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    Che Bellezza la nostra Primavera

    Gianluca Bellezza – Foto Francesco Panunzio

    Bellissimo stare qui a rimirare ciò che sta vivendo il nostro tennis di vertice. Quello maschile, soprattutto. Anche se Jasmine Paolini, grazie allo straordinario lavoro che ha fatto con lei Renzo Furlan, si diverte e ci diverte in un modo che mai lontanamente avremmo potuto ipotizzare anni fa.Al contrario, invece, ci diverte assai meno la conclusione frettolosa della carriera di Camila Giorgi, ma questa è un’altra storia. Forse e probabilmente una brutta storia.Ma torniamo a bomba, a dire quanto sia bellissimo guardare di cosa sia capace quella nostra “brigata gioventù” che ogni settimana si propone sui courts.Dopo anni e anni passati a invidiare gli Spagnoli, capaci di sfornare giocatori di livello a iosa, i Francesi, per come sapevano non omologare ma anzi valorizzando appieno le differenze, sfruttando al meglio la rete formata dai centri tecnici federali e la collaborazione con l’iniziativa privata, da un bel po’ di tempo sta fiorendo ciò che negli anni, con lavoro durissimo e competenze ora evidentemente palesi, ha cominciato a saper produrre il nostro tennis.In ere geologiche lontane, c’eravamo probabilmente convinti che, per diritto divino o germinazione spontanea, ogni generazione ci avrebbe regalato almeno un campione. Mal ce ne incolse.
    Intanto non c’eravamo accorti di come e quanto il tennis stesse rapidamente cambiando e poi i primi tentativi di modernizzazione lanciati da gente come Piatti, Castellani e l’invocazione di Roberto Lombardi per creare un centro di formazione e ricerca vennero quantomeno bollati d’eresia.Invece su quei tentativi caparbi e straordinari è nata una stirpe di tecnici, poi confortata da un diverso e finalmente produttivo atteggiamento della FIT, tutti capaci e capaci di capire come e cosa si dovesse fare per tirare su un giocatore.L’ultima generazione perduta e venuta su un po’ così – Fabio Fognini è stato un caso a parte, e per talento indiscusso e per modalità di costruzione – è stata quella dei Quinzi e dei Baldi, ma da lì in avanti la musica è cambiata, sia nella capacità di fornire giuste competenze tecniche e tattiche, sia nei metodi d’allenamento fisico e mentale, soprattutto nella programmazione e nella gestione della possibile carriera.Sinner, Berrettini, Sonego, Musetti, poi ora Arnaldi, Darderi, Cobolli, Nardi, Gigante, Zeppieri, Vavassori, Napolitano, Pellegrino, Maestrelli, Agamenone, Passaro, e tutti gli altri che colpevolmente ometto, non sono frutti del caso ma di una strategia comune, omogenea nelle disomogeneità, prodotti di una miriade di scuderie private in grado di creare campioni e di dare sfogo ai sogni dei ragazzi. E adesso sulla scia di questi sono tantissimi quelli che “ e perché no?” studiano e vogliono provarci.Tra questi c’è anche il mio “Beauty”, Gianluca Bellezza, classifica 2.2 per ora, e che ieri ha esordito nel Challenger 175 di Torino.Dico “mio” perché Gianlu, dopo pochi mesi passati in un altro club, venne da noi con una racchetta che era più grande di lui, per trascorrere tutti gli anni della formazione sui campi del Tennis Club Caselle, forgiato dalle mani sapienti di Alessandro Riba.Gianluca, simpatico, estroverso e casinista come pochi, divenne in poche settimane la mascotte e per tutti soltanto“ Beauty” e ci fu un serio concorso di tanti per cercare di istruirlo al tennis che sarebbe venuto e al meglio.
    Con “Beauty” era bellissimo stare e lavorare, un po’ per la sua innata curiosità, un po’ perché intuivi che in quell’abbozzo c’erano potenziali qualità da sviluppare. Mordeva il freno, voleva bypassare passaggi, faceva anche fatica a capire perché gli chiedessimo competenze delle quali non voleva saperne. “Dimmi un po’, ma quando giocherai in un torneo internazionale e dovrai dialogare con un giudice di sedia, visto che l’inglese non vuoi impararlo, come ti rivolgerai a lui, in piemontese che è la tua vera lingua-madre?”, lo pungolavo. Allora a lui interessava giocare e poi ancora giocare. Aveva una grande capacità imitativa e potevi chiedergli di mostrarti in sequenza il servizio dei primi dieci al mondo, il dritto o il rovescio di questo o di quello e lui era in grado di fartelo alla perfezione. Stage da Riccardo Piatti e Bob Brett ci confermarono che “Beauty” qualità ne aveva, oltre che una notevole faccia tosta, mostrata come quando, quatto quatto, si avvicinò sempre di più a Marin Cilic, allora allenato da Brett, fino a sedersi sulla panchina accanto al croato e non riuscire a non parlargli, fino a dirgli con un bell’accento canavesano: “ Ma tu sei di Medjugorje? Ma lo sai che anche mia nonna è andata a pregare lì?” Aveva poco più di dieci anni, ma già ben chiaro che lui in quel mondo voleva starci. E quantomeno alla pari. Poi “Beauty” crebbe e, ferma per un infortunio serissimo l’altra nostra speranza Lorenzo Moja, ci trovammo a non avere sparring e campi a sufficienza per allenarlo al meglio e così, prima a mezzi e poi in toto, lo affidammo alle cure di Gipo Arbino, dov’è tuttora, ma non prima d’avergli detto:“ Gianlu, a casa nel cassetto della mia scrivania c’è una lettera che ti darò quando la tua carriera tennistica si sarà conclusa. Lì c’è la mia previsione di quello che potrai fare. Se saprai affrontare passo passo le cose, se non sbaglierai troppe scelte, secondo me raggiungerai una cerca classifica ATP. Te lo scrivo ora e sarà divertente vedere tra quindici anni se la mia previsione sarà stata azzeccata.”Un paio di traslochi, due scrivanie cambiate e la lettera non la trovo più, ma intanto “ Beauty” ha esordito in un Challenger. Il match giocato contro Matteo Gigante non poteva che finire in un modo solo: non si diventa 139 ATP per caso e a Gianlu mancano ancora troppi pezzi, match di questo livello per poter sperare di poter competere a certi livelli. Non è una questione di velocità di palla, perché il suo dritto e il suo servizio “schioccano”, prima e seconda rimbalzano lungo e alto dopo aver toccato terra, è la gestione degli scambi, dei dettagli che fa la differenza.Se saprà farne tesoro, si avvererà la mia previsione. Tra dieci anni sapremo.Intanto me lo guardo, me lo godo e penso che l’abbiamo cresciuto e che se oggi è lì, beh, qualcosa di buono a Caselle l’abbiamo saputo fare.E di Caselle in giro per l’Italia per fortuna adesso ce ne sono a migliaia, dove ci sono ragazzi che sognano e tecnici e dirigenti che sanno dare forma ai sogni.Bello recitare come una litania, come una formazione di calcio: Sinner, Berrettini, Musetti, Arnaldi,; Sonego, Darderi, Cobolli; Nardi, Gigante, Zeppieri, Vavassori, Pellegrino, Maestrelli, Agamenone Passaro…Bellezza.Bella la nostra Primavera.Dal nostro inviato a Torino, Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    A Torino un Challenger da sogno

