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    MotoGp, Rossi su Bagnaia: “Spero possa lottare per il titolo”

    ROMA – Valentino Rossi incoraggia i suoi. Dall’inaugurazione del monumento che porta il suo nome, il pilota nove volte campione del mondo parla di questa stagione MotoGp che ha visto la VR46 Racing Team fare il suo esordio. Il primo podio di Marco Bezzecchi ad Assen, nel Gran Premio d’Olanda, certifica il buon lavoro della scuderia del Dottore. E ora che il Motomondiale ripartirà il 7 agosto da Silverstone, la leggenda di Tavullia ha un augurio speciale per i suoi piloti: “Spero che i nostri piloti vadano forte e che magari Marini e Bezzecchi possano ancora lottare per qualche podio”.
    Su Bagnaia
    Nonostante il suo periodo in Ducati non sia stato ricco di soddisfazioni come i suoi anni in Honda e Yamaha, Valentino Rossi tifa Pecco Bagnaia per il titolo iridato. Il torinese sulla Desmosedici è però distante 66 punti dal leader della classifica piloti Fabio Quartararo e il nove volte iridato afferma: “Spero che Bagnaia possa recuperare lo svantaggio e lottare per il mondiale”. Sullo sfondo, però, c’è sempre la grande passione per l’Inter, che ha riportato a Milano Romelu Lukaku. “Sono molto contento per questo. È uno degli attaccanti più forti del campionato italiano, quindi è un bene averlo con noi”, afferma Rossi, visibilmente soddisfatto. LEGGI TUTTO

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    Un maxi casco per Valentino Rossi: così Pesaro rende grazie alla leggenda numero 46

    ROMA – Un monumento per Valentino Rossi. È questo l’intento del comune di Pesaro che in piazzale Gabriele D’Annunzio ha posizionato un casco alto di quattro metri d’altezza e sei di larghezza per il nove volte iridato. Un maestoso omaggio che il comune marchigiano rende all’uomo che ha riacceso la passione in Italia per la MotoGp con il suo talento in pista e la sua simpatia travolgente. L’installazione è stata progettata da Massimiliano Santini, realizzata da Riccardo Sivelli di Extralab ed è stata trasportata con un tir e posizionata sul piazzale tramite una gru. “Per me Pesaro è molto importante, perché mio babbo è nato qui e i miei genitori si sono conosciuti qui. Io sono cresciuto a Tavullia ma vengo tante volte qua, mi alleno sempre qui ed è la mia seconda casa. Sono molto contento quindi che mi abbiano dedicato questo cascone. Io sono sempre stato un grande appassionato di moto e grazie alla mia carriera tanta gente ha seguito la MotoGp Spero che i tifosi continuino a guardare le gare e fare il tifo”, ha detto Valentino Rossi.
    Le parole del sindaco
    È il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, a presentare il casco, dicendo: “Parliamo dello sportivo più grande di sempre, che ha fatto emozionare milioni di persone in tutto il mondo, si tratta di un’opera da record pensata anche per rafforzare il pellegrinaggio tra Pesaro e Tavullia dei suoi tifosi”. Nel frattempo, la leggenda di Valentino Rossi in MotoGp continua. La sua scuderia, la VR46 Racing Team, è al suo anno d’esordio in classe regina e ha assaporato il primo podio con Marco Bezzecchi ad Assen. Sui suoi piloti, Rossi ha detto: “Spero che i nostri piloti vadano forte e che magari possano lottare per qualche altro podio”. LEGGI TUTTO

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    Furti in aumento: ecco le auto e gli scooter più rubati in Italia nel 2021

