saputo coniugare un modello imprenditoriale che funziona a livello locale, un’impresa diffusa che rende il territorio parte di un sistema, che nella nostra pallavolo ha già avuto ottimi risultati come abbiamo visto storicamente in Piemonte e quest’anno in Friuli Venezia Giulia con la promozione in Serie A1 di Talmassons. Grazie a questo modello hanno fatto uscire la pallavolo dalla sua autoreferenzialità, un tema su cui ho sempre battuto: nel mio mandato ho provato a mettere dentro un approccio diverso, in cui l’obiettivo fosse fare investimenti con una visione da impresa, proiettata ad avere un riscontro ed uscendo da quel mecenatismo in cui l’azienda del territorio metteva soldi senza avere ritorni di immagine e di credibilità sociale, localmente ma non solo. Questo spiega il successo di Conegliano, ma è quello che già altri territori stanno adottando e la nostra crescita è testimoniata dal continuo turnover nei nostri campionati. A tal proposito, un tema che andrà affrontato in futuro con molta attenzione è quello della cessione e acquisizione dei titoli: io continuo a essere fermamente contrario, si vince o si perde sul campo”.

    Foto Rubin/LVF

    Infine, una chiosa sulla Nazionale azzurra e coach Julio Velasco: “La Nazionale? Tutto il movimento di vertice sta in piedi perché ci sono i club, che danno tranquillità professionale ed economica alle atlete. Spesso discutiamo con la FIPAV, la CEV e la FIVB di tempi che servono ai club per recuperare gli investimenti fatti: questo non dobbiamo dimenticarlo, continuo a ritenere che 6 mesi per i club e 6 mesi per le competizioni internazionali siano penalizzanti, poiché questi ultimi vengono resi possibili grazie agli sforzi economici delle singole Società. La mia proposta è quella di consentire alle atlete non impegnate in Nazionale di giocare in competizioni nazionali, in modo che non ci sia uno stop definitivo. La Serie A garantisce tutto questo, nel nostro caso garantisce anche che la maggior parte delle nostre atlete giochi in Italia, una spinta non da poco a valorizzare i nostri patrimoni interni. Sono molto fiducioso su Parigi e su Velasco, credo serva una personalità forte che non venga messa in discussione da nessuno. Se fallisce lui, vuol dire che nessun altro può fare meglio”.  

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Robin De Kruijf ai saluti: “Sarete per sempre la mia famiglia”

    Proseguono i saluti in casa Imoco Volley: dopo Robinson Cook, è la volta di Robin De Kruijf, che, a 33 anni appena compiuti, si ritira dalla pallavolo.

    “Ormai non è più un segreto: ho giocato la mia ultima partita e la mia carriera termina qui – si legge nel lungo post Instagram pubblicato dalla centrale olandese – . Dopo 16 anni da giocatrice professionista è arrivato il momento di un’avventura diversa, che mi rende molto carica ma anche un po’ nervosa considerato che la pallavolo ha rappresentato la mia vita“.

    Poi il ringraziamento alla società: “Voglio ringraziare la società che ha costruito qualcosa di magico, lo staff che ha compreso i miei momenti di pazzia, i tifosi che hanno viaggiato per tutto il mondo per dimostrarci il loro affetto e sostegno ma soprattutto le donne stupende che ho conosciuto e che hanno fatto parte di questo percorso. Tutti voi avrete un posto speciale nel mio cuore e sono convinta di avere costruito amicizie che resteranno per la vita”.

    Per concludere, una dedica speciale al gruppo che ha portato a termine la stagione perfetta, con 4 trofei in altrettante competizioni: “Voglio ringraziare in particolare il gruppo Imoco 2024, molto è già stato detto e sapete cosa provo e quanto vi amo, ma voglio ringraziarvi un’altra volta per questa splendida stagione, l’ultima. Non avrei mai immaginato di chiudere la mia carriera in questo modo, sì con il grande slam ma soprattutto così apprezzata e benvoluta da tutte voi. Siete delle persone stupende, vi chiamerò per sempre famiglia”.

