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    Casalmaggiore, contro Vallefoglia è una finale: “Ci servirà un PalaRadi infuocato”

    Volge alla conclusione la regular season della Serie A1 Tigotà e per la Trasportipesanti Casalmaggiore è il momento di giocare due gare di un’importanza cruciale: in particolare quella di sabato 16 marzo, che può ancora alimentare o meno le speranze delle rosa di raggiungere i Play Off Scudetto. Capitan Elena Perinelli e compagne sono pronte ad accogliere la Megabox Ondulati del Savio Vallefoglia, avversaria scomoda in questa sfida fondamentale. Fischio d’inizio fissato per le 18 al PalaRadi di Cremona, dirigono Alessandro Cerra e Alessandro Pietro Cavalieri; le prevendite dei biglietti sono aperte su MidaTicket.

    Le rosa di Lorenzo Pintus hanno dimostrato anche sul taraflex di Villafranca Piemonte il loro ottimo momento: “La partita contro Pinerolo è stata importantissima – dice Elena Perinelli – anche per il risultato, perché vincere da tre nel loro palazzetto sapevamo che sarebbe stato difficilissimo. Siamo contente perché è stata una vittoria di squadra, che è quello che ci sta caratterizzando in questo percorso, e soprattutto ci lascia le porte aperte per provare a raggiungere i Play Off“.

    La partita di sabato contro la Megabox sarà un po’ come una semifinale scudetto in gara secca: vincere da tre punti terrebbe vivo il sogno. “Con Vallefoglia sarà complicata – continua Perinelli – perché anche loro hanno bisogno di fare punti, essendo a pari merito con Pinerolo e Roma, quindi arriveranno sicuramente aggressive. Noi però dal canto nostro potremo giocare con la serenità giusta per poter esprimere il nostro gioco al meglio come abbiamo fatto finora“.

    Nelle gare interne contro le prime della classe l’apporto del pubblico è stato fondamentale, l’emozione di rivedere 3033 e 2914 persone al PalaRadi ha dato alle giocatrici una marcia in più; sabato servirà vedere il palazzetto ancora più pieno e ancora più caldo. “Sicuramente – conclude la capitana rosa – ci servirà l’aiuto del nostro pubblico che ci ha dato una grande spinta sia per far bene contro Conegliano, sia per riuscire a strappare una vittoria contro Milano. Abbiamo bisogno di un PalaRadi infuocato“.

    L’unica ex è Micha Hancock, che ha vestito la maglia della Megabox nella scorsa stagione, quando l’head coach di Vallefoglia Andrea Pistola era sulla panchina di Casalmaggiore.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Vallefoglia contro Casalmaggiore: serve un punto per i Play Off

    Confronto diretto in chiave Play Off Scudetto per la Megabox Ondulati del Savio Vallefoglia, che sabato 16 marzo alle 18 affronterà a Cremona nel penultimo turno della stagione regolare le padrone di casa della Trasportipesanti Casalmaggiore, none in classifica a 6 lunghezze dalle “tigri”, che al momento sono settime. In palio punti decisivi: alla Megabox ne basterebbe uno per guadagnare subito il pass per i Play Off, dato che Casalmaggiore dovrebbe vincere entrambe le partite ancora in programma per qualificarsi. Ma Vallefoglia si gioca anche la posizione nella griglia finale con Pinerolo e Roma, attualmente appaiate a quota 34.

    Così presenta la partita l’allenatore della Megabox Andrea Pistola: “A Casalmaggiore sarà una partita molto difficile. Loro sono in un ottimo momento e stanno giocando molto bene. Quanto a noi, abbiamo necessità di prendere punti per non rimandare il verdetto sulla partecipazione ai Play Off all’ultima gara con Milano“.

    L’incontro sarà diffuso in diretta streaming su Volleyball TV.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Roma sale in cattedra per “Pianeta Olimpia”: confronto con oltre 200 studenti sui valori dello sport

    L’Aeroitalia SMI Roma presente al Palazzo delle Federazioni in occasione dell’edizione dedicata alla pallavolo di “Pianeta Olimpia”, la rassegna organizzata dal Panathlon Club Junior Roma per promuovere i valori dello sport tra i giovani attraverso il confronto con i campioni delle discipline olimpiche e paralimpiche.

    Nell’occasione, sei giocatrici della società capitolina militante nel massimo campionato di volley femminile(Marta Bechis, Erblira Bici, Ana Beatriz Corrêa, Martina Ferrara, Jessica Rivero e Michela Rucli) hanno incontrato oltre 200 studenti dell’I.I.S. “Giosuè Carducci” di Roma, condividendo esperienze e riflessioni personali sulla cultura e sull’etica sportiva. Ad accompagnare le atlete erano presenti il capo allenatore Giuseppe Cuccarini e la dirigenza della società, tra cui il presidente Pietro Mele, il direttore generale Roberto Mignemi, la direttrice sportiva Barbara Rossi e il responsabile comunicazione e marketing Andrea Ceccarelli.

    All’evento, moderato dal Presidente del Panathlon Club Junior Roma Lorenzo D’Ilario, sono intervenuti l’Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale Alessandro Onorato, il Vice Presidente Fipav Luciano Cecchi, il Presidente Fipav Lazio Andrea Burlandi, il Presidente Fipav Roma Claudio Martinelli e la selezionatrice regionale Simonetta Avalle.

    Nel corso dell’iniziativa, patrocinata tra gli altri dal Comitato Regionale FIPAV Lazio, è stata presentata la riproduzione della cartolina autografata dalla Nazionale femminile di pallavolo con annullo filatelico nel giorno di emissione dello speciale francobollo realizzato per i Campionati Europei 2023, un prezioso cimelio che il Panathlon Club Junior Roma si è aggiudicato in occasione dell’asta solidale “Together We Can Spike For Love”, un’iniziativa sportiva di solidarietà promossa dalla Federazione Italiana Pallavolo in collaborazione con Athletica Vaticana, l’Associazione polisportiva ufficiale della Santa Sede, a sostegno – su indicazione di Papa Francesco – della Fondazione Dispensario Pediatrico Santa Marta.   

    Di seguito gli interventi delle sei giocatrici dell’Aeroitalia SMI Roma protagoniste dell’evento.  

    Marta Bechis (palleggiatrice e capitana): “Da due anni a questa parte sono la capitana e sono molto contenta e orgogliosa di questa squadra. Sin dall’inizio non è stato semplice rivestire questo ruolo perché la società e tutta la città, a cominciare dall’amministrazione, ci chiedevano di raggiungere obiettivi che non erano affatto scontati, come quello di risalire in Serie A1 il più in fretta possibile e con i migliori risultati. Ecco perché per me essere stata nominata capitana è stato davvero un orgoglio ma anche una grande responsabilità. Però devo riconoscere che questo ruolo mi è stato facilitato da una squadra unita, forte e che ha sempre avuto ben chiaro dove voler arrivare. Siamo riuscite a comprendere le nostre diversità di carattere e personalità, a conoscerci e amalgamarci nel miglior modo possibile, trovando il giusto feeling per venirci incontro nelle reciproche necessità e per accogliere le culture e le esperienze diverse che arricchiscono il nostro gruppo. Grazie a questo stiamo raggiungendo, tutte insieme, obiettivi che sono allo stesso tempo personali e comuni. Abbiamo creato un gruppo molto compatto che è in grado di affrontare e, soprattutto, superare qualsiasi difficoltà. Inoltre, quello della capitana è un compito molto importante per fare da tramite non solo con le proprie compagne ma anche con tutto lo staff tecnico e la dirigenza societaria. Quest’anno stiamo disputando veramente un ottimo campionato, sicuramente al di sopra delle aspettative. Il pubblico aumenta sempre di più e non manca mai di darci il sostegno e la fiducia di cui abbiamo bisogno perché davanti a noi abbiamo avversarie forti. Perciò vi aspettiamo tutti al Palazzetto a partire dalla prossima gara casalinga contro Novara”.  

    foto LVF

    Erblira Bici (opposto): “Ho iniziato a giocare a pallavolo a livello giovanile all’età di 10 anni a Gramsh, la mia città natale in Albania. Cinque anni dopo sono passata tra i grandi in una squadra di Tirana, dove sotto età ho fatto le mie prime esperienze da titolare. Sono stata inevitabilmente costretta a trasferirmi dalla mia piccola città alla capitale albanese, dovendo lasciare la mia famiglia e le amicizie con cui sono cresciuta per la pallavolo. Ho continuato gli studi a Tirana, iscrivendomi poi alla facoltà di economia e specializzandomi in contabilità. Quindi sono entrata a far parte della squadra della mia università e sono stata convocata dalla nazionale albanese con ottime prestazioni. Questo mi ha permesso di conoscere il mio attuale procuratore, che mi ha offerto la possibilità di venire in Italia, dove ormai gioco da otto anni. Il trasferimento non è stato facile perché non conoscevo la lingua italiana e, sinceramente, ero anche spaventata dall’idea di confrontarmi con un campionato di un livello così alto. Per fortuna ho incontrato tante persone che mi hanno aiutato ad arrivare fino a qui e la mia storia è la dimostrazione che lavorando duramente e dando il vostro massimo potete riuscire a fare ciò che avete sempre sognato. Questa è la mia seconda stagione nella Capitale ed è davvero emozionante difendere i colori di questa bellissima città. Spero che tanti di voi ci vengano a vedere giocare al Palazzetto e, soprattutto, che inizino a fare sport. Lo sport è importante non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale perché apre al confronto con gli altri e aiuta a diventare molto più forti davanti alle difficoltà della vita”.

    Ana Beatriz Corrêa (centrale): “Io sono brasiliana e per me è più facile giocare davanti a migliaia di spettatori che parlare in italiano! Scherzi a parte, sono felice di parlarvi della mia esperienza alle Olimpiadi di Tokyo 2020, dove con il Brasile ho vinto la medaglia d’argento, il risultato più importante della mia carriera. Le Olimpiadi sono il punto più alto che un atleta possa raggiungere, parteciparvi è speciale e tornare a casa con una medaglia lo è ancora di più.“Non eravamo la Nazionale favorita alla vigilia, evidentemente ci siamo allenate meglio e ci abbiamo creduto più di altre. È stata un’esperienza bellissima, una grande emozione che porterò dentro di me per tutta la vita. Mi sono ritrovata a pranzare al villaggio olimpico con campioni di tutte le discipline che fino al giorno prima avevo visto soltanto in tv! Sono consapevole di essere fortunata perché pochi atleti riescono a raggiungere certi livelli ma, se ce l’ho fatta, è stato proprio grazie al duro lavoro e ai sacrifici che compio sin da bambina per la pallavolo”. 

    Foto LVF

    Martina Ferrara (libero): “Sono cresciuta in una famiglia che vive di sport. I miei genitori hanno aperto un centro sportivo in cui l’attività principale è proprio la pallavolo. Al primo piano vi sono gli spazi dedicati alla pratica sportiva, mentre al secondo piano vi è casa mia. Perciò la distanza che separa la palestra dalla mia cameretta è una rampa di scale. Nonostante abbia praticato anche tanti altri sport, come nuoto, pallanuoto, lancio del giavellotto e kung fu, sognavo sin da piccola di diventare una pallavolista di Serie A. Tornavo da scuola, pranzavo e, terminati i compiti, rimanevo in palestra ininterrottamente dalle 16 alle 21 per allenarmi in successione con tutti i gruppi. Mio padre è stato il mio primo allenatore e con lui, che ha sempre creduto tanto in me senza tuttavia riservarmi alcun trattamento di favore, ho fatto gran parte della mia carriera giovanile. Mia madre, invece, è stata il mio esempio di giocatrice e ho avuto la fortuna di averla come ‘chioccia’ in tante partite che la mia squadra giovanile aveva la possibilità di disputare in un campionato maggiore con una giocatrice più grande. Devo tutto ai miei genitori perché oltre all’aspetto tecnico mi hanno trasmesso il valore dell’educazione, che rappresenta la base per un atleta oltre che per una persona. Con questo valore all’età di 15 anni mi sono trasferita a Roma, dove ho continuato gli studi proprio con il prof. Martinelli, che colgo l’occasione per salutare, per poi diplomarmi e iniziare la mia carriera tra i grandi a Milano, debuttando a 17 anni in Serie A1. Qualunque cosa facciate ricordatevi di restare sempre persone educate e disciplinate, anche se un giorno doveste incontrare persone che non credono in voi, perché questa è la soddisfazione più grande che potrete avere nella vita”.  

    Jessica Rivero (schiacciatrice): “Sono metà cubana e metà spagnola. Ho giocato in tanti Paesi, in Turchia, in Germania, in Polonia e per sette anni qui in Italia. Fortunatamente ho sempre avuto la possibilità di praticare sport ad alto livello, anche grazie ai miei genitori. Mia madre è stata olimpionica di scherma, mentre mio padre ha giocato a basket nella nazionale cubana. Sono entrambi laureati in scienze motorie e, perciò, sin da bambina li ho visti fare sport e studiare. Nel corso degli anni, oltre alla pallavolo, ho sviluppato tanti interessi viaggiando e vivendo all’estero. A 18 anni volevo fare medicina ma poi mi sono resa conto che la mia passione più grande fosse quella di giocare a pallavolo a livello professionistico. Non tutte le università, purtroppo, sono in grado di supportare le atlete. Avevo pensato anch’io di andare a studiare negli Stati Uniti ma poi ho deciso di iscrivermi a pedagogia in un’università spagnola. Ho avuto la possibilità di optare per un percorso di studi online ma non è stato affatto facile conciliare la tesi e il tirocinio con la mia carriera agonistica. In ogni caso non ho mai smesso di coltivare i miei interessi ed anche per questo ho imparato bene l’inglese e l’italiano. L’educazione permanente è fondamentale. Non limitatevi a studiare soltanto ciò che vi insegnano i libri di scuola o i vostri professori. Cercate sempre di documentarvi anche al di fuori dell’ambito scolastico e non abbiate paura di fare domande a chi vi circonda perché si impara tantissimo stando a contatto con altre persone e con altre culture. Non sprecate mai il vostro tempo libero ma sfruttatelo al meglio per approfondire tutti i vostri interessi”.  

    Foto LVF

    Michela Rucli (centrale): “Quando ero al quarto anno di liceo iniziavano a chiederci che cosa volessimo fare da grandi. Io sapevo soltanto di voler giocare a pallavolo e studiare all’università. In Italia questo non è così facile, soprattutto se si fa ad alto livello, così mi sono trasferita negli Stati Uniti, dove è consuetudine offrire borse di studio agli studenti che facciano parte della squadra dell’università. Dapprima mi sono messa in contatto con Sportlinx 360, un’agenzia specializzata nell’aiutare gli atleti a trovare l’università giusta per loro negli Stati Uniti. Poi ho iniziato il college a Long Island, a New York, ed è stata un’esperienza di vita bellissima. Ho conosciuto ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo e il confronto con loro mi ha aiutato ad aprire la mente e a diventare la persona che sono oggi, creando anche legami di amicizia molto importanti e duraturi. In seguito ho deciso di rientrare in Italia per proseguire la mia carriera sportiva perché la passione per la pallavolo era troppo forte e fino allo scorso anno negli Stati Uniti, dove nel frattempo mi sono laureata in economia e marketing, non esisteva una lega professionistica. Con questo racconto volevo invitarvi ad inseguire sempre i vostri sogni. Abbiate la forza di guardare sempre un po’ più in là, cercate tutte le opzioni disponibili e vedrete che una soluzione per arrivare a raggiungere i vostri sogni ci sarà”.   

    (fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Fabris sul caso Pirola: “Non capisco che bisogno c’era di deferirlo al Tribunale Federale”

    Il Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris esprime il proprio sostegno a Giuseppe Pirola, componente del CdA di Lega, per la squalifica di 2 mesi inflittagli dal Tribunale Federale. “Non capisco, dopo quanto ha subìto la Società UYBA Volley Busto Arsizio per la quantomeno opinabile gestione della nomina del nuovo Allenatore della Nazionale Femminile, che bisogno ci fosse di deferire Giuseppe Pirola alla Corte Federale”.

    “Il dispositivo della sentenza parla da sé. Non si entra nel merito della vicenda, non si vuol tener conto delle circostanze devastanti per una Società impegnata nella nostra Serie A, improvvisamente privata del proprio allenatore con il quale la squadra era stata costruita e con il quale era appena stato avviato un progetto pluriennale, preferendo censurare comunque la critica, certo “forte” e magari esprimibile con parole diverse, rivolta alle modalità e ai tempi, in verità critica espressa da più parti, con cui la scelta federale è stata comunicata all’esterno”.

    “La misura della “punizione” inflitta (2 mesi a Pirola e 200 € di multa, sic, alla Società) dimostra peraltro quanto vacui e risibili fossero “i capi di imputazione” – prosegue il presidente Fabris – Ora non vogliamo riavviare alcuna polemica sulla vicenda perché, come abbiamo dimostrato anche nei giorni scorsi annullando d’intesa con la Federazione i Playoff Challenge, abbiamo talmente a cuore la qualificazione olimpica della nostra Nazionale che siamo profondamente convinti che tutto il resto venga dopo. Ma ci sia almeno consentito di dire che si poteva evitare di riaccendere la vicenda chiamando in causa anche il Tribunale Federale e soprattutto di esprimere totale solidarietà a Giuseppe Pirola e UYBA Volley Busto”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Bergamo prepara Novara, Rusconi: “Abbiamo il dovere morale di continuare a lottare”

    Cambia l’orario del fischio d’inizio di Igor Novara-Volley Bergamo 1991: il match si disputerà domenica 17 marzo alle 19:30 e sarà trasmesso in diretta da SKYSport.

    A meno tre giornate dal termine della Regular Season, con una posizione di classifica che costringe Bergamo ad inseguire e cercare il sorpasso, non sono ammessi errori.

    E la determinazione con cui si insegue l’obiettivo è chiara nelle parole della Società: “Abbiamo il dovere morale di continuare a lottare per la salvezza – ammette la Presidente Chiara Rusconi – non lo dico per puro senso del dovere, ma perché ci crediamo e perché lo dobbiamo a chi ha dato stabilità al progetto del Volley Bergamo 1991: i Soci che si sono messi in gioco per dare un futuro alla pallavolo femminile a Bergamo, gli Sponsor e i Partner che ci hanno sostenuti e gli incredibili tifosi che si sono schierati al nostro fianco sempre. Senza dimenticare il forte segnale che il PalaFacchetti ci ha dato in questa nostra prima stagione a Treviglio: gli appassionati hanno riempito le tribune sempre! Oltre le aspettative. Con due sold out e una media di presenze che supera i 1.600 spettatori per ciascuno dei nostri dodici match casalinghi fin cui disputati.“

    “Non possiamo deludere le giovani che si assiepano intorno al campo al termine di ogni gara per far sentire tutta la loro passione e abbracciare le nostre atlete. Non possiamo deludere il nostro Settore Giovanile e le tante atlete che vedono nella nostra squadra un punto di riferimento e un traguardo da raggiungere.“

    “Dobbiamo lottare. Finché ci sarà speranza e anche oltre, mostrando loro che non vogliamo smettere di crederci fino a che l’ultima palla non sarà caduta a terra. Per rendere onore a chi ci ama e a questa maglia rossoblù. E poi, una volta che il Campionato avrà dato il suo verdetto, ci metteremo al lavoro per un nuovo futuro”.

    Vivendo il presente senza togliere energie all’obiettivo della salvezza, il Volley Bergamo 1991 sta delineando il futuro e ha già individuato il profilo adeguato per la figura professionale del Direttore Sportivo che entrerà a far parte dello Staff per la stagione 2024-2025.

    (fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Gennari: “Non possiamo arrenderci, vedere Bergamo retrocessa è qualcosa di inimmaginabile”

    Dopo la sconfitta di domenica contro Busto Arsizio il destino di Volley Bergamo sembra ormai essere la retrocessione, anche se una piccola, complicata speranza c’è ancora: con le bustocche volate a +9 e Trento matematicamente retrocessa, il duello è con Cuneo.

    Le rossoblù occupano la penultima posizione, a -3 dalle piemontesi e sono costrette a ottenere il massimo nelle partite rimanenti (che includono big del calibro di Novara e Scandicci) e allo stesso tempo sperare nei risultati altrui. Ma raggiungere Cuneo non sarebbe sufficiente: a parità di punteggio contano infatti il numero di vittorie (al momento 7 per Cuneo contro le 4 delle bergamasche).

    Scenario tutt’altro che rassicurante dunque, ma Giulia Gennari non demorde: “È proprio questo il momento di non arrendersi – afferma la capitana rossoblù, intervistata da Laura Sirtoli per L’eco di Bergamo – . La situazione si è fatta ancora più complicata, ma non è impossibile: dovremo giocare ogni punto come se fosse l’ultimo, perché davvero in questo caso ogni minimo dettaglio potrebbe fare la differenza”.

    Ottimismo che sembra invece aver abbandonato i tifosi, che domenica, per la prima volta, hanno lasciato il PalaFacchetti senza salutare la squadra…

    “È stato un momento strano ma capisco che non sia facile sostenere sempre con il sorriso una squadra che non ha ottenuto i risultati attesi. Comunque noi siamo le prime a non accettare la situazione. La città di Bergamo, i tifosi e la società non meritano che questa squadra finisca in A2: vedere questo club retrocesso è qualcosa di inimmaginabile”.

    (fonte: L’eco di Bergamo) LEGGI TUTTO

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    Da Re: “Ragazzi bravi a riemergere dalle difficoltà. Con le donne faremo l’A2”

    Dalla gioia per la vittoria sul difficile campo di Modena in Gara 2 dei Play Off Scudetto alla delusione per la retrocessione anticipata in A2 della squadra femminile: il presidente dell’Itas Trentino, Bruno Da Re, intervistato da Guido Pasqualini, ripercorre sulle pagine de L’Adige le emozioni di domenica.

    A Modena è arrivato un successo importante per i ragazzi di coach Soli, che si trovano ora ad un passo dalla qualifica in semifinale, soprattutto considerando che in Regular Season il PalaPanini era stato fatale: “Un successo da ascrivere a un gruppo molto forte, che ha fatto quadrato per fronteggiare l’assenza di Sbertoli – le parole di Da Re – : soltanto così si poteva portarla a casa. I ragazzi sono stati bravi a riemergere dalle difficoltà”.

    “Acquarone ha la sfrontatezza giusta. E’ bravo, ha buone mani e una buona tecnica, ma dobbiamo ricordarci che aveva giocato l’ultima partita l’anno scorso in A2. Ora è stato catapultato nei Play Off scudetto e in semifinale di Champions, dove la musica cambia”.

    Mercoledì si torna all’ilT Quotidiano Arena per la semifinale di andata di Champions: ospite una Cucine Lube Civitanova che, sotto 2-0 nei quarti di finale con Monza, pare in difficoltà. Ma Da Re non si fida…

    “Non vorrei che avessero scelto di puntare sulla Champions, dove possono schierare tutti gli stranieri: con Nikolov, De Cecco, Chinenyeze, Lagumdzija e Yant in campo insieme è un’altra squadra… Noi cresceremo ma avvertiamo la stanchezza. E cambiare palleggiatore vuol dire cambiare gioco”.

    foto Morris Paganotti

    Emozioni totalmente diverse per quanto riguarda la squadra femminile, che dopo la sconfitta sul campo di Roma, saluta definitivamente la serie A1.

    Il presidente Da Re esclude la possibilità di restare nella massima serie, acquistando i diritti di qualche altra società: “Disputeremo l’A2 perchè diritti da acquistare non ce ne sono. Abbiamo scandagliato alcune situazioni ma la risposta è stata no. C’è ancora una società in dubbio ma alla fine resteranno in A”.

    L’obiettivo da perseguire sarà l’immeditata risalita: “Avendo Mazzanti alla guida vogliamo costruire una buona squadra e risalire in A1 – assicura il presidente – . Sapevamo che l’A1 sarebbe stata dura, ma non immaginavamo così. C’è tanta amarezza. Non imputo nulla a giocatrici e staff ma abbiamo commesso errori dovuti all’inesperienza e li abbiamo pagati tutti”.

    E sulla futura squadra ha aggiunto: “Olivotto, Marconato e Michieletto hanno il contratto e credo che rimarranno, per il resto avremo una sola straniera per tenerci uno slot aperto sa utilizzare durante la stagione se ce ne fosse bisogno”.

    (fonte: L’Adige) LEGGI TUTTO

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    Romy Jatzko verso la finale di CEV: “Chieri ha tutte le carte in regola”

    A metà stagione è arrivata alla Reale Mutua Fenera Chieri ’76 per aiutare e incidere, come nel suo percorso ha avuto modo di fare praticamente ovunque. Romy Jatzko è una giocatrice ancora giovane ma con tanto da mostrare e raccontare: gli inizi a Berlino, l’apprendistato tra le “grandi” con il Vfb Suhl Lotto Thuringen e l’SSC Palmberg Schwerin, l’esperienza in Svizzera al VC Kanti Schaffhausen, la parentesi in Cina con il Sichuan e il nuovo capitolo della sua carriera in Italia. 

    Ecco la nostra intervista esclusiva alla schiacciatrice tedesca, che mercoledì sarà impegnata insieme alla sua squadra nella sfida di andata della finale di CEV Cup.

    Foto Fenera Chieri ’76

    Per cominciare, presentati ai nostri lettori raccontando qualcosa di te.

    “Mi descriverei come una persona ottimista, che cerca di vedere il lato positivo di ogni cosa e ha grande fiducia nella vita: credo che tutto accada per una ragione e con un tempismo non casuale. Il volley è sempre stato il mio hobby preferito e sono contenta che ora sia diventato il mio lavoro. Oltre ad essere una pallavolista, mi dedico anche allo studio. Infatti, sono iscritta alla facoltà di Psicologia della Comunicazione: è un campo che mi interessa molto. Infine, adoro fare fotografie ed escursioni immersa nella natura“.

    Com’è nata la tua passione per la pallavolo?

    “Ho iniziato a giocare grazie a mia mamma, che è stata una pallavolista ed è arrivata a vestire la maglia della nazionale tedesca. Pure una delle mie sorelle giocava a pallavolo. Così, dopo aver provato il tennis, ho deciso di passare anch’io al volley e subito mi sono innamorata di questo sport: la sensazione di far parte di una squadra è qualcosa di straordinario“.

    Quali sono state le tappe principali della tua carriera fino a questo momento?

    “Essendo originaria di Berlino, ho iniziato a giocare in un club della mia città. Dopodiché ho deciso di frequentare una scuola sportiva, dove si praticavano vari sport, tra cui anche la pallavolo. Una tappa importante della mia crescita è stata quella allo Schwerin, che in quel momento era una squadra molto forte: al mio fianco c’erano giocatrici fantastiche. Sono rimasta lì per due stagioni e posso dire di aver imparato molto. Successivamente sono andata in Svizzera, dove ho trovato un allenatore tedesco che conoscevo (Nicki Neubauer, n.d.r.). Dopo due anni al VC Kanti Schaffhausen, ho firmato per un club francese, ma poco dopo è fallito. A quel punto ho ricevuto l’offerta del Sichuan e mi sono detta: ‘Perché no?’. Così, nella prima parte di quest’anno ho giocato in Cina“.

    Foto Fenera Chieri ’76

    Parliamo della tua esperienza al Sichuan. Com’è andata? Hai raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissata?

    “La mia esperienza in Cina è stata positiva. All’inizio ero un po’ spaventata, ma anche emozionata per quello che mi aspettava. Devo ammettere che poi tutti (club, allenatori, staff e compagne) mi hanno trattato davvero bene, sono stati gentili e hanno sempre cercato di aiutarmi, rendendo piacevole la mia permanenza in Cina. Dal punto di vista personale, credo di aver raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissata. Ho giocato buone partite, anche se a metà stagione diverse giocatrici della nostra squadra si sono ammalate e da lì è stato tutto in salita. Comunque mi sono divertita, ho imparato tante cose, e quindi sono felice di aver fatto questa esperienza“.

    Quali sono state le sfide e gli ostacoli che hai dovuto affrontare in Cina? Mi riferisco, in particolare, alla barriera linguistica, alla vita in un nuovo paese e allo stile di gioco.

    “Ho dovuto affrontare qualche ostacolo in Cina. Per esempio, la barriera linguistica: molte compagne di squadra non parlavano bene inglese. Ovviamente c’erano anche compagne che lo conoscevano. Così, nonostante avessi un traduttore, non era semplice comunicare. Un altro ostacolo era legato alla differenza di fuso orario: più di sette ore. Quando mi alzavo al mattino, nessuno della mia famiglia e dei miei amici era sveglio. Quindi, dovevo aspettare fino alle 15 prima di ricevere i primi messaggi o le prime chiamate. Invece, per quanto riguarda la visione della pallavolo, penso che non ci siano grandi differenze con l’Europa. Forse si giocava di più, ma nel complesso mi sono divertita molto“.

    E come ti sei trovata con la cucina locale?

    “Era molto difficile trovare cibo occidentale in Cina. Mangiavano un sacco di carne e alcune cose che non avevo mai visto prima. Ero disponibile a provare la cucina locale, anche se non è la mia preferita. Così, a volte, dovevo chiedere di preparare qualcosa apposta per me. Alla fine, però, mi sono abituata ed è stato tutto più semplice“.

    Foto Fenera Chieri ’76

    Dopo l’esperienza nel campionato cinese, sei approdata in Italia. Quali motivi ti hanno spinto a scegliere la Reale Mutua Fenera Chieri ’76?

    “Sono davvero felice di avere l’opportunità di giocare in Italia. Tutti sanno che la Serie A1 è uno dei migliori campionati al mondo e sono orgogliosa di farne parte: qui ogni partita è impegnativa e si affrontano giocatrici molto brave. Ho scelto Chieri sia perché avevano mostrato interesse nei miei confronti sia perché avevo sempre sentito parlare bene di questo club. Anche il mio agente era convinto che fosse una grande occasione. E poi conoscevo già Camilla (Weitzel, n.d.r.), che gioca a Chieri da tre anni. Perciò, penso che sia stata una buona scelta“.

    Come ti trovi a Chieri? C’è qualche compagna di squadra che ti sta particolarmente aiutando ad ambientarti in questa nuova avventura?

    “Per me è stato abbastanza semplice integrarmi perché ho trovato persone che fin da subito sono state gentili e disponibili: mi sono sentita accolta e ormai mi sento come a casa. Ovviamente la presenza di Camilla in squadra ha reso tutto più facile perché ci conosciamo da tanto tempo e abbiamo giocato insieme nelle nazionali giovanili. Inoltre, Chieri mi piace anche come cittadina: è piccola, ma molto carina“.

    Come sta andando la vostra stagione?

    “Penso che la stagione di Chieri sia stata molto positiva fino a questo momento: arrivare in finale di CEV Cup, dopo aver giocato anche la Final Four di Coppa Italia a Trieste, è qualcosa di grandioso. Sono convinta che, pur avendo in squadra elementi importanti, non sia mai automatico raggiungere certi risultati. Questi arrivano perché tutti – giocatrici, staff e club – stanno dando il massimo. Proprio per questo motivo, non vedo l’ora di scoprire cosa ci attende in questo finale di stagione“.

    Foto Fenera Chieri ’76

    Come vedi la finale di CEV Cup contro il Viteos NUC?

    “Avendo giocato in Svizzera, conosco il Viteos NUC. È una squadra che ha fatto bene anche nelle scorse stagioni. Per loro raggiungere la finale di CEV Cup è un grande risultato, ma certamente non è casuale. La stessa cosa vale per Chieri: c’è una ragione se siamo arrivati fino a questo punto della competizione e sono convinta che abbiamo tutte le carte in regola per dimostrare la nostra forza, proprio come abbiamo fatto nei turni precedenti. C’è grande emozione e siamo pronte a dare il 100%. Senza dubbio, le sensazioni sono positive“.

    Quali sono i tuoi obiettivi pallavolistici a breve e a lungo termine?

    “Al termine della stagione in Italia, andrò in nazionale. Sono davvero entusiasta per questa opportunità e spero di vivere belle esperienze. Conosco già la maggior parte delle giocatrici, quindi penso che mi divertirò. Per quanto riguarda gli obiettivi a lungo termine, un giorno mi piacerebbe giocare in Turchia. Per me sarebbe davvero speciale giocare lì sia perché è uno dei migliori campionati al mondo sia perché renderei orgogliosa me stessa e la mia famiglia, visto che mio padre è turco e io sono per metà turca. Però, sarei molto felice anche se dovessi avere la possibilità di giocare di nuovo in Italia“.

    di Alessandro Garotta LEGGI TUTTO