    Un furto su quattro di veicoli avviene in Campania, mentre è il Lazio la regione in cui i ladri sono più bravi a far sparire le tracce di se stessi e dei mezzi rubati. Il “Dossier sui Furti di veicoli” elaborato da LoJack Italia, società specializzata in soluzioni telematiche per l’automotive e il recupero dei veicoli rubati, ha evidenziato tale dato di fatto, ma non solo, perché grazie allo studio è emerso come Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia siano le regioni in cui avvengono più furti di auto e moto in Italia. E sono stati resi noti anche i modelli specifici.
    Con auto e furgone rubati, rapina un negozio di bici: 18enne finisce in carcere
    Italia, furti di auto e moto in aumento nel 2021
    LoJack Italia ha analizzato i dati forniti dal Ministero dell’Interno relativi al 2021, evidenziando che rispetto al 2020, anno caratterizzato dalla pandemia, lo scorso anno i furti sono passati da 102.708 all’anno a 104.372. Protagoniste sono le auto, le moto e gli scooter, meno i mezzi pesanti e i furgoni. I furti sono aumentati un po’ in tutto il Paese, ma vi sono alcuni picchi. In Campania, per esempio, i furti sono cresciuti del 7%, mentre il Lazio “vanta” il primato del tasso di recupero più basso a livello nazionale. In questa regione infatti solo il 30% (contro il 37% nazionale) dei mezzi sottratti viene restituito al legittimo proprietario. Seguono la Puglia (14.498 furti), la Sicilia (13.180) e la Lombardia (11.636).
    I modelli “preferiti” dai ladri
    L’auto più rubata d’Italia è sempre Fiat Panda con 8.816 furti (in pratica, più di una vettura rubata su 10 è Panda), seguita dalla Fiat 500 (6.743), Fiat Punto (5.292) e Lancia Ypsilon (2.979). Classifica a quattro ruote completata da smart ForTwo Coupè (1.389), Volkswagen Golf (1.381), Renault Clio (1.284), Ford Fiesta (1.059), Opel Corsa (824) e Fiat Uno (559). Relativamente ai furgoni, la top 5 dei più rubati vede il primato dell’Iveco Daily (931 unità sottratte), seguito dal Fiat Ducato (916), Fiat Doblò (552), Ford Transit (255) e Mercedes Sprinter (228).Capitolo scooter. I cinque modelli più rubati vedono in cima alla classifica l’Honda SH (5.196 unità rubate nel 2021): in generale, uno scooter su 5 rubato è questo modello. Segue al 2° posto, con 1.393 furti, il Piaggio Liberty. Il podio è completato dallo Scarabeo di Aprilia (1.236), mentre la cinquina si conclude con la Vespa (1.067) e il Piaggio Beverly (989).
    Furti di auto e furgoni per ricavarne pezzi di ricambio: presi due operai LEGGI TUTTO

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    Pesaro omaggia Valentino Rossi: svelato il mega casco con il numero 46

    ROMA – Pesaro regala a Valentino Rossi un riconoscimento davvero speciale e lo fa posizionando un casco alto quattro metri e largo sei in piazzale Gabriele D’Annunzio. Un maestoso omaggio che il comune marchigiano rende all’uomo che ha riacceso la passione in Italia per la MotoGp con il suo talento in pista e la sua simpatia travolgente. L’installazione è stata progettata da Massimiliano Santini, realizzata da Riccardo Sivelli di Extralab ed è stata trasportata con un tir e posizionata sul piazzale tramite una gru. “Per me Pesaro è molto importante, perché mio babbo è nato qui e i miei genitori si sono conosciuti qui. Io sono cresciuto a Tavullia ma vengo tante volte qua, mi alleno sempre qui ed è la mia seconda casa. Sono molto contento quindi che mi abbiano dedicato questo cascone. Io sono sempre stato un grande appassionato di moto e grazie alla mia carriera tanta gente ha seguito la MotoGp Spero che i tifosi continuino a guardare le gare e fare il tifo”, ha detto Valentino Rossi.
    Ancora il numero 46
    È il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, a presentare il casco, dicendo: “Parliamo dello sportivo più grande di sempre, che ha fatto emozionare milioni di persone in tutto il mondo, si tratta di un’opera da record pensata anche per rafforzare il pellegrinaggio tra Pesaro e Tavullia dei suoi tifosi”. Nel frattempo, la leggenda di Valentino Rossi in MotoGp continua. La sua scuderia, la VR46 Racing Team, è infatti al suo anno d’esordio in classe regina e ha assaporato il primo podio con Marco Bezzecchi ad Assen. LEGGI TUTTO