    (fonte: Instagram Robin De Kruijf) LEGGI TUTTO

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    Gianni Caprara si presenta a Busto: “Voglio contribuire a creare qualcosa di importante”

    Si è tenuta giovedì 9 maggio a Casa UYBA la prima conferenza stampa del nuovo allenatore della UYBA Volley Busto Arsizio, Gianni Caprara. A fianco del nuovo coach il ds Carmelo Borruto e il presidente Giuseppe Pirola che ha aperto la conferenza stampa esprimendo gioia e riconoscenza nel confronti dei nuovo tecnico: “Già nelle stagioni precedenti avevamo il desiderio di avere un coach di alto livello, quando mi hanno proposto Caprara pensavo ad uno scherzo. Settimana scorsa quando ci siamo incontrati ho capito che può iniziare davvero qualcosa di bello. Faccio i miei complimenti alla dirigenza che ha appoggiato incondizionatamente l’indirizzo dell’allenatore”.

    A Busto Arsizio Caprara ritrova, nelle vesti di Direttore Sportivo, Carmelo Borruto, che è stato suo assistente a Reggio, Spezzano e nella nazionale russa: “La scelta è ricaduta su Caprara perché è allenatore di primissimo livello e Busto merita un progetto di alto livello. Il suo è stato il primo nome che mi è venuto in mente”.

    Per lui un contratto biennale. “La mia idea è di lavorare bene e tirare su la squadra – le parole del coach – . Un ciclo lungo come quello di Carlo Parisi? Io non so se loro riusciranno a resistere con me per 10 anni! Piedi per terra, lavoriamo e poi si vedrà. L’idea è di aprire qualcosa di importante, poi che sia con me o senza non importa. Se avrò dato il mio contributo, andrà comunque bene“.

    Gianni Caprara vanta un palmares da “top coach”: uno scudetto e la Coppa Italia a Reggio Calabria, scudetto e Champions League a Bergamo. Nel 2005 è stato il tecnico della Nazionale Russa, vincendo il Mondiale nel 2006, un trionfo a cui hanno fatto seguito le esperienze a Perugia, Piacenza, Novara e Villa Cortese. Insomma, una bacheca importante per una società con una storia importante…

    “E’ un grandissimo privilegio e gioia venire a Busto – le prime parole di Gianni Caprara – . Sono profondamente innamorato di questo palazzetto e dei suoi colori, per non parlare dell’atmosfera che qui si respira. In 25 anni di carriera, il trofeo che ricordo con più emozione non l’ho vinto io, ma è lo scudetto che Busto vinse nel 2012, dopo una cavalcata incredibile realizzata da una squadra di giocatrici che non avevano mai vinto nulla. Oltretutto mi ha chiamato Carmelo, che come detto conosco da anni. Io e lui parliamo la stessa lingua pallavolistica: il nostro desiderio comune è il bene della squadra”.

    A convincerlo ad abbracciare la causa Uyba, rivela il tecnico, è stato proprio il progetto: “La costruzione della squadra è una sfida che cerco da anni: costruire qualcosa con giocatrici che hanno grande potenziale, non ancora sviluppato al 100%. Il mio sogno è arrivare prima o poi a fare qualcosa di straordinario in questo palazzetto. L’organico, come detto, soddisfa in pieno le mie attuali richieste: sono tutte ragazze con potenziale, non ancora sviluppato. Abbiamo giocatrici in gamba ma inesperte per un campionato di A1. Ma questo non vuol dire nulla. E’ ancora presto per parlare di obiettivi: noi lavoreremo al massimo per dare massima soddisfazione a tutti dalle ragazze ai tifosi, allo staff. Voglio che le ragazze siano soddisfatte”.

    Parola chiave della nuova stagione sarà “costanza”: “Dovremo avere la costanza di metter tasselli quotidiani, per una crescita piccola ma costante. Alle giocatrici chiederò ogni giorno di venire in palestra per fare qualcosa meglio del giorno prima con l’intento di migliorarci. Questo vale per le giocatrici così come per ogni elemento dello staff, ognuno secondo il proprio ruolo. Dovremo essere una squadra super agonista, che mette il cuore in ogni cosa, ma su questo non ho molti dubbi. Al momento ho visto un solo allenamento e il primo impatto, come mi aspettavo, è di grande entusiasmo. Qui non abbiamo niente da invidiare alle più grandi squadre del mondo. E’ fortemente motivante poter entrare in una casa del genere”.

    di Martina Zacchia LEGGI TUTTO

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    Egonu top scorer, Aleksic insuperabile, Antropova da record e Castillo pigliatutto

    È terminata con un turbinio di emozioni e il Grande Slam della Prosecco Doc Imoco Conegliano la stagione dei club di Serie A1 Tigotà. Un’annata che, in termini statistici, ha confermato il dominio di alcune delle stelle del massimo campionato italiano ma che ha anche fatto scoprire diversi nuovi talenti già pronti a prendersi la scena.