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    L’anno scorso se n’era avuto il sentore, in questa stagione la conferma: collocati strategicamente e in contemporanea della seconda settimana d’un Master 1000, i Challenger 175 finiscono col proporre un seeding più simile a quello di un ATP 250, perché consentono ai giocatori di fascia alta, usciti anzitempo e contro previsione, di ritornare a competere immediatamente, avendo la possibilità di incamerare un bottino di punti e di denaro mica da buttar via.Complici gli esiti non proprio favorevoli avuti nel main draw di Roma, il Piemonte Open, che si sta disputando sui campi torinesi del Circolo della Stampa Sporting, ha potuto giovarsi d’un’entry list davvero ragguardevole, con un cut-off fissato a 92, con l’alternate Rodionov entrato, come ultimo, direttamente in tabellone con un ranking a 117 e un elenco di teste di serie da far invidia a tappe del circuito maggiore: numero 1, Musetti N°29 ATP, poi il vincitore di Cagliari, l’argentino Navone, 31, quindi Arnaldi 37, Sonego, giocatore di casa e che proprio in questo club è nato e si allena, 47, la grande sorpresa italiana delle ultime settimane, Luciano Darderi, 54, il tedesco Hanfmann, 59, il brasiliano Seyboth Wild, 61, a chiudere.
    Peccato che tra questi non ci sia Flavio Cobolli, 57, costretto al ritiro proprio questa mattina per un problema addominale; il suo posto nel main draw verrà preso da un lucky loser.Avere le prime otto teste di serie Top 60 – facciamo lo sconto di uno a Seyboth Wild…- non è proprio roba da poco e che consente al torneo torinese un cospicuo balzo in avanti, se si considera che l’anno scorso il primo favorito era Sebastian Baez N° 40, il secondo Galan 94 e gli ultimi cinque erano tutti oltre la centesima posizione.E per buona aggiunta nei ranghi torinesi ci sono due ex Top 10 come Fabio Fognini e David Goffin e un Luca Nardi desideroso di confermarsi ai livelli mostrati in quest’inizio di stagione.L’unica incognita rimane il meteo avverso che potrebbe martoriare il torneo come avvenne nell’edizione scorsa, con l’organizzazione costretta nel ’23 a far disputare semifinali e finali indoor, cambiando superficie. Incrociamo le dita.I big entreranno in lizza a partire da giovedì e Torino potrebbe avere un altro grande torneo.D’accordo le ATP Finals sono un’altra cosa, ma questo Challenger vale davvero molto di più.Dodici mesi fa si rosicava vedendo il tabellone della consorella tappa di Bordeaux, adesso le parti si sono invertite.Dal nostro inviato a Torino, Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    Errani e Paolini conquistano la semifinale in doppio agli Internazionali d’Italia 2024

    Sara Errani e Jasmine Paolini in azione (foto Fioriti)

    Sara Errani e Jasmine Paolini hanno conquistato un posto in semifinale, superando in tre set combattuti Lyudmyla Kichenok e Jelena Ostapenko, seste teste di serie del torneo, con il punteggio di 6-3 5-7 10-5 nei quarti di finale del torneo WTA 1000 di Roma.Le azzurre, che hanno nel mirino le Olimpiadi di Parigi, hanno dimostrato grande carattere e determinazione, nonostante qualche difficoltà al servizio. Dopo aver vinto il primo set grazie a due break, Errani e Paolini hanno dovuto cedere il secondo parziale al termine di una serie di cinque break consecutivi.Il super tie-break è stato il momento clou del match: le italiane sono partite a razzo, portandosi sul 9-2, ma hanno dovuto respingere il tentativo di rimonta delle avversarie prima di chiudere sul 10-5 e conquistare la semifinale.
    Ora, per Errani e Paolini, si prospetta una sfida affascinante contro le americane Caroline Dolehide e Desirae Krawczyk, coppia numero otto del seeding, che hanno eliminato la messicana Olmos e la russa Panova in due set.
    WTA Rome Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko [6]375 Sara Errani / Jasmine Paolini6510 Vincitore: Errani / Paolini ServizioSvolgimentoSet 3Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 0-1 0-2 1-2 1-3 2-3 2-4 2-5 2-6 2-7 2-8 2-9 3-9 4-9 5-9ServizioSvolgimentoSet 2Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 15-15 30-15 40-15 40-306-5 → 7-5Sara Errani / Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 30-30 30-405-5 → 6-5Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-405-4 → 5-5Sara Errani / Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-404-4 → 5-4Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 0-15 15-15 15-30 15-40 30-404-3 → 4-4Sara Errani / Jasmine Paolini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-403-3 → 4-3Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-3 → 3-3Sara Errani / Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 2-3Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-402-1 → 2-2Sara Errani / Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 30-30 30-401-1 → 2-1Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1Sara Errani / Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 15-15 15-30 15-403-5 → 3-6Sara Errani / Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-153-4 → 3-5Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 0-15 15-15 15-30 15-403-3 → 3-4Sara Errani / Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 15-15 15-30 15-40 30-403-1 → 3-2Sara Errani / Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 30-30 30-402-1 → 3-1Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1Sara Errani / Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-0 → 1-1Lyudmyla Kichenok / Jelena Ostapenko 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-400-0 → 1-0

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Muller e la malattia di Crohn: “Quando perdi all’improvviso due o tre kg, è difficile avere energia”