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    Svolta Ferrari, cosa accadrà dopo l’incidente di Leclerc

    l Mondiale piloti è perso?
    Lo dice la logica. Sessantatré punti di ritardo a dieci gare dalla fine sono un abisso e per colmarli servirebbero un lavoro da Superman di Charles e la complicità di Verstappen, Red Bull e Honda con errori, pasticci, rotture, ritiri. Stiamo parlando di carenze che quest’anno non riguardano quel pilota e quel team, minimamente.
    Quindi Mattia Binotto è bugiardo? Perché è stato lui domenica a dire: «Al titolo crediamo ancora. Mancano dieci gare, puntiamo a vincerle tutte».
    Non è questione di sincerità: non avrebbe potuto dire altro, ché tenere viva la motivazione della squadra è suo compito. E poi il titolo era stato messo nel mirino per il 2023.
    In privato ha rimproverato Charles?
    No. La sua linea è sempre stata chiara: bisogna identificare e aggredire il problema, non un colpevole.
    Dunque la solita storia: la Ferrari uscirà sconfitta anche da questa stagione?
    Non è così. Le inattese, ottime prestazioni della F1-75 hanno fatto sì che si parlasse dei titoli, ma l’obiettivo dichiarato – tornare a lottare per il vertice della classifica – è stato centrato.
    Ha ragione Leclerc quando dice che se perderà il titolo per 32 punti o meno sarà stata colpa sua, visto che 7 li ha buttati a Imola e 25 a Le Castellet?
    No. Con il processo severo che si è intentato, Charles cerca dentro di sé la forza di trasformare l’errore in un momento di crescita. Se è per questo, ben più di 32 punti sono stati persi tra mancanza di affidabilità (solo i ritiri di Barcellona e Baku pesano per 50 punti) ed errori strategici.
    Si parla tanto di Mondiale, ma la Ferrari in realtà non lo merita?
    Fa benissimo a provarci perché la F1-75 è veloce, ma l’affidabilità non è ancora in sicurezza. Ogni sostituzione ormai comporterà penalità da pagare sulla griglia, mentre Red Bull-Honda è in perfetta tabella di marcia con i motori: il primo è durato per un terzo di stagione, il secondo lo stanno usando senza guai e insomma, tutto da loro funziona.
    Anche nelle strategie la Red Bull è superiore?
    Nettamente: la Ferrari ancora sbaglia come ha confermato il GP di Francia tra pit stop lento, unsafe release con conseguente penalità e chiamate radio intempestive, tutto a danno di Sainz. Per contro, Maranello è più efficiente nelle operazioni di pit stop.
    A questo punto, con Carlos a soli 26 punti da Leclerc, cosa cambia nei rapporti di forza?
    Nulla, stando alla dichiarazione di Binotto che bisogna ancora credere nel titolo piloti. Ma a Carlos verrà chiesto un sacrificio solo se sarà davvero indispensabile: non è un gregario e nessuno in Ferrari vuole trattarlo come tale.
    Lo spagnolo ha mostrato di non aver gradito l’ultima chiamata al cambio gomme: davvero la Ferrari ha perso il podio per eccesso di prudenza?
    Nessuno può dirlo con certezza, ma le gomme medie di Sainz non sarebbero durate 35 giri. Hanno retto tanto sulla macchina di Gasly, che però ha disputato un’altra gara, lenta e con un unico sorpasso (ad Albon).
    Ma Binotto favorisce Leclerc, o quanto meno intende farlo?
    No, Binotto cerca di estrarre il meglio da entrambi. Ma siamo certi che apprezzi più l’atteggiamento autocritico, costruttivo e di squadra di Charles, rispetto a quello di Carlos che è più latino, inquieto e permeato di egocentrismo. LEGGI TUTTO

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    F1: attenta Ferrari, la Mercedes torna a far paura

    TORINO – E se tra i due litiganti fosse terzo classicamente a godere? Mentre Mattia Binotto accarezza Charles Leclerc e la Ferrari («dobbiamo voltare pagina e andare in Ungheria per una doppietta») e punge la Red Bull («gestiamo meglio le gomme e abbiamo due grandi piloti, loro uno solo») e Max Verstappen continua a professare un atteggiamento di basso profilo («attenzione, la Ferrari è forte»), la vera forza emergete di questa torrida estate è la Mercedes.Il doppio podio in Francia, che riporta indietro le lancette del tempo al 2021 dell’ottavo titolo mondiale costruttori consecutivo conquistato dalle Frecce d’Argento, è solo la punta di una trend molto evidente. Nelle ultime cinque gare, quelle nelle quali la Ferrari non ha capitalizzato la superiorità tecnica per errori e rivalità dei piloti e problemi di affidabilità, la Mercedes ha conquistato 20 punti in più delle Rosse (136 a 116) e appena 25 in meno della Red Bull (161). Nelle stesso periodo Lewis Hamilton con 77 punti (con quattro podi consecutivi) è secondo solo a Verstappen (108) e George Russell (59) quarto dietro a Carlos Sainz (61), con Leclerc solo (55) quinto appena davanti a Sergio Perez (53). Ma il dato forse più significativo sono quei 10 secondi (appena) di distacco a fine GP di Francia tra Verstappen e Hamilton.«Di gara in gara stanno arrivando sempre più vicini, sempre più vicini» sottolinea infatti Christian Horner, il team principale della Red Bull preoccupata, come la Ferrari, più ancora che dalla Direttiva Tecnica 039 che da Spa, alla ripresa dopo la pausa estiva, metterà dei paletti più rigidi sulla questione anti-saltellamento e sulla flessibilità dei fondi (le armi vincenti delle due scuderie che si stanno giocando il Mondiale), dalle discussioni sulle modifiche 2023. Avvantaggerebbero la Mercedes, permettendole di recuperare il gap di un progetto nato male. O peggio rispetto ai rivali. Si parla addirittura di cause legali. Il vero segno di quanto a Maranello e a Milton Keynes temino il ritorno della Mercedes. Più in casa Ferrari. Perché se il Mondiale quest’anno sembra sempre più indirizzato verso la Red Bull (la verità è che nel Mondiale Costruttori la Mercedes è più vicina alla Ferrari di quanto questa non lo sia alla Red Bull: -74 e -82), perdere il vantaggio tecnico nell’era della “stabilità” in prospettiva sarebbe una tragedia ancora più dura da digerire. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, test a Motegi per la Yamaha: si lavora già per il 2023

    ROMA – I motori in casa Yamaha non si sono mai spenti, nonostante la pausa estiva della MotoGp. La casa dei Tre Diapason si è infatti presentata sulla pista di Motegi per alcuni test che hanno visto protagonista Cal Crutchlow, collaudatore per la scuderia campione del mondo con Fabio Quartararo. Il leader del Motomondiale si prepara al ritorno in pista a Silverstone il prossimo 7 agosto, consapevole che il suo team sta lavorando duramente per consegnargli una moto più competitiva per il 2023.
    Certezza Quartararo, Morbidelli rimandato
    Il bilancio per la M1 presenta sin qui alcune contraddizioni. Dopo un avvio più che complicato, Fabio Quartararo si è concentrato sulla guida, mettendo da parte i problemi della Yamaha sulla velocità di punta. Il francese si è imposto con forza in Portogallo, Catalogna e Germania, collezionando anche tre secondi posti, che gli hanno consentito di raggiungere quota 172 in classifica piloti e la leadership del mondiale. Per quanto invece riguarda Franco Morbidelli, si registrano prestazioni sottotono. Al momento sono 147 i punti tra i due compagni di scuderia, con l’italo-brasiliano che ancora non ha le certezza di un posto nel 2023. Dall’ambiente di Morbidelli filtra tuttavia ottimismo a riguardo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rins: “Non riuscivo a vedermi su una moto non ufficiale”

    ROMA – “Ho avuto paura di perdere il mio lavoro o di andare a finire su una moto che non fosse competitiva. Sono molto contento perché non mi vedevo su una moto non ufficiale. Ho molta esperienza per ottimizzare la moto, quindi non mi vedevo in una posizione che non fosse quella di avere una moto ufficiale”, Inizia così l’intervista di Alex Rins al podcast “Tank Slappers” di “Autosport”. Quelle dello spagnolo sono le prime dichiarazioni dopo la firma in MotoGp con la Honda LCR, arrivata poche settimane fa.
    Sfumato l’arrivo in Ducati
    Dopo che la Suzuki ha annunciato il suo addio alla classe regina, per Rins (così come per Joan Mir) si è aperta la ricerca di un’altra della per la prossima stagione. Alla fine il team di Lucio Cecchinello ha assicurato al classe 1995 un pacchetto ufficiale, ma Rins svela: “Potevo andare in Ducati, ma lì non mi potevano assicurare una moto di fabbrica. L’ho capito e ringrazio loro per l’opportunità, ma alla fine mi sono impegnato con Honda e questo mi rende molto felice”. Ora però Rins vuole chiudere al meglio la stagione in corso: “Ho molta voglia di provare la Honda, ma prima voglio provare a tornare sul podio e vincere ancora qualche gara con la Suzuki”, ha infatti affermato lo spagnolo. LEGGI TUTTO