    In Regular Season, lo scettro di top scorer è ricaduto nelle salde mani di Paola Egonu, tornata dalla Turchia grazie all’Allianz Vero Volley Milano: 545 i punti dell’opposta azzurra, MVP of the Month del mese di dicembre. Dietro di lei, la sua principale avversaria per la titolarità nella lunga estate delle Nazionali, Ekaterina Antropova, con 498 punti a referto e in grado, in Semifinale Playoff, di eliminare insieme alle compagne della Savino Del Bene Scandicci proprio la formazione meneghina dalla corsa al tricolore. A chiudere il podio, una delle più belle sorprese della stagione, l’opposta dell’Aeroitalia SMI Roma Erblira Bici, 491 punti e un premio di MOTM a febbraio. Menzione speciale per l’MVP della Finale Scudetto, Isabelle Haak: sebbene sia terminata sesta nella classifica delle marcatrici (439 punti), in Regular Season l’opposta svedese della Prosecco Doc Imoco Conegliano ha mantenuto una percentuale di attacchi vincenti spaventosa del 51,58%, che sale addirittura al 53,53% considerando anche i Playoff. 

    foto Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia

    Tre “sorprese”, se così possono definirsi, in cima alla classifica delle migliori muratrici del campionato. In cima alla graduatoria, con 89 muri, la centrale della Megabox Ond. Savio Vallefoglia Maja Aleksic, devastante nel fondamentale in stagione con l’exploit tra la seconda e la quarta giornata di ritorno, con 26 blocks vincenti in tre partite. Alle sue spalle, con 82 muri, la nuova bisontina ed ex Volley Bergamo 1991 Bozana Butigan, in continua ascesa negli ultimi anni, mentre staccata di dodici lunghezze, a quota 70, si prende la medaglia di bronzo la francese della Honda Olivero S.Bernardo Cuneo Amandha Sylves, che nonostante la retrocessione ha saputo distinguersi a rete. 

    foto LVF

    Semplicemente senza rivali al servizio, non solo in questa annata ma addirittura dalla stagione 2000-01, cioè da quando vengono raccolte le statistiche di Lega, Ekaterina Antropova: 60 ace per l’opposta classe 2003, che ha frantumato il record precedente di Micha Hancock, con 52 ace nella stagione 2020-21. A sottolineare l’efficacia del suo attacco dai nove metri, la distanza con le inseguitrici: ben venti servizi vincenti in più della seconda in classifica, Paola Egonu con 40, e ventisei in più della terza, Marina Lubian della Prosecco Doc Imoco Conegliano con 34. 

    foto LVF

    Ampia anche la distanza tra la regina delle ricezioni (secondo la statistica della percentuale di palloni perfetti consegnati all’alzatore) e le sue contendenti. Prima in classifica una sontuosa Brenda Castillo, pilastro dell’Allianz Vero Volley Milano, che ha chiuso con il 48,78% di percentuale di perfette e un MOTM a novembre: praticamente un pallone ogni due ricevuti. Staccata al secondo posto, la sempreverde Monica De Gennaro della Prosecco Doc Imoco Conegliano, anche lei con un MVP del mese a gennaio: 43,88%. Non un libero al terzo posto, ma una delle migliori schiacciatrici del campionato, all’ultima stagione con la maglia delle pantere prima del ritorno in America: Kelsey Robinson-Cook, con il 41,3%. 

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Plummer passa all’Eczacibasi, “ma l’Imoco resterà la mia seconda famiglia”

    Nelle ultime stagioni, sempre vincenti, le donne copertina di Conegliano sono state prima Egonu e ora Haak, ma ci sono e ci sono state tante altre giocatrici che sui tanti trofei messi in bacheca hanno posto la propria firma con inchiostro indelebile. Tra queste senza dubbio c’è Kahtryn Plummer.

    L’ultimo tocco di penna dell’americana ad Antalya è valso la seconda Champions League per l’Imoco, vergato con 6 punti nel tie-break decisivo. Ora per lei è tempo di nuove sfide. Ad attenderla ci sarà ancora la Turchia dove vestirà la maglia dell’Eczacibasi, ma prima un doveroso, sentito, ultimo saluto.

    “Mi dispiace molto lasciare la mia seconda famiglia, quella dell’Imoco – racconta Plummer al collega Pietro Nalesso sulle colonne della Tribuna di Treviso – Tutte le persone che ho conosciuto qui, dalle mie compagne allo staff passando per i tifosi, mi sono entrate nel cuore”.

    foto Imoco Volley

    “Cosa porterò di più nel cuore di quest’ultima stagione? I trofei, in particolare lo scudetto. Contro Scandicci è stata una grande battaglia in tutte e quattro le gare, mentre la partita che ricordo con più piacere è la vittoria contro l’Eczacibasi: eravamo sotto 2-0 in casa, abbiamo dimostrato di poter sopravvivere ad una situazione estrema e di poter rimontare. Da lì in poi c’è stata una svolta, abbiamo assunto consapevolezza, sapevamo che non ci avrebbe battuto nessuno“.

    “Il segreto di Conegliano? Qui le ragazze vivono come una famiglia, passiamo così tanto tempo insieme in campo e fuori che in partita non abbiamo nemmeno bisogno di parlarci, si crea naturalmente una chimica perfetta. Io personalmente, poi, ho amato la vita lenta che conducono le persone qui, vedere le stesse persone dentro e fuori dal Palaverde e potermi muovere serenamente in auto per andare agli allenamenti. È una di quelle comodità che rende unica la vita di una giocatrice qui. Sarò curiosa anche io di vedere che giocatrice sarò fuori da Conegliano d’ora in poi”.

    Foto Griffoni/LVF

    Ad attenderla ora un’importante estate in nazionale, poi a settembre il matrimonio con il fidanzato Michael nel sud della sua California con l’amica del cuore, Kelsey Robinson-Cook, ovviamente presente insieme forse a qualche altra Pantera. LEGGI TUTTO

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    Robinson Cook saluta Conegliano: “Qui lascio gran parte del mio cuore”

    Tempo di saluti in casa Imoco che, con la cena conclusiva, mette definitivamente in archivio l’ennesima indimenticabile stagione. Emozioni contrastanti quelle che hanno animato la serata, in particolare per chi parte, come l’americana Kelsey Robinson Cook.

    “Da una parte c’è una grande gioia e soddisfazione per aver raggiunto questi incredibili risultati con la squadra – spiega Robinson Cook sulle pagine de Il Gazzettino Treviso – , dall’altra la tristezza perché lascio un gruppo meraviglioso, delle amiche speciali e tante persone a cui voglio veramente bene”.

    Parole di riconoscenza quelle pronunciate dalla schiacciatrice nei confronti del Club Giallobù: “Questa società mi ha dato tanto, è stato il primo club a credere in me e a darmi l’opportunità di dimostrare le mie qualità. Ovunque andrò porterò sempre con me questi colori e dovrò sempre ringraziare le persone che mi hanno permesso di giocare con questa maglia. Per me è stato un grande onore vestire la maglia gialloblù”.

    Kelsey torna in patria per dare il via alla LOVB, neo nata lega professionista a stelle strisce: “Mi piacerebbe costruire quello che c’è in Europa anche in America a livello di pallavolo, spero di aprire la strada nel mio piccolo sia alle donne di adesso che a quelle del futuro, di creare una possibilità per giocare ad alti livelli anche in America”.

    Ma, assicura, un pezzo di cuore resterà sempre a Conegliano… “Qui lascio gran parte del mio cuore. Conegliano sarà sempre una parte fondamentale della mia vita non solo come giocatrice, ma in modo totale. E dall’altra parte del mondo continuerò a tifare per l’Imoco”.

    (fonte: Il Gazzettino Treviso) LEGGI TUTTO