    Alexandre Muller

    Il francese Alexandre Muller è una delle sorprese del Masters 1000 di Roma. Il francese, entrato nel main draw passando le qualificazioni, affronta al Foro Italico Jarry per un posto nei quarti di finale. Ha fatto scalpore la sua vittoria contro Rublev nel terzo turno, più importante successo in carriera per il 27enne di Poissy. Intervistato dal quotidiano francese L’Equipe, Muller ha rivelato di soffrire della malattia di Crohn, una malattia infiammatoria dell’intestino, caratterizzate da un’attivazione immunitaria cronica o recidivante nel tratto gastrointestinale. La risposta immunitaria continua, che si scatena contro l’intestino, a sua volta provoca una forte infiammazione che debilita pesantemente la persona.
    Muller racconta la difficoltà del convivere con questa malattia da sportivo professionista: “Non importa come finirò la mia carriera, avrei potuto fare un po’ meglio senza questa malattia” afferma il francese. “Non posso essere sempre al 100%, sono più fragile. Prima di una sessione di tennis o di allenamento con i pesi, penso solo al mio corpo, mi chiedo ‘Devo andare in bagno?’ Ormai è tutto come automatico, il mio cervello ragiona così. Prima di una partita vado in bagno almeno cinque, sei volte. Quando ti svuoti e perdi due o tre chili, parti con un handicap energetico. E quando, dopo tre ore di partita, non riesco a bere più di quattro sorsi d’acqua senza avere la sensazione di vomitare in campo, inevitabilmente ne pago le conseguenze”.
    Davvero difficile convivere con questo problema e riuscire a dare il meglio in campo in uno sport molto fisico come il tennis. Muller, attualmente n.109 ATP, ha raggiunto il best ranking lo scorso gennaio al n.71, ma con i punti di Roma è già sicuro di tornare tra i primi cento (provvisoriamente 89 nel ranking Live). LEGGI TUTTO

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    Roland Garros sì o no: cosa conviene a Sinner?

    Jannik resterà ancora qualche giorno a Torino, poi prenderà una decisione per il Roland Garros, al via domenica 26 maggio. Si naviga a vista: la situazione viene monitorata giorno dopo giorno. Tutti gli scenari verso Parigi con un occhio anche al ranking

    Navigare a vista. E’ il diktat per Jannik Sinner che presto dovrà sciogliere le riserve in vista del Roland Garros, al via il prossimo 26 maggio. E un po’ lo stesso approccio che aveva caratterizzato l’avvicinamento a Roma. La situazione viene monitorata giorno dopo giorno dal team dell’altoatesino, “capitanato” da Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Sinner sta proseguendo le terapie al J Medical di Torino – dove resterà ancora qualche giorno – per curare l’anca destra e completare gli ultimi esami, seguito da vicino da Umberto Ferrara (preparatore atletico) e Giacomo Naldi (fisioterapista), gli “angeli custodi” di Jannik in questa fase delicata.  Successivamente ci sarà un primo contatto con la racchetta e, se le sensazioni saranno positive, allora Sinner riprenderà gradualmente gli allenamenti. La sua partecipazione al Roland Garros al momento resta in dubbio. 

    Parigi no
    “Vorrei giocare tutti i tornei”, aveva confessato Sinner in conferenza stampa a Roma. Ma l’anca che gli ha impedito di esserci agli Internazionali, gli consentirà di essere a Parigi? Solo se gli esami che ha fatto/sta facendo assicureranno che non c’è rischio di ricadute. Anche in questo caso prevarrà la linea della massima cautela. D’altronde Sinner era stato chiaro qualche giorno fa: “A Parigi giocherò solo se sono al 100%, se c’è mezzo dubbio dobbiamo vedere”. 

    Parigi sì
    Solo se gli esami dovessero assicurare che Sinner può giocare senza riaggravare il probema all’anca. La condizione atletica, considerando che Jannik non tocca una racchetta dal 30 aprile (il match vinto a Madrid contro Khachanov, prima del ritiro), non è ovviamente la migliore per giocare un torneo dello Slam 3 set su 5, ma potrebbe trovare ritmo e forma giocando, usando la prima settimana del torneo (i primi turni sulla carta abbordabili) anche come allenamento. E poi c’è la variabile Olimpiadi, ad agosto proprio sulla terra rossa parigina. Sinner vuole partecipare ai Giochi, ma rischia di arrivarci praticamente senza km sulla nelle gambe sulla terra (l’unica occasione sarebbe il torneo di Bastad, che precede l’Olimpiade). Un motivo in più questo per provare a scendere in campo al Roland Garros.

    La questione ranking

    Di sicuro non sarà il ranking Atp a condizionare la sua scelta. Lui vorrebbe diventare n. 1 al mondo sul campo, ma può diventarlo anche senza giocare a Parigi. Il sorpasso su Djokovic è un’ossessione più per tifosi e giornalisti. Dopo l’eliminazione di Nole al 3° turno degli Internazionali d’Italia, i calcoli sono semplici: Sinner può diventare n. 1 al mondo il 10 giugno se Djokovic non raggiunge almeno la finale a Parigi (e Medvedev nel frattemo non vince sia Roma che il Roland Garros). Altrimenti il discorso è rimandato alla stagione sull’erba, dove il sistema dei punti da scartare rende la cosa quasi inevitabile. LEGGI TUTTO

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    WTA Roma, Errani e Paolini in semifinale nel torneo di doppio femminile

    Sara Errani e Jasmine Paolini volano in semifinale nel torneo di doppio femminile agli Internazionali d’Italia. Le azzurre, su un Pietrangeli infuocato, hanno superato la coppia formata dall’ucraina Lyudmyla Khichenok e dalla lettone Jelana Ostapenko, seste favorite del seeding. 6-3, 5-7, 10-5 i parziali per le italiane.  Dopo aver eliminato all’esordio al super tie-break la statunitense Melichar-Martinez e l’australiana Perez, seconde teste di serie del torneo e aver vinto il derby tricolore contro Anastasia Abbagnato ed Aurora Zantedeschi, Sarita e Jas hanno  conquistato l’ennesimo risultato di prestigio in questo 2024. Le due, che hanno cominciato a giocare insieme  dalla scorsa stagione, hanno in bacheca due titoli  (Linz 2024 e Monastir 2023), mentre in questa stagione vantano anche una semifinale 1000 a Miami. A Roma Errani ha vinto il titolo nel 2012 in coppia con Roberta Vinci, con la quale è arrivata in finale anche nel 2013 e nel 2014. Le prossime avversarie saranno le statunitensi Dolehide/Krawczyk. LEGGI TUTTO

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    ATP Roma, i risultati di oggi: Fritz e Tabilo ai quarti di finale

    La terra rossa non è più un tabù per i tennisti americani grazie a Taylor Fritz. “Claylor” (nuovo soprannome per i risultati sulla superficie) si è qualificato per i quarti di finale degli Internazionali d’Italia, battendo in tre set Grigor Dimitrov. Un risultato storico perché Fritz, per la prima volta tra i migliori otto al Foro Italico, è diventato il primo tennista statunitense a centrare i quarti in tre Masters 1000 su terra diversi (Monte-Carlo 2022 e 2023, Madrid 2024 e Roma 2024). Un rendimento straordinario il 26enne californiano che quest’anno ha vinto 10 partite su 13 giocate sul rosso. Prosegue, invece, la favola romana di Alejandro Tabilo. Dopo aver battuto il n. 1 al mondo Novak Djokovic, il cileno ha eliminato il n. 16 del seeding Karen Khachanov con un doppio 7-6. Una grande prestazione di Tabilo che raggiunge così il primo quarto di finale in carriera in un Masters 1000, centrando anche il record stagionale di vittorie nel circuito.  LEGGI TUTTO

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    ATP Roma, Bolelli e Vavassori ai quarti in doppio: battuti Bopanna ed Ebden

    Senza giocatori in singolare, l’Italia al Foro Italico sogna con il doppio. Merito di Simone Bolelli e Andrea Vavassori, ai quarti nella specialità agli Internazionali d’Italia grazie alla vittoria contro Rohan Bopanna e Matthew Ebden. Un netto successo con lo score di 6-2, 6-4 in un’ora e 12 minuti di gioco, la vendetta sportiva dopo il ko in finale agli Australian Open. Gli azzurri hanno giocato una partita di altissimo livello: Bolelli è stato il trascinatore della coppia, MVP di giornata in un Pietrangeli sold-out. Il bolognese e il torinese hanno sfruttato l’avvio lento di Bopanna ed Ebden, ma poi la coppia n. 2 al mondo è entrata in partita e il secondo set è stato più equilibrato. Al terzo quarto di finale consecutivo in un Masters 1000 dopo Monte-Carlo e Madrid, Bolelli e Vavassori affronteranno nel prossimo turno l’olandese Wesley Koolhof e il croato Nikola Mektic, coppia n. 7 del seeding. 

    “L’abbiamo studiata bene”
    Soddisfatti gli azzurri che hanno ammesso di aver preparato al meglio questa partita: “Loro sono una coppia forte – racconta Vavassori – quest’anno avevamo già giocato due volte contro. L’abbiamo preparata e studiata bene in questi giorni. Abbiamo giocato un gran match”. E Bolelli aggiunge: “Non era semplice, abbiamo giocato a fasi alterne, ma siamo riusciti a tenere alta la concentrazione. Volevamo vincere e ci siamo riusciti”. LEGGI TUTTO