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    L’UYBA aspetta Jovana Stevanovic. Pronto già un piano B

    Foto Facebook Savino del Bene Scandicci

    Di Redazione
    Mentre l’UYBA è tornata in palestra ad allenarsi dopo la lunga sospensione che ha tenuto le squadre lontane dai campi, c’è ancora un nodo da sciogliere per la formazione bustocca. Manca, infatti, ancora un tassello al centro per Busto Arsizio per completare il trio di giocatrici che difenderanno il centro della rete.
    Ad affiancare Rossella Olivotto e Liset Herrera Blanco (prima cubana della storia per la società biancorossa), in pole position c’è Jovana Stevanovic, serba classe 1992 nelle ultime due stagione con la maglia della Savino del Bene Scandicci. Secondo quanto riportato da La Prealpina, infatti, l’UYBA vorrebbe chiudere le operazioni di mercato entro la fine di questa settimana in modo da non perdere altro tempo, ma la giocatrice sembra ancora aspettare un offerta economica più vantaggiosa nonostante la voglia di rimanere in Italia.
    In caso di “fumata nera” Busto Arsizio ha comunque un piano di riserva, ovvero l’ingaggio dell’esperta centrale Ilaria Garzaro che sarebbe ben contenta di poter far parte del team bustocco. LEGGI TUTTO

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    Perugia, la lettera aperta del presidente Bartoccini al Governo

    Di Redazione
    Antonio Bartoccini, presidente della Bartoccini Fortinfissi Perugia, ha inviato ai media il testo di una lettera aperta in cui si rivolge direttamente al Governo e alle autorità preposte per richiedere “il massimo interesse alle questioni legate agli sport dilettantistici“, al fine di favorirne la ripresa dopo il lungo stop causato dalla pandemia di coronavirus.
    “So che rappresentanti ben più importanti di me si sono già pronunciati in merito – scrive Bartoccini – ma credo sia nostro dovere (ed esorto anche altri miei colleghi a farlo) ribadire quanto sia necessario un appoggio da parte del Governo per far ripartire i cosiddetti sport minori, che minori poi non sono. Al momento è stato il via libera solamente al calcio che attualmente si sostenta principalmente con i contributi derivanti dai diritti televisivi, mentre altri sport che svolgono una funzione sociale importante come basket, pallavolo solo per citarne alcuni, ma ce ne sono molti altri, non sono stati fatti ripartire.
    In queste ultime ore la Presidente Tesei e la Regione Umbria hanno modificato alcune indicazioni consentendo agli sport di contatto di riprendere l’attività e di questo va fatto loro un plauso, ma ci sembra ancora necessario un intervento centrale ed un aggiornamento dei vari protocolli. Attualmente vediamo giocare il calcio con 22 atleti coinvolti in campo, che spesso vengono anche inevitabilmente a contatto tra di loro, mentre ancora non è consentito ad esempio giocare a beach volley: questo lo trovo un trattamento impari, la classica logica del ‘due pesi e due misure’ che non rende giustizia allo sport.
    Tra una settimana, secondo le attuali normative, le atlete dovrebbero riprendere gli allenamenti portando una mascherina anche in campo all’interno di un palazzetto, questo non è accettabile. Dovremo svolgere la preparazione a partire dal 13 luglio, poiché quest’anno i campionati cominceranno prima del solito, ed ancora dobbiamo confrontarci con direttive figlie di disposizioni governative ferme a due mesi fa, quando la situazione era ben differente: questo non ci consente di lavorare con la dovuta serenità, oltre al metodo che caratterizza uno sport di squadra come la pallavolo.
    Sappiamo che la situazione dei palasport in tutta Italia è abbastanza complicata, molte delle squadre che prendono parte ai massimi campionati sia maschile che femminile non sono dotate di una struttura climatizzata. Questo ovviamente non è colpa delle amministrazioni locali che anzi ci stanno aiutando molto per quello che è di loro competenza e con questo colgo l’occasione di ringraziare il Comune di Perugia, ma servirebbe un piano di rilancio a livello nazionale. Se a questo aggiungiamo le misure che attualmente obbligano a dover indossare la mascherina quando si svolgono attività in cui non è possibile mantenere la distanza interpersonale di almeno due metri, in pratica tutte le sessioni di allenamento dove si lavorerà sulla tecnica e gli schemi di gioco, si creano condizioni che a mio avviso mettono a serio rischio la salute di atlete che si ritrovano a dover ripartire dopo una lunghissima sosta.
    Vorrei invitare le istituzioni a prendere coscienza della situazione e magari trovare qualche risorsa per poter apportare migliorie agli impianti: a Perugia si è spesso parlato di ampliare la capienza, cosa che ovviamente vista la situazione attuale potrebbe consentire di poter far entrare qualche persona in più rimanendo nel rispetto delle normative, ma credo che la prima cosa su cui puntare sia un impianto di climatizzazione adeguato. Questo slancio potrebbe arrivare anche dal Governo, in modo da mettere in condizione gli sport indoor di poter riprendere in questo periodo, poiché la sosta ha portato via una parte importante della stagione e nessuno ci può assicurare che non si ripeterà in futuro, quindi avere una struttura da poter utilizzare a prescindere dalle condizioni climatiche potrebbe diventare fondamentale.
    Devo purtroppo constatare una scarsa ricettività di chi ci governa riguardo l’aiutare le associazioni sportive, che al di fuori del contributo di 600 euro per atleti e dirigenti ha visto poco altro fare in proprio favore. C’è anche un contributo economico per le locazioni degli impianti, ma sono misure che servono al contenimento dei danni e non aiutano il rilancio; le maggiori Federazioni e le rispettive leghe avevano proposto una manovra che avrebbe portato un aiuto concreto alle associazioni senza impattare significativamente sulle casse dello Stato, ovvero il credito d’imposta per chi decide di contribuire alle società sportive, questo provvedimento è stato bocciato ed il rischio è quello di affossare definitivamente le associazioni.
    Tale discorso vale per le realtà di primo piano come la nostra, che grazie ad un’alta visibilità potrebbero trovare il modo di farcela, ma soprattutto mette in crisi le associazioni che si dedicano principalmente allo sport giovanile, pregiudicandone la sopravvivenza. Questo non rende giustizia al grande valore sociale che queste realtà danno al territorio dove operano, e ciò la dice lunga su quanto sia attualmente considerato lo sport dilettantistico: è stato previsto un credito d’imposta al 50% per le spese pubblicitarie, non capisco perché non possa essere fatto per lo sport visto l’alto valore formativo dello sport.
    Attualmente per la ripartenza ci stiamo adoperando per poter riprendere rispettando tutto quello che ci viene imposto, ma un altro punto rilevante per i nostri bilanci è quello dei controlli medici come ad esempio i test sierologici: il calcio professionistico può contare su ben altre disponibilità ed essendo realtà di altra natura giuridica portare tali costi in detrazione, per noi sono tutte spese che vanno a pesare su di un budget già di difficile reperibilità. Siamo ripartiti avendo la massima fiducia nel futuro e nelle persone che ci sostengono, perché dopo aver raggiunto l’apice ci sembra ingiusto mollare, ma la realtà è che allo stato attuale non sappiamo se potremo avere pubblico, poiché in merito ancora non sono state date indicazioni. Se guardiamo altre realtà vediamo che i cinema ed altri locali destinati al divertimento sono stati riaperti. Siamo ben consapevoli che ci sarà da prendere misure volte al mantenimento delle distanze, ma sono cose che dovremo sapere come attuare il prima possibile.
    Queste sono decisioni che dovrà prendere chi ci governa, insieme alle Federazioni, a cui vorrei chiedere di darci delle linee guida chiare ed un supporto coerente e consono a quella che è l’attuale situazione